NICOLÒ GIUSEPPE BELLIA

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ANTROPOCRAZIA

 

 

 

 

 

Per correggere la Democrazia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Edizioni Bellia

1992 – 1997


SOMMARIO

 

 

LA NEOSOCIETÀ_________

Il Reddito di Cittadinanza_________

Il Denaro Datato___

La Fiscalità Monetaria

I PREZZI E IL LAVORO UMANO___

LA VITA ECONOMICA E LA FISCALITÀ

L'ESSERE UMANO E IL MERCATO

CARATTERISTICHE DELLA NEOSOCIETÀ________

PER ELIMINARE L'INFLAZIONE_______

UNA CONCEZIONE ANTROPOCRATICA__

Le basi di una Filosofia Sociale__

La Coscienza Individuale e la Realtà________

L'ESSERE UMANO FONTE DI OGNI POTERE: CAPISALDI COSTITUZIONALI DEMOCRATICI_______

Il Potere Economico________

Il Potere Giuridico

Il Potere Culturale

UNA CONCEZIONE ANTROPOCRATICA__

La Coscienza Individuale e la Vita Sociale__

NON PROTESTE MA PROPOSTE_________

LE ESIGENZE SOCIALI DEGLI ESSERI UMANI___

LA DEMOCRAZIA E L'ANTROPOCRAZIA__

ANTROPOCRAZIA E FALLIMENTO DELLA DEMOCRAZIA________

PUNTI DI VISTA ANTROPOCRATICI___

DEPRESSIONE PSICHICA E LAVORO

DALLA DEMOCRAZIA ALL'ANTROPOCRAZIA

RIFLESSIONI SUL DENARO_

PER SANARE LE SOCIETÀ ODIERNE_

Punti di vista pratici________

Istituzione della Datazione Monetaria________

Istituzione della Fiscalità Monetaria________

Istituzione del Reddito di Cittadinanza________

Abrogazione di tutte le Leggi di Regolazione e Governo dell’Economia______

Il Giubileo Sociale__

LA QUESTIONE SOCIALE_

Il Cittadino________

L’istituto Centrale di Emissione________

Le Banche________

Il Reddito di Cittadinanza________

La Fiscalità Monetaria________

Il Libero Mercato_

L’Organizzazione Statale________

Il Problema Culturale

STATALISMO E ANTROPISMO________

Felicità individuale e universale________

Osservazioni Animiche________

VECCHIA E NUOVA LOGICA FISCALE_

FISCALITÀ PER LE MODERNE SOCIETÀ_

VANTAGGI ED ONERI DEL DENARO NEL LIBERO MERCATO

L'attuale Fiscalità' causa della Guerra di Tutti Contro Tutti____

I disastri ecologici_

PER USCIRE DAL CAOS SOCIALE ITALIANO

FILOSOFIA DELLA FISCALITÀ MONETARIA________

LE RAGIONI DELLA FISCALITÀ MONETARIA________

IL DENARO_________

RICCHEZZA E VITA SOCIALE_

Il Dovere Fiscale del Denaro__

CRESCITA INDIVIDUALE NELLA LIBERTÀ_

Gioia e dolore nell'attività economica________

LA VIA D'USCITA DAL PRESENTE CAOS____

LIBERO MERCATO, FISCALITÀ MONETARIA E SOLIDARIETÀ________

ASSIOMI E POSTULATI SOCIALI_

SPECIALIZZAZIONI UMANE NEL LIBERO MERCATO

Valutazioni del Libero Mercato da parte delle varie Categorie Economiche________

Il Problema di una Moderna Fiscalità

compatibile con il Libero Mercato_

Il Metodo del Prelievo Fiscale__

La Solidarietà Sociale__

Conclusioni________

Appendice 1: APPUNTI BIOGRAFICI_________

Appendice 2 : LA FORMULA DI NICOLÒ_________

FAMIGLIA CRISTIANA del 25 Dicembre 1996____

 

LA NEOSOCIETÀ

Ladispoli 25 Gennaio 1992

 

 

 

Ciò che principalmente caratterizza la Neosocietà, rispetto alle attuali organizzazioni sociali è:

- il Reddito di Cittadinanza.

- il Denaro datato.

- La fiscalità monetaria.

 

Il Reddito di Cittadinanza

Il Reddito di Cittadinanza ( unico mezzo per realizzare una vera Solidarietà sociale ) consiste nella disponibilità, per ciascun componente sociale, in un conto Bancario individuale, di una quota monetaria mensile, sufficiente ad assicurarne, in ogni condizione, il dignitoso mantenimento in vita.

Tali accrediti avranno la contropartita contabile, in dare, in conti generali, facenti capo all'Istituto Centrale Di Emissione Monetaria.

Il corrispondente avere di tale conto, viene creato, mediante la decurtazione mensile, ad un tasso prestabilito, dell'intera Massa Monetaria esistente.

A tal fine il Denaro dovrà essere datato.

Il Denaro Datato

Ogni disponibilità monetaria, in qualunque modo posseduta, sarà caratterizzata, oltre che dalla propria entità, anche dalla datazione.

Con ciò sarà possibile assoggettare l'intera massa del Denaro, a quella che si è chiamata fiscalità monetaria.

La Fiscalità Monetaria

L'attuale fiscalità, con la sua incidenza sempre crescente, a seguito delle esigenze solidaristiche degli attuali contesti sociali, viene scaricata integralmente sui costi di produzione e sui Prezzi di vendita, con la conseguenza di generare quella che si chiama inflazione.

L’inflazione, a sua volta, genera la necessità degli aggiornamenti salariali che, a loro volta, vanno a scaricarsi sui costi di produzione, con ulteriore aggravio dei processi inflazionistici.

Il continuo inseguimento circolare tra salari e Prezzi e le assurde politiche monetarie di contenimento dell’inflazione, portano le economie moderne verso quelle che si chiamano recessioni.

La conseguente disoccupazione porta i Governi verso misure economiche di sostegno sociale, con il conseguente aumento delle esigenze fiscali, che vanno ulteriormente a incrementare i costi di produzione e quindi l’inflazione.

Con ciò i Cittadini si vedono assoggettati non solo ad un continuo incremento dei gravami fiscali diretti ed indiretti, ma anche ad un ulteriore enorme tributo occulto costituito dalla continua perdita di valore delle loro disponibilità monetarie.

Ciò porta fatalmente alla disgregazione dei tessuti sociali, con tutte le conseguenze tragiche che la Storia registra.

L'unica via percorribile per uscire da tali spirali disastrose è quella della fiscalità monetaria, che non incidendo sui costi di produzione, e quindi sui Prezzi, elimina la causa prima dell’inflazione e dei suoi effetti nefasti.

Tale nuovo sistema fiscale, da un certo punto di vista, può considerarsi, inoltre, come un modo per rendere socialmente feconda la precedente continua perdita di valore del Denaro a seguito dell’inflazione selvaggia, recuperando tale valore a fini sociali.

Il meccanismo di tale nuova fiscalità consiste nell'assoggettare il Denaro datato, dell'intera compagine sociale ad un tasso di decurtazione mensile, di valore non distante dai precedenti tassi inflazionistici, per creare le contropartite automatiche per le emissioni monetarie per i Redditi di Cittadinanza e per le esigenze statali.

La rilevanza di tale decurtazione sulle spese mensili correnti della popolazione è nulla giacché essa è differita di un mese e va quindi ad operare sui residui che divengono capitale monetario.

________________________________________________

I dettagli nonché le rilevanze sociali positive di tale soluzione sono indicate nei due libri LA VIA D'USCITA del 1979 e LA NEOSOCIETÀ del 1991.


I PREZZI E IL LAVORO UMANO

Ladispoli 1° Febbraio 1992

 

 

In un Sistema Economico operante in Libertà, i Prezzi nascono sulla base dei costi e delle quote di utili perseguite dai Produttori dei beni.

Tali utili non aggravano i Prezzi preesistenti in quanto le Aziende che vogliano entrare sul Mercato debbono offrire prodotti migliori a Prezzi inferiori.

L'avviamento e lo sviluppo dell'attività produttiva hanno la loro molla nella volontà creativa e di partecipazione degli Esseri Umani.

Tale creatività trova la possibilità di estrinsecarsi quando sia possibile prevedere una corrispondente richiesta del Mercato e quando si abbia una previsione di Prezzi inferiori a quelli correnti.

I Consumatori accetteranno un nuovo prodotto solo se esso si dimostrerà per essi più conveniente dei precedenti, sia sotto l'aspetto qualitativo che per il minor costo.

L’immissione di nuovi prodotti sul Mercato si giustifica solo se portano dei vantaggi per i Consumatori.

In un'economia libera vi è la naturale tendenza all'abbassamento dei Prezzi in dipendenza del continuo Progresso tecnologico.

Ciò costringe i Produttori ad un continuo sforzo di aggiornamento per poter restare utilmente sul Mercato.

Affinché tale guerra dei Prezzi e della qualità, posta in essere a vantaggio degli Acquirenti, non produca effetti di emarginazione irreversibile nei confronti di coloro che non riescono a tenere il passo, è necessario che si sviluppi in un sistema di Solidarietà di base.

Per ciascun Essere Umano deve esistere sempre la possibilità di disporre dell'indispensabile per il proprio mantenimento in vita, indipendentemente da ogni evento economico avverso.

L'uscita dal Mercato non deve divenire causa di annientamento della persona umana.

Ciò potrà ottenersi solo se vi sarà l’istituzione del Reddito di Cittadinanza.

Il reperimento del Denaro destinato a tale fine, non dovrà più avvenire  a carico del settore produttivo e quindi dei costi di produzione, con lo scatenamento dei processi inflazionistici, bensì a carico della Massa Monetaria, mediante il meccanismo della datazione del Denaro, per creare la contropartita per le emissioni monetarie destinate al Reddito di Cittadinanza e alle esigenze sociali.

Il bene supremo di ogni contesto economico è il continuo abbassamento dei Prezzi e pertanto occorre eliminare tutto ciò che provoca dannosi aggravi dei costi di produzione.

I vecchi sistemi sociali sono poco attenti a tale aspetto della Vita Economica e considerano un successo la creazione di opportunità artificiose di lavoro, in vista del miraggio della piena occupazione.

Tutto ciò con scarico finale sui costi e quindi sui Prezzi con lo scatenamento dei deleteri processi inflazionistici.

La finalità dell'Essere Umano non è quella di essere totalmente assorbito nella Vita Economica, ma anzi, al contrario, di avere sempre più tempo disponibile per la propria evoluzione culturale.

A questo serve il Progresso tecnologico che con la creazione delle macchine rende possibile la liberazione degli Esseri Umani dall'asservimento forzato alla Vita Economica.

Il lavoro dovrà sempre più divenire mezzo di autorealizzazione e non impellente necessità per sopravvivere.

La volontà lavorativa dovrà scaturire dalle vocazioni individuali la cui coltivazione è possibile solo se si dispone del tempo necessario alla loro maturazione.

Vivere per lavorare e lavorare per vivere è stato un falso ideale fonte di innumerevoli catastrofi.

Il lavoro è fatica e dolore ed esso può essere sviluppato se nell'Essere Umano vi è una corrispondente quantità di specifico desiderio scaturente liberamente dagli ideali della singola Personalità.

Solo il calore degli ideali coltivati dai cuori umani può fare da compenso al dolore che inevitabilmente ogni lavoro comporta.

Chi si illude di poter lenire il dolore umano, scaturente dall'attività lavorativa, con compensi di natura economica, commette un grossolano errore.

Il dolore si compensa con la gioia e la gioia può scaturire solo dagli ideali coltivati dai cuori umani.

La Libertà è l'ingrediente essenziale per la nascita degli ideali.

Se chi si accinge a lavorare partecipa alle idealità che sottostanno a ciascuna attività produttiva, contratterà i compensi con altro spirito rispetto a chi lavora solo per far fronte ai propri bisogni di sopravvivenza.

Ciò si rifletterà positivamente sui costi e quindi sui Prezzi, con beneficio di ogni singolo componente della comunità e quindi anche del singolo lavoratore.

 Per avviarsi su tale strada due sono i ponti indispensabili, il Reddito di Cittadinanza e la fiscalità monetaria basata sul meccanismo del Denaro datato.

Tali ponti permetteranno di scavalcare gli abissi che hanno terrorizzato le precedenti generazioni.


LA VITA ECONOMICA E LA FISCALITÀ

Ladispoli 2 Febbraio 1992

 

 

La catena della vita inizia dall’assimilazione dei minerali da parte delle piante.

Gli animali si nutrono delle piante e dei minerali.

Gli Esseri Umani si nutrono degli animali, delle piante e dei minerali.

Le piante esplicano la loro attività vitale elaborando quanto ricavano dal regno minerale.

Gli animali aggiungono all'attività vitale il desiderio.

Gli Esseri Umani all'attività vitale e al desiderio aggiungono la fantasia.

Salendo dal regno minerale a quello umano si nota un cammino verso l'indipendenza.

Le piante restano fisse al suolo, gli animali si muovono per la ricerca del cibo e dei ripari, gli Esseri Umani elaborano le loro percezioni e prendono delle decisioni sulla base dei propri pensieri.

Ciò che caratterizza il lavoro umano, rispetto a quello dei regni inferiori, è la possibilità di azioni basate sui contenuti interiori della coscienza, elaborati in autonomia dalle immediate costrizioni derivanti dai bisogni vitali.

Il complesso delle elaborazioni interiori delle coscienze umane si chiama Cultura personale.

L'Essere Umano aggiunge alle realtà naturali il frutto della propria Cultura ed interviene sui regni inferiori per utilizzarli coscientemente per i propri fini.

Le azioni basate su motivazioni culturali costituiscono il lavoro umano.

Inizialmente tale lavoro è indirizzato al procacciamento di quanto necessario alla propria vita materiale e successivamente si specializza sempre più per creare beni da scambiare con i propri simili.

Con ciò ha inizio la Vita Economica caratterizzata dal Mercato in cui si realizza lo scambio dei prodotti individuali.

Per facilitare tale scambio viene inventato il Denaro che permette di differire gli scambi reali.

Contestualmente al Denaro nasce il concetto di Prezzo.

La valutazione dei Prezzi tra i soggetti degli scambi porta al loro assestamento su livelli di reciproca convenienza.

La convenienza rende possibile la prosecuzione degli scambi.

Il Singolo troverà conveniente produrre e scambiare un proprio prodotto con un altro a condizione che esso gli appaia più conveniente rispetto a quanto gli costerebbe, in tempo e fatica, per produrlo direttamente.

La Vita Economica può essere caratterizzata come la continua offerta e ricerca di convenienze.

Ciascuno si orienterà verso quelle produzioni che gli risultano più congeniali e troverà vantaggioso scambiarle con altre, la cui produzione gli risulterebbe più difficile.

Il bisogno di conservare quanto acquisito con il lavoro e con gli scambi ha portato alle organizzazioni giuridiche, volte alla difesa dei diritti acquisiti.

Il costo delle organizzazioni giuridiche ha portato all'esigenza della fiscalità per il reperimento delle relative risorse.

I criteri delle azioni fiscali si sono evoluti verso forme che, nelle intenzioni, dovevano ripartire equamente, tra i componenti sociali, gli oneri delle strutture giuridiche.

Inizialmente alla struttura economica veniva chiesta una quota percentuale delle produzioni e successivamente ci si è orientati verso il prelevamento di una quota dei margini di utili che i Produttori di beni conseguivano con la propria attività.

A questo scopo, nelle organizzazioni sociali moderne, si è imposto quella che viene chiamata denunzia dei redditi, per il prelevamento fiscale.

Con l'allargamento delle finalità delle organizzazioni giuridiche verso obiettivi di Solidarietà sociale è cresciuto, in proporzione, l'onere fiscale, costringendo i Produttori a tenere conto, nei loro calcoli per la formazione dei Prezzi.

Ciò ha portato a quella che viene chiamata inflazione che, a sua volta, ha innescato un altro processo sociale, costituito dall'esigenza dei continui aggiornamenti salariali, per adeguare i redditi da lavoro ai costi crescenti dei beni.

Tali incrementi, a loro volta, scaricandosi sui costi di produzione, divengono causa di ulteriori elementi di inflazione.

Ciò, con il tempo, porta alla disgregazione delle strutture sociali, a seguito delle stagnazioni produttive conseguenti all'eccesso di inflazione.

Per uscire da tali spirali patologiche è necessario riesaminare la logica sociale, per trovare delle forme fiscali che non divengano necrotiche per la Vita Economica e quindi per la sopravvivenza dei Cittadini.

Occorre che gli oneri fiscali non si scarichino sui costi e quindi sui Prezzi.

Ciò è possibile solo se si trasferisce il prelievo, dalla produzione, alla Massa Monetaria presente nella struttura sociale.

Ciò oltretutto è corrispondente alle finalità originali delle organizzazioni statali in quanto è la disponibilità monetaria che in concreto rappresenta il ricavo reale dell'attività economica.

Il trasferimento degli oneri fiscali, dalla produzione al Capitale, elimina la causa prima dell’inflazione e consente l'utilizzo dei ricavi in eccesso e non di quelli che si hanno nel corso dello sviluppo produttivo, che in gran parte sono destinati a rimborsare gli oneri sostenuti per porli in essere.

Per realizzare questo obiettivo non vi è altro modo possibile che quello del meccanismo della datazione della moneta e del suo assoggettamento ad una decurtazione percentuale periodica, per la creazione delle contropartite necessarie per le emissioni monetarie, a fini fiscali.


L'ESSERE UMANO E IL MERCATO

Ladispoli 8 Febbraio 1992

 

 

L'Essere Umano ha la capacità di mettere in rapporto le percezioni con i corrispondenti concetti, creando le rappresentazioni che divengono patrimonio della coscienza individuale.

Ha anche la capacità di collegare le proprie rappresentazioni secondo nessi derivanti da valutazioni interiori.

Tale capacità si chiama fantasia.

Le elaborazioni della fantasia possono stimolare il desiderio della loro realizzazione.

Se ciò accade l'Essere Umano tenderà a procurarsi i materiali e gli oggetti idonei a consentirgli la realizzazione del prodotto della propria fantasia.

Se tale prodotto è desiderato da altri e l'individuo ha interesse a soddisfare tale desiderio, egli potrà decidersi a produrlo ripetutamente.

Tale azione ripetitiva su precedenti modelli operativi si chiama lavoro.

Lo scambio dei prodotti del lavoro dà inizio al Mercato prima con il baratto e poi in forme sempre più complesse.

Con l'introduzione del Denaro  e dei Prezzi lo scambio diviene indiretto.

Il Denaro è una astrazione che acquista concretezza attraverso la fiducia che gli individui decidono di porre in esso.

L'Essere Umano è sommamente interessato a che le emissioni monetarie siano rispettose di precise regole per non trovarsi a scambiare beni, prodotti con fatica, con Denaro truffaldino.

Se ci si trovasse nella condizione di dover creare un Sistema Economico ex novo l'unico modo accettabile di creare il Denaro sarebbe quello di stabilire un capitale monetario pro capite e di distribuirlo in eguale misura tra tutti gli Esseri Umani facenti parte della comunità sociale.

 Con lo svilupparsi dell'attività economica, data la diversità delle capacità individuali, fatalmente il Denaro finirebbe nelle mani dei più capaci.

A questo punto nascerebbe il problema della Solidarietà sociale giacché non sarebbe accettabile un sistema che emarginasse i deboli e gli incapaci.

Per risolvere tale problema non vi sarebbe altro modo che quello di stabilire la fornitura periodica, a tutti i componenti sociali, di una quota monetaria per il mantenimento in vita degli stessi.

In modo analogo si potrebbe procedere per le esigenze monetarie delle strutture di pubblica utilità.

Con ciò si verrebbe a creare una crescita illimitata della Massa Monetaria.

Ciò turberebbe l'equilibrio tra la Massa Monetaria e i beni del Mercato.

Per evitare ciò non vi sarebbe altro modo che quello di datare tutto il Denaro emesso e di deciderne il deperimento percentuale periodico al fine di creare la stabilizzazione della Massa Monetaria su un livello fisiologicamente accettabile dalla dinamica economica generale.


CARATTERISTICHE DELLA NEOSOCIETÀ

Ladispoli 15 Febbraio 1992

 

 

 

Ogni Cittadino, dalla nascita alla morte, riceve un accredito mensile di sussistenza, chiamato Reddito di Cittadinanza, in un conto Bancario personale.

I conti dei minori e degli inabili sono disponibili per i tutori, genitori o facenti veci.

L'iniziativa economica è totalmente libera e le contrattazioni non sono soggette ad alcuna formalità.

L'organizzazione giuridica impone ai contraenti il rispetto degli accordi non in contrasto con Codici.

Gli addetti alla Struttura Giuridica contrattano individualmente i compensi per le loro prestazioni con i responsabili dei vari dipartimenti.

Tali responsabili si regolano in base ai poteri e ai compiti loro conferiti dalle Leggi, in accordo con l'Organo di Rappresentanza della Vita Economica.

La rispondenza dei comportamenti dei vari dipartimenti, in rapporto alle finalità loro assegnate, è controllata da organi di sorveglianza di provenienza elettiva.

Il Denaro datato, per il Reddito di Cittadinanza e quello per gli addetti alla Struttura Giuridica. viene emesso dalla Banca degli italiani.

La contropartita di tali emissioni è costituita dalla decurtazione monetaria mensile del valore del Denaro datato, presente nella compagine sociale, in base al tasso di deperimento, stabilito dalla rappresentanza della struttura economica e dalla Assemblea Giuridica.

La determinazione di tale tasso, nonché dell'ammontare del Reddito di Cittadinanza mensile, sono stabiliti annualmente in funzione delle risultanze dei conti con l'estero.

La scuola è privata e i relativi compensi sono stabiliti nelle corrispondenti contrattazioni individuali.

La scelta dei piani di studio ricade sui singoli soggetti interessati, nell'ambito delle norme di legge generali vigenti in tale materia.

La proprietà è esclusivamente privata e i beni di uso comune sono amministrati da consorzi privati, sulla base di normative generali.

Le prestazioni della Struttura Giuridica sono gratuite in quanto miranti al mantenimento della tutela dei diritti.

Le sanzioni giuridiche mirano essenzialmente alla imposizione ai trasgressori della ristorazione dei diritti violati, e, comunque, al risarcimento economico dei danneggiati, e, in alternativa o ad integrazione, a carico della collettività, con emissioni monetarie corrispondenti.

Lo scopo deve essere quello di risarcire e non quello di punire e l'onere coattivo del risarcimento deve essere considerato sufficiente elemento per il ravvedimento dei rei.

Le devianze patologiche dovranno essere trattate, a carico della collettività, nell'ambito di strutture mediche, per i tentativi di recupero.


PER ELIMINARE L'INFLAZIONE

Ladispoli 16 Febbraio 1992

 

 

La caratteristica naturale del libero Mercato è la tendenza alla continua diminuzione dei Prezzi, per effetto delle razionalizzazioni produttive, da un lato, e dall'ingresso sul Mercato di nuove Aziende, che possono trovare spazio solo a condizione di offrire Prezzi minori.

La presenza dell'inflazione dimostra l'esistenza di incidenze estranee al settore economico.

In un Mercato, in condizione di stabilità dei costi di base, e quindi dei Prezzi, se vengono artificialmente introdotti degli aggravi sui costi, si avviano spinte inflazionistiche che, dopo aver superato gli effetti della naturale tendenza alla diminuzione dei Prezzi, vanno a determinare aumenti e quindi inflazione.

L'adeguamento dei redditi, destinati alla sussistenza dei Cittadini, alle maggiorazioni dei Prezzi, provoca un conseguente aggravio sui costi di Produzione e quindi sui Prezzi, con alimentazione della spirale inflazionistica da un lato e della conflittualità salariale dall'altro.

Ciò porta ineluttabilmente all'impoverimento generale, a seguito anche degli interventi fiscali, sulle Aziende, volti a creare artificiali situazioni di Solidarietà sociale, con ulteriori spinte inflazionistiche.

Superato un certo livello di sopportabilità, inizia la disincentivazione produttiva, i cui effetti si manifestano come disoccupazione e come passività nei conti con l'estero.

Il ricorso, per fini di Solidarietà sociale, all'indebitamento oneroso dello Stato nei confronti del Mercato del risparmio, non fa che spostare la conclusione nefasta del dissolvimento sociale.

Per arrestare tale marcia verso l'abisso non vi è altro mezzo che quello dello spostamento del prelievo fiscale, dalla sfera produttiva a quella monetaria.

Ciò può ottenersi con la datazione del Denaro e con la sua decurtazione mensile, a tasso programmato, per creare la contropartita per emissioni monetarie a fini di Solidarietà sociale e per le esigenze di spesa della strutture pubbliche.

La sterilità, a breve termine, del ricorso dello Stato all'indebitamento monetario, nei confronti dei Prezzi, ha indotto vari Governi, ad un certo punto, a preferire tale strada rispetto a quella fiscale.

L'ulteriore passo, nella via della eliminazione dell'inflazione dai mercati, è costituito dal totale spostamento della fiscalità sul settore monetario.

Ciò non fa altro che recuperare, le perdite di valore della Massa Monetaria per inflazione, a fini sociali, senza aggravio per tale settore rispetto al passato.

Se nel Denaro si vede il frutto di ricavi provenienti dal passato, il suo assoggettamento a fini di Solidarietà e sicurezza sociale, appare eticamente corretto, giacché la contribuzione deriva da chi, possedendo del Denaro, dimostra in concreto di aver tratto vantaggio dalla vita sociale.

L'obiezione che parte di tale Denaro può costituire l'unica fonte di sicurezza per le prospettive di indigenza del futuro, cade di fronte alla possibilità di assicurare a tutti il Reddito di Cittadinanza, con emissioni in contropartita delle decurtazioni del Denaro datato.


UNA CONCEZIONE ANTROPOCRATICA

Ladispoli 7 Marzo 1992

 

 

Le basi di una Filosofia Sociale

 

La filosofia sociale più avanzata è pervenuta all'affermazione che l'Essere Umano è da considerare come il fine di ogni struttura sociale e come la fonte di ogni forma di sovranità.

Tale concezione viene chiamata democratica ma sarebbe più appropriato chiamarla "antropocratica".

Chi, in tale campo, voglia passare dalla teoria alla pratica ha l'obbligo di esplicitare la propria concezione dell'Essere Umano, alla quale rapportare ogni giudizio in merito alle strutture sociali, da considerare al suo servizio.

 

 

La Coscienza Individuale e la Realtà

 

La facoltà umana che consente la Conoscenza è il pensiero, applicato alle percezioni.

L'unione della percezione e del corrispondente concetto forma la rappresentazione.

Il complesso delle rappresentazioni, conquistate con l'attività pensante, costituisce il contenuto della coscienza individuale.

La vita cosciente dell'Essere Umano consiste nell'interazione tra la propria coscienza e le percezioni, sia di natura sensibile che di natura intuitiva, cioè tra le sensazioni e le intuizioni.

La prima reazione del soggetto, alle sensazioni e alle intuizioni, è costituita dal sentimento.

La reazione sentimentale viene superata mediante il lavoro del pensiero, che unisce la percezione del sentimento con il relativo concetto, conquistato per via intuitiva, con la formazione della rappresentazione, che diviene patrimonio permanente della coscienza individuale.

Il fatto che la coscienza individuale si manifesti nel corpo, che oltre che della capacità di fornire percezioni con i propri organi di senso, è dotato della capacità di movimento e quindi di azione, fa si che l'Essere Umano possa agire sulla realtà esteriore, per modificarla anche in conformità alle risultanze della propria coscienza individuale.

Se una determinata percezione provoca nella coscienza un sentimento di gioia o di dolore, l'individuo, dopo avere scoperto per mezzo del pensiero le ragioni di tali sentimenti, sarà indotto ad agire sulla fonte della percezione per accrescere o per combattere le situazioni esterne che gli hanno generato i due tipi di sentimenti.

La capacità di determinarsi a tali azioni si chiama volontà e la sua fonte va ricercata nella esuberanza dell'organismo fisico.

Lo sforzo, messo in atto in tali azioni, costituendo anch'esso percezione del soggetto, assieme al concetto che lo ha determinato, diviene rappresentazione e come tale entra nella coscienza individuale come suo patrimonio.

In tal modo la volontà, dalla natura corporea, entra nella realtà della coscienza individuale, conferendo ad essa la capacità di generare azioni, non soltanto a seguito di stimolazioni percettive e sentimentali, ma anche a seguito di intuizioni.

La capacità di agire sotto l'azione di motivi intuitivi costituisce quella che viene chiamata creatività.

Quanto precede costituisce la descrizione delle manifestazioni essenziali della vita individuale, nel loro aspetto archetipico, quali risultano, da un lato, dall'osservazione della vita umana e, dall'altro, dalla riflessione pensante su tali manifestazioni.

Chi voglia approfondire l'iter di pensiero che porta a tale concezione dell'Essere Umano, troverà ne "La filosofia della Libertà" di Rudolf Steiner, una completa trattazione filosofica di tali argomenti.


L'ESSERE UMANO FONTE DI OGNI POTERE: CAPISALDI COSTITUZIONALI DEMOCRATICI

Ladispoli 17 Marzo 1992

 

 

L'Essere Umano è la fonte ed il regolatore dei 3 Poteri:

Economico.

Giuridico.

Culturale.

 

Il Potere Economico

Il Potere economico nasce dall'attribuzione di valore, da parte dei Cittadini, al Denaro.

La corretta provenienza del Denaro posseduto deriva dai ricavi conseguiti nelle libere contrattazioni.

Tale provenienza attribuisce ai possessori il pieno potere sul Denaro posseduto.

Ogni pagamento potrà derivare dalle scelte di convenienza individuali o dal mantenimento di liberi impegni contrattuali.

 

Il Potere Giuridico

Viene conferito dai Cittadini attraverso le scelte elettorali, in vista dei servizi giuridici necessari per il pieno godimento dei diritti individuali.

Le determinazione dei gestori di tale potere non potranno mai limitare i diritti dei Cittadini.

La periodicità delle elezioni rende formativo della Struttura Giuridica il giudizio dei Cittadini sul lavoro degli eletti.

 

Il Potere Culturale

L'informazione è l'espressione del potere culturale.

Il corretto supporto economico del settore dell'informazione può scaturire solo dal gradimento dei destinatari, espresso con il libero acquisto dei servizi offerti.


UNA CONCEZIONE ANTROPOCRATICA

Ladispoli 18 Marzo 1992

 

 

La Coscienza Individuale e la Vita Sociale

Ciò che caratterizza, in generale, la vita dell'Essere Umano è il continuo sviluppo della propria Cultura individuale, con il lavoro di pensiero applicato alle percezioni sensibili e a quelle psicologiche.

Tale lavoro porta continua luce nella Coscienza e pone le basi per i giudizi e per i comportamenti individuali.

Avanzando su tale cammino l'Essere Umano sempre più si rende conto che la possibilità di potere portare completezza e armonia nella propria vita cosciente, diviene la propria esigenza primaria.

Tutti i fattori della realtà, compresa la vita sociale, verranno valutati alla luce di tale esigenza.

La realtà sociale sarà tanto più apprezzata quanto più metterà l'individuo in condizione di poter svolgere in Libertà il proprio lavoro di crescita interiore.

Chiunque voglia operare in campo sociale dovrà tenere conto di tale realtà umana, se non vuole vedere fallire i propri sforzi in tale direzione.

Ogni forma di coercizione, in contrasto con tale anelito evolutivo, è destinata ad essere annientata.

La Storia è la dimostrazione a posteriori di tale assioma.

Si potrà lavorare correttamente in campo sociale solo se si è preso coscienza di quanto sopra accennato.

In passato, in tale campo, si è operato in base a istinti, ma ciò non sarà più possibile in futuro giacché il rafforzamento delle coscienze individuali imporrà sempre più il peso del proprio giudizio.

Ogni progetto sociale resisterà alla critica degli Esseri Umani solo se sarà rispettoso delle loro esigenze interiori.

L'Essere Umano anela con tutte le proprie forze ad una organizzazione sociale di servizio e non di potere, in cui ciascuno possa equilibrare in Libertà l'entità degli sforzi personali in vista di finalità soggettive di armonico sviluppo della propria Personalità.

Ogni coercizione esterna della libera volontà individuale dovrà divenire impossibile e ove si manifesti dovrà trovare le barriere che la Civiltà giuridica avrà saputo creare a tale scopo.

Ogni vocazione alla sopraffazione, fonte di ogni comportamento delinquenziale, sarà da considerare come un illecito residuo di epoche tramontate, da rendere sterile con i provvedimenti giuridici in gran parte già previsti ed in parte ancora da formulare, in base all'evoluzione della scienza giuridica.

Le organizzazioni sociali del futuro riusciranno ad avere ragione della delinquenza solo se elimineranno dal proprio interno ogni tendenza autoritaria la cui fonte psicologica è la stessa di quella che induce a delinquere.

Ciò porterà sempre più verso organizzazioni statali limitate e concentrate solo per la difesa dei legittimi diritti individuali, contro ogni forma di violenza e di sopraffazione.

Il fallimento degli Stati tutto-fare ammaestrerà verso la loro limitazione alla sfera giuridica, a tutela dei legittimi interessi della sfera privata che si esplicheranno nella Vita Economica da un lato e in quella culturale dall'altro.

Il cammino in tale direzione sarà favorito solo se si riuscirà a trovare dei meccanismi di selezione, per gli addetti alle funzioni giuridiche, capaci di far prevalere la valutazione delle vocazioni specifiche rispetto ad ogni altra istanza estranea, nonché se sarà possibile il controllo del loro operato in base a chiari criteri di pubblico interesse.

A tal fine occorrerà rendere impossibile che il potere giuridico possa avere risvolti economici per evitare il manifestarsi di possibilità di tentazioni degli interessi personali nello svolgimento delle mansioni di pubblico servizio.


NON PROTESTE MA PROPOSTE

Ladispoli 15 Aprile 1992

 

 

Il disagio, le difficoltà, le sofferenze incontrate nei tentativi di inserimenti sociali possono portare a situazioni di scetticismo sulla validità delle strutture contemporanee.

Quanto poi all'aderire acriticamente a movimenti di opinione che si fanno portavoci di critiche verso coloro che temporalmente gestiscono tali strutture, senza prospettare concrete soluzioni alternative, va detto che è ingiustificato dal punto di vista morale e rischioso dal punto di vista pratico, giacché non è detto che il semplice cambio dei gestori sia di per se stesso garanzia di miglioramento.

Il panorama dei movimenti politici e di opinione è ricco di critiche verso l'esistente e assolutamente carente di prospettazioni organiche alternative tali da offrire al vaglio critico dei Cittadini la possibilità di giudizi preventivi su quanto si propone.

In altri termini si fa appello all'emotività più che alla ragione della gente, per carpirne il consenso al fine di investiture di potere privo di ogni condizionamento programmatico concreto.

Tale fatto è la causa principale delle condizioni disastrose in cui oggi si dibattono i sistemi sociali del mondo, da un lato, e della disaffezione o disperazione politica dall'altro.

In mancanza di chiare proposte alternative e di analisi lucide sulle carenze presenti, gli onesti restano impotenti, in uno stato di crescente disagio cui non riescono a contrapporre alcun rimedio.

Chi scrive queste note ha vissuto tale situazione nella propria gioventù e non volendo aderire acriticamente ad alcun movimento di massa, ha dato inizio ad una ricerca personale per conquistare i criteri necessari per la valutazione dell'esistente e per la creazione di una propria visione sociale.

Il primo lavoro è consistito nell'accertare quali siano le aspettative sociali legittime di ogni Essere Umano.

Il secondo è stato quello di valutare se la realtà sociale fosse tale da rispondere positivamente a tali aspettative ed eventualmente quali fossero le carenze e possibilmente determinarne le cause.

Il terzo lavoro è consistito nella costruzione di una immagine concettuale di un modello di società corrispondente alle aspettative umane.

Ciò è stato svolto in un quarantennio di lavoro interiore sviluppato parallelamente ad una normale vita individuale svoltasi all'inizio in attività subordinate e poi in attività imprenditoriali.

L'attività pratica ha fornito il materiale necessario a quella teorica.

Nel 1979 ho tentato una prima sintesi in un libro intitolato LA VIA D'USCITA.

In tale opera indicavo alcune impellenze sociali per uscire dal vicolo cieco in cui vedevo avviarsi la società italiana nonché le altre società.

Il decennio seguente mi è servito per confrontare le mie previsioni con gli eventi nazionali ed internazionali, per collaudarne la validità.

In tale periodo ho visto maturare, a livello di volontà politiche, alcune delle mie prospettazioni, quali l'esigenza del ritorno al libero Mercato e conseguente privatizzazione dei beni pubblici ed altre istanze presentate nel libro.

Ma il tutto sempre in forte ritardo rispetto ai momenti in cui i provvedimenti avrebbero potuto essere di reale beneficio.

Alcune delle proposte da me presentate sono ancora assenti dalle visioni politiche imperanti, anche se cominciano a far capolino nella Cultura sociale contemporanea.

Le esigenze di una nuova impostazione della filosofia fiscale, di una reale Solidarietà sociale, nonché di una nuova visione del Denaro, connesso alla vita sociale, sono ancora questioni aperte.

La lunga maturazione in solitudine meditativa della visione conquistata mi spinge ora a tentare di presentarla in maniera organica per assolvere ad un mio dovere di Cittadino, nel tentativo di contribuire al dibattito culturale volto al Progresso sociale.

Con questo mio lavoro non mi rivolgo all'emotività del lettore, ma alla sua coscienza pensante, nella convinzione che le emozioni siano manifestazioni soggettive, rispettabili da tale punto di vista, ma che in nulla possono contribuire nei momenti progettuali.


LE ESIGENZE SOCIALI DEGLI ESSERI UMANI

Ladispoli 17 Aprile 1992

 

 

Le esigenze sociali degli individui scaturiscono naturalmente dalle situazioni ambientali in cui si viene inseriti con la nascita.

La prima esigenza è quella della disponibilità di quanto necessario alla sopravvivenza fisica.

Tale esigenza viene soddisfatta inizialmente dalla Famiglia.

Nella Famiglia, normalmente, l'individuo si sente protetto e sicuro di avere a disposizione quanto necessario al proprio sviluppo.

Ciò avviene nel regno animale e a maggior ragione si verifica tra gli Esseri Umani.

I problemi sociali si cominciano a presentare al conseguimento della maggiore età in connessione all'esigenza di assunzione di responsabilità dirette nella gestione della propria vita..

È a questo punto che si entra in contatto autonomo con l'ambiente esterno e non è irrilevante il fatto che ci si trovi in un contesto sociale aperto ad accoglierci oppure in uno indifferente ed impenetrabile ai nostri sforzi di inserimento.

 in chi si trova in difficoltà nei tentativi di approccio al mondo del lavoro nascono interrogativi sulla bontà delle strutture sociali e con ciò ha inizio la nascita della problematica politica, che fa dell'individuo un Cittadino.

In chi ha avuto difficoltà nel proprio inserimento sociale vi sarà la tendenza ad aderire a concezioni politiche rivoluzionarie o riformiste a seconda delle sofferenze patite in tale sforzo.

Tale adesione nascerà da impulsi emotivi e difficilmente potrà essere obiettiva e non contribuirà positivamente allo sviluppo civile.

Chi in tale campo voglia prendere posizione in base a valutazioni di pensiero si trova posto nella necessità di svolgere un impegnativo lavoro culturale.

Se da tale ricerca scaturisce la valutazione dell'inadeguatezza oggettiva delle strutture sociali e della inesistenza di partiti capaci di incarnare le nostre convinzioni sociali, si può entrare in uno stato di estremo disagio e solitudine


LA DEMOCRAZIA E L'ANTROPOCRAZIA

Ladispoli 17 Aprile 1992

 

 

Se noi vediamo un Cittadino sviluppare una serie di considerazioni critiche nei confronti di un partito politico, sia esso al potere oppure all'opposizione, restiamo colpiti dalla capacità dialettica evidenziata e aspettiamo di vederci proporre dei concreti rimedi contro i mali che di volta in volta vengono evocati, ma invariabilmente il discorso si conclude con l'indicazione generica di un altro partito come unico rimedio contro quanto si è lamentato.

I partiti politici sono considerati come delle pozioni magiche, tossiche o benefiche, da assumere o non assumere, a seconda del medico di turno che indica la cura.

Il rito supremo della vita democratica culmina nelle votazioni in cui ogni elettore si schiera dalla parte dell'una o dell'altra pozione, o combinazione di pozioni, a seconda del sistema politico particolare.

Con il varo dei governi vincenti inizia la somministrazione ai Cittadini delle purghe previste, in attesa che siano poi gli intestini degli stessi ad emettere il proprio verdetto che poi si esplicherà concretamente al prossimo consulto elettorale.

Quando gli apparati digerenti restano stravolti da qualche medicina un po' troppo lassativa, può anche accadere che si manifestino violenti moti di ripulsa o di ribellione che detronizzano anzitempo gli apparati di potere, con delle pause preparatorie per la successiva cura miracolosa.

Questa è la democrazia.

La sua molla fondamentale è costituita dalle reazioni emotive dei Cittadini ai mali sofferti con la possibilità di rivolgersi al taumaturgo di turno che spiegherà bene perché abbiamo sofferto questo o quel male, ma che si guarderà bene dallo spiegarci chiaramente perché con lui le cose andrebbero in maniera diversa.

Egli infatti non fornisce spiegazioni scientifiche, che del resto non sarebbero comprese dalla stragrande maggioranza dei Cittadini, ma si straccia le vesti per chiedere di essere creduto sulla parola.

La fiducia! Ecco la parola magica della democrazia, non importa se essa sarà tradita cento o mille volte, giacché vi sarà sempre qualcuno che raccoglierà la bandiera sporcata e prometterà che la prossima volta non sarà così.

Chi ha scoperto il trucco cerca di tirarsi fuori dal gioco resistendo a tutti i tentativi di coloro che fanno appello al senso civico e ai rimorsi che conseguiranno nella coscienza degli appartati o astenuti.

Il numero di costoro va crescendo sempre più e lascia intravedere il nascere di un nuovo forte raggruppamento sociale che si orienterà verso l'Antropocrazia, abbandonando definitivamente la democrazia.

Quando si sente dire che il toccasana per uscire dal vicolo cieco della democrazia è il ritorno al libero Mercato, si accolta un discorso antropocratico.

Antropocrazia vuol dire governo dell'Uomo sui sistemi ed è un ideale, presente in tutti gli Esseri Umani, che ogni tanto affiora, ma che trova ancora impreparate le coscienze per capirlo.

Eppure agisce vigorosamente nelle subcoscienze e si fa strada dove può.

Il campo in cui tale ideale ha fatto maggiore strada è quello economico.

Quando un Consumatore acquista una qualunque merce esercita un potere antropocratico, giacché, con la propria scelta ha premiato chi ha prodotto la merce e punisce gli altri Produttori che non hanno avuto il proprio gradimento.

Quando uno spettatore sceglie uno spettacolo esercita un potere antropocratico che attraverso l'indice di ascolto o il pagamento del biglietto determina il successo dello spettacolo scelto e l'insuccesso di quelli non preferiti.

Se tali scelte si estendessero a tutti gli aspetti della vita sociale noi avremmo il trionfo pieno di fatto dell'Antropocrazia.

Chi ha successo nella Vita Economica o in quella culturale lo deve alle scelte sovrane e antropocratiche dei Cittadini e meriterebbe un diverso rispetto da quello che viene loro riservato dal potere politico che si ingegna continuamente a rendere dura la vita di costoro, considerati come parassiti e non come benefattori dell'umanità.

L'ideale antropocratico che come detto sopra urge nei subconsci della grande maggioranza dei Cittadini, spinge inarrestabilmente verso la sua piena attuazione ed ha sempre ragione degli ostacoli che le forze retrive gli frappongono.

Chi ha voluto sottoporre la Vita Economica e quella culturale al dominio di quella politica lo ha fatto sostenendo la tesi che la Libertà economica e quella culturale costituiscono pericoli potenziali per la vita sociale giacché dall'Essere Umano, abbandonato a se stesso, vi è ben poco di buono da attendersi.

Evidentemente chi fa tali affermazioni, per arrogarsi il diritto di intervenire coattivamente nella vita sociale, o non è un Essere Umano oppure appartiene ad una speciale elite scaturita dalla massa, altrimenti non si capisce come da esseri "cattivi" come lui possano derivare cose buone.

Il bisogno della organizzazione giuridica scaturisce dalla possibilità di contrasti tra gli Esseri Umani e dal bisogno di tutela da usurpazioni o danni, ma ciò non autorizza la Struttura Giuridica a divenire fonte preventiva di paralisi per ogni azione umana.

Il regime delle licenze e dei permessi, in costante estensione, realizza la volontà di predominio della Struttura Giuridica sulla vita sociale con la riduzione del Cittadino ad un essere ibernato da rivivificare solo su richiesta, di fatto a discrezione dei governanti che esamineranno il caso quando ne avranno il tempo.

L'Antropocrazia chiede che tutto ciò che è proibito sia chiaramente indicato nelle leggi, facilmente interpretabili dai Cittadini, e che l'intervento correttivo avvenga dopo che l'infrazione si è verificata e non si pretenda di impedire la libera creatività umana con la scusa che essa, a priori, possa uscire dai canoni consentiti.

La struttura politica deve sempre tenere presente che il suo potere deriva dal Cittadino e che il suo compito è quello di rendere sempre più agevole il vivere sociale, eliminando ogni possibile impedimento al libero manifestarsi della creatività umana.

Circa il problema del presunto primato della politica sull'economia, occorre convincersi che esiste un solo primato giustificato, cioè quello del libero Cittadino e che da lui dipende il giudizio sulla giustificazione della permanenza in vita di ogni forma di struttura sociale.

In campo economico, quando le Aziende non corrispondono più all'interesse degli Acquirenti, cessano istantaneamente di esistere.

Se ciò è possibile per la Vita Economica perché non dovrebbe esserlo altrettanto per quella giuridica?

Quando si vedono interi sistemi sociali devastati da fenomeni aberranti quali quello della droga e quello della delinquenza e soprattutto quando si assiste al continuo peggioramento di tali situazioni, non dovrebbe essere automatico il riesame di quanto avvenuto nel passato per trovare gli errori ed eliminarli?

Nessuno è propenso a fare "mea culpa" e si attribuisce ad avversa fatalità quanto invece ha una precisa origine in errori macroscopici a danno della libera creatività umana.

Rispetto alla precedente affermazione vi è una sola eccezione, quella dei sistemi comunisti che hanno avuto il coraggio , dettato dalla disperazione, di autodistruggersi per ricominciare tutto da capo.

I sistemi occidentali vogliono anch'essi trovarsi di fronte a situazioni altrettanto tragiche?

Non a caso nei paesi ex comunisti si è guardato al libero Mercato come al mezzo per ritornare ad un vivere normale.

I paesi occidentali vogliono farsi superare nella battaglia della Libertà, e soprattutto vogliono farsi costringere dalla tragica forza delle cose?

Ormai gli ideali antropocratici non daranno più tregua a nessuno e chi si illude di poter continuare nei vecchi giochi di potere avrà dei ben tristi risvegli.

Tali ideali sono quello della Libertà, della Solidarietà e della Giustizia.

Per il futuro non sarà più permesso che uno solo di tali ideali sovrasti gli altri soffocandoli; essi dovranno realizzarsi tutti contemporaneamente ed in reciproca armonia ed equilibrio.

Questa è la sfida del prossimo futuro e chi non sarà alla sua altezza sarà inesorabilmente travolto.

Chi è ancora abbarbicato a vecchi schemi ideologici non riuscirà mai a concepire come possa avvenire la libera coniugazione della Libertà con la Solidarietà e ciò perché a costoro non passa lontanamente per la mente che il moderno Progresso civile rende possibili e necessarie soluzioni impensabili in passato.

Chi è abituato a non pensare ma a camminare sui binari della miope routine rimane terrorizzato quando si presentano nuovi panorami di pensiero inusuali a tali nature anguste.

Di frotte ad ogni nuovo progetto essi sbarrano gli occhi e si affrettano ad evocare concetti di utopia, di scolastica memoria.

Essi non sanno che ogni nuovo progetto tecnico è di per se stesso un'utopia fino a quando non entra nella realtà e che quindi il criterio per valutare le idee non è quello se in qualche parte del mondo esse siano già realizzate, ma quello se esse contengano delle false proposizioni in contrasto con l'umano buon senso.

Tutto ciò che è pensabile secondo verità è anche realizzabile e tutto ciò che è reale è nato dal pensiero.

Il problema di un sistema di pensiero non è quindi quello della sua realizzabilità ma quello della sua vantaggiosità umana.

Chi non è in grado di valutare un progetto ha l'obbligo di chiedersi se ciò risieda nella natura del progetto oppure nella propria immaturità ed in tal caso gli scaturisce l'obbligo di tacere e non di azzardare assurdi giudizi.

Di contro chi presenta un progetto che coinvolge altri ha l'obbligo della chiarezza e deve essere disponibile a fornire tutti i chiarimenti richiesti.

Se nel progetto sono contenuti degli errori di fondo allora si ha l'obbligo di combattere chi lo presenta per smascherarne l'insufficienza.

Quando Marx presentò il suo progetto sociale, si espresse con estrema chiarezza e fa parte di un tragico destino se pochi riuscirono a capire l'errore di fondo che lo rendeva pericoloso.

Tale errore era quello della lotta di classe che accettava la guerra tra gli Esseri Umani, divisi arbitrariamente in categorie contrapposte.

Altro nefasto errore di tale progetto era quello di accettare il dogma del potere riducendo la Storia a lotta per conseguirlo.

La realtà ha tragicamente evidenziato nei fatti tali errori, ma sarebbe stato meglio che una tale mostruosità fosse stata smascherata sul nascere, correndo alla ricerca delle cause che facevano diffondere tale morbo tra gli operai.

Se al concetto di potere Marx avesse sostituito quello di Essere Umano come supremo e inappellabile motore della Storia allora il suo movimento avrebbe preso un'altra via.

Hitler nel suo Mein Kampf ha chiaramente espressa la sua visione sociale ponendo al vertice dei suoi ideali la Nazione e per chi avesse avuto normali facoltà pensanti sarebbe stato facile prevedere tutto quanto poi è stato tragicamente realizzato.

Anche qui se al concetto di Nazione fosse stato sostituito il concetto di Essere Umano, la cosa avrebbe preso una strada diversa.

La Chiesa cattolica, nelle varie encicliche sociali, rifacendosi al pensiero di S. Tommaso, ha chiaramente espresso il pensiero che la base e il fine di ogni organizzazione sociale è da considerare l'Essere Umano.

Alla Chiesa si può solo addebitare il fatto di non aver tratto tutte le conseguenze pratiche di tale premessa ed essersi soltanto limitata a consigliare atteggiamenti generici e non dato precise indicazioni, possibili partendo dal pensiero cristiano.

Ciò fa sperare ragionevolmente che qualsiasi progetto ispirato a tale pensiero troverà l'appoggio culturale della Chiesa.

L'Antropocrazia parte dalle basi culturali del pensiero cristiano ed analizza i fatti della vita per valutarne la compatibilità con tale visione, smascherando tutte le concezioni e i comportamenti in contrasto con tale pensiero.

La Libertà viene connessa alla trascendenza umana, la Solidarietà viene collegata alla preziosità e insostituibilità di ogni singolo Essere Umano, la Giustizia viene considerata come mezzo per realizzare la pace tra gli individui.

Per l'Antropocrazia ogni forma di potere astratto viene considerato come sorpassato retaggio di epoche passate.

L'unico potere legittimo è quello che l'Essere Umano conquista su se stesso e sui prodotti della propria attività.

La libera contrattazione consente lo scambio di impegni nell'ambito dei legittimi poteri individuali.

L'organizzazione statale viene considerata come un mezzo per la tutela dei legittimi poteri e per la salvaguardia dei diritti naturali.

Tale organizzazione deve essere costantemente impegnata ad ottimizzare i propri tempestivi servizi alla collettività ed ha l'obbligo di adeguarsi continuamente al progredire delle situazioni culturali del contesto sociale ed ogni suo componente deve essere considerato personalmente responsabile dei danni arrecati ai Cittadini da colpevoli ritardi o inadempienze.

Su tutta la vita sociale deve sovrastare il concetto che il giusto vantaggio dell'individuo è la base del bene comune.

Dall'organizzazione statale deve essere estromessa ogni forma di gestione di servizi che possano essere lasciati al settore economico, senza esclusive, in regime di concorrenza tra le Aziende.

Alla struttura pubblica deve restare solo ciò che non può essere lasciato al giudizio del Mercato, cioè la gestione delle funzioni di natura strettamente giuridica.

La vecchia e nefasta tendenza di trasferire alla pubblica amministrazione ogni possibile funzione dovrà essere completamente rovesciata.

Ciò che caratterizzerà l'organizzazione statale sarà l'impossibilità di ogni discrezionalità, dovendo essa essere gestita solo in base a precise norme di legge.

Di contro la Vita Economica sarà caratterizzata dal continuo intervento degli interessi e delle capacità delle Soggettività che, in mutua dialettica contrattuale, ne assicureranno la vitalità.

Poiché la Vita Economica diventerà sempre più il campo in cui si affermeranno gli abili e i forti, sarà compito dell'organizzazione giuridica di creare le leggi per la salvaguardia dei diritti di base, quale quello alla possibilità di poter sempre far fronte, autonomamente, a quanto scaturisce dalle naturali esigenze di sopravvivenza di ciascun componente sociale, qualunque sia la condizione di difficoltà o menomazione in cui possa trovarsi.

Poiché tale esigenza di Solidarietà di base implica la disponibilità di Denaro e poiché in passato ciò ha portato all'innesco di nefasti fenomeni inflattivi, da un lato, e a disincentivazioni produttive, dall'altro, sarà necessario riesaminare profondamente il problema fiscale e quello monetario che ad esso si connette.

L'Antropocrazia considera il problema monetario come di esclusivo interesse dell'individuo, giacché i beni che danno concreto valore al Denaro sono prodotti dagli Esseri Umani e non dalle strutture pubbliche.

Nei sistemi del passato l'emissione monetaria veniva governata dagli Stati con scarico dei relativi oneri sul settore produttivo, attraverso il meccanismo fiscale, e quindi sui Prezzi, con generazione di nefaste inflazioni.

L'Antropocrazia ha una diversa visione di tale problema.

Per spiegare la concezione monetaria antropocratica è opportuno prospettare una situazione sociale puramente ipotetica.

Immaginiamo di trovarci in una società improvvisamente priva di Denaro, ma per il resto in grado di avviare e svolgere una normale vita produttiva.

Per una situazione del genere l'Antropocrazia proporrebbe di creare un Istituto di Emissione Monetaria, di proprietà della collettività, per fare delle emissioni monetarie a favore di ciascun Cittadino, in misura egualitaria, anche in forma di accrediti Bancari, registrati, in dare, in schede di contropartita dei singoli Cittadini tenute presso l'Istituto di Emissione.

Con tale provvedimento si vedrebbe, come è facile immaginare, un immediato avvio di una vitale dinamica economica, con soddisfazione di tutti, Produttori e Consumatori.

Tale provvedimento sarebbe assolutamente equo in quanto ne beneficerebbero in eguale misura tutti i Cittadini ed inoltre fornirebbe alla Vita Economica la liquidità monetaria essenziale al suo svolgimento.

La misura delle quote individuali è questione di cui si parlerà in seguito in connessione con altre considerazioni relative al rapporto della Massa Monetaria globale con il Sistema Economico.

Continuando a seguire con l'immaginazione l'evoluzione economica di un sistema così avviato è facile prevedere che dopo un certo tempo vi sarà un flusso monetario verso la Produzione ed un continuo assottigliarsi delle risorse monetarie di coloro che non sono in grado di inserirsi attivamente in tale processo.

Quanto a questi ultimi va detto che essi non appartengono ad una particolare categoria umana precostituita bensì sono individui in situazione di disagio anche per il sopraggiungere di sventure imprevedibili.

Nessun Essere Umano può considerarsi al riparo da tali evenienze e quindi il problema sopra posto riguarda ciascun componente sociale, qualunque sia la sua condizione contingente.

Per porre rimedio alla evenienza certa di assenza di disponibilità monetaria, in cui dopo un certo tempo verrebbero a trovarsi coloro che non riescono a partecipare utilmente alla Vita Economica, l'Antropocrazia proporrebbe un ulteriore provvedimento consistente nello stabilire che mensilmente ciascun Cittadino riceva dall'Istituto di Emissione, con le modalità accennate sopra, una quota monetaria, che potrebbe chiamarsi Reddito di Cittadinanza, idonea a consentirne il mantenimento in vita, indipendentemente dalla sua posizione rispetto al settore produttivo.

L'adozione di una tale soluzione immetterebbe nel Mercato mensilmente una notevole Massa Monetaria che alla lunga potrebbe portare a situazioni abnormi dipendenti dalla potenziale eccessiva disponibilità monetaria di settori produttivi specialistici.

Per mantenere la Massa Monetaria globale entro limiti fisiologici, evidenziabili da parametri econometrici noti, l'Antropocrazia proporrebbe l'adozione della data su ciascuna entità monetaria al fine di consentirne una graduale costante decurtazione, compensativa delle emissioni aggiuntive, con l'adozione di un tasso mensile o annuo posticipato di deperimento matematico dei valori monetari.

Con tali provvedimenti sarebbe realizzata la certezza e l'equità dell'emissione monetaria ed inoltre sarebbe pienamente attuato il principio imprescindibile della Solidarietà sociale..

È evidente che per le necessità monetarie dell'organizzazione pubblica si dovrà provvedere con emissioni monetarie analoghe a quelle per il Reddito di Cittadinanza.

La concezione antropocratica a questo punto mette in evidenza che non essendovi scarichi fiscali sul processo produttivo si determinerebbe la stabilizzazione dei Prezzi dei prodotti con la tendenza alla diminuzione per effetto delle razionalizzazioni dei relativi processi e delle scoperte tecnologiche.

Tutto quanto detto finora sulle emissioni monetarie è stato riferito all'ipotesi di un avvio ex novo di un'economia monetaria, ma tale ipotesi non ha alcun riscontro nelle realtà sociali evolute e pertanto è necessario trasferire i concetti conquistati, a tali realtà.

Per avviare un'analoga riforma monetaria in una società economica avanzata, la concezione antropocratica indica il punto di partenza nella decretazione della datazione convenzionale del Denaro esistente, alla data del momento d'inizio di tale riforma e contemporaneamente delle emissioni monetarie mensili per il Reddito di Cittadinanza e per le esigenze della pubblica amministrazione, nonché dell'avvio del processo automatico di decurtazione monetaria per creare le contropartite reali per le emissioni.

Con ciò si può dar vita a sistemi sociali realmente solidali e dotati di una libera Vita Economica e Culturale.

La Libertà culturale scaturisce dall'esistenza del Reddito di Cittadinanza che offre la possibilità di sviluppare le proprie vocazioni in tale direzione fino al momento della loro maturazione per il successivo inserimento operativo nella vita sociale.

Per chi voglia portare avanti la propria riflessione sulle conseguenze di tali riforme sugli assetti preesistenti si presenterà il quadro delle modifiche che si renderanno necessarie, a seguito della superfluità di molte delle precedenti strutture, superate nelle loro ragione d'essere dal nuovo assetto conseguito.

Qui non ci si addentra in tale campo giacché il normale buon senso sarà sufficiente per apportare le necessarie correzioni, alla luce dei principi generali antropocratici che vogliono l'eliminazione di ogni arbitrario privilegio e chiedono la semplificazione costante di ogni apparato legittimo in vista del miglior servizio a ciascun Cittadino.

La visione antropocratica della realtà non si è ancora ufficialmente presentata alla ribalta della storia per il fatto che deve prima avere termine l'era politica.

La politica come è stata vissuta nelle realtà sociali si è basata nella difesa di interessi omogenei di grandi gruppi sociali in contrapposizione a quelli di gruppi diversi.

Il consenso viene cercato con la sollecitazione dei fattori emotivi connessi  agli interessi settoriali.

Sulla base di tali consensi si determinano maggioranze di governo miranti alla realizzazione dei vantaggi settoriali in contrapposizione ai gruppi minoritari.

Da tali sollecitazioni settoriali derivano tutti i mali dell’attuale vita sociale.


ANTROPOCRAZIA E FALLIMENTO DELLA DEMOCRAZIA

Ladispoli 5 Maggio 1992

 

 

La democrazia  come si è venuta realizzando nella storia è il governo delle comunità nazionali basato su coalizioni di partiti politici.

I partiti raccolgono il consenso in settori sociali accomunati da interessi omogenei.

Ogni governo democratico tende a privilegiare gli interessi dei gruppi sociali rappresentati dai partiti che lo compongono.

Con l'alternarsi dei gruppi la compagine sociale viene impregnata da leggi spesso contrastanti tra loro in un quadro sempre più disorganico.

Con il procedere di tale stato di cose crescono le difficoltà ed i disagi dei Cittadini fino al punto da pervenire al disgusto della politica da un lato e alla disaffezione imprenditoriale dall'altro.

La disaffezione imprenditoriale è la causa dell'aumento della disoccupazione che colpisce prevalentemente i giovani emarginandoli dal tessuto sociale e rendendoli preda dell'imprenditoria del crimine oppure portandoli a stati di angoscia che li rendono succubi di farmaci e di droghe.

Quando i sistemi sociali mostrano il crescere di tali fenomeni evidenziano una situazione di progressivo degrado che deve portare la Cultura a riesaminare le origini di tali situazioni.

La concezione democratica è partita dal presupposto che la fonte del potere era quella che ne avrebbe determinato il carattere.

Si era certi che facendo derivare il potere politico dal suffragio universale si sarebbe ottenuto un comportamento di esso benefico per l'interesse della collettività e quindi della Civiltà.

La pratica ha dimostrato che essendo i governi espressione di maggioranze rappresentative di settori sociali ne deriva il danneggiamento di gruppi sociali minoritari dal punto di vista numerico, ma determinanti ai fini del sano sviluppo produttivo.

La classe imprenditoriale, numericamente ridotta, ha fatto le spese del populismo democratico con la conseguenza del crescere della propria disaffezione produttiva, con tutte le conseguenze negative che sono sotto gli occhi di tutti.

La storia degli ultimi decenni mostra il fallimento sociale della democrazia.

La causa prima di tale fallimento risiede nel fatto che i padri della democrazia non si sono posti il problema del potere non solo dal punto di vista della sua derivazione ma soprattutto non si sono chiesti se il potere del passato dovesse essere mantenuto nella sua forma preesistente oppure andasse riesaminato per verificare se esso corrispondesse più alle esigenze della moderna evoluzione umana.

Se avessero correttamente risolto tale problema non si sarebbe poi, con il tempo, pervenuti alle disastrose condizioni attuali.

La società civile, negli spazi di Libertà lasciati dal potere politico, ove ciò è stato possibile, ha realizzato strutture sociali che evidenziano nei fatti una moderna concezione del potere, diversa da quella del passato.

Una di queste strutture è quella economica del libero Mercato.

In tale campo si verifica che tutto il potere determinante è nelle mani dei Cittadini, che determinano, con le loro scelte di acquisto, il successo o l'insuccesso delle Aziende fornitrici di beni o di servizi.

Con ciò si dimostra, in concreto, la funzione subordinata di servizio di ogni organizzazione produttiva e la sovranità dell'individuo in quanto Acquirente.

Cioè si realizza a pieno non già la democrazia ma l'Antropocrazia.

L'ideale antropocratico opera prepotentemente nel fondo delle coscienze di tutti e la sua piena realizzazione assicurerà quel benessere e quella pace sociale da tutti desiderata.

Ciò che si è realizzato in campo economico dovrà attuarsi pienamente anche in campo politico.

Perché ciò possa accadere è necessario eliminare dal settore politico ogni forma di potere astratto che non abbia riscontro immediato nella valutazione dei Cittadini.

Con l'attuale sistema il Cittadino che ha votato per un candidato che poi concorrerà alla formazione di una maggioranza legislativa non potrà mai verificare la validità della propria scelta giacché le conseguenze sociali delle deliberazioni legislative si verificano dopo lunghissimi tempi e oltretutto senza la possibilità di risalire alle fonti reali di tali deliberazioni.

In pratica il Cittadino non ha alcun potere costruttivo reale sulla vita politica se non quello di demolire i sistemi quando la vita dovesse divenire insopportabile a seguito di errate azioni legislative.

Questo è il destino naturale di ogni democrazia.

L'ideale antropocratico vuole che il potere legislativo venga limitato alla sola materia giuridica con il divieto assoluto di legiferare in campo economico.

Il cavallo di Troia della legislazione regolamentatrice della Vita Economica è costituito dall'esigenza della Solidarietà sociale.

Poiché l'attività economica richiede notevoli capacità creative e di sacrificio da parte dei suoi Operatori, ne deriva la naturale emarginazione degli incapaci, per cause oggettive o soggettive, con palese violazione del loro diritto a vivere.

A ciò si è voluto porre rimedio con leggi sociali miranti a fini di Solidarietà umana.

La conseguenza certa è stata quella di portare immense risorse economiche nella sfera del potere politico, con tutte le prevedibili conseguenze connesse, data l'entità dei valori in gioco, a prevedibili tentazioni personali, senza peraltro riuscire mai compiutamente ed equamente a realizzare la Solidarietà umana.

Al fallimento in tale settore si è aggiunto il danno causato al campo economico che è arrivato al punto di patire la diffusa disaffezione dei suoi Operatori con tutte le gravi conseguenze che ne derivano.

I peggiori avversari del Progresso sono tutti coloro che vogliono conservare il vecchio proponendo la questione morale, cioè scaricando sulla responsabilità degli individui le conseguenze di difetti strutturali che sono incapaci di percepire.

L'ideale antropocratico vede il problema della Solidarietà in termini diversi.

Si dà per scontato che ogni Essere Umano, in qualunque condizione possa trovarsi, ha il diritto sacro a disporre di quanto gli necessita per restare nella pienezza della propria vita.

Se non esistesse alcuna struttura sociale ogni individuo sarebbe libero di procurarsi dalla natura il necessario per vivere e tale possibilità non può venirgli meno per il fatto di far parte di una organizzazione sociale.

Per risolvere tale problema fondamentale di Solidarietà umana, senza passare per le strutture giuridiche, l'Antropocrazia ha dovuto porsi il problema della fonte del valore del Denaro.

Il Denaro deriva il suo valore dal fatto che esista qualcuno che sia disponibile a cedere un proprio bene in cambio di esso ad un determinato Prezzo.

I creatori del valore del Denaro sono coloro che mettono sul Mercato un proprio prodotto o un proprio servizio ad un determinato Prezzo in regime di libera concorrenza.

Tutti i componenti sociali sono potenzialmente o concretamente i creatori del valore del Denaro e quindi sono essi che possono decidere in merito a quanto attiene al Denaro comprese le regole per la sua emissione.

Se i Cittadini decidessero per emissioni monetarie mensili, a fini di Solidarietà  di base, a favore di ciascun componente sociale, non violerebbero il principio di eguaglianza in quanto tutti diverrebbero beneficiari di tali emissioni.

Poiché ciò, con il tempo, turberebbe il rapporto ottimale tra la Massa Monetaria globale e i beni reali, è necessario prevedere un artificio che consenta di riassorbire, dalla massa circolante, il valore monetario immesso mensilmente.

Tale esigenza può essere facilmente realizzata con la decisione di datare il Denaro esistente al momento dell'avvio della riforma e quello delle emissioni successive, per assoggettarlo ad una decurtazione mensile automatica a tasso programmato, in sostituzione della vecchia inflazione selvaggia.

Con il sistema delle emissioni monetarie datate può essere ugualmente provveduto alle esigenze delle strutture pubbliche.

Con ciò verrà meno ogni ragione della sopravvivenza del vecchio regime fiscale con tutte le imperfezioni e le complicazioni che esso comportava.

La scomparsa dalla sfera pubblica della gestione del Denaro privato eliminerà per sempre ogni possibilità di corruzione e di profitti illeciti.

Questi sono i primi passi che l'Antropocrazia propone per realizzare il governo della vita sociale da parte dei suoi componenti anche in campo statale.

Come in campo economico è la ricerca del Denaro la molla che lo fa muovere, in campo giuridico la molla sarà costituita dalla ricerca della stima e del prestigio sociale che derivano da funzioni pubbliche.

Chi troverà prevalentemente stimoli all'azione in fattori affettivi, orienterà le proprie scelte di lavoro verso il settore giuridico per la soddisfazione e il prestigio che dal lavoro in tale settore deriva.

Tutto ciò, con il tempo, troverà il naturale assetto analogamente a come è avvenuto in campo economico.

La pubblica stima sarà considerata un valore pagante e sarà cercata con comportamenti disinteressati e non per secondi scopi.

Del resto l'eliminazione della gestione di pubblico Denaro dalle strutture statali scoraggerà coloro che mirassero esclusivamente al Denaro e li farà confluire nel settore economico, dove nulla viene dato per nulla e tutto si deve guadagnare in libera contrattazione.

I cultori dell'Antropocrazia conoscono gli altri vantaggi che deriveranno a tutti dall'avvio di tale nuovo sistema, ma qui ci si limita a questi sintetici accenni per offrire una panoramica, rinviando altri dettagli ai libri che trattano tale argomento.


PUNTI DI VISTA ANTROPOCRATICI

Ladispoli 6 Maggio 1992

 

 

Un sistema sociale può consentire lo sviluppo dei Cittadini a condizione che sia in situazione di ordine.

Tale condizione deve essere garantita e mantenuta dall'organizzazione statale.

Quando si verifica che i Cittadini sono vessati da comportamenti delittuosi privati e sottoposti a innumerevoli limitazioni da parte dei pubblici poteri la cui necessità di superamento porta spesso a situazioni di diffusa corruzione, ne deriva la delegittimazione del sistema e la necessità di riprogettare un assetto sociale privo di tali difetti.

Ogni organizzazione sociale ha la sua giustificazione nel fatto che abbia una Vita Economica tale da consentire l'inserimento produttivo dei Cittadini e una Struttura Giuridica tale da tutelare i Cittadini nei loro diritti compreso quello alla vita.

La Vita Economica può considerarsi sana se permette la collaborazione dei vari settori umani in base a libere contrattazioni individuali.

Perché una contrattazione possa considerarsi libera è necessario che i contraenti siano in grado di indipendenza cioè possano decidere in base a criteri di convenienza e non sotto la spinta di condizionamenti esterni.

Perché ciò possa attuarsi concretamente è necessario che ciascuno disponga in ogni caso dei mezzi indispensabili alla sopravvivenza.

Il vecchio criterio di tentare di andare incontro ai bisognosi, dopo l'accertamento burocratico di tale stato, va considerato ingiusto in quanto sottopone il Singolo a giudizi esterni lesivi della Dignità umana.

Ogni Essere Umano può essere, o improvvisamente trovarsi, in condizione di incapacità lavorativa per eventi esterni o interni su cui nessuno può intervenire con giudizi.

Le scelte di lavoro vanno considerate come di assoluta competenza personale e le relative condizioni dovranno essere liberamente pattuite dal Singolo che, da quel momento resta vincolato al patto, nel rispetto di norme generali relative alle facoltà di recessione.

In un Sistema Economico in cui le Aziende siano da un lato condizionate dal gradimento degli Acquirenti e dall'altro dal libero afflusso dei Prestatori d’Opera, si determinerà uno sviluppo della Civiltà creata dal potere che emana integralmente dai Cittadini, nella duplice veste di Consumatori e di lavoratori, con la realizzazione in tale settore dell'Antropocrazia.

L'Antropocrazia vuole che ciascun Essere Umano sia determinante in ogni atto che riguarda la vita sociale da cui dipende la propria condizione.

Tale esigenza viene realizzata integralmente nel libero Mercato con l'attuazione del Reddito di Cittadinanza generalizzato ed incondizionato.

Per potere realizzare la stessa situazione nel settore giuridico è necessario che gli Stati vengano privati di ogni potere sulla Vita Economica e si occupino esclusivamente della tutela dei diritti umani.

Ciò potrà ottenersi con la riforma fiscale e monetaria resa indispensabile dalle esigenze antropocratiche.

Compreso che il valore del Denaro nasce dall'esistenza di prodotti e servizi sul Mercato a Prezzi di concorrenza ne deriva la necessità che tutto quanto attiene alle emissioni monetarie sia strettamente connesso alla vita dei Singoli attraverso un Istituto Pubblico di Emissione che non risponda al Governo ma direttamente ai Cittadini.

Ciò si ottiene con il criterio che le uniche ragioni per emissioni monetarie sono costituite dall'esigenza di fornire mensilmente ciascun Cittadino del Denaro per il proprio mantenimento in vita e dall'altra di fornire alla pubblica amministrazione il Denaro necessario alla sua gestione.

Con ciò viene rispettato il principio di uguaglianza e non sono possibili manovre incontrollabili dai Cittadini.

Per il riassorbimento delle emissioni mensili è sufficiente che il Denaro sia datato e che si decreti un tasso di decurtazione mensile dell'intera Massa Monetaria che si stabilizzerà sul valore determinato dal numero dei Cittadini, dal Reddito di Cittadinanza e dal tasso di deperimento.

Per tutti coloro che opereranno nel campo giuridico la molla principale sarà costituita dalla ricerca del gradimento da parte dei Cittadini delle proprie prestazioni al servizio della comunità.

Il corrispettivo della ricchezza come misura del servizio economico reso in tale campo; in campo giuridico sarà costituito dal prestigio acquistato in tale campo.

Chi mirerà alla ricchezza si orienterà verso il settore economico e chi mirerà prevalentemente al prestigio giuridico si orienterà verso il settore della pubblica amministrazione.

Per quanto riguarda l'attività culturale l'Antropocrazia si realizzerà automaticamente in base all'esistenza del Reddito di Cittadinanza che permetterà a coloro che avranno tali vocazioni di coltivarle liberamente potendo quindi realizzare le imprese culturali volte a fornire gli specifici servizi richiesti dai Cittadini.

Tali imprese saranno analoghe a quelle del settore economico con la differenza che forniranno servizi culturali anziché beni.

Faranno parte di tali strutture anche le scuole che saranno a pagamento e quindi subiranno la selezione da parte dei Cittadini analogamente a quanto avviene per le Aziende del settore economico.

Il giudizio sulle capacità dei fruitori dei servizi culturali spetterà ad essi e non già alle strutture sulla base della considerazione che alla fine il giudizio vero sarà dato dal Mercato che decreterà le sufficienze o le insufficienze.


DEPRESSIONE PSICHICA E LAVORO

Ladispoli 7 Maggio 1992

 

 

La fonte d'informazione più diffusa è la televisione.

È noto a tutti che i telegiornali, con il passare del tempo, trasmettono sempre più notizie di eventi negativi e sempre meno di eventi positivi.

Questo è un fatto che può costituire un sintomo importante della situazione critica delle società contemporanee.

La domanda che occorre porsi è se siano maggiori gli accadimenti negativi oppure se siano gli organi di informazione a fare un tale tipo di scelta.

La giustificazione che spesso si ascolta in merito a questo problema è costituita dall'asserzione che il pubblico è più interessato alla cronaca negativa.

Se ciò fosse vero occorrerebbe trarre la conclusione che i mezzi di informazione si considerano al servizio dei desideri delle maggioranze.

La Cultura è lavoro d'avanguardia e pertanto mai troverà spazio nei mezzi d'informazione di massa.

Eppure sono proprio le avanguardie che modificano il mondo e ciò deve verificarsi per altre vie che non siano quelle delle comunicazioni di massa.

La vera Cultura è esoterica non già perché vuole tenere riservato il proprio lavoro, ma perché esso non interessa alla gente.

Ciò dipende dal fatto che l'esperienza culturale nasce in uno stato rarefatto privo di emozioni e pertanto poco utilizzabile da coloro che necessitano delle emozioni nei loro atti quotidiani.

La costituzione umana è tale che in essa sono i fattori emotivi e le abitudini quelli che determinano nella gran massa i comportamenti pratici.

Rari sono gli Esseri Umani che determinano i loro comportamenti in base a decisioni di puro pensiero e questi sono proprio gli uomini di Cultura.

Essi appaiono alla massa come privi di emozioni e quindi freddi.

Chi agisce esclusivamente sotto lo stimolo di emozioni e di istinti soggiace al peso della propria materialità e da essa si lascia dominare senza Libertà interiore.

Le azioni basate sulle emozioni chiedono subito contropartite appaganti.

Il piacere è il fine che si ripromette il materialista.

Gli uomini di Cultura hanno piaceri diversi da quelli della massa.

Essi mirano a liberarsi dalle costrizioni esteriori e vogliono divenire i padroni delle proprie emozioni e dei propri stati d'animo.

Per realizzare questo obiettivo potenziano la propria forza interiore rovesciando la dinamica emotiva e divenendo forti al punto tale da determinare i propri stati d'animo in base a valutazioni interiori senza subire le imposizioni delle condizioni esterne.

Tra le persone ve ne sono alcune che si appagano della normale vita emotiva ed altre che invece subendola entrano in stati di depressione.

La depressione è il sintomo del risveglio di una coscienza superiore che non è più disposta a subire i condizionamenti esterni ma che cerca una propria autonomia emotiva, spesso senza successo.

Vi sono epoche in cui il numero dei depressi è ridotto e altre in cui tale numero diviene enorme.

L'attuale momento è uno di quelli in cui enorme diviene il numero dei disadattati e degli infelici.

Il lavoro ha sempre costituito un valido antidoto alla depressione.

Chi vuole aiutare il mondo ad uscire dalla presente disastrosa condizione deve meditare sul valore del lavoro.

Il lavoro richiede attivazione della volontà per realizzarne i prodotti.

Ogni atto lavorativo è una creazione, giacché conferisce una forma a qualcosa di materiale per mezzo di uno sforzo volitivo.

Mentre si lavora l'Essere Umano attiva la propria volontà rafforzandola.

Il rafforzamento della volontà porta all'acquisizione della capacità di opporsi con forza a tutto quanto agisce sulla coscienza in maniera non conforme alla sua natura.

Chi è in stato di depressione dimostra con ciò una debolezza volitiva e quindi una incapacità a dominare gli eventi.

L'unica cura possibile è quella di impegni in difficoltà lavorative per conseguire il potenziamento della volontà.

Purtroppo la gioventù contemporanea ha vissuto in situazioni di benessere e di appagamento che ne hanno infiacchita la volontà.

A tale circostanza si aggiunge l'altra della rarefazione delle opportunità di lavoro e dell'allentamento dei rapporti disciplinari a causa di una legislazione protettiva che appare quasi la prosecuzione della protezione materna.

Occorre convincersi che è impossibile lavorare senza che ciò comporti una sofferenza ed è proprio tale sofferenza che rafforza la volontà.

Il fattore compensativo di tale sofferenza è costituito non già dal compenso economico ma dalla speranza di realizzare i propri ideali, amati intensamente, e dalla fiducia nel domani.

La ribellione al dolore del lavoro porta al proprio infiacchimento interiore che poi porta alla depressione psichica.

Il mondo non è mai come lo vorremmo e dobbiamo lottare vigorosamente per trasformarlo con il nostro sacrificio e non dobbiamo pretendere che esso ci venga incontro secondo le nostre esigenze.

Chi si ribella va incontro a situazioni sempre peggiori.

Occorre capire che siamo noi a dichiararci insoddisfatti perché usiamo un metro forse un po' troppo lungo e dobbiamo riflettere sul fatto che se quello che abbiamo intorno non ci rende soddisfatti, con il nostro ribellarci non facciamo nulla per modificarlo e con ciò contribuiamo a che le cose diventino sempre peggiori.

Occorre abituarsi a vedere il positivo che già è stato realizzato e se esso ancora non ci sembra sufficiente dobbiamo convincerci che ciò ci impone di attivarci per rendere possibile quello che ancora non esiste.

Perché dovrebbero essere gli altri a realizzare i nostri sogni?

Che cosa noi facciamo per realizzare i sogni degli altri?

Se la realtà non ci offre occasioni di lavoro dobbiamo crearcele da noi attivando la nostra fantasia e cercando i varchi, anche stretti, che ci si presentano intorno.

Chi cerca il lavoro solo per il compenso economico non ha capito nulla della vita.

Il compenso economico non è un diritto, ma il risultato del proprio contributo alla Produzione del bene la cui vendita procura il Denaro da cui trarre la parte di nostra spettanza.

L'individuo deve acquisire coscienza del valore del proprio apporto all'opera e poi contrattare il compenso economico tenendo anche conto della convenienza di chi deve dare la contropartita economica.

Il lavoro considerato come diritto è uno degli errori più nefasti nella storia della Civiltà.

Il lavoro quando ha finalità economiche deve fornire le convenienze altrimenti diviene un'astrazione non tollerata dalla realtà.

L'Essere Umano ha un solo diritto incondizionabile quello ad avere a disposizione quanto necessario per la propria sopravvivenza materiale, ma tale diritto non va soddisfatto dalle strutture produttive, bensì attraverso provvedimenti generali che non gravino direttamente sui Prezzi. se non si vuole innescare disastrosi processi inflazionistici.

Quando si capirà che l'esuberanza produttiva, resa possibile dalla moderna tecnologia, permette di creare dei meccanismi sociali di garanzia della sopravvivenza di base, indipendentemente dalla partecipazione ai processi produttivi, senza scarico sui Prezzi, allora si imboccherà la strada giusta.

Allora finalmente si cercherà il lavoro con la coscienza di dover dare un contributo reale che poi ci permetterà di pretendere la quota di nostra spettanza.

Il meccanismo per assicurare il Diritto alla Vita a tutti i componenti delle comunità sociali è quello delle emissioni monetarie datate mensili a favore di ciascuno, in contropartita di decurtazioni percentuali della intera Massa Monetaria datata.

Con ciò i costi sociali non si scaricheranno più sui Prezzi consentendo una sana dinamica economica che porterà ad alti livelli produttivi ed abbondanza di occasioni di partecipazione lavorativa in libera contrattazione individuale.

Finché ciò non sarà realizzato la vita sociale diverrà sempre più una guerra di tutti contro tutti di cui faranno le spese prevalentemente i più deboli.

Questo indica la Cultura e chi vuole operare per il Progresso si dovrà sempre più cimentare con tali idee per contenere il più possibile i disastri che si affacceranno nei prossimi decenni.

Chi si illude che sia possibile mantenere le attuali condizioni sociali senza modifiche strutturali profonde come quella indicata, è destinato a profonde continue dolorose disillusioni.

Anche se la massa continuerà per qualche tempo ancora a chiedere divertimenti, sarà bene cominciare a prepararsi al risveglio cui tutti si sarà costretti dalla forza delle cose che oggi sono percepibili nel loro stato germinale.

Occorre combattere strenuamente per modificare gli errori culturali provocati nel passato da una Cultura sociale astratta e ignara delle esigenze della natura umana.

Madornali errori come quello del diritto al lavoro vanno combattuti se si vuole che riprenda l'iniziativa imprenditoriale che sola potrà assicurare le condizioni per un ritorno alla normalità.

Il fallimento pratico di tutte le ideologie va visto come un potenziale pericolo per il futuro, giacché immense masse umane si sono viste derubate dei propri sogni e delle proprie speranze ancorché illusorie.

Occorre affrettarsi a sviluppare nuove concezioni, sostitutive delle passate, ma che siano prive dei precedenti difetti.

Ciò è oggi possibile dato l'immenso patrimonio di esperienze negative fatte nei passati decenni.

Si dia voce a coloro che impiegano tutte le proprie energie creative per cercare soluzioni nuove, per aprire dibattiti capaci di fornire speranza nel futuro.

Non basta indignarsi per ciò che va male occorre avere forza progettuale per immaginare soluzioni valide altrimenti ogni domani sarà peggiore del giorno precedente.

Oggi l'intero mondo è in condizione di malessere progressivo e i vecchi metodi non sono più sufficienti per risanarlo.

Nessuno può ritenersi al sicuro da danni personali e non fosse altro che per questo motivo tutti si debbono sentire impegnati a mettere in moto la propria fantasia per preparare un futuro migliore del presente.


DALLA DEMOCRAZIA ALL'ANTROPOCRAZIA

Ladispoli 8 Maggio 1992

 

 

La Democrazia, come si è realizzata storicamente, persegue il primato della politica sulla vita sociale.

Il mezzo per realizzare tale primato è costituito dal Potere, legislativo, giudiziario ed esecutivo, derivato dal suffragio universale.

I fini sociali derivano dagli ideali dalla rivoluzione francese: LIBERTÀ, UGUAGLIANZA, FRATELLANZA.

I vari tipi di Democrazia dipendono dalla preminenza data, nelle varie situazioni sociali e culturali, a uno di tali ideali rispetto agli altri.

Le Democrazie occidentali privilegiano la LIBERTÀ, dando luogo a sistemi in cui è possibile la libera iniziativa.

In tali sistemi i forti e i capaci si affermano imponendo la loro volontà e godendo della LIBERTÀ, mentre i deboli e gli incapaci divengono subordinati ai primi che ne dispongano, salariandoli, per le proprie iniziative.

Il crollo di tali sistemi deriverà dalla insoddisfazione dei subordinati che prenderanno spunto da fenomeni di malcostume, che sono resi possibili dal prevalere del potere politico sulla Vita Economica attraverso imposizioni fiscali sempre più onerose ed intollerabili.

Le Democrazie di ispirazione socialista privilegiano la FRATELLANZA, cioè la Solidarietà, ed usano il potere politico per imporre tale ideale all'intero sistema sociale in forma palesemente dittatoriale.

In tali sistemi viene mortificato lo spirito d'iniziativa e la creatività umana con il loro avvio verso l'impoverimento generale.

Il crollo di tali sistemi, già in atto, dimostra l'insufficienza culturale di coloro che li hanno posti in essere sulla base di una unilaterale visione della natura umana.

Le Democrazie europee si rifanno agli ideali giuridici dell'antica Roma, tramandati attraverso il diritto, cioè sentono prevalente l'ideale dell'UGUAGLIANZA che cercano di realizzare con sovrabbondanti provvedimenti legislativi, imbrigliando la vita sociale in una ragnatela giuridica in cui solo i più preparati e forti riescono a districarsi mentre gli altri restano sempre più emarginati ed insoddisfatti.

Da tale situazione deriva un diffuso anarchismo, reso possibile dalla progressiva paralisi delle strutture pubbliche, con manifestazioni degenerative che portano alla disaffezione imprenditoriale da un lato e al progressivo aumento del prelievo fiscale, palese o occulto, dall'altro, nel tentativo di sostenere le fasce deboli.

L'immensa Massa Monetaria che viene gestita dagli Stati crea occasioni di corruzione e l'intervento di organizzazioni delinquenziali nella gestione a fini sociale del Denaro pubblico.

L'inflazione, generata dallo scarico sui costi e quindi sui Prezzi dei crescenti oneri fiscali, innesca l'esigenza di rivendicazioni salariali che a loro volta, scaricandosi anch'essi sui Prezzi, alimentano la perdita del valore monetario, in spirali mortali per la vita sociale.

Tutto ciò porterà anche le democrazie europee a situazioni di ingovernabilità e di invivibilità che postuleranno l'esigenza di trovare nuovi modelli sociali, privi dei difetti generati dalla Democrazia.

Il difetto di base del sistema democratico è costituito dalla convinzione che deve essere il potere politico il motore della vita sociale.

Si deve arrivare a capire che il vero e legittimo motore sociale è l'Essere Umano.

Il libero Mercato, negli spazi di Libertà lasciati dal potere politico, offre un chiaro esempio della fecondità sociale di tale esigenza.

La dinamica economica si attua tra la bipolarità dei Produttori e dei Consumatori in cui il governo è tutto nelle mani degli Acquirenti e ciascuno di essi, con le proprie scelte di acquisto, esercita un sovrano potere di direzione dell'economia, decretando inappellabilmente il successo o l'insuccesso delle Aziende, il cui ruolo è palesemente subordinato al Mercato.

Se si riuscirà a portare tale dinamica anche in campo politico e in quello culturale si eliminerà l'inaccettata subordinazione dell'Essere Umano alle strutture.

L'altro dato culturale da acquisire è quello che vuole che i tre ideali della rivoluzione francese siano attuati senza preminenze dell'uno rispetto all'altro.

L'Essere Umano è un'unità risultante da diverse esigenze vitali connesse alla LIBERTÀ, all'UGUAGLIANZA e alla SOLIDARIETÀ ed entra in uno stato di sofferenza quando una di tali esigenze venga mortificata.

Il nuovo sistema che deve sorgere dalle ceneri della Democrazia si chiama ANTROPOCRAZIA.

L'Antropocrazia afferma la preminenza dell'Essere Umano sulle strutture.

Tale posizione è presente nella dottrina sociale della Chiesa Cattolica che afferma che l'Uomo è "fine" e la Società è "mezzo".

L'Antropocrazia afferma che l'unico modo possibile di realizzare la SOLIDARIETÀ tra gli Esseri Umani è quello di fornire ogni individuo, mensilmente, in maniera incondizionata, di una quota monetaria idonea per poter far fronte dignitosamente alle sue esigenze elementari per sopravvivere.

Questa è la base di partenza dell'Antropocrazia e su questa esigenza occorre meditare seriamente.

L'Essere Umano per vivere ha necessità di poter disporre dei prodotti della Natura.

L'esistenza del diritto di proprietà dei terreni priva, colui che si trovasse privo di risorse monetarie, della possibilità di accedere ai prodotti della Terra per le proprie esigenze di sopravvivenza, mettendolo in pericolo di vita oppure alla mercé degli altri.

Nessun Essere Umano può considerarsi al riparo da tale possibile evenienza e pertanto nessuno può essere in disaccordo sulla necessità della istituzione di un Reddito di Cittadinanza.

I dubbi possono sorgere sulla possibilità di dare pratica attuazione ad una tale esigenza.

Tali dubbi sono generati dall'abitudine di considerare, i problemi di tale natura, di spettanza della pubblica amministrazione e quindi necessitanti esorbitanti imposizioni fiscali capaci di destabilizzare qualunque sistema sociale.

Questa è una deformazione mentale derivante dai sentimenti di sudditanza che ciascuno porta incosciamente in Sé.

Anche se spesso si sente dire che lo Stato siamo noi, nella pratica poi si considera il concetto di Stato come qualcosa di rigido ed immutabile, anche vivendo situazioni disumane da esso generate.

Oggi si va diffondendo la convinzione che gli Stati vadano profondamente riformati, ma si rimane alle affermazioni generiche senza affondare l'analisi pensante nelle radici dei principi informatori degli Stati Democratici.

Chi voglia avviare un serio lavoro di pensiero volto alla progettazione di un nuovo assetto sociale, capace di corrispondere ai tre ideali della rivoluzione francese, deve necessariamente partire dalla postulazione dell'esigenza basilare del Reddito di Cittadinanza, in forma monetaria.

Tale reddito assicura, in una volta, il godimento da parte dei componenti sociali di tutti e tre gli ideali ricordati.

Rende reale l'esigenza di LIBERTÀ, giacché mette ciascuno in condizione di fare scelte di vita in base a vocazioni interiori e non sotto l'impellenza dei bisogni elementari di sopravvivenza che schiavizzano la maggioranza degli Esseri Umani, costringendoli quasi sempre ad angosciose ricerche di lavoro.

Rende reale l'esigenza di UGUAGLIANZA, giacché mette ciascuno in condizione di prepararsi adeguatamente al cimento della vita sociale.

Rende reale l'esigenza della SOLIDARIETÀ, giacché mette ciascuno in condizione di godere della Produzione della Terra e del lavoro dei Fratelli Umani nei periodi di preparazione o di inabilità.

Se è vero, come è vero, che il Reddito di Cittadinanza, percepito in forma monetaria, realizza idealmente quanto sopra detto, ne deriva l'obbligo, per tutti, di impegnarsi nello studio della possibilità di realizzarlo concretamente.

Questo è l'impegno che l'Antropocrazia ha assunto ed a tal fine ha condotto una serie di ricerche pensanti che hanno portato alla formulazione di un compiuto progetto sociale le cui parti vengono di seguito descritte.

Siccome è impensabile che si possa realizzare l'esigenza del Reddito di Cittadinanza per mezzo del prelievo fiscale (per il difetto di fondo di tale mezzo, costituito dal fatto che esso, gravando tutto sui costi di Produzione e quindi sui Prezzi, genera, di necessità,  spirali inflazionistiche, mortali per ogni sistema sociale) si è esaminata la possibilità di percorrere un'altra strada.

Si è, in primo luogo, tentato di portare a coscienza tutto quanto attiene al Denaro, per vedere di rendere intelligibile quanto normalmente resta misterioso ai più e con ciò va a finire nelle competenze di esperti i cui consigli, mai, sono stati capaci di evitare i disastri monetari che la Storia e la cronaca registrano.

A chi si mette a riflettere sul Denaro il primo problema che gli si presenta è quello del suo "valore".

Per risolvere tale problema è sufficiente portare la propria attenzione sul processo che porta alla Produzione di un bene e alla sua messa sul Mercato ad un determinato Prezzo.

In tale processo vi è una volontà umana che opera  per realizzare l'obiettivo di offrire in vendita determinati beni in cambio di date quantità di moneta.

Quello che muove tale volontà è il desiderio della moneta dell'Acquirente.

Ebbene, in tale desiderio va vista la fonte del valore del Denaro!

Tale desiderio è il risultato di una serie di valutazioni soggettive di chi produce per vendere i beni, ma il risultato è costituito dal fatto che il Denaro non avrebbe alcun valore se non si fosse maturato tale desiderio e le conseguenti determinazioni volitive.

Da quanto precede si può trarre la conclusione certa che il valore del Denaro è creato da coloro che producono per vendere.

Siccome ogni Essere Umano è un potenziale produttore di beni economici ne deriva che tutto quanto attiene al Denaro è di competenza dei componenti sociali e non degli Stati.

L'Istituto di Emissione va considerato come dipendente dai Cittadini e non dallo Stato.

Se i Cittadini decidessero di ordinare a tale Istituto di emettere Denaro per il Reddito di Cittadinanza e per le esigenze di una corretta amministrazione statale, tale decisione non potrebbe essere invalidata, per ragioni di principio, da chicchessia, in quanto rientrante nella sovranità di ciascun Essere Umano.

Naturalmente tali continue emissioni, corrette da un punto di vista logico, creerebbero, con il tempo, una crescita della Massa Monetaria globale oltre i limiti fisiologici richiesti da una sana dinamica economica.

Per stabilizzare la Massa Monetaria globale è necessario ricorrere all'artificio della datazione del Denaro per consentire l'applicazione di una decurtazione periodica a tasso prestabilito.

Se per l'attuazione del Reddito di Cittadinanza  e per la fornitura dei mezzi monetari necessari all'amministrazione statale, l'Istituto di Emissione procedesse ad accrediti mensili datati su conti individuali, per il Reddito di Cittadinanza, per gli stipendi ai funzionari pubblici e per i pagamenti deliberati dalla pubblica amministrazione, la contropartita di tali emissioni sarebbe costituita dalla corrispondente perdita di valore dell'intera Massa Monetaria, datata, per effetto dell'applicazione del tasso di deperimento, stabilito in base a valutazioni di tecnica macroeconomica.

Con ciò verrebbe meno l'esigenza della vecchia imposizione fiscale che, gravando direttamente o indirettamente sui costi di Produzione, à la causa della nefasta inflazione.

Con l'attuazione del Reddito di Cittadinanza con emissioni periodiche, moltissimi istituti pubblici verrebbero a perdere la loro ragione d'essere, con la conseguenza liberazione di forze produttive disponibili per il settore economico e per quello culturale, e tale migrazione non creerebbe problemi di emarginazione in quanto attuata in regime di Reddito di Cittadinanza e quindi senza pericoli per la sopravvivenza degli individui.

Chi ha seguito il ragionamento portato avanti fino a questo punto si sentirà invaso da una serie di domande e di perplessità che troveranno risposta nel seguito del ragionamento in cui si va ad esaminare l'assetto sociale scaturente da un tale tipo di riforma in rapporto alle abitudini del passato.

Passiamo quindi ad esaminare la vita sociale in generale.

A questo punto l'Antropocrazia fa una premessa di carattere generale.

Un assetto sociale può considerarsi umanamente soddisfacente se cresce e si sviluppa in base alle scelte quotidiane dei suoi componenti e non per effetto di azioni di potere astratte, provenienti da organizzazioni settoriali o ideologiche.

Per quanto riguarda il campo economico, tale esigenza è pienamente soddisfatta dal libero Mercato.

Nella dinamica del libero Mercato la sovranità appartiene agli Acquirenti che, con le loro scelte, determinano la sopravvivenza o la scomparsa delle Aziende produttive.

In tale dinamica le Aziende svolgono un lavoro di servizio subordinato al gradimento dei Cittadini Acquirenti.

Nel libero Mercato l'Essere Umano è Sovrano quando è Acquirente ed è servitore quando è produttore.

La possibilità dell'alternarsi di tali momenti operativi garantisce l'equità del sistema che non può costringere nessuno a ruoli non più graditi.

Le Aziende produttive possono essere individuali oppure basate sul capitale e tutte sono subordinate al Mercato.

Nelle Aziende capitalistiche il rapporto contrattuale tra la proprietà e i lavoratori non può che essere libero ed individuale, giacché l'entità delle prestazioni e dei compensi pattuiti scaturisce dall'esigenza di restare nei limiti posti dalla concorrenza e pertanto qualsiasi forzatura extraeconomica di tali pattuizioni va considerata illegittima in quanto capace di provocare la distruzione delle Aziende.

Il capitale, con l'esistenza del Reddito di Cittadinanza, non potrà agire coercitivamente nelle contrattazioni e pertanto le Aziende, che non offriranno compensi adeguati, resteranno senza manodopera e i lavoratori che faranno richieste individuali, eccedenti la convenienza Aziendale scaturente dai limiti del Mercato, resteranno senza lavoro e si dovranno accontentare di sopravvivere con il Reddito di Cittadinanza.

Va osservato che, l'assenza di imposizioni fiscali, porterà, per effetto delle razionalizzazioni produttive e del Progresso tecnologico, ad una costante diminuzione dei costi e quindi dei Prezzi, con reale beneficio di tutti.

La disoccupazione non sarà più considerata come una maledizione ma come una opportunità di riflessione individuale per successive scelte di riqualificazione e nuovi inserimenti produttivi.

Coloro che diffidano dei quadri troppo rosei debbono consentire che altri aborriscano i quadri nebulosi o le realtà tetre.

Finora ci siamo occupati della realtà del libero Mercato, dopo l'istituzione del Reddito di Cittadinanza e della defiscalizzazione, non tenendo conto di azioni perturbatrici della sua dinamica a seguito di comportamenti individuali delinquenziali o scorretti.

Per affrontare tale problema dobbiamo passare all'analisi della organizzazione statale nell'ottica dell'Antropocrazia.

L'esperienza insegna che vi è la possibilità di contrasti tra gli Esseri Umani in tutte le forme che i vari codici prevedono.

L'esigenza di rapporti pacifici per un normale svolgimento della dinamica economica porta alla necessità dell'esistenza di una struttura pubblica capace di tutelare i diritti dei Cittadini.

L'organizzazione di tale struttura deve essere tale da assicurarne le funzioni con metodi altamente specializzati in continua evoluzione per adeguarli alle esigenze poste dalla realtà.

A tal fine è necessario che esista un organo legislativo per l'adeguamento delle norme giuridiche alle istanze poste dalla realtà sociale.

Per quanto riguarda l'organizzazione delle strutture operative per la difesa dei diritti è necessario che esista un organo di indirizzo e coordinamento e una struttura esecutiva per gli interventi nei casi reali.

Per quanto attiene ai giudizi necessari per le reintegrazioni dei diritti lesi e per le sanzioni correttive è necessario che esista una struttura di Giudici per le emissioni delle sentenze in applicazione delle previsioni legislative.

L'essenziale del settore pubblico consiste nel fatto che esso deve esclusivamente occuparsi della tutela giuridica dei Cittadini senza altri poteri e funzioni esorbitanti da tale compito.

Le richieste monetarie per il sostenimento delle spese di tale settore vanno deliberate dall'organo di indirizzo e coordinamento e approvate dall'organo legislativo e da quello dei Giudici, per essere trasmesse all'Istituto di Emissione per gli accrediti conseguenti.

I Cittadini che orienteranno le proprie scelte di lavoro verso il settore pubblico lo faranno in base a specifiche vocazioni miranti alla difesa dell'ordine sociale e saranno assunti nei vari reparti in base alle disposizione dell'organo di indirizzo e coordinamento.

Le attuali organizzazioni statali contengono tutte le strutture indicate ma contengono altri apparati che nulla hanno a che fare con le esigenze giuridiche dei Cittadini e pertanto dovranno essere smantellate per restituire i componenti alla possibilità di diversi inserimenti nella vita sociale.

Ciò non sarà traumatico in quanto attuato dopo l'istituzione del Reddito di Cittadinanza e quindi senza pericoli per le esigenze vitali di coloro che perderanno i precedenti ricavi, prima di nuovi inserimenti lavorativi su base contrattuale.

L'Antropocrazia non spinge oltre le indicazioni in tale settore in quanto si aspetta che le soluzioni concrete scaturiranno dall'attuazione, anche in tale campo, del principio della sovranità dei Cittadini che troveranno il modo di organizzarsi per fare fluire tale sovranità nella vita della organizzazione giuridica.

Per quanto riguarda la vita culturale (comprendente il campo dell'insegnamento, quello delle libere professioni, quello religioso, quello artistico e quello scientifico) l'Antropocrazia si aspetta che le relative organizzazioni scaturiranno spontaneamente dalle iniziative dei Cittadini con vocazioni culturali.

Anche in tale settore, come in quello economico, alla domanda di servizi culturali, si risponderà con attività individuali e anche con la creazione di organizzazioni autofinanziate con i ricavi del Mercato culturale.

Anche in tale Mercato, come in quello economico, sarà il gradimento degli utenti, paganti, a informare e selezionare l'attività di coloro che svolgeranno i servizi culturali.

Le vocazioni di tale settore potranno essere liberamente coltivate, data l'esistenza del Reddito di Cittadinanza che permetterà, a chi lo vorrà, di affinare le capacità richieste dal Mercato culturale che, come quello economico, sarà sempre stimolato dalla concorrenza, con beneficio degli utenti.

Quanto precede ha carattere generale e quindi si riferisce alle esigenze di qualsiasi compagine sociale.

Le esigenze antropocratiche si diffonderanno dopo il crollo delle illusioni democratiche e dei sistemi provenienti dal passato.

I dissesti sociali avranno caratteri diversi a seconda delle situazioni e degli eventi particolari sviluppatisi nei vari Stati.

Ciò fa si che non sia possibile la formulazione di un programma astratto di riforma giacché in ogni situazione sarà necessario agire in modo adeguato alle caratteristiche particolari dei mali lasciati in eredità dai passati errori.

In generale, la disgregazione dei tessuti sociali, si manifesterà come scarsezza di vocazioni imprenditoriali nel campo economico, come sfiducia nella classe politica nel campo sociale e come disperazione nel campo culturale.

La disaffezione imprenditoriale sarà causata, da un lato, dall'assoggettamento delle attività economiche ad insopportabili condizionamenti legislativi e, dall'altro, dalla smisurata pressione fiscale causa di conflittualità sindacale e di inflazione.

Gli oneri fiscali, aggiungendosi ai costi Aziendali, causano la lievitazione dei Prezzi e quindi la rarefazione della domanda e la disincentivazione imprenditoriale.

La rarefazione delle iniziative imprenditoriali provocherà alti tassi di disoccupazione.

La disoccupazione favorirà la formazione di organizzazioni delinquenziali volte al prelievo illegittimo di risorse economiche dal tessuto sociale.

La sfiducia nella politica favorirà la proliferazione dei partiti.

La proliferazione dei partiti favorirà da un lato l'inefficienza delle strutture pubbliche essenziali lasciate prive di risorse, dirottate a favore di strutture parassitarie, e dall'altro permetterà il diffondersi della corruzione connessa all'enormità delle masse monetarie gestite dagli Stati.

La disperazione culturale provocherà la ricerca di evasioni artificiali, nocive per la salute, con la nascita di imprese delinquenziali organizzate per sfruttare tale genere di domanda.

Le varie realtà sociali si differenzieranno per le proporzioni dei fenomeni negativi che le affliggeranno.

Quando sarà venuta meno l'illusione che i fenomeni negativi possano essere combattuti con la forza e con l'estirpazione, si accederà alla convinzione che il male si combatte lasciando spazi sempre più ampli alla creatività umana, possibile solo nella Libertà e nell'ordine.

La creatività produrrà ricchezza e la ricchezza permetterà di realizzare la indispensabile Solidarietà umana.

La fonte della creatività sgorga dall'interiorità dell'Essere Umano e non potrà mai essere forzata con provvedimenti artificiali, ma necessita di Libertà e di sicurezza per manifestarsi.

Il dirigismo, voluto da esseri fanatici e prepotenti, ha creato in tal senso immensi danni e, prima o poi, ci si dovrà decidere ad abbandonarlo.

La fiducia nella vita, in generale, e nell'Essere Umano, in particolare, dovrà creare il clima sociale necessario per ritrovare la corretta via.

L'Antropocrazia non è un'ideologia e quindi non si rivolge a particolari settori sociali, bensì è un ideale presente nelle coscienze di coloro che vogliono superare gli errori della Democrazia.

L'Antropocrazia in quanto movimento culturale non sarà sostenuta da alcun partito in particolare ma agirà all'interno delle varie formazioni politiche come stimolo all'autocorrezione che alla fine porterà alla fine dell'era politica.

L'essenza della politica democratica è costituita dal governo degli Stati basato su maggioranze rappresentative di interessi settoriali e non generali e quindi distruttivo nei confronti di minoranze numericamente non rilevanti ma qualitativamente essenziali per l'ordinato sviluppo della vita sociale.

Se le parti che compongono una macchina avessero coscienza e si orientassero democraticamente finirebbero con l'emarginare le parti numericamente irrilevanti con la conseguenza della cessazione del funzionamento del meccanismo.

Se in una macchina, l'inefficienza di uno solo dei suoi componenti, pregiudica il funzionamento del tutto, perché, in un organismo sociale, l'emarginazione di un solo suo componente dovrebbe essere meno pregiudizievole per il buon andamento dell'intera comunità?

Si potrà obiettare che il Progettista della macchina ha seguito criteri di economia, affidando, a ciascun organo meccanico, una funzione essenziale per il funzionamento dell'insieme, ma ci si deve domandare se negli organismi sociali non valga la stessa regola e pertanto ogni qual volta un solo membro di esso venga offeso non sia l'intera comunità a essere menomata.

L'Antropocrazia, come visione culturale, parte dalla convinzione che ogni componente sociale sia una parte preziosa e unica dell'intera vita comunitaria e, di fronte a comportamenti aberranti, va alla ricerca delle vere cause per effettuarne le correzioni e non già si contenta di scaricarne le responsabilità sui singoli, che spesso, più che autori di misfatti, sono le prime vittime di errori, nostri, precedenti.

Ogni comportamento antisociale va riguardato come un prezioso sintomo dell'esistenza di imperfezioni, nell'organismo sociale, da snidare e correggere se si vuole pervenire alla risoluzione dell'intero problema e non del caso singolo. Se i fenomeni della diffusione della droga e della delinquenza, per limitarsi a tali due mali, venissero esaminati con l'ottica sopra descritta, rivelerebbero molti segreti la cui Conoscenza eliminerebbe tali mali in un solo colpo e nel contempo farebbe progredire enormemente la Cultura sociale.

In qualsiasi campo, i sintomi patologici sono preziosi rivelatori di squilibri reali sottostanti e la nostra percezione di essi è il primo passo verso la Conoscenza di quelle leggi turbate, che nei sintomi hanno mostrato la loro reazione, primo stimolo verso la correzione.

Se quanto precede corrisponde a verità allora la vita sociale contemporanea mostra un pullulare di sintomi patologici che ci avvertono che è giunto il momento del risanamento e sarà per ognuno un'occasione positiva per contribuire al Progresso generale.

Il primo passo del contributo è costituito dalla riflessione e quindi dalla Conoscenza degli aspetti concettuali dei vari problemi, da cui poi passare alle azioni pratiche di correzione.

L'inveire contro questo o quel male è assolutamente sterile e spesso nasconde un profondo senso di colpa di cui non si vuole prendere coscienza.

Lo sdegno e l'invettiva possono portare a sommovimenti superficiali le cui conseguenze sono l'aggravamento delle situazioni preesistenti.

Gli Esseri Umani dovranno sempre più convincersi che è necessario imparare a pensare con obiettività e con sforzo interiore e non chiedere sempre le soluzioni agli altri.


RIFLESSIONI SUL DENARO

Ladispoli 18 Maggio 1992

 

 

Il Denaro è il mezzo che permette di acquistare i beni del Mercato recanti un Prezzo.

Il valore del Denaro è creato nella immaginazione di chi produce e mette in commercio con Prezzi i valori economici reali.

In contropartita del valore d'uso di un bene vi è un valore immaginario monetario definito nel Prezzo.

La Vita Economica si sviluppa nella convinzione generale che il possesso del Denaro derivi originariamente da uno scambio con un bene economico.

Ciò può essere vero in un momento qualsiasi di un Mercato generale, funzionante, con una Massa Monetaria reale.

Nell'ipotesi che tale massa sia stabile si pone il problema della sua sufficienza ai fini delle esigenze della Vita Economica.

Nella realtà economica oltre ai segni monetari circola un altro tipo di Denaro costituito dagli effetti cambiari accettati in pagamento in quanto garantiti da beni reali di proprietà dei sottoscrittori o dalla loro affidabilità.

L'immissione degli effetti cambiari nella circolazione monetaria è corretta in quanto dietro ciascun effetto vi è la realtà economica di colui che lo ha sottoscritto e la valutazione di coloro che se lo girano sottoscrivendolo, creando una catena continua di responsabilità.

Ciò dimostra chiaramente che chiunque accetta in pagamento un effetto cambiario lo fa nella convinzione che potrà, alla sua scadenza, averne in cambio, in un modo o in un altro, il corrispondente Denaro da parte di chi lo ha emesso per primo.

Chi ha del Denaro deve averlo ottenuto dietro cessione di beni e chi crea effetti cambiari lo può fare solo se dispone di beni (anche l’affidabilità è un bene) che ne garantiscano la riscossione alla scadenza.

Come si vede il Denaro resta sempre legato, attraverso i Prezzi, ai beni economici.

Se noi considerassimo i beni  come elemento primario della Vita Economica, allora ne deriverebbe la necessità di ancorare l'emissione monetaria ad essi, ma per fare ciò occorrerebbe in qualche modo fissare i Prezzi di tali beni e poi autorizzare i loro possessori ad emettere i corrispettivi monetari.

Se invece si partisse dal Denaro occorrerebbe stabilire un modo equo di distribuirlo tra i componenti della vita sociale e lasciare ad essi di stabilire la misura dell'attaccamento ai propri beni in rapporto al desiderio di altro Denaro.

Da tale confronto nascerebbero le decisioni di vendita e di acquisto tramite i Prezzi.

Circa il modo equo per far pervenire il Denaro ai Cittadini non potrebbe esservene che uno solo cioè quello della uguaglianza delle quantità distribuite a ciascuno.

Circa i motivi di tale distribuzione non potrebbe che esservi quello della fornitura dei mezzi di sopravvivenza a ciascun Cittadino per proteggerlo dall'alea economica.

Quanto precede serve esclusivamente per entrare nella logica monetaria e le due ipotesi sono evidentemente solo teoriche, ma i ragionamenti svolti potranno aiutarci quando entreremo nel vivo della questione monetaria delle società contemporanee.


PER SANARE LE SOCIETÀ ODIERNE

Ladispoli 19 Maggio 1992

 

 

La causa principale dei disagi sociali delle società contemporanee deriva dal fatto che esse sono nate come modificazione continua di preesistenti situazioni, con la conservazione del vecchio e con l'inserimento caotico del nuovo.

Siccome l'organismo sociale è creato dagli interessi vitali dei suoi componenti, qualsiasi modifica di esso provoca resistenze e disagi rendendo spesso peggiore la condizione successiva rispetto alla precedente.

Chiunque si impegni nello sforzo di rendere migliore un assetto sociale, di solito lo fa avendo in vista situazioni particolarmente intollerabili, ma mai con una visione globale dei problemi.

Ciò fa sì che il miglioramento delle condizioni di un settore provochi ripercussioni negative su altri settori la cui reazione diviene poi causa di ulteriori guai.

Una organizzazione sociale vive in condizione di benessere quando consente a tutti i suoi componenti di partecipare liberamente, con profitto individuale, ai vari settori di attività che si svolgono in essa; viceversa essa si avvia verso un progressivo decadimento quando consente che un settore, o una classe, soffochi l'attività di altri gruppi sociali.

Non è favorendo l'egemonia di una classe o di una corporazione che si giova al benessere sociale, bensì creando le condizioni per libere collaborazioni, in reciproca Dignità.

Tutte le concezioni o le ideologie che prospettano lotte sociali come mezzo di Progresso operano in direzione diametralmente opposta a quella richiesta dal vero Progresso sociale.

Certamente le situazioni concrete possono creare contrasti tra gli interessi di parti contrapposte, ma il raggiungimento di posizioni di equilibrio non può essere conseguito con la sopraffazione di una parte, bensì con la corretta valutazione delle ragioni che hanno portato al conflitto e con provvedimenti volti a correggerne.

Ciò potrà accadere se si diffonderà una Cultura che faccia capire a ciascuna parte in gioco il valore e l'indispensabilità dell'apporto di quella in momentanea contrapposizione e che spesso, in un'ottica lungimirante, il benessere della controparte è più importante del proprio.

Finora è prevalsa una Cultura della guerra e i disastri provocati sono visibili ovunque tra i popoli della Terra.

L'unico modo possibile, per svolgere un'azione di risanamento nei confronti di un assetto sociale dissestato, è quello di partire da un progetto globale (suscitando magari l'antipatia dei romantici del quotidiano) in cui siano valorizzate e rispettate tutte le istanze dei Cittadini, a qualsiasi categoria essi appartengano.

Per potere concepire un tale progetto è necessario conoscere le istanze Sociali fondamentali di ciascun componente sociale, indipendentemente dalla sua condizione particolare.

Ogni Essere Umano si trova costantemente impegnato in tre ordini di problemi.

Il primo è quello della sopravvivenza materiale, il secondo è quello della esigenza della tranquillità psicologica da minacce esterne e il terzo è quello della possibilità di poter agire in base a proprie determinazioni personali.

Le istanze Sociali che ne derivano sono le seguenti:

- Sicurezza materiale.

- Sicurezza giuridica.

- Libertà.

La rivoluzione francese con i tre ideali di Libertà, uguaglianza e fratellanza alludeva alle tre esigenze sopra indicate.

Oggi l'ideale della fratellanza è chiamato Solidarietà.

L'errore dei vari sistemi sociali è stato quello di non considerare tali ideali come reali istanze da soddisfare, contemporaneamente e pienamente, tutte, senza privilegio di una rispetto alle altre.

Ciò è dipeso dal fatto che i Governi sono sempre stati espressioni di settori che di volta in volta sentivano la preminenza di una delle suddette istanze e non si curavano di evitare di creare situazioni di sacrificio delle altre.

In determinate condizioni si operava per assicurare la Solidarietà sociale sacrificando la Libertà o la Sicurezza Giuridica, in altre veniva sacrificata la Solidarietà e in altre l'Ordine Giuridico.

Nei vari casi le conseguenze erano situazioni di malesseri vari che tenevano le Società in condizioni di sommovimento in cui poi si introducevano falsi valori e falsi ideali capaci di disgregare ancora più quello che restava di funzionante fino all'arrivo a vere e proprie situazioni di guerra civile.

Il malessere, anche se in forme e connotazioni diverse, interessa tutte le aggregazioni statali, nessuna esclusa, e, prima o poi, sarà necessario avviare la ricostruzione sulla base di Progetti Globali basati sulla Conoscenza delle vere istanze Sociali che vivono negli Esseri Umani.

Partendo dalla sicurezza materiale e dai suoi sinonimi fratellanza e Solidarietà, nonché dalla sicurezza giuridica e dai suoi sinonimi uguaglianza e ordine ed infine dalla Libertà, è possibile avviare la progettualità per la ricostruzione e il riordinamento del tessuto sociale, precedentemente dilaniato, poggiandolo saldamente sui tre pilastri indicati.

Per fare ciò è necessario comprendere in profondità il contenuto di tali fondamentali istanze.

Partiamo dalla sicurezza materiale.

Nessun Essere Umano può considerare accettabile una organizzazione sociale che non assicuri a priori la possibilità di fare fronte, in ogni condizione, alle esigenze della sopravvivenza materiale.

Da questo punto di vista nessuna organizzazione statale reale può considerarsi soddisfacente.

Il problema è se sia possibile l'esistenza di un tipo di organizzazione sociale capace di soddisfare tale istanza.

L'unico modo possibile per assicurare tale necessità è quello della istituzione del Reddito di Cittadinanza per ciascun Cittadino, indipendentemente dalle condizioni particolari momentanee.

Per Reddito di Cittadinanza si intende il percepimento di una quota monetaria mensile idonea al dignitoso mantenimento in vita di ciascun Cittadino.

Con la logica fiscale ereditata dal passato tale problema non è risolvibile in quanto lo scarico sui costi di Produzione e quindi sui Prezzi di tale onere dissesterebbe in breve tempo, attraverso l'inflazione, qualunque struttura economica.

Il problema è quindi quello non di rinunciare a perseguire tale obiettivo basilare, bensì quello di rivedere il sistema fiscale per modificarlo in conformità alla possibilità di realizzare tale esigenza irrinunciabile.

Ciò è possibile addivenendo a quella che possiamo chiamare la fiscalità monetaria.

Tale nuovo tipo di fiscalità prevede il soddisfacimento dei bisogni monetari sociali attraverso emissioni monetarie, in contropartita di decurtazioni di valore della Massa Monetaria globale con il metodo della datazione del Denaro.

Questo è l'unico modo valido di risolvere il problema del Reddito di Cittadinanza nonché quello della spesa pubblica, correttamente intesa.

Tale sistema è equo in quanto a favore, in eguale misura, di tutti i Cittadini, nessuno escluso, inoltre non genera inflazione, in quanto non incide sui costi di Produzione, e quindi sui Prezzi, e, infine, è immune dal vecchio male dell'evasione fiscale, in quanto basato, non sulla contribuzione individuale, ma su quella monetaria globale.

L'istituzione del Reddito di Cittadinanza rende possibile la mobilità sociale verso assestamenti individuali, corrispondenti alle vocazioni e alle aspirazioni personali, e rende inoltre possibile la contrattazione individuale.

Con ciò le strutture sociali saranno espressione delle scelte dei Cittadini, conformi al livello culturale dei Singoli e delle comunità di appartenenza e sparirà gradualmente la vecchia pretesa di imporre dall'alto, forzosamente, modelli culturali astratti.

Lo sviluppo culturale consisterà nel libero incontro delle domande e delle offerte culturali.

La valutazione di tale progetto richiede apertura mentale e senso sociale, nonché senso di responsabilità verso il futuro che sarà quello che noi avremo preparato.

Chi si illude che le cose possano continuare "naturalmente", per la loro strada, avrà delle amare disillusioni.

Già, fin da ora, nel mondo cominciano a verificarsi dissesti sociali che vanno imputati non ad astratte fatalità ma ad imprevidenza ed errori umani e chi è ancora in tempo farà bene a risvegliarsi per prevenire quello che incombe minaccioso, e che accadrà senza interventi preventivi.

Oggi i tempi sono più che maturi perché gli Esseri Umani prendano nelle loro mani il proprio destino sociale e non aspettino interventi miracolosi giacché, in tali questioni, è l'umana saggezza che deve provvedere.

La Terra sarà quello che noi ne faremo.

Ecco il perché della necessità di esaminare con spregiudicatezza quanto viene creato dal pensiero umano, senza timore dei progetti "troppo belli" la cui alternativa è costituita dai disastri derivanti dal vivere in realtà prive di contenuti umani.

Quando il dolore derivante dal "vecchio" diverrà insopportabile allora si troverà la forza per dedicarsi con abnegazione a preparare il "nuovo".

Il progetto di una realtà sociale dotata del Reddito di Cittadinanza nasce da esigenze irrinunciabili e l'abbandono dei pregiudizi che vi si oppongono è una necessità imprescindibile.

Quanto precede può costituire un primo accenno al modo di realizzare una società in cui esista la sicurezza materiale.

Per quanto riguarda l'esigenza della sicurezza giuridica è sufficiente ribadire quello che è già abbondantemente emerso nella Cultura contemporanea sulla necessità di liberare le strutture pubbliche di ogni incombenza di gestione e di governo dell'economia, di ogni missione assistenzialistica e di ogni compito di formazione culturale, per dedicarsi esclusivamente alla tutela giuridica dei Cittadini, lasciando le attività improprie al settore privato.

Per quanto riguarda il reperimento delle risorse monetarie necessarie alla pubblica amministrazione della Giustizia si dovrà provvedere con le emissioni monetarie datate.

Venendo, infine, all'esigenza della Libertà, è sufficiente osservare che l'istituzione del Reddito di Cittadinanza, svincolando gli individui dai condizionamenti economici, crea le condizioni del loro orientamento individuale e sociale in base a motivazioni interiori e quindi rendendo possibile la loro libera autoevoluzione.

Se si fosse certi che quanto detto possa essere integralmente compreso ci si potrebbe limitare ad esso e considerarlo progetto sociale sufficiente a risanare qualunque contesto, comunque dissestato.

Ciò comunque richiederebbe doti di fantasia creativa nel lettore per confrontare la proposta con le realtà in cui si dibatte.

Da questo punto di vista può considerarsi utile, mettere a disposizione di chi lo desiderasse, tutto il lavoro di analisi pensante delle realtà sociali, che ha portato a tale progetto, contenuto nei libri la via d'uscita, del 1979,  e la neosocietà, del 1991.

 

Punti di vista pratici

La riflessione sui punti essenziali del progetto sociale presentato genera una serie di interrogativi a cui è possibile dare risposta partendo dalla Conoscenza della realtà sociale in cui si è vissuti.

Le riforme basilari per iniziare il riassetto  di qualunque compagine sociale, comunque dissestata, sono le seguenti:

 - istituzione della datazione monetaria .

 - istituzione della fiscalità monetaria .

 - istituzione del Reddito di Cittadinanza .

 - liberalizzazione dei rapporti di lavoro .

 - abrogazione di tutte le leggi di regolazione e governo dell'economia .

 - abrogazione di tutte le leggi relative all'assistenza pubblica .

 - PRIVATIZZAZIONE DI TUTTE LE ATTIVITÀ EXTRA-GIURIDICHE DELLO STATO .

 - riorganizzazione delle strutture giuridiche .

 

Andiamo ad esaminare il contenuto di ciascuna riforma.

 

Istituzione della Datazione Monetaria

Per istituire la datazione monetaria è sufficiente stabilire per legge che da un determinato giorno tutto il Denaro esistente, reale o di credito, vada considerato come recante la data del giorno stabilito.

 

Istituzione della Fiscalità Monetaria

Per istituire la fiscalità monetaria è sufficiente stabilire per legge che l'Istituto di Emissione faccia degli accrediti mensili,  per il Reddito di Cittadinanza, per gli emolumenti agli addetti al settore pubblico e per le spese pubbliche, registrandoli, in dare, in conti singoli intestati ai beneficiari presso le varie Banche, e registrando le contropartite, in avere, in un conto che potrebbe chiamarsi conto generale di compensazione monetaria, su cui saranno registrate, in dare, le decurtazioni mensili della Massa Monetaria globale effettuate dalle varie Banche.

I pagamenti della circolazione monetaria avverranno a mezzo assegni Bancari datati , anche a copertura garantita, con carte di credito, oppure con segni monetari datati, per le spese mensili correnti.

Il Denaro datato verrà creato dalle Banche, su richiesta dei Cittadini, entro le disponibilità dei loro conti, e sarà registrato in dare in tali conti.

Tale Denaro, oltre la data di emissione, recherà il numero del conto del richiedente, nonché il codice dello sportello che lo ha emesso.

Tale Denaro perderà mensilmente o annualmente una quota del suo valore nominale in base al tasso generale prefissato di decurtazione monetaria, e potrà essere sempre versato in qualsiasi conto Bancario al suo valore residuo.

I segni monetari invecchiati, versati nei conti Bancari, verranno addebitati, nel loro valore residuo, alle Banche che li hanno emessi, per i controlli di regolarità, e da queste inviati all'istituto di Emissione, per la distruzione e per l'accredito, con data, del valore residuo alla Banca che li ha inviati.

I controlli avverranno automaticamente con le macchine a lettura ottica; sarà così anche possibile individuare immediatamente eventuali false emissioni  monetarie.

La differenza tra il valore nominale e quello residuo verrà registrata in avere nel conto di compensazione monetaria della singola Banca.

Tutti i conti di compensazione monetaria delle singole Banche faranno capo al conto generale di compensazione monetaria, gestito dall'istituto di Emissione.

Le varie Banche, il primo di ogni mese o di ogni anno, effettueranno la decurtazione monetaria mensile o annuale, al tasso generale di decurtazione vigente, registrando i valori di decurtazione in dare sui conti singoli e in avere sul conto di compensazione monetaria.

Ad ogni inizio d'anno tutti i conti di compensazione monetaria delle varie Banche verranno scaricati, registrando in essi, in dare, il loro ammontare e trasferendo lo stesso, in avere, sul conto generale di compensazione monetaria dell'istituto di Emissione.

Dopo tutte le operazioni di trasferimento, ad ogni inizio d'anno, il conto generale di compensazione tornerà a zero, salvo per quelle quote di segni monetari ancora in circolazione oppure distrutti.

Tutta la materia sarà rigidamente regolata da un'apposita legge contenete quanto esposto.

L'ammontare del Reddito di Cittadinanza individuale, degli emolumenti degli addetti all'organizzazione statale, gli stanziamenti per le spese pubbliche, nonché il tasso di decurtazione monetaria mensile verranno fissati per legge in base alle deliberazioni tecniche di appositi organi che saranno all'uopo creati.

Il principio regolatore che guiderà la determinazione di tali ammontari sarà quello dell'equilibrio della bilancia commerciale generale.

 

Istituzione del Reddito di Cittadinanza

Con l'istituzione del Reddito di Cittadinanza ogni Cittadino, dalla nascita alla morte, viene liberato dai condizionamenti della volontà, e quindi della Libertà, scaturenti dall'incertezza di poter soddisfare liberamente i propri bisogni vitali naturali, mediante la disponibilità dei beni naturali.

La protezione giuridica della proprietà privata, correttamente acquisita con libera contrattazione e scambio, diviene eticamente accettabile solo a condizione che non si determini mai l'inaccessibilità, per un solo Cittadino, delle fonti naturali della propria sopravvivenza.

Tale esigenza viene pienamente attuata con l'istituzione del Reddito di Cittadinanza fornito a ciascuno, mensilmente, in valore monetario.

Tale valore deve derivare dal vero potere economico che è quello dell'intera Massa Monetaria.

Se fosse possibile prelevare il Denaro, per fornire il Reddito di Cittadinanza, in quota, da ciascuna unità del Denaro presente nell'organismo sociale, si attuerebbe perfettamente l'istanza di Solidarietà che chiede l'istituzione di tale Reddito di Cittadinanza.

Ciò si realizzerebbe senza alcuna incidenza sui costi di Produzione e quindi senza generare inflazione.

Non potendosi realizzare il prelevamento monetario nella forma indicata si può pervenire allo stesso risultato decretando la perdita di valore del Denaro, secondo un adeguato tasso mensile, per creare la contropartita per le emissioni monetarie necessarie per il Reddito di Cittadinanza.

Con ciò si rende possibile la realizzazione di una dinamica economica tutta fondata sulla libera contrattazione e su accordi di convenienza dei suoi componenti, negli spazi consentiti dalla concorrenza commerciale.

Prima della istituzione del Reddito di Cittadinanza la sovranità del Cittadino sull'economia si attuava dal lato delle scelte d'acquisto che decretavano inappellabilmente il successo o l'insuccesso delle imprese produttive.

Dopo tale istituzione la sovranità del Singolo diviene operativa anche dal lato della contrattazione lavorativa, essendosi realizzata la parità contrattuale tra chi offre lavoro e chi lo chiede in stato di sicurezza vitale.

Con ciò le Aziende vengono condizionate sia dal lato del libero Mercato economico sia da quello del cosiddetto Mercato del lavoro cui bisogna andare incontro con accettabili offerte di convenienza.

Le scelte sociali individuali saranno determinate da valutazioni interiori di convenienza o vocazionali, realizzandosi la piena responsabilità dei Singoli che non potranno più far risalire ad altri la causa delle loro eventuali insoddisfazioni.

Per chi non trova attraenti le possibilità offerte dall'organismo sociale non rimane altra via che quella della ricerca culturale volta a ricostituire il collegamento con la realtà, per mezzo della maturazione individuale oppure con il lavoro creativo volto a modificare gli aspetti esteriori ritenuti insoddisfacenti o inadeguati.

Con l'istituzione del Reddito di Cittadinanza la Libertà individuale diviene concretamente conseguibile e quindi si crea la possibilità del lavoro culturale che scaturisce dalle coscienze individuali.

Le conquiste culturali, quando corrispondano a esigenze di altri, oppure possano divenire per essi vantaggiose, potranno dare luogo ad attività culturali di servizio ed entrare nel Mercato culturale, analogo a quello economico.

Nel Mercato culturale operano oltre alle legittime motivazioni economiche altre istanze interiori la cui soddisfazione spesso diviene preminente rispetto alle normali contropartite monetarie.

L'Essere Umano è tale che in nessuna delle sue manifestazioni sono assenti istanze interiori di soddisfazione e si può affermare con certezza che dal punto di vista dell'interiorità umana, la soddisfazione è il vero compenso che fa superare il dolore che si connette ad ogni attività lavorativa, sia fisica che mentale.

 

 

 

 

La Liberalizzazione Dei Rapporti Di Lavoro

La legislazione sui rapporti di lavoro dovrà essere tale da considerare centrale la tutela delle volontà che si sono espresse nei liberi contratti individuali.

Occorrerà abolire ogni forma di contrattazione collettiva ed ogni velleità di indirizzo o limitazione dell'attività economica, che sempre dovrà scaturire dalle volontà umane interessate.

Il moralismo che prospetta generici interessi collettivi per sottomettere poi ad essi le volontà umane dovrà sparire per sempre.

L'interesse collettivo è una mostruosa astrazione, priva di ogni realtà se non nella mente di coloro che per inconfessabili scopi lo prospettano, con il carattere di un'antica malvagia divinità cui si deve obbedienza ed adorazione.

La storia ha spesso portato alla luce le nefandezze che si sono attuate in nome di tali mostruosità e l'uso scorretto che si è fatto del potere richiesto per attuare “l'interesse collettivo".

L'unica realtà valutabile è l'interesse individuale il quale non necessariamente deve essere egoistico, anzi si può dire che il Progresso culturale e sociale dipende tutto dall'interesse e dalla soddisfazione individuale, realizzati da coloro che lo hanno prodotto.

 

Abrogazione di tutte le Leggi di Regolazione e Governo dell’Economia

Con lo svilupparsi dell'industrializzazione delle società contemporanee è emerso il problema della Solidarietà nei confronti di coloro che privi di ogni risorsa economica si trovavano esposti al pericolo dell'emarginazione.

La strada intrapresa dai poteri pubblici per fare fronte a tali esigenze è stata quella del dirigismo legislativo volto a prelevare forzosamente dal tessuto economico le risorse monetarie e successivamente ad indirizzare la Vita Economica nel tentativo di evitare le distorsioni rilevate.

Purtroppo ciò avveniva nella più assoluta ignoranza dei meccanismi psicologici che sono la base della Vita Economica, con la conseguenza di creare condizioni di generale paralisi della stessa.

Da parte dei Governi ci si regolava sulla base dei suggerimenti di esperti d'economia formati sui lavori di economisti dell'ottocento che perseguivano l'obiettivo di trovare dei meccanismi di regolazione dell'economia e non la soddisfazione dei Singoli.

L'esperienza ha dimostrato che nessuna di tali visioni ha raggiunto anche parzialmente gli obiettivi perseguiti.

Si è proceduto di fallimento in fallimento fino al punto che si comincia a sentire l'esigenza di un profondo cambiamento di rotta.

Il Mercato è stato riscoperto come il toccasana dei mali, abbandonando le esigenze solidaristiche giacché si è capito che nella povertà generale è illusoria ogni Solidarietà.

Con tali atteggiamenti unilaterali si preparano le condizioni per ulteriori disastri futuri.

Fino a quando ci si ostinerà a procedere a colpi di timonate legislative non si farà altro che continuare a sfasciare la barca sociale su cui tutti galleggiamo.

 

Il Giubileo Sociale

I processi involutivi delle società contemporanee portano alla formazione di gruppi di potere contrapposti.

Ciascun gruppo amministra a proprio vantaggio il potere di cui dispone creando nel contempo una filosofia giustificativa di esso.

L'assorbimento delle energie nell'impegno di consolidamento delle proprie posizioni fa trascurare le esigenze degli emarginati che divengono preda di stati depressivi o di organizzazioni delinquenziali.

Proseguendo su queste strade si perverrà ineluttabilmente a scontri sempre più distruttivi fino alla completa disgregazione della vita sociale.

Tale disgregazione è già in atto in molti paesi del mondo e in tutti i restanti paesi essa è in corso di preparazione come risulta chiaramente dai sintomi che si vanno presentando.

La fonte psicologica che porta ciascun gruppo sociale a mettersi in guerra con gli altri gruppi è costituita dall'analisi delle loro imperfezioni.

L'unico modo per evitare la catastrofe è quello di capire che nessuno è esente da gravi colpe sociali e pertanto la soluzione va cercata non nella distruzione degli avversari, ma nella creazione di un nuovo modello sociale in cui non sia più possibile il ripetersi degli errori del passato.

Tale tentativo può essere attuato prima di raggiungere l'orlo dell'abisso.

Se ciò accadrà la vita sociale potrà riprendere rapidamente il suo normale corso, altrimenti saranno necessari molti dolori prima che ci si decida a mutare mente.

Chi ostinatamente vuole inchiodare gli avversari alle loro colpe, da un lato si espone ad una reciprocità di trattamento e dall'altro innesca un processo distruttivo da cui non risulteranno né vincitori né vinti.

Ogni Essere Umano che combatte pensa di essere dalla parte della ragione e vuole distruggere il male impersonato dagli avversari.

In tale comportamento vi è un profondo errore di metodo, ereditato dal passato.

Il male non si combatte con la distruzione, ma con la creazione di situazioni in cui l'Essere Umano possa trovare occasioni di soddisfazioni senza danneggiare gli altri.

La libera creatività e la libera partecipazione sono le fonti per la diffusione del benessere da cui può nascere la felicità individuale.

Di contro, il soffocamento di ogni creatività è la fonte malsana da cui promana il malessere e l'infelicità individuale, fonti di odio e di distruzione.

Il Potere che vuole realizzare forzosamente disegni ideologici è la fonte principale di tutti i mali.

Il Potere ha due facce, una giuridica, volta alla protezione e difesa dei diritti individuali, e una ideologica volta a plasmare gli Esseri Umani secondo modelli ideologici astratti.

Il primo è legittimo perché è di sevizio, il secondo è illegittimo perché sopraffattore.

Il Potere attraverso l'attività legislativa informa di sé le strutture sociale e quand’anche si decidesse di abbatterlo, senza una matura visione  progettuale basata sulla Conoscenza della realtà, si rischierebbe di cadere in situazioni di disordine sociale peggiori delle precedenti.

Un organismo sociale plasmato per lungo tempo da azioni legislative di governo ispirate da velleità dirigistiche, assume l'aspetto di un corpo vivente infestato da ramificazioni cancerose la cui estirpazione traumatica può metterne in pericolo la vita.

Ecco perché il trapasso da un sistema sociale ad un altro richiede una lunga preparazione culturale e una profonda Conoscenza della realtà.

In tali trapassi si presenta, tra gli altri, il pericolo dello scatenamento di odi tra i gruppi contrapposti, ed ecco il motivo per il quale è necessario stabilire un clima di pacificazione sociale basato sul convincimento che molti delle deviazioni sono scaturite dalla innaturalezza del precedente regime.

Un giubileo sociale è la prima esigenza da attuare in qualsiasi mutamento di regime.

Di fronte ad un comportamento umano anomalo è difficile stabilire se esso sia scaturito da decisioni autonome oppure se sia stato causato da condizioni esterne innaturali.

Se un regime viene, ad un certo momento, considerato non corrispondente alle esigenze umane, è logico dedurre che la sua influenza passata abbia indotto i Cittadini a comportamenti irregolari, i quali, a loro volta, abbiano reagito negativamente sul sistema con la creazione di una spirale comportamentale negativa.

Ciò perché una gran parte delle azioni umane è determinata da atteggiamenti emotivi per cui la reazione ad imposizioni non comprese e non accettate crea una situazione di conflitto con la fonte di esse e da quel momento i comportamenti diverranno di guerra, cioè privi di ogni carattere morale e tutti miranti alla difesa, da una parte, e all'offesa, ove possibile, dall'altra.

Lo stato di guerra con le istituzioni, di gruppi sociali tra loro o di individui contro altri individui, snatura il carattere dei comportamenti umani e dei giudizi che una parte formula sull'altra.

Ecco perché ogni radicale mutamento di regime, motivato da lucide analisi sociali, per essere coerente con le proprie convinzioni deve azzerare tutto il contenzioso penale e pubblico proveniente dal passato.

Ciò non ha il significato che tutte le azioni umane siano di carattere reattivo, cioè emotivo, ma non potendo distinguersi tra i vari comportamenti, nel dubbio, da un lato, e nella certezza dell'esistenza di irregolari situazioni sociali precedenti, dall'altro, è bene, all'inizio di ogni riforma sociale radicale, realizzare quello che sopra è stato chiamato il giubileo sociale.

Ciò per ottenere la riconciliazione sociale indispensabile per un ordinato avvio di una nuova strutturazione della società.

Il giubileo sociale ha ripercussioni psicologiche, ma le preoccupazioni degli Esseri Umani non hanno soltanto origine da disagi psicologici, ma anche da disagi economici.

Nella fase di profonda trasformazione di un assetto sociale in un altro diverso, inevitabilmente si determineranno delle necessità di eliminazione di strutture ritenute superate, con la conseguenza della perdita provvisoria di lavoro da parte di molti Cittadini.

Ciò impone l'esigenza della immediata istituzione del Reddito di Cittadinanza la cui pratica realizzazione dipende dalla corrispondente riforma monetaria e fiscale.


LA QUESTIONE SOCIALE

Ladispoli 7 Giugno 1992

 

 

Tutte le strutturazioni sociali presenti nel mondo, per un verso o per un altro, non corrispondono alle esigenze degli Esseri Umani.

Tali esigenze sono: la sicurezza materiale, la sicurezza giuridica, la Libertà.

L'unico modo per realizzare la sicurezza materiale e la Libertà è l'istituzione del Reddito di Cittadinanza.

La sicurezza giuridica può essere assicurata con la depurazione delle strutture statali da ogni funzione che non sia quella della protezione giuridica dei Cittadini.

Per realizzare l'Istituto del Reddito di Cittadinanza l'unico modo possibile è quello del ricorso ad accrediti monetari mensili da parte dell'istituto centrale di emissione a favore di tutti i Cittadini.

Le contropartite di tali emissioni saranno costituite dalle decurtazioni monetarie mensili o annuali, a tasso programmato, dell'intera Massa Monetaria.

Ovviamente ogni movimento di valori monetari dovrà essere legato alla data e la relativa decurtazione si baserà su tale data.

Tale meccanismo sostituirà, beneficamente, quello pernicioso dell'inflazione.

In quanto precede è contenuto tutto l'essenziale per un progetto globale di riforma di qualunque sistema sociale.

I concetti sopra richiamati, essendo per lo più nuovi, necessitano di chiarimenti.

Per raggiungere questo scopo descriviamo le situazioni e i comportamenti dei protagonisti sociali in un contesto riformato in base ai concetti sopra esposti.

 

Il Cittadino

1°)  - Ciascun Cittadino riceve in un proprio conto Bancario, mensilmente una somma, chiamata Reddito di Cittadinanza, idonea a consentirne la dignitosa sopravvivenza, indipendentemente dalla condizione contingente personale.

2°)  - Ad ogni inizio di anno ogni Cittadino verserà nel proprio conto Bancario tutto il Denaro contante di cui dispone, per consentire l'apposizione su tale Denaro della data del nuovo anno. Dopo tale apposizione il Denaro potrà essere prelevato nuovamente nell'ambito della disponibilità del proprio conto Bancario.

3°)  - Il saldo del conto verrà sottoposto alla decurtazione fiscale, al tasso fiscale generale, e tale decurtazione verrà accreditata sul conto fiscale personale, custodito presso l'istituto centrale di emissione.

 

L’istituto Centrale di Emissione

1°)  - Ad ogni inizio di mese l'istituto centrale di emissione provvederà, tramite le proprie filiali distribuite sul territorio, ad accreditare il conto Bancario di ogni Cittadino del Reddito di Cittadinanza, addebitando il suo conto fiscale personale, custodito nell'Istituto. Provvederà anche ad accreditare nei conti degli addetti alla pubblica amministrazione i loro stipendi e a versare alle singole casse le somme occorrenti per la pubblica gestione, previste nei preventivi di spesa, autorizzati dagli Organi competenti.

2°)  - Ad ogni inizio di anno controllerà che le singole Banche, presso le quali i Cittadini hanno i propri conti, trasmettano le decurtazioni fiscali da accreditare sui conti fiscali personali.

3°)  - Gestirà il movimento del Denaro contante, scaricando le Banche degli esuberi oppure rifornendole su loro richiesta.

 

Le Banche

1°)  - Oltre le tradizionali funzioni di raccolta di risparmio e di credito, le Banche gestiranno i conti individuali dei Cittadini ove mensilmente verranno accreditati, dall'istituto centrale di emissione, i Redditi di Cittadinanza.

2°)  - Ad ogni inizio d'anno riceveranno i versamenti di tutto il contante detenuto dai Cittadini, lo dateranno, trasmettendo l'eventuale esubero all'istituto centrale di emissione.

3°)  - Ad ogni inizio d'anno effettueranno la decurtazione fiscale dei conti dei Cittadini al tasso fiscale generale vigente, accreditando i relativi conti fiscali personali custoditi presso l'istituto centrale di emissione.

 

*   *   *

 

Nei nove punti precedenti è descritto il meccanismo operativo della fiscalità monetaria e del Reddito di Cittadinanza.

La determinazione dell'ammontare del Reddito di Cittadinanza e del tasso fiscale, spetta, ad ogni inizio d'anno, ad un organo di rappresentanza della Vita Economica, che con la ratifica dell'organo di rappresentanza della Struttura Giuridica, vengono trasmessi all'istituto di Emissione e alle Banche, per gli adempimenti di loro spettanza.

I criteri per la determinazione dei due valori suddetti deriveranno dalla valutazione dei saldi monetari dei rapporti con l'estero, con la mira di mantenere l'equilibrio di tale campo.

L'organo di rappresentanza dell'organismo economico, su indicazione dei responsabili settoriali della pubblica amministrazione, delibererà in merito alle proposte di stipendi e di spese, trasmettendo i deliberati, dopo la ratifica dell'organo di rappresentanza della Struttura Giuridica, all'istituto di Emissione.

Oltre quanto detto sopra non è opportuno aggiungere ulteriori precisazioni, in merito alla costituzione e formazione delle rappresentanze per il governo della Vita Economica e di quella giuridica, spettando ai Cittadini il compito di maturare le convinzioni culturali di base, per pervenire a specificazioni costituzionali, per la realizzazione di quanto indicato.

Appare invece opportuno indicare alcune conseguenze di fondo derivanti dall'attuazione delle riforme proposte.


 

Il Reddito di Cittadinanza

1°)  - L'esistenza del Reddito di Cittadinanza generalizzato consente la libera contrattazione individuale in ogni campo della vita sociale.

2°)  - Consente la libera ristrutturazione delle Aziende e degli Organismi pubblici, senza che le momentanee disoccupazioni divengano insostenibili.

3°)  - Consente l'autogestione della vita individuale dei Cittadini tenendo conto delle vocazioni e non delle sole necessità materiali.

 

La Fiscalità Monetaria

1°)  - L'istituzione della fiscalità monetaria consente il recupero a fini sociali dell'enorme valore monetario distrutto annualmente dall'inflazione.

2°)  - Consente la liberazione dell'organismo economico dalle imposizioni fiscali, dirette e indirette, che, entrando nei costi di Produzione, creano l'inflazione.

3°)  - Libera i Cittadini, le Aziende e le strutture pubbliche dalle incombenze delle dichiarazioni dei redditi.

 

*   *   *

A questo punto è possibile fare delle considerazioni sui criteri generali che dovranno guidare la vita sociale del futuro.


 

Il Libero Mercato

Nella Cultura sociale sempre più si va affermando la convinzione che il libero Mercato è l'unico sistema valido per il sano sviluppo della Vita Economica.

Nel libero Mercato il potere economico è tutto nelle mani dei Cittadini che, con le loro scelte di acquisto, determinano il successo o l'insuccesso delle Aziende e, ad esse, resta solo una funzione di servizio.

Nel libero Mercato la formazione dei Prezzi nasce dai costi di Produzione e dai margini di utile voluti dai Produttori.

Perché un prodotto venga immesso sul Mercato è necessario che il suo Prezzo sia vantaggioso, per gli Acquirenti, rispetto a quello praticato dalla concorrenza.

La libera concorrenza è l'unico mezzo per la continua diminuzione dei Prezzi di Mercato, per effetto delle razionalizzazioni produttive e del Progresso tecnologico, con beneficio degli Acquirenti.

Con i Prezzi di Mercato debbono fare i conti le Aziende che, nelle contrattazioni con tutte le parti in gioco, dovranno far valere i limiti posti dal Mercato.

L'esistenza del Reddito di Cittadinanza metterà ogni Singolo contraente in grado di fare delle scelte di convenienza, cioè libere, facendo con ciò valere il proprio concreto giudizio in campo sociale.

Sia le iniziative produttive che quelle di lavoro avranno concrete possibilità di successo se opereranno in subordinazione alle esigenze del Mercato.

Ciò costringerà tutti gli Operatori del settore economico ad un alto impiego delle facoltà intellettuali e manuali, per trovare nuovi spazi operativi e per offrire sempre nuove convenienze agli Acquirenti, cioè a tutti.

Chi vorrà avviare un'impresa economica dovrà confrontare la sua aspettativa di utile con le possibilità offerte dal Mercato.

Chi vorrà lavorare in campo sociale dovrà confrontare la propria aspettativa di remunerazione con i preesistenti costi della Produzione verso cui vuole orientarsi.

L'esistenza del Reddito di Cittadinanza consentirà, a chi vorrà cimentarsi in campo economico, di prepararsi in maniera da poter soddisfare le richieste del Mercato.

La fiscalità monetaria, liberando la Produzione da qualsiasi aggravio estraneo alla Vita Economica, permetterà la formazione dei Prezzi solo in base ai reali costi economici.

In campo economico il Progresso porterà ad un sempre maggiore impiego delle macchine, da un lato, e ad una sempre maggiore specializzazione lavorativa, dall'altro, con continuo aumento della riduzione dei costi, con vantaggio degli Acquirenti, cioè di tutti.

Assodato che il libero Mercato favorisce i legittimi interessi di ciascuno, e quindi di tutti, è necessario che esso goda di tutela giuridica da parte dell'organizzazione statale.

Si può tranquillamente dire che l'unica ragione d'essere dell'organizzazione statale è il suo servizio giuridico a favore dei Cittadini e della Comunità da essi costituita.


 

L’Organizzazione Statale

Gli Operatori del campo economico possono continuare a produrre i beni necessari anche agli addetti all'organizzazione statale, in quanto hanno necessità della loro protezione giuridica.

L'Organo di rappresentanza del settore economico dovrà stabilire i compensi degli addetti al settore statale, in misura adeguata al livello di vita medio conseguito dalla struttura sociale e tali da incentivare le scelte di lavoro verso tale settore, essenziale alla pace sociale.

In merito alle forme da assumere delle strutture pubbliche, più confacenti agli interessi generali, vi è da dire soltanto che sarà necessario espellere da esse quelle che non abbiano carattere di servizio giuridico.

Tutte le forme di potere diretto sul settore economico dovranno immediatamente scomparire in quanto capaci solo di intralciarne il benefico sviluppo e di aggravarne inutilmente i costi.

Al settore giuridico spetta la sorveglianza sui comportamenti sociali, per evitare la violazione delle norme di pacifica convivenza previste dalle leggi che l'organizzazione sociale si è date e si andrà dando, con il progredire della Civiltà giuridica.

La rilevazione delle trasgressioni spetterà agli Organi di Polizia e la loro valutazione giuridica sarà di competenza della Magistratura che stabilirà i necessari reintegri forzosi a carico dei trasgressori.

La liberazione del settore giuridico da ogni funzione impropria consentirà rapidità nelle rilevazioni e nei provvedimenti reintegrativi.

Il regime dei vincoli e delle proibizioni aprioristiche e quello delle licenze, dei permessi, delle concessioni e similari dovrà scomparire il più presto possibile ed essere considerato come un brutto capitolo del cammino sociale, fonte di tutte le sopraffazioni e delle corruzioni che hanno martoriato il tessuto sociale.

Lo smantellamento di moltissime delle attuali strutture pubbliche, attuato in regime di Reddito di Cittadinanza, eviterà i traumi sociali che si avrebbero senza l'esistenza di tale sicurezza di base.

Con ciò si avrà la possibilità che i Cittadini si orientino verso attività socialmente proficue con beneficio psicologico oltre che economico.

Circa i modi di strutturarsi del settore giuridico vi è poco da dire, giacché gli addetti a tale settore hanno un altissimo grado di Conoscenza della problematica sociale e di competenza giuridica e sapranno deliberare i provvedimenti necessari nonché indicare le forme di snellimento e di efficienza necessarie alla vita sociale.

 

Il Problema Culturale

Il problema culturale appartiene alla sfera individuale di ogni Essere Umano.

Ciascuno è sovrano della propria coscienza e responsabile verso se stesso del proprio stato interiore.

Tutto il lavoro interiore volto al raggiungimento di propri obiettivi è la fonte di ogni tipo di Cultura.

Quando le conquiste personali portano a realizzazioni esteriori divengono messaggi culturali o beni culturali.

I beni culturali possono essere oggetto di domanda e offerta, come i beni economici, e quindi dare luogo ad un Mercato culturale che si integra nel Mercato economico.

I beni culturali possono essere infiniti come infiniti possono essere i bisogni culturali.

Appartengono a tale categoria i servizi religiosi, di insegnamento, di assistenza medica, di assistenza legale, gli elaborati scientifici, le produzioni artistiche ed in generale tutte quelle manifestazioni umane in cui resta stretta e indispensabile la connessione tra il prodotto e la persona che lo ha posto in essere.

Lo scambio dei beni culturali,  con altri della stessa natura o diversi, dà luogo al libero Mercato culturale, integrato nel libero Mercato economico, da cui si distingue solo per la natura prevalentemente immateriale delle produzioni.

Anche in campo culturale, come in quello economico, la sovranità appartiene al libero utente e ogni tentativo di intromissioni estranee, nei rapporti tra i contraenti, va combattuto anche sul piano legislativo.

Le istituzioni debbono tenersi lontane da ogni forma di assistenzialismo o di indirizzo, giacché il percepimento del Reddito di Cittadinanza consente a ciascuno di gestire responsabilmente la propria vita e quindi di fare le proprie esperienze, anche negative, il cui superamento appartiene alla Libertà individuale.


Quanto precede è la comunicazione, estremamente sintetica, di una riflessione quarantennale sulla vita sociale.

Ogni parola ed ogni concetto necessitano di approfondimento meditativo per confrontarli con l'esperienza di vita di ciascuno.

Tali comunicazioni vengono fatte nella convinzione che il futuro non consentirà più di navigare sulla superficie della vita, ma chiederà a ciascuno una presa di posizione sociale responsabile, affinché la democrazia divenga, finalmente, una formula benefica per l'Essere Umano.

Il mondo è devastato da terribili disfacimenti di strutture sociali, con catastrofi e dolori umani inaccettabili.

Chi è ancora in tempo ha l'obbligo di interrogarsi profondamente per cercare le soluzioni che evitino il cadere in tali situazioni.


STATALISMO E ANTROPISMO

Ladispoli 18 Agosto 1992

 

 

L'evoluzione culturale dell'Umanità, dalle origini ai giorni nostri, ha proceduto sotto la spinta di due tendenze culturali contrapposte.

Una di tali tendenze vuole il governo dello sviluppo, in base a principi generali supposti giusti, con la necessità della subordinazione forzosa delle volontà umane alle direttive del potere.

L'altra tendenza poggia sulla libera creatività degli Esseri Umani e sulla loro partecipazione sociale basata su libere convinzioni individuali.

La realizzazione storica della prima tendenza è costituita dalle organizzazioni statali con le loro leggi e con le strutture impositive.

La realizzazione storica della seconda tendenza è costituita dal libero Mercato economico e culturale, la cui dinamica scaturisce dai comportamenti individuali basati su scelte di convenienza.

Dal punto di vista della felicità individuale è evidente che essa appare realizzabile solo nel libero Mercato nel quale esiste la possibilità di commisurare ogni azione alle proprie esigenze individuali.

Tutta la Cultura che sostiene la prima tendenza la possiamo chiamare statalismo, mentre quella della seconda tendenza la possiamo chiamare antropismo.

Lo statalismo pone come categoria suprema lo stato, mentre l'antropismo privilegia il libero sviluppo dell'Essere Umano.

La democrazia può essere vista come la tendenza a passare dallo statalismo all'antropismo.

Lo statalismo ha necessità di disporre di forze coercitive per imporre le leggi e pertanto deve contenere in sé principi di violenza.

L'antropismo esclude la necessità di ogni violenza impositiva e limita la propria struttura legislativa alla proibizione della violazione dei diritti.

 

Felicità individuale e universale

Lo sviluppo della Personalità umana porta al suo progressivo potenziamento e la espone alla tentazione della sopraffazione nei confronti dei propri simili.

A ciò si perviene quando allo sviluppo non si accompagna una giusta evoluzione culturale.

Se l'Essere Umano si è nutrito di una Cultura della fratellanza non soggiacerà alla tentazione di sottomettere i fratelli al proprio volere ma cercherà il loro consenso per le azioni comuni.

Chi vuole sottomettere gli altri al proprio volere ne provoca l'opposizione e quindi si condanna, prima o poi, all'isolamento.

Il rapporto tra le libere coscienze umane deve essere basato sul reciproco rispetto che crea il terreno per il reciproco Amore.

L'Amore è il desiderio del bene e della felicità dell'altro.

La disposizione all'Amore scaturisce dalla convinzione che ogni altra creatura dell'universo fa parte di noi e pertanto che la nostra felicità non sarà mai completa se non sarà condivisa da tutti.

Quel tanto di felicità che ciascuno riesce a conquistare costituisce, da un lato, la conferma della sua importanza e, dall'altro, una anticipazione di quella più grande di cui si godrà in comunione con i propri fratelli.

Se l'Essere Umano considera la felicità universale come l'opera a cui tutto l'universo lavora, potrà considerare la propria e l'altrui felicità come mattoni di tale opera.

Felicità e Amore sono interconnessi: Io potrò amare un altro se ho in me l'idea della sua possibile felicità, altrimenti il mio Amore, come semplice sentimento, potrà riscaldare il cuore altrui ma non lo aiuterà a superare la propria infelicità.

La felicità è corrispondenza dei nostri desideri con le situazioni esterne.

Il dolore fisico crea infelicità ed è sintomo di un disordine da riportare alla normalità.

La forza che fa superare il dolore è l'idea della felicità come necessaria, cioè la speranza di felicità.

Al dolore fisico deve fare da equilibratore la serenità e la felicità interiore.

 

Osservazioni Animiche

L'Amore nasce dall'autocoscienza dell'Io.

Un Io che è capace di prendere coscienza di Sé è anche capace di identificarsi con realtà esteriori.

Il moto che porta un Io a uscire fuori di Sé e a vivere contenuti esterni a Sé, si chiama Amore.

I contenuti esterni all'Io sono i pensieri, i sentimenti e le forze volitive.

L'Io può mettersi in contatto con tali contenuti in quanto li vive in Sé.

Attraverso una parte  di Sé l'Io può pensare.

Attraverso un'altra parte di Sé può provare dei sentimenti.

Attraverso la propria corporeità l'Io può estrinsecare la propria volontà.

Quando la volontà opera nella sfera del pensiero diviene fantasia creatrice.

Quando la capacità di pensare si rivolge al mondo esterno diviene Conoscenza e quando si rivolge al mondo dei propri sentimenti diviene Conoscenza di Sé.

Il collegamento tra la vita interiore e quella esterna può avvenire liberamente solo attraverso l'Amore.

L'Amore rende libero l'Essere Umano in quanto gli permette di creare collegamenti tra la realtà interiore e quella esteriore.

L'armonizzazione tra tali due realtà può avvenire solo se l'Io è libero di apportare creativamente correzioni agli squilibri e ai contrasti che possano sorgere tra tali mondi.


VECCHIA E NUOVA LOGICA FISCALE

Ladispoli 20 Agosto 1992

 

 

Tutte le organizzazioni statali contemporanee sono strutturate secondo una logica derivante dalla Cultura dell'impero Romano.

Secondo tale logica lo Stato è considerato come una categoria primaria dotata di sovranità e di potere nei confronti dei Cittadini considerati come Sudditi.

Le concezioni democratiche si sono limitate a cercare le forme per determinare il modo di legittimare lo stato, spostando la derivazione del potere dalla sfera teologica a quella popolare, lasciando integro il vecchio concetto di Stato.

Lo sviluppo economico delle moderne società ha creato un nuovo potere, cioè quello economico, che è entrato in conflitto con quello statale.

Gli stati hanno tentato di superare tale conflitto attraverso le imposizioni fiscali volte a trasferire ad essi quote di tale nuovo potere.

Ciò viene teorizzato affermando l'esistenza del primato della politica sull'economia.

Con il progredire di tale dinamica si perviene alla completa mortificazione della Vita Economica, con tutte le conseguenze negative in campo sociale che alla fine portano al completo dissesto delle strutture statali.

Ciò comincia ad essere intravisto e si tenta di ritornare al rispetto della Vita Economica riscoprendo i valori del Mercato.

Sempre più spesso si parla dell'esigenza di riformare gli stati, restando però nel vago senza una vera progettualità, a causa della tirannide del vecchio concetto di stato.

Si è arrivati a capire che lo stato deve uscire dalla Vita Economica e si comincia a postulare l'esigenza delle privatizzazioni e a fare i primi passi in tale direzione.

Nel contempo però si inasprisce la pressione fiscale nel tentativo di risanare i bilanci statali dissestati.

La conseguenza sarà che a breve si avrà una grande recessione mondiale.

Si potrà uscire da tale spirale mortale solo quando ci si deciderà a rivedere il problema fiscale nell'ottica della Vita Economica.

La moderna dinamica economica, per essere florida, ha necessità di essere liberata da ogni forma di direzione statale e da ogni imposizione fiscale del tipo tradizionale.

Ogni onere economico, diretto o indiretto, sulla Produzione si scarica sui Prezzi generando la spirale inflazionistica, mortale per la vita sociale.

 

Il principio, accettato dogmaticamente, della preminenza della politica sull'economia, derivato da epoche storiche precedenti, è la fonte dei dissesti cui vanno incontro tutte le strutture sociali contemporanee.

Da tale principio derivano le dissennate politiche fiscali che portano le economie a situazioni asfittiche con tutti i malesseri sociali che affliggono il mondo.

Si potrà iniziare a risalire la china solo quando ci si deciderà a rivedere la logica fiscale in base alle vere esigenze delle realtà contemporanee.

Tentiamo di gettare le basi per una corretta impostazione di tale problema.

La dinamica economica moderna, creatrice di ricchezza e di benessere, esige lo svincolo da ogni dirigismo statale, da un lato, e da ogni imposizione fiscale, dall'altro, per liberare i costi, e quindi i Prezzi, da ogni inquinamento estraneo alla Vita Economica.

Questa è una prima fondamentale esigenza da tenere presente.

Dal lato della organizzazione statale vi è l'altrettanto importante esigenza di disporre delle risorse monetarie necessarie alla propria gestione, per realizzare le finalità sociali dello stato.

Il contrasto tra tali due esigenze è la fonte di tutti i malesseri sociali presenti nel mondo.

Il problema non si risolve, come avvenuto in passato, con la preminenza dell'una o dell'altra esigenza, bensì attraverso una nuova impostazione del problema fiscale.

Finora gli stati hanno scaricato, attraverso il fisco, gli oneri derivanti dalle proprie esigenze monetarie sull'attività produttiva con la conseguenza di inquinare i costi e quindi i Prezzi di Mercato, generando quella che si chiama inflazione, fonte primaria di tutti i mali sociali.

Per la logica fiscale tuttora operante, è considerata ricchezza tassabile solo quella prodotta annualmente dalla Vita Economica e ci si è ostinati a voler prelevare il fabbisogno statale da tale ricchezza.

Se una buona volta si allargherà la veduta alla reale ricchezza delle intere compagini sociali ci si accorgerà che essa è costituita non solo da quanto si va producendo ma anche da quanto si è già prodotto in passato.

Per ricchezza deve intendersi il potere economico reale rappresentato esclusivamente dal Denaro.

La disponibilità di Denaro crea il potere economico.

La base del prelievo fiscale del futuro dovrà essere costituita esclusivamente dalla intera Massa Monetaria presente nelle singole compagini sociali.

Il Denaro rappresenta il frutto della Vita Economica.

Per realizzare tale nuova fiscalità è necessario escogitare un metodo per ottenere la contribuzione fiscale direttamente dalla Massa Monetaria generale.

Se tutto il Denaro fosse sempre presente solo nelle Banche, si potrebbe realizzare tale esigenza attraverso un prelievo percentuale annuale sui depositi monetari.

Oltre al Denaro depositato in Banca esiste quello cartaceo detenuto dai Cittadini e l'insieme del Denaro depositato in Banca e di quello cartaceo costituisce la Massa Monetaria generale.

È tale massa che contiene il potere economico, cioè la ricchezza , e da essa va prelevato quanto necessario per la pubblica amministrazione.

Le due entità sono definite e quindi è possibile definire in percentuale della Massa Monetaria globale il valore del prelevamento per lo stato.

Per effettuare con semplicità e certezza tale prelevamento è sufficiente che una volta ogni anno tutto il Denaro sia depositato in Banca, nei conti dei Cittadini, per permettere il prelevamento percentuale a favore dello stato.

Per far sì che il Denaro contante venga anch'esso assoggettato annualmente al prelievo fiscale percentuale è sufficiente che esso rechi stampato l'anno di vigenza che ne rende valida la circolazione.

Trascorso l'anno fiscale di vigenza tale Denaro non potrà più circolare se non dopo essere passato per una Banca per il prelievo fiscale e l'aggiornamento della data.

Come è facile vedere tale sistema fiscale è automatico e non si scarica sui costi di Produzione e quindi sui Prezzi di Mercato e richiede ai Cittadini solo l'onere di fare aggiornare una volta all'anno, ad esempio nel mese di dicembre, il Denaro contante di cui dispone.

Con tale riforma fiscale è possibile da parte dello stato di abbandonare tutte le attuali imposizioni dirette ed indirette sulle attività economiche, realizzando a pieno la prima esigenza di cui si è detto sopra.


 FISCALITÀ PER LE MODERNE SOCIETÀ

Ladispoli 22 Agosto 1992

 

La logica fiscale delle odierne organizzazioni sociali deriva da epoche storiche precedenti.

In epoche premonetarie si è iniziato con il sistema delle decime applicato alle produzioni annuali ed ancora oggi si continua facendo prevalentemente riferimento alla ricchezza prodotta annualmente.

Con tale logica prima o poi si porta al dissesto qualunque organizzazione economica come appare evidente dal panorama dell'economia mondiale.

Occorre decidersi a reimpostare il problema fiscale sulla base delle caratteristiche di sviluppo delle moderne società.

È indubbio che il prelevamento fiscale vada fatto sulla ricchezza, ma a tale proposito occorre chiarire tale concetto.

Ai fini fiscali, nelle moderne società, si deve considerare ricchezza solo quella monetaria in quanto dotata di potere immediato, mentre la proprietà dei beni materiali non può essere considerata tale in quanto priva del carattere della immediata spendibilità.

Del resto gli Stati chiedono Denaro e non beni.

Va inoltre precisato che si deve considerare ricchezza da assoggettare a prelievo fiscale non solo quella prodotta in un anno ma anche quella proveniente dal passato.

Da un punto di vista di logica pura dovrebbe essere oggetto di tassazione solo la ricchezza monetaria del passato mentre quella prodotta nel presente andrebbe considerata come giusto premio a chi si è impegnato in attività produttive ed ha ricevuto il gradimento degli Acquirenti.

Siccome non è possibile distinguere il Denaro vecchio da quello nuovo, si deve considerare come tassabile tutto il Denaro presente nella compagine sociale in ogni esercizio fiscale.

Nei sistemi sociali del presente il Denaro del passato viene assoggettato ad una continua perdita di valore a causa dell'inflazione generata dallo scarico sui costi di Produzione degli oneri statali e sociali, senza che tale perdita abbia alcuna contropartita positiva.

Con il sistema fiscale monetario scompaiono tali oneri dai costi di Produzione e quindi viene eliminata la causa dell'inflazione.

In un sistema di libero Mercato viene ad invertirsi la dinamica delle svalutazioni in quanto il continuo abbassamento dei costi di Produzione porta ad una rivalutazione monetaria e alla perdita di valore dei beni prodotti e pertanto anche da questo punto di vista risulta logico pensare che l'onere della contribuzione fiscale spetti alla Massa Monetaria e non ai possessori di beni materiali in continua obsolescenza.

Il fabbisogno fiscale è una entità definita in ogni preventivo annuale e va rapportato ad un'altra entità parimenti definita quale quella della Massa Monetaria globale presente nella compagine sociale.

Per realizzare il prelievo fiscale monetario non vi è che un modo, cioè quello della decurtazione annuale percentuale dei depositi Bancari e del Denaro cartaceo.

A tal fine occorre che la cartamoneta rechi stampato l'anno di validità e venga sottoposta a decurtazione fiscale ad ogni aggiornamento di tale data.

All'obbiezione che in un sistema fiscale siffatto vi sarebbe una corsa agli investimenti immobiliari per togliersi di mano il Denaro, va risposto che in una libera economia di Mercato, cioè priva di ogni condizionamento estraneo, tutti i beni prodotti, compresi quelli immobiliari, vanno soggetti a rapida perdita di valore.

In una economia di Mercato pura i costi di Produzione tendono necessariamente alla continua diminuzione sia per effetto delle razionalizzazioni produttive sia a causa del Progresso tecnologico, sotto lo stimolo della concorrenza e la pressione di nuove Aziende che possono nascere solo se offrono convenienze al Mercato.

 

*   *   *

 

In quanto precede si è solo trattato della liberazione del settore economico dalle devastanti conseguenze di sistemi fiscali superati, ma il problema sociale ha anche altri aspetti qualitativi che non dipendono esclusivamente dalla capacità di produrre ricchezza, ma anche del modo di fare godere di tale ricchezza la totalità dei Cittadini.

Ci riferiamo al problema della Solidarietà sociale e quello della Giustizia.

La partecipazione attiva al libero Mercato economico presuppone capacità individuali adeguate alle sue esigenze tecniche ed economiche.

Ma non tutti gli Esseri Umani sono automaticamente dotati di tali capacità e anche coloro che le possiedono possono, a seguito di eventi avversi, perderle.

Se la sopravvivenza dovesse dipendere esclusivamente dalla partecipazione alle attività produttive, una parte dei Cittadini si troverebbe incapace a mantenersi in vita e quindi destinata a morire.

Ciò evidentemente non è accettabile e pertanto occorre prevedere sistemi compensativi di tali situazioni di emarginazione.

Finora gli Stati hanno tentato di fare fronte a tale esigenza nei modi più svariati, sia scaricando sul sistema produttivo alcune incombenze di Solidarietà sia provvedendo direttamente con le risorse reperite fiscalmente.

L'inadeguatezza dei sistemi fiscali ha finora impedito che a tale problema si desse l'unica soluzione veramente valida.

Tale soluzione consiste nella istituzione generalizzata ed incondizionata del Reddito di Cittadinanza.

Alcuni paesi si sono mossi timidamente in tale direzione istituendo Redditi di Cittadinanza condizionati a situazioni individuali particolari, ma la vera soluzione è quella della istituzione generalizzata cioè estesa incondizionatamente a tutti i Cittadini.

Ciò perché il Reddito di Cittadinanza, costituendo la realizzazione pratica del principio del Diritto alla Vita materiale nonché di quello di libera scelta, interessa tutti i Cittadini che debbono sempre sentirsi in condizione di sicurezza materiale e di potere decidere l'indirizzo della propria vita, indipendentemente da condizionamenti esterni alla propria volontà.

Con la generalizzazione del Reddito di Cittadinanza la Solidarietà diviene una questione di diritto e non di carità sociale, umiliante per ogni libera coscienza.

La concreta attuazione di tale Istituto può facilmente ottenersi con la nuova logica fiscale.

Se si istituisce una Cassa Sociale con potere di accreditare mensilmente i conti Bancari dei Cittadini dei Redditi di Cittadinanza in contropartita delle decurtazioni monetarie della nuova fiscalità, si è creato un meccanismo semplice per realizzare l'unica vera Solidarietà sociale umanamente concepibile.

A tale cassa può anche essere affidato il compito di accreditare all'amministrazione statale il Denaro per le sue esigenze di bilancio.

Con gli accrediti descritti si viene a determinare il livello globale della Massa Monetaria, condizionata da un lato dall'entità globale di tali accrediti e dall'altro dalla misura della percentuale annuale di decurtazione monetaria.

Sulla base di tali due parametri la Massa Monetaria globale assume continuamente un valore fisiologico specifico di ogni comunità sociale.

Sull'entità di tali due parametri influisce l'esigenza di equilibrio della bilancia dei pagamenti.

La misura di tali valori potrà essere determinata annualmente da consessi di rappresentanti qualificati del settore economico e di quello giuridico.

Con tale istituzione si risolve definitivamente il problema delle emissioni monetarie che divengono dipendenti da fattori oggettivi e non dall'arbitrio di compagini di potere.

Con l'istituzione del Reddito di Cittadinanza si rende possibile la libera contrattazione economica individuale nonché quella che viene chiamata mobilità sociale.

Con ciò le compagini sociali si struttureranno in conformità al loro livello culturale medio ed evolveranno continuamente con il progredire di tale livello.

Circa il fondamentale problema della Giustizia, cioè della difesa dei diritti, è sufficiente fare notare che lo svincolo dell'organizzazione statale dal settore economico, la rende idonea a realizzare pienamente tali istanze.

Con quanto precede si sono voluti esaminare i principali problemi sociali della vita contemporanea facendo delle proposte concrete e razionali per uscire dal generico parlare di riforme senza la prospettazione di progetti valutabili razionalmente.

Il sognante anelare a riforme strutturali senza coraggiose e libere analisi pensanti non contribuisce al Progresso, che esige soluzioni concrete sotto l'incalzare di eventi e prospettive disastrose che vanno assolutamente evitate per il bene di tutti.


VANTAGGI ED ONERI DEL DENARO NEL LIBERO MERCATO

Ladispoli 25 Agosto 1992

 

 

I Prezzi delle merci vengono formati in base ai costi e all'utile voluto dai Produttori.

Un'Azienda produttiva può immettersi sul Mercato solo se i suoi Prezzi risultino inferiori a quelli correnti.

La Libertà d'impresa è la condizione per il continuo abbassamento dei Prezzi.

Quando un produttore ha trovato il modo di abbassare i costi di Produzione di una merce, si è con ciò procurato un proprio spazio nel Mercato.

Ciò non può che provocare un abbassamento generalizzato dei Prezzi per allinearsi alla nuova situazione.

Da parte delle preesistenti Aziende produttive tale abbassamento può essere ottenuto o riducendo i precedenti margini di utile oppure studiando un nuovo modo di ridurre i propri costi di Produzione.

Quando un'Azienda non riesce più a ridurre i propri costi e ha ridotto al minimo i propri margini di utile, deve chiudere per non andare in perdita.

Nella Vita Economica la nascita e la morte delle Aziende sono fenomeni fisiologici e positivi dal punto di vista dei Cittadini Consumatori che da tali fatti ricavano il vantaggio della continua diminuzione dei Prezzi e quindi della rivalutazione del Denaro.

Di contro i preesistenti beni economici vengono sottoposti a continua svalutazione sia per effetto della riduzione dei Prezzi dei nuovi prodotti sia per il continuo progredire della loro qualità.

È solo il valore del Denaro che beneficia continuamente della dinamica del libero Mercato economico e quindi, in esso, spetta solo al Denaro l'onere della contribuzione fiscale.

 

L'attuale Fiscalità' causa della Guerra di Tutti Contro Tutti

Quando il fisco impone al processo economico un qualsiasi onere, questo va a scaricarsi direttamente o indirettamente sui Prezzi oppure riduce i margini di utile.

Si ha lo scarico diretto sui Prezzi quando l'onere viene imposto alla Produzione.

Si ha lo scarico indiretto quando l'onere viene imposto ai Consumatori che disponendo di minore Denaro possono comprare meno merci e quindi è come se le merci costassero di più.

Se si decurta il reddito dei Produttori viene ad essere ridotto il loro margine di manovra per potere ridurre i Prezzi in presenza della concorrenza, cioè si accorcia la vita delle Aziende.

Ogni imposizione fiscale sul processo economico opera quindi  in maniera deleteria facilitando la concorrenza estera.

Tale tipo di azione innesca la guerra economica tra gli Stati ed ogni Stato che incrementa il proprio peso fiscale mette le proprie Aziende in svantaggio rispetto a quelle di altri Stati che abbiano un'azione fiscale più blanda.

Da quanto descritto ha origine il disordine economico mondiale, da un lato, e dall'altro il pericolo di atteggiamenti egemonici da parte di alcune potenze per neutralizzare i pericoli alle proprie economie da parte di organizzazioni statali che consentissero un sano sviluppo delle proprie Aziende.

In tali condizioni si arriva all'assurdo che uno Stato fonda il proprio benessere sulle disgrazie e sugli errori degli altri Stati, cioè si è arrivati ad una situazione di guerra economica di tutti contro tutti.

Con la fiscalità monetaria viene a modificarsi radicalmente tale situazione e la lotta economica si riduce a lotta qualitativa nella formazione dei Prezzi, in regime di Solidarietà sociale a tutela di coloro che vengano emarginati dal settore economico.

In tali nuove condizioni, la concorrenza, anche di Aziende estere, si risolve in beneficio degli Acquirenti con stimolo alle Aziende nazionali per adeguarsi tecnicamente alle nuove situazioni.

L'esistenza di idonei margini di utili Aziendali consente ai Produttori in momentanea difficoltà per effetto della concorrenza sia interna che esterna di potere aggiornare i propri processi produttivi per recuperare giusti margini di utili.

Ciò potrà realizzare solo se le scelte imprenditoriali saranno libere, per fare riferimento solo alle esigenze del Mercato.

Il rapporto tra gli Imprenditori ed i Prestatori d’Opera, in presenza dell'Istituto del Reddito di Cittadinanza, dovrà essere basato sulla libera valutazione delle reciproche convenienze e dare luogo a contratti individuali.

Ci si avvierà così verso una situazione mondiale in cui tutti i Cittadini godranno di una base certa di sicurezza materiale e il gioco economico si svilupperà per il conseguimento di elementi aggiuntivi di benessere per coloro che ne sentiranno il bisogno.

Le Società somiglieranno sempre più alle Famiglie in cui non si fa mai mancare il necessario anche ai membri deboli e si cerca di riabilitarli per un migliore inserimento sociale.

La creatività umana troverà libero sfogo nelle attività economiche, oltre che in quelle giuridiche e culturali, con continuo ampliamento degli scambi dei liberi apporti individuali e quindi con continuo arricchimento culturale del livello medio mondiale.

Che i tempi reclamino tali soluzioni è abbondantemente dimostrato, da un lato dagli sconvolgimenti di intere aree geografiche e dall'altro dall'altissimo livello  raggiunto dalla tecnologia mondiale sia in campo informatico sia nell'utilizzo delle risorse naturali.

 

I disastri ecologici

I disastri ecologici sono originati dall'ammassamento delle popolazioni in aree urbane ristrette.

Tale ammassamento è originato dalla necessità degli Esseri Umani di avvicinarsi alle zone in cui sia possibile ottenere risorse monetarie per fare fronte alle esigenze imposte dalla moderna Civiltà.

Con l'istituzione del Reddito di Cittadinanza, reso possibile dalla fiscalità monetaria, si assisterà ad un ritorno verso le campagne e verso comunità più piccole in cui la vita e le relazioni umane sono a misura d'uomo.

Con ciò si recupereranno da un lato le risorse di enormi quantità di terreni oggi pressoché abbandonati e dall'altro scompariranno le cause dell'inquinamento che tornerà a divenire concimazione.

La disponibilità del Reddito di Cittadinanza farà sì che le scelte di vita e di lavoro scaturiscano da esigenze personali e non dalla coercizione del bisogno di sopravvivenza.

La riappropriazione del territorio da parte dei Singoli farà rifiorire la terra con beneficio di tutti


PER USCIRE DAL CAOS SOCIALE ITALIANO

Ladispoli 29 Settembre 1992

 

 

Oggi tutti i sistemi economici, ed in particolare quello italiano, si trovano in difficoltà a causa di errori nello sviluppo delle legislazioni fiscali che, sotto la spinta di esigenze settoriali, non hanno progressivamente tenuto conto di alcune leggi fondamentali della Vita Economica.

La violazione di tali leggi ha creato una reazione patologica chiamata inflazione che è alla base di tutti i mali sociali contemporanei.

In tali condizioni non è stato possibile soddisfare pienamente un'esigenza imprescindibile della vita sociale, cioè quella della sicurezza economica dei Cittadini.

Non è stato inoltre possibile garantire correttamente la tutela dei diritti, per le scarse risorse economiche impiegate nel settore giuridico.

Oggi siamo arrivati ad un punto in cui i vari malesseri si sono a tal punto accumulati che vi è una ribellione dei Cittadini nei confronti della situazione ed è indispensabile affrontare radicalmente la questione sociale giacché la politica dei provvedimenti tampone non appare più praticabile.

 

*   *   *

 

Affrontiamo la questione sociale partendo dalle esigenze fondamentali dei Cittadini nei confronti della Società.

Tali esigenze sono:

1. Sicurezza economica.

2. Sicurezza giuridica.

3. Libertà.

Affermiamo che oggi esistono oggettivamente le risorse materiali e culturali per soddisfare a pieno tali esigenze, a patto che si arrivi ad una corretta impostazione del problema fiscale.

Per comprendere gli errori commessi è necessario portare l'attenzione ad una legge fondamentale della Vita Economica che stabilisce che il valore del Denaro dipende dai Prezzi delle merci presenti sul Mercato.

In qualsiasi condizione di Mercato se si prendono dei provvedimenti capaci di incrementare i Prezzi delle merci e dei servizi si produce una generale perdita di valore dell'intera Massa Monetaria.

Viceversa se si prendono dei provvedimenti capaci di ridurre i Prezzi delle merci si produce un aumento di valore dell'intera Massa Monetaria.

Queste sono verità elementari incontrovertibili.

È proprio contro tali verità che hanno peccato i legislatori fiscali.

Per rendersene conto è sufficiente considerare che oggi nel Prezzo di ogni merce vi è una bassa percentuale di costi economici ed un'alta percentuale di incidenze fiscali a partire dall'IVA, dagli oneri previdenziali per salire a tutte le altre incidenze dirette ed indirette provocate dalla legislazione fiscale.

All'alta percentuale di incidenze fiscali corrisponde automaticamente una  perdita di valore della Massa Monetaria.

Se venissero aboliti tutti i costi fiscali si avrebbe un immediato automatico abbassamento dei Prezzi e conseguente forte rivalutazione della Massa Monetaria.

Tale recupero di valore della Massa Monetaria creerebbe un serbatoio in cui sarebbe possibile attingere, senza sacrifici per nessuno, le risorse monetarie per azzerare il debito pubblico, per fornire ai Cittadini il Reddito di Cittadinanza generalizzato e per dotare l'organizzazione giuridica dei mezzi necessari per i suoi servizi alla comunità dei Cittadini.

Tralasciamo, per il momento, il problema della restituzione al settore privato di tutte le funzioni improprie usurpate nel tempo dal settore pubblico e procediamo nell'analisi economica della situazione.

Se ipotizziamo che l'attuale incidenza fiscale sui Prezzi, diretta ed indiretta, ivi compresi i costi burocratici imposti dallo Stato alle Aziende, sia del 75%, la totale defiscalizzazione e semplificazione burocratica, consentirebbe di portare automaticamente i Prezzi al 25% del loro attuale valore.

Ciò provocherebbe un'automatica rivalutazione della Massa Monetaria del 75% tutta prelevabile dallo Stato per estinguere il suo debito pubblico, senza onere reale alcuno per i possessori di Denaro.

Fatta questa operazione occorrerebbe impostare un nuovo metodo fiscale non incidente sulla formazione dei Prezzi.

Tale metodo non può che essere quello del prelievo fiscale percentuale, annuale, sulla Massa Monetaria.

Ciò per una serie di ragioni teoriche e pratiche che andiamo ad illustrare.

1. Se si conservasse  l'attuale fiscalità, la sua ricaduta sui Prezzi, continuerebbe a provocare una corrispondente svalutazione della Massa Monetaria senza benefici per nessuno.

2. La fiscalità monetaria, non gravante sui Prezzi, consentirebbe la loro costante diminuzione, per effetto delle razionalizzazioni produttive e del Progresso tecnologico e scientifico, in regime di libera concorrenza, con conseguente continua rivalutazione monetaria.

3. La fiscalità monetaria è da considerare come l'unica gravante veramente sui superi di reddito dei Cittadini e chiama in causa non solo quelli di un solo esercizio finanziario ma anche quelli del passato, che continuano a beneficiare delle riduzioni dei Prezzi di un libero Mercato defiscalizzato.

4. Data l'enorme superiorità quantitativa della Massa Monetaria rispetto alla base imponibile di un solo esercizio annuale, si avrebbero incidenze percentuali modeste.

5. Tale fiscalità non consentirebbe evasioni ed elusioni e sarebbe tutta affidata agli Istituti Bancari che effettuerebbero, annualmente, i prelievi percentuali sui depositi, versandoli in conti fiscali individuali dei Cittadini tenuti presso l'Istituto di Emissione.

6. Per il Denaro cartaceo sarebbe sufficiente obbligarlo, per il rinnovo di validità, a passare annualmente in Banca per il prelievo fiscale percentuale come quello dei depositi Bancari.

7. Tale fiscalità non creerebbe alcuna possibilità di conflittualità tra i Cittadini e lo Stato.

 

*   *   *

 

Per quanto riguarda le erogazioni dell'Istituto di Emissione a favore degli Enti statali e per fini di corretta Solidarietà sociale, esse verrebbero effettuate in presenza di reali contropartite rilevabili nei conti fiscali dei Cittadini gestiti direttamente dall'Istituto stesso.

Tale riforma porrebbe il problema dello smantellamento degli attuali apparati fiscali con problemi di trasferimento del personale ad altri settori pubblici, con funzioni di servizio per i Cittadini.

 

*   *   *

 

Il disordine provocato nelle strutture private, dall'irrazionalità dell'attuale sistema fiscale, ha portato alla creazione di istituti pubblici, con fini di Solidarietà sociale, per tentare di compensare le insufficienze del settore privato, soggetto a crisi periodiche, tutte dipendenti dai guasti provocati da tale fiscalità.

Per il riassesto dell'intera vita sociale e per lo smantellamento degli istituti, ormai resi inutili dalla fiscalità monetaria, è necessario affrontare un altro problema fondamentale della vita sociale cioè quello della sicurezza economica.

Per comprendere l'essenza di tale problema è necessario chiarire che il settore economico in particolare e quello lavorativo in generale, richiedono notevoli doti individuali e che essi tendono ad emarginare coloro che non sono più idonei alle esigenze poste dal Mercato.

Se si lasciasse la vita sociale solo in balia della dinamica economica ne deriverebbe una continua emarginazione di individui, e l'inaccessibiltà per altri, con conseguente pericolo di vita per essi.

Ciò anche in dipendenza dello sviluppo dell'automazione che crea momentanei squilibri nel Mercato del lavoro.

Ciò naturalmente non è accettabile né in linea teorica né in quella pratica.

Stiamo parlando del problema del Diritto alla Vita per tutti.

Per risolvere in maniera corretta tale problema non vi è che un modo, cioè quello della istituzione del Reddito di Cittadinanza generalizzato, dalla nascita alla morte, per tutti i Cittadini.

Tale reddito costituirebbe una base di sicurezza sociale per tutti, indipendentemente dalle situazioni contingenti individuali, e non costituirebbe un disincentivo al lavoro giacché l'Essere Umano, per sua natura, tende alla partecipazione sociale, sempre che sia in buono stato di salute.

Con l'istituzione della fiscalità monetaria tale soluzione diverrebbe possibile e nel contempo provocherebbe enormi vantaggi, alcuni dei quali andiamo ad elencare.

1. Le scelte umane non avverrebbero più sotto l'imperio della sola esigenza di sopravvivenza, ma in vista della realizzazione di vocazioni individuali.

2. Le contrattazioni di lavoro potrebbero finalmente avvenire in condizione di equilibrio tra le parti e quindi divenire individuali e non più collettive.

3. Lo smantellamento di tutte le strutture, rese superflue dall'istituzione del Reddito di Cittadinanza generalizzato, e di quelle parassitarie, avverrebbe in regime di sicurezza economica di base per gli interessati che, oltre che della liquidazione, disporrebbero di tale reddito e potrebbero avviarsi comodamente verso altre attività in sviluppo.

4. Sparirebbe per sempre la soggezione economica dell'individuo la cui eventuale volontà creativa potrebbe esplicarsi liberamente, senza il condizionamento delle esigenze di mera sopravvivenza, con beneficio generale.

 

*   *   *

 

L'attuazione di quanto indicato sarebbe sufficiente a riportare la vita sociale alla vivibilità e richiederebbe poche e semplici disposizioni legislative.

Dato il carattere fortemente innovativo di tali riforme sarà necessario, da parte di chi volesse attuarle, chiedere eventualmente il conforto referendario.

Con tali riforme  si realizzerebbe il libero Mercato in regime di piena Sicurezza e Solidarietà umana nonché di vera indipendenza individuale.

 

*   *   *.

 

È pensabile che a quanto proposto possano venire mosse delle obbiezioni.

Va tenuto presente che il quadro proposto non è frutto di improvvisazione ma ha alle spalle esperienze sociali e lavoro culturale maturati lungamente nel tempo e quindi è facile prevenire tali obbiezioni e fornire i necessari chiarimenti.

La prima di tali obbiezioni sarà quella che esisterebbe un modo semplice di sottrarsi alla fiscalità monetaria acquistando beni durevoli, generando nel Mercato comportamenti artificiosi che potrebbero turbarlo.

Tale obbiezione scaturisce dalle abitudini di pensiero derivate dai comportamenti del passato in cui molti cercavano di sottrarsi agli effetti dell'inflazione investendo in immobili.

In un sistema di vero libero Mercato tutti i Prezzi, compresi quelli degli immobili, vanno soggetti ad obsolescenza per effetto del continuo Progresso produttivo.

Nelle attuali condizioni sociali gli immobili sembrano sfuggire parzialmente a tale regola a causa dell'Istituto dei piani regolatori che limitando fortemente l'attività produttiva nel campo delle costruzioni edilizie, agisce da freno alla concorrenza e quindi al deprezzamento naturale.

È pensabile che in un sistema di libero Mercato tale regime, da pubblico, diverrà privato, in un quadro legislativo generale mirante alla tutela dei diritti acquisiti e pertanto anche gli immobili acquisteranno il carattere degli altri prodotti.

In regime di fiscalità monetaria i Prezzi di tutti i prodotti tenderanno naturalmente a calare, non solo per obsolescenza, ma anche per le razionalizzazioni produttive e per effetto del Progresso tecnologico e scientifico, con conseguente continua rivalutazione del Denaro e quindi non è pensabile che i Cittadini si privino di un bene in crescita di valore contro un altro bene in sicura continua svalutazione.

A tale fatto si opporrebbe inoltre la legge della domanda e dell'offerta che, di fronte ad un'eventuale eccessiva domanda di acquisto di immobili, reagirebbe con un corrispondente aumento dei relativi Prezzi, arrestando il fenomeno sul nascere, data la contemporanea stimolazione produttiva di immobili, sollecitata da tale eventuale richiesta, che prospetterebbe una rapida svalutazione di essi.

Dal punto di vista degli interessi generali tali questioni sarebbero, del resto, indifferenti, giacché il passaggio di Denaro da una mano ad un'altra non modificherebbe minimamente il prelievo fiscale monetario e tale fatto riguarderebbe solo la sfera delle scelte individuali.

Per quanto riguarda la proprietà delle terre potrebbero essere studiate idonee misure miranti a disincentivarne l'abbandono improduttivo.

Un'altra obbiezione potrebbe essere quella che l'istituzione del Reddito di Cittadinanza generalizzato disincentiverebbe la scelta di lavori disagiati o particolarmente sgradevoli.

A tale obbiezioni va risposto che la creatività umana saprà superare tali problemi, anche con l'offerta di adeguati compensi incentivanti, nelle regole di un libero Mercato.

Del resto pretendere di obbligare degli individui a lavori non graditi con veri e propri ricatti economici, non corrisponde allo spirito delle presenti proposte e rinvia a mentalità di epoche in cui era presente la schiavitù.

Un'altra obbiezione potrebbe essere quella che i Cittadini possano acquistare monete estere non soggette a tale fiscalità.

A tale obbiezione si risponde semplicemente che è prevedibile che avvenga il contrario che cioè siano gli stranieri che possano cercare rifugio al valore del proprio Denaro presso di noi, data la solidità che acquisterebbe la moneta nazionale in continua rivalutazione equilibrata dal prelievo fiscale.

Ma anche in tale settore saranno le scelte individuali che determineranno i movimenti reali, su base di convenienza, senza la minima influenza sul gettito fiscale giacché la moneta nazionale, ovunque si trovi, andrebbe soggetta a prelievo fiscale.

Tale moneta infatti può esistere in due forme, quella cartacea e quella di deposito Bancario.

Per quel che riguarda la moneta cartacea essa sarebbe soggetta ad aggiornamento annuale e contemporaneo prelievo fiscale e quindi per essere spendibile in Italia dovrebbe avere assolto a tale esigenze.

Per quel che riguarda i depositi Bancari essi potrebbero nascere o da versamenti cartacei, assoggettati a quanto sopra detto, o da trasferimenti da Banche e nessuna Banca nazionale potrebbe accettare versamenti monetari da Banche estere senza la dimostrazione dell'assolvimento degli obblighi fiscali italiani.

Un'ulteriore obbiezione potrebbe essere quella che gli Stati esteri potrebbero opporsi ad un tale tipo di riforma.

Ciò potrebbe avvenire se venissero violate le regole della corretta finanza, ma in tutto quanto proposto si tratta di spostamenti di valori reali disponibili dai Cittadini italiani e non si avrebbe emissione di nuova moneta senza contropartite.

D'altro canto in tutto il riassetto monetario e nei prelievi fiscali, iniziale e annuali, non vi sarebbero sacrifici reali per i Cittadini il cui Denaro, in ogni variazione, manterrebbe lo stesso potenziale di acquisto verso i beni del Mercato.

Finora in Italia è invalsa la filosofia dei sacrifici cui i Cittadini sono stati chiamati periodicamente e la grande maggioranza li ha accettati, anche se malvolentieri.

La minoranza che non si è sottomessa  ha scelto vie illegali esponendosi ad un altro tipo di pagamento ben più oneroso di quello monetario.

Ora sembra che tale disponibilità alla pazienza stia per venire meno ed occorre tenere in seria considerazione tale situazione.

In linea di principio i sacrifici dovrebbero essere liberamente scelti altrimenti divengono fonte di dolore che crea rabbia che, con l'accumulo, tende all'esplosione distruttiva.

Con le riforme proposte non si fa altro che fare ritornare i Cittadini a godere i frutti dei propri sacrifici passati e tale possibilità è offerta dal valore contenuto nell'alta incidenza fiscale attuale, la cui liberazione, attraverso la defiscalizzazione totale e conseguente corrispondente aumento di valore della Massa Monetaria, renderebbe disponibili le risorse necessarie per l'azzeramento del debito pubblico e per l'avvio di una sana dinamica sociale.

 

SOMMARIO

i sistemi economici odierni sono tutti in difficoltà per errata impostazione della politica fiscale generatrice di inflazione e di impoverimento sociale.

Ogni incidenza fiscale si scarica sui Prezzi producendo inoltre automatica perdita di valore dell'intera Massa Monetaria.

In Italia, nei Prezzi dei prodotti, vi è un'incidenza fiscale superiore al 75%.

La totale defiscalizzazione, diretta ed indiretta, dell'economia quadruplicherebbe il potere di acquisto dell'intera Massa Monetaria.

I due terzi di tale valore sarebbero prelevabili per l'estinzione del debito pubblico e per il riassetto sociale, senza oneri reali per i Cittadini.

Ciò consentirebbe l'impostazione di una nuova fiscalità non influente sui costi di Produzione e quindi sui Prezzi.

Tale fiscalità dovrebbe effettuare il prelievo, in percentuale modesta, sull'intera Massa Monetaria che beneficerebbe in contropartita della non inflazione e del continuo abbassamento dei Prezzi per le razionalizzazioni produttive e per il Progresso tecnologico e scientifico.

Tale fiscalità monetaria sarebbe attuata con prelievi annuali dai depositi Bancari e con l'aggiornamento annuale della moneta cartacea, creando la contropartita per gli accrediti o le emissioni della Banca d'Italia per le esigenze della pubblica amministrazione e per la Solidarietà sociale.

Con ciò si realizzerebbe il libero Mercato economico che sarebbe in grado di fornire le risorse reali per l'attuazione di un sistema di concreta Solidarietà sociale per compensare le emarginazioni prodotte ineluttabilmente da ogni libero Mercato nei confronti degli incapaci.

Tale Solidarietà potrebbe essere realizzata con l'istituzione del Reddito di Cittadinanza generalizzato, dalla nascita alla morte, in vantaggiosa sostituzione di tutte le forme previdenziali ed assistenziali del presente.

 

VIE PER L'ATTUAZIONE DELLE RIFORME PROPOSTE

Per attuare quanto proposto vi sono due possibilità.

La prima è quella che una compagine governativa condivida l'analisi e le soluzioni proposte e decida di promuoverne la diffusione nel Paese per ottenerne il necessario consenso.

La seconda  è quella che, per iniziativa di privati, si apra un dibattito culturale nel Paese per creare le condizioni per le necessarie pressioni sulle forze direttive della Nazione per l'attuazione di tali riforme.

Nel primo caso il processo evolutivo manterrebbe la continuità con il passato e la questione si manterrebbe sul piano scientifico, senza strumentalizzazioni politiche.

Nel secondo caso esisterebbe la possibilità che di tali idee si facciano promotrici forze politiche settoriali, con il pericolo dell'innesco di deleterie lotte ideologiche.

Oggi in Italia vi è una grande richiesta di innovazione nella vita sociale e le idee proposte potrebbero costituire la risposta a tali richieste a meno che non sorgano altre soluzioni ritenute più idonee a trarci dalle odierne difficoltà.

 

 


 

FILOSOFIA DELLA FISCALITÀ MONETARIA

Ladispoli 10 Ottobre 1992

 

 

La fiscalità monetaria, attuata con prelevamenti annuali percentuali sulla Massa Monetaria, ha i seguenti caratteri:

1. Consegue un prelievo di entità definita e certa, commisurata alla ricchezza monetaria dell'intera Società ed indipendente dalle congiunture economiche.

2. Non può essere evasa.

3. Non crea conflittualità tra lo Stato e i Cittadini.

4. Viene effettuata annualmente dal sistema Bancario sui depositi e sulla massa cartacea presentata per l'aggiornamento annuale di validità.

5. Fornisce all'Istituto di Emissione la contropartita per gli accrediti ai vari conti di spesa pubblica impedendo che si stampi moneta senza riscontro reale.

6. Rende inutili tutti gli attuali apparati fiscali.

7. Libera i Cittadini dalle incombenze delle denuncie di reddito.

8. Consente la totale defiscalizzazione del sistema produttivo, consentendo la formazione dei Prezzi sulla base dei soli costi economici.

9. Elimina la causa dell'inflazione.

10. Consente la costante rivalutazione monetaria a seguito della diminuzione dei Prezzi derivante dalle razionalizzazioni produttive e dal Progresso tecnologico e scientifico.

11. Rende possibile il libero Mercato economico.

12. Rende possibile lo snellimento burocratico dell'apparato pubblico.

 

*   *   *

 

Con tali caratteristiche la fiscalità monetaria è attuabile facilmente in qualunque contesto sociale, senza turbativa alcuna per la strutturazione sociale preesistente.

Con tale attuazione si innesca un processo evolutivo nella Cultura sociale, fecondo di positivi risultati nei confronti delle legittime aspettative dei Cittadini.

L'introduzione di tale fiscalità, con la conseguente totale defiscalizzazione della vita produttiva, provoca inizialmente un forte abbassamento dei Prezzi, corrispondente alla precedente quota di incidenza fiscale presente in essi.

A tale riduzione dei Prezzi corrisponde un forte aumento del valore della preesistente moneta e la necessità di rivalutazione dei rapporti con l’estero per ripristinare il preesistente equilibrio commerciale mondiale.

Sulla percentuale di crescita di valore della Massa Monetaria è possibile effettuare, nel momento iniziale, i prelievi percentuali, sempre tramite il sistema Bancario, necessari per l'azzeramento del debito pubblico.

Con tali semplici provvedimenti di ingegneria sociale qualunque sistema viene avviato verso il sano sviluppo, con benefici per tutti e senza l'imposizione di sacrifici ad alcuna parte sociale.

 

*   *   *

 

A questo punto è possibile avviare il discorso della Solidarietà sociale.

Qualunque sistema di libera economia, governata dal Mercato sotto lo stimolo della concorrenza, richiede agli Operatori alte specializzazioni e capacità, con la conseguenza dell'emarginazione costante di coloro che non sono adeguati alle funzioni richieste.

Tale fatto pone il problema della Solidarietà sociale per il mantenimento degli esclusi.

A tal proposito va detto che gli esclusi non vanno individuati in particolari categorie ma bisogna considerare che, potenzialmente, tutti possiamo trovarci in tale condizione a seguito di possibili eventi accidentali avversi.

Di conseguenza il problema della Solidarietà riguarda tutti gli Esseri Umani in quanto soggetti agli eventi della vita.

Per attuare una valida Solidarietà sociale non vi è altro modo che quello della istituzione del Reddito di Cittadinanza generalizzato.

Tale istituzione consentirebbe la libera mobilità lavorativa e la contrattazione individuale, realizzate in situazioni di costante sicurezza materiale.

Con la fiscalità monetaria è possibile ottenere le disponibilità per fornire ai Cittadini tale Reddito di Cittadinanza.

Se si adottasse in Italia una tale fiscalità si otterrebbe una forte riduzione dei Prezzi di Mercato, pari alla percentuale dell'attuale incidenza fiscale, e di conseguenza si potrebbe prevedere come valido un valore mensile del Reddito di Cittadinanza di circa 700 mila lire in valore odierno.

 

Tale istituzione consentirebbe la libera mobilità lavorativa e la contrattazione individuale, realizzate in situazioni di costante sicurezza materiale.

Con la fiscalità monetaria è possibile ottenere le disponibilità per fornire ai Cittadini tale Reddito di Cittadinanza.

Se si adottasse in Italia una tale fiscalità si otterrebbe una forte riduzione dei Prezzi di Mercato, pari alla percentuale dell'attuale incidenza fiscale, e di conseguenza si potrebbe prevedere come valido un valore annuale del Reddito di Cittadinanza di circa tre milioni di lire.

 

Chiunque si accinga a riflettere sul giusto modo di governare le società contemporanee è influenzato dalla Conoscenza delle manifestazioni storiche dei vari Governi, compresi quelli del paese in cui vive.

L'analisi storica dimostra che le forme di governo delle comunità si sono modificate nel tempo, da quelle teocratiche a quelle democratiche.

La concezione democratica vuole che la fonte di ogni pubblico Potere venga derivata dai Cittadini.

Si dà per scontato che debba esistere un Potere e ci si impegna a cercare le forme più giuste per la sua legittimazione.

Per chi voglia mettersi nelle condizioni di affrontare spregiudicatamente il problema sociale, quale si pone alle coscienze contemporanee, anche il problema dell'esigenza del Potere va sottoposto ad analisi critica.

Se è il Cittadino la fonte del Potere è logico pensare che la relativa esigenza e forma debbano scaturire dal contenuto culturale della coscienza individuale.

Su tale aspetto della questione si è poco riflettuto con la conseguenza di periodiche disillusioni sociali con la necessità di riformare continuamente quanto ha creato tali disillusioni.

Tale processo non potrà durare all'infinito e dovrà pure giungere il momento in cui la Cultura politica di base affronti tale questione per consentire che le scelte dei Cittadini divengano partecipate e non meri atti di fede.

Finora si è cercato di conquistare la fiducia popolare basandosi su istanze settoriali con la prospettazione di soluzioni corporative, aggregando i consensi in forme partito miranti alla conquista democratica, cioè fondate sul conseguimento di maggioranze parlamentari, del Potere.

Il difetto di tale modo di procedere, rilevato abbondantemente dalla Storia, consiste nel fatto che la realtà sociale è una unità vitale che non sopporta indirizzi settoriali che provocano sempre reazioni altrettanto settoriali con conseguenze nefaste per tutti.

Quando ci si deciderà a considerare le compagini sociali come organismi unitari necessitanti di libero sviluppo, a partire dalle istanze reali presenti in essi e non da drogare continuamente con azioni legislative improvvisate, si comincerà ad avviarsi nella giusta direzione.

In tale ottica il Potere verrà visto come vantaggioso servizio di cui la comunità ha necessità per difendere i Cittadini dalle possibili sopraffazioni interne ed esterne.

Con ciò si rifletterà giustamente sul problema prioritario della Solidarietà sociale per evitare che vi siano Cittadini in condizioni di emarginazione vitale dal contesto sociale.

Si scoprirà anche che il libero Mercato è in condizione di fornire con abbondanza le risorse per la realizzazione di tale Solidarietà, che sarà finalmente riconosciuta come esigenza universale e non riguardante determinate categorie di sottospecie umane.

Tale nuova visione sociale si baserà sul libero Mercato, sull'ordine giuridico e sulla Solidarietà generalizzata ed incondizionata.

Con ciò si risponderà alle tre fondamentali istanze Sociali umane cioè quella della Sicurezza Economica, della Giustizia e della Libertà.


LE RAGIONI DELLA FISCALITÀ MONETARIA

Ladispoli 3 Dicembre 1992

 

 

Il valore del Denaro dipende dai Prezzi delle merci disponibili sul Mercato.

Qualsiasi fenomeno che determini un aumento dei Prezzi produce, parallelamente, una diminuzione del potere di acquisto del Denaro.

Questa è una verità economica elementare.

L'attuale fiscalità si scarica tutta sui Prezzi e quindi produce continua svalutazione della Massa Monetaria.

Se si considera che in media gli attuali Prezzi di Mercato hanno, in Italia, un 25% di costi economici ed un 75% di costi fiscali, si comprende che è interesse di tutti che tale situazione venga modificata.

La fiscalità monetaria non si scarica sui Prezzi e quindi è interesse di tutti pervenire ad essa.

I possessori di Denaro hanno interesse a pagare direttamente i costi dell'amministrazione sociale, per godere del beneficio dei Prezzi stabili, anzi in diminuzione per effetto del Progresso produttivo.

Il Denaro può essere posseduto o come frutto di ricavi economici presenti, oppure di produzioni passate.

In ogni caso, per chi è operante nel campo produttivo, vi è l'interesse che i Prezzi siano derivanti dai soli costi economici, al fine di sentire come valido il frutto monetario del lavoro.

L'onere della fiscalità monetaria, peraltro percentualmente modesto, trova compenso nell'assenza di inflazione e nella rivalutazione monetaria conseguente alla naturale tendenza del processo economico verso la diminuzione dei Prezzi.

Coloro che possiedono grandi somme di Denaro, se vogliono mantenerne l'ammontare lo potranno fare attraverso i rischi degli investimenti.

La fiscalità monetaria, nell'ipotesi di persone avulse dal processo economico, operando sempre sul residuo , non porta mai alla distruzione totale del capitale , che rimane significativo per lunghissimi periodi di tempo, ed offre sempre la base per un reinserimento nel settore economico, sulla base delle capacità individuali, per riavviare il processo di accumulazione.

Le persone, rispetto alla Massa Monetaria globale, si comportano come delle spugne, la cui capacità di assorbimento dipende dal grado di elasticità.

Se l'elasticità diminuisce interviene l'evaporazione, se invece riprende ritorna l'impregnazione.

L'elasticità, riferita al settore economico, dipende tutta dai fattori culturali, che sono nella disponibilità di tutti, sempre che lo si voglia.

Tra i costi sociali va anche considerato quello della Solidarietà generale di base, che crea la necessaria tranquillità, per il libero godimento dei frutti del proprio lavoro.

Solo così la vita perderà quel carattere tragico che in passato ha portato a continue guerre e diverrà sempre più simile ad un piacevole gioco in cui ciascuno potrà fare delle scommesse, anche altissime, sempre che sia disposto a correrne il relativo rischio e a pagarne il necessario Prezzo.

In un sistema dotato di Solidarietà, cioè del Reddito di Cittadinanza, qualsiasi sconfitta economica non mette a repentaglio la propria vita, e quella dei propri congiunti, potendo sempre entrare in una situazione di libera attesa, e di riqualificazione, per tornare poi a cimentarsi nuovamente nell'agone economico.

Tale situazione di sicurezza economica stimola all'intraprendenza, che, in campo economico, significa offerta di servizi reali, che, se incontrano il gradimento del Sovrano, cioè degli Acquirenti, sono fonte di grandi soddisfazioni personali, oltre che di generale beneficio.

Questa è l'atmosfera culturale di una società dotata di fiscalità monetaria e di Reddito di Cittadinanza e tale finalità costituisce la base sulla quale si fondano le ragioni della necessità dell'istituzione della fiscalità monetaria e del Reddito di Cittadinanza.

Il più sciocco degli egoisti, alla fine dei conti, troverebbe maggiori soddisfazioni in una società così strutturata piuttosto che in quella attuale, nella quale, prima o poi, tutti si è costretti, in un modo o in un altro, a pagare qualche Prezzo salato che vanifica ogni passata soddisfazione.

Chi invece è conscio che mai potrà, sulla terra, esistere completa soddisfazione personale, realizzata sull'altrui miseria, disagio e dolore, se riflette a fondo sul problema sociale, perverrà alla conclusione che l'istituzione della fiscalità monetaria è il primo passo per aprire le fonti illimitate delle speranze di soddisfazioni personali, in una realtà giusta.

L'unico ostacolo che si frappone al conseguimento di questo alto ideale è riposto nella pigrizia interiore di molti Esseri Umani, per vincere la quale, alla realtà, non rimane altro che fare scoppiare le contraddizioni di fondo, sempre con lutti e dolori, tutti evitabili se si sceglierà preventivamente la via del buon senso.


IL DENARO

Ladispoli 14 12 1992

 

 

Il Denaro riceve il suo valore dalla presenza sul Mercato di prodotti in vendita a determinati Prezzi.

Tutto ciò che incide negativamente sui Prezzi determina la perdita di valore dell'intera Massa Monetaria.

Il Denaro può essere acquisito per

1. Scambio

2. Donazione

3. Prelievo.

Lo scambio e la donazione sono due forme corrette di acquisizione monetaria.

Il prelievo forzoso, senza il consenso del possessore di Denaro, è generalmente ingiusto, salvo il caso di prelievo fiscale.

Però il prelievo fiscale può considerarsi giusto a due condizioni:

1. Che tale prelievo sia ripartito equamente su tutti i Cittadini.

2. Che sia fondato su reali motivi di interesse generale.

Finora il prelievo fiscale è stato fatto principalmente sui superi di reddito prodotti ogni anno.

L'impossibilità dell'accertamento oggettivo dei redditi annuali ha portato a situazioni di gravi conflittualità fiscali che minacciano di disgregare il tessuto sociale.

L'unico modo per correggere gli errori di tale sistema è quello che parte dalla considerazione che qualsiasi supero di reddito, oltre le necessità, si traduce in Denaro.

Effettuando annualmente il prelievo percentuale fiscale sulle disponibilità monetarie dei Cittadini, dai conti Bancari, e dalle disponibilità cartacee presentate annualmente alle Banche per il rinnovo di validità, si attua un sistema fiscale ineludibile ed equamente ripartito su tutti i Cittadini possessori di Denaro.

L'obbiezione che un modo semplice per eludere il dovere fiscale sarebbe quello di acquistare beni immobili, per rivenderli poi, appare infondata in rapporto alla dinamica economica derivante dall'istituzione della fiscalità monetaria.

Con il libero Mercato tutti i prodotti, compresi quelli immobiliari, vanno soggetti a costante perdita di valore per obsolescenza e per il Progresso produttivo.

Una sana dinamica economica, del resto, non può che favorire l'acquisizione di prodotti da parte dei Cittadini per rendere agevole la loro vita, presupposto di una loro soddisfatta partecipazione allo sviluppo sociale.

Accertato che la fiscalità monetaria è l'unica capace di ripartire equamente sulla ricchezza collettiva gli oneri derivanti dalle esigenze della spesa pubblica, senza scaricarsi sui costi di Produzione, resta il problema della giustificazione degli elementi di tale spesa in rapporto agli interessi della collettività.

Il bene comune non può che essere il risultato delle giuste esigenze individuali, quale quello giuridico, quello culturale e quello economico.

Nel perseguimento di tali fini vale il criterio della razionalità e dell'economia, con l'eliminazione di ogni spreco e di ogni parassitismo.

Qualunque sia la distribuzione del capitale monetario tra i Cittadini, con l'istituzione della fiscalità monetaria si avvia un processo per il quale inizia l'assorbimento di tali capitali, reintegrabili solo per mezzo di corretta attività economica, con la scomparsa, nel tempo, dei capitali parassitari.


RICCHEZZA E VITA SOCIALE

Ladispoli 1° Novembre 1993

 

Il Dovere Fiscale del Denaro

La vita sociale è il risultato dei rapporti tra i Cittadini.

Le basi di tali rapporti  sono:

Affettive.

Di interesse o convenienza.

I rapporti sviluppati su base affettiva riguardano la sfera privata individuale.

I rapporti sviluppati su base di interesse o convenienza riguardano la vita sociale.

Il Progresso sociale consiste nell'ampliamento delle convenienze dei Cittadini.

Una corretta sociologia dovrebbe occuparsi esclusivamente dello studio delle convenienze individuali.

La sfera degli interessi e delle convenienze è estremamente articolata.

Le fondamentali esigenze sociali in tale campo sono quelle della:

- Sicurezza materiale.

- Sicurezza giuridica.

- Libertà.

Tutta la sociologia non è altro che il tentativo continuo di risolvere al meglio i tre suddetti problemi.

La struttura sociale ideale è quella che soddisfa le tre suddette esigenze con la riduzione al minimo delle imposizioni ai Cittadini.

In tale società ideale ciascun Cittadino, perseguendo il proprio interesse personale, contribuisce allo sviluppo generale e, viceversa, mettendosi contro tale sviluppo danneggia solo se stesso.

Il libero Mercato, dal punto di vista economico, realizza tale schema.

Nel libero Mercato il successo e l'insuccesso dipendono dalla capacità di offerta di convenienze.

Chi offre convenienze ha successo e nel contempo arricchisce la Vita Economica del contenuto delle convenienze offerte.

Chi è incapace di offrire convenienze viene emarginato.

Se l'Essere Umano fosse un oggetto materiale, il libero Mercato sarebbe un sistema sociale ideale in continuo sviluppo.

Ma l'Essere Umano non è un oggetto che possa scartarsi allorché non è più utile oppure è divenuto nocivo.

Ogni Cittadino, in quanto elemento basilare della struttura sociale, è la fonte di ogni sovranità e pertanto ogni menomazione dei suoi diritti fondamentali distrugge il fondamento logico dell'intera struttura sociale e crea una guerra mortale tra il singolo e la compagine sociale.

È quindi interesse di tutti che ciò non si verifichi né in linea teorica né in linea pratica.

Uno Stato privo di Solidarietà di base viola tale principio in linea teorica ed è destinato alla delegittimazione a causa della guerra che nasce continuamente tra i propri Cittadini emarginati e quelli inseriti.

Per quanto riguarda le sopraffazioni che possano verificarsi tra i Cittadini è necessario che la Struttura Giuridica provveda nel più breve tempo possibile ai reintegri sulla base del Diritto vigente.

L'attuale Diritto mira alla tutela delle acquisizioni legittime individuali e trascura i diritti fondamentali dell'Essere Umano messi in pericolo dalle imperfezioni delle strutture sociali.

Ciò si evidenzia particolarmente nei confronti dei giovani che non riescono a inserirsi nell'attività sociale, per ragioni oggettive e soggettive.

Una organizzazione sociale che voglia considerarsi al servizio dei Cittadini non può eludere tale problema.

A questo proposito si pongono due alternative teoriche: la prima consiste nella eliminazione di ogni principio di proprietà, lasciando che ciascuno conquisti il proprio Diritto alla Vita nella lotta individuale con i propri simili; la seconda consiste nella creazione di strutture sociali, riconoscenti e tutelanti il diritto di proprietà, ma dotate, nel contempo, di validi strumenti di Solidarietà che consentano la sopravvivenza dei Cittadini in qualsiasi condizione soggettiva avversa.

La Solidarietà di base non è un orpello ma una esigenza di base per la legittimazione delle strutture sociali e va posta a fondamento di ogni organizzazione Statale.

Fino ad oggi si è sempre partiti dall'esistente tentando di creare strumenti settoriali di Solidarietà che mai hanno raggiunto il vero scopo e che anzi sono divenuti, per le loro disordinate incidenze nei processi produttivi, causa indiretta di disastri sociali.

In futuro sarà necessario creare delle organizzazioni sociali che poggino da un lato sul libero Mercato e dall'altro su una completa aprioristica Solidarietà di base.

Tale esigenza potrà essere soddisfatta se si passerà alla fiscalità monetaria, operante sull'intera Massa Monetaria, che ha da un lato la caratteristica di non gravare sui processi produttivi e dall'altro di fornire le risorse monetarie certe per le esigenze delle strutture pubbliche e della Solidarietà di base attuata attraverso l'istituzione del Reddito di Cittadinanza.

Tale nuova fiscalità si basa sul principio che la ricchezza, base di ogni realizzazione umana, è costituita dal Denaro che rappresenta, per chi lo possiede, la misura dei benefici ricavati dalla propria attività nella struttura sociale e che in misura percentuale deve ritornare alla Società per le sue esigenze di base.

Il concetto di ricchezza e quello di vita sociale vanno considerati come strettamente correlati in quanto uno funzione dell'altro e posti in reale reciproco rapporto attraverso la fiscalità monetaria.

Il Denaro, espressione della ricchezza, non può essere concepito o nascere al di fuori della vita sociale organizzata, e da ciò deriva il suo dovere della contribuzione fiscale.

Una organizzazione Statale, basata sulla fiscalità monetaria, mette i Cittadini in condizione di assolvere correttamente all'obbligo fiscale, per potere poi operare in base a calcoli di personale convenienza, in corrispondenza di vocazioni individuali.

Ciò porta a una vita individuale sempre più soddisfacente per ciascun Cittadino, per la qualità delle condizioni esteriori.


CRESCITA INDIVIDUALE NELLA LIBERTÀ

Ladispoli 13 Gennaio 1993

 

Gioia e dolore nell'attività economica

In un sistema sociale, dotato di fiscalità monetaria, il Denaro, posseduto in ogni momento dal Singolo, rappresenta, generalmente, la misura del valore della sua contribuzione allo sviluppo sociale.

In tale sistema il Denaro può essere acquisito regolarmente solo dietro scambi liberamente pattuiti, con controparti reali, assicuranti la concretezza e la legittimità del valore di tale Denaro.

In assenza di intromissioni esterne al rapporto contrattuale, emerge la realtà dello scambio, attuato in reciproca convenienza, con passaggio tra le parti di beni reali, liberamente valutati dalle parti come equivalenti.

Da ogni scambio deriva una condizione di soddisfazione delle parti, costituente la molla della vita del Mercato.

Esaminando la cosa dal punto di vista psicologico possiamo dire che il momento di scambio è un momento di gioia.

Se vogliamo trovare la contropartita di dolore a tale azione la possiamo trovare nello sforzo necessario per la realizzazione del prodotto, per quanto riguarda il Venditore, e in quello che deve avere sostenuto l'Acquirente per venire in possesso del Denaro.

L'esistenza del Reddito di Cittadinanza assicura che l'accettazione dei sacrifici connessi alla Produzione dei beni economici non può che essere stata libera da costrizioni materiali, ed attuata su motivazioni scaturenti dall'interno delle singole Personalità, in vista di finalità soggettive, capaci di fornire gli stimoli di desiderio idonei a fare sopportare i sacrifici necessari per realizzare i prodotti.

Come si vede il dolore, connesso ad ogni attività lavorativa, trova compenso non soltanto nel piacere dello scambio, ma anche nella prefigurazione individuale di tale piacere.

Con ciò l'equilibrio tra piacere e dispiacere viene governato dal Singolo, in Libertà.

La possibilità che possano verificarsi delle sopraffazioni, trova compenso nell'esistenza della Struttura Giuridica il cui fine è quello di reintegrare i danneggiati dei loro diritti lesi.

Nel caso di possesso di Denaro non regolarmente acquisito, l'esistenza della fiscalità monetaria porta al riassorbimento sociale di tale Denaro illecito, costringendo i possessori a orientarsi, prima o poi, verso forme di acquisizione regolari.

Ciascun possessore di Denaro, regolarmente acquisito, in ogni momento potrà stabilire se continuare nell'accumulo oppure decidere di utilizzarlo in investimenti personali.

Come si vede, un libero Mercato, sviluppantesi in regime di fiscalità monetaria ed in presenza dell'Istituto del Reddito di Cittadinanza, offre ai Cittadini la possibilità di crescere individualmente in base a valutazioni soggettive e quindi in regime di vera Libertà.


LA VIA D'USCITA DAL PRESENTE CAOS

Ladispoli 29 Gennaio 1993

 

 

 

Le difficoltà, i disagi e le disarmonie sociali derivano tutte da una vecchia impostazione del problema fiscale.

L'attuale fiscalità prende, a base dei prelevamenti, principalmente il reddito.

Tale impostazione deriva da epoche in cui il potere era di derivazione aristocratica.

In tali epoche si riteneva naturale effettuare il prelievo, prima direttamente e poi in forma monetaria, da coloro che si dedicavano alla Produzione di beni materiali, a favore di oligarchie dominanti.

Senza entrare nel merito delle ragioni storiche che hanno originato tali comportamenti, limitiamoci ad osservare gli effetti di tale impostazione fiscale nelle moderne società.

Nelle moderne economie monetarie tale tipo di azione fiscale determina un continuo appesantimento del settore produttivo con la formazione di grandi ricchezze monetarie esenti da ogni onere contributivo.

Si ha cioè una fiscalità gravante sul lavoro, sia esecutivo che imprenditoriale, e non sulla ricchezza monetaria.

Ciò porta di fatto ad un predominio dei possessori di capitale monetario su coloro che vivono lavorando.

Tale situazione oltre che ingiusta si rivela fonte di tutte le imperfezioni sociali.

L'incidere dei gravami fiscali esclusivamente sul settore produttivo porta, come prima conseguenza, alla formazione di Prezzi in cui alla quota di costo economico si aggiunge una quota sempre crescente di costi fiscali.

Ciò porta a quella che si chiama inflazione che porta ad una continua diminuzione del valore della ricchezza monetaria che così viene chiamata ad una contribuzione surrettizia priva di qualsiasi valore positivo per l'organismo sociale.

L'esistenza di sempre crescenti masse di debito pubblico, originate principalmente dalle esigenze di Solidarietà sociale, dimostra che i Governi tentano di non portare l'incidenza fiscale oltre limiti di tollerabilità, spostando con ciò la necessità della risoluzione del problema fiscale verso il futuro.

Tale andamento porterà la situazione a condizioni tali che ad un certo punto si imporrà la necessità di rivedere il problema fiscale per risolverlo sulla base delle esigenze imposte dalle strutture economiche moderne.

Oggi siamo molto vicini a tale limite ed assistiamo ai tentativi scomposti di ridurre il debito pubblico i cui interessi passivi aggravano continuamente l'onere fiscale scaricantesi sul processo produttivo.

Inizialmente si assiste al tentativo di incrementare le normali entrate fiscali per eliminare il dissanguamento delle economie derivante dagli oneri del debito pubblico.

Questa è una strada sbagliata giacché porta alla distruzione dei tessuti economici a causa del crescere del rifiuto degli Operatori di accettare oneri non sopportabili dal Mercato.

La via da seguire è un'altra.

Partendo dalla considerazione che gli attuali Prezzi di Mercato contengono un'alta incidenza fiscale, che per l'Italia è certamente superiore al 75%, si perviene alla conclusione che se si defiscalizzasse completamente l'attività produttiva, si otterrebbe immediatamente una riduzione ad un quarto dei Prezzi di Mercato con conseguente rivalutazione dell'intera Massa Monetaria di più di quattro volte.

Tale rivalutazione sarebbe tutta immediatamente prelevabile per l'estinzione del debito pubblico, senza aggravio alcuno per i possessori di Denaro.

Tale prelievo potrebbe essere attuato tramite il sistema Bancario sui depositi e con l'obbligo per il Denaro cartaceo di passare per esse, per l'aggiornamento.

Ciò per quanto riguarda l'estinzione del debito pubblico.

Per quanto riguarda il reperimento delle risorse monetarie per le esigenze di spesa pubblica, sarà sufficiente, da quel punto, agire solo sulla Massa Monetaria globale con prelievi annuali, evitando con ciò ogni influenza sulla formazione dei Prezzi.

I possessori di ricchezza monetaria, soli contribuenti, troverebbero compenso a tale onere nell'assenza dell'inflazione e nella continua diminuzione dei Prezzi per effetto delle razionalizzazioni produttive e del Progresso tecnologico e scientifico.

Le Aziende, liberate da ogni onere extra produttivo riprenderebbero vigore incrementando continuamente le opportunità di lavoro.

Ciò porterebbe alla attuazione del libero Mercato.

Ogni libero Mercato, governato dalle scelte degli Acquirenti, ha la caratteristica di escludere o espellere continuamente coloro che non sono adeguati alle richieste di costi imposte dalla concorrenza.

Ciò pone il problema della Solidarietà.

L'unico modo per fare fronte a tale esigenza è quello dell'istituzione del Reddito di Cittadinanza generalizzato.

Con la nuova fiscalità monetaria tale istituzione diviene possibile come si può dimostrare con dei semplici calcoli di macroeconomia, partendo dai dati attuali relativi alla Massa Monetaria globale.

L'istituzione del Reddito di Cittadinanza renderebbe possibile la libera contrattazione nel campo del lavoro in conformità alle regole del libero Mercato.

In quanto precede è contenuto, in grandi linee, tutto l'essenziale per fare uscire le moderne società dalle situazioni di stallo in cui si trovano sempre più costrette.

Ogni precedente affermazione, oltre ad essere sostenibile, rigorosamente, sulla base delle attuali conoscenze economiche, è anche immediatamente valutabile dal buon senso, che sempre arriva a visioni che l'astratta razionalità non riesce a conseguire.

Con ciò viene tracciata la via d'uscita dal presente caos sociale.


LIBERO MERCATO, FISCALITÀ MONETARIA E SOLIDARIETÀ

Ladispoli 17 Aprile 1993

 

 

Oggi, nel mondo, la Cultura sociale predominante tende a favorire, ovunque possibile, la formazione del libero Mercato.

Ciò nella convinzione, suffragata da fondamentali esperienze storiche, che il libero Mercato sia la base per la diffusione, sulla terra, della ricchezza.

Tale verità è così abbagliante che si corre il rischio di non tenere nella giusta considerazione alcune conseguenze ineluttabili susseguenti alla piena attuazione del libero Mercato.

La caratteristica fondamentale del libero Mercato è quella di essere governato dalle scelte di acquisto dei Consumatori.

Sotto questo aspetto il libero Mercato realizza perfettamente l'ideale democratico della fondazione del potere  sulle libere scelte dei Cittadini.

La conseguenza di tale caratteristica è che ogni attività viene subordinata alle scelte di convenienza individuali degli Acquirenti.

Ciò porta alla continua emarginazione di coloro le cui capacità non sono corrispondenti alle esigenze economiche imposte dalla concorrenza.

La continua introduzione di macchine sempre più sofisticate aggrava ulteriormente tale processo.

Tali conseguenze, evidentemente, non sono accettabili e da tale fatto scaturisce tutta la ricerca sociologica tendente a conciliare le esigenze produttivistiche con quelle della Solidarietà.

Finora i Governi hanno cercato di risolvere tale problema attraverso la politica fiscale tendente a far rifluire verso i più bisognosi, una parte della ricchezza prodotta.

Il fallimento di tale politica va imputato non già al carattere delle sue finalità, bensì al metodo fiscale adottato.

Per pervenire ad una corretta impostazione fiscale è necessario domandarsi chi, oltre il Consumatore, sia il beneficiario del libero Mercato.

Se immaginiamo un libero Mercato, privo di gravami fiscali, perveniamo alla conclusione che esso ha la tendenza ad una costante diminuzione dei Prezzi per effetto della concorrenza che impone una continua razionalizzazione produttiva, con l'ausilio dei risultati del Progresso tecnologico e scientifico.

Tale costante tendenza alla diminuzione dei Prezzi porta in contropartita un costante  aumento del potere di acquisto del Denaro.

Da ciò si può concludere che in un libero Mercato, il vero beneficiario di esso è costituito dalla Massa Monetaria.

Appare quindi logico pervenire alla conclusione che qualsiasi onere fiscale, reso necessario per fare fronte alle esigenze di Solidarietà, rese necessarie dalla dinamica del libero Mercato, debba essere sopportato dai veri beneficiari di esso, cioè dai detentori di Denaro, con la tecnica del prelievo percentuale annuale dai depositi Bancari e dal Denaro cartaceo sottoposto annualmente a rinnovo.

Tale sistema, oltre ad essere estremamente semplice, ha l'importante caratteristica di non scaricarsi sui costi di Produzione e quindi di non essere fonte di inflazione.

Tale sistema ha anche l'importante caratteristica di non gravare sui redditi di un solo esercizio, ma sul Denaro, vero rappresentativo di ogni forma di reddito comunque conseguito in passato, beneficiando del libero Mercato.

L'obbiezione sulla possibilità di evadere attraverso investimenti in beni durevoli, cade se si riflette che in ogni Mercato, veramente libero, non esiste bene che non sia soggetto a costante perdita di valore, per effetto delle nuove produzioni.

In quanto precede è contenuto tutto l'essenziale per pervenire ad una nuova impostazione del problema fiscale, cioè alla fiscalità monetaria.

Cerchiamo ora di applicare alla situazione italiana tale fiscalità monetaria.

La situazione italiana è caratterizzata da un forte indebitamento pubblico, da un lato e da un'alta incidenza fiscale sui Prezzi dall'altro.

Per dare inizio alla riforma della fiscalità monetaria sarà necessario abolire ogni precedente forma di fiscalità.

Ciò avrà la conseguenza immediata di un forte abbassamento dei Prezzi susseguente all'alleggerimento dei costi di Produzione.

Da tale abbassamento scaturiranno due importanti conseguenze.

La prima  sarà quella di un forte corrispondente aumento del valore della Massa Monetaria che renderà possibile un suo prelievo percentuale per estinguere il debito pubblico, senza sacrificio reale per i possessori di Denaro, il cui valore residuo sarà sempre superiore a quello della precedente situazione.

La seconda conseguenza sarà quella della necessità di una notevole rivalutazione rispetto alle monete estere per smorzare gli effetti competitivi sulle esportazioni, in dipendenza della riforma della fiscalità monetaria.

A seguito di tale riforma  verrà provocata la necessità dello smantellamento di molte strutture burocratiche connesse alla precedente fiscalità con il trasferimento del personale verso i settori giuridici, notoriamente inadeguati rispetto alle esigenze dei Cittadini.

Con tale riforma sarà anche possibile pervenire ad un vero sistema di Solidarietà sociale che non potrà essere che quello della istituzione del Reddito di Cittadinanza generalizzato. reso indispensabile dalle caratteristiche del libero Mercato che richiede un'alta mobilità lavorativa, in dipendenza della velocità delle innovazioni produttive dell'attuale Civiltà industriale.


ASSIOMI E POSTULATI SOCIALI

Ladispoli 11 Ottobre 1993

 

 

1° ASSiOMA sul libero Mercato. - il libero Mercato, caratterizzato dalla libera concorrenza, genera la continua diminuzione dei Prezzi, a causa dei seguenti fattori:

-  Razionalizzazioni produttive.

-  Progresso tecnologico.

-  Progresso scientifico.

 

Dal 1° ASSiOMA deriva che nel libero Mercato il valore del Denaro cresce continuamente della stessa misura della diminuzione dei Prezzi.

Da ciò si ricava il 1° Postulato sul libero Mercato:

Il Denaro è il beneficiario del libero Mercato.

 

 

2° ASSiOMA sul libero Mercato. - il governo del libero Mercato è attuato dalle scelte sovrane di acquisto degli Acquirenti che determinano il mantenimento in vita o la morte delle attività produttive.

 

Dal 2° ASSiOMA deriva che il libero Mercato realizza, in campo economico. la piena sovranità dell'Essere Umano. ( Democrazia economica. )

Da ciò si ricava il 2° Postulato sul libero Mercato.

Ogni intervento artificioso nel libero Mercato viola il principio di sovranità dell'Essere Umano.

 

 

3° ASSiOMA sul libero Mercato. - Le compravendite sul libero Mercato sono determinate da motivi di convenienza soggettiva dei Contraenti.

 

Dal 3° ASSiOMA deriva che nel libero Mercato gli Esseri Umani agiscono per finalità egoiche.

Da ciò si ricava il 3° Postulato sul libero Mercato.

 

Le azioni degli Esseri Umani nel libero Mercato hanno carattere utilitaristico.


SPECIALIZZAZIONI UMANE NEL LIBERO MERCATO

Ladispoli 12 Ottobre 1993

 

Gli Esseri Umani operano nel libero Mercato nei seguenti modi:

-  Tutti come Consumatori.

-  Alcuni come Lavoratori subordinati.

-  Alcuni come Lavoratori autonomi.

-  Alcuni come Imprenditori.

-  Alcuni come Finanzieri. ( i Risparmiatori vanno annoverati tra i Finanzieri.)

 

 

 

Valutazioni del Libero Mercato da parte delle varie Categorie Economiche

 

 

I Consumatori non possono che valutare positivamente il libero Mercato in rapporto al contenuto dei 3 Postulati.

 

Le restanti categorie non possono che valutare positivamente il libero Mercato in rapporto al contenuto dei primi due postulati, mentre debbono ritenere inaccettabile il contenuto del 3° Postulato.

 

Dal 3° Postulato deriva che la partecipazione degli Esseri Umani alla dinamica economica, dipende dal grado di convenienza che ciascuno è in grado di offrire in rapporto alle esigenze del Mercato.

 

Ciò comporta l'emarginazione economica di coloro che non fossero in grado di adeguarsi a tali esigenze.

 

Nessun Essere Umano, dotato di sano discernimento, potrebbe dichiararsi disposto ad una libera partecipazione a tale tipo di dinamica economica.

 

Ciò conduce alla necessità di concepire dei provvedimenti capaci di eliminare gli inconvenienti derivanti dal contenuto del 3° Postulato.

 

Tale questione è quella che nella recente storia sociale dell'Umanità si è presentata come il problema della Solidarietà.

 

Tutto quanto finora escogitato per risolvere tale problema è fallito nelle fasi di pratica attuazione.

 

La causa di tale fallimento va ricercata nella circostanza che sempre si è voluto affrontare tale problema nella logica di Potere connessa alle strutture sociali ereditate dal passato e che hanno la loro origine nell'organizzazione del vecchio impero Romano.

 

La logica che presiedeva alla creazione della macchina imperiale romana era di natura antitetica a quella solidaristica, come emerge chiaramente dal fatto che in quell'impero era presente la Schiavitù.

 

In tale struttura le decisioni venivano dai vertici del Potere e avevano come mira il funzionamento dell'insieme e non lo sviluppo autonomo del singolo Essere Umano il cui valore derivava dall'appartenenza ad essa.

 

La Rivoluzione Cristiana, ha postulato l'importanza del singolo Essere Umano, minando le basi logiche dell'impero Romano.

 

Ma mentre da un lato, gradualmente l'impero crollava, dall'altro sopravvivevano ad esso le strutture di governo della cosa pubblica le quali sono ancore quasi immutate nelle moderne Società.

 

Chi voglia risolvere il problema della Solidarietà sociale è destinato al fallimento se non si preoccupa di reimpostare le Strutture dell'organizzazione Statale, in modo che esse siano compatibili con le esigenze del libero Mercato.

 

La filosofia democratica postula la derivazione di ogni pubblico Potere dall'Essere Umano ed escogita il suffragio universale come mezzo per attuare tale esigenza.

 

Il fallimento di tutte le Democrazie dipende non dalla loro impostazione di base, ma dall'errore di voler gestire alla antica maniera il Potere, conseguito in modo nuovo.

 

Per correggere tale errore occorre partire dal libero Mercato, che solo è in grado di produrre la ricchezza, ed escogitare delle strutture che non danneggino tale capacità.

 

Se si confronta l'attuale logica fiscale, di derivazione arcaica, con le esigenze del libero Mercato, ci si accorge che essa è deleteria, come risulta anche dai disastri economici delle moderne Società.

 

Quando si constata che l'onere fiscale viene scaricato sulla struttura produttiva, e quindi sui Prezzi, si capisce che l'inflazione non è un male naturale ma che invece deriva da tale metodo impositivo.

 

Per chi voglia beneficamente riformare le moderne Società, il primo problema da affrontare è quello fiscale, dal lato della sua compatibilità con i moderni metodi di Produzione e consumo, e non già quello di concentrarsi sui metodi per renderlo sempre più coercitivo e severo.

 

In altri termini occorre abbandonare la dogmatica fiscale.

 

 

 

Il Problema di una Moderna Fiscalità compatibile con il Libero Mercato

Ogni Comunità umana ha necessità di darsi una organizzazione statale sia per proteggere i propri componenti da ogni forma di possibile sopraffazione, sia per realizzare la Solidarietà, senza la quale non è possibile alcuna Giustizia.

 

Tale organizzazione ha un costo economico e quindi necessita di Denaro, che deve essere reperito prelevandolo in qualche modo dalla Comunità.

Tralasciamo per il momento il problema della misura di tale prelievo, che può facilmente essere calcolato partendo dalle finalità di una corretta impostazione statale, e concentriamo la nostra attenzione sul problema del metodo corretto di tale prelievo.

 

 

 

Il Metodo del Prelievo Fiscale

Il contenuto del 1° Postulato cioè che  " il Denaro è il beneficiario del libero Mercato. ", ci porta subito a concludere che il prelievo fiscale va effettuato sulla Massa Monetaria della Comunità.

 

Con ciò il Denaro diviene anche formalmente, quello che sostanzialmente è sempre stato, cioè il rappresentante del reddito, comunque conseguito nel tempo, dai suoi detentori.

 

Ciò può facilmente realizzarsi, annualmente, dopo avere adeguatamente determinato una percentuale di prelievo, attraverso il sistema Bancario da un lato e dall'altro con il rinnovo annuale del Denaro cartaceo.

 

Tale metodo opera su parametri definiti e non dà luogo ad alcuno degli inconvenienti dell'attuale sistema.

 

In Italia, partendo dalla constatazione che la Massa Monetaria è di circa 7 Milioni di Miliardi, si può facilmente calcolare che, con una modesta percentuale di prelievo annuale. è possibile reperire il fabbisogno monetario dell'amministrazione pubblica per le proprie ordinarie esigenze di spesa e per la Solidarietà.

 

Tale forma di prelievo libererà il settore produttivo dagli oneri fiscali, con formazione corretta dei Prezzi, ed ogni Cittadino non sarà più costretto ad ingaggiare annualmente una vera spossante lotta con il Fisco.

 

 

 

La Solidarietà Sociale

L'unica concreta forma di sicurezza economica sociale, compensativa degli inconvenienti, che possono derivare al singolo Essere Umano, dal contenuto del 3° Postulato, è quella del Reddito di Cittadinanza generalizzato, da accreditare mensilmente da un organo centrale pubblico, che potrà essere quello di emissione, cui facciano capo tutti i prelievi e tutti i versamenti a fini sociali.

 

L'entità della misura, uguale per tutti, del Reddito di Cittadinanza, sarà determinata periodicamente da appositi Consigli, rappresentativi della realtà sociale.

 

Tale misura dovrà, comunque, essere tale che consenta la dignitosa sopravvivenza di ciascuno, indipendentemente dalla situazione soggettiva rispetto al libero Mercato.

 

 

Conclusioni

Con tali provvedimenti la dialettica sociale potrà realizzarsi su base di reale Libertà individuale e la disoccupazione non sarà più uno spettro pauroso.

 

In tal modo chi vorrà ,avrà il tempo di riqualificarsi costantemente per adeguarsi al mutare delle esigenze del libero Mercato.

 

Lo smantellamento delle attuali strutture fiscali, previdenziali ed assistenziali, rese superate dall'istituzione del Reddito di Cittadinanza, sarà attuabile senza traumi, nel rispetto dei diritti maturati, con liberazione di grandi quantità di Cittadini che potranno liberamente orientarsi verso impieghi produttivi e quindi soddisfacenti.

 

In tale quadro muterà anche la filosofia del lavoro che, da unico mezzo di sopravvivenza, diverrà fonte di libera auto realizzazione, e quindi di soddisfazione, cancellando per sempre dalla Terra tutte le forme residue di asservimento e di condizionamento delle volontà individuali.

 

Ciò sarà reso possibile dalle immense risorse procurate all'Umanità dalla Scienza, dalla Tecnologia, dal Sacrificio di varie generazioni  e dal Libero Mercato.


 

Appendice 1: APPUNTI BIOGRAFICI

Ladispoli 4 Dicembre 1996

 

 

Ora che, a seguito del lancio della ADNKRONOS del 19 Ottobre 1996, relativo alla mia fortunata scoperta dell’Algoritmo per la soluzione delle equazioni digrado "n", si è avviato un notevole interesse dei Media per tale scoperta e conseguentemente per la mia persona, è opportuno che io fornisca una serie di informazioni oggettive sulla mia vita.

Sono nato a Menfi in provincia di Agrigento il 20 Luglio del 1931 da una famiglia di Imprenditori edili.

Ho avuto la fortuna di avere due genitori eccezionali.

Mia madre, Maria Piazza (26 11 1908 -10 12 1985) era una donna che univa ad una immensa bontà e semplicità d’animo una fermezza di fede che non le è mai venuta meno in tutta la sua vita.

Mio padre, Calogero Bellia (2 12 1903 - 2 10 1994) era un uomo creativo e proiettato nel futuro.

Nel campo dell’edilizia ha, fin dalla sua gioventù, mostrato un grande talento di cui sono testimonianza le importanti opere da lui realizzate.

Mio nonno materno, Cristofano Piazza (21 8 1878 - 13 3 1965) era dotato di una grande dolcezza oltre che di notevoli capacità imprenditoriali, coronate da successo.

Anche gli altri parenti mi amavano ed erano da me riamati.

Ricordo anche Suor Alessandrina dell’asilo, la Maestra Clemente della prima e seconda elementare ed il caro Maestro Giuseppe Genovese, amante della Matematica, fino alla quinta classe.

Ricordo con grande affetto una miriade di altre persone ed amici che sono vivi nella mia memoria, che non posso citare perché i soli nomi riempirebbero un gran numero di pagine.

Un particolare ricordo ho della Professoressa della prima media (1941-1942) del Tommaso Fazello di Sciacca il cui cognome mi dicono sia Fauci e che spero di potere presto incontrare.

Il suo giudizio sulla pagella ha reso particolarmente felice mio padre: "È avido di conoscere e di apprendere. Ha mostrato spiccate tendenze per la Matematica. È buono ed amico con tutti."

Ho anche un bel ricordo del Professore di Matematica di cui purtroppo non ricordo il nome e del caro "don" Michelino De Gregorio che ci teneva a pensione in un appartamento della salita in cui vi era il Tommaso Fazello.

Tra i pensionanti ricordo l’attuale Generale Tavormina, scuro di carnagione e con due grandi occhi intelligenti.

A Sciacca ho frequentato la prima e la seconda media e mi è rimasta nel cuore per il carattere allegro dei suoi abitanti e per le bellezze naturali.

Ricordo i cari parenti Di Carlo e mio zio Liborio Monteleone, imprenditore del settore trasporti, che ho avuto affettuosamente e simpaticamente vicino negli ultimi anni della sua vita.

Molti altri mi sono presenti.

Ho frequentato la terza media a Menfi e ricordo tutti i cari compagni ed il professore di lettere Giacomo Alongi da tutti affettuosamente chiamato "Giacumineddru" e che ho avuto l’immenso piacere di abbracciare nella mia visita a Menfi del 18 e 19 Novembre in occasione dei festeggiamenti che hanno voluto dedicarmi.

Negli intervalli scolastici mi davo un gran da fare con gli amici che ancora ricordano, con me, le nostre avventure.

Ricordo affettuosamente, in rappresentanza di tutti il caro Sasà Barbera che mi è stato amico e compagno, dall’asilo alle medie, ed oggi affettuosamente a me vicino e parente, avendo sposato la mia cara cugina Susanna Bellia.

Molti ricordano una mia precoce impresa industriale (avevo circa 11 anni) consistente nel costruire a domicilio, con quel che trovavo in casa, dei piccoli apparecchi elettrolitici che avevano due piastrine che strofinate con un pennello di fili di rame avvolto di cotone e intinto nella benzina, generavano delle scintille producendo una fiamma.

Allora scarseggiavano, per la guerra, gli zolfanelli e la gente mi pagava con delle uova che portavo trionfante alla mia cara mamma che era orgogliosa, nella sua ingenuità, di questo figlio "inventore" e ciò la ripagava in parte delle apprensioni che la mia vivacità le provocavano.

Gli amici ed io ancora ricordiamo molte altre imprese fantasiose che tenevano allegro il Paese, salvo quella volta che giocando con archi e frecce di stecche di ombrelli ci divertivamo a provocare scintille elettriche sui fili, nelle vicinanze dell’unico cinema del Paese e ci siamo divertiti finché non si sono spalancate le porte del cinema ed un fiume di persone è uscito per tornare pazientemente a casa: la proiezione non poteva continuare per interruzione dell’energia elettrica.

Non ricordo conseguenze spiacevoli: tutti ci volevano bene e ci sopportavano.

Mio padre, - che era socio de "LA Misuratina", una società edilizia in Tripolitania, dove tra l’altro aveva costruito la grande cantina sociale del Conte Volpi di Misurata - , rientrato a causa degli eventi bellici ed impegnato nella costruzione della scuola paracadutisti di Tarquinia, in una sua visita a Menfi, mi ha proposto di andare con lui, anche perché mia madre e mio nonno, con tutto il loro affetto, non riuscivano più a tenermi a freno.

Io accettai con un entusiasmo superiore agli importantissimi affetti da cui mi accingevo ad allontanarmi.

Era l’autunno del 1943 ed io avevo 12 anni.

La corriera della ditta Gallo di Sciacca dava inizio al mio viaggio verso il futuro.

Dopo varie peripezie, per lo stato delle ferrovie a causa della guerra, arrivammo a Tarquinia dove completai la terza media e poi frequentai il primo ed il secondo anno del liceo scientifico, tenuto dai frati francescani, di cui ricordo il mio "maestro" di latino, padre Augusto Carboni e il preside padre Cherubino Sericoli.

Strappato agli affetti della mia Menfi ho iniziato a formarmi nuove amicizie e tra tutte, particolarmente cara mi è quella dell’ottimo Marcello Catarcini, che anni dopo ho rincontrato farmacista a Viterbo.

Tempo fa mi hanno detto che è morto, ma Marcello è sempre vivo nel mio cuore come in quello dei suoi cari.

A Menfi cominciava a manifestarsi il mio interesse per le fanciulle e a Tarquinia si definiva sempre più con qualche tentativo di avvicinamento.

Ricordo le mie discussioni con Marcello in cui entrambi affermavamo la nostra concezione idealistica della vita e in cui la donna assumeva il simbolo della Bellezza e della Virtù.

Insomma, eravamo degli stilnoviani e disprezzavamo quelli che chiamavamo, con un nostro fantasioso termine, "carnitanghi".

Noi privilegiavamo le gioie dello Spirito che cercavamo anche nelle sue manifestazioni materiali.

Dall’architetto Luigi Borin, socio di mio padre a Tripoli e a Tarquinia ho avuto in dono il libro di Giuseppe Mazzini I DOVERI DELL’UOMO da cui ho appreso il caldo amore verso la Patria.

Quando in Tarquinia cominciavano a spuntare le nuove radici affettive, nel 1946 sono stato iscritto a frequentare il 3° liceo scientifico al Cavour di Roma.

Ancora una volta la Sorte è stata benigna con me e mi ha dato l’agio di abitare a Roma, in Via Nazionale 172, all’attico, di fronte a villa Aldobrandini, presso la cara signorina Rosina Rulli, pensionata dell’INA.

La signorina Rulli era parente di Numa Bini, amico di mio padre dai tempi del suo servizio militare a Roma e nel frattempo purtroppo deceduto.

Sono stato seguito ed accudito amorevolmente e poi sono stato raggiunto da mio padre e da mia madre, che nel frattempo era arrivata a Tarquinia con mio fratello ed abitavano in piazza S. Giovanni.

Dalla Signorina Rulli ho ricevuto in dono LE MIE PRIGIONI di Silvio Pellico, un libro che porto sempre con me e le cui parole conclusive continuo ancora oggi a meditare "Ah! delle passate sciagure e della contentezza presente, come di tutto il bene ed il male che mi sarà serbato, sia benedetta la Provvidenza, della quale gli uomini e le cose, si voglia o non si voglia, sono mirabili stromenti ch'ella sa adoprare a fini degni di sé.”

A Roma era un po’ più difficile mettere radici e le amicizie restavano superficiali.

Anche di questo sono grato al Destino, perché da tale circostanza è scaturita la mia necessità di guardare in me stesso per trovare il mio orientamento autonomo nella vita cercando tutte le fonti culturali capaci di aiutarmi.

Nel 1949 ho conseguito la maturità scientifica e non ho potuto iscrivermi all’università per malintesi con mio padre e con la signorina Rulli, malgrado l’intervento del caro Don Carlo Cingolani, disposto ad aiutarmi.

Dopo ho capito che, anche a questo proposito, il Destino lavorava per il mio bene.

Trovatomi un lavoretto, dopo due anni mi sono iscritto a Ingegneria, ma prima della fine del biennio mi sono ritirato in quanto non riuscivo a ricavare da tale tipo di studi quell’appagamento interiore cui il mio essere anelava, in ciò aiutato da una esperienza affettiva che mi aveva maturato.

Da questo momento inizia il mio confronto personale con la Vita svolto su due piani.

Da un lato il lavoro, per assicurarmi i mezzi di sopravvivenza e dall’altro gli approfondimenti culturali, per rispondere ai bisogni di conoscenza della mia Anima; dall’altro ho cercato e avuto grandi Maestri, vivi e defunti, e li ho studiati e venerati.

Dal 1952 al 1959 mi sono impegnato in tre direzioni.

Da un lato ho cercato di ampliare la mia cultura frequentando la Biblioteca Nazionale di Roma, che allora era in Via del Collegio Romano, frequentando un gruppo di amici, che incontrati successivamente hanno tutti mostrato una grande nostalgia per quei tempi.

Il mio interesse andava dalla filosofia alla antropologia e alla scienza trovando in quella biblioteca tutti i libri capaci di venirmi incontro.

Ho provato a leggere anche Woodhouse ma mi è stato reso impossibile dal fatto che gli improvvisi e irrefrenabili scoppi di risate, provocate dalla lettura, non si conciliavano con l’atmosfera di silenzio e di raccoglimento della saletta del secondo piano, così che dovevo interrompere la lettura dopo poche pagine, simulando attacchi di tosse.

Tra un gruppo di amici, che erano impegnati politicamente, ho cercato di portare la serietà culturale di Mazzini, senza troppo successo così che finimmo per separarci.

È di quel periodo il mio incontro con Massimo Scaligero, maestro di saggezza, con il quale mi incontravo a Porta San Pancrazio in una atmosfera seria e gioiosa allo stesso tempo.

I nostri incontri non erano frequentissimi ma siamo rimasti interiormente legati e mi raccontano che Massimo, ogni tanto, raccontava di episodi esilaranti che mi vedevano protagonista.

Massimo oltre che maestro mi è stato sincero amico.

Alternavo tali periodi aiutando mio padre nei cantieri in cui era impegnato apprendendo l’arte del costruire.

Dopo l’intervallo del servizio militare mi sono impegnato nel completamento dell’Istituto delle Suore della Provvidenza, alla Pineta Sacchetti, dove ho avuta vicina una luminosa figura di suora, Madre Flavia, sorella di un Senatore, con la quale si discuteva della realizzazione delle direttive dell’ingegnere Hoerner, avendola sempre solidale.

Considero un dono del Destino questo incontro che mi ha fatto bene all’anima e il cui ricordo mi accompagnerà per sempre.

Contemporaneamente portavo avanti un mio progetto di una calcolatrice tascabile , da me brevettata e realizzata in forma di prototipo, basata sui bastoni di Nepero, da me riscoperti e successivamente prodotta e messa in commercio con il nome di Eulog.

È anche di tale periodo un mio viaggio a Milano chiamato da Emilio Lagomarsino cui avevo sottoposto una mia idea per una calcolatrice che sostituisse alle trasmissioni meccaniche quelle elettriche.

Si trattava dell’idea dei personal computers che ancora non erano nati.

A quell’incontro ha partecipato un certo Sig. Savi che ricordo con simpatia.

Ho inviato la mia idea anche alla Olivetti che mi ha risposto invitandomi a depositare il brevetto.

In tale periodo ho lavorato come disegnatore alla CTIP, con l’Ing. Cannata e con il Sig. Giubilei, nel reparto Strutture, dove si progettavano raffinerie.

Usavamo degli "standards" della Esso ed io ho aggiunto un mio "standard" che facilitava il controllo dei fori di base delle scale delle passerelle.

Credo che questo standard sia ancora in uso.

Questo periodo si conclude con l’incontro con l’ingegner Francesco Nuti (1897 - 1987) cui mio padre mi aveva raccomandato, durante la costruzione delle importanti ville della Minerva Vita, in via del Giordano in Roma.

Avendomi l’ingegner Nuti mandato a Catania a ristrutturare degli uffici della Trinacria Assicurazioni, in piazza Stesicoro, ( Via Neve) , e avendo visto che in pochi mesi avevo portato a termine brillantemente il lavoro, mentre in un primo tempo mi aveva prospettato di farmi realizzare un albergo a Udine, visto il mio modo di lavorare mi ha portato con sé a Roma, lasciandomi, negli uffici di via Sistina, letteralmente la sua scrivania in cui vi erano le pratiche immobiliari da lui personalmente curate.

Nel periodo dei lavori a Catania, 1958, mi ero sposato.

Mi sono trovato sulle spalle il patrimonio immobiliare di Roma del Gruppo Minerva.

Il mio compito era quello di incrementare il valore degli immobili e di metterli a reddito.

Ho iniziato ristrutturando gli appartamenti di Via Sistina e di Via Genova, trasformandoli in mini-appartamenti, su due piani, data l’altezza dei soffitti.

Il mio nuovo ufficio era in Via di Torre Argentina, nella ricostruita biblioteca che era stata del Ministro Sidney Sonnino ed in cui fu firmato il Patto di Londra.

L’ingegner Nuti era a un capo del salone di 11 metri ed io all’altro capo, con la segretaria in comune.

Il mio rapporto con lui era come quello di un figlio con un padre e lui ricambiava questo sentimento e come padre e figlio si litigava spesso per difendere le proprie tesi tecniche.

Dopo quattro anni e mezzo di lavoro ho dato le dimissioni, perché nell’Amministrazione si era creata un’atmosfera eccessivamente pesante a seguito di dubbi sulla mia correttezza nella gestione del patrimonio.

Ho lasciato la possibilità che controllassero con calma la mia gestione e con l’ingegner Nuti siamo rimasti amici fino al giorno della Sua morte (1987) in cui ci dovevamo incontrare per avviare un progetto di costruzione di ospizi per anziani.

Coltivo l’illusione che se fossimo riusciti a incontrarci l’entusiasmo del lavoro lo avrebbe rianimato.

Ricordo una scena - eravamo alla fine degli anni ’70 -, durante il completamento dell’albergo di via del Bufalo - che sbocca in piazza San Silvestro in Roma - che avevo accettato di ultimare su sue pressanti richieste.

Scendevamo le scale discutendo animatamente su un "pavimento" - lui toscano e io siciliano - circondati da funzionari del gruppo assicurativo, quando l’ingegner Nuti sospende improvvisamente il diverbio e rivolto alle persone che ci circondavano dice: "non fateci caso io a lui voglio bene come a un figlio", e noi potemmo così, tranquillamente, continuare la nostra animata discussione.

Ho voluto bene all’ingegner Nuti non come da figlio a padre ma come da padre a figlio e l’ho sempre aiutato ogni qual volta ha avuto bisogno di me.

Lo sento sempre vicino.

Innumerevoli eventi della mia vita sono legati alla persona dell’ingegner Nuti.

Lasciato il gruppo assicurativo Minerva - 1963 - (L’ho mai veramente lasciato? Visto che periodicamente l’ingegner Nuti mi chiamava a risolvere qualche problema.), ho iniziato l’attività di Costruttore realizzando svariati fabbricati, in Ladispoli e in Fiumicino, interamente progettati da me - anche per le strutture in cemento armato -, varie importanti Ville in Casal Palocco e in Fiumicino, con la firma dell’ingegner Zenobi.

Verso la fine degli anni ’70, stanco di combattere con la burocrazia comunale, tramite una mia trasmissione in una radio privata di cui ero comproprietario, conobbi il Prof. Dragoni e rilevai la sua società Drag-on che produceva saldatrici elettrolitiche e vitreotomi per operazioni agli occhi sperimentati dal celebre prof. Strampelli.

Mi sono reso conto che il rendimento energetico delle saldatrici era di appena il 25% ed ho iniziato a progettare un mio modello di cella elettrolitica con rendimento superiore al 90%.

Nel 1979 ho voluto darmi una pausa di riflessione per prendere posizione nei confronti della vita sociale che diveniva sempre più complicata.

Ne è risultato un mio saggio intitolato LA VIA D’USCITA pubblicato con lo pseudonimo di Nicola Benigi.

Per anni ho prodotto e venduto le mie saldatrici, molte delle quali sono ancora in funzione.

Ma la mia innata ricerca della perfezione mi ha portato a realizzare decine di versioni di tale saldatrice, che è stata anche prodotta e venduta oltre che dalla Drag-on S r l di mia proprietà, dalla VISCOBELL S p a di Bari di cui ero socio.

Realizzato il massimo possibile con la VISCOBELL, a seguito di un incontro a Rimini con Ferruccio Ferrari, prendo una "cotta" per la batteria al piombo da questi realizzata.

Prendo in mano la cosa e realizzata l’interpretazione scientifica del motivo per cui tale batteria manteneva nel tempo integri i suoi elementi, lancio tale prodotto, nel frattempo brevettato, col nome da me creato di LITOBATTERIA.

Ne parlarono il Corriere della Sera (Mezza pagina dell’edizione del Giovedì.), Panorama e altri giornali.

Organizzai una conferenza stampa nella bella e gioiosa atmosfera di Rimini per diffondere ulteriormente la notizia.

Si ebbero degli ottimi riscontri.

Entrò subito in fibrillazione il settore italiano della produzione di batterie al piombo.

Avevo diffuso la notizia che non si rilasciavano licenze, ma che i trattamenti degli elementi dovevano essere fatti presso un nostro stabilimento e con una apparecchiatura progettata da me e attuata rapidamente.

Giustamente l’associazione dei costruttori di batterie al piombo ha fatto quadrato per non subire questa imposizione.

Nel frattempo chiedevo aiuto finanziario ad un importante Personaggio di San Marino e cedevamo parte dei nostri diritti.

Qui la gestione amministrativa ha fatto delle mosse che io non condividevo e mi sono ritirato facendomi liquidare la mia parte.

Dopo la mia uscita venivano commessi degli errori ed il tutto venne chiuso.

Il tutto sarà ripreso quando le condizioni sociali italiane lo permetteranno.

Ho dato e do’ tanta importanza a questo prodotto in quanto lo ritengo idoneo a consentire il passaggio alla trazione elettrica e anche ad un enorme risparmio elettrico a seguito dell’impiego di pacchi di batterie con inveters negli appartamenti, per ripartire il prelievo nell’arco delle 24 ore e non nelle sole ore di punta.

Tornai a Roma nel 1989 e creai un mio studio-laboratorio in Ladispoli, in un fabbricato in passato da me costruito.

Perfezionai la mia saldatrice portandola alla dimensione di un cubo di 50 centimetri di lato e ne preparai 200 esemplari da destinare a noleggio.

Contemporaneamente mi resi conto che in Italia non era più possibile avviare qualsivoglia impresa economica e rivolsi la mia attenzione agli aspetti teorici della questione sociale e alla matematica.

In questo secondo settore ho ottenuto l’insperato risultato di trovare la soluzione delle equazioni di grado "n".

Ho dimenticato di dire che nel 1973 ho trovato le formule di progetto dei pilastri pressoinflessi.

Ho pure dimenticato di dire che io programmo i computers fin dall’uscita del primo PC Olivetti ( Primo al mondo.) e con uno di tali PC, alla fine degli anni ’70 ho realizzato un programma per la progettazione delle strutture in cemento armato che partendo dall’introduzione dei dati dello schema geometrico di esse, in 20 minuti forniva i progetti esecutivi dei suoi elementi , pronti per i ferraioli e i carpentieri.

La mia lunga esperienza di software mi ha permesso di realizzare il programma derivato dal mio Algoritmo, per la soluzione istantanea delle equazioni di grado "n".

Ho scelto di fornire gratuitamente programmi e formule.

Oggi sono pienamente appagato e voglio ricambiare la benevolenza della Vita dedicandomi sempre più ad aiutare il progresso della Cultura nei vari campi dello scibile in cui mi sono cimentato, spesso con successo.

Tutti gli eventi e i Personaggi della mia Vita vanno visti alla luce di questo mio cammino di Conoscenza e di Servizio.

Il mio lavoro è e sarà reso pubblico sulla mia Home Page in Internet    http://www.bellia.com


Appendice 2 : LA FORMULA DI NICOLÒ

 

(Nota: La Dottoressa Parrinello ha tradotto il contenuto dei miei appunti biografici in benevolo ed enfatico stile giornalistico, la cui efficacia, con quella del TG2, TG3, TELEVIDEO, GIORNALE DI SICILIA, è testimoniata dalle 9.400 visite alla mia pagina in INTERNET ad oggi, 13 Luglio 1997. Grato per tale benevolenza, tuttavia ribadisco che il mio pensiero sull’argomento è quello del testo dei miei Appunti Biografici dell’appendice 1. Nicolò Giuseppe Bellia )

 

* * *

FAMIGLIA CRISTIANA del 25 Dicembre 1996

Dopo una vita dominata dalla passione per le invenzioni e la ricerca, il signor Bellia, pensionato siciliano, 65 anni, sostiene di aver scoperto la soluzione delle equazioni all'ennesima, riuscendo là dove avevano fallito i più illustri matematici della storia, dal celebre Tartaglia fino a Isacco Newton.

 

Di DELIA PARRINELLO - foto di mike Palazzotto

 

 

Equazioni di grado superiore al quarto? Risolte. Trovata la formula che ha fatto dannare i grandi matematici del passato. Al traguardo arriva un pensionato che applica la "matematica della volontà" e sostiene di avere sbaragliato i migliori cervelli che nei secoli si sono arrovellati intorno a questo interrogativo: come è possibile trovare le cinque, sei, venti, "n" soluzioni di un'equazione rispettivamente di quinto, sesto, ventesimo, ennesimo grado? «E' impossibile», hanno detto i grandi scienziati, da Cardano a Tartaglia, a Newton, ad Abel.

Ma Nicolò Giuseppe Bellia, 65 anni, nato a Menfi (Agrigento), residente a Ladispoli, costruttore in pensione, dice di aver trovato la formula: un procedimento di calcolo che risolve le equazioni di grado "n".

 La matematica ufficiale finora lo ignora, non prende atto della sua scoperta. Ma a Bellia poco importa: «Per me parlano i fatti: datemi una qualsiasi equazione, applicate le mie formule, e troverete le soluzioni reali, provare per credere. Di fronte alle soluzioni, verificabili, cos'altro c'è da aggiungere?».

 Deciso a non chiedere riconoscimenti ufficiali, il matematico autodidatta e senza laurea, che ha lavorato per trent'anni ed è riuscito dove si erano arresi i grandi nomi, adesso regala a tutti le sue "formule Bellia". Le potrete, infatti, trovare su Internet alla pagina http://www.bellia.com Sono a disposizione di tutti: studenti, professori, curiosi. «Nel giro di pochi giorni ho avuto migliaia di contatti e di richieste, ho consegnato circa novecento programmi. Basta entrare nella pagina, digitare il proprio nome e cognome, e si riceverà per posta elettronica il programma di soluzione. Non mi interessa vendere le mie formule, i miei teoremi, li offro a quanti li chiedono per uso personale o per scopi didattici, a me basta la soddisfazione di sapere che il mio prodotto serve, che viene usato. La matematica ufficiale? Sa dove trovarmi, ma finora mi sento intorno un'aria di sufficienza: ho inviato le formule alla rivista Calculus di Pisa e non ho avuto risposta».

 Equazioni di grado "n", bestia nera da secoli. Al centro di contese matematiche, sfide, furti di idee, liti e ripicche. Siamo nel 1535, e in quel momento gli studi sono fermi alla soluzione delle equazioni di primo e secondo grado. È il "grande balbuziente" bresciano Niccolò Fontana, soprannominato Tartaglia, che, in occasione di una sfida matematica con Giovanni Maria Fiore, dimostra di essere arrivato alla soluzione dell'equazione di terzo grado. Ma Tartaglia commette un errore: si lascia sfuggire una parte della regola parlandone in confidenza e sotto il vincolo del segreto con Gerolamo Cardano, altro scienziato del tempo, pavese.

Uno sgambetto fra matematici e dieci anni dopo, nel 1545, Cardano pubblica il suo Ars Magna in cui appare per la prima volta non solo la formula di soluzione delle equazioni di terzo grado, ma anche quella delle equazioni di quarto grado scoperta da un suo allievo,  Ludovico Ferrari. La polemica esplode feroce. Tartaglia parla di furto, nega originalità alle soluzioni dell'ex amico (definite "cardaniche"), difende la priorità della sua scoperta.

 Comunque sia, la prima metà del Cinquecento vede le equazioni risolte fino al quarto grado. Da allora c'è uno stop.

 Il quinto grado sembra insormontabile. Ci studiano in tanti, nel primo Settecento si fa avanti perfino il signore della gravitazione universale, Isacco Newton. Nulla di fatto. Passa un secolo, l'ultima parola la dice nel 1824 il norvegese Niels Abel, che mette fine alle ricerche dimostrando l'impossibilità di risolvere le equazioni di grado superiore al quarto.

Il caso equazioni sembra chiuso, fino a quando non compare Nicolò Giuseppe Bellia, che con Newton qualcosa in comune ha: l'abilità nella costruzione di giocattoli e strumenti meccanici. A undici anni costruisce accendini a domicilio con quel che trova in casa: «C'era la guerra», ricorda, «scarseggiavano gli zolfanelli, la gente mi pagava con uova che portavo trionfante a mia madre». A dodici anni, giocando ad archi e frecce con le stecche degli ombrelli, mira ai fili elettrici, si diverte a provocare scintille e fa piombare il buio nell'unico cinema di Menfi. E' il 1943, la famiglia Bellia si trasferisce nel Lazio al seguito del padre costruttore; Nicolò legge, studia, lavora, costruisce edifici con il padre, realizza una calcolatrice tascabile, la brevetta, «basata sui bastoni di Nepero da me riscoperti e successivamente prodotta e messa in commercio con il nome di Eulog». Produce e vende saldatrici, è il pioniere del passaggio dalle batterie al piombo alla "Litobatteria". Programma computers «fin dall'uscita del primo PC Olivetti» e con uno di tali PC, negli anni '70, realizza un programma di progettazione delle strutture in cemento armato che «in venti minuti forniva i progetti esecutivi dei suoi elementi, pronti per ferraioli e carpentieri».

Lavora alle equazioni, ma soprattutto sogna quello che conta di realizzare intorno al Duemila: un cuore per auto «motore rotativo senza attrito e lubrificazione, che scoppia a pressione atmosferica e non dà ossido di azoto».

Chiodo fisso, fin da ragazzino, le imprendibili equazioni di grado "n". Fogli e fogli di prove, calcoli, tentativi, notti di studio, poi l'intuizione, «partendo dall'impossibilità teorizzata da Abel, ho applicato la matematica della volontà, ho immaginato una generica equazione in un sistema di assi e mi sono detto: se riesco con le mani a farla passare per l'origine degli assi, la quantità di spostamento è la prima soluzione.... Questo l'inizio del ragionamento. Quando ho capito di essere vicino alla vittoria sono rimasto una settimana imbambolato, forse avevo toccato una vetta irraggiungibile, mi svegliavo la notte e mi dicevo: io dopo Abel.

Delia Parrinello