NICOLÒ
GIUSEPPE BELLIA
L’ANTROPOCRAZIA
Per correggere
la Democrazia
Edizioni
Bellia
1992 – 1997
SOMMARIO
LA
NEOSOCIETÀ_________
Il Reddito di Cittadinanza_________
Il Denaro Datato___
La Fiscalità Monetaria
I PREZZI E IL LAVORO UMANO___
LA VITA ECONOMICA E LA
FISCALITÀ
L'ESSERE UMANO E IL MERCATO
CARATTERISTICHE DELLA
NEOSOCIETÀ________
PER ELIMINARE L'INFLAZIONE_______
UNA CONCEZIONE
ANTROPOCRATICA__
Le basi di una Filosofia
Sociale__
La Coscienza
Individuale e la Realtà________
L'ESSERE UMANO FONTE DI
OGNI POTERE: CAPISALDI COSTITUZIONALI DEMOCRATICI_______
Il Potere Economico________
Il Potere Giuridico
Il Potere Culturale
UNA CONCEZIONE
ANTROPOCRATICA__
La Coscienza
Individuale e la Vita Sociale__
NON PROTESTE MA PROPOSTE_________
LE ESIGENZE SOCIALI DEGLI
ESSERI UMANI___
LA DEMOCRAZIA E
L'ANTROPOCRAZIA__
ANTROPOCRAZIA E FALLIMENTO
DELLA DEMOCRAZIA________
PUNTI DI VISTA
ANTROPOCRATICI___
DEPRESSIONE PSICHICA E
LAVORO
DALLA DEMOCRAZIA
ALL'ANTROPOCRAZIA
RIFLESSIONI SUL DENARO_
PER SANARE LE SOCIETÀ
ODIERNE_
Punti di vista pratici________
Istituzione della
Datazione Monetaria________
Istituzione della
Fiscalità Monetaria________
Istituzione del Reddito
di Cittadinanza________
Abrogazione di tutte le
Leggi di Regolazione e Governo dell’Economia______
Il Giubileo Sociale__
LA QUESTIONE SOCIALE_
Il Cittadino________
L’istituto Centrale di
Emissione________
Le Banche________
Il Reddito di
Cittadinanza________
La Fiscalità Monetaria________
Il Libero Mercato_
L’Organizzazione
Statale________
Il Problema Culturale
STATALISMO E ANTROPISMO________
Felicità individuale e
universale________
Osservazioni Animiche________
VECCHIA E NUOVA LOGICA
FISCALE_
FISCALITÀ PER LE MODERNE
SOCIETÀ_
VANTAGGI ED ONERI DEL
DENARO NEL LIBERO MERCATO
L'attuale Fiscalità'
causa della Guerra di Tutti Contro Tutti____
I disastri ecologici_
PER USCIRE DAL CAOS SOCIALE
ITALIANO
FILOSOFIA DELLA FISCALITÀ
MONETARIA________
LE RAGIONI DELLA FISCALITÀ
MONETARIA________
IL DENARO_________
RICCHEZZA E VITA SOCIALE_
Il Dovere Fiscale del
Denaro__
CRESCITA INDIVIDUALE NELLA
LIBERTÀ_
Gioia e dolore
nell'attività economica________
LA VIA D'USCITA DAL
PRESENTE CAOS____
LIBERO MERCATO, FISCALITÀ
MONETARIA E SOLIDARIETÀ________
ASSIOMI E POSTULATI SOCIALI_
SPECIALIZZAZIONI UMANE NEL
LIBERO MERCATO
Valutazioni del Libero
Mercato da parte delle varie Categorie Economiche________
Il Problema di una
Moderna Fiscalità
compatibile
con il Libero Mercato_
Il Metodo del Prelievo
Fiscale__
La Solidarietà Sociale__
Conclusioni________
Appendice 1: APPUNTI
BIOGRAFICI_________
Appendice 2 : LA FORMULA DI
NICOLÒ_________
FAMIGLIA CRISTIANA del
25 Dicembre 1996____
Ladispoli 25 Gennaio 1992
Ciò che
principalmente caratterizza la Neosocietà,
rispetto alle attuali organizzazioni sociali è:
- il Reddito di Cittadinanza.
- il Denaro datato.
- La fiscalità monetaria.
Il Reddito di Cittadinanza ( unico mezzo
per realizzare una vera Solidarietà sociale ) consiste nella disponibilità, per
ciascun componente sociale, in un conto Bancario individuale, di una quota monetaria mensile, sufficiente ad
assicurarne, in ogni condizione, il dignitoso mantenimento in vita.
Tali accrediti
avranno la contropartita contabile, in dare,
in conti generali, facenti capo all'Istituto Centrale Di Emissione Monetaria.
Il
corrispondente avere di tale conto,
viene creato, mediante la decurtazione mensile, ad un tasso prestabilito,
dell'intera Massa Monetaria esistente.
A tal fine il
Denaro dovrà essere datato.
Ogni
disponibilità monetaria, in qualunque modo posseduta, sarà caratterizzata,
oltre che dalla propria entità, anche dalla datazione.
Con ciò sarà
possibile assoggettare l'intera massa del Denaro, a quella che si è chiamata fiscalità monetaria.
L'attuale
fiscalità, con la sua incidenza sempre crescente, a seguito delle esigenze
solidaristiche degli attuali contesti sociali, viene scaricata integralmente
sui costi di produzione e sui Prezzi di vendita, con la conseguenza di generare
quella che si chiama inflazione.
L’inflazione,
a sua volta, genera la necessità degli aggiornamenti salariali che, a loro
volta, vanno a scaricarsi sui costi di produzione, con ulteriore aggravio dei
processi inflazionistici.
Il continuo
inseguimento circolare tra salari e Prezzi e le assurde politiche monetarie di
contenimento dell’inflazione, portano le economie moderne verso quelle che si
chiamano recessioni.
La conseguente
disoccupazione porta i Governi verso misure economiche di sostegno sociale, con
il conseguente aumento delle esigenze fiscali, che vanno ulteriormente a
incrementare i costi di produzione e quindi l’inflazione.
Con ciò i
Cittadini si vedono assoggettati non solo ad un continuo incremento dei gravami
fiscali diretti ed indiretti, ma anche ad un ulteriore enorme tributo occulto
costituito dalla continua perdita di valore delle loro disponibilità monetarie.
Ciò porta
fatalmente alla disgregazione dei tessuti sociali, con tutte le conseguenze
tragiche che la Storia registra.
L'unica via
percorribile per uscire da tali spirali disastrose è quella della fiscalità monetaria, che non incidendo
sui costi di produzione, e quindi sui Prezzi, elimina la causa prima
dell’inflazione e dei suoi effetti nefasti.
Tale nuovo
sistema fiscale, da un certo punto di vista, può considerarsi, inoltre, come un
modo per rendere socialmente feconda la precedente continua perdita di valore
del Denaro a seguito dell’inflazione selvaggia, recuperando tale valore a fini
sociali.
Il meccanismo
di tale nuova fiscalità consiste nell'assoggettare il Denaro datato, dell'intera compagine sociale ad un tasso di
decurtazione mensile, di valore non distante dai precedenti tassi
inflazionistici, per creare le contropartite automatiche per le emissioni
monetarie per i Redditi di Cittadinanza
e per le esigenze statali.
La rilevanza
di tale decurtazione sulle spese mensili correnti della popolazione è nulla giacché
essa è differita di un mese e va quindi ad operare sui residui che divengono
capitale monetario.
________________________________________________
I dettagli nonché le rilevanze sociali positive
di tale soluzione sono indicate nei due libri LA VIA D'USCITA del 1979 e LA
NEOSOCIETÀ del 1991.
Ladispoli 1° Febbraio 1992
In un Sistema
Economico operante in Libertà, i Prezzi nascono sulla base dei costi e delle
quote di utili perseguite dai Produttori dei beni.
Tali utili non
aggravano i Prezzi preesistenti in quanto le Aziende che vogliano entrare sul
Mercato debbono offrire prodotti migliori a Prezzi inferiori.
L'avviamento e
lo sviluppo dell'attività produttiva hanno la loro molla nella volontà creativa
e di partecipazione degli Esseri Umani.
Tale
creatività trova la possibilità di estrinsecarsi quando sia possibile prevedere
una corrispondente richiesta del Mercato e quando si abbia una previsione di
Prezzi inferiori a quelli correnti.
I Consumatori
accetteranno un nuovo prodotto solo se esso si dimostrerà per essi più conveniente
dei precedenti, sia sotto l'aspetto qualitativo che per il minor costo.
L’immissione
di nuovi prodotti sul Mercato si giustifica solo se portano dei vantaggi per i
Consumatori.
In un'economia
libera vi è la naturale tendenza all'abbassamento dei Prezzi in dipendenza del
continuo Progresso tecnologico.
Ciò costringe
i Produttori ad un continuo sforzo di aggiornamento per poter restare utilmente
sul Mercato.
Affinché tale
guerra dei Prezzi e della qualità, posta in essere a vantaggio degli
Acquirenti, non produca effetti di emarginazione irreversibile nei confronti di
coloro che non riescono a tenere il passo, è necessario che si sviluppi in un
sistema di Solidarietà di base.
Per ciascun
Essere Umano deve esistere sempre la possibilità di disporre dell'indispensabile
per il proprio mantenimento in vita, indipendentemente da ogni evento economico
avverso.
L'uscita dal
Mercato non deve divenire causa di annientamento della persona umana.
Ciò potrà
ottenersi solo se vi sarà l’istituzione del Reddito di Cittadinanza.
Il reperimento
del Denaro destinato a tale fine, non dovrà più avvenire a carico del settore produttivo e quindi dei
costi di produzione, con lo scatenamento dei processi inflazionistici, bensì a
carico della Massa Monetaria, mediante il meccanismo della datazione del
Denaro, per creare la contropartita per le emissioni monetarie destinate al
Reddito di Cittadinanza e alle esigenze sociali.
Il bene
supremo di ogni contesto economico è il continuo abbassamento dei Prezzi e
pertanto occorre eliminare tutto ciò che provoca dannosi aggravi dei costi di
produzione.
I vecchi
sistemi sociali sono poco attenti a tale aspetto della Vita Economica e considerano
un successo la creazione di opportunità artificiose di lavoro, in vista del
miraggio della piena occupazione.
Tutto ciò con
scarico finale sui costi e quindi sui Prezzi con lo scatenamento dei deleteri
processi inflazionistici.
La finalità dell'Essere
Umano non è quella di essere totalmente assorbito nella Vita Economica, ma
anzi, al contrario, di avere sempre più tempo disponibile per la propria
evoluzione culturale.
A questo serve
il Progresso tecnologico che con la creazione delle macchine rende possibile la
liberazione degli Esseri Umani dall'asservimento forzato alla Vita Economica.
Il lavoro
dovrà sempre più divenire mezzo di autorealizzazione e non impellente necessità
per sopravvivere.
La volontà
lavorativa dovrà scaturire dalle vocazioni individuali la cui coltivazione è
possibile solo se si dispone del tempo necessario alla loro maturazione.
Vivere per
lavorare e lavorare per vivere è stato un falso ideale fonte di innumerevoli
catastrofi.
Il lavoro è
fatica e dolore ed esso può essere sviluppato se nell'Essere Umano vi è una corrispondente
quantità di specifico desiderio scaturente liberamente dagli ideali della
singola Personalità.
Solo il calore
degli ideali coltivati dai cuori umani può fare da compenso al dolore che inevitabilmente
ogni lavoro comporta.
Chi si illude
di poter lenire il dolore umano, scaturente dall'attività lavorativa, con
compensi di natura economica, commette un grossolano errore.
Il dolore si
compensa con la gioia e la gioia può scaturire solo dagli ideali coltivati dai
cuori umani.
La Libertà è
l'ingrediente essenziale per la nascita degli ideali.
Se chi si
accinge a lavorare partecipa alle idealità che sottostanno a ciascuna attività
produttiva, contratterà i compensi con altro spirito rispetto a chi lavora solo
per far fronte ai propri bisogni di sopravvivenza.
Ciò si
rifletterà positivamente sui costi e quindi sui Prezzi, con beneficio di ogni
singolo componente della comunità e quindi anche del singolo lavoratore.
Per avviarsi su tale strada due sono i ponti
indispensabili, il Reddito di Cittadinanza e la fiscalità monetaria basata sul
meccanismo del Denaro datato.
Tali ponti
permetteranno di scavalcare gli abissi che hanno terrorizzato le precedenti
generazioni.
Ladispoli 2
Febbraio 1992
La catena
della vita inizia dall’assimilazione dei minerali da parte delle piante.
Gli animali si
nutrono delle piante e dei minerali.
Gli Esseri
Umani si nutrono degli animali, delle piante e dei minerali.
Le piante
esplicano la loro attività vitale elaborando quanto ricavano dal regno minerale.
Gli animali
aggiungono all'attività vitale il desiderio.
Gli Esseri
Umani all'attività vitale e al desiderio aggiungono la fantasia.
Salendo dal
regno minerale a quello umano si nota un cammino verso l'indipendenza.
Le piante
restano fisse al suolo, gli animali si muovono per la ricerca del cibo e dei
ripari, gli Esseri Umani elaborano le loro percezioni e prendono delle
decisioni sulla base dei propri pensieri.
Ciò che
caratterizza il lavoro umano, rispetto a quello dei regni inferiori, è la
possibilità di azioni basate sui contenuti interiori della coscienza, elaborati
in autonomia dalle immediate costrizioni derivanti dai bisogni vitali.
Il complesso
delle elaborazioni interiori delle coscienze umane si chiama Cultura personale.
L'Essere Umano
aggiunge alle realtà naturali il frutto della propria Cultura ed interviene sui
regni inferiori per utilizzarli coscientemente per i propri fini.
Le azioni
basate su motivazioni culturali costituiscono il lavoro umano.
Inizialmente
tale lavoro è indirizzato al procacciamento di quanto necessario alla propria
vita materiale e successivamente si specializza sempre più per creare beni da
scambiare con i propri simili.
Con ciò ha
inizio la Vita Economica caratterizzata dal Mercato in cui si realizza lo
scambio dei prodotti individuali.
Per facilitare
tale scambio viene inventato il Denaro che permette di differire gli scambi
reali.
Contestualmente
al Denaro nasce il concetto di Prezzo.
La valutazione
dei Prezzi tra i soggetti degli scambi porta al loro assestamento su livelli di
reciproca convenienza.
La convenienza
rende possibile la prosecuzione degli scambi.
Il Singolo
troverà conveniente produrre e scambiare un proprio prodotto con un altro a condizione
che esso gli appaia più conveniente rispetto a quanto gli costerebbe, in tempo
e fatica, per produrlo direttamente.
La Vita
Economica può essere caratterizzata come la continua offerta e ricerca di convenienze.
Ciascuno si
orienterà verso quelle produzioni che gli risultano più congeniali e troverà vantaggioso
scambiarle con altre, la cui produzione gli risulterebbe più difficile.
Il bisogno di
conservare quanto acquisito con il lavoro e con gli scambi ha portato alle organizzazioni
giuridiche, volte alla difesa dei diritti acquisiti.
Il costo delle
organizzazioni giuridiche ha portato all'esigenza della fiscalità per il reperimento
delle relative risorse.
I criteri
delle azioni fiscali si sono evoluti verso forme che, nelle intenzioni,
dovevano ripartire equamente, tra i componenti sociali, gli oneri delle strutture
giuridiche.
Inizialmente
alla struttura economica veniva chiesta una quota percentuale delle produzioni
e successivamente ci si è orientati verso il prelevamento di una quota dei
margini di utili che i Produttori di beni conseguivano con la propria attività.
A questo
scopo, nelle organizzazioni sociali moderne, si è imposto quella che viene
chiamata denunzia dei redditi, per il
prelevamento fiscale.
Con
l'allargamento delle finalità delle organizzazioni giuridiche verso obiettivi
di Solidarietà sociale è cresciuto, in proporzione, l'onere fiscale,
costringendo i Produttori a tenere conto, nei loro calcoli per la formazione
dei Prezzi.
Ciò ha portato
a quella che viene chiamata inflazione che, a sua volta, ha innescato un altro
processo sociale, costituito dall'esigenza dei continui aggiornamenti salariali,
per adeguare i redditi da lavoro ai costi crescenti dei beni.
Tali
incrementi, a loro volta, scaricandosi sui costi di produzione, divengono causa
di ulteriori elementi di inflazione.
Ciò, con il
tempo, porta alla disgregazione delle strutture sociali, a seguito delle stagnazioni
produttive conseguenti all'eccesso di inflazione.
Per uscire da
tali spirali patologiche è necessario riesaminare la logica sociale, per
trovare delle forme fiscali che non divengano necrotiche per la Vita Economica
e quindi per la sopravvivenza dei Cittadini.
Occorre che
gli oneri fiscali non si scarichino sui costi e quindi sui Prezzi.
Ciò è
possibile solo se si trasferisce il prelievo, dalla produzione, alla Massa
Monetaria presente nella struttura sociale.
Ciò oltretutto
è corrispondente alle finalità originali delle organizzazioni statali in quanto
è la disponibilità monetaria che in concreto rappresenta il ricavo reale
dell'attività economica.
Il
trasferimento degli oneri fiscali, dalla produzione al Capitale, elimina la
causa prima dell’inflazione e consente l'utilizzo dei ricavi in eccesso e non
di quelli che si hanno nel corso dello sviluppo produttivo, che in gran parte
sono destinati a rimborsare gli oneri sostenuti per porli in essere.
Per realizzare
questo obiettivo non vi è altro modo possibile che quello del meccanismo della datazione della moneta e del suo assoggettamento
ad una decurtazione percentuale periodica,
per la creazione delle contropartite necessarie per le emissioni monetarie, a
fini fiscali.
Ladispoli 8
Febbraio 1992
L'Essere Umano
ha la capacità di mettere in rapporto le percezioni
con i corrispondenti concetti,
creando le rappresentazioni che
divengono patrimonio della coscienza individuale.
Ha anche la
capacità di collegare le proprie rappresentazioni secondo nessi derivanti da valutazioni
interiori.
Tale capacità
si chiama fantasia.
Le
elaborazioni della fantasia possono stimolare il desiderio della loro realizzazione.
Se ciò accade
l'Essere Umano tenderà a procurarsi i materiali e gli oggetti idonei a consentirgli
la realizzazione del prodotto della propria fantasia.
Se tale
prodotto è desiderato da altri e l'individuo ha interesse a soddisfare tale
desiderio, egli potrà decidersi a produrlo ripetutamente.
Tale azione
ripetitiva su precedenti modelli operativi si chiama lavoro.
Lo scambio dei
prodotti del lavoro dà inizio al Mercato prima con il baratto e poi in forme
sempre più complesse.
Con
l'introduzione del Denaro e dei Prezzi
lo scambio diviene indiretto.
Il Denaro è
una astrazione che acquista concretezza attraverso la fiducia che gli individui
decidono di porre in esso.
L'Essere Umano
è sommamente interessato a che le emissioni monetarie siano rispettose di
precise regole per non trovarsi a scambiare beni, prodotti con fatica, con
Denaro truffaldino.
Se ci si
trovasse nella condizione di dover creare un Sistema Economico ex novo l'unico
modo accettabile di creare il Denaro sarebbe quello di stabilire un capitale
monetario pro capite e di distribuirlo in eguale misura tra tutti gli Esseri
Umani facenti parte della comunità sociale.
Con lo svilupparsi dell'attività economica,
data la diversità delle capacità individuali, fatalmente il Denaro finirebbe
nelle mani dei più capaci.
A questo punto
nascerebbe il problema della Solidarietà sociale giacché non sarebbe accettabile
un sistema che emarginasse i deboli e gli incapaci.
Per risolvere
tale problema non vi sarebbe altro modo che quello di stabilire la fornitura periodica,
a tutti i componenti sociali, di una quota monetaria per il mantenimento in
vita degli stessi.
In modo
analogo si potrebbe procedere per le esigenze monetarie delle strutture di
pubblica utilità.
Con ciò si
verrebbe a creare una crescita illimitata della Massa Monetaria.
Ciò turberebbe
l'equilibrio tra la Massa Monetaria e i beni del Mercato.
Per evitare
ciò non vi sarebbe altro modo che quello di datare tutto il Denaro emesso e di
deciderne il deperimento percentuale periodico al fine di creare la stabilizzazione
della Massa Monetaria su un livello fisiologicamente accettabile dalla dinamica
economica generale.
Ladispoli 15
Febbraio 1992
Ogni
Cittadino, dalla nascita alla morte, riceve un accredito mensile di
sussistenza, chiamato Reddito di Cittadinanza, in un conto Bancario personale.
I conti dei
minori e degli inabili sono disponibili per i tutori, genitori o facenti veci.
L'iniziativa
economica è totalmente libera e le contrattazioni non sono soggette ad alcuna
formalità.
L'organizzazione
giuridica impone ai contraenti il rispetto degli accordi non in contrasto con
Codici.
Gli addetti
alla Struttura Giuridica contrattano individualmente i compensi per le loro
prestazioni con i responsabili dei vari dipartimenti.
Tali responsabili si
regolano in base ai poteri e ai compiti loro conferiti dalle Leggi, in accordo
con l'Organo di Rappresentanza della Vita Economica.
La rispondenza
dei comportamenti dei vari dipartimenti, in rapporto alle finalità loro assegnate,
è controllata da organi di sorveglianza di provenienza elettiva.
Il Denaro
datato, per il Reddito di Cittadinanza e quello per gli addetti alla Struttura
Giuridica. viene emesso dalla Banca degli italiani.
La contropartita
di tali emissioni è costituita dalla decurtazione monetaria mensile del valore
del Denaro datato, presente nella compagine sociale, in base al tasso di deperimento,
stabilito dalla rappresentanza della struttura economica e dalla Assemblea Giuridica.
La
determinazione di tale tasso, nonché dell'ammontare del Reddito di Cittadinanza
mensile, sono stabiliti annualmente in funzione delle risultanze dei conti con
l'estero.
La scuola è
privata e i relativi compensi sono stabiliti nelle corrispondenti contrattazioni
individuali.
La scelta dei
piani di studio ricade sui singoli soggetti interessati, nell'ambito delle
norme di legge generali vigenti in tale materia.
La proprietà è
esclusivamente privata e i beni di uso comune sono amministrati da consorzi privati,
sulla base di normative generali.
Le prestazioni
della Struttura Giuridica sono gratuite in quanto miranti al mantenimento della
tutela dei diritti.
Le sanzioni
giuridiche mirano essenzialmente alla imposizione ai trasgressori della ristorazione
dei diritti violati, e, comunque, al risarcimento economico dei danneggiati, e,
in alternativa o ad integrazione, a carico della collettività, con emissioni
monetarie corrispondenti.
Lo scopo deve
essere quello di risarcire e non quello di punire e l'onere coattivo del risarcimento
deve essere considerato sufficiente elemento per il ravvedimento dei rei.
Le devianze
patologiche dovranno essere trattate, a carico della collettività, nell'ambito
di strutture mediche, per i tentativi di recupero.
Ladispoli 16
Febbraio 1992
La
caratteristica naturale del libero Mercato è la tendenza alla continua
diminuzione dei Prezzi, per effetto delle razionalizzazioni produttive, da un
lato, e dall'ingresso sul Mercato di nuove Aziende, che possono trovare spazio
solo a condizione di offrire Prezzi minori.
La presenza
dell'inflazione dimostra l'esistenza di incidenze estranee al settore economico.
In un Mercato,
in condizione di stabilità dei costi di base, e quindi dei Prezzi, se vengono
artificialmente introdotti degli aggravi sui costi, si avviano spinte
inflazionistiche che, dopo aver superato gli effetti della naturale tendenza
alla diminuzione dei Prezzi, vanno a determinare aumenti e quindi inflazione.
L'adeguamento
dei redditi, destinati alla sussistenza dei Cittadini, alle maggiorazioni dei
Prezzi, provoca un conseguente aggravio sui costi di Produzione e quindi sui
Prezzi, con alimentazione della spirale inflazionistica da un lato e della
conflittualità salariale dall'altro.
Ciò porta ineluttabilmente
all'impoverimento generale, a seguito anche degli interventi fiscali, sulle
Aziende, volti a creare artificiali situazioni di Solidarietà sociale, con
ulteriori spinte inflazionistiche.
Superato un
certo livello di sopportabilità, inizia la disincentivazione produttiva, i cui
effetti si manifestano come disoccupazione e come passività nei conti con
l'estero.
Il ricorso,
per fini di Solidarietà sociale, all'indebitamento oneroso dello Stato nei
confronti del Mercato del risparmio, non fa che spostare la conclusione nefasta
del dissolvimento sociale.
Per arrestare
tale marcia verso l'abisso non vi è altro mezzo che quello dello spostamento
del prelievo fiscale, dalla sfera produttiva a quella monetaria.
Ciò può
ottenersi con la datazione del Denaro e con la sua decurtazione mensile, a
tasso programmato, per creare la contropartita per emissioni monetarie a fini
di Solidarietà sociale e per le esigenze di spesa della strutture pubbliche.
La sterilità,
a breve termine, del ricorso dello Stato all'indebitamento monetario, nei
confronti dei Prezzi, ha indotto vari Governi, ad un certo punto, a preferire
tale strada rispetto a quella fiscale.
L'ulteriore
passo, nella via della eliminazione dell'inflazione dai mercati, è costituito
dal totale spostamento della fiscalità sul settore monetario.
Ciò non fa
altro che recuperare, le perdite di valore della Massa Monetaria per inflazione,
a fini sociali, senza aggravio per tale settore rispetto al passato.
Se nel Denaro
si vede il frutto di ricavi provenienti dal passato, il suo assoggettamento a
fini di Solidarietà e sicurezza sociale, appare eticamente corretto, giacché la
contribuzione deriva da chi, possedendo del Denaro, dimostra in concreto di
aver tratto vantaggio dalla vita sociale.
L'obiezione
che parte di tale Denaro può costituire l'unica fonte di sicurezza per le
prospettive di indigenza del futuro, cade di fronte alla possibilità di
assicurare a tutti il Reddito di Cittadinanza, con emissioni in contropartita
delle decurtazioni del Denaro datato.
Ladispoli 7
Marzo 1992
La filosofia sociale più avanzata
è pervenuta all'affermazione che l'Essere Umano è da considerare come il fine
di ogni struttura sociale e come la fonte di ogni forma di sovranità.
Tale concezione viene chiamata
democratica ma sarebbe più appropriato chiamarla "antropocratica".
Chi, in tale campo, voglia
passare dalla teoria alla pratica ha l'obbligo di esplicitare la propria
concezione dell'Essere Umano, alla quale rapportare ogni giudizio in merito
alle strutture sociali, da considerare al suo servizio.
La facoltà umana che consente la
Conoscenza è il pensiero, applicato alle percezioni.
L'unione della percezione e del
corrispondente concetto forma la rappresentazione.
Il complesso delle
rappresentazioni, conquistate con l'attività pensante, costituisce il contenuto
della coscienza individuale.
La vita cosciente dell'Essere
Umano consiste nell'interazione tra la propria coscienza e le percezioni, sia
di natura sensibile che di natura intuitiva, cioè tra le sensazioni e le
intuizioni.
La prima reazione del soggetto,
alle sensazioni e alle intuizioni, è costituita dal sentimento.
La reazione sentimentale viene
superata mediante il lavoro del pensiero, che unisce la percezione del
sentimento con il relativo concetto, conquistato per via intuitiva, con la
formazione della rappresentazione, che diviene patrimonio permanente della
coscienza individuale.
Il fatto che la coscienza
individuale si manifesti nel corpo, che oltre che della capacità di fornire
percezioni con i propri organi di senso, è dotato della capacità di movimento e
quindi di azione, fa si che l'Essere Umano possa agire sulla realtà esteriore,
per modificarla anche in conformità alle risultanze della propria coscienza
individuale.
Se una determinata percezione
provoca nella coscienza un sentimento di gioia o di dolore, l'individuo, dopo
avere scoperto per mezzo del pensiero le ragioni di tali sentimenti, sarà
indotto ad agire sulla fonte della percezione per accrescere o per combattere
le situazioni esterne che gli hanno generato i due tipi di sentimenti.
La capacità di determinarsi a
tali azioni si chiama volontà e la sua fonte va ricercata nella esuberanza
dell'organismo fisico.
Lo sforzo, messo in atto in tali
azioni, costituendo anch'esso percezione del soggetto, assieme al concetto che
lo ha determinato, diviene rappresentazione e come tale entra nella coscienza
individuale come suo patrimonio.
In tal modo la volontà, dalla
natura corporea, entra nella realtà della coscienza individuale, conferendo ad
essa la capacità di generare azioni, non soltanto a seguito di stimolazioni
percettive e sentimentali, ma anche a seguito di intuizioni.
La capacità di agire sotto
l'azione di motivi intuitivi costituisce quella che viene chiamata creatività.
Quanto precede costituisce la
descrizione delle manifestazioni essenziali della vita individuale, nel loro
aspetto archetipico, quali risultano, da un lato, dall'osservazione della vita
umana e, dall'altro, dalla riflessione pensante su tali manifestazioni.
Chi voglia approfondire l'iter di
pensiero che porta a tale concezione dell'Essere Umano, troverà ne "La
filosofia della Libertà" di Rudolf Steiner, una completa trattazione
filosofica di tali argomenti.
Ladispoli 17
Marzo 1992
L'Essere Umano è la fonte ed il
regolatore dei 3 Poteri:
Economico.
Giuridico.
Culturale.
Il Potere economico nasce dall'attribuzione di valore, da
parte dei Cittadini, al Denaro.
La corretta
provenienza del Denaro posseduto deriva dai ricavi conseguiti nelle libere contrattazioni.
Tale
provenienza attribuisce ai possessori il pieno potere sul Denaro posseduto.
Ogni pagamento
potrà derivare dalle scelte di convenienza individuali o dal mantenimento di
liberi impegni contrattuali.
Viene
conferito dai Cittadini attraverso le scelte elettorali, in vista dei servizi
giuridici necessari per il pieno godimento dei diritti individuali.
Le
determinazione dei gestori di tale potere non potranno mai limitare i diritti
dei Cittadini.
La periodicità
delle elezioni rende formativo della Struttura Giuridica il giudizio dei
Cittadini sul lavoro degli eletti.
L'informazione
è l'espressione del potere culturale.
Il corretto
supporto economico del settore dell'informazione può scaturire solo dal gradimento
dei destinatari, espresso con il libero acquisto dei servizi offerti.
Ladispoli 18
Marzo 1992
Ciò che
caratterizza, in generale, la vita dell'Essere Umano è il continuo sviluppo
della propria Cultura individuale, con il lavoro di pensiero applicato alle
percezioni sensibili e a quelle psicologiche.
Tale lavoro
porta continua luce nella Coscienza e pone le basi per i giudizi e per i
comportamenti individuali.
Avanzando su
tale cammino l'Essere Umano sempre più si rende conto che la possibilità di
potere portare completezza e armonia nella propria vita cosciente, diviene la
propria esigenza primaria.
Tutti i
fattori della realtà, compresa la vita sociale, verranno valutati alla luce di
tale esigenza.
La realtà
sociale sarà tanto più apprezzata quanto più metterà l'individuo in condizione
di poter svolgere in Libertà il proprio lavoro di crescita interiore.
Chiunque
voglia operare in campo sociale dovrà tenere conto di tale realtà umana, se non
vuole vedere fallire i propri sforzi in tale direzione.
Ogni forma di
coercizione, in contrasto con tale anelito evolutivo, è destinata ad essere annientata.
La Storia è la
dimostrazione a posteriori di tale assioma.
Si potrà
lavorare correttamente in campo sociale solo se si è preso coscienza di quanto
sopra accennato.
In passato, in
tale campo, si è operato in base a istinti, ma ciò non sarà più possibile in
futuro giacché il rafforzamento delle coscienze individuali imporrà sempre più
il peso del proprio giudizio.
Ogni progetto
sociale resisterà alla critica degli Esseri Umani solo se sarà rispettoso delle
loro esigenze interiori.
L'Essere Umano
anela con tutte le proprie forze ad una organizzazione sociale di servizio e
non di potere, in cui ciascuno possa equilibrare in Libertà l'entità degli
sforzi personali in vista di finalità soggettive di armonico sviluppo della
propria Personalità.
Ogni
coercizione esterna della libera volontà individuale dovrà divenire impossibile
e ove si manifesti dovrà trovare le barriere che la Civiltà giuridica avrà
saputo creare a tale scopo.
Ogni vocazione
alla sopraffazione, fonte di ogni comportamento delinquenziale, sarà da
considerare come un illecito residuo di epoche tramontate, da rendere sterile
con i provvedimenti giuridici in gran parte già previsti ed in parte ancora da
formulare, in base all'evoluzione della scienza giuridica.
Le
organizzazioni sociali del futuro riusciranno ad avere ragione della
delinquenza solo se elimineranno dal proprio interno ogni tendenza autoritaria
la cui fonte psicologica è la stessa di quella che induce a delinquere.
Ciò porterà
sempre più verso organizzazioni statali limitate e concentrate solo per la
difesa dei legittimi diritti individuali, contro ogni forma di violenza e di
sopraffazione.
Il fallimento
degli Stati tutto-fare ammaestrerà verso la loro limitazione alla sfera giuridica,
a tutela dei legittimi interessi della sfera privata che si esplicheranno nella
Vita Economica da un lato e in quella culturale dall'altro.
Il cammino in
tale direzione sarà favorito solo se si riuscirà a trovare dei meccanismi di
selezione, per gli addetti alle funzioni giuridiche, capaci di far prevalere la
valutazione delle vocazioni specifiche rispetto ad ogni altra istanza estranea,
nonché se sarà possibile il controllo del loro operato in base a chiari criteri
di pubblico interesse.
A tal fine
occorrerà rendere impossibile che il potere giuridico possa avere risvolti
economici per evitare il manifestarsi di possibilità di tentazioni degli
interessi personali nello svolgimento delle mansioni di pubblico servizio.
Ladispoli 15
Aprile 1992
Il disagio, le
difficoltà, le sofferenze incontrate nei tentativi di inserimenti sociali
possono portare a situazioni di scetticismo sulla validità delle strutture
contemporanee.
Quanto poi
all'aderire acriticamente a movimenti di opinione che si fanno portavoci di
critiche verso coloro che temporalmente gestiscono tali strutture, senza
prospettare concrete soluzioni alternative, va detto che è ingiustificato dal
punto di vista morale e rischioso dal punto di vista pratico, giacché non è
detto che il semplice cambio dei gestori sia di per se stesso garanzia di miglioramento.
Il panorama
dei movimenti politici e di opinione è ricco di critiche verso l'esistente e
assolutamente carente di prospettazioni organiche alternative tali da offrire
al vaglio critico dei Cittadini la possibilità di giudizi preventivi su quanto
si propone.
In altri
termini si fa appello all'emotività più che alla ragione della gente, per
carpirne il consenso al fine di investiture di potere privo di ogni
condizionamento programmatico concreto.
Tale fatto è
la causa principale delle condizioni disastrose in cui oggi si dibattono i
sistemi sociali del mondo, da un lato, e della disaffezione o disperazione
politica dall'altro.
In mancanza di
chiare proposte alternative e di analisi lucide sulle carenze presenti, gli
onesti restano impotenti, in uno stato di crescente disagio cui non riescono a
contrapporre alcun rimedio.
Chi scrive
queste note ha vissuto tale situazione nella propria gioventù e non volendo
aderire acriticamente ad alcun movimento di massa, ha dato inizio ad una
ricerca personale per conquistare i criteri necessari per la valutazione
dell'esistente e per la creazione di una propria visione sociale.
Il primo
lavoro è consistito nell'accertare quali siano le aspettative sociali legittime
di ogni Essere Umano.
Il secondo è
stato quello di valutare se la realtà sociale fosse tale da rispondere
positivamente a tali aspettative ed eventualmente quali fossero le carenze e
possibilmente determinarne le cause.
Il terzo
lavoro è consistito nella costruzione di una immagine concettuale di un modello
di società corrispondente alle aspettative umane.
Ciò è stato svolto
in un quarantennio di lavoro interiore sviluppato parallelamente ad una normale
vita individuale svoltasi all'inizio in attività subordinate e poi in attività
imprenditoriali.
L'attività
pratica ha fornito il materiale necessario a quella teorica.
Nel 1979 ho
tentato una prima sintesi in un libro intitolato LA VIA D'USCITA.
In tale opera
indicavo alcune impellenze sociali per uscire dal vicolo cieco in cui vedevo avviarsi
la società italiana nonché le altre società.
Il decennio
seguente mi è servito per confrontare le mie previsioni con gli eventi
nazionali ed internazionali, per collaudarne la validità.
In tale
periodo ho visto maturare, a livello di volontà politiche, alcune delle mie prospettazioni,
quali l'esigenza del ritorno al libero Mercato e conseguente privatizzazione
dei beni pubblici ed altre istanze presentate nel libro.
Ma il tutto
sempre in forte ritardo rispetto ai momenti in cui i provvedimenti avrebbero
potuto essere di reale beneficio.
Alcune delle
proposte da me presentate sono ancora assenti dalle visioni politiche
imperanti, anche se cominciano a far capolino nella Cultura sociale contemporanea.
Le esigenze di
una nuova impostazione della filosofia fiscale, di una reale Solidarietà
sociale, nonché di una nuova visione del Denaro, connesso alla vita sociale,
sono ancora questioni aperte.
La lunga
maturazione in solitudine meditativa della visione conquistata mi spinge ora a
tentare di presentarla in maniera organica per assolvere ad un mio dovere di
Cittadino, nel tentativo di contribuire al dibattito culturale volto al
Progresso sociale.
Con questo mio
lavoro non mi rivolgo all'emotività del lettore, ma alla sua coscienza pensante,
nella convinzione che le emozioni siano manifestazioni soggettive, rispettabili
da tale punto di vista, ma che in nulla possono contribuire nei momenti
progettuali.
Ladispoli 17
Aprile 1992
Le esigenze
sociali degli individui scaturiscono naturalmente dalle situazioni ambientali
in cui si viene inseriti con la nascita.
La prima
esigenza è quella della disponibilità di quanto necessario alla sopravvivenza
fisica.
Tale esigenza
viene soddisfatta inizialmente dalla Famiglia.
Nella
Famiglia, normalmente, l'individuo si sente protetto e sicuro di avere a disposizione
quanto necessario al proprio sviluppo.
Ciò avviene
nel regno animale e a maggior ragione si verifica tra gli Esseri Umani.
I problemi
sociali si cominciano a presentare al conseguimento della maggiore età in connessione
all'esigenza di assunzione di responsabilità dirette nella gestione della
propria vita..
È a questo
punto che si entra in contatto autonomo con l'ambiente esterno e non è irrilevante
il fatto che ci si trovi in un contesto sociale aperto ad accoglierci oppure in
uno indifferente ed impenetrabile ai nostri sforzi di inserimento.
in chi si trova in difficoltà nei tentativi
di approccio al mondo del lavoro nascono interrogativi sulla bontà delle
strutture sociali e con ciò ha inizio la nascita della problematica politica,
che fa dell'individuo un Cittadino.
In chi ha
avuto difficoltà nel proprio inserimento sociale vi sarà la tendenza ad aderire
a concezioni politiche rivoluzionarie o riformiste a seconda delle sofferenze
patite in tale sforzo.
Tale adesione
nascerà da impulsi emotivi e difficilmente potrà essere obiettiva e non contribuirà
positivamente allo sviluppo civile.
Chi in tale
campo voglia prendere posizione in base a valutazioni di pensiero si trova
posto nella necessità di svolgere un impegnativo lavoro culturale.
Se da tale
ricerca scaturisce la valutazione dell'inadeguatezza oggettiva delle strutture
sociali e della inesistenza di partiti capaci di incarnare le nostre
convinzioni sociali, si può entrare in uno stato di estremo disagio e solitudine
Ladispoli 17
Aprile 1992
Se noi vediamo
un Cittadino sviluppare una serie di considerazioni critiche nei confronti di
un partito politico, sia esso al potere oppure all'opposizione, restiamo
colpiti dalla capacità dialettica evidenziata e aspettiamo di vederci proporre
dei concreti rimedi contro i mali che di volta in volta vengono evocati, ma
invariabilmente il discorso si conclude con l'indicazione generica di un altro
partito come unico rimedio contro quanto si è lamentato.
I partiti
politici sono considerati come delle pozioni magiche, tossiche o benefiche, da
assumere o non assumere, a seconda del medico di turno che indica la cura.
Il rito
supremo della vita democratica culmina nelle votazioni in cui ogni elettore si
schiera dalla parte dell'una o dell'altra pozione, o combinazione di pozioni, a
seconda del sistema politico particolare.
Con il varo
dei governi vincenti inizia la somministrazione ai Cittadini delle purghe
previste, in attesa che siano poi gli intestini degli stessi ad emettere il
proprio verdetto che poi si esplicherà concretamente al prossimo consulto elettorale.
Quando gli
apparati digerenti restano stravolti da qualche medicina un po' troppo
lassativa, può anche accadere che si manifestino violenti moti di ripulsa o di
ribellione che detronizzano anzitempo gli apparati di potere, con delle pause
preparatorie per la successiva cura miracolosa.
Questa è la
democrazia.
La sua molla
fondamentale è costituita dalle reazioni emotive dei Cittadini ai mali sofferti
con la possibilità di rivolgersi al taumaturgo di turno che spiegherà bene perché
abbiamo sofferto questo o quel male, ma che si guarderà bene dallo spiegarci
chiaramente perché con lui le cose andrebbero in maniera diversa.
Egli infatti
non fornisce spiegazioni scientifiche, che del resto non sarebbero comprese
dalla stragrande maggioranza dei Cittadini, ma si straccia le vesti per
chiedere di essere creduto sulla parola.
La fiducia!
Ecco la parola magica della democrazia, non importa se essa sarà tradita cento
o mille volte, giacché vi sarà sempre qualcuno che raccoglierà la bandiera
sporcata e prometterà che la prossima volta non sarà così.
Chi ha
scoperto il trucco cerca di tirarsi fuori dal gioco resistendo a tutti i
tentativi di coloro che fanno appello al senso civico e ai rimorsi che
conseguiranno nella coscienza degli appartati o astenuti.
Il numero di
costoro va crescendo sempre più e lascia intravedere il nascere di un nuovo forte
raggruppamento sociale che si orienterà verso l'Antropocrazia, abbandonando
definitivamente la democrazia.
Quando si
sente dire che il toccasana per uscire dal vicolo cieco della democrazia è il
ritorno al libero Mercato, si accolta un discorso antropocratico.
Antropocrazia
vuol dire governo dell'Uomo sui sistemi ed è un ideale, presente in tutti gli Esseri
Umani, che ogni tanto affiora, ma che trova ancora impreparate le coscienze per
capirlo.
Eppure agisce
vigorosamente nelle subcoscienze e si fa strada dove può.
Il campo in
cui tale ideale ha fatto maggiore strada è quello economico.
Quando un
Consumatore acquista una qualunque merce esercita un potere antropocratico,
giacché, con la propria scelta ha premiato chi ha prodotto la merce e punisce
gli altri Produttori che non hanno avuto il proprio gradimento.
Quando uno
spettatore sceglie uno spettacolo esercita un potere antropocratico che attraverso
l'indice di ascolto o il pagamento del biglietto determina il successo dello
spettacolo scelto e l'insuccesso di quelli non preferiti.
Se tali scelte
si estendessero a tutti gli aspetti della vita sociale noi avremmo il trionfo
pieno di fatto dell'Antropocrazia.
Chi ha
successo nella Vita Economica o in quella culturale lo deve alle scelte sovrane
e antropocratiche dei Cittadini e meriterebbe un diverso rispetto da quello che
viene loro riservato dal potere politico che si ingegna continuamente a rendere
dura la vita di costoro, considerati come parassiti e non come benefattori dell'umanità.
L'ideale
antropocratico che come detto sopra urge nei subconsci della grande maggioranza
dei Cittadini, spinge inarrestabilmente verso la sua piena attuazione ed ha
sempre ragione degli ostacoli che le forze retrive gli frappongono.
Chi ha voluto
sottoporre la Vita Economica e quella culturale al dominio di quella politica
lo ha fatto sostenendo la tesi che la Libertà economica e quella culturale
costituiscono pericoli potenziali per la vita sociale giacché dall'Essere
Umano, abbandonato a se stesso, vi è ben poco di buono da attendersi.
Evidentemente
chi fa tali affermazioni, per arrogarsi il diritto di intervenire coattivamente
nella vita sociale, o non è un Essere Umano oppure appartiene ad una speciale
elite scaturita dalla massa, altrimenti non si capisce come da esseri
"cattivi" come lui possano derivare cose buone.
Il bisogno
della organizzazione giuridica scaturisce dalla possibilità di contrasti tra
gli Esseri Umani e dal bisogno di tutela da usurpazioni o danni, ma ciò non
autorizza la Struttura Giuridica a divenire fonte preventiva di paralisi per
ogni azione umana.
Il regime
delle licenze e dei permessi, in costante estensione, realizza la volontà di
predominio della Struttura Giuridica sulla vita sociale con la riduzione del
Cittadino ad un essere ibernato da rivivificare solo su richiesta, di fatto a
discrezione dei governanti che esamineranno il caso quando ne avranno il tempo.
L'Antropocrazia
chiede che tutto ciò che è proibito sia chiaramente indicato nelle leggi, facilmente
interpretabili dai Cittadini, e che l'intervento correttivo avvenga dopo che
l'infrazione si è verificata e non si pretenda di impedire la libera creatività
umana con la scusa che essa, a priori, possa uscire dai canoni consentiti.
La struttura
politica deve sempre tenere presente che il suo potere deriva dal Cittadino e
che il suo compito è quello di rendere sempre più agevole il vivere sociale,
eliminando ogni possibile impedimento al libero manifestarsi della creatività
umana.
Circa il
problema del presunto primato della politica sull'economia, occorre convincersi
che esiste un solo primato giustificato, cioè quello del libero Cittadino e che
da lui dipende il giudizio sulla giustificazione della permanenza in vita di
ogni forma di struttura sociale.
In campo
economico, quando le Aziende non corrispondono più all'interesse degli Acquirenti,
cessano istantaneamente di esistere.
Se ciò è
possibile per la Vita Economica perché non dovrebbe esserlo altrettanto per
quella giuridica?
Quando si
vedono interi sistemi sociali devastati da fenomeni aberranti quali quello
della droga e quello della delinquenza e soprattutto quando si assiste al
continuo peggioramento di tali situazioni, non dovrebbe essere automatico il
riesame di quanto avvenuto nel passato per trovare gli errori ed eliminarli?
Nessuno è
propenso a fare "mea culpa" e si attribuisce ad avversa fatalità
quanto invece ha una precisa origine in errori macroscopici a danno della
libera creatività umana.
Rispetto alla
precedente affermazione vi è una sola eccezione, quella dei sistemi comunisti
che hanno avuto il coraggio , dettato dalla disperazione, di autodistruggersi
per ricominciare tutto da capo.
I sistemi
occidentali vogliono anch'essi trovarsi di fronte a situazioni altrettanto tragiche?
Non a caso nei
paesi ex comunisti si è guardato al libero Mercato come al mezzo per ritornare
ad un vivere normale.
I paesi
occidentali vogliono farsi superare nella battaglia della Libertà, e
soprattutto vogliono farsi costringere dalla tragica forza delle cose?
Ormai gli
ideali antropocratici non daranno più tregua a nessuno e chi si illude di poter
continuare nei vecchi giochi di potere avrà dei ben tristi risvegli.
Tali ideali
sono quello della Libertà, della Solidarietà e della Giustizia.
Per il futuro
non sarà più permesso che uno solo di tali ideali sovrasti gli altri soffocandoli;
essi dovranno realizzarsi tutti contemporaneamente ed in reciproca armonia ed
equilibrio.
Questa è la
sfida del prossimo futuro e chi non sarà alla sua altezza sarà inesorabilmente
travolto.
Chi è ancora
abbarbicato a vecchi schemi ideologici non riuscirà mai a concepire come possa
avvenire la libera coniugazione della Libertà con la Solidarietà e ciò perché a
costoro non passa lontanamente per la mente che il moderno Progresso civile
rende possibili e necessarie soluzioni impensabili in passato.
Chi è abituato
a non pensare ma a camminare sui binari della miope routine rimane terrorizzato
quando si presentano nuovi panorami di pensiero inusuali a tali nature anguste.
Di frotte ad
ogni nuovo progetto essi sbarrano gli occhi e si affrettano ad evocare concetti
di utopia, di scolastica memoria.
Essi non sanno
che ogni nuovo progetto tecnico è di per se stesso un'utopia fino a quando non
entra nella realtà e che quindi il criterio per valutare le idee non è quello
se in qualche parte del mondo esse siano già realizzate, ma quello se esse
contengano delle false proposizioni in contrasto con l'umano buon senso.
Tutto ciò che
è pensabile secondo verità è anche realizzabile e tutto ciò che è reale è nato
dal pensiero.
Il problema di
un sistema di pensiero non è quindi quello della sua realizzabilità ma quello
della sua vantaggiosità umana.
Chi non è in
grado di valutare un progetto ha l'obbligo di chiedersi se ciò risieda nella
natura del progetto oppure nella propria immaturità ed in tal caso gli
scaturisce l'obbligo di tacere e non di azzardare assurdi giudizi.
Di contro chi
presenta un progetto che coinvolge altri ha l'obbligo della chiarezza e deve essere
disponibile a fornire tutti i chiarimenti richiesti.
Se nel
progetto sono contenuti degli errori di fondo allora si ha l'obbligo di combattere
chi lo presenta per smascherarne l'insufficienza.
Quando Marx
presentò il suo progetto sociale, si espresse con estrema chiarezza e fa parte
di un tragico destino se pochi riuscirono a capire l'errore di fondo che lo
rendeva pericoloso.
Tale errore
era quello della lotta di classe che accettava la guerra tra gli Esseri Umani,
divisi arbitrariamente in categorie contrapposte.
Altro nefasto
errore di tale progetto era quello di accettare il dogma del potere riducendo
la Storia a lotta per conseguirlo.
La realtà ha
tragicamente evidenziato nei fatti tali errori, ma sarebbe stato meglio che una
tale mostruosità fosse stata smascherata sul nascere, correndo alla ricerca
delle cause che facevano diffondere tale morbo tra gli operai.
Se al concetto
di potere Marx avesse sostituito quello di Essere Umano come supremo e inappellabile
motore della Storia allora il suo movimento avrebbe preso un'altra via.
Hitler nel suo
Mein Kampf ha chiaramente espressa la sua visione sociale ponendo al vertice
dei suoi ideali la Nazione e per chi avesse avuto normali facoltà pensanti sarebbe
stato facile prevedere tutto quanto poi è stato tragicamente realizzato.
Anche qui se
al concetto di Nazione fosse stato sostituito il concetto di Essere Umano, la cosa
avrebbe preso una strada diversa.
La Chiesa
cattolica, nelle varie encicliche sociali, rifacendosi al pensiero di S. Tommaso,
ha chiaramente espresso il pensiero che la base e il fine di ogni
organizzazione sociale è da considerare l'Essere Umano.
Alla Chiesa si
può solo addebitare il fatto di non aver tratto tutte le conseguenze pratiche
di tale premessa ed essersi soltanto limitata a consigliare atteggiamenti
generici e non dato precise indicazioni, possibili partendo dal pensiero
cristiano.
Ciò fa sperare
ragionevolmente che qualsiasi progetto ispirato a tale pensiero troverà l'appoggio
culturale della Chiesa.
L'Antropocrazia
parte dalle basi culturali del pensiero cristiano ed analizza i fatti della
vita per valutarne la compatibilità con tale visione, smascherando tutte le
concezioni e i comportamenti in contrasto con tale pensiero.
La Libertà
viene connessa alla trascendenza umana, la Solidarietà viene collegata alla preziosità
e insostituibilità di ogni singolo Essere Umano, la Giustizia viene considerata
come mezzo per realizzare la pace tra gli individui.
Per l'Antropocrazia
ogni forma di potere astratto viene considerato come sorpassato retaggio di epoche
passate.
L'unico potere
legittimo è quello che l'Essere Umano conquista su se stesso e sui prodotti
della propria attività.
La libera
contrattazione consente lo scambio di impegni nell'ambito dei legittimi poteri
individuali.
L'organizzazione
statale viene considerata come un mezzo per la tutela dei legittimi poteri e
per la salvaguardia dei diritti naturali.
Tale
organizzazione deve essere costantemente impegnata ad ottimizzare i propri
tempestivi servizi alla collettività ed ha l'obbligo di adeguarsi continuamente
al progredire delle situazioni culturali del contesto sociale ed ogni suo
componente deve essere considerato personalmente responsabile dei danni arrecati
ai Cittadini da colpevoli ritardi o inadempienze.
Su tutta la
vita sociale deve sovrastare il concetto che il giusto vantaggio dell'individuo
è la base del bene comune.
Dall'organizzazione
statale deve essere estromessa ogni forma di gestione di servizi che possano
essere lasciati al settore economico, senza esclusive, in regime di concorrenza
tra le Aziende.
Alla struttura
pubblica deve restare solo ciò che non può essere lasciato al giudizio del Mercato,
cioè la gestione delle funzioni di natura strettamente giuridica.
La vecchia e
nefasta tendenza di trasferire alla pubblica amministrazione ogni possibile funzione
dovrà essere completamente rovesciata.
Ciò che
caratterizzerà l'organizzazione statale sarà l'impossibilità di ogni
discrezionalità, dovendo essa essere gestita solo in base a precise norme di
legge.
Di contro la
Vita Economica sarà caratterizzata dal continuo intervento degli interessi e
delle capacità delle Soggettività che, in mutua dialettica contrattuale, ne
assicureranno la vitalità.
Poiché la Vita
Economica diventerà sempre più il campo in cui si affermeranno gli abili e i forti,
sarà compito dell'organizzazione giuridica di creare le leggi per la
salvaguardia dei diritti di base, quale quello alla possibilità di poter sempre
far fronte, autonomamente, a quanto scaturisce dalle naturali esigenze di
sopravvivenza di ciascun componente sociale, qualunque sia la condizione di
difficoltà o menomazione in cui possa trovarsi.
Poiché tale
esigenza di Solidarietà di base implica la disponibilità di Denaro e poiché in
passato ciò ha portato all'innesco di nefasti fenomeni inflattivi, da un lato,
e a disincentivazioni produttive, dall'altro, sarà necessario riesaminare
profondamente il problema fiscale e quello monetario che ad esso si connette.
L'Antropocrazia
considera il problema monetario come di esclusivo interesse dell'individuo,
giacché i beni che danno concreto valore al Denaro sono prodotti dagli Esseri
Umani e non dalle strutture pubbliche.
Nei sistemi
del passato l'emissione monetaria veniva governata dagli Stati con scarico dei
relativi oneri sul settore produttivo, attraverso il meccanismo fiscale, e
quindi sui Prezzi, con generazione di nefaste inflazioni.
L'Antropocrazia
ha una diversa visione di tale problema.
Per spiegare
la concezione monetaria antropocratica è opportuno prospettare una situazione
sociale puramente ipotetica.
Immaginiamo di
trovarci in una società improvvisamente priva di Denaro, ma per il resto in
grado di avviare e svolgere una normale vita produttiva.
Per una situazione
del genere l'Antropocrazia proporrebbe di creare un Istituto di Emissione
Monetaria, di proprietà della collettività, per fare delle emissioni monetarie
a favore di ciascun Cittadino, in misura egualitaria, anche in forma di
accrediti Bancari, registrati, in dare, in schede di contropartita dei singoli
Cittadini tenute presso l'Istituto di Emissione.
Con tale
provvedimento si vedrebbe, come è facile immaginare, un immediato avvio di una
vitale dinamica economica, con soddisfazione di tutti, Produttori e Consumatori.
Tale
provvedimento sarebbe assolutamente equo in quanto ne beneficerebbero in eguale
misura tutti i Cittadini ed inoltre fornirebbe alla Vita Economica la liquidità
monetaria essenziale al suo svolgimento.
La misura
delle quote individuali è questione di cui si parlerà in seguito in connessione
con altre considerazioni relative al rapporto della Massa Monetaria globale con
il Sistema Economico.
Continuando a
seguire con l'immaginazione l'evoluzione economica di un sistema così avviato è
facile prevedere che dopo un certo tempo vi sarà un flusso monetario verso la
Produzione ed un continuo assottigliarsi delle risorse monetarie di coloro che
non sono in grado di inserirsi attivamente in tale processo.
Quanto a
questi ultimi va detto che essi non appartengono ad una particolare categoria umana
precostituita bensì sono individui in situazione di disagio anche per il sopraggiungere
di sventure imprevedibili.
Nessun Essere
Umano può considerarsi al riparo da tali evenienze e quindi il problema sopra
posto riguarda ciascun componente sociale, qualunque sia la sua condizione contingente.
Per porre
rimedio alla evenienza certa di assenza di disponibilità monetaria, in cui dopo
un certo tempo verrebbero a trovarsi coloro che non riescono a partecipare
utilmente alla Vita Economica, l'Antropocrazia proporrebbe un ulteriore
provvedimento consistente nello stabilire che mensilmente ciascun Cittadino
riceva dall'Istituto di Emissione, con le modalità accennate sopra, una quota
monetaria, che potrebbe chiamarsi Reddito di Cittadinanza, idonea a consentirne
il mantenimento in vita, indipendentemente dalla sua posizione rispetto al
settore produttivo.
L'adozione di
una tale soluzione immetterebbe nel Mercato mensilmente una notevole Massa
Monetaria che alla lunga potrebbe portare a situazioni abnormi dipendenti dalla
potenziale eccessiva disponibilità monetaria di settori produttivi
specialistici.
Per mantenere
la Massa Monetaria globale entro limiti fisiologici, evidenziabili da parametri
econometrici noti, l'Antropocrazia proporrebbe l'adozione della data su
ciascuna entità monetaria al fine di consentirne una graduale costante
decurtazione, compensativa delle emissioni aggiuntive, con l'adozione di un
tasso mensile o annuo posticipato di deperimento matematico dei valori monetari.
Con tali
provvedimenti sarebbe realizzata la certezza e l'equità dell'emissione monetaria
ed inoltre sarebbe pienamente attuato il principio imprescindibile della Solidarietà
sociale..
È evidente che
per le necessità monetarie dell'organizzazione pubblica si dovrà provvedere con
emissioni monetarie analoghe a quelle per il Reddito di Cittadinanza.
La concezione
antropocratica a questo punto mette in evidenza che non essendovi scarichi
fiscali sul processo produttivo si determinerebbe la stabilizzazione dei Prezzi
dei prodotti con la tendenza alla diminuzione per effetto delle
razionalizzazioni dei relativi processi e delle scoperte tecnologiche.
Tutto quanto
detto finora sulle emissioni monetarie è stato riferito all'ipotesi di un avvio
ex novo di un'economia monetaria, ma tale ipotesi non ha alcun riscontro nelle
realtà sociali evolute e pertanto è necessario trasferire i concetti
conquistati, a tali realtà.
Per avviare
un'analoga riforma monetaria in una società economica avanzata, la concezione
antropocratica indica il punto di partenza nella decretazione della datazione
convenzionale del Denaro esistente, alla data del momento d'inizio di tale
riforma e contemporaneamente delle emissioni monetarie mensili per il Reddito
di Cittadinanza e per le esigenze della pubblica amministrazione, nonché
dell'avvio del processo automatico di decurtazione monetaria per creare le contropartite
reali per le emissioni.
Con ciò si può
dar vita a sistemi sociali realmente solidali e dotati di una libera Vita
Economica e Culturale.
La Libertà
culturale scaturisce dall'esistenza del Reddito di Cittadinanza che offre la
possibilità di sviluppare le proprie vocazioni in tale direzione fino al
momento della loro maturazione per il successivo inserimento operativo nella
vita sociale.
Per chi voglia
portare avanti la propria riflessione sulle conseguenze di tali riforme sugli assetti
preesistenti si presenterà il quadro delle modifiche che si renderanno
necessarie, a seguito della superfluità di molte delle precedenti strutture,
superate nelle loro ragione d'essere dal nuovo assetto conseguito.
Qui non ci si
addentra in tale campo giacché il normale buon senso sarà sufficiente per apportare
le necessarie correzioni, alla luce dei principi generali antropocratici che
vogliono l'eliminazione di ogni arbitrario privilegio e chiedono la
semplificazione costante di ogni apparato legittimo in vista del miglior
servizio a ciascun Cittadino.
La visione
antropocratica della realtà non si è ancora ufficialmente presentata alla
ribalta della storia per il fatto che deve prima avere termine l'era politica.
La politica
come è stata vissuta nelle realtà sociali si è basata nella difesa di interessi
omogenei di grandi gruppi sociali in contrapposizione a quelli di gruppi
diversi.
Il consenso
viene cercato con la sollecitazione dei fattori emotivi connessi agli interessi settoriali.
Sulla base di
tali consensi si determinano maggioranze di governo miranti alla realizzazione
dei vantaggi settoriali in contrapposizione ai gruppi minoritari.
Da tali
sollecitazioni settoriali derivano tutti i mali dell’attuale vita sociale.
Ladispoli 5
Maggio 1992
La
democrazia come si è venuta realizzando
nella storia è il governo delle comunità nazionali basato su coalizioni di
partiti politici.
I partiti
raccolgono il consenso in settori sociali accomunati da interessi omogenei.
Ogni governo
democratico tende a privilegiare gli interessi dei gruppi sociali rappresentati
dai partiti che lo compongono.
Con
l'alternarsi dei gruppi la compagine sociale viene impregnata da leggi spesso
contrastanti tra loro in un quadro sempre più disorganico.
Con il
procedere di tale stato di cose crescono le difficoltà ed i disagi dei
Cittadini fino al punto da pervenire al disgusto della politica da un lato e
alla disaffezione imprenditoriale dall'altro.
La
disaffezione imprenditoriale è la causa dell'aumento della disoccupazione che
colpisce prevalentemente i giovani emarginandoli dal tessuto sociale e
rendendoli preda dell'imprenditoria del crimine oppure portandoli a stati di
angoscia che li rendono succubi di farmaci e di droghe.
Quando i
sistemi sociali mostrano il crescere di tali fenomeni evidenziano una situazione
di progressivo degrado che deve portare la Cultura a riesaminare le origini di
tali situazioni.
La concezione
democratica è partita dal presupposto che la fonte del potere era quella che ne
avrebbe determinato il carattere.
Si era certi
che facendo derivare il potere politico dal suffragio universale si sarebbe
ottenuto un comportamento di esso benefico per l'interesse della collettività e
quindi della Civiltà.
La pratica ha
dimostrato che essendo i governi espressione di maggioranze rappresentative di
settori sociali ne deriva il danneggiamento di gruppi sociali minoritari dal
punto di vista numerico, ma determinanti ai fini del sano sviluppo produttivo.
La classe
imprenditoriale, numericamente ridotta, ha fatto le spese del populismo
democratico con la conseguenza del crescere della propria disaffezione produttiva,
con tutte le conseguenze negative che sono sotto gli occhi di tutti.
La storia
degli ultimi decenni mostra il fallimento sociale della democrazia.
La causa prima
di tale fallimento risiede nel fatto che i padri della democrazia non si sono
posti il problema del potere non solo dal punto di vista della sua derivazione
ma soprattutto non si sono chiesti se il potere del passato dovesse essere
mantenuto nella sua forma preesistente oppure andasse riesaminato per
verificare se esso corrispondesse più alle esigenze della moderna evoluzione
umana.
Se avessero
correttamente risolto tale problema non si sarebbe poi, con il tempo, pervenuti
alle disastrose condizioni attuali.
La società
civile, negli spazi di Libertà lasciati dal potere politico, ove ciò è stato
possibile, ha realizzato strutture sociali che evidenziano nei fatti una
moderna concezione del potere, diversa da quella del passato.
Una di queste
strutture è quella economica del libero Mercato.
In tale campo
si verifica che tutto il potere determinante è nelle mani dei Cittadini, che
determinano, con le loro scelte di acquisto, il successo o l'insuccesso delle
Aziende fornitrici di beni o di servizi.
Con ciò si
dimostra, in concreto, la funzione subordinata di servizio di ogni organizzazione
produttiva e la sovranità dell'individuo in quanto Acquirente.
Cioè si
realizza a pieno non già la democrazia ma l'Antropocrazia.
L'ideale
antropocratico opera prepotentemente nel fondo delle coscienze di tutti e la
sua piena realizzazione assicurerà quel benessere e quella pace sociale da
tutti desiderata.
Ciò che si è
realizzato in campo economico dovrà attuarsi pienamente anche in campo politico.
Perché ciò
possa accadere è necessario eliminare dal settore politico ogni forma di potere
astratto che non abbia riscontro immediato nella valutazione dei Cittadini.
Con l'attuale
sistema il Cittadino che ha votato per un candidato che poi concorrerà alla formazione
di una maggioranza legislativa non potrà mai verificare la validità della
propria scelta giacché le conseguenze sociali delle deliberazioni legislative
si verificano dopo lunghissimi tempi e oltretutto senza la possibilità di
risalire alle fonti reali di tali deliberazioni.
In pratica il
Cittadino non ha alcun potere costruttivo reale sulla vita politica se non
quello di demolire i sistemi quando la vita dovesse divenire insopportabile a
seguito di errate azioni legislative.
Questo è il
destino naturale di ogni democrazia.
L'ideale
antropocratico vuole che il potere legislativo venga limitato alla sola materia
giuridica con il divieto assoluto di legiferare in campo economico.
Il cavallo di
Troia della legislazione regolamentatrice della Vita Economica è costituito
dall'esigenza della Solidarietà sociale.
Poiché
l'attività economica richiede notevoli capacità creative e di sacrificio da parte
dei suoi Operatori, ne deriva la naturale emarginazione degli incapaci, per
cause oggettive o soggettive, con palese violazione del loro diritto a vivere.
A ciò si è
voluto porre rimedio con leggi sociali miranti a fini di Solidarietà umana.
La conseguenza
certa è stata quella di portare immense risorse economiche nella sfera del
potere politico, con tutte le prevedibili conseguenze connesse, data l'entità
dei valori in gioco, a prevedibili tentazioni personali, senza peraltro
riuscire mai compiutamente ed equamente a realizzare la Solidarietà umana.
Al fallimento
in tale settore si è aggiunto il danno causato al campo economico che è
arrivato al punto di patire la diffusa disaffezione dei suoi Operatori con
tutte le gravi conseguenze che ne derivano.
I peggiori
avversari del Progresso sono tutti coloro che vogliono conservare il vecchio proponendo
la questione morale, cioè scaricando sulla responsabilità degli individui le
conseguenze di difetti strutturali che sono incapaci di percepire.
L'ideale
antropocratico vede il problema della Solidarietà in termini diversi.
Si dà per
scontato che ogni Essere Umano, in qualunque condizione possa trovarsi, ha il diritto
sacro a disporre di quanto gli necessita per restare nella pienezza della propria
vita.
Se non
esistesse alcuna struttura sociale ogni individuo sarebbe libero di procurarsi
dalla natura il necessario per vivere e tale possibilità non può venirgli meno
per il fatto di far parte di una organizzazione sociale.
Per risolvere
tale problema fondamentale di Solidarietà umana, senza passare per le strutture
giuridiche, l'Antropocrazia ha dovuto porsi il problema della fonte del valore
del Denaro.
Il Denaro
deriva il suo valore dal fatto che esista qualcuno che sia disponibile a cedere
un proprio bene in cambio di esso ad un determinato Prezzo.
I creatori del
valore del Denaro sono coloro che mettono sul Mercato un proprio prodotto o un
proprio servizio ad un determinato Prezzo in regime di libera concorrenza.
Tutti i
componenti sociali sono potenzialmente o concretamente i creatori del valore
del Denaro e quindi sono essi che possono decidere in merito a quanto attiene
al Denaro comprese le regole per la sua emissione.
Se i Cittadini
decidessero per emissioni monetarie mensili, a fini di Solidarietà di base, a favore di ciascun componente
sociale, non violerebbero il principio di eguaglianza in quanto tutti
diverrebbero beneficiari di tali emissioni.
Poiché ciò,
con il tempo, turberebbe il rapporto ottimale tra la Massa Monetaria globale e
i beni reali, è necessario prevedere un artificio che consenta di riassorbire,
dalla massa circolante, il valore monetario immesso mensilmente.
Tale esigenza
può essere facilmente realizzata con la decisione di datare il Denaro esistente
al momento dell'avvio della riforma e quello delle emissioni successive, per assoggettarlo
ad una decurtazione mensile automatica a tasso programmato, in sostituzione
della vecchia inflazione selvaggia.
Con il sistema
delle emissioni monetarie datate può essere ugualmente provveduto alle esigenze
delle strutture pubbliche.
Con ciò verrà
meno ogni ragione della sopravvivenza del vecchio regime fiscale con tutte le
imperfezioni e le complicazioni che esso comportava.
La scomparsa
dalla sfera pubblica della gestione del Denaro privato eliminerà per sempre
ogni possibilità di corruzione e di profitti illeciti.
Questi sono i
primi passi che l'Antropocrazia propone per realizzare il governo della vita sociale
da parte dei suoi componenti anche in campo statale.
Come in campo
economico è la ricerca del Denaro la molla che lo fa muovere, in campo giuridico
la molla sarà costituita dalla ricerca della stima e del prestigio sociale che
derivano da funzioni pubbliche.
Chi troverà
prevalentemente stimoli all'azione in fattori affettivi, orienterà le proprie
scelte di lavoro verso il settore giuridico per la soddisfazione e il prestigio
che dal lavoro in tale settore deriva.
Tutto ciò, con
il tempo, troverà il naturale assetto analogamente a come è avvenuto in campo
economico.
La pubblica
stima sarà considerata un valore pagante e sarà cercata con comportamenti disinteressati
e non per secondi scopi.
Del resto
l'eliminazione della gestione di pubblico Denaro dalle strutture statali scoraggerà
coloro che mirassero esclusivamente al Denaro e li farà confluire nel settore
economico, dove nulla viene dato per nulla e tutto si deve guadagnare in libera
contrattazione.
I cultori
dell'Antropocrazia conoscono gli altri vantaggi che deriveranno a tutti dall'avvio
di tale nuovo sistema, ma qui ci si limita a questi sintetici accenni per
offrire una panoramica, rinviando altri dettagli ai libri che trattano tale argomento.
Ladispoli 6
Maggio 1992
Un sistema
sociale può consentire lo sviluppo dei Cittadini a condizione che sia in situazione
di ordine.
Tale
condizione deve essere garantita e mantenuta dall'organizzazione statale.
Quando si
verifica che i Cittadini sono vessati da comportamenti delittuosi privati e
sottoposti a innumerevoli limitazioni da parte dei pubblici poteri la cui
necessità di superamento porta spesso a situazioni di diffusa corruzione, ne
deriva la delegittimazione del sistema e la necessità di riprogettare un assetto
sociale privo di tali difetti.
Ogni
organizzazione sociale ha la sua giustificazione nel fatto che abbia una Vita
Economica tale da consentire l'inserimento produttivo dei Cittadini e una
Struttura Giuridica tale da tutelare i Cittadini nei loro diritti compreso
quello alla vita.
La Vita
Economica può considerarsi sana se permette la collaborazione dei vari settori
umani in base a libere contrattazioni individuali.
Perché una
contrattazione possa considerarsi libera è necessario che i contraenti siano in
grado di indipendenza cioè possano decidere in base a criteri di convenienza e
non sotto la spinta di condizionamenti esterni.
Perché ciò
possa attuarsi concretamente è necessario che ciascuno disponga in ogni caso
dei mezzi indispensabili alla sopravvivenza.
Il vecchio
criterio di tentare di andare incontro ai bisognosi, dopo l'accertamento burocratico
di tale stato, va considerato ingiusto in quanto sottopone il Singolo a giudizi
esterni lesivi della Dignità umana.
Ogni Essere
Umano può essere, o improvvisamente trovarsi, in condizione di incapacità lavorativa
per eventi esterni o interni su cui nessuno può intervenire con giudizi.
Le scelte di
lavoro vanno considerate come di assoluta competenza personale e le relative
condizioni dovranno essere liberamente pattuite dal Singolo che, da quel
momento resta vincolato al patto, nel rispetto di norme generali relative alle
facoltà di recessione.
In un Sistema
Economico in cui le Aziende siano da un lato condizionate dal gradimento degli
Acquirenti e dall'altro dal libero afflusso dei Prestatori d’Opera, si determinerà
uno sviluppo della Civiltà creata dal potere che emana integralmente dai
Cittadini, nella duplice veste di Consumatori e di lavoratori, con la
realizzazione in tale settore dell'Antropocrazia.
L'Antropocrazia
vuole che ciascun Essere Umano sia determinante in ogni atto che riguarda la
vita sociale da cui dipende la propria condizione.
Tale esigenza
viene realizzata integralmente nel libero Mercato con l'attuazione del Reddito
di Cittadinanza generalizzato ed incondizionato.
Per potere
realizzare la stessa situazione nel settore giuridico è necessario che gli
Stati vengano privati di ogni potere sulla Vita Economica e si occupino
esclusivamente della tutela dei diritti umani.
Ciò potrà
ottenersi con la riforma fiscale e monetaria resa indispensabile dalle esigenze
antropocratiche.
Compreso che
il valore del Denaro nasce dall'esistenza di prodotti e servizi sul Mercato a
Prezzi di concorrenza ne deriva la necessità che tutto quanto attiene alle emissioni
monetarie sia strettamente connesso alla vita dei Singoli attraverso un Istituto
Pubblico di Emissione che non risponda al Governo ma direttamente ai Cittadini.
Ciò si ottiene
con il criterio che le uniche ragioni per emissioni monetarie sono costituite
dall'esigenza di fornire mensilmente ciascun Cittadino del Denaro per il proprio
mantenimento in vita e dall'altra di fornire alla pubblica amministrazione il
Denaro necessario alla sua gestione.
Con ciò viene
rispettato il principio di uguaglianza e non sono possibili manovre incontrollabili
dai Cittadini.
Per il
riassorbimento delle emissioni mensili è sufficiente che il Denaro sia datato e
che si decreti un tasso di decurtazione mensile dell'intera Massa Monetaria che
si stabilizzerà sul valore determinato dal numero dei Cittadini, dal Reddito di
Cittadinanza e dal tasso di deperimento.
Per tutti
coloro che opereranno nel campo giuridico la molla principale sarà costituita
dalla ricerca del gradimento da parte dei Cittadini delle proprie prestazioni
al servizio della comunità.
Il
corrispettivo della ricchezza come misura del servizio economico reso in tale
campo; in campo giuridico sarà costituito dal prestigio acquistato in tale
campo.
Chi mirerà
alla ricchezza si orienterà verso il settore economico e chi mirerà
prevalentemente al prestigio giuridico si orienterà verso il settore della
pubblica amministrazione.
Per quanto
riguarda l'attività culturale l'Antropocrazia si realizzerà automaticamente in
base all'esistenza del Reddito di Cittadinanza che permetterà a coloro che avranno
tali vocazioni di coltivarle liberamente potendo quindi realizzare le imprese
culturali volte a fornire gli specifici servizi richiesti dai Cittadini.
Tali imprese
saranno analoghe a quelle del settore economico con la differenza che forniranno
servizi culturali anziché beni.
Faranno parte
di tali strutture anche le scuole che saranno a pagamento e quindi subiranno la
selezione da parte dei Cittadini analogamente a quanto avviene per le Aziende
del settore economico.
Il giudizio
sulle capacità dei fruitori dei servizi culturali spetterà ad essi e non già alle
strutture sulla base della considerazione che alla fine il giudizio vero sarà
dato dal Mercato che decreterà le sufficienze o le insufficienze.
Ladispoli 7
Maggio 1992
La fonte
d'informazione più diffusa è la televisione.
È noto a tutti
che i telegiornali, con il passare del tempo, trasmettono sempre più notizie di
eventi negativi e sempre meno di eventi positivi.
Questo è un
fatto che può costituire un sintomo importante della situazione critica delle società
contemporanee.
La domanda che
occorre porsi è se siano maggiori gli accadimenti negativi oppure se siano gli
organi di informazione a fare un tale tipo di scelta.
La
giustificazione che spesso si ascolta in merito a questo problema è costituita
dall'asserzione che il pubblico è più interessato alla cronaca negativa.
Se ciò fosse
vero occorrerebbe trarre la conclusione che i mezzi di informazione si considerano
al servizio dei desideri delle maggioranze.
La Cultura è
lavoro d'avanguardia e pertanto mai troverà spazio nei mezzi d'informazione di
massa.
Eppure sono
proprio le avanguardie che modificano il mondo e ciò deve verificarsi per altre
vie che non siano quelle delle comunicazioni di massa.
La vera
Cultura è esoterica non già perché vuole tenere riservato il proprio lavoro, ma
perché esso non interessa alla gente.
Ciò dipende
dal fatto che l'esperienza culturale nasce in uno stato rarefatto privo di
emozioni e pertanto poco utilizzabile da coloro che necessitano delle emozioni
nei loro atti quotidiani.
La costituzione
umana è tale che in essa sono i fattori emotivi e le abitudini quelli che determinano
nella gran massa i comportamenti pratici.
Rari sono gli
Esseri Umani che determinano i loro comportamenti in base a decisioni di puro
pensiero e questi sono proprio gli uomini di Cultura.
Essi appaiono
alla massa come privi di emozioni e quindi freddi.
Chi agisce
esclusivamente sotto lo stimolo di emozioni e di istinti soggiace al peso della
propria materialità e da essa si lascia dominare senza Libertà interiore.
Le azioni
basate sulle emozioni chiedono subito contropartite appaganti.
Il piacere è
il fine che si ripromette il materialista.
Gli uomini di
Cultura hanno piaceri diversi da quelli della massa.
Essi mirano a
liberarsi dalle costrizioni esteriori e vogliono divenire i padroni delle
proprie emozioni e dei propri stati d'animo.
Per realizzare
questo obiettivo potenziano la propria forza interiore rovesciando la dinamica
emotiva e divenendo forti al punto tale da determinare i propri stati d'animo
in base a valutazioni interiori senza subire le imposizioni delle condizioni
esterne.
Tra le persone
ve ne sono alcune che si appagano della normale vita emotiva ed altre che
invece subendola entrano in stati di depressione.
La depressione
è il sintomo del risveglio di una coscienza superiore che non è più disposta a
subire i condizionamenti esterni ma che cerca una propria autonomia emotiva,
spesso senza successo.
Vi sono epoche
in cui il numero dei depressi è ridotto e altre in cui tale numero diviene enorme.
L'attuale
momento è uno di quelli in cui enorme diviene il numero dei disadattati e degli
infelici.
Il lavoro ha
sempre costituito un valido antidoto alla depressione.
Chi vuole
aiutare il mondo ad uscire dalla presente disastrosa condizione deve meditare
sul valore del lavoro.
Il lavoro
richiede attivazione della volontà per realizzarne i prodotti.
Ogni atto
lavorativo è una creazione, giacché conferisce una forma a qualcosa di
materiale per mezzo di uno sforzo volitivo.
Mentre si
lavora l'Essere Umano attiva la propria volontà rafforzandola.
Il
rafforzamento della volontà porta all'acquisizione della capacità di opporsi
con forza a tutto quanto agisce sulla coscienza in maniera non conforme alla
sua natura.
Chi è in stato
di depressione dimostra con ciò una debolezza volitiva e quindi una incapacità
a dominare gli eventi.
L'unica cura
possibile è quella di impegni in difficoltà lavorative per conseguire il
potenziamento della volontà.
Purtroppo la
gioventù contemporanea ha vissuto in situazioni di benessere e di appagamento
che ne hanno infiacchita la volontà.
A tale
circostanza si aggiunge l'altra della rarefazione delle opportunità di lavoro e
dell'allentamento dei rapporti disciplinari a causa di una legislazione
protettiva che appare quasi la prosecuzione della protezione materna.
Occorre
convincersi che è impossibile lavorare senza che ciò comporti una sofferenza ed
è proprio tale sofferenza che rafforza la volontà.
Il fattore
compensativo di tale sofferenza è costituito non già dal compenso economico ma
dalla speranza di realizzare i propri ideali, amati intensamente, e dalla
fiducia nel domani.
La ribellione
al dolore del lavoro porta al proprio infiacchimento interiore che poi porta
alla depressione psichica.
Il mondo non è
mai come lo vorremmo e dobbiamo lottare vigorosamente per trasformarlo con il
nostro sacrificio e non dobbiamo pretendere che esso ci venga incontro secondo
le nostre esigenze.
Chi si ribella
va incontro a situazioni sempre peggiori.
Occorre capire
che siamo noi a dichiararci insoddisfatti perché usiamo un metro forse un po'
troppo lungo e dobbiamo riflettere sul fatto che se quello che abbiamo intorno
non ci rende soddisfatti, con il nostro ribellarci non facciamo nulla per
modificarlo e con ciò contribuiamo a che le cose diventino sempre peggiori.
Occorre
abituarsi a vedere il positivo che già è stato realizzato e se esso ancora non
ci sembra sufficiente dobbiamo convincerci che ciò ci impone di attivarci per
rendere possibile quello che ancora non esiste.
Perché
dovrebbero essere gli altri a realizzare i nostri sogni?
Che cosa noi
facciamo per realizzare i sogni degli altri?
Se la realtà
non ci offre occasioni di lavoro dobbiamo crearcele da noi attivando la nostra
fantasia e cercando i varchi, anche stretti, che ci si presentano intorno.
Chi cerca il
lavoro solo per il compenso economico non ha capito nulla della vita.
Il compenso
economico non è un diritto, ma il risultato del proprio contributo alla Produzione
del bene la cui vendita procura il Denaro da cui trarre la parte di nostra spettanza.
L'individuo
deve acquisire coscienza del valore del proprio apporto all'opera e poi
contrattare il compenso economico tenendo anche conto della convenienza di chi
deve dare la contropartita economica.
Il lavoro
considerato come diritto è uno degli errori più nefasti nella storia della Civiltà.
Il lavoro
quando ha finalità economiche deve fornire le convenienze altrimenti diviene
un'astrazione non tollerata dalla realtà.
L'Essere Umano
ha un solo diritto incondizionabile quello ad avere a disposizione quanto
necessario per la propria sopravvivenza materiale, ma tale diritto non va
soddisfatto dalle strutture produttive, bensì attraverso provvedimenti generali
che non gravino direttamente sui Prezzi. se non si vuole innescare disastrosi
processi inflazionistici.
Quando si
capirà che l'esuberanza produttiva, resa possibile dalla moderna tecnologia, permette
di creare dei meccanismi sociali di garanzia della sopravvivenza di base,
indipendentemente dalla partecipazione ai processi produttivi, senza scarico sui
Prezzi, allora si imboccherà la strada giusta.
Allora
finalmente si cercherà il lavoro con la coscienza di dover dare un contributo
reale che poi ci permetterà di pretendere la quota di nostra spettanza.
Il meccanismo
per assicurare il Diritto alla Vita a tutti i componenti delle comunità sociali
è quello delle emissioni monetarie datate mensili a favore di ciascuno, in
contropartita di decurtazioni percentuali della intera Massa Monetaria datata.
Con ciò i
costi sociali non si scaricheranno più sui Prezzi consentendo una sana dinamica
economica che porterà ad alti livelli produttivi ed abbondanza di occasioni di
partecipazione lavorativa in libera contrattazione individuale.
Finché ciò non
sarà realizzato la vita sociale diverrà sempre più una guerra di tutti contro
tutti di cui faranno le spese prevalentemente i più deboli.
Questo indica
la Cultura e chi vuole operare per il Progresso si dovrà sempre più cimentare
con tali idee per contenere il più possibile i disastri che si affacceranno nei
prossimi decenni.
Chi si illude
che sia possibile mantenere le attuali condizioni sociali senza modifiche
strutturali profonde come quella indicata, è destinato a profonde continue
dolorose disillusioni.
Anche se la
massa continuerà per qualche tempo ancora a chiedere divertimenti, sarà bene
cominciare a prepararsi al risveglio cui tutti si sarà costretti dalla forza
delle cose che oggi sono percepibili nel loro stato germinale.
Occorre
combattere strenuamente per modificare gli errori culturali provocati nel
passato da una Cultura sociale astratta e ignara delle esigenze della natura
umana.
Madornali
errori come quello del diritto al lavoro vanno combattuti se si vuole che
riprenda l'iniziativa imprenditoriale che sola potrà assicurare le condizioni
per un ritorno alla normalità.
Il fallimento
pratico di tutte le ideologie va visto come un potenziale pericolo per il futuro,
giacché immense masse umane si sono viste derubate dei propri sogni e delle proprie
speranze ancorché illusorie.
Occorre
affrettarsi a sviluppare nuove concezioni, sostitutive delle passate, ma che
siano prive dei precedenti difetti.
Ciò è oggi
possibile dato l'immenso patrimonio di esperienze negative fatte nei passati decenni.
Si dia voce a
coloro che impiegano tutte le proprie energie creative per cercare soluzioni
nuove, per aprire dibattiti capaci di fornire speranza nel futuro.
Non basta
indignarsi per ciò che va male occorre avere forza progettuale per immaginare
soluzioni valide altrimenti ogni domani sarà peggiore del giorno precedente.
Oggi l'intero
mondo è in condizione di malessere progressivo e i vecchi metodi non sono più
sufficienti per risanarlo.
Nessuno può
ritenersi al sicuro da danni personali e non fosse altro che per questo motivo
tutti si debbono sentire impegnati a mettere in moto la propria fantasia per preparare
un futuro migliore del presente.
Ladispoli 8
Maggio 1992
La Democrazia,
come si è realizzata storicamente, persegue il primato della politica sulla
vita sociale.
Il mezzo per
realizzare tale primato è costituito dal Potere, legislativo, giudiziario ed
esecutivo, derivato dal suffragio universale.
I fini sociali
derivano dagli ideali dalla rivoluzione francese: LIBERTÀ, UGUAGLIANZA, FRATELLANZA.
I vari tipi di
Democrazia dipendono dalla preminenza data, nelle varie situazioni sociali e culturali,
a uno di tali ideali rispetto agli altri.
Le Democrazie
occidentali privilegiano la LIBERTÀ, dando luogo a sistemi in cui è possibile
la libera iniziativa.
In tali
sistemi i forti e i capaci si affermano imponendo la loro volontà e godendo
della LIBERTÀ, mentre i deboli e gli incapaci divengono subordinati ai primi
che ne dispongano, salariandoli, per le proprie iniziative.
Il crollo di
tali sistemi deriverà dalla insoddisfazione dei subordinati che prenderanno
spunto da fenomeni di malcostume, che sono resi possibili dal prevalere del potere
politico sulla Vita Economica attraverso imposizioni fiscali sempre più onerose
ed intollerabili.
Le Democrazie
di ispirazione socialista privilegiano la FRATELLANZA, cioè la Solidarietà, ed
usano il potere politico per imporre tale ideale all'intero sistema sociale in
forma palesemente dittatoriale.
In tali
sistemi viene mortificato lo spirito d'iniziativa e la creatività umana con il
loro avvio verso l'impoverimento generale.
Il crollo di
tali sistemi, già in atto, dimostra l'insufficienza culturale di coloro che li
hanno posti in essere sulla base di una unilaterale visione della natura umana.
Le Democrazie
europee si rifanno agli ideali giuridici dell'antica Roma, tramandati
attraverso il diritto, cioè sentono prevalente l'ideale dell'UGUAGLIANZA che
cercano di realizzare con sovrabbondanti provvedimenti legislativi,
imbrigliando la vita sociale in una ragnatela giuridica in cui solo i più
preparati e forti riescono a districarsi mentre gli altri restano sempre più
emarginati ed insoddisfatti.
Da tale
situazione deriva un diffuso anarchismo, reso possibile dalla progressiva
paralisi delle strutture pubbliche, con manifestazioni degenerative che portano
alla disaffezione imprenditoriale da un lato e al progressivo aumento del
prelievo fiscale, palese o occulto, dall'altro, nel tentativo di sostenere le
fasce deboli.
L'immensa
Massa Monetaria che viene gestita dagli Stati crea occasioni di corruzione e
l'intervento di organizzazioni delinquenziali nella gestione a fini sociale del
Denaro pubblico.
L'inflazione,
generata dallo scarico sui costi e quindi sui Prezzi dei crescenti oneri
fiscali, innesca l'esigenza di rivendicazioni salariali che a loro volta,
scaricandosi anch'essi sui Prezzi, alimentano la perdita del valore monetario,
in spirali mortali per la vita sociale.
Tutto ciò
porterà anche le democrazie europee a situazioni di ingovernabilità e di
invivibilità che postuleranno l'esigenza di trovare nuovi modelli sociali,
privi dei difetti generati dalla Democrazia.
Il difetto di
base del sistema democratico è costituito dalla convinzione che deve essere il
potere politico il motore della vita sociale.
Si deve
arrivare a capire che il vero e legittimo motore sociale è l'Essere Umano.
Il libero
Mercato, negli spazi di Libertà lasciati dal potere politico, offre un chiaro
esempio della fecondità sociale di tale esigenza.
La dinamica
economica si attua tra la bipolarità dei Produttori e dei Consumatori in cui il
governo è tutto nelle mani degli Acquirenti e ciascuno di essi, con le proprie
scelte di acquisto, esercita un sovrano potere di direzione dell'economia,
decretando inappellabilmente il successo o l'insuccesso delle Aziende, il cui
ruolo è palesemente subordinato al Mercato.
Se si riuscirà
a portare tale dinamica anche in campo politico e in quello culturale si
eliminerà l'inaccettata subordinazione dell'Essere Umano alle strutture.
L'altro dato
culturale da acquisire è quello che vuole che i tre ideali della rivoluzione
francese siano attuati senza preminenze dell'uno rispetto all'altro.
L'Essere Umano
è un'unità risultante da diverse esigenze vitali connesse alla LIBERTÀ, all'UGUAGLIANZA
e alla SOLIDARIETÀ ed entra in uno stato di sofferenza quando una di tali esigenze
venga mortificata.
Il nuovo
sistema che deve sorgere dalle ceneri della Democrazia si chiama ANTROPOCRAZIA.
L'Antropocrazia
afferma la preminenza dell'Essere Umano sulle strutture.
Tale posizione
è presente nella dottrina sociale della Chiesa Cattolica che afferma che l'Uomo
è "fine" e la Società è "mezzo".
L'Antropocrazia
afferma che l'unico modo possibile di realizzare la SOLIDARIETÀ tra gli Esseri
Umani è quello di fornire ogni individuo, mensilmente, in maniera
incondizionata, di una quota monetaria idonea per poter far fronte
dignitosamente alle sue esigenze elementari per sopravvivere.
Questa è la
base di partenza dell'Antropocrazia e su questa esigenza occorre meditare seriamente.
L'Essere Umano
per vivere ha necessità di poter disporre dei prodotti della Natura.
L'esistenza
del diritto di proprietà dei terreni priva, colui che si trovasse privo di
risorse monetarie, della possibilità di accedere ai prodotti della Terra per le
proprie esigenze di sopravvivenza, mettendolo in pericolo di vita oppure alla
mercé degli altri.
Nessun Essere
Umano può considerarsi al riparo da tale possibile evenienza e pertanto nessuno
può essere in disaccordo sulla necessità della istituzione di un Reddito di
Cittadinanza.
I dubbi
possono sorgere sulla possibilità di dare pratica attuazione ad una tale esigenza.
Tali dubbi
sono generati dall'abitudine di considerare, i problemi di tale natura, di
spettanza della pubblica amministrazione e quindi necessitanti esorbitanti
imposizioni fiscali capaci di destabilizzare qualunque sistema sociale.
Questa è una
deformazione mentale derivante dai sentimenti di sudditanza che ciascuno porta
incosciamente in Sé.
Anche se
spesso si sente dire che lo Stato siamo noi, nella pratica poi si considera il
concetto di Stato come qualcosa di rigido ed immutabile, anche vivendo
situazioni disumane da esso generate.
Oggi si va
diffondendo la convinzione che gli Stati vadano profondamente riformati, ma si
rimane alle affermazioni generiche senza affondare l'analisi pensante nelle
radici dei principi informatori degli Stati Democratici.
Chi voglia
avviare un serio lavoro di pensiero volto alla progettazione di un nuovo
assetto sociale, capace di corrispondere ai tre ideali della rivoluzione
francese, deve necessariamente partire dalla postulazione dell'esigenza
basilare del Reddito di Cittadinanza,
in forma monetaria.
Tale reddito
assicura, in una volta, il godimento da parte dei componenti sociali di tutti e
tre gli ideali ricordati.
Rende reale
l'esigenza di LIBERTÀ, giacché mette ciascuno in condizione di fare scelte di vita
in base a vocazioni interiori e non sotto l'impellenza dei bisogni elementari
di sopravvivenza che schiavizzano la maggioranza degli Esseri Umani,
costringendoli quasi sempre ad angosciose ricerche di lavoro.
Rende reale
l'esigenza di UGUAGLIANZA, giacché mette ciascuno in condizione di prepararsi
adeguatamente al cimento della vita sociale.
Rende reale
l'esigenza della SOLIDARIETÀ, giacché mette ciascuno in condizione di godere
della Produzione della Terra e del lavoro dei Fratelli Umani nei periodi di
preparazione o di inabilità.
Se è vero,
come è vero, che il Reddito di Cittadinanza, percepito in forma monetaria,
realizza idealmente quanto sopra detto, ne deriva l'obbligo, per tutti, di
impegnarsi nello studio della possibilità di realizzarlo concretamente.
Questo è
l'impegno che l'Antropocrazia ha assunto ed a tal fine ha condotto una serie di
ricerche pensanti che hanno portato alla formulazione di un compiuto progetto
sociale le cui parti vengono di seguito descritte.
Siccome è
impensabile che si possa realizzare l'esigenza del Reddito di Cittadinanza per
mezzo del prelievo fiscale (per il difetto di fondo di tale mezzo, costituito
dal fatto che esso, gravando tutto sui costi di Produzione e quindi sui Prezzi,
genera, di necessità, spirali
inflazionistiche, mortali per ogni sistema sociale) si è esaminata la
possibilità di percorrere un'altra strada.
Si è, in primo
luogo, tentato di portare a coscienza tutto quanto attiene al Denaro, per
vedere di rendere intelligibile quanto normalmente resta misterioso ai più e
con ciò va a finire nelle competenze di esperti i cui consigli, mai, sono stati
capaci di evitare i disastri monetari che la Storia e la cronaca registrano.
A chi si mette
a riflettere sul Denaro il primo problema che gli si presenta è quello del suo
"valore".
Per risolvere
tale problema è sufficiente portare la propria attenzione sul processo che
porta alla Produzione di un bene e alla sua messa sul Mercato ad un determinato
Prezzo.
In tale
processo vi è una volontà umana che opera
per realizzare l'obiettivo di offrire in vendita determinati beni in
cambio di date quantità di moneta.
Quello che
muove tale volontà è il desiderio della moneta dell'Acquirente.
Ebbene, in
tale desiderio va vista la fonte del valore del Denaro!
Tale desiderio
è il risultato di una serie di valutazioni soggettive di chi produce per
vendere i beni, ma il risultato è costituito dal fatto che il Denaro non
avrebbe alcun valore se non si fosse maturato tale desiderio e le conseguenti
determinazioni volitive.
Da quanto
precede si può trarre la conclusione certa che il valore del Denaro è creato da
coloro che producono per vendere.
Siccome ogni
Essere Umano è un potenziale produttore di beni economici ne deriva che tutto
quanto attiene al Denaro è di competenza dei componenti sociali e non degli
Stati.
L'Istituto di
Emissione va considerato come dipendente dai Cittadini e non dallo Stato.
Se i Cittadini
decidessero di ordinare a tale Istituto di emettere Denaro per il Reddito di
Cittadinanza e per le esigenze di una corretta amministrazione statale, tale
decisione non potrebbe essere invalidata, per ragioni di principio, da
chicchessia, in quanto rientrante nella sovranità di ciascun Essere Umano.
Naturalmente
tali continue emissioni, corrette da un punto di vista logico, creerebbero, con
il tempo, una crescita della Massa Monetaria globale oltre i limiti fisiologici
richiesti da una sana dinamica economica.
Per
stabilizzare la Massa Monetaria globale è necessario ricorrere all'artificio della
datazione del Denaro per consentire l'applicazione di una decurtazione
periodica a tasso prestabilito.
Se per
l'attuazione del Reddito di Cittadinanza
e per la fornitura dei mezzi monetari necessari all'amministrazione
statale, l'Istituto di Emissione procedesse ad accrediti mensili datati su
conti individuali, per il Reddito di Cittadinanza, per gli stipendi ai
funzionari pubblici e per i pagamenti deliberati dalla pubblica
amministrazione, la contropartita di tali emissioni sarebbe costituita dalla corrispondente
perdita di valore dell'intera Massa Monetaria, datata, per effetto dell'applicazione
del tasso di deperimento, stabilito in base a valutazioni di tecnica
macroeconomica.
Con ciò
verrebbe meno l'esigenza della vecchia imposizione fiscale che, gravando direttamente
o indirettamente sui costi di Produzione, à la causa della nefasta inflazione.
Con
l'attuazione del Reddito di Cittadinanza con emissioni periodiche, moltissimi
istituti pubblici verrebbero a perdere la loro ragione d'essere, con la conseguenza
liberazione di forze produttive disponibili per il settore economico e per
quello culturale, e tale migrazione non creerebbe problemi di emarginazione in
quanto attuata in regime di Reddito di Cittadinanza e quindi senza pericoli per
la sopravvivenza degli individui.
Chi ha seguito
il ragionamento portato avanti fino a questo punto si sentirà invaso da una serie
di domande e di perplessità che troveranno risposta nel seguito del ragionamento
in cui si va ad esaminare l'assetto sociale scaturente da un tale tipo di
riforma in rapporto alle abitudini del passato.
Passiamo
quindi ad esaminare la vita sociale in generale.
A questo punto
l'Antropocrazia fa una premessa di carattere generale.
Un assetto
sociale può considerarsi umanamente soddisfacente se cresce e si sviluppa in
base alle scelte quotidiane dei suoi componenti e non per effetto di azioni di
potere astratte, provenienti da organizzazioni settoriali o ideologiche.
Per quanto
riguarda il campo economico, tale esigenza è pienamente soddisfatta dal libero
Mercato.
Nella dinamica
del libero Mercato la sovranità appartiene agli Acquirenti che, con le loro scelte,
determinano la sopravvivenza o la scomparsa delle Aziende produttive.
In tale
dinamica le Aziende svolgono un lavoro di servizio subordinato al gradimento
dei Cittadini Acquirenti.
Nel libero
Mercato l'Essere Umano è Sovrano quando è Acquirente ed è servitore quando è
produttore.
La possibilità
dell'alternarsi di tali momenti operativi garantisce l'equità del sistema che
non può costringere nessuno a ruoli non più graditi.
Le Aziende
produttive possono essere individuali oppure basate sul capitale e tutte sono subordinate
al Mercato.
Nelle Aziende
capitalistiche il rapporto contrattuale tra la proprietà e i lavoratori non può
che essere libero ed individuale, giacché l'entità delle prestazioni e dei
compensi pattuiti scaturisce dall'esigenza di restare nei limiti posti dalla
concorrenza e pertanto qualsiasi forzatura extraeconomica di tali pattuizioni
va considerata illegittima in quanto capace di provocare la distruzione delle
Aziende.
Il capitale,
con l'esistenza del Reddito di Cittadinanza, non potrà agire coercitivamente
nelle contrattazioni e pertanto le Aziende, che non offriranno compensi
adeguati, resteranno senza manodopera e i lavoratori che faranno richieste
individuali, eccedenti la convenienza Aziendale scaturente dai limiti del
Mercato, resteranno senza lavoro e si dovranno accontentare di sopravvivere con
il Reddito di Cittadinanza.
Va osservato
che, l'assenza di imposizioni fiscali, porterà, per effetto delle razionalizzazioni
produttive e del Progresso tecnologico, ad una costante diminuzione dei costi e
quindi dei Prezzi, con reale beneficio di tutti.
La
disoccupazione non sarà più considerata come una maledizione ma come una
opportunità di riflessione individuale per successive scelte di
riqualificazione e nuovi inserimenti produttivi.
Coloro che
diffidano dei quadri troppo rosei debbono consentire che altri aborriscano i
quadri nebulosi o le realtà tetre.
Finora ci
siamo occupati della realtà del libero Mercato, dopo l'istituzione del Reddito
di Cittadinanza e della defiscalizzazione, non tenendo conto di azioni
perturbatrici della sua dinamica a seguito di comportamenti individuali delinquenziali
o scorretti.
Per affrontare
tale problema dobbiamo passare all'analisi della organizzazione statale nell'ottica
dell'Antropocrazia.
L'esperienza
insegna che vi è la possibilità di contrasti tra gli Esseri Umani in tutte le
forme che i vari codici prevedono.
L'esigenza di
rapporti pacifici per un normale svolgimento della dinamica economica porta alla
necessità dell'esistenza di una struttura pubblica capace di tutelare i diritti
dei Cittadini.
L'organizzazione
di tale struttura deve essere tale da assicurarne le funzioni con metodi altamente
specializzati in continua evoluzione per adeguarli alle esigenze poste dalla
realtà.
A tal fine è
necessario che esista un organo legislativo per l'adeguamento delle norme giuridiche
alle istanze poste dalla realtà sociale.
Per quanto
riguarda l'organizzazione delle strutture operative per la difesa dei diritti è
necessario che esista un organo di indirizzo e coordinamento e una struttura
esecutiva per gli interventi nei casi reali.
Per quanto
attiene ai giudizi necessari per le reintegrazioni dei diritti lesi e per le
sanzioni correttive è necessario che esista una struttura di Giudici per le
emissioni delle sentenze in applicazione delle previsioni legislative.
L'essenziale
del settore pubblico consiste nel fatto che esso deve esclusivamente occuparsi
della tutela giuridica dei Cittadini senza altri poteri e funzioni esorbitanti
da tale compito.
Le richieste
monetarie per il sostenimento delle spese di tale settore vanno deliberate dall'organo
di indirizzo e coordinamento e approvate dall'organo legislativo e da quello
dei Giudici, per essere trasmesse all'Istituto di Emissione per gli accrediti
conseguenti.
I Cittadini
che orienteranno le proprie scelte di lavoro verso il settore pubblico lo
faranno in base a specifiche vocazioni miranti alla difesa dell'ordine sociale
e saranno assunti nei vari reparti in base alle disposizione dell'organo di
indirizzo e coordinamento.
Le attuali
organizzazioni statali contengono tutte le strutture indicate ma contengono
altri apparati che nulla hanno a che fare con le esigenze giuridiche dei
Cittadini e pertanto dovranno essere smantellate per restituire i componenti
alla possibilità di diversi inserimenti nella vita sociale.
Ciò non sarà
traumatico in quanto attuato dopo l'istituzione del Reddito di Cittadinanza e
quindi senza pericoli per le esigenze vitali di coloro che perderanno i precedenti
ricavi, prima di nuovi inserimenti lavorativi su base contrattuale.
L'Antropocrazia
non spinge oltre le indicazioni in tale settore in quanto si aspetta che le soluzioni
concrete scaturiranno dall'attuazione, anche in tale campo, del principio della
sovranità dei Cittadini che troveranno il modo di organizzarsi per fare fluire
tale sovranità nella vita della organizzazione giuridica.
Per quanto
riguarda la vita culturale (comprendente il campo dell'insegnamento, quello
delle libere professioni, quello religioso, quello artistico e quello
scientifico) l'Antropocrazia si aspetta che le relative organizzazioni
scaturiranno spontaneamente dalle iniziative dei Cittadini con vocazioni
culturali.
Anche in tale
settore, come in quello economico, alla domanda di servizi culturali, si risponderà
con attività individuali e anche con la creazione di organizzazioni autofinanziate
con i ricavi del Mercato culturale.
Anche in tale
Mercato, come in quello economico, sarà il gradimento degli utenti, paganti, a
informare e selezionare l'attività di coloro che svolgeranno i servizi
culturali.
Le vocazioni
di tale settore potranno essere liberamente coltivate, data l'esistenza del
Reddito di Cittadinanza che permetterà, a chi lo vorrà, di affinare le capacità
richieste dal Mercato culturale che, come quello economico, sarà sempre
stimolato dalla concorrenza, con beneficio degli utenti.
Quanto precede
ha carattere generale e quindi si riferisce alle esigenze di qualsiasi compagine
sociale.
Le esigenze
antropocratiche si diffonderanno dopo il crollo delle illusioni democratiche e
dei sistemi provenienti dal passato.
I dissesti
sociali avranno caratteri diversi a seconda delle situazioni e degli eventi particolari
sviluppatisi nei vari Stati.
Ciò fa si che
non sia possibile la formulazione di un programma astratto di riforma giacché
in ogni situazione sarà necessario agire in modo adeguato alle caratteristiche
particolari dei mali lasciati in eredità dai passati errori.
In generale,
la disgregazione dei tessuti sociali, si manifesterà come scarsezza di
vocazioni imprenditoriali nel campo economico, come sfiducia nella classe
politica nel campo sociale e come disperazione nel campo culturale.
La disaffezione
imprenditoriale sarà causata, da un lato, dall'assoggettamento delle attività
economiche ad insopportabili condizionamenti legislativi e, dall'altro, dalla
smisurata pressione fiscale causa di conflittualità sindacale e di inflazione.
Gli oneri
fiscali, aggiungendosi ai costi Aziendali, causano la lievitazione dei Prezzi e
quindi la rarefazione della domanda e la disincentivazione imprenditoriale.
La rarefazione
delle iniziative imprenditoriali provocherà alti tassi di disoccupazione.
La
disoccupazione favorirà la formazione di organizzazioni delinquenziali volte al
prelievo illegittimo di risorse economiche dal tessuto sociale.
La sfiducia
nella politica favorirà la proliferazione dei partiti.
La
proliferazione dei partiti favorirà da un lato l'inefficienza delle strutture
pubbliche essenziali lasciate prive di risorse, dirottate a favore di strutture
parassitarie, e dall'altro permetterà il diffondersi della corruzione connessa
all'enormità delle masse monetarie gestite dagli Stati.
La
disperazione culturale provocherà la ricerca di evasioni artificiali, nocive
per la salute, con la nascita di imprese delinquenziali organizzate per
sfruttare tale genere di domanda.
Le varie
realtà sociali si differenzieranno per le proporzioni dei fenomeni negativi che
le affliggeranno.
Quando sarà
venuta meno l'illusione che i fenomeni negativi possano essere combattuti con
la forza e con l'estirpazione, si accederà alla convinzione che il male si combatte
lasciando spazi sempre più ampli alla creatività umana, possibile solo nella
Libertà e nell'ordine.
La creatività
produrrà ricchezza e la ricchezza permetterà di realizzare la indispensabile
Solidarietà umana.
La fonte della
creatività sgorga dall'interiorità dell'Essere Umano e non potrà mai essere forzata
con provvedimenti artificiali, ma necessita di Libertà e di sicurezza per manifestarsi.
Il dirigismo,
voluto da esseri fanatici e prepotenti, ha creato in tal senso immensi danni e,
prima o poi, ci si dovrà decidere ad abbandonarlo.
La fiducia
nella vita, in generale, e nell'Essere Umano, in particolare, dovrà creare il
clima sociale necessario per ritrovare la corretta via.
L'Antropocrazia
non è un'ideologia e quindi non si rivolge a particolari settori sociali, bensì
è un ideale presente nelle coscienze di coloro che vogliono superare gli errori
della Democrazia.
L'Antropocrazia
in quanto movimento culturale non sarà sostenuta da alcun partito in particolare
ma agirà all'interno delle varie formazioni politiche come stimolo all'autocorrezione
che alla fine porterà alla fine dell'era politica.
L'essenza
della politica democratica è costituita dal governo degli Stati basato su maggioranze
rappresentative di interessi settoriali e non generali e quindi distruttivo nei
confronti di minoranze numericamente non rilevanti ma qualitativamente
essenziali per l'ordinato sviluppo della vita sociale.
Se le parti
che compongono una macchina avessero coscienza e si orientassero democraticamente
finirebbero con l'emarginare le parti numericamente irrilevanti con la
conseguenza della cessazione del funzionamento del meccanismo.
Se in una
macchina, l'inefficienza di uno solo dei suoi componenti, pregiudica il funzionamento
del tutto, perché, in un organismo sociale, l'emarginazione di un solo suo
componente dovrebbe essere meno pregiudizievole per il buon andamento
dell'intera comunità?
Si potrà
obiettare che il Progettista della macchina ha seguito criteri di economia, affidando,
a ciascun organo meccanico, una funzione essenziale per il funzionamento
dell'insieme, ma ci si deve domandare se negli organismi sociali non valga la
stessa regola e pertanto ogni qual volta un solo membro di esso venga offeso
non sia l'intera comunità a essere menomata.
L'Antropocrazia,
come visione culturale, parte dalla convinzione che ogni componente sociale sia
una parte preziosa e unica dell'intera vita comunitaria e, di fronte a
comportamenti aberranti, va alla ricerca delle vere cause per effettuarne le
correzioni e non già si contenta di scaricarne le responsabilità sui singoli,
che spesso, più che autori di misfatti, sono le prime vittime di errori,
nostri, precedenti.
Ogni
comportamento antisociale va riguardato come un prezioso sintomo dell'esistenza
di imperfezioni, nell'organismo sociale, da snidare e correggere se si vuole
pervenire alla risoluzione dell'intero problema e non del caso singolo. Se i
fenomeni della diffusione della droga e della delinquenza, per limitarsi a tali
due mali, venissero esaminati con l'ottica sopra descritta, rivelerebbero molti
segreti la cui Conoscenza eliminerebbe tali mali in un solo colpo e nel
contempo farebbe progredire enormemente la Cultura sociale.
In qualsiasi
campo, i sintomi patologici sono preziosi rivelatori di squilibri reali sottostanti
e la nostra percezione di essi è il primo passo verso la Conoscenza di quelle
leggi turbate, che nei sintomi hanno mostrato la loro reazione, primo stimolo
verso la correzione.
Se quanto
precede corrisponde a verità allora la vita sociale contemporanea mostra un
pullulare di sintomi patologici che ci avvertono che è giunto il momento del
risanamento e sarà per ognuno un'occasione positiva per contribuire al
Progresso generale.
Il primo passo
del contributo è costituito dalla riflessione e quindi dalla Conoscenza degli aspetti
concettuali dei vari problemi, da cui poi passare alle azioni pratiche di
correzione.
L'inveire
contro questo o quel male è assolutamente sterile e spesso nasconde un profondo
senso di colpa di cui non si vuole prendere coscienza.
Lo sdegno e
l'invettiva possono portare a sommovimenti superficiali le cui conseguenze sono
l'aggravamento delle situazioni preesistenti.
Gli Esseri
Umani dovranno sempre più convincersi che è necessario imparare a pensare con
obiettività e con sforzo interiore e non chiedere sempre le soluzioni agli
altri.
Ladispoli 18
Maggio 1992
Il Denaro è il
mezzo che permette di acquistare i beni del Mercato recanti un Prezzo.
Il valore del
Denaro è creato nella immaginazione di chi produce e mette in commercio con
Prezzi i valori economici reali.
In
contropartita del valore d'uso di un bene vi è un valore immaginario monetario
definito nel Prezzo.
La Vita
Economica si sviluppa nella convinzione generale che il possesso del Denaro
derivi originariamente da uno scambio con un bene economico.
Ciò può essere
vero in un momento qualsiasi di un Mercato generale, funzionante, con una Massa
Monetaria reale.
Nell'ipotesi
che tale massa sia stabile si pone il problema della sua sufficienza ai fini
delle esigenze della Vita Economica.
Nella realtà
economica oltre ai segni monetari circola un altro tipo di Denaro costituito
dagli effetti cambiari accettati in pagamento in quanto garantiti da beni reali
di proprietà dei sottoscrittori o dalla loro affidabilità.
L'immissione
degli effetti cambiari nella circolazione monetaria è corretta in quanto dietro
ciascun effetto vi è la realtà economica di colui che lo ha sottoscritto e la
valutazione di coloro che se lo girano sottoscrivendolo, creando una catena
continua di responsabilità.
Ciò dimostra
chiaramente che chiunque accetta in pagamento un effetto cambiario lo fa nella
convinzione che potrà, alla sua scadenza, averne in cambio, in un modo o in un
altro, il corrispondente Denaro da parte di chi lo ha emesso per primo.
Chi ha del
Denaro deve averlo ottenuto dietro cessione di beni e chi crea effetti cambiari
lo può fare solo se dispone di beni (anche l’affidabilità è un bene) che ne
garantiscano la riscossione alla scadenza.
Come si vede
il Denaro resta sempre legato, attraverso i Prezzi, ai beni economici.
Se noi
considerassimo i beni come elemento
primario della Vita Economica, allora ne deriverebbe la necessità di ancorare
l'emissione monetaria ad essi, ma per fare ciò occorrerebbe in qualche modo
fissare i Prezzi di tali beni e poi autorizzare i loro possessori ad emettere i
corrispettivi monetari.
Se invece si
partisse dal Denaro occorrerebbe stabilire un modo equo di distribuirlo tra i
componenti della vita sociale e lasciare ad essi di stabilire la misura
dell'attaccamento ai propri beni in rapporto al desiderio di altro Denaro.
Da tale
confronto nascerebbero le decisioni di vendita e di acquisto tramite i Prezzi.
Circa il modo
equo per far pervenire il Denaro ai Cittadini non potrebbe esservene che uno
solo cioè quello della uguaglianza delle quantità distribuite a ciascuno.
Circa i motivi
di tale distribuzione non potrebbe che esservi quello della fornitura dei mezzi
di sopravvivenza a ciascun Cittadino per proteggerlo dall'alea economica.
Quanto precede serve
esclusivamente per entrare nella logica monetaria e le due ipotesi sono
evidentemente solo teoriche, ma i ragionamenti svolti potranno aiutarci quando
entreremo nel vivo della questione monetaria delle società contemporanee.
Ladispoli 19
Maggio 1992
La causa
principale dei disagi sociali delle società contemporanee deriva dal fatto che
esse sono nate come modificazione continua di preesistenti situazioni, con la
conservazione del vecchio e con l'inserimento caotico del nuovo.
Siccome
l'organismo sociale è creato dagli interessi vitali dei suoi componenti,
qualsiasi modifica di esso provoca resistenze e disagi rendendo spesso peggiore
la condizione successiva rispetto alla precedente.
Chiunque si
impegni nello sforzo di rendere migliore un assetto sociale, di solito lo fa
avendo in vista situazioni particolarmente intollerabili, ma mai con una
visione globale dei problemi.
Ciò fa sì che
il miglioramento delle condizioni di un settore provochi ripercussioni negative
su altri settori la cui reazione diviene poi causa di ulteriori guai.
Una organizzazione
sociale vive in condizione di benessere quando consente a tutti i suoi
componenti di partecipare liberamente, con profitto individuale, ai vari
settori di attività che si svolgono in essa; viceversa essa si avvia verso un
progressivo decadimento quando consente che un settore, o una classe, soffochi
l'attività di altri gruppi sociali.
Non è
favorendo l'egemonia di una classe o di una corporazione che si giova al benessere
sociale, bensì creando le condizioni per libere collaborazioni, in reciproca Dignità.
Tutte le
concezioni o le ideologie che prospettano lotte sociali come mezzo di Progresso
operano in direzione diametralmente opposta a quella richiesta dal vero Progresso
sociale.
Certamente le
situazioni concrete possono creare contrasti tra gli interessi di parti contrapposte,
ma il raggiungimento di posizioni di equilibrio non può essere conseguito con
la sopraffazione di una parte, bensì con la corretta valutazione delle ragioni
che hanno portato al conflitto e con provvedimenti volti a correggerne.
Ciò potrà
accadere se si diffonderà una Cultura che faccia capire a ciascuna parte in
gioco il valore e l'indispensabilità dell'apporto di quella in momentanea
contrapposizione e che spesso, in un'ottica lungimirante, il benessere della
controparte è più importante del proprio.
Finora è
prevalsa una Cultura della guerra e i disastri provocati sono visibili ovunque
tra i popoli della Terra.
L'unico modo
possibile, per svolgere un'azione di risanamento nei confronti di un assetto sociale
dissestato, è quello di partire da un progetto
globale (suscitando magari l'antipatia dei romantici del quotidiano) in cui siano valorizzate e rispettate
tutte le istanze dei Cittadini, a qualsiasi categoria essi appartengano.
Per potere
concepire un tale progetto è necessario conoscere le istanze Sociali fondamentali
di ciascun componente sociale, indipendentemente dalla sua condizione particolare.
Ogni Essere
Umano si trova costantemente impegnato in tre ordini di problemi.
Il primo è
quello della sopravvivenza materiale, il secondo è quello della esigenza della
tranquillità psicologica da minacce esterne e il terzo è quello della
possibilità di poter agire in base a proprie determinazioni personali.
Le istanze
Sociali che ne derivano sono le seguenti:
- Sicurezza materiale.
- Sicurezza giuridica.
- Libertà.
La rivoluzione
francese con i tre ideali di Libertà,
uguaglianza e fratellanza alludeva alle tre esigenze
sopra indicate.
Oggi l'ideale
della fratellanza è chiamato Solidarietà.
L'errore dei
vari sistemi sociali è stato quello di non considerare tali ideali come reali
istanze da soddisfare, contemporaneamente e pienamente, tutte, senza privilegio
di una rispetto alle altre.
Ciò è dipeso
dal fatto che i Governi sono sempre stati espressioni di settori che di volta
in volta sentivano la preminenza di una delle suddette istanze e non si
curavano di evitare di creare situazioni di sacrificio delle altre.
In determinate
condizioni si operava per assicurare la Solidarietà sociale sacrificando la Libertà
o la Sicurezza Giuridica, in altre veniva sacrificata la Solidarietà e in altre
l'Ordine Giuridico.
Nei vari casi
le conseguenze erano situazioni di malesseri vari che tenevano le Società in
condizioni di sommovimento in cui poi si introducevano falsi valori e falsi
ideali capaci di disgregare ancora più quello che restava di funzionante fino
all'arrivo a vere e proprie situazioni di guerra civile.
Il malessere,
anche se in forme e connotazioni diverse, interessa tutte le aggregazioni
statali, nessuna esclusa, e, prima o poi, sarà necessario avviare la
ricostruzione sulla base di Progetti Globali basati sulla Conoscenza delle vere
istanze Sociali che vivono negli Esseri Umani.
Partendo dalla
sicurezza materiale e dai suoi
sinonimi fratellanza e Solidarietà, nonché dalla sicurezza giuridica e dai suoi sinonimi
uguaglianza e ordine ed infine dalla Libertà, è possibile avviare la
progettualità per la ricostruzione e il riordinamento del tessuto sociale, precedentemente
dilaniato, poggiandolo saldamente sui tre pilastri indicati.
Per fare ciò è
necessario comprendere in profondità il contenuto di tali fondamentali istanze.
Partiamo dalla
sicurezza materiale.
Nessun Essere
Umano può considerare accettabile una organizzazione sociale che non assicuri a
priori la possibilità di fare fronte, in ogni condizione, alle esigenze della
sopravvivenza materiale.
Da questo
punto di vista nessuna organizzazione statale reale può considerarsi soddisfacente.
Il problema è
se sia possibile l'esistenza di un tipo di organizzazione sociale capace di
soddisfare tale istanza.
L'unico modo
possibile per assicurare tale necessità è quello della istituzione del Reddito di Cittadinanza per ciascun
Cittadino, indipendentemente dalle condizioni particolari momentanee.
Per Reddito di
Cittadinanza si intende il percepimento di una quota monetaria mensile idonea
al dignitoso mantenimento in vita di ciascun Cittadino.
Con la logica
fiscale ereditata dal passato tale problema non è risolvibile in quanto lo
scarico sui costi di Produzione e quindi sui Prezzi di tale onere dissesterebbe
in breve tempo, attraverso l'inflazione, qualunque struttura economica.
Il problema è
quindi quello non di rinunciare a perseguire tale obiettivo basilare, bensì
quello di rivedere il sistema fiscale per modificarlo in conformità alla possibilità
di realizzare tale esigenza irrinunciabile.
Ciò è
possibile addivenendo a quella che possiamo chiamare la fiscalità monetaria.
Tale nuovo
tipo di fiscalità prevede il soddisfacimento dei bisogni monetari sociali
attraverso emissioni monetarie, in contropartita di decurtazioni di valore
della Massa Monetaria globale con il metodo della datazione del Denaro.
Questo è
l'unico modo valido di risolvere il problema del Reddito di Cittadinanza nonché
quello della spesa pubblica, correttamente intesa.
Tale sistema è
equo in quanto a favore, in eguale misura, di tutti i Cittadini, nessuno
escluso, inoltre non genera inflazione, in quanto non incide sui costi di
Produzione, e quindi sui Prezzi, e, infine, è immune dal vecchio male
dell'evasione fiscale, in quanto basato, non sulla contribuzione individuale,
ma su quella monetaria globale.
L'istituzione
del Reddito di Cittadinanza rende possibile la mobilità sociale verso assestamenti
individuali, corrispondenti alle vocazioni e alle aspirazioni personali, e rende
inoltre possibile la contrattazione individuale.
Con ciò le
strutture sociali saranno espressione delle scelte dei Cittadini, conformi al
livello culturale dei Singoli e delle comunità di appartenenza e sparirà gradualmente
la vecchia pretesa di imporre dall'alto, forzosamente, modelli culturali
astratti.
Lo sviluppo
culturale consisterà nel libero incontro delle domande e delle offerte culturali.
La valutazione
di tale progetto richiede apertura mentale e senso sociale, nonché senso di
responsabilità verso il futuro che sarà quello che noi avremo preparato.
Chi si illude
che le cose possano continuare "naturalmente", per la loro strada, avrà
delle amare disillusioni.
Già, fin da
ora, nel mondo cominciano a verificarsi dissesti sociali che vanno imputati non
ad astratte fatalità ma ad imprevidenza ed errori umani e chi è ancora in tempo
farà bene a risvegliarsi per prevenire quello che incombe minaccioso, e che
accadrà senza interventi preventivi.
Oggi i tempi
sono più che maturi perché gli Esseri Umani prendano nelle loro mani il proprio
destino sociale e non aspettino interventi miracolosi giacché, in tali
questioni, è l'umana saggezza che deve provvedere.
La Terra sarà
quello che noi ne faremo.
Ecco il perché
della necessità di esaminare con spregiudicatezza quanto viene creato dal
pensiero umano, senza timore dei progetti "troppo belli" la cui
alternativa è costituita dai disastri derivanti dal vivere in realtà prive di
contenuti umani.
Quando il
dolore derivante dal "vecchio" diverrà insopportabile allora si
troverà la forza per dedicarsi con abnegazione a preparare il
"nuovo".
Il progetto di
una realtà sociale dotata del Reddito di
Cittadinanza nasce da esigenze irrinunciabili e l'abbandono dei
pregiudizi che vi si oppongono è una necessità imprescindibile.
Quanto precede
può costituire un primo accenno al modo di realizzare una società in cui esista
la sicurezza materiale.
Per quanto
riguarda l'esigenza della sicurezza
giuridica è sufficiente ribadire quello che è già abbondantemente emerso
nella Cultura contemporanea sulla necessità di liberare le strutture pubbliche
di ogni incombenza di gestione e di governo dell'economia, di ogni missione assistenzialistica
e di ogni compito di formazione culturale, per dedicarsi esclusivamente alla
tutela giuridica dei Cittadini, lasciando le attività improprie al settore
privato.
Per quanto
riguarda il reperimento delle risorse monetarie necessarie alla pubblica amministrazione
della Giustizia si dovrà provvedere con le emissioni monetarie datate.
Venendo,
infine, all'esigenza della Libertà,
è sufficiente osservare che l'istituzione del Reddito
di Cittadinanza, svincolando gli individui dai condizionamenti economici,
crea le condizioni del loro orientamento individuale e sociale in base a
motivazioni interiori e quindi rendendo possibile la loro libera autoevoluzione.
Se si fosse
certi che quanto detto possa essere integralmente compreso ci si potrebbe limitare
ad esso e considerarlo progetto sociale
sufficiente a risanare qualunque contesto, comunque dissestato.
Ciò comunque
richiederebbe doti di fantasia creativa nel lettore per confrontare la proposta
con le realtà in cui si dibatte.
Da questo
punto di vista può considerarsi utile, mettere a disposizione di chi lo desiderasse,
tutto il lavoro di analisi pensante delle realtà sociali, che ha portato a tale
progetto, contenuto nei libri la via
d'uscita, del 1979, e la neosocietà, del 1991.
La riflessione
sui punti essenziali del progetto sociale presentato genera una serie di interrogativi
a cui è possibile dare risposta partendo dalla Conoscenza della realtà sociale
in cui si è vissuti.
Le riforme
basilari per iniziare il riassetto di
qualunque compagine sociale, comunque dissestata, sono le seguenti:
- istituzione della
datazione monetaria .
- istituzione della
fiscalità monetaria .
- istituzione del Reddito di
Cittadinanza .
- liberalizzazione dei
rapporti di lavoro .
- abrogazione di tutte le
leggi di regolazione e governo dell'economia .
- abrogazione di tutte le
leggi relative all'assistenza pubblica .
- PRIVATIZZAZIONE DI TUTTE
LE ATTIVITÀ EXTRA-GIURIDICHE DELLO STATO .
- riorganizzazione delle
strutture giuridiche .
Andiamo ad
esaminare il contenuto di ciascuna riforma.
Per istituire
la datazione monetaria è sufficiente stabilire per legge che da un determinato
giorno tutto il Denaro esistente, reale o di credito, vada considerato come
recante la data del giorno stabilito.
Per istituire
la fiscalità monetaria è sufficiente stabilire per legge che l'Istituto di Emissione
faccia degli accrediti mensili, per il Reddito di Cittadinanza, per gli emolumenti agli addetti al settore pubblico
e per le spese pubbliche, registrandoli,
in dare, in conti singoli intestati
ai beneficiari presso le varie Banche, e registrando le contropartite, in avere, in un conto che potrebbe
chiamarsi conto generale di
compensazione monetaria, su
cui saranno registrate, in dare,
le decurtazioni mensili della Massa
Monetaria globale effettuate dalle varie Banche.
I pagamenti
della circolazione monetaria avverranno a mezzo assegni Bancari datati , anche
a copertura garantita, con carte di credito, oppure con segni monetari datati,
per le spese mensili correnti.
Il Denaro
datato verrà creato dalle Banche, su richiesta dei Cittadini, entro le disponibilità
dei loro conti, e sarà registrato in dare
in tali conti.
Tale Denaro,
oltre la data di emissione, recherà il numero del conto del richiedente, nonché
il codice dello sportello che lo ha emesso.
Tale Denaro
perderà mensilmente o annualmente una quota del suo valore nominale in base al
tasso generale prefissato di decurtazione monetaria, e potrà essere sempre
versato in qualsiasi conto Bancario al suo valore residuo.
I segni
monetari invecchiati, versati nei conti Bancari, verranno addebitati, nel loro
valore residuo, alle Banche che li hanno emessi, per i controlli di regolarità,
e da queste inviati all'istituto di
Emissione, per la distruzione e per l'accredito, con data, del valore
residuo alla Banca che li ha inviati.
I controlli
avverranno automaticamente con le macchine a lettura ottica; sarà così anche
possibile individuare immediatamente eventuali false emissioni monetarie.
La differenza
tra il valore nominale e quello residuo verrà registrata in avere nel conto di compensazione monetaria della singola Banca.
Tutti i conti
di compensazione monetaria delle singole Banche faranno capo al conto generale di compensazione monetaria, gestito
dall'istituto di Emissione.
Le varie
Banche, il primo di ogni mese o di ogni anno, effettueranno la decurtazione monetaria mensile o annuale,
al tasso generale di decurtazione
vigente, registrando i valori di decurtazione in dare sui conti singoli e in avere
sul conto di compensazione monetaria.
Ad ogni inizio
d'anno tutti i conti di compensazione
monetaria delle varie Banche verranno scaricati, registrando in essi, in
dare, il loro ammontare e
trasferendo lo stesso, in avere,
sul conto generale di compensazione
monetaria dell'istituto di
Emissione.
Dopo tutte le
operazioni di trasferimento, ad ogni inizio d'anno, il conto generale di compensazione tornerà a zero, salvo per
quelle quote di segni monetari ancora in circolazione oppure distrutti.
Tutta la
materia sarà rigidamente regolata da un'apposita legge contenete quanto
esposto.
L'ammontare
del Reddito di Cittadinanza individuale, degli emolumenti degli addetti all'organizzazione
statale, gli stanziamenti per le spese pubbliche, nonché il tasso di
decurtazione monetaria mensile verranno fissati per legge in base alle
deliberazioni tecniche di appositi organi che saranno all'uopo creati.
Il principio
regolatore che guiderà la determinazione di tali ammontari sarà quello
dell'equilibrio della bilancia
commerciale generale.
Con
l'istituzione del Reddito di
Cittadinanza ogni Cittadino, dalla nascita alla morte, viene liberato
dai condizionamenti della volontà, e quindi della Libertà, scaturenti dall'incertezza
di poter soddisfare liberamente i propri bisogni vitali naturali, mediante la
disponibilità dei beni naturali.
La protezione
giuridica della proprietà privata, correttamente acquisita con libera contrattazione
e scambio, diviene eticamente accettabile solo a condizione che non si
determini mai l'inaccessibilità, per un solo Cittadino, delle fonti naturali
della propria sopravvivenza.
Tale esigenza
viene pienamente attuata con l'istituzione del Reddito di Cittadinanza fornito
a ciascuno, mensilmente, in valore monetario.
Tale valore
deve derivare dal vero potere economico che è quello dell'intera Massa Monetaria.
Se fosse
possibile prelevare il Denaro, per fornire il Reddito di Cittadinanza, in
quota, da ciascuna unità del Denaro presente nell'organismo sociale, si
attuerebbe perfettamente l'istanza di Solidarietà che chiede l'istituzione di
tale Reddito di Cittadinanza.
Ciò si
realizzerebbe senza alcuna incidenza sui costi di Produzione e quindi senza
generare inflazione.
Non potendosi
realizzare il prelevamento monetario nella forma indicata si può pervenire allo
stesso risultato decretando la perdita di valore del Denaro, secondo un adeguato
tasso mensile, per creare la contropartita per le emissioni monetarie
necessarie per il Reddito di Cittadinanza.
Con ciò si
rende possibile la realizzazione di una dinamica economica tutta fondata sulla
libera contrattazione e su accordi di convenienza dei suoi componenti, negli
spazi consentiti dalla concorrenza commerciale.
Prima della
istituzione del Reddito di Cittadinanza la sovranità del Cittadino sull'economia
si attuava dal lato delle scelte d'acquisto che decretavano inappellabilmente
il successo o l'insuccesso delle imprese produttive.
Dopo tale
istituzione la sovranità del Singolo diviene operativa anche dal lato della
contrattazione lavorativa, essendosi realizzata la parità contrattuale tra chi
offre lavoro e chi lo chiede in stato di sicurezza vitale.
Con ciò le
Aziende vengono condizionate sia dal lato del libero Mercato economico sia da
quello del cosiddetto Mercato del lavoro cui bisogna andare incontro con accettabili
offerte di convenienza.
Le scelte
sociali individuali saranno determinate da valutazioni interiori di convenienza
o vocazionali, realizzandosi la piena responsabilità dei Singoli che non
potranno più far risalire ad altri la causa delle loro eventuali insoddisfazioni.
Per chi non
trova attraenti le possibilità offerte dall'organismo sociale non rimane altra
via che quella della ricerca culturale volta a ricostituire il collegamento con
la realtà, per mezzo della maturazione individuale oppure con il lavoro
creativo volto a modificare gli aspetti esteriori ritenuti insoddisfacenti o
inadeguati.
Con
l'istituzione del Reddito di Cittadinanza la Libertà individuale diviene concretamente
conseguibile e quindi si crea la possibilità del lavoro culturale che
scaturisce dalle coscienze individuali.
Le conquiste
culturali, quando corrispondano a esigenze di altri, oppure possano divenire
per essi vantaggiose, potranno dare luogo ad attività culturali di servizio ed
entrare nel Mercato culturale, analogo a quello economico.
Nel Mercato
culturale operano oltre alle legittime motivazioni economiche altre istanze interiori
la cui soddisfazione spesso diviene preminente rispetto alle normali contropartite
monetarie.
L'Essere Umano
è tale che in nessuna delle sue manifestazioni sono assenti istanze interiori
di soddisfazione e si può affermare con certezza che dal punto di vista dell'interiorità
umana, la soddisfazione è il vero compenso che fa superare il dolore che si
connette ad ogni attività lavorativa, sia fisica che mentale.
La Liberalizzazione Dei Rapporti Di Lavoro
La
legislazione sui rapporti di lavoro dovrà essere tale da considerare centrale
la tutela delle volontà che si sono espresse nei liberi contratti individuali.
Occorrerà
abolire ogni forma di contrattazione collettiva ed ogni velleità di indirizzo o
limitazione dell'attività economica, che sempre dovrà scaturire dalle volontà
umane interessate.
Il moralismo
che prospetta generici interessi collettivi per sottomettere poi ad essi le
volontà umane dovrà sparire per sempre.
L'interesse
collettivo è una mostruosa astrazione, priva di ogni realtà se non nella mente
di coloro che per inconfessabili scopi lo prospettano, con il carattere di
un'antica malvagia divinità cui si deve obbedienza ed adorazione.
La storia ha
spesso portato alla luce le nefandezze che si sono attuate in nome di tali mostruosità
e l'uso scorretto che si è fatto del potere richiesto per attuare “l'interesse
collettivo".
L'unica realtà
valutabile è l'interesse individuale il quale non necessariamente deve essere
egoistico, anzi si può dire che il Progresso culturale e sociale dipende tutto
dall'interesse e dalla soddisfazione individuale, realizzati da coloro che lo
hanno prodotto.
Con lo
svilupparsi dell'industrializzazione delle società contemporanee è emerso il
problema della Solidarietà nei confronti di coloro che privi di ogni risorsa
economica si trovavano esposti al pericolo dell'emarginazione.
La strada
intrapresa dai poteri pubblici per fare fronte a tali esigenze è stata quella
del dirigismo legislativo volto a prelevare forzosamente dal tessuto economico
le risorse monetarie e successivamente ad indirizzare la Vita Economica nel
tentativo di evitare le distorsioni rilevate.
Purtroppo ciò
avveniva nella più assoluta ignoranza dei meccanismi psicologici che sono la
base della Vita Economica, con la conseguenza di creare condizioni di generale
paralisi della stessa.
Da parte dei
Governi ci si regolava sulla base dei suggerimenti di esperti d'economia
formati sui lavori di economisti dell'ottocento che perseguivano l'obiettivo di
trovare dei meccanismi di regolazione dell'economia e non la soddisfazione dei
Singoli.
L'esperienza
ha dimostrato che nessuna di tali visioni ha raggiunto anche parzialmente gli
obiettivi perseguiti.
Si è proceduto
di fallimento in fallimento fino al punto che si comincia a sentire l'esigenza
di un profondo cambiamento di rotta.
Il Mercato è stato riscoperto come il
toccasana dei mali, abbandonando le esigenze solidaristiche giacché si è capito
che nella povertà generale è illusoria ogni Solidarietà.
Con tali
atteggiamenti unilaterali si preparano le condizioni per ulteriori disastri futuri.
Fino a quando
ci si ostinerà a procedere a colpi di timonate legislative non si farà altro
che continuare a sfasciare la barca sociale su cui tutti galleggiamo.
I processi involutivi delle società contemporanee portano
alla formazione di gruppi di potere contrapposti.
Ciascun gruppo
amministra a proprio vantaggio il potere di cui dispone creando nel contempo
una filosofia giustificativa di esso.
L'assorbimento
delle energie nell'impegno di consolidamento delle proprie posizioni fa trascurare
le esigenze degli emarginati che divengono preda di stati depressivi o di
organizzazioni delinquenziali.
Proseguendo su
queste strade si perverrà ineluttabilmente a scontri sempre più distruttivi fino
alla completa disgregazione della vita sociale.
Tale
disgregazione è già in atto in molti paesi del mondo e in tutti i restanti
paesi essa è in corso di preparazione come risulta chiaramente dai sintomi che
si vanno presentando.
La fonte
psicologica che porta ciascun gruppo sociale a mettersi in guerra con gli altri
gruppi è costituita dall'analisi delle loro imperfezioni.
L'unico modo
per evitare la catastrofe è quello di capire che nessuno è esente da gravi
colpe sociali e pertanto la soluzione va cercata non nella distruzione degli
avversari, ma nella creazione di un nuovo modello sociale in cui non sia più
possibile il ripetersi degli errori del passato.
Tale tentativo
può essere attuato prima di raggiungere l'orlo dell'abisso.
Se ciò accadrà
la vita sociale potrà riprendere rapidamente il suo normale corso, altrimenti
saranno necessari molti dolori prima che ci si decida a mutare mente.
Chi
ostinatamente vuole inchiodare gli avversari alle loro colpe, da un lato si espone
ad una reciprocità di trattamento e dall'altro innesca un processo distruttivo
da cui non risulteranno né vincitori né vinti.
Ogni Essere
Umano che combatte pensa di essere dalla parte della ragione e vuole distruggere
il male impersonato dagli avversari.
In tale
comportamento vi è un profondo errore di metodo, ereditato dal passato.
Il male non si
combatte con la distruzione, ma con la creazione di situazioni in cui l'Essere
Umano possa trovare occasioni di soddisfazioni senza danneggiare gli altri.
La libera
creatività e la libera partecipazione sono le fonti per la diffusione del benessere
da cui può nascere la felicità individuale.
Di contro, il
soffocamento di ogni creatività è la fonte malsana da cui promana il malessere
e l'infelicità individuale, fonti di odio e di distruzione.
Il Potere che
vuole realizzare forzosamente disegni ideologici è la fonte principale di tutti
i mali.
Il Potere ha
due facce, una giuridica, volta alla protezione e difesa dei diritti individuali,
e una ideologica volta a plasmare gli Esseri Umani secondo modelli ideologici astratti.
Il primo è
legittimo perché è di sevizio, il secondo è illegittimo perché sopraffattore.
Il Potere
attraverso l'attività legislativa informa di sé le strutture sociale e
quand’anche si decidesse di abbatterlo, senza una matura visione progettuale basata sulla Conoscenza della realtà,
si rischierebbe di cadere in situazioni di disordine sociale peggiori delle
precedenti.
Un organismo
sociale plasmato per lungo tempo da azioni legislative di governo ispirate da
velleità dirigistiche, assume l'aspetto di un corpo vivente infestato da ramificazioni
cancerose la cui estirpazione traumatica può metterne in pericolo la vita.
Ecco perché il
trapasso da un sistema sociale ad un altro richiede una lunga preparazione
culturale e una profonda Conoscenza della realtà.
In tali
trapassi si presenta, tra gli altri, il pericolo dello scatenamento di odi tra
i gruppi contrapposti, ed ecco il motivo per il quale è necessario stabilire un
clima di pacificazione sociale basato sul convincimento che molti delle
deviazioni sono scaturite dalla innaturalezza del precedente regime.
Un giubileo sociale è la prima esigenza da
attuare in qualsiasi mutamento di regime.
Di fronte ad
un comportamento umano anomalo è difficile stabilire se esso sia scaturito da
decisioni autonome oppure se sia stato causato da condizioni esterne innaturali.
Se un regime
viene, ad un certo momento, considerato non corrispondente alle esigenze umane,
è logico dedurre che la sua influenza passata abbia indotto i Cittadini a
comportamenti irregolari, i quali, a loro volta, abbiano reagito negativamente
sul sistema con la creazione di una spirale comportamentale negativa.
Ciò perché una
gran parte delle azioni umane è determinata da atteggiamenti emotivi per cui la
reazione ad imposizioni non comprese e non accettate crea una situazione di
conflitto con la fonte di esse e da quel momento i comportamenti diverranno di
guerra, cioè privi di ogni carattere morale e tutti miranti alla difesa, da una
parte, e all'offesa, ove possibile, dall'altra.
Lo stato di
guerra con le istituzioni, di gruppi sociali tra loro o di individui contro altri
individui, snatura il carattere dei comportamenti umani e dei giudizi che una
parte formula sull'altra.
Ecco perché
ogni radicale mutamento di regime, motivato da lucide analisi sociali, per essere
coerente con le proprie convinzioni deve azzerare tutto il contenzioso penale e
pubblico proveniente dal passato.
Ciò non ha il
significato che tutte le azioni umane siano di carattere reattivo, cioè
emotivo, ma non potendo distinguersi tra i vari comportamenti, nel dubbio, da
un lato, e nella certezza dell'esistenza di irregolari situazioni sociali
precedenti, dall'altro, è bene, all'inizio di ogni riforma sociale radicale,
realizzare quello che sopra è stato chiamato il giubileo sociale.
Ciò per
ottenere la riconciliazione sociale indispensabile per un ordinato avvio di una
nuova strutturazione della società.
Il giubileo sociale ha ripercussioni
psicologiche, ma le preoccupazioni degli Esseri Umani non hanno soltanto
origine da disagi psicologici, ma anche da disagi economici.
Nella fase di
profonda trasformazione di un assetto sociale in un altro diverso, inevitabilmente
si determineranno delle necessità di eliminazione di strutture ritenute
superate, con la conseguenza della perdita provvisoria di lavoro da parte di
molti Cittadini.
Ciò impone
l'esigenza della immediata istituzione del Reddito
di Cittadinanza la cui pratica realizzazione dipende dalla corrispondente
riforma monetaria e fiscale.
Ladispoli 7
Giugno 1992
Tutte le
strutturazioni sociali presenti nel mondo, per un verso o per un altro, non
corrispondono alle esigenze degli Esseri
Umani.
Tali esigenze
sono: la sicurezza materiale, la sicurezza giuridica, la Libertà.
L'unico modo
per realizzare la sicurezza materiale
e la Libertà è l'istituzione del Reddito
di Cittadinanza.
La sicurezza giuridica può essere
assicurata con la depurazione delle strutture statali da ogni funzione che non
sia quella della protezione giuridica
dei Cittadini.
Per realizzare
l'Istituto del Reddito di Cittadinanza
l'unico modo possibile è quello del ricorso ad accrediti monetari mensili
da parte dell'istituto centrale di emissione a favore di tutti i Cittadini.
Le
contropartite di tali emissioni saranno costituite dalle decurtazioni monetarie mensili o annuali, a tasso
programmato, dell'intera Massa
Monetaria.
Ovviamente
ogni movimento di valori monetari dovrà essere legato alla data e la relativa decurtazione
si baserà su tale data.
Tale
meccanismo sostituirà, beneficamente, quello pernicioso dell'inflazione.
In quanto
precede è contenuto tutto l'essenziale per un progetto globale di riforma di
qualunque sistema sociale.
I concetti
sopra richiamati, essendo per lo più nuovi, necessitano di chiarimenti.
Per
raggiungere questo scopo descriviamo le situazioni e i comportamenti dei
protagonisti sociali in un contesto riformato in base ai concetti sopra esposti.
1°) - Ciascun Cittadino riceve in un proprio
conto Bancario, mensilmente una somma, chiamata Reddito di Cittadinanza, idonea a consentirne la dignitosa
sopravvivenza, indipendentemente dalla condizione contingente personale.
2°) - Ad ogni inizio di anno ogni Cittadino verserà nel proprio conto Bancario
tutto il Denaro contante di cui dispone, per consentire l'apposizione su tale
Denaro della data del nuovo anno. Dopo tale apposizione il Denaro potrà essere
prelevato nuovamente nell'ambito della disponibilità del proprio conto
Bancario.
3°) - Il saldo del conto verrà sottoposto alla decurtazione fiscale, al tasso fiscale generale, e tale
decurtazione verrà accreditata sul conto
fiscale personale, custodito presso l'istituto
centrale di emissione.
1°) - Ad ogni inizio di mese l'istituto
centrale di emissione provvederà, tramite le proprie filiali distribuite
sul territorio, ad accreditare il conto
Bancario di ogni Cittadino del Reddito
di Cittadinanza, addebitando il suo conto
fiscale personale,
custodito nell'Istituto. Provvederà anche ad accreditare nei conti degli
addetti alla pubblica amministrazione i loro stipendi e a versare alle singole
casse le somme occorrenti per la pubblica gestione, previste nei preventivi di
spesa, autorizzati dagli Organi competenti.
2°) - Ad ogni inizio di anno controllerà che le
singole Banche, presso le quali i
Cittadini hanno i propri conti, trasmettano le decurtazioni fiscali da accreditare sui conti fiscali personali.
3°) - Gestirà il movimento del Denaro contante,
scaricando le Banche degli esuberi oppure rifornendole su loro richiesta.
1°) - Oltre le tradizionali funzioni di raccolta
di risparmio e di credito, le Banche gestiranno i conti individuali dei Cittadini ove mensilmente verranno
accreditati, dall'istituto centrale di emissione, i Redditi di Cittadinanza.
2°) - Ad ogni inizio d'anno riceveranno i
versamenti di tutto il contante detenuto
dai Cittadini, lo dateranno, trasmettendo l'eventuale esubero all'istituto centrale di emissione.
3°) - Ad ogni inizio d'anno effettueranno la decurtazione fiscale dei conti dei Cittadini
al tasso fiscale generale
vigente, accreditando i relativi conti
fiscali personali custoditi
presso l'istituto centrale di emissione.
* *
*
Nei nove punti
precedenti è descritto il meccanismo operativo della fiscalità monetaria e del Reddito
di Cittadinanza.
La
determinazione dell'ammontare del
Reddito di Cittadinanza e del tasso
fiscale, spetta, ad ogni inizio d'anno, ad un organo di rappresentanza della Vita Economica, che con la ratifica
dell'organo di rappresentanza della
Struttura Giuridica, vengono trasmessi all'istituto di Emissione e alle Banche, per gli adempimenti di loro spettanza.
I criteri per
la determinazione dei due valori suddetti deriveranno dalla valutazione dei
saldi monetari dei rapporti con l'estero, con la mira di mantenere l'equilibrio
di tale campo.
L'organo di rappresentanza dell'organismo
economico, su indicazione dei responsabili
settoriali della pubblica amministrazione, delibererà in merito alle proposte
di stipendi e di spese, trasmettendo i deliberati, dopo la ratifica dell'organo di rappresentanza della Struttura Giuridica,
all'istituto di Emissione.
Oltre quanto
detto sopra non è opportuno aggiungere ulteriori precisazioni, in merito alla costituzione
e formazione delle rappresentanze per il governo della Vita Economica e di
quella giuridica, spettando ai Cittadini il compito di maturare le convinzioni
culturali di base, per pervenire a specificazioni costituzionali, per la
realizzazione di quanto indicato.
Appare invece
opportuno indicare alcune conseguenze di fondo derivanti dall'attuazione delle
riforme proposte.
1°) - L'esistenza del Reddito di Cittadinanza generalizzato consente la libera contrattazione individuale in
ogni campo della vita sociale.
2°) - Consente la libera ristrutturazione delle
Aziende e degli Organismi pubblici, senza che le momentanee disoccupazioni
divengano insostenibili.
3°) - Consente l'autogestione della vita
individuale dei Cittadini tenendo conto delle vocazioni
e non delle sole necessità materiali.
1°) - L'istituzione della fiscalità monetaria consente il recupero
a fini sociali dell'enorme valore monetario distrutto annualmente dall'inflazione.
2°) - Consente la liberazione dell'organismo
economico dalle imposizioni fiscali, dirette e indirette,
che, entrando nei costi di Produzione, creano l'inflazione.
3°) - Libera i Cittadini, le Aziende e le
strutture pubbliche dalle incombenze delle dichiarazioni dei redditi.
* *
*
A questo punto
è possibile fare delle considerazioni sui criteri generali che dovranno guidare
la vita sociale del futuro.
Nella Cultura
sociale sempre più si va affermando la convinzione che il libero Mercato è l'unico
sistema valido per il sano sviluppo della Vita Economica.
Nel libero
Mercato il potere economico è tutto nelle mani dei Cittadini che, con le loro
scelte di acquisto, determinano il successo o l'insuccesso delle Aziende e, ad
esse, resta solo una funzione di servizio.
Nel libero
Mercato la formazione dei Prezzi nasce dai costi di Produzione e dai margini di
utile voluti dai Produttori.
Perché un
prodotto venga immesso sul Mercato è necessario che il suo Prezzo sia vantaggioso,
per gli Acquirenti, rispetto a quello praticato dalla concorrenza.
La libera
concorrenza è l'unico mezzo per la continua diminuzione dei Prezzi di Mercato,
per effetto delle razionalizzazioni produttive e del Progresso tecnologico, con
beneficio degli Acquirenti.
Con i Prezzi
di Mercato debbono fare i conti le Aziende che, nelle contrattazioni con tutte
le parti in gioco, dovranno far valere i limiti posti dal Mercato.
L'esistenza
del Reddito di Cittadinanza metterà ogni Singolo contraente in grado di fare
delle scelte di convenienza, cioè libere, facendo con ciò valere il proprio
concreto giudizio in campo sociale.
Sia le
iniziative produttive che quelle di lavoro avranno concrete possibilità di successo
se opereranno in subordinazione alle esigenze del Mercato.
Ciò
costringerà tutti gli Operatori del settore economico ad un alto impiego delle
facoltà intellettuali e manuali, per trovare nuovi spazi operativi e per
offrire sempre nuove convenienze agli Acquirenti, cioè a tutti.
Chi vorrà
avviare un'impresa economica dovrà confrontare la sua aspettativa di utile con
le possibilità offerte dal Mercato.
Chi vorrà
lavorare in campo sociale dovrà confrontare la propria aspettativa di remunerazione
con i preesistenti costi della Produzione verso cui vuole orientarsi.
L'esistenza
del Reddito di Cittadinanza consentirà, a chi vorrà cimentarsi in campo economico,
di prepararsi in maniera da poter soddisfare le richieste del Mercato.
La fiscalità monetaria,
liberando la Produzione da qualsiasi aggravio estraneo alla Vita Economica,
permetterà la formazione dei Prezzi solo in base ai reali costi economici.
In campo
economico il Progresso porterà ad un sempre maggiore impiego delle macchine, da
un lato, e ad una sempre maggiore specializzazione lavorativa, dall'altro, con
continuo aumento della riduzione dei costi, con vantaggio degli Acquirenti,
cioè di tutti.
Assodato che
il libero Mercato favorisce i legittimi interessi di ciascuno, e quindi di tutti,
è necessario che esso goda di tutela giuridica da parte dell'organizzazione
statale.
Si può
tranquillamente dire che l'unica ragione d'essere dell'organizzazione statale è
il suo servizio giuridico a favore dei Cittadini e della Comunità da essi
costituita.
Gli Operatori
del campo economico possono continuare a produrre i beni necessari anche agli
addetti all'organizzazione statale, in quanto hanno necessità della loro
protezione giuridica.
L'Organo di
rappresentanza del settore economico dovrà stabilire i compensi degli addetti
al settore statale, in misura adeguata al livello di vita medio conseguito
dalla struttura sociale e tali da incentivare le scelte di lavoro verso tale
settore, essenziale alla pace sociale.
In merito alle
forme da assumere delle strutture pubbliche, più confacenti agli interessi generali,
vi è da dire soltanto che sarà necessario espellere da esse quelle che non
abbiano carattere di servizio giuridico.
Tutte le forme
di potere diretto sul settore economico dovranno immediatamente scomparire in
quanto capaci solo di intralciarne il benefico sviluppo e di aggravarne inutilmente
i costi.
Al settore
giuridico spetta la sorveglianza sui comportamenti sociali, per evitare la violazione
delle norme di pacifica convivenza previste dalle leggi che l'organizzazione sociale
si è date e si andrà dando, con il progredire della Civiltà giuridica.
La rilevazione
delle trasgressioni spetterà agli Organi di Polizia e la loro valutazione
giuridica sarà di competenza della Magistratura che stabilirà i necessari
reintegri forzosi a carico dei trasgressori.
La liberazione
del settore giuridico da ogni funzione impropria consentirà rapidità nelle
rilevazioni e nei provvedimenti reintegrativi.
Il regime dei
vincoli e delle proibizioni aprioristiche e quello delle licenze, dei permessi,
delle concessioni e similari dovrà scomparire il più presto possibile ed essere
considerato come un brutto capitolo del cammino sociale, fonte di tutte le
sopraffazioni e delle corruzioni che hanno martoriato il tessuto sociale.
Lo
smantellamento di moltissime delle attuali strutture pubbliche, attuato in
regime di Reddito di Cittadinanza, eviterà i traumi sociali che si avrebbero
senza l'esistenza di tale sicurezza di base.
Con ciò si
avrà la possibilità che i Cittadini si orientino verso attività socialmente
proficue con beneficio psicologico oltre che economico.
Circa i modi
di strutturarsi del settore giuridico vi è poco da dire, giacché gli addetti a
tale settore hanno un altissimo grado di Conoscenza della problematica sociale
e di competenza giuridica e sapranno deliberare i provvedimenti necessari
nonché indicare le forme di snellimento e di efficienza necessarie alla vita sociale.
Il problema culturale appartiene alla sfera individuale di
ogni Essere Umano.
Ciascuno è
sovrano della propria coscienza e responsabile verso se stesso del proprio
stato interiore.
Tutto il
lavoro interiore volto al raggiungimento di propri obiettivi è la fonte di ogni
tipo di Cultura.
Quando le
conquiste personali portano a realizzazioni esteriori divengono messaggi
culturali o beni culturali.
I beni
culturali possono essere oggetto di domanda e offerta, come i beni economici, e
quindi dare luogo ad un Mercato culturale che si integra nel Mercato economico.
I beni
culturali possono essere infiniti come infiniti possono essere i bisogni culturali.
Appartengono a
tale categoria i servizi religiosi, di insegnamento, di assistenza medica, di
assistenza legale, gli elaborati scientifici, le produzioni artistiche ed in
generale tutte quelle manifestazioni umane in cui resta stretta e
indispensabile la connessione tra il prodotto e la persona che lo ha posto in
essere.
Lo scambio dei
beni culturali, con altri della stessa
natura o diversi, dà luogo al libero Mercato culturale, integrato nel libero
Mercato economico, da cui si distingue solo per la natura prevalentemente immateriale
delle produzioni.
Anche in campo
culturale, come in quello economico, la sovranità appartiene al libero utente e
ogni tentativo di intromissioni estranee, nei rapporti tra i contraenti, va
combattuto anche sul piano legislativo.
Le istituzioni
debbono tenersi lontane da ogni forma di assistenzialismo o di indirizzo, giacché
il percepimento del Reddito di Cittadinanza consente a ciascuno di gestire
responsabilmente la propria vita e quindi di fare le proprie esperienze, anche
negative, il cui superamento appartiene alla Libertà individuale.
Quanto precede
è la comunicazione, estremamente sintetica, di una riflessione quarantennale
sulla vita sociale.
Ogni parola ed
ogni concetto necessitano di approfondimento meditativo per confrontarli con
l'esperienza di vita di ciascuno.
Tali
comunicazioni vengono fatte nella convinzione che il futuro non consentirà più
di navigare sulla superficie della vita, ma chiederà a ciascuno una presa di
posizione sociale responsabile, affinché la democrazia divenga, finalmente, una
formula benefica per l'Essere Umano.
Il mondo è
devastato da terribili disfacimenti di strutture sociali, con catastrofi e dolori
umani inaccettabili.
Chi è ancora
in tempo ha l'obbligo di interrogarsi profondamente per cercare le soluzioni
che evitino il cadere in tali situazioni.
Ladispoli 18
Agosto 1992
L'evoluzione
culturale dell'Umanità, dalle origini ai giorni nostri, ha proceduto sotto la
spinta di due tendenze culturali contrapposte.
Una di tali
tendenze vuole il governo dello sviluppo, in base a principi generali supposti
giusti, con la necessità della subordinazione forzosa delle volontà umane alle
direttive del potere.
L'altra
tendenza poggia sulla libera creatività degli Esseri Umani e sulla loro partecipazione
sociale basata su libere convinzioni individuali.
La
realizzazione storica della prima tendenza è costituita dalle organizzazioni
statali con le loro leggi e con le strutture impositive.
La
realizzazione storica della seconda tendenza è costituita dal libero Mercato economico
e culturale, la cui dinamica scaturisce dai comportamenti individuali basati su
scelte di convenienza.
Dal punto di
vista della felicità individuale è evidente che essa appare realizzabile solo
nel libero Mercato nel quale esiste la possibilità di commisurare ogni azione
alle proprie esigenze individuali.
Tutta la
Cultura che sostiene la prima tendenza la possiamo chiamare statalismo, mentre
quella della seconda tendenza la possiamo chiamare antropismo.
Lo statalismo
pone come categoria suprema lo stato, mentre l'antropismo privilegia il libero
sviluppo dell'Essere Umano.
La democrazia
può essere vista come la tendenza a passare dallo statalismo all'antropismo.
Lo statalismo
ha necessità di disporre di forze coercitive per imporre le leggi e pertanto
deve contenere in sé principi di violenza.
L'antropismo
esclude la necessità di ogni violenza impositiva e limita la propria struttura
legislativa alla proibizione della violazione dei diritti.
Lo sviluppo
della Personalità umana porta al suo progressivo potenziamento e la espone alla
tentazione della sopraffazione nei confronti dei propri simili.
A ciò si
perviene quando allo sviluppo non si accompagna una giusta evoluzione
culturale.
Se l'Essere
Umano si è nutrito di una Cultura della fratellanza non soggiacerà alla
tentazione di sottomettere i fratelli al proprio volere ma cercherà il loro
consenso per le azioni comuni.
Chi vuole
sottomettere gli altri al proprio volere ne provoca l'opposizione e quindi si
condanna, prima o poi, all'isolamento.
Il rapporto
tra le libere coscienze umane deve essere basato sul reciproco rispetto che crea
il terreno per il reciproco Amore.
L'Amore è il
desiderio del bene e della felicità dell'altro.
La
disposizione all'Amore scaturisce dalla convinzione che ogni altra creatura
dell'universo fa parte di noi e pertanto che la nostra felicità non sarà mai completa
se non sarà condivisa da tutti.
Quel tanto di
felicità che ciascuno riesce a conquistare costituisce, da un lato, la conferma
della sua importanza e, dall'altro, una anticipazione di quella più grande di
cui si godrà in comunione con i propri fratelli.
Se l'Essere
Umano considera la felicità universale come l'opera a cui tutto l'universo
lavora, potrà considerare la propria e l'altrui felicità come mattoni di tale
opera.
Felicità e
Amore sono interconnessi: Io potrò amare un altro se ho in me l'idea della sua
possibile felicità, altrimenti il mio Amore, come semplice sentimento, potrà
riscaldare il cuore altrui ma non lo aiuterà a superare la propria infelicità.
La felicità è
corrispondenza dei nostri desideri con le situazioni esterne.
Il dolore fisico
crea infelicità ed è sintomo di un disordine da riportare alla normalità.
La forza che
fa superare il dolore è l'idea della felicità come necessaria, cioè la speranza
di felicità.
Al dolore
fisico deve fare da equilibratore la serenità e la felicità interiore.
L'Amore nasce
dall'autocoscienza dell'Io.
Un Io che è
capace di prendere coscienza di Sé è anche capace di identificarsi con realtà
esteriori.
Il moto che
porta un Io a uscire fuori di Sé e a vivere contenuti esterni a Sé, si chiama
Amore.
I contenuti
esterni all'Io sono i pensieri, i sentimenti e le forze volitive.
L'Io può
mettersi in contatto con tali contenuti in quanto li vive in Sé.
Attraverso una
parte di Sé l'Io può pensare.
Attraverso
un'altra parte di Sé può provare dei sentimenti.
Attraverso la
propria corporeità l'Io può estrinsecare la propria volontà.
Quando la
volontà opera nella sfera del pensiero diviene fantasia creatrice.
Quando la
capacità di pensare si rivolge al mondo esterno diviene Conoscenza e quando si
rivolge al mondo dei propri sentimenti diviene Conoscenza di Sé.
Il
collegamento tra la vita interiore e quella esterna può avvenire liberamente
solo attraverso l'Amore.
L'Amore rende
libero l'Essere Umano in quanto gli permette di creare collegamenti tra la realtà
interiore e quella esteriore.
L'armonizzazione
tra tali due realtà può avvenire solo se l'Io è libero di apportare creativamente
correzioni agli squilibri e ai contrasti che possano sorgere tra tali mondi.
Ladispoli 20
Agosto 1992
Tutte le
organizzazioni statali contemporanee sono strutturate secondo una logica
derivante dalla Cultura dell'impero Romano.
Secondo tale
logica lo Stato è considerato come una categoria primaria dotata di sovranità e
di potere nei confronti dei Cittadini considerati come Sudditi.
Le concezioni
democratiche si sono limitate a cercare le forme per determinare il modo di legittimare
lo stato, spostando la derivazione del potere dalla sfera teologica a quella
popolare, lasciando integro il vecchio concetto di Stato.
Lo sviluppo
economico delle moderne società ha creato un nuovo potere, cioè quello economico,
che è entrato in conflitto con quello statale.
Gli stati
hanno tentato di superare tale conflitto attraverso le imposizioni fiscali volte
a trasferire ad essi quote di tale nuovo potere.
Ciò viene
teorizzato affermando l'esistenza del primato della politica sull'economia.
Con il
progredire di tale dinamica si perviene alla completa mortificazione della Vita
Economica, con tutte le conseguenze negative in campo sociale che alla fine
portano al completo dissesto delle strutture statali.
Ciò comincia
ad essere intravisto e si tenta di ritornare al rispetto della Vita Economica
riscoprendo i valori del Mercato.
Sempre più
spesso si parla dell'esigenza di riformare gli stati, restando però nel vago
senza una vera progettualità, a causa della tirannide del vecchio concetto di
stato.
Si è arrivati
a capire che lo stato deve uscire dalla Vita Economica e si comincia a
postulare l'esigenza delle privatizzazioni e a fare i primi passi in tale direzione.
Nel contempo
però si inasprisce la pressione fiscale nel tentativo di risanare i bilanci
statali dissestati.
La conseguenza
sarà che a breve si avrà una grande recessione mondiale.
Si potrà
uscire da tale spirale mortale solo quando ci si deciderà a rivedere il
problema fiscale nell'ottica della Vita Economica.
La moderna
dinamica economica, per essere florida, ha necessità di essere liberata da ogni
forma di direzione statale e da ogni imposizione fiscale del tipo tradizionale.
Ogni onere
economico, diretto o indiretto, sulla Produzione si scarica sui Prezzi generando
la spirale inflazionistica, mortale per la vita sociale.
Il principio,
accettato dogmaticamente, della preminenza della politica sull'economia,
derivato da epoche storiche precedenti, è la fonte dei dissesti cui vanno
incontro tutte le strutture sociali contemporanee.
Da tale
principio derivano le dissennate politiche fiscali che portano le economie a
situazioni asfittiche con tutti i malesseri sociali che affliggono il mondo.
Si potrà
iniziare a risalire la china solo quando ci si deciderà a rivedere la logica
fiscale in base alle vere esigenze delle realtà contemporanee.
Tentiamo di
gettare le basi per una corretta impostazione di tale problema.
La dinamica
economica moderna, creatrice di ricchezza e di benessere, esige lo svincolo da
ogni dirigismo statale, da un lato, e da ogni imposizione fiscale, dall'altro,
per liberare i costi, e quindi i Prezzi, da ogni inquinamento estraneo alla
Vita Economica.
Questa è una
prima fondamentale esigenza da tenere presente.
Dal lato della
organizzazione statale vi è l'altrettanto importante esigenza di disporre delle
risorse monetarie necessarie alla propria gestione, per realizzare le finalità
sociali dello stato.
Il contrasto
tra tali due esigenze è la fonte di tutti i malesseri sociali presenti nel
mondo.
Il problema
non si risolve, come avvenuto in passato, con la preminenza dell'una o
dell'altra esigenza, bensì attraverso una nuova impostazione del problema
fiscale.
Finora gli
stati hanno scaricato, attraverso il fisco, gli oneri derivanti dalle proprie esigenze
monetarie sull'attività produttiva con la conseguenza di inquinare i costi e
quindi i Prezzi di Mercato, generando quella che si chiama inflazione, fonte
primaria di tutti i mali sociali.
Per la logica
fiscale tuttora operante, è considerata ricchezza tassabile solo quella
prodotta annualmente dalla Vita Economica e ci si è ostinati a voler prelevare
il fabbisogno statale da tale ricchezza.
Se una buona
volta si allargherà la veduta alla reale ricchezza delle intere compagini
sociali ci si accorgerà che essa è costituita non solo da quanto si va
producendo ma anche da quanto si è già prodotto in passato.
Per ricchezza
deve intendersi il potere economico reale rappresentato esclusivamente dal
Denaro.
La
disponibilità di Denaro crea il potere economico.
La base del
prelievo fiscale del futuro dovrà essere costituita esclusivamente dalla intera
Massa Monetaria presente nelle singole compagini sociali.
Il Denaro
rappresenta il frutto della Vita Economica.
Per realizzare
tale nuova fiscalità è necessario escogitare un metodo per ottenere la contribuzione
fiscale direttamente dalla Massa Monetaria generale.
Se tutto il
Denaro fosse sempre presente solo nelle Banche, si potrebbe realizzare tale esigenza
attraverso un prelievo percentuale annuale sui depositi monetari.
Oltre al
Denaro depositato in Banca esiste quello cartaceo detenuto dai Cittadini e
l'insieme del Denaro depositato in Banca e di quello cartaceo costituisce la
Massa Monetaria generale.
È tale massa
che contiene il potere economico, cioè la ricchezza , e da essa va prelevato
quanto necessario per la pubblica amministrazione.
Le due entità
sono definite e quindi è possibile definire in percentuale della Massa
Monetaria globale il valore del prelevamento per lo stato.
Per effettuare
con semplicità e certezza tale prelevamento è sufficiente che una volta ogni
anno tutto il Denaro sia depositato in Banca, nei conti dei Cittadini, per
permettere il prelevamento percentuale a favore dello stato.
Per far sì che
il Denaro contante venga anch'esso assoggettato annualmente al prelievo fiscale
percentuale è sufficiente che esso rechi stampato l'anno di vigenza che ne
rende valida la circolazione.
Trascorso
l'anno fiscale di vigenza tale Denaro non potrà più circolare se non dopo
essere passato per una Banca per il prelievo fiscale e l'aggiornamento della
data.
Come è facile
vedere tale sistema fiscale è automatico e non si scarica sui costi di Produzione
e quindi sui Prezzi di Mercato e richiede ai Cittadini solo l'onere di fare aggiornare
una volta all'anno, ad esempio nel mese di dicembre, il Denaro contante di cui
dispone.
Con tale
riforma fiscale è possibile da parte dello stato di abbandonare tutte le
attuali imposizioni dirette ed indirette sulle attività economiche, realizzando
a pieno la prima esigenza di cui si è detto sopra.
Ladispoli 22
Agosto 1992
La logica
fiscale delle odierne organizzazioni sociali deriva da epoche storiche precedenti.
In epoche
premonetarie si è iniziato con il sistema delle decime applicato alle
produzioni annuali ed ancora oggi si continua facendo prevalentemente
riferimento alla ricchezza prodotta annualmente.
Con tale
logica prima o poi si porta al dissesto qualunque organizzazione economica come
appare evidente dal panorama dell'economia mondiale.
Occorre
decidersi a reimpostare il problema fiscale sulla base delle caratteristiche di
sviluppo delle moderne società.
È indubbio che
il prelevamento fiscale vada fatto sulla ricchezza, ma a tale proposito occorre
chiarire tale concetto.
Ai fini
fiscali, nelle moderne società, si deve considerare ricchezza solo quella monetaria
in quanto dotata di potere immediato, mentre la proprietà dei beni materiali
non può essere considerata tale in quanto priva del carattere della immediata
spendibilità.
Del resto gli
Stati chiedono Denaro e non beni.
Va inoltre
precisato che si deve considerare ricchezza da assoggettare a prelievo fiscale
non solo quella prodotta in un anno ma anche quella proveniente dal passato.
Da un punto di
vista di logica pura dovrebbe essere oggetto di tassazione solo la ricchezza
monetaria del passato mentre quella prodotta nel presente andrebbe considerata
come giusto premio a chi si è impegnato in attività produttive ed ha ricevuto
il gradimento degli Acquirenti.
Siccome non è
possibile distinguere il Denaro vecchio da quello nuovo, si deve considerare
come tassabile tutto il Denaro presente nella compagine sociale in ogni esercizio
fiscale.
Nei sistemi
sociali del presente il Denaro del passato viene assoggettato ad una continua
perdita di valore a causa dell'inflazione generata dallo scarico sui costi di
Produzione degli oneri statali e sociali, senza che tale perdita abbia alcuna
contropartita positiva.
Con il sistema
fiscale monetario scompaiono tali oneri dai costi di Produzione e quindi viene
eliminata la causa dell'inflazione.
In un sistema
di libero Mercato viene ad invertirsi la dinamica delle svalutazioni in quanto
il continuo abbassamento dei costi di Produzione porta ad una rivalutazione
monetaria e alla perdita di valore dei beni prodotti e pertanto anche da questo
punto di vista risulta logico pensare che l'onere della contribuzione fiscale
spetti alla Massa Monetaria e non ai possessori di beni materiali in continua obsolescenza.
Il fabbisogno
fiscale è una entità definita in ogni
preventivo annuale e va rapportato ad un'altra entità parimenti definita quale quella della Massa
Monetaria globale presente nella compagine sociale.
Per realizzare
il prelievo fiscale monetario non vi è che un modo, cioè quello della decurtazione
annuale percentuale dei depositi Bancari e del Denaro cartaceo.
A tal fine
occorre che la cartamoneta rechi stampato l'anno di validità e venga sottoposta
a decurtazione fiscale ad ogni aggiornamento di tale data.
All'obbiezione
che in un sistema fiscale siffatto vi sarebbe una corsa agli investimenti immobiliari
per togliersi di mano il Denaro, va risposto che in una libera economia di
Mercato, cioè priva di ogni condizionamento estraneo, tutti i beni prodotti,
compresi quelli immobiliari, vanno soggetti a rapida perdita di valore.
In una
economia di Mercato pura i costi di Produzione tendono necessariamente alla
continua diminuzione sia per effetto delle razionalizzazioni produttive sia a
causa del Progresso tecnologico, sotto lo stimolo della concorrenza e la
pressione di nuove Aziende che possono nascere solo se offrono convenienze al
Mercato.
* *
*
In quanto
precede si è solo trattato della liberazione del settore economico dalle devastanti
conseguenze di sistemi fiscali superati, ma il problema sociale ha anche altri
aspetti qualitativi che non dipendono esclusivamente dalla capacità di produrre
ricchezza, ma anche del modo di fare godere di tale ricchezza la totalità dei
Cittadini.
Ci riferiamo
al problema della Solidarietà sociale e quello della Giustizia.
La
partecipazione attiva al libero Mercato economico presuppone capacità
individuali adeguate alle sue esigenze tecniche ed economiche.
Ma non tutti
gli Esseri Umani sono automaticamente dotati di tali capacità e anche coloro
che le possiedono possono, a seguito di eventi avversi, perderle.
Se la
sopravvivenza dovesse dipendere esclusivamente dalla partecipazione alle attività
produttive, una parte dei Cittadini si troverebbe incapace a mantenersi in vita
e quindi destinata a morire.
Ciò
evidentemente non è accettabile e pertanto occorre prevedere sistemi compensativi
di tali situazioni di emarginazione.
Finora gli
Stati hanno tentato di fare fronte a tale esigenza nei modi più svariati, sia
scaricando sul sistema produttivo alcune incombenze di Solidarietà sia
provvedendo direttamente con le risorse reperite fiscalmente.
L'inadeguatezza
dei sistemi fiscali ha finora impedito che a tale problema si desse l'unica soluzione
veramente valida.
Tale soluzione
consiste nella istituzione generalizzata ed incondizionata del Reddito di Cittadinanza.
Alcuni paesi
si sono mossi timidamente in tale direzione istituendo Redditi di Cittadinanza
condizionati a situazioni individuali particolari, ma la vera soluzione è
quella della istituzione generalizzata cioè estesa incondizionatamente a tutti
i Cittadini.
Ciò perché il
Reddito di Cittadinanza, costituendo la realizzazione pratica del principio del
Diritto alla Vita materiale nonché di quello di libera scelta, interessa tutti
i Cittadini che debbono sempre sentirsi in condizione di sicurezza materiale e
di potere decidere l'indirizzo della propria vita, indipendentemente da
condizionamenti esterni alla propria volontà.
Con la
generalizzazione del Reddito di Cittadinanza la Solidarietà diviene una questione
di diritto e non di carità sociale, umiliante per ogni libera coscienza.
La concreta
attuazione di tale Istituto può facilmente ottenersi con la nuova logica
fiscale.
Se si
istituisce una Cassa Sociale con potere di accreditare mensilmente i conti
Bancari dei Cittadini dei Redditi di Cittadinanza in contropartita delle
decurtazioni monetarie della nuova fiscalità, si è creato un meccanismo
semplice per realizzare l'unica vera Solidarietà sociale umanamente
concepibile.
A tale cassa
può anche essere affidato il compito di accreditare all'amministrazione statale
il Denaro per le sue esigenze di bilancio.
Con gli
accrediti descritti si viene a determinare il livello globale della Massa
Monetaria, condizionata da un lato dall'entità globale di tali accrediti e
dall'altro dalla misura della percentuale annuale di decurtazione monetaria.
Sulla base di
tali due parametri la Massa Monetaria globale assume continuamente un valore
fisiologico specifico di ogni comunità sociale.
Sull'entità di
tali due parametri influisce l'esigenza di equilibrio della bilancia dei pagamenti.
La misura di
tali valori potrà essere determinata annualmente da consessi di rappresentanti qualificati
del settore economico e di quello giuridico.
Con tale
istituzione si risolve definitivamente il problema delle emissioni monetarie
che divengono dipendenti da fattori oggettivi e non dall'arbitrio di compagini
di potere.
Con
l'istituzione del Reddito di Cittadinanza si rende possibile la libera
contrattazione economica individuale nonché quella che viene chiamata mobilità
sociale.
Con ciò le
compagini sociali si struttureranno in conformità al loro livello culturale
medio ed evolveranno continuamente con il progredire di tale livello.
Circa il
fondamentale problema della Giustizia, cioè della difesa dei diritti, è sufficiente
fare notare che lo svincolo dell'organizzazione statale dal settore economico,
la rende idonea a realizzare pienamente tali istanze.
Con quanto
precede si sono voluti esaminare i principali problemi sociali della vita
contemporanea facendo delle proposte concrete e razionali per uscire dal
generico parlare di riforme senza la prospettazione di progetti valutabili razionalmente.
Il sognante
anelare a riforme strutturali senza coraggiose e libere analisi pensanti non
contribuisce al Progresso, che esige soluzioni concrete sotto l'incalzare di
eventi e prospettive disastrose che vanno assolutamente evitate per il bene di
tutti.
Ladispoli 25
Agosto 1992
I Prezzi delle
merci vengono formati in base ai costi e all'utile voluto dai Produttori.
Un'Azienda
produttiva può immettersi sul Mercato solo se i suoi Prezzi risultino inferiori
a quelli correnti.
La Libertà
d'impresa è la condizione per il continuo abbassamento dei Prezzi.
Quando un
produttore ha trovato il modo di abbassare i costi di Produzione di una merce,
si è con ciò procurato un proprio spazio nel Mercato.
Ciò non può
che provocare un abbassamento generalizzato dei Prezzi per allinearsi alla
nuova situazione.
Da parte delle
preesistenti Aziende produttive tale abbassamento può essere ottenuto o riducendo
i precedenti margini di utile oppure studiando un nuovo modo di ridurre i
propri costi di Produzione.
Quando
un'Azienda non riesce più a ridurre i propri costi e ha ridotto al minimo i
propri margini di utile, deve chiudere per non andare in perdita.
Nella Vita
Economica la nascita e la morte delle Aziende sono fenomeni fisiologici e
positivi dal punto di vista dei Cittadini Consumatori che da tali fatti
ricavano il vantaggio della continua diminuzione dei Prezzi e quindi della
rivalutazione del Denaro.
Di contro i
preesistenti beni economici vengono sottoposti a continua svalutazione sia per
effetto della riduzione dei Prezzi dei nuovi prodotti sia per il continuo
progredire della loro qualità.
È solo il
valore del Denaro che beneficia continuamente della dinamica del libero Mercato
economico e quindi, in esso, spetta solo al Denaro l'onere della contribuzione
fiscale.
Quando il
fisco impone al processo economico un qualsiasi onere, questo va a scaricarsi direttamente
o indirettamente sui Prezzi oppure riduce i margini di utile.
Si ha lo
scarico diretto sui Prezzi quando l'onere viene imposto alla Produzione.
Si ha lo
scarico indiretto quando l'onere viene imposto ai Consumatori che disponendo di
minore Denaro possono comprare meno merci e quindi è come se le merci costassero di più.
Se si decurta
il reddito dei Produttori viene ad essere ridotto il loro margine di manovra
per potere ridurre i Prezzi in presenza della concorrenza, cioè si accorcia la
vita delle Aziende.
Ogni
imposizione fiscale sul processo economico opera quindi in maniera deleteria facilitando la
concorrenza estera.
Tale tipo di
azione innesca la guerra economica tra gli Stati ed ogni Stato che incrementa
il proprio peso fiscale mette le proprie Aziende in svantaggio rispetto a
quelle di altri Stati che abbiano un'azione fiscale più blanda.
Da quanto
descritto ha origine il disordine economico mondiale, da un lato, e dall'altro
il pericolo di atteggiamenti egemonici da parte di alcune potenze per
neutralizzare i pericoli alle proprie economie da parte di organizzazioni
statali che consentissero un sano sviluppo delle proprie Aziende.
In tali
condizioni si arriva all'assurdo che uno Stato fonda il proprio benessere sulle
disgrazie e sugli errori degli altri Stati, cioè si è arrivati ad una
situazione di guerra economica di tutti contro tutti.
Con la
fiscalità monetaria viene a modificarsi radicalmente tale situazione e la lotta
economica si riduce a lotta qualitativa nella formazione dei Prezzi, in regime
di Solidarietà sociale a tutela di coloro che vengano emarginati dal settore
economico.
In tali nuove
condizioni, la concorrenza, anche di Aziende estere, si risolve in beneficio
degli Acquirenti con stimolo alle Aziende nazionali per adeguarsi tecnicamente
alle nuove situazioni.
L'esistenza di
idonei margini di utili Aziendali consente ai Produttori in momentanea
difficoltà per effetto della concorrenza sia interna che esterna di potere
aggiornare i propri processi produttivi per recuperare giusti margini di utili.
Ciò potrà
realizzare solo se le scelte imprenditoriali saranno libere, per fare riferimento
solo alle esigenze del Mercato.
Il rapporto
tra gli Imprenditori ed i Prestatori d’Opera, in presenza dell'Istituto del
Reddito di Cittadinanza, dovrà essere basato sulla libera valutazione delle
reciproche convenienze e dare luogo a contratti individuali.
Ci si avvierà
così verso una situazione mondiale in cui tutti i Cittadini godranno di una
base certa di sicurezza materiale e il gioco economico si svilupperà per il
conseguimento di elementi aggiuntivi di benessere per coloro che ne sentiranno
il bisogno.
Le Società
somiglieranno sempre più alle Famiglie in cui non si fa mai mancare il
necessario anche ai membri deboli e si cerca di riabilitarli per un migliore
inserimento sociale.
La creatività
umana troverà libero sfogo nelle attività economiche, oltre che in quelle
giuridiche e culturali, con continuo ampliamento degli scambi dei liberi
apporti individuali e quindi con continuo arricchimento culturale del livello
medio mondiale.
Che i tempi
reclamino tali soluzioni è abbondantemente dimostrato, da un lato dagli sconvolgimenti
di intere aree geografiche e dall'altro dall'altissimo livello raggiunto dalla tecnologia mondiale sia in
campo informatico sia nell'utilizzo delle risorse naturali.
I disastri ecologici
sono originati dall'ammassamento delle popolazioni in aree urbane ristrette.
Tale
ammassamento è originato dalla necessità degli Esseri Umani di avvicinarsi alle
zone in cui sia possibile ottenere risorse monetarie per fare fronte alle
esigenze imposte dalla moderna Civiltà.
Con
l'istituzione del Reddito di Cittadinanza, reso possibile dalla fiscalità
monetaria, si assisterà ad un ritorno verso le campagne e verso comunità più
piccole in cui la vita e le relazioni umane sono a misura d'uomo.
Con ciò si
recupereranno da un lato le risorse di enormi quantità di terreni oggi
pressoché abbandonati e dall'altro scompariranno le cause dell'inquinamento che
tornerà a divenire concimazione.
La
disponibilità del Reddito di Cittadinanza farà sì che le scelte di vita e di
lavoro scaturiscano da esigenze personali e non dalla coercizione del bisogno
di sopravvivenza.
La
riappropriazione del territorio da parte dei Singoli farà rifiorire la terra
con beneficio di tutti
Ladispoli 29
Settembre 1992
Oggi tutti i
sistemi economici, ed in particolare quello italiano, si trovano in difficoltà
a causa di errori nello sviluppo delle legislazioni fiscali che, sotto la
spinta di esigenze settoriali, non hanno progressivamente tenuto conto di
alcune leggi fondamentali della Vita Economica.
La violazione
di tali leggi ha creato una reazione patologica chiamata inflazione che è alla base di tutti i mali sociali contemporanei.
In tali
condizioni non è stato possibile soddisfare pienamente un'esigenza
imprescindibile della vita sociale, cioè quella della sicurezza economica dei Cittadini.
Non è stato
inoltre possibile garantire correttamente la tutela dei diritti, per le scarse risorse economiche impiegate nel
settore giuridico.
Oggi siamo
arrivati ad un punto in cui i vari malesseri si sono a tal punto accumulati che
vi è una ribellione dei Cittadini nei confronti della situazione ed è
indispensabile affrontare radicalmente
la questione sociale giacché la politica dei provvedimenti tampone non
appare più praticabile.
* *
*
Affrontiamo la
questione sociale partendo dalle esigenze fondamentali dei Cittadini nei confronti
della Società.
Tali esigenze
sono:
1. Sicurezza
economica.
2. Sicurezza
giuridica.
3. Libertà.
Affermiamo che
oggi esistono oggettivamente le risorse materiali e culturali per soddisfare a
pieno tali esigenze, a patto che si arrivi ad una corretta impostazione del
problema fiscale.
Per
comprendere gli errori commessi è necessario portare l'attenzione ad una legge
fondamentale della Vita Economica che stabilisce che il valore del Denaro dipende dai Prezzi delle merci presenti sul Mercato.
In qualsiasi condizione di Mercato se si prendono dei
provvedimenti capaci di incrementare i Prezzi delle merci e dei servizi si
produce una generale perdita di valore dell'intera Massa Monetaria.
Viceversa se si prendono dei provvedimenti capaci di ridurre
i Prezzi delle merci si produce un aumento di valore dell'intera Massa
Monetaria.
Queste sono
verità elementari incontrovertibili.
È proprio
contro tali verità che hanno peccato i legislatori fiscali.
Per rendersene
conto è sufficiente considerare che oggi nel Prezzo di ogni merce vi è una bassa percentuale di costi economici ed
un'alta percentuale di incidenze fiscali a partire dall'IVA, dagli oneri
previdenziali per salire a tutte le altre incidenze dirette ed indirette
provocate dalla legislazione fiscale.
All'alta percentuale di incidenze fiscali corrisponde
automaticamente una perdita di valore
della Massa Monetaria.
Se venissero aboliti tutti i costi fiscali si avrebbe un
immediato automatico abbassamento dei Prezzi e conseguente forte rivalutazione
della Massa Monetaria.
Tale recupero di valore della Massa Monetaria creerebbe un
serbatoio in cui sarebbe possibile attingere, senza sacrifici per nessuno, le
risorse monetarie per azzerare il debito pubblico, per fornire ai Cittadini il
Reddito di Cittadinanza generalizzato e per dotare l'organizzazione giuridica
dei mezzi necessari per i suoi servizi alla comunità dei Cittadini.
Tralasciamo,
per il momento, il problema della restituzione al settore privato di tutte le
funzioni improprie usurpate nel tempo dal settore pubblico e procediamo
nell'analisi economica della situazione.
Se ipotizziamo
che l'attuale incidenza fiscale sui Prezzi, diretta ed indiretta, ivi compresi
i costi burocratici imposti dallo Stato alle Aziende, sia del 75%, la totale
defiscalizzazione e semplificazione burocratica, consentirebbe di portare
automaticamente i Prezzi al 25% del loro attuale valore.
Ciò
provocherebbe un'automatica rivalutazione della Massa Monetaria del 75% tutta
prelevabile dallo Stato per estinguere il suo debito pubblico, senza onere
reale alcuno per i possessori di Denaro.
Fatta questa
operazione occorrerebbe impostare un nuovo metodo fiscale non incidente sulla
formazione dei Prezzi.
Tale metodo
non può che essere quello del prelievo fiscale percentuale, annuale, sulla Massa
Monetaria.
Ciò per una
serie di ragioni teoriche e pratiche che andiamo ad illustrare.
1. Se si conservasse l'attuale fiscalità, la sua ricaduta sui
Prezzi, continuerebbe a provocare una corrispondente svalutazione della Massa
Monetaria senza benefici per nessuno.
2. La
fiscalità monetaria, non gravante sui Prezzi, consentirebbe la loro costante
diminuzione, per effetto delle razionalizzazioni produttive e del Progresso
tecnologico e scientifico, in regime di libera concorrenza, con conseguente
continua rivalutazione monetaria.
3. La
fiscalità monetaria è da considerare come l'unica gravante veramente sui superi di reddito dei Cittadini e chiama in
causa non solo quelli di un solo esercizio finanziario ma anche quelli del
passato, che continuano a beneficiare delle riduzioni dei Prezzi di un libero
Mercato defiscalizzato.
4. Data
l'enorme superiorità quantitativa della Massa Monetaria rispetto alla base imponibile
di un solo esercizio annuale, si avrebbero incidenze percentuali modeste.
5. Tale
fiscalità non consentirebbe evasioni ed elusioni e sarebbe tutta affidata agli
Istituti Bancari che effettuerebbero, annualmente, i prelievi percentuali sui
depositi, versandoli in conti fiscali individuali dei Cittadini tenuti presso
l'Istituto di Emissione.
6. Per il
Denaro cartaceo sarebbe sufficiente obbligarlo, per il rinnovo di validità, a
passare annualmente in Banca per il prelievo fiscale percentuale come quello
dei depositi Bancari.
7. Tale
fiscalità non creerebbe alcuna possibilità di conflittualità tra i Cittadini e
lo Stato.
* *
*
Per quanto
riguarda le erogazioni dell'Istituto di Emissione a favore degli Enti statali e
per fini di corretta Solidarietà sociale, esse verrebbero effettuate in
presenza di reali contropartite rilevabili nei conti fiscali dei Cittadini
gestiti direttamente dall'Istituto stesso.
Tale riforma
porrebbe il problema dello smantellamento degli attuali apparati fiscali con problemi
di trasferimento del personale ad altri settori pubblici, con funzioni di servizio
per i Cittadini.
* *
*
Il disordine
provocato nelle strutture private, dall'irrazionalità dell'attuale sistema fiscale,
ha portato alla creazione di istituti pubblici, con fini di Solidarietà
sociale, per tentare di compensare le insufficienze del settore privato,
soggetto a crisi periodiche, tutte dipendenti dai guasti provocati da tale
fiscalità.
Per il
riassesto dell'intera vita sociale e per lo smantellamento degli istituti,
ormai resi inutili dalla fiscalità monetaria, è necessario affrontare un altro
problema fondamentale della vita sociale cioè quello della sicurezza economica.
Per
comprendere l'essenza di tale problema è necessario chiarire che il settore
economico in particolare e quello lavorativo in generale, richiedono notevoli
doti individuali e che essi tendono ad emarginare coloro che non sono più
idonei alle esigenze poste dal Mercato.
Se si lasciasse
la vita sociale solo in balia della dinamica economica ne deriverebbe una
continua emarginazione di individui, e l'inaccessibiltà per altri, con
conseguente pericolo di vita per essi.
Ciò anche in
dipendenza dello sviluppo dell'automazione che crea momentanei squilibri nel
Mercato del lavoro.
Ciò
naturalmente non è accettabile né in linea teorica né in quella pratica.
Stiamo
parlando del problema del Diritto alla Vita per tutti.
Per risolvere
in maniera corretta tale problema non vi è che un modo, cioè quello della istituzione
del Reddito di Cittadinanza
generalizzato, dalla nascita alla morte, per tutti i Cittadini.
Tale reddito
costituirebbe una base di sicurezza sociale per tutti, indipendentemente dalle
situazioni contingenti individuali, e non costituirebbe un disincentivo al
lavoro giacché l'Essere Umano, per sua natura, tende alla partecipazione
sociale, sempre che sia in buono stato di salute.
Con
l'istituzione della fiscalità monetaria tale soluzione diverrebbe possibile e
nel contempo provocherebbe enormi vantaggi, alcuni dei quali andiamo ad
elencare.
1. Le scelte
umane non avverrebbero più sotto l'imperio della sola esigenza di sopravvivenza,
ma in vista della realizzazione di vocazioni individuali.
2. Le
contrattazioni di lavoro potrebbero finalmente avvenire in condizione di equilibrio
tra le parti e quindi divenire individuali e non più collettive.
3. Lo
smantellamento di tutte le strutture, rese superflue dall'istituzione del
Reddito di Cittadinanza generalizzato, e di quelle parassitarie, avverrebbe in
regime di sicurezza economica di base per gli interessati che, oltre che della
liquidazione, disporrebbero di tale reddito e potrebbero avviarsi comodamente
verso altre attività in sviluppo.
4. Sparirebbe
per sempre la soggezione economica dell'individuo la cui eventuale volontà
creativa potrebbe esplicarsi liberamente, senza il condizionamento delle
esigenze di mera sopravvivenza, con beneficio generale.
* *
*
L'attuazione
di quanto indicato sarebbe sufficiente a riportare la vita sociale alla
vivibilità e richiederebbe poche e semplici disposizioni legislative.
Dato il
carattere fortemente innovativo di tali riforme sarà necessario, da parte di
chi volesse attuarle, chiedere eventualmente il conforto referendario.
Con tali
riforme si realizzerebbe il libero
Mercato in regime di piena Sicurezza e Solidarietà umana nonché di vera
indipendenza individuale.
* *
*.
È pensabile
che a quanto proposto possano venire mosse delle obbiezioni.
Va tenuto
presente che il quadro proposto non è frutto di improvvisazione ma ha alle
spalle esperienze sociali e lavoro culturale maturati lungamente nel tempo e
quindi è facile prevenire tali obbiezioni e fornire i necessari chiarimenti.
La prima di
tali obbiezioni sarà quella che esisterebbe un modo semplice di sottrarsi alla
fiscalità monetaria acquistando beni durevoli, generando nel Mercato comportamenti
artificiosi che potrebbero turbarlo.
Tale
obbiezione scaturisce dalle abitudini di pensiero derivate dai comportamenti
del passato in cui molti cercavano di sottrarsi agli effetti dell'inflazione
investendo in immobili.
In un sistema
di vero libero Mercato tutti i Prezzi, compresi quelli degli immobili, vanno soggetti
ad obsolescenza per effetto del continuo Progresso produttivo.
Nelle attuali
condizioni sociali gli immobili sembrano sfuggire parzialmente a tale regola a
causa dell'Istituto dei piani regolatori che limitando fortemente l'attività
produttiva nel campo delle costruzioni edilizie, agisce da freno alla
concorrenza e quindi al deprezzamento naturale.
È pensabile
che in un sistema di libero Mercato tale regime, da pubblico, diverrà privato,
in un quadro legislativo generale mirante alla tutela dei diritti acquisiti e
pertanto anche gli immobili acquisteranno il carattere degli altri prodotti.
In regime di
fiscalità monetaria i Prezzi di tutti i prodotti tenderanno naturalmente a calare,
non solo per obsolescenza, ma anche per le razionalizzazioni produttive e per
effetto del Progresso tecnologico e scientifico, con conseguente continua
rivalutazione del Denaro e quindi non è pensabile che i Cittadini si privino di
un bene in crescita di valore contro un altro bene in sicura continua svalutazione.
A tale fatto
si opporrebbe inoltre la legge della domanda e dell'offerta che, di fronte ad
un'eventuale eccessiva domanda di acquisto di immobili, reagirebbe con un
corrispondente aumento dei relativi Prezzi, arrestando il fenomeno sul nascere,
data la contemporanea stimolazione produttiva di immobili, sollecitata da tale
eventuale richiesta, che prospetterebbe una rapida svalutazione di essi.
Dal punto di
vista degli interessi generali tali questioni sarebbero, del resto,
indifferenti, giacché il passaggio di Denaro da una mano ad un'altra non
modificherebbe minimamente il prelievo fiscale monetario e tale fatto
riguarderebbe solo la sfera delle scelte individuali.
Per quanto
riguarda la proprietà delle terre potrebbero essere studiate idonee misure
miranti a disincentivarne l'abbandono improduttivo.
Un'altra
obbiezione potrebbe essere quella che l'istituzione del Reddito di Cittadinanza
generalizzato disincentiverebbe la scelta di lavori disagiati o particolarmente
sgradevoli.
A tale
obbiezioni va risposto che la creatività umana saprà superare tali problemi,
anche con l'offerta di adeguati compensi incentivanti, nelle regole di un
libero Mercato.
Del resto
pretendere di obbligare degli individui a lavori non graditi con veri e propri
ricatti economici, non corrisponde allo spirito delle presenti proposte e
rinvia a mentalità di epoche in cui era presente la schiavitù.
Un'altra
obbiezione potrebbe essere quella che i Cittadini possano acquistare monete
estere non soggette a tale fiscalità.
A tale
obbiezione si risponde semplicemente che è prevedibile che avvenga il contrario
che cioè siano gli stranieri che possano cercare rifugio al valore del proprio
Denaro presso di noi, data la solidità che acquisterebbe la moneta nazionale in
continua rivalutazione equilibrata dal prelievo fiscale.
Ma anche in
tale settore saranno le scelte individuali che determineranno i movimenti
reali, su base di convenienza, senza la minima influenza sul gettito fiscale
giacché la moneta nazionale, ovunque si trovi, andrebbe soggetta a prelievo
fiscale.
Tale moneta
infatti può esistere in due forme, quella cartacea e quella di deposito
Bancario.
Per quel che
riguarda la moneta cartacea essa sarebbe soggetta ad aggiornamento annuale e
contemporaneo prelievo fiscale e quindi per essere spendibile in Italia
dovrebbe avere assolto a tale esigenze.
Per quel che
riguarda i depositi Bancari essi potrebbero nascere o da versamenti cartacei,
assoggettati a quanto sopra detto, o da trasferimenti da Banche e nessuna Banca
nazionale potrebbe accettare versamenti monetari da Banche estere senza la
dimostrazione dell'assolvimento degli obblighi fiscali italiani.
Un'ulteriore
obbiezione potrebbe essere quella che gli Stati esteri potrebbero opporsi ad un
tale tipo di riforma.
Ciò potrebbe
avvenire se venissero violate le regole della corretta finanza, ma in tutto
quanto proposto si tratta di spostamenti di valori reali disponibili dai
Cittadini italiani e non si avrebbe emissione di nuova moneta senza contropartite.
D'altro canto
in tutto il riassetto monetario e nei prelievi fiscali, iniziale e annuali, non
vi sarebbero sacrifici reali per i Cittadini il cui Denaro, in ogni variazione,
manterrebbe lo stesso potenziale di acquisto verso i beni del Mercato.
Finora in
Italia è invalsa la filosofia dei sacrifici cui i Cittadini sono stati chiamati
periodicamente e la grande maggioranza li ha accettati, anche se malvolentieri.
La minoranza
che non si è sottomessa ha scelto vie
illegali esponendosi ad un altro tipo di pagamento ben più oneroso di quello
monetario.
Ora sembra che
tale disponibilità alla pazienza stia per venire meno ed occorre tenere in seria
considerazione tale situazione.
In linea di
principio i sacrifici dovrebbero essere liberamente scelti altrimenti divengono
fonte di dolore che crea rabbia che, con l'accumulo, tende all'esplosione
distruttiva.
Con le riforme proposte non si fa altro che fare ritornare i
Cittadini a godere i frutti dei propri sacrifici passati e tale possibilità è
offerta dal valore contenuto nell'alta incidenza fiscale attuale, la cui
liberazione, attraverso la defiscalizzazione totale e conseguente corrispondente
aumento di valore della Massa Monetaria, renderebbe disponibili le risorse
necessarie per l'azzeramento del debito pubblico e per l'avvio di una sana
dinamica sociale.
SOMMARIO
i sistemi economici odierni sono tutti in difficoltà per
errata impostazione della politica fiscale generatrice di inflazione e di impoverimento
sociale.
Ogni incidenza fiscale si scarica sui Prezzi producendo
inoltre automatica perdita di valore dell'intera Massa Monetaria.
In Italia, nei Prezzi dei prodotti, vi è un'incidenza
fiscale superiore al 75%.
La totale defiscalizzazione, diretta ed indiretta,
dell'economia quadruplicherebbe il potere di acquisto dell'intera Massa Monetaria.
I due terzi di tale valore sarebbero prelevabili per
l'estinzione del debito pubblico e per il riassetto sociale, senza oneri reali
per i Cittadini.
Ciò consentirebbe l'impostazione di una nuova fiscalità non
influente sui costi di Produzione e quindi sui Prezzi.
Tale fiscalità dovrebbe effettuare il prelievo, in
percentuale modesta, sull'intera Massa Monetaria che beneficerebbe in
contropartita della non inflazione e del continuo abbassamento dei Prezzi per
le razionalizzazioni produttive e per il Progresso tecnologico e scientifico.
Tale fiscalità monetaria sarebbe attuata con prelievi
annuali dai depositi Bancari e con l'aggiornamento annuale della moneta
cartacea, creando la contropartita per gli accrediti o le emissioni della Banca
d'Italia per le esigenze della pubblica amministrazione e per la Solidarietà
sociale.
Con ciò si realizzerebbe il libero Mercato economico che
sarebbe in grado di fornire le risorse reali per l'attuazione di un sistema di
concreta Solidarietà sociale per compensare le emarginazioni prodotte
ineluttabilmente da ogni libero Mercato nei confronti degli incapaci.
Tale Solidarietà potrebbe essere realizzata con
l'istituzione del Reddito di Cittadinanza generalizzato, dalla nascita alla
morte, in vantaggiosa sostituzione di tutte le forme previdenziali ed
assistenziali del presente.
VIE PER L'ATTUAZIONE DELLE RIFORME PROPOSTE
Per attuare quanto
proposto vi sono due possibilità.
La prima è
quella che una compagine governativa condivida l'analisi e le soluzioni
proposte e decida di promuoverne la diffusione nel Paese per ottenerne il
necessario consenso.
La
seconda è quella che, per iniziativa di
privati, si apra un dibattito culturale nel Paese per creare le condizioni per
le necessarie pressioni sulle forze direttive della Nazione per l'attuazione di
tali riforme.
Nel primo caso
il processo evolutivo manterrebbe la continuità con il passato e la questione
si manterrebbe sul piano scientifico, senza strumentalizzazioni politiche.
Nel secondo
caso esisterebbe la possibilità che di tali idee si facciano promotrici forze
politiche settoriali, con il pericolo dell'innesco di deleterie lotte ideologiche.
Oggi in Italia
vi è una grande richiesta di innovazione nella vita sociale e le idee proposte
potrebbero costituire la risposta a tali richieste a meno che non sorgano altre
soluzioni ritenute più idonee a trarci dalle odierne difficoltà.
Ladispoli 10
Ottobre 1992
La fiscalità
monetaria, attuata con prelevamenti annuali percentuali sulla Massa Monetaria,
ha i seguenti caratteri:
1. Consegue un
prelievo di entità definita e certa, commisurata alla ricchezza monetaria dell'intera
Società ed indipendente dalle congiunture economiche.
2. Non può
essere evasa.
3. Non crea
conflittualità tra lo Stato e i Cittadini.
4. Viene
effettuata annualmente dal sistema Bancario sui depositi e sulla massa cartacea
presentata per l'aggiornamento annuale di validità.
5. Fornisce
all'Istituto di Emissione la contropartita per gli accrediti ai vari conti di
spesa pubblica impedendo che si stampi moneta senza riscontro reale.
6. Rende
inutili tutti gli attuali apparati fiscali.
7. Libera i
Cittadini dalle incombenze delle denuncie di reddito.
8. Consente la
totale defiscalizzazione del sistema produttivo, consentendo la formazione dei
Prezzi sulla base dei soli costi economici.
9. Elimina la
causa dell'inflazione.
10. Consente
la costante rivalutazione monetaria a seguito della diminuzione dei Prezzi derivante
dalle razionalizzazioni produttive e dal Progresso tecnologico e scientifico.
11. Rende
possibile il libero Mercato economico.
12. Rende
possibile lo snellimento burocratico dell'apparato pubblico.
* *
*
Con tali
caratteristiche la fiscalità monetaria è attuabile facilmente in qualunque
contesto sociale, senza turbativa alcuna per la strutturazione sociale
preesistente.
Con tale
attuazione si innesca un processo evolutivo nella Cultura sociale, fecondo di
positivi risultati nei confronti delle legittime aspettative dei Cittadini.
L'introduzione
di tale fiscalità, con la conseguente totale defiscalizzazione della vita
produttiva, provoca inizialmente un forte abbassamento dei Prezzi,
corrispondente alla precedente quota di incidenza fiscale presente in essi.
A tale
riduzione dei Prezzi corrisponde un forte aumento del valore della preesistente
moneta e la necessità di rivalutazione dei rapporti con l’estero per
ripristinare il preesistente equilibrio commerciale mondiale.
Sulla
percentuale di crescita di valore della Massa Monetaria è possibile effettuare,
nel momento iniziale, i prelievi percentuali, sempre tramite il sistema
Bancario, necessari per l'azzeramento del debito pubblico.
Con tali
semplici provvedimenti di ingegneria sociale qualunque sistema viene avviato
verso il sano sviluppo, con benefici per tutti e senza l'imposizione di
sacrifici ad alcuna parte sociale.
* *
*
A questo punto
è possibile avviare il discorso della Solidarietà sociale.
Qualunque
sistema di libera economia, governata dal Mercato sotto lo stimolo della concorrenza,
richiede agli Operatori alte specializzazioni e capacità, con la conseguenza
dell'emarginazione costante di coloro che non sono adeguati alle funzioni richieste.
Tale fatto
pone il problema della Solidarietà sociale per il mantenimento degli esclusi.
A tal
proposito va detto che gli esclusi non vanno individuati in particolari
categorie ma bisogna considerare che, potenzialmente, tutti possiamo trovarci
in tale condizione a seguito di possibili eventi accidentali avversi.
Di conseguenza
il problema della Solidarietà riguarda tutti gli Esseri Umani in quanto
soggetti agli eventi della vita.
Per attuare
una valida Solidarietà sociale non vi è altro modo che quello della istituzione
del Reddito di Cittadinanza generalizzato.
Tale
istituzione consentirebbe la libera mobilità lavorativa e la contrattazione
individuale, realizzate in situazioni di costante sicurezza materiale.
Con la fiscalità
monetaria è possibile ottenere le disponibilità per fornire ai Cittadini tale
Reddito di Cittadinanza.
Se si
adottasse in Italia una tale fiscalità si otterrebbe una forte riduzione dei
Prezzi di Mercato, pari alla percentuale dell'attuale incidenza fiscale, e di
conseguenza si potrebbe prevedere come valido un valore mensile del Reddito di
Cittadinanza di circa 700 mila lire in valore odierno.
Tale
istituzione consentirebbe la libera mobilità lavorativa e la contrattazione
individuale, realizzate in situazioni di costante sicurezza materiale.
Con la
fiscalità monetaria è possibile ottenere le disponibilità per fornire ai
Cittadini tale Reddito di Cittadinanza.
Se si
adottasse in Italia una tale fiscalità si otterrebbe una forte riduzione dei
Prezzi di Mercato, pari alla percentuale dell'attuale incidenza fiscale, e di
conseguenza si potrebbe prevedere come valido un valore annuale del Reddito di
Cittadinanza di circa tre milioni di lire.
Chiunque si
accinga a riflettere sul giusto modo di governare le società contemporanee è influenzato
dalla Conoscenza delle manifestazioni storiche dei vari Governi, compresi
quelli del paese in cui vive.
L'analisi
storica dimostra che le forme di governo delle comunità si sono modificate nel
tempo, da quelle teocratiche a quelle democratiche.
La concezione
democratica vuole che la fonte di ogni pubblico Potere venga derivata dai Cittadini.
Si dà per
scontato che debba esistere un Potere e ci si impegna a cercare le forme più giuste
per la sua legittimazione.
Per chi voglia
mettersi nelle condizioni di affrontare spregiudicatamente il problema sociale,
quale si pone alle coscienze contemporanee, anche il problema dell'esigenza del
Potere va sottoposto ad analisi critica.
Se è il
Cittadino la fonte del Potere è logico pensare che la relativa esigenza e forma
debbano scaturire dal contenuto culturale della coscienza individuale.
Su tale
aspetto della questione si è poco riflettuto con la conseguenza di periodiche
disillusioni sociali con la necessità di riformare continuamente quanto ha
creato tali disillusioni.
Tale processo
non potrà durare all'infinito e dovrà pure giungere il momento in cui la
Cultura politica di base affronti tale questione per consentire che le scelte
dei Cittadini divengano partecipate e non meri atti di fede.
Finora si è
cercato di conquistare la fiducia popolare basandosi su istanze settoriali con
la prospettazione di soluzioni corporative, aggregando i consensi in forme
partito miranti alla conquista democratica, cioè fondate sul conseguimento di
maggioranze parlamentari, del Potere.
Il difetto di
tale modo di procedere, rilevato abbondantemente dalla Storia, consiste nel
fatto che la realtà sociale è una unità vitale che non sopporta indirizzi
settoriali che provocano sempre reazioni altrettanto settoriali con conseguenze
nefaste per tutti.
Quando ci si
deciderà a considerare le compagini sociali come organismi unitari necessitanti
di libero sviluppo, a partire dalle istanze reali presenti in essi e non da
drogare continuamente con azioni legislative improvvisate, si comincerà ad
avviarsi nella giusta direzione.
In tale ottica
il Potere verrà visto come vantaggioso servizio di cui la comunità ha necessità
per difendere i Cittadini dalle possibili sopraffazioni interne ed esterne.
Con ciò si
rifletterà giustamente sul problema prioritario della Solidarietà sociale per
evitare che vi siano Cittadini in condizioni di emarginazione vitale dal
contesto sociale.
Si scoprirà
anche che il libero Mercato è in condizione di fornire con abbondanza le
risorse per la realizzazione di tale Solidarietà, che sarà finalmente
riconosciuta come esigenza universale e non riguardante determinate categorie
di sottospecie umane.
Tale nuova
visione sociale si baserà sul libero Mercato, sull'ordine giuridico e sulla
Solidarietà generalizzata ed incondizionata.
Con ciò si
risponderà alle tre fondamentali istanze Sociali umane cioè quella della
Sicurezza Economica, della Giustizia e della Libertà.
Ladispoli 3
Dicembre 1992
Il valore del
Denaro dipende dai Prezzi delle merci disponibili sul Mercato.
Qualsiasi
fenomeno che determini un aumento dei Prezzi produce, parallelamente, una diminuzione
del potere di acquisto del Denaro.
Questa è una
verità economica elementare.
L'attuale
fiscalità si scarica tutta sui Prezzi e quindi produce continua svalutazione
della Massa Monetaria.
Se si
considera che in media gli attuali Prezzi di Mercato hanno, in Italia, un 25%
di costi economici ed un 75% di costi fiscali, si comprende che è interesse di
tutti che tale situazione venga modificata.
La fiscalità
monetaria non si scarica sui Prezzi e quindi è interesse di tutti pervenire ad
essa.
I possessori
di Denaro hanno interesse a pagare direttamente i costi dell'amministrazione
sociale, per godere del beneficio dei Prezzi stabili, anzi in diminuzione per effetto
del Progresso produttivo.
Il Denaro può
essere posseduto o come frutto di ricavi economici presenti, oppure di produzioni
passate.
In ogni caso,
per chi è operante nel campo produttivo, vi è l'interesse che i Prezzi siano
derivanti dai soli costi economici, al fine di sentire come valido il frutto monetario
del lavoro.
L'onere della
fiscalità monetaria, peraltro percentualmente modesto, trova compenso nell'assenza
di inflazione e nella rivalutazione monetaria conseguente alla naturale
tendenza del processo economico verso la diminuzione dei Prezzi.
Coloro che
possiedono grandi somme di Denaro, se vogliono mantenerne l'ammontare lo
potranno fare attraverso i rischi degli investimenti.
La fiscalità
monetaria, nell'ipotesi di persone avulse dal processo economico, operando
sempre sul residuo , non porta mai alla distruzione totale del capitale , che rimane
significativo per lunghissimi periodi di tempo, ed offre sempre la base per un
reinserimento nel settore economico, sulla base delle capacità individuali, per
riavviare il processo di accumulazione.
Le persone,
rispetto alla Massa Monetaria globale, si comportano come delle spugne, la cui
capacità di assorbimento dipende dal grado di elasticità.
Se l'elasticità
diminuisce interviene l'evaporazione, se invece riprende ritorna l'impregnazione.
L'elasticità,
riferita al settore economico, dipende tutta dai fattori culturali, che sono
nella disponibilità di tutti, sempre che lo si voglia.
Tra i costi
sociali va anche considerato quello della Solidarietà generale di base, che
crea la necessaria tranquillità, per il libero godimento dei frutti del proprio
lavoro.
Solo così la
vita perderà quel carattere tragico che in passato ha portato a continue guerre
e diverrà sempre più simile ad un piacevole gioco in cui ciascuno potrà fare
delle scommesse, anche altissime, sempre che sia disposto a correrne il
relativo rischio e a pagarne il necessario Prezzo.
In un sistema
dotato di Solidarietà, cioè del Reddito di Cittadinanza, qualsiasi sconfitta economica
non mette a repentaglio la propria vita, e quella dei propri congiunti, potendo
sempre entrare in una situazione di libera attesa, e di riqualificazione, per
tornare poi a cimentarsi nuovamente nell'agone economico.
Tale situazione
di sicurezza economica stimola all'intraprendenza, che, in campo economico,
significa offerta di servizi reali, che, se incontrano il gradimento del
Sovrano, cioè degli Acquirenti, sono fonte di grandi soddisfazioni personali,
oltre che di generale beneficio.
Questa è
l'atmosfera culturale di una società dotata di fiscalità monetaria e di Reddito
di Cittadinanza e tale finalità costituisce la base sulla quale si fondano le
ragioni della necessità dell'istituzione della fiscalità monetaria e del Reddito
di Cittadinanza.
Il più sciocco
degli egoisti, alla fine dei conti, troverebbe maggiori soddisfazioni in una
società così strutturata piuttosto che in quella attuale, nella quale, prima o
poi, tutti si è costretti, in un modo o in un altro, a pagare qualche Prezzo
salato che vanifica ogni passata soddisfazione.
Chi invece è
conscio che mai potrà, sulla terra, esistere completa soddisfazione personale,
realizzata sull'altrui miseria, disagio e dolore, se riflette a fondo sul
problema sociale, perverrà alla conclusione che l'istituzione della fiscalità
monetaria è il primo passo per aprire le fonti illimitate delle speranze di
soddisfazioni personali, in una realtà giusta.
L'unico
ostacolo che si frappone al conseguimento di questo alto ideale è riposto nella
pigrizia interiore di molti Esseri Umani, per vincere la quale, alla realtà,
non rimane altro che fare scoppiare le contraddizioni di fondo, sempre con
lutti e dolori, tutti evitabili se si sceglierà preventivamente la via del buon
senso.
Ladispoli 14
12 1992
Il Denaro
riceve il suo valore dalla presenza sul Mercato di prodotti in vendita a
determinati Prezzi.
Tutto ciò che
incide negativamente sui Prezzi determina la perdita di valore dell'intera
Massa Monetaria.
Il Denaro può
essere acquisito per
1. Scambio
2. Donazione
3. Prelievo.
Lo scambio e
la donazione sono due forme corrette di acquisizione monetaria.
Il prelievo
forzoso, senza il consenso del possessore di Denaro, è generalmente ingiusto,
salvo il caso di prelievo fiscale.
Però il
prelievo fiscale può considerarsi giusto a due condizioni:
1. Che tale
prelievo sia ripartito equamente su tutti i Cittadini.
2. Che sia
fondato su reali motivi di interesse generale.
Finora il
prelievo fiscale è stato fatto principalmente sui superi di reddito prodotti
ogni anno.
L'impossibilità
dell'accertamento oggettivo dei redditi annuali ha portato a situazioni di
gravi conflittualità fiscali che minacciano di disgregare il tessuto sociale.
L'unico modo
per correggere gli errori di tale sistema è quello che parte dalla considerazione
che qualsiasi supero di reddito, oltre le necessità, si traduce in Denaro.
Effettuando
annualmente il prelievo percentuale fiscale sulle disponibilità monetarie dei
Cittadini, dai conti Bancari, e dalle disponibilità cartacee presentate
annualmente alle Banche per il rinnovo di validità, si attua un sistema fiscale
ineludibile ed equamente ripartito su tutti i Cittadini possessori di Denaro.
L'obbiezione
che un modo semplice per eludere il dovere fiscale sarebbe quello di acquistare
beni immobili, per rivenderli poi, appare infondata in rapporto alla dinamica
economica derivante dall'istituzione della fiscalità monetaria.
Con il libero
Mercato tutti i prodotti, compresi quelli immobiliari, vanno soggetti a costante
perdita di valore per obsolescenza e per il Progresso produttivo.
Una sana
dinamica economica, del resto, non può che favorire l'acquisizione di prodotti
da parte dei Cittadini per rendere agevole la loro vita, presupposto di una
loro soddisfatta partecipazione allo sviluppo sociale.
Accertato che
la fiscalità monetaria è l'unica capace di ripartire equamente sulla ricchezza
collettiva gli oneri derivanti dalle esigenze della spesa pubblica, senza
scaricarsi sui costi di Produzione, resta il problema della giustificazione
degli elementi di tale spesa in rapporto agli interessi della collettività.
Il bene comune
non può che essere il risultato delle giuste esigenze individuali, quale quello
giuridico, quello culturale e quello economico.
Nel
perseguimento di tali fini vale il criterio della razionalità e dell'economia,
con l'eliminazione di ogni spreco e di ogni parassitismo.
Qualunque sia
la distribuzione del capitale monetario tra i Cittadini, con l'istituzione
della fiscalità monetaria si avvia un processo per il quale inizia
l'assorbimento di tali capitali, reintegrabili solo per mezzo di corretta
attività economica, con la scomparsa, nel tempo, dei capitali parassitari.
Ladispoli 1°
Novembre 1993
La vita sociale
è il risultato dei rapporti tra i Cittadini.
Le basi di
tali rapporti sono:
Affettive.
Di interesse o convenienza.
I rapporti
sviluppati su base affettiva riguardano la sfera privata individuale.
I rapporti
sviluppati su base di interesse o convenienza riguardano la vita sociale.
Il Progresso
sociale consiste nell'ampliamento delle convenienze dei Cittadini.
Una corretta
sociologia dovrebbe occuparsi esclusivamente dello studio delle convenienze
individuali.
La sfera degli
interessi e delle convenienze è estremamente articolata.
Le
fondamentali esigenze sociali in tale campo sono quelle della:
- Sicurezza
materiale.
- Sicurezza
giuridica.
- Libertà.
Tutta la
sociologia non è altro che il tentativo continuo di risolvere al meglio i tre
suddetti problemi.
La struttura
sociale ideale è quella che soddisfa le tre suddette esigenze con la riduzione
al minimo delle imposizioni ai Cittadini.
In tale
società ideale ciascun Cittadino, perseguendo il proprio interesse personale,
contribuisce allo sviluppo generale e, viceversa, mettendosi contro tale
sviluppo danneggia solo se stesso.
Il libero
Mercato, dal punto di vista economico, realizza tale schema.
Nel libero
Mercato il successo e l'insuccesso dipendono dalla capacità di offerta di convenienze.
Chi offre
convenienze ha successo e nel contempo arricchisce la Vita Economica del contenuto
delle convenienze offerte.
Chi è incapace
di offrire convenienze viene emarginato.
Se l'Essere
Umano fosse un oggetto materiale, il libero Mercato sarebbe un sistema sociale
ideale in continuo sviluppo.
Ma l'Essere
Umano non è un oggetto che possa scartarsi allorché non è più utile oppure è
divenuto nocivo.
Ogni
Cittadino, in quanto elemento basilare della struttura sociale, è la fonte di
ogni sovranità e pertanto ogni menomazione dei suoi diritti fondamentali
distrugge il fondamento logico dell'intera struttura sociale e crea una guerra
mortale tra il singolo e la compagine sociale.
È quindi
interesse di tutti che ciò non si verifichi né in linea teorica né in linea
pratica.
Uno Stato
privo di Solidarietà di base viola tale principio in linea teorica ed è destinato
alla delegittimazione a causa della guerra che nasce continuamente tra i propri
Cittadini emarginati e quelli inseriti.
Per quanto
riguarda le sopraffazioni che possano verificarsi tra i Cittadini è necessario
che la Struttura Giuridica provveda nel più breve tempo possibile ai reintegri
sulla base del Diritto vigente.
L'attuale
Diritto mira alla tutela delle acquisizioni legittime individuali e trascura i
diritti fondamentali dell'Essere Umano messi in pericolo dalle imperfezioni
delle strutture sociali.
Ciò si
evidenzia particolarmente nei confronti dei giovani che non riescono a
inserirsi nell'attività sociale, per ragioni oggettive e soggettive.
Una
organizzazione sociale che voglia considerarsi al servizio dei Cittadini non
può eludere tale problema.
A questo
proposito si pongono due alternative teoriche: la prima consiste nella eliminazione
di ogni principio di proprietà, lasciando che ciascuno conquisti il proprio Diritto
alla Vita nella lotta individuale con i propri simili; la seconda consiste
nella creazione di strutture sociali, riconoscenti e tutelanti il diritto di
proprietà, ma dotate, nel contempo, di validi strumenti di Solidarietà che
consentano la sopravvivenza dei Cittadini in qualsiasi condizione soggettiva
avversa.
La Solidarietà
di base non è un orpello ma una esigenza di base per la legittimazione delle
strutture sociali e va posta a fondamento di ogni organizzazione Statale.
Fino ad oggi
si è sempre partiti dall'esistente tentando di creare strumenti settoriali di
Solidarietà che mai hanno raggiunto il vero scopo e che anzi sono divenuti, per
le loro disordinate incidenze nei processi produttivi, causa indiretta di
disastri sociali.
In futuro sarà
necessario creare delle organizzazioni sociali che poggino da un lato sul
libero Mercato e dall'altro su una completa aprioristica Solidarietà di base.
Tale esigenza
potrà essere soddisfatta se si passerà alla fiscalità monetaria, operante
sull'intera Massa Monetaria, che ha da un lato la caratteristica di non gravare
sui processi produttivi e dall'altro di fornire le risorse monetarie certe per
le esigenze delle strutture pubbliche e della Solidarietà di base attuata
attraverso l'istituzione del Reddito di Cittadinanza.
Tale nuova fiscalità si basa sul principio che la ricchezza,
base di ogni realizzazione umana, è costituita dal Denaro che rappresenta, per
chi lo possiede, la misura dei benefici ricavati dalla propria attività nella
struttura sociale e che in misura percentuale deve ritornare alla Società per
le sue esigenze di base.
Il concetto di
ricchezza e quello di vita sociale vanno considerati come strettamente
correlati in quanto uno funzione dell'altro e posti in reale reciproco rapporto
attraverso la fiscalità monetaria.
Il Denaro,
espressione della ricchezza, non può essere concepito o nascere al di fuori
della vita sociale organizzata, e da ciò deriva il suo dovere della contribuzione
fiscale.
Una
organizzazione Statale, basata sulla fiscalità monetaria, mette i Cittadini in
condizione di assolvere correttamente all'obbligo fiscale, per potere poi
operare in base a calcoli di personale convenienza, in corrispondenza di vocazioni
individuali.
Ciò porta a
una vita individuale sempre più soddisfacente per ciascun Cittadino, per la
qualità delle condizioni esteriori.
Ladispoli 13
Gennaio 1993
In un sistema
sociale, dotato di fiscalità monetaria, il Denaro, posseduto in ogni momento
dal Singolo, rappresenta, generalmente, la misura del valore della sua contribuzione
allo sviluppo sociale.
In tale
sistema il Denaro può essere acquisito regolarmente solo dietro scambi liberamente
pattuiti, con controparti reali, assicuranti la concretezza e la legittimità
del valore di tale Denaro.
In assenza di
intromissioni esterne al rapporto contrattuale, emerge la realtà dello scambio,
attuato in reciproca convenienza, con passaggio tra le parti di beni reali,
liberamente valutati dalle parti come equivalenti.
Da ogni
scambio deriva una condizione di soddisfazione delle parti, costituente la
molla della vita del Mercato.
Esaminando la
cosa dal punto di vista psicologico possiamo dire che il momento di scambio è
un momento di gioia.
Se vogliamo
trovare la contropartita di dolore a tale azione la possiamo trovare nello
sforzo necessario per la realizzazione del prodotto, per quanto riguarda il
Venditore, e in quello che deve avere sostenuto l'Acquirente per venire in
possesso del Denaro.
L'esistenza
del Reddito di Cittadinanza assicura che l'accettazione dei sacrifici connessi
alla Produzione dei beni economici non può che essere stata libera da
costrizioni materiali, ed attuata su motivazioni scaturenti dall'interno delle
singole Personalità, in vista di finalità soggettive, capaci di fornire gli
stimoli di desiderio idonei a fare sopportare i sacrifici necessari per
realizzare i prodotti.
Come si vede
il dolore, connesso ad ogni attività lavorativa, trova compenso non soltanto
nel piacere dello scambio, ma anche nella prefigurazione individuale di tale
piacere.
Con ciò
l'equilibrio tra piacere e dispiacere viene governato dal Singolo, in Libertà.
La possibilità
che possano verificarsi delle sopraffazioni, trova compenso nell'esistenza
della Struttura Giuridica il cui fine è quello di reintegrare i danneggiati dei
loro diritti lesi.
Nel caso di
possesso di Denaro non regolarmente acquisito, l'esistenza della fiscalità monetaria
porta al riassorbimento sociale di tale Denaro illecito, costringendo i possessori
a orientarsi, prima o poi, verso forme di acquisizione regolari.
Ciascun
possessore di Denaro, regolarmente acquisito, in ogni momento potrà stabilire
se continuare nell'accumulo oppure decidere di utilizzarlo in investimenti personali.
Come si vede,
un libero Mercato, sviluppantesi in regime di fiscalità monetaria ed in presenza
dell'Istituto del Reddito di Cittadinanza, offre ai Cittadini la possibilità di
crescere individualmente in base a valutazioni soggettive e quindi in regime di
vera Libertà.
Ladispoli 29
Gennaio 1993
Le difficoltà,
i disagi e le disarmonie sociali derivano tutte da una vecchia impostazione del
problema fiscale.
L'attuale
fiscalità prende, a base dei prelevamenti, principalmente il reddito.
Tale
impostazione deriva da epoche in cui il potere era di derivazione
aristocratica.
In tali epoche
si riteneva naturale effettuare il prelievo, prima direttamente e poi in forma
monetaria, da coloro che si dedicavano alla Produzione di beni materiali, a
favore di oligarchie dominanti.
Senza entrare
nel merito delle ragioni storiche che hanno originato tali comportamenti, limitiamoci
ad osservare gli effetti di tale impostazione fiscale nelle moderne società.
Nelle moderne
economie monetarie tale tipo di azione fiscale determina un continuo appesantimento
del settore produttivo con la formazione di grandi ricchezze monetarie esenti
da ogni onere contributivo.
Si ha cioè una
fiscalità gravante sul lavoro, sia esecutivo che imprenditoriale, e non sulla
ricchezza monetaria.
Ciò porta di
fatto ad un predominio dei possessori di capitale monetario su coloro che
vivono lavorando.
Tale
situazione oltre che ingiusta si rivela fonte di tutte le imperfezioni sociali.
L'incidere dei
gravami fiscali esclusivamente sul settore produttivo porta, come prima conseguenza,
alla formazione di Prezzi in cui alla quota di costo economico si aggiunge una
quota sempre crescente di costi fiscali.
Ciò porta a
quella che si chiama inflazione che porta ad una continua diminuzione del
valore della ricchezza monetaria che così viene chiamata ad una contribuzione
surrettizia priva di qualsiasi valore positivo per l'organismo sociale.
L'esistenza di
sempre crescenti masse di debito pubblico, originate principalmente dalle esigenze
di Solidarietà sociale, dimostra che i Governi tentano di non portare
l'incidenza fiscale oltre limiti di tollerabilità, spostando con ciò la
necessità della risoluzione del problema fiscale verso il futuro.
Tale andamento
porterà la situazione a condizioni tali che ad un certo punto si imporrà la necessità
di rivedere il problema fiscale per risolverlo sulla base delle esigenze
imposte dalle strutture economiche moderne.
Oggi siamo
molto vicini a tale limite ed assistiamo ai tentativi scomposti di ridurre il
debito pubblico i cui interessi passivi aggravano continuamente l'onere fiscale
scaricantesi sul processo produttivo.
Inizialmente
si assiste al tentativo di incrementare le normali entrate fiscali per eliminare
il dissanguamento delle economie derivante dagli oneri del debito pubblico.
Questa è una
strada sbagliata giacché porta alla distruzione dei tessuti economici a causa
del crescere del rifiuto degli Operatori di accettare oneri non sopportabili
dal Mercato.
La via da
seguire è un'altra.
Partendo dalla
considerazione che gli attuali Prezzi di Mercato contengono un'alta incidenza
fiscale, che per l'Italia è certamente superiore al 75%, si perviene alla
conclusione che se si defiscalizzasse completamente l'attività produttiva, si
otterrebbe immediatamente una riduzione ad un quarto dei Prezzi di Mercato con
conseguente rivalutazione dell'intera Massa Monetaria di più di quattro volte.
Tale
rivalutazione sarebbe tutta immediatamente prelevabile per l'estinzione del
debito pubblico, senza aggravio alcuno per i possessori di Denaro.
Tale prelievo
potrebbe essere attuato tramite il sistema Bancario sui depositi e con
l'obbligo per il Denaro cartaceo di passare per esse, per l'aggiornamento.
Ciò per quanto
riguarda l'estinzione del debito pubblico.
Per quanto
riguarda il reperimento delle risorse monetarie per le esigenze di spesa
pubblica, sarà sufficiente, da quel punto, agire solo sulla Massa Monetaria
globale con prelievi annuali, evitando con ciò ogni influenza sulla formazione
dei Prezzi.
I possessori
di ricchezza monetaria, soli contribuenti, troverebbero compenso a tale onere
nell'assenza dell'inflazione e nella continua diminuzione dei Prezzi per
effetto delle razionalizzazioni produttive e del Progresso tecnologico e
scientifico.
Le Aziende,
liberate da ogni onere extra produttivo riprenderebbero vigore incrementando
continuamente le opportunità di lavoro.
Ciò porterebbe
alla attuazione del libero Mercato.
Ogni libero
Mercato, governato dalle scelte degli Acquirenti, ha la caratteristica di
escludere o espellere continuamente coloro che non sono adeguati alle richieste
di costi imposte dalla concorrenza.
Ciò pone il
problema della Solidarietà.
L'unico modo
per fare fronte a tale esigenza è quello dell'istituzione del Reddito di Cittadinanza
generalizzato.
Con la nuova
fiscalità monetaria tale istituzione diviene possibile come si può dimostrare
con dei semplici calcoli di macroeconomia, partendo dai dati attuali relativi
alla Massa Monetaria globale.
L'istituzione
del Reddito di Cittadinanza renderebbe possibile la libera contrattazione nel
campo del lavoro in conformità alle regole del libero Mercato.
In quanto
precede è contenuto, in grandi linee, tutto l'essenziale per fare uscire le
moderne società dalle situazioni di stallo in cui si trovano sempre più
costrette.
Ogni
precedente affermazione, oltre ad essere sostenibile, rigorosamente, sulla base
delle attuali conoscenze economiche, è anche immediatamente valutabile dal buon
senso, che sempre arriva a visioni che l'astratta razionalità non riesce a
conseguire.
Con ciò viene
tracciata la via d'uscita dal presente caos sociale.
Ladispoli 17
Aprile 1993
Oggi, nel
mondo, la Cultura sociale predominante tende a favorire, ovunque possibile, la
formazione del libero Mercato.
Ciò nella
convinzione, suffragata da fondamentali esperienze storiche, che il libero Mercato sia la base per la
diffusione, sulla terra, della ricchezza.
Tale verità è
così abbagliante che si corre il rischio di non tenere nella giusta considerazione
alcune conseguenze ineluttabili susseguenti alla piena attuazione del libero Mercato.
La
caratteristica fondamentale del libero
Mercato è quella di essere governato dalle scelte di acquisto dei Consumatori.
Sotto questo
aspetto il libero Mercato realizza
perfettamente l'ideale democratico della fondazione del potere sulle libere scelte dei Cittadini.
La conseguenza
di tale caratteristica è che ogni attività viene subordinata alle scelte di convenienza
individuali degli Acquirenti.
Ciò porta alla
continua emarginazione di coloro le cui capacità non sono corrispondenti alle
esigenze economiche imposte dalla concorrenza.
La continua
introduzione di macchine sempre più sofisticate aggrava ulteriormente tale processo.
Tali
conseguenze, evidentemente, non sono accettabili e da tale fatto scaturisce
tutta la ricerca sociologica tendente a conciliare le esigenze produttivistiche
con quelle della Solidarietà.
Finora i
Governi hanno cercato di risolvere tale problema attraverso la politica fiscale
tendente a far rifluire verso i più bisognosi, una parte della ricchezza
prodotta.
Il fallimento
di tale politica va imputato non già al carattere delle sue finalità, bensì al
metodo fiscale adottato.
Per pervenire
ad una corretta impostazione fiscale è necessario domandarsi chi, oltre il Consumatore,
sia il beneficiario del libero Mercato.
Se immaginiamo
un libero Mercato, privo di gravami
fiscali, perveniamo alla conclusione che esso ha la tendenza ad una costante
diminuzione dei Prezzi per effetto della concorrenza che impone una continua
razionalizzazione produttiva, con l'ausilio dei risultati del Progresso tecnologico
e scientifico.
Tale costante
tendenza alla diminuzione dei Prezzi porta in contropartita un costante aumento del potere di acquisto del Denaro.
Da ciò si può
concludere che in un libero Mercato,
il vero beneficiario di esso è costituito dalla Massa Monetaria.
Appare quindi
logico pervenire alla conclusione che qualsiasi onere fiscale, reso necessario
per fare fronte alle esigenze di Solidarietà, rese necessarie dalla dinamica
del libero Mercato, debba essere
sopportato dai veri beneficiari di esso, cioè dai detentori di Denaro, con la
tecnica del prelievo percentuale annuale dai depositi Bancari e dal Denaro
cartaceo sottoposto annualmente a rinnovo.
Tale sistema,
oltre ad essere estremamente semplice, ha l'importante caratteristica di non
scaricarsi sui costi di Produzione e quindi di non essere fonte di inflazione.
Tale sistema
ha anche l'importante caratteristica di non gravare sui redditi di un solo
esercizio, ma sul Denaro, vero rappresentativo di ogni forma di reddito
comunque conseguito in passato, beneficiando del libero Mercato.
L'obbiezione
sulla possibilità di evadere attraverso investimenti in beni durevoli, cade se
si riflette che in ogni Mercato, veramente libero, non esiste bene che non sia
soggetto a costante perdita di valore, per effetto delle nuove produzioni.
In quanto
precede è contenuto tutto l'essenziale per pervenire ad una nuova impostazione
del problema fiscale, cioè alla fiscalità
monetaria.
Cerchiamo ora
di applicare alla situazione italiana tale fiscalità monetaria.
La situazione
italiana è caratterizzata da un forte indebitamento pubblico, da un lato e da un'alta
incidenza fiscale sui Prezzi dall'altro.
Per dare
inizio alla riforma della fiscalità monetaria sarà necessario abolire ogni precedente
forma di fiscalità.
Ciò avrà la
conseguenza immediata di un forte abbassamento dei Prezzi susseguente all'alleggerimento
dei costi di Produzione.
Da tale
abbassamento scaturiranno due importanti conseguenze.
La prima sarà quella di un forte corrispondente
aumento del valore della Massa Monetaria che renderà possibile un suo prelievo
percentuale per estinguere il debito pubblico, senza sacrificio reale per i
possessori di Denaro, il cui valore residuo sarà sempre superiore a quello
della precedente situazione.
La seconda
conseguenza sarà quella della necessità di una notevole rivalutazione rispetto
alle monete estere per smorzare gli effetti competitivi sulle esportazioni, in
dipendenza della riforma della fiscalità monetaria.
A seguito di
tale riforma verrà provocata la
necessità dello smantellamento di molte strutture burocratiche connesse alla
precedente fiscalità con il trasferimento del personale verso i settori
giuridici, notoriamente inadeguati rispetto alle esigenze dei Cittadini.
Con tale
riforma sarà anche possibile pervenire ad un vero sistema di Solidarietà
sociale che non potrà essere che quello della istituzione del Reddito di Cittadinanza generalizzato. reso indispensabile dalle
caratteristiche del libero Mercato
che richiede un'alta mobilità lavorativa, in dipendenza della velocità delle
innovazioni produttive dell'attuale Civiltà industriale.
Ladispoli 11
Ottobre 1993
1° ASSiOMA sul libero Mercato. - il libero Mercato, caratterizzato dalla libera concorrenza,
genera la continua diminuzione dei Prezzi, a causa dei seguenti fattori:
- Razionalizzazioni produttive.
- Progresso tecnologico.
- Progresso scientifico.
Dal 1° ASSiOMA
deriva che nel libero Mercato il valore del Denaro cresce continuamente della
stessa misura della diminuzione dei Prezzi.
Da ciò si
ricava il 1° Postulato sul libero
Mercato:
Il Denaro è il beneficiario del libero Mercato.
2° ASSiOMA sul libero Mercato. - il governo del libero Mercato è attuato dalle scelte sovrane
di acquisto degli Acquirenti che determinano il mantenimento in vita o la morte
delle attività produttive.
Dal 2° ASSiOMA
deriva che il libero Mercato realizza, in campo economico. la piena sovranità
dell'Essere Umano. ( Democrazia economica. )
Da ciò si
ricava il 2° Postulato sul libero
Mercato.
Ogni intervento artificioso nel libero Mercato viola il
principio di sovranità dell'Essere Umano.
3° ASSiOMA sul libero Mercato. - Le compravendite sul libero Mercato sono determinate da
motivi di convenienza soggettiva dei Contraenti.
Dal 3° ASSiOMA
deriva che nel libero Mercato gli Esseri Umani agiscono per finalità egoiche.
Da ciò si
ricava il 3° Postulato sul libero
Mercato.
Le azioni degli Esseri Umani nel libero Mercato hanno
carattere utilitaristico.
Ladispoli
12 Ottobre 1993
Gli Esseri
Umani operano nel libero Mercato nei seguenti modi:
- Tutti come Consumatori.
- Alcuni come Lavoratori subordinati.
- Alcuni come Lavoratori autonomi.
- Alcuni come Imprenditori.
- Alcuni come Finanzieri. ( i Risparmiatori
vanno annoverati tra i Finanzieri.)
I Consumatori non possono che valutare positivamente il libero Mercato in
rapporto al contenuto dei 3 Postulati.
Le restanti
categorie non possono che valutare positivamente
il libero Mercato in rapporto al contenuto dei primi due postulati, mentre
debbono ritenere inaccettabile il
contenuto del 3° Postulato.
Dal 3°
Postulato deriva che la partecipazione degli Esseri Umani alla dinamica economica,
dipende dal grado di convenienza che ciascuno è in grado di offrire in rapporto
alle esigenze del Mercato.
Ciò comporta
l'emarginazione economica di coloro che non fossero in grado di adeguarsi a
tali esigenze.
Nessun Essere
Umano, dotato di sano discernimento, potrebbe dichiararsi disposto ad una
libera partecipazione a tale tipo di dinamica economica.
Ciò conduce
alla necessità di concepire dei provvedimenti capaci di eliminare gli inconvenienti
derivanti dal contenuto del 3° Postulato.
Tale questione
è quella che nella recente storia sociale dell'Umanità si è presentata come il problema della Solidarietà.
Tutto quanto
finora escogitato per risolvere tale problema è fallito nelle fasi di pratica
attuazione.
La causa di
tale fallimento va ricercata nella circostanza che sempre si è voluto
affrontare tale problema nella logica di Potere connessa alle strutture sociali
ereditate dal passato e che hanno la loro origine nell'organizzazione del
vecchio impero Romano.
La logica che
presiedeva alla creazione della macchina imperiale romana era di natura antitetica
a quella solidaristica, come emerge chiaramente dal fatto che in quell'impero
era presente la Schiavitù.
In tale
struttura le decisioni venivano dai vertici del Potere e avevano come mira il
funzionamento dell'insieme e non lo sviluppo autonomo del singolo Essere Umano
il cui valore derivava dall'appartenenza ad essa.
La Rivoluzione
Cristiana, ha postulato l'importanza del singolo Essere Umano, minando le basi
logiche dell'impero Romano.
Ma mentre da
un lato, gradualmente l'impero crollava, dall'altro sopravvivevano ad esso le
strutture di governo della cosa pubblica le quali sono ancore quasi immutate
nelle moderne Società.
Chi voglia
risolvere il problema della Solidarietà sociale è destinato al fallimento se
non si preoccupa di reimpostare le Strutture dell'organizzazione Statale, in
modo che esse siano compatibili con le esigenze del libero Mercato.
La filosofia
democratica postula la derivazione di ogni pubblico Potere dall'Essere Umano ed
escogita il suffragio universale come mezzo per attuare tale esigenza.
Il fallimento
di tutte le Democrazie dipende non dalla loro impostazione di base, ma dall'errore
di voler gestire alla antica maniera
il Potere, conseguito in modo nuovo.
Per correggere
tale errore occorre partire dal libero Mercato, che solo è in grado di produrre la ricchezza, ed escogitare
delle strutture che non danneggino tale capacità.
Se si
confronta l'attuale logica fiscale, di derivazione arcaica, con le esigenze del
libero Mercato, ci si accorge che essa è deleteria,
come risulta anche dai disastri economici delle moderne Società.
Quando si
constata che l'onere fiscale viene scaricato sulla struttura produttiva, e
quindi sui Prezzi, si capisce che l'inflazione non è un male naturale ma che
invece deriva da tale metodo impositivo.
Per chi voglia
beneficamente riformare le moderne
Società, il primo problema da affrontare è quello fiscale, dal lato della sua
compatibilità con i moderni metodi di Produzione e consumo, e non già quello di
concentrarsi sui metodi per renderlo sempre più coercitivo e severo.
In altri
termini occorre abbandonare la dogmatica
fiscale.
Ogni Comunità
umana ha necessità di darsi una organizzazione statale sia per proteggere i
propri componenti da ogni forma di possibile sopraffazione, sia per realizzare
la Solidarietà, senza la quale non è
possibile alcuna Giustizia.
Tale
organizzazione ha un costo economico
e quindi necessita di Denaro, che deve essere reperito prelevandolo in qualche
modo dalla Comunità.
Tralasciamo
per il momento il problema della misura di tale prelievo, che può facilmente essere
calcolato partendo dalle finalità di una corretta impostazione statale, e
concentriamo la nostra attenzione sul problema del metodo corretto di tale
prelievo.
Il contenuto
del 1° Postulato cioè che " il Denaro è il beneficiario del libero Mercato. ", ci porta subito a
concludere che il prelievo fiscale va effettuato sulla Massa Monetaria della
Comunità.
Con ciò il
Denaro diviene anche formalmente, quello che sostanzialmente è sempre stato,
cioè il rappresentante del reddito, comunque conseguito nel tempo, dai suoi detentori.
Ciò può
facilmente realizzarsi, annualmente, dopo avere adeguatamente determinato una
percentuale di prelievo, attraverso il
sistema Bancario da un lato e dall'altro con il rinnovo annuale del Denaro cartaceo.
Tale metodo
opera su parametri definiti e non dà luogo ad alcuno degli inconvenienti dell'attuale
sistema.
In Italia,
partendo dalla constatazione che la Massa Monetaria è di circa 7 Milioni di
Miliardi, si può facilmente calcolare che, con una modesta percentuale di
prelievo annuale. è possibile reperire il fabbisogno
monetario dell'amministrazione pubblica per le proprie ordinarie esigenze di spesa e per la Solidarietà.
Tale forma di
prelievo libererà il settore produttivo dagli oneri fiscali, con formazione corretta dei Prezzi, ed ogni
Cittadino non sarà più costretto ad ingaggiare annualmente una vera spossante
lotta con il Fisco.
L'unica
concreta forma di sicurezza economica sociale, compensativa degli inconvenienti,
che possono derivare al singolo Essere Umano, dal contenuto del 3° Postulato, è
quella del Reddito di Cittadinanza
generalizzato, da accreditare mensilmente da un organo centrale pubblico,
che potrà essere quello di emissione, cui facciano capo tutti i prelievi e
tutti i versamenti a fini sociali.
L'entità della misura, uguale per tutti,
del Reddito di Cittadinanza, sarà
determinata periodicamente da appositi Consigli,
rappresentativi della realtà sociale.
Tale misura
dovrà, comunque, essere tale che consenta la
dignitosa sopravvivenza di ciascuno,
indipendentemente dalla situazione soggettiva rispetto al libero Mercato.
Con tali
provvedimenti la dialettica sociale potrà realizzarsi su base di reale Libertà
individuale e la disoccupazione non sarà più uno spettro pauroso.
In tal modo
chi vorrà ,avrà il tempo di riqualificarsi costantemente per adeguarsi al
mutare delle esigenze del libero Mercato.
Lo
smantellamento delle attuali strutture fiscali, previdenziali ed assistenziali,
rese superate dall'istituzione del Reddito di Cittadinanza, sarà attuabile
senza traumi, nel rispetto dei diritti maturati, con liberazione di grandi
quantità di Cittadini che potranno liberamente orientarsi verso impieghi produttivi
e quindi soddisfacenti.
In tale quadro
muterà anche la filosofia del lavoro che, da unico mezzo di sopravvivenza, diverrà
fonte di libera auto realizzazione, e quindi di soddisfazione, cancellando per
sempre dalla Terra tutte le forme residue di asservimento e di condizionamento
delle volontà individuali.
Ciò sarà reso
possibile dalle immense risorse procurate all'Umanità dalla Scienza, dalla Tecnologia,
dal Sacrificio di varie generazioni e
dal Libero Mercato.
Ladispoli 4 Dicembre 1996
Ora che, a seguito del lancio della ADNKRONOS del 19 Ottobre
1996, relativo alla mia fortunata scoperta dell’Algoritmo per la soluzione
delle equazioni digrado "n", si è avviato un notevole interesse dei
Media per tale scoperta e conseguentemente per la mia persona, è opportuno che
io fornisca una serie di informazioni oggettive sulla mia vita.
Sono nato a Menfi in provincia di Agrigento il 20 Luglio del
1931 da una famiglia di Imprenditori edili.
Ho avuto la fortuna di avere due genitori eccezionali.
Mia madre, Maria Piazza (26 11 1908 -10 12 1985) era una
donna che univa ad una immensa bontà e semplicità d’animo una fermezza di fede
che non le è mai venuta meno in tutta la sua vita.
Mio padre, Calogero Bellia (2 12 1903 - 2 10 1994) era un
uomo creativo e proiettato nel futuro.
Nel campo dell’edilizia ha, fin dalla sua gioventù, mostrato
un grande talento di cui sono testimonianza le importanti opere da lui realizzate.
Mio nonno materno, Cristofano Piazza (21 8 1878 - 13 3 1965)
era dotato di una grande dolcezza oltre che di notevoli capacità imprenditoriali,
coronate da successo.
Anche gli altri parenti mi amavano ed erano da me riamati.
Ricordo anche Suor Alessandrina dell’asilo, la Maestra
Clemente della prima e seconda elementare ed il caro Maestro Giuseppe Genovese,
amante della Matematica, fino alla quinta classe.
Ricordo con grande affetto una miriade di altre persone ed
amici che sono vivi nella mia memoria, che non posso citare perché i soli nomi
riempirebbero un gran numero di pagine.
Un particolare ricordo ho della Professoressa della prima
media (1941-1942) del Tommaso Fazello di Sciacca il cui cognome mi dicono sia
Fauci e che spero di potere presto incontrare.
Il suo giudizio sulla pagella ha reso particolarmente felice
mio padre: "È avido di conoscere e di apprendere. Ha mostrato spiccate tendenze
per la Matematica. È buono ed amico con tutti."
Ho anche un bel ricordo del Professore di Matematica di cui
purtroppo non ricordo il nome e del caro "don" Michelino De Gregorio
che ci teneva a pensione in un appartamento della salita in cui vi era il
Tommaso Fazello.
Tra i pensionanti ricordo l’attuale Generale Tavormina,
scuro di carnagione e con due grandi occhi intelligenti.
A Sciacca ho frequentato la prima e la seconda media e mi è
rimasta nel cuore per il carattere allegro dei suoi abitanti e per le bellezze
naturali.
Ricordo i cari parenti Di Carlo e mio zio Liborio
Monteleone, imprenditore del settore trasporti, che ho avuto affettuosamente e
simpaticamente vicino negli ultimi anni della sua vita.
Molti altri mi sono presenti.
Ho frequentato la terza media a Menfi e ricordo tutti i cari
compagni ed il professore di lettere Giacomo Alongi da tutti affettuosamente
chiamato "Giacumineddru" e che ho avuto l’immenso piacere di
abbracciare nella mia visita a Menfi del 18 e 19 Novembre in occasione dei
festeggiamenti che hanno voluto dedicarmi.
Negli intervalli scolastici mi davo un gran da fare con gli
amici che ancora ricordano, con me, le nostre avventure.
Ricordo affettuosamente, in rappresentanza di tutti il caro
Sasà Barbera che mi è stato amico e compagno, dall’asilo alle medie, ed oggi affettuosamente
a me vicino e parente, avendo sposato la mia cara cugina Susanna Bellia.
Molti ricordano una mia precoce impresa industriale (avevo
circa 11 anni) consistente nel costruire a domicilio, con quel che trovavo in
casa, dei piccoli apparecchi elettrolitici che avevano due piastrine che
strofinate con un pennello di fili di rame avvolto di cotone e intinto nella
benzina, generavano delle scintille producendo una fiamma.
Allora scarseggiavano, per la guerra, gli zolfanelli e la
gente mi pagava con delle uova che portavo trionfante alla mia cara mamma che
era orgogliosa, nella sua ingenuità, di questo figlio "inventore" e
ciò la ripagava in parte delle apprensioni che la mia vivacità le provocavano.
Gli amici ed io ancora ricordiamo molte altre imprese
fantasiose che tenevano allegro il Paese, salvo quella volta che giocando con
archi e frecce di stecche di ombrelli ci divertivamo a provocare scintille
elettriche sui fili, nelle vicinanze dell’unico cinema del Paese e ci siamo
divertiti finché non si sono spalancate le porte del cinema ed un fiume di persone
è uscito per tornare pazientemente a casa: la proiezione non poteva continuare
per interruzione dell’energia elettrica.
Non ricordo conseguenze spiacevoli: tutti ci volevano bene e
ci sopportavano.
Mio padre, - che era socio de "LA Misuratina", una
società edilizia in Tripolitania, dove tra l’altro aveva costruito la grande
cantina sociale del Conte Volpi di Misurata - , rientrato a causa degli eventi
bellici ed impegnato nella costruzione della scuola paracadutisti di Tarquinia,
in una sua visita a Menfi, mi ha proposto di andare con lui, anche perché mia
madre e mio nonno, con tutto il loro affetto, non riuscivano più a tenermi a
freno.
Io accettai con un entusiasmo superiore agli importantissimi
affetti da cui mi accingevo ad allontanarmi.
Era l’autunno del 1943 ed io avevo 12 anni.
La corriera della ditta Gallo di Sciacca dava inizio al mio
viaggio verso il futuro.
Dopo varie peripezie, per lo stato delle ferrovie a causa
della guerra, arrivammo a Tarquinia dove completai la terza media e poi frequentai
il primo ed il secondo anno del liceo scientifico, tenuto dai frati
francescani, di cui ricordo il mio "maestro" di latino, padre Augusto
Carboni e il preside padre Cherubino Sericoli.
Strappato agli affetti della mia Menfi ho iniziato a
formarmi nuove amicizie e tra tutte, particolarmente cara mi è quella
dell’ottimo Marcello Catarcini, che anni dopo ho rincontrato farmacista a Viterbo.
Tempo fa mi hanno detto che è morto, ma Marcello è sempre
vivo nel mio cuore come in quello dei suoi cari.
A Menfi cominciava a manifestarsi il mio interesse per le
fanciulle e a Tarquinia si definiva sempre più con qualche tentativo di avvicinamento.
Ricordo le mie discussioni con Marcello in cui entrambi
affermavamo la nostra concezione idealistica della vita e in cui la donna
assumeva il simbolo della Bellezza e della Virtù.
Insomma, eravamo degli stilnoviani e disprezzavamo quelli
che chiamavamo, con un nostro fantasioso termine, "carnitanghi".
Noi privilegiavamo le gioie dello Spirito che cercavamo
anche nelle sue manifestazioni materiali.
Dall’architetto Luigi Borin, socio di mio padre a Tripoli e
a Tarquinia ho avuto in dono il libro di Giuseppe Mazzini I DOVERI DELL’UOMO da
cui ho appreso il caldo amore verso la Patria.
Quando in Tarquinia cominciavano a spuntare le nuove radici
affettive, nel 1946 sono stato iscritto a frequentare il 3° liceo scientifico
al Cavour di Roma.
Ancora una volta la Sorte è stata benigna con me e mi ha
dato l’agio di abitare a Roma, in Via Nazionale 172, all’attico, di fronte a
villa Aldobrandini, presso la cara signorina Rosina Rulli, pensionata dell’INA.
La signorina Rulli era parente di Numa Bini, amico di mio
padre dai tempi del suo servizio militare a Roma e nel frattempo purtroppo deceduto.
Sono stato seguito ed accudito amorevolmente e poi sono
stato raggiunto da mio padre e da mia madre, che nel frattempo era arrivata a
Tarquinia con mio fratello ed abitavano in piazza S. Giovanni.
Dalla Signorina Rulli ho ricevuto in dono LE MIE PRIGIONI di
Silvio Pellico, un libro che porto sempre con me e le cui parole conclusive continuo
ancora oggi a meditare "Ah! delle passate sciagure e della contentezza
presente, come di tutto il bene ed il male che mi sarà serbato, sia benedetta
la Provvidenza, della quale gli uomini e le cose, si voglia o non si voglia,
sono mirabili stromenti ch'ella sa adoprare a fini degni di sé.”
A Roma era un po’ più difficile mettere radici e le amicizie
restavano superficiali.
Anche di questo sono grato al Destino, perché da tale
circostanza è scaturita la mia necessità di guardare in me stesso per trovare
il mio orientamento autonomo nella vita cercando tutte le fonti culturali
capaci di aiutarmi.
Nel 1949 ho conseguito la maturità scientifica e non ho
potuto iscrivermi all’università per malintesi con mio padre e con la signorina
Rulli, malgrado l’intervento del caro Don Carlo Cingolani, disposto ad aiutarmi.
Dopo ho capito che, anche a questo proposito, il Destino
lavorava per il mio bene.
Trovatomi un lavoretto, dopo due anni mi sono iscritto a
Ingegneria, ma prima della fine del biennio mi sono ritirato in quanto non
riuscivo a ricavare da tale tipo di studi quell’appagamento interiore cui il
mio essere anelava, in ciò aiutato da una esperienza affettiva che mi aveva
maturato.
Da questo momento inizia il mio confronto personale con la
Vita svolto su due piani.
Da un lato il lavoro, per assicurarmi i mezzi di
sopravvivenza e dall’altro gli approfondimenti culturali, per rispondere ai
bisogni di conoscenza della mia Anima; dall’altro ho cercato e avuto grandi
Maestri, vivi e defunti, e li ho studiati e venerati.
Dal 1952 al 1959 mi sono impegnato in tre direzioni.
Da un lato ho cercato di ampliare la mia cultura
frequentando la Biblioteca Nazionale di Roma, che allora era in Via del
Collegio Romano, frequentando un gruppo di amici, che incontrati successivamente
hanno tutti mostrato una grande nostalgia per quei tempi.
Il mio interesse andava dalla filosofia alla antropologia e
alla scienza trovando in quella biblioteca tutti i libri capaci di venirmi incontro.
Ho provato a leggere anche Woodhouse ma mi è stato reso
impossibile dal fatto che gli improvvisi e irrefrenabili scoppi di risate, provocate
dalla lettura, non si conciliavano con l’atmosfera di silenzio e di
raccoglimento della saletta del secondo piano, così che dovevo interrompere la
lettura dopo poche pagine, simulando attacchi di tosse.
Tra un gruppo di amici, che erano impegnati politicamente,
ho cercato di portare la serietà culturale di Mazzini, senza troppo successo
così che finimmo per separarci.
È di quel periodo il mio incontro con Massimo Scaligero,
maestro di saggezza, con il quale mi incontravo a Porta San Pancrazio in una
atmosfera seria e gioiosa allo stesso tempo.
I nostri incontri non erano frequentissimi ma siamo rimasti
interiormente legati e mi raccontano che Massimo, ogni tanto, raccontava di
episodi esilaranti che mi vedevano protagonista.
Massimo oltre che maestro mi è stato sincero amico.
Alternavo tali periodi aiutando mio padre nei cantieri in
cui era impegnato apprendendo l’arte del costruire.
Dopo l’intervallo del servizio militare mi sono impegnato
nel completamento dell’Istituto delle Suore della Provvidenza, alla Pineta
Sacchetti, dove ho avuta vicina una luminosa figura di suora, Madre Flavia,
sorella di un Senatore, con la quale si discuteva della realizzazione delle
direttive dell’ingegnere Hoerner, avendola sempre solidale.
Considero un dono del Destino questo incontro che mi ha
fatto bene all’anima e il cui ricordo mi accompagnerà per sempre.
Contemporaneamente portavo avanti un mio progetto di una
calcolatrice tascabile , da me brevettata e realizzata in forma di prototipo, basata
sui bastoni di Nepero, da me riscoperti e successivamente prodotta e messa in
commercio con il nome di Eulog.
È anche di tale periodo un mio viaggio a Milano chiamato da
Emilio Lagomarsino cui avevo sottoposto una mia idea per una calcolatrice che
sostituisse alle trasmissioni meccaniche quelle elettriche.
Si trattava dell’idea dei personal computers che ancora non
erano nati.
A quell’incontro ha partecipato un certo Sig. Savi che
ricordo con simpatia.
Ho inviato la mia idea anche alla Olivetti che mi ha
risposto invitandomi a depositare il brevetto.
In tale periodo ho lavorato come disegnatore alla CTIP, con
l’Ing. Cannata e con il Sig. Giubilei, nel reparto Strutture, dove si progettavano
raffinerie.
Usavamo degli "standards" della Esso ed io ho
aggiunto un mio "standard" che facilitava il controllo dei fori di
base delle scale delle passerelle.
Credo che questo standard sia ancora in uso.
Questo periodo si conclude con l’incontro con l’ingegner
Francesco Nuti (1897 - 1987) cui mio padre mi aveva raccomandato, durante la
costruzione delle importanti ville della Minerva Vita, in via del Giordano in
Roma.
Avendomi l’ingegner Nuti mandato a Catania a ristrutturare
degli uffici della Trinacria Assicurazioni, in piazza Stesicoro, ( Via Neve) ,
e avendo visto che in pochi mesi avevo portato a termine brillantemente il
lavoro, mentre in un primo tempo mi aveva prospettato di farmi realizzare un
albergo a Udine, visto il mio modo di lavorare mi ha portato con sé a Roma,
lasciandomi, negli uffici di via Sistina, letteralmente la sua scrivania in cui
vi erano le pratiche immobiliari da lui personalmente curate.
Nel periodo dei lavori a Catania, 1958, mi ero sposato.
Mi sono trovato sulle spalle il patrimonio immobiliare di
Roma del Gruppo Minerva.
Il mio compito era quello di incrementare il valore degli
immobili e di metterli a reddito.
Ho iniziato ristrutturando gli appartamenti di Via Sistina e
di Via Genova, trasformandoli in mini-appartamenti, su due piani, data
l’altezza dei soffitti.
Il mio nuovo ufficio era in Via di Torre Argentina, nella
ricostruita biblioteca che era stata del Ministro Sidney Sonnino ed in cui fu
firmato il Patto di Londra.
L’ingegner Nuti era a un capo del salone di 11 metri ed io
all’altro capo, con la segretaria in comune.
Il mio rapporto con lui era come quello di un figlio con un
padre e lui ricambiava questo sentimento e come padre e figlio si litigava
spesso per difendere le proprie tesi tecniche.
Dopo quattro anni e mezzo di lavoro ho dato le dimissioni,
perché nell’Amministrazione si era creata un’atmosfera eccessivamente pesante a
seguito di dubbi sulla mia correttezza nella gestione del patrimonio.
Ho lasciato la possibilità che controllassero con calma la
mia gestione e con l’ingegner Nuti siamo rimasti amici fino al giorno della Sua
morte (1987) in cui ci dovevamo incontrare per avviare un progetto di
costruzione di ospizi per anziani.
Coltivo l’illusione che se fossimo riusciti a incontrarci
l’entusiasmo del lavoro lo avrebbe rianimato.
Ricordo una scena - eravamo alla fine degli anni ’70 -,
durante il completamento dell’albergo di via del Bufalo - che sbocca in piazza
San Silvestro in Roma - che avevo accettato di ultimare su sue pressanti richieste.
Scendevamo le scale discutendo animatamente su un
"pavimento" - lui toscano e io siciliano - circondati da funzionari
del gruppo assicurativo, quando l’ingegner Nuti sospende improvvisamente il
diverbio e rivolto alle persone che ci circondavano dice: "non fateci caso
io a lui voglio bene come a un figlio", e noi potemmo così,
tranquillamente, continuare la nostra animata discussione.
Ho voluto bene all’ingegner Nuti non come da figlio a padre
ma come da padre a figlio e l’ho sempre aiutato ogni qual volta ha avuto bisogno
di me.
Lo sento sempre vicino.
Innumerevoli eventi della mia vita sono legati alla persona
dell’ingegner Nuti.
Lasciato il gruppo assicurativo Minerva - 1963 - (L’ho mai
veramente lasciato? Visto che periodicamente l’ingegner Nuti mi chiamava a
risolvere qualche problema.), ho iniziato l’attività di Costruttore realizzando
svariati fabbricati, in Ladispoli e in Fiumicino, interamente progettati da me
- anche per le strutture in cemento armato -, varie importanti Ville in Casal
Palocco e in Fiumicino, con la firma dell’ingegner Zenobi.
Verso la fine degli anni ’70, stanco di combattere con la
burocrazia comunale, tramite una mia trasmissione in una radio privata di cui
ero comproprietario, conobbi il Prof. Dragoni e rilevai la sua società Drag-on
che produceva saldatrici elettrolitiche e vitreotomi per operazioni agli occhi
sperimentati dal celebre prof. Strampelli.
Mi sono reso conto che il rendimento energetico delle
saldatrici era di appena il 25% ed ho iniziato a progettare un mio modello di
cella elettrolitica con rendimento superiore al 90%.
Nel 1979 ho voluto darmi una pausa di riflessione per
prendere posizione nei confronti della vita sociale che diveniva sempre più
complicata.
Ne è risultato un mio saggio intitolato LA VIA D’USCITA
pubblicato con lo pseudonimo di Nicola Benigi.
Per anni ho prodotto e venduto le mie saldatrici, molte
delle quali sono ancora in funzione.
Ma la mia innata ricerca della perfezione mi ha portato a
realizzare decine di versioni di tale saldatrice, che è stata anche prodotta e
venduta oltre che dalla Drag-on S r l di mia proprietà, dalla VISCOBELL S p a
di Bari di cui ero socio.
Realizzato il massimo possibile con la VISCOBELL, a seguito
di un incontro a Rimini con Ferruccio Ferrari, prendo una "cotta" per
la batteria al piombo da questi realizzata.
Prendo in mano la cosa e realizzata l’interpretazione
scientifica del motivo per cui tale batteria manteneva nel tempo integri i suoi
elementi, lancio tale prodotto, nel frattempo brevettato, col nome da me creato
di LITOBATTERIA.
Ne parlarono il Corriere della Sera (Mezza pagina
dell’edizione del Giovedì.), Panorama e altri giornali.
Organizzai una conferenza stampa nella bella e gioiosa
atmosfera di Rimini per diffondere ulteriormente la notizia.
Si ebbero degli ottimi riscontri.
Entrò subito in fibrillazione il settore italiano della
produzione di batterie al piombo.
Avevo diffuso la notizia che non si rilasciavano licenze, ma
che i trattamenti degli elementi dovevano essere fatti presso un nostro
stabilimento e con una apparecchiatura progettata da me e attuata rapidamente.
Giustamente l’associazione dei costruttori di batterie al
piombo ha fatto quadrato per non subire questa imposizione.
Nel frattempo chiedevo aiuto finanziario ad un importante
Personaggio di San Marino e cedevamo parte dei nostri diritti.
Qui la gestione amministrativa ha fatto delle mosse che io
non condividevo e mi sono ritirato facendomi liquidare la mia parte.
Dopo la mia uscita venivano commessi degli errori ed il
tutto venne chiuso.
Il tutto sarà ripreso quando le condizioni sociali italiane
lo permetteranno.
Ho dato e do’ tanta importanza a questo prodotto in quanto
lo ritengo idoneo a consentire il passaggio alla trazione elettrica e anche ad
un enorme risparmio elettrico a seguito dell’impiego di pacchi di batterie con
inveters negli appartamenti, per ripartire il prelievo nell’arco delle 24 ore e
non nelle sole ore di punta.
Tornai a Roma nel 1989 e creai un mio studio-laboratorio in
Ladispoli, in un fabbricato in passato da me costruito.
Perfezionai la mia saldatrice portandola alla dimensione di
un cubo di 50 centimetri di lato e ne preparai 200 esemplari da destinare a noleggio.
Contemporaneamente mi resi conto che in Italia non era più
possibile avviare qualsivoglia impresa economica e rivolsi la mia attenzione
agli aspetti teorici della questione sociale e alla matematica.
In questo secondo settore ho ottenuto l’insperato risultato
di trovare la soluzione delle equazioni di grado "n".
Ho dimenticato di dire che nel 1973 ho trovato le formule di
progetto dei pilastri pressoinflessi.
Ho pure dimenticato di dire che io programmo i computers fin
dall’uscita del primo PC Olivetti ( Primo al mondo.) e con uno di tali PC, alla
fine degli anni ’70 ho realizzato un programma per la progettazione delle
strutture in cemento armato che partendo dall’introduzione dei dati dello
schema geometrico di esse, in 20 minuti forniva i progetti esecutivi dei suoi
elementi , pronti per i ferraioli e i carpentieri.
La mia lunga esperienza di software mi ha permesso di realizzare
il programma derivato dal mio Algoritmo, per la soluzione istantanea delle
equazioni di grado "n".
Ho scelto di fornire gratuitamente programmi e formule.
Oggi sono pienamente appagato e voglio ricambiare la
benevolenza della Vita dedicandomi sempre più ad aiutare il progresso della
Cultura nei vari campi dello scibile in cui mi sono cimentato, spesso con successo.
Tutti gli eventi e i Personaggi della mia Vita vanno visti
alla luce di questo mio cammino di Conoscenza e di Servizio.
Il mio lavoro è e sarà reso pubblico sulla mia Home Page in
Internet http://www.bellia.com
(Nota:
La Dottoressa Parrinello ha tradotto il contenuto dei miei appunti biografici
in benevolo ed enfatico stile giornalistico, la cui efficacia, con quella del
TG2, TG3, TELEVIDEO, GIORNALE DI SICILIA, è testimoniata dalle 9.400 visite
alla mia pagina in INTERNET ad oggi, 13 Luglio 1997. Grato per tale
benevolenza, tuttavia ribadisco che il mio pensiero sull’argomento è quello del
testo dei miei Appunti Biografici dell’appendice 1. Nicolò Giuseppe Bellia )
* * *
Dopo una vita dominata dalla passione per le invenzioni e la
ricerca, il signor Bellia, pensionato siciliano, 65 anni, sostiene di aver
scoperto la soluzione delle equazioni all'ennesima, riuscendo là dove avevano
fallito i più illustri matematici della storia, dal celebre Tartaglia fino a
Isacco Newton.
Di DELIA
PARRINELLO - foto di mike Palazzotto
Equazioni di grado superiore al quarto? Risolte. Trovata la
formula che ha fatto dannare i grandi matematici del passato. Al traguardo
arriva un pensionato che applica la "matematica della volontà" e
sostiene di avere sbaragliato i migliori cervelli che nei secoli si sono
arrovellati intorno a questo interrogativo: come è possibile trovare le cinque,
sei, venti, "n" soluzioni di un'equazione rispettivamente di quinto,
sesto, ventesimo, ennesimo grado? «E' impossibile», hanno detto i grandi
scienziati, da Cardano a Tartaglia, a Newton, ad Abel.
Ma Nicolò Giuseppe Bellia, 65 anni, nato a Menfi
(Agrigento), residente a Ladispoli, costruttore in pensione, dice di aver
trovato la formula: un procedimento di calcolo che risolve le equazioni di
grado "n".
La matematica
ufficiale finora lo ignora, non prende atto della sua scoperta. Ma a Bellia poco
importa: «Per me parlano i fatti: datemi una qualsiasi equazione, applicate le
mie formule, e troverete le soluzioni reali, provare per credere. Di fronte
alle soluzioni, verificabili, cos'altro c'è da aggiungere?».
Deciso a non
chiedere riconoscimenti ufficiali, il matematico autodidatta e senza laurea,
che ha lavorato per trent'anni ed è riuscito dove si erano arresi i grandi
nomi, adesso regala a tutti le sue "formule Bellia". Le potrete,
infatti, trovare su Internet alla pagina http://www.bellia.com Sono a
disposizione di tutti: studenti, professori, curiosi. «Nel giro di pochi giorni
ho avuto migliaia di contatti e di richieste, ho consegnato circa novecento
programmi. Basta entrare nella pagina, digitare il proprio nome e cognome, e si
riceverà per posta elettronica il programma di soluzione. Non mi interessa
vendere le mie formule, i miei teoremi, li offro a quanti li chiedono per uso
personale o per scopi didattici, a me basta la soddisfazione di sapere che il
mio prodotto serve, che viene usato. La matematica ufficiale? Sa dove trovarmi,
ma finora mi sento intorno un'aria di sufficienza: ho inviato le formule alla
rivista Calculus di
Pisa e non ho avuto risposta».
Equazioni di grado
"n", bestia nera da secoli. Al centro di contese matematiche, sfide,
furti di idee, liti e ripicche. Siamo nel 1535, e in quel momento gli studi
sono fermi alla soluzione delle equazioni di primo e secondo grado. È il
"grande balbuziente" bresciano Niccolò Fontana, soprannominato Tartaglia,
che, in occasione di una sfida matematica con Giovanni Maria Fiore, dimostra di
essere arrivato alla soluzione dell'equazione di terzo grado. Ma Tartaglia
commette un errore: si lascia sfuggire una parte della regola parlandone in
confidenza e sotto il vincolo del segreto con Gerolamo Cardano, altro
scienziato del tempo, pavese.
Uno sgambetto fra matematici e dieci anni dopo, nel 1545,
Cardano pubblica il suo Ars Magna in cui appare per la prima volta non solo la
formula di soluzione delle equazioni di terzo grado, ma anche quella delle
equazioni di quarto grado scoperta da un suo allievo, Ludovico Ferrari. La polemica esplode feroce. Tartaglia parla di
furto, nega originalità alle soluzioni dell'ex amico (definite
"cardaniche"), difende la priorità della sua scoperta.
Comunque sia, la
prima metà del Cinquecento vede le equazioni risolte fino al quarto grado. Da
allora c'è uno stop.
Il quinto grado
sembra insormontabile. Ci studiano in tanti, nel primo Settecento si fa avanti
perfino il signore della gravitazione universale, Isacco Newton. Nulla di
fatto. Passa un secolo, l'ultima parola la dice nel 1824 il norvegese Niels
Abel, che mette fine alle ricerche dimostrando l'impossibilità di risolvere le
equazioni di grado superiore al quarto.
Il caso equazioni sembra chiuso, fino a quando non compare
Nicolò Giuseppe Bellia, che con Newton qualcosa in comune ha: l'abilità nella
costruzione di giocattoli e strumenti meccanici. A undici anni costruisce
accendini a domicilio con quel che trova in casa: «C'era la guerra», ricorda,
«scarseggiavano gli zolfanelli, la gente mi pagava con uova che portavo
trionfante a mia madre». A dodici anni, giocando ad archi e frecce con le
stecche degli ombrelli, mira ai fili elettrici, si diverte a provocare
scintille e fa piombare il buio nell'unico cinema di Menfi. E' il 1943, la
famiglia Bellia si trasferisce nel Lazio al seguito del padre costruttore;
Nicolò legge, studia, lavora, costruisce edifici con il padre, realizza una
calcolatrice tascabile, la brevetta, «basata sui bastoni di Nepero da me
riscoperti e successivamente prodotta e messa in commercio con il nome di
Eulog». Produce e vende saldatrici, è il pioniere del passaggio dalle batterie
al piombo alla "Litobatteria". Programma computers «fin dall'uscita
del primo PC Olivetti» e con uno di tali PC, negli anni '70, realizza un
programma di progettazione delle strutture in cemento armato che «in venti
minuti forniva i progetti esecutivi dei suoi elementi, pronti per ferraioli e
carpentieri».
Lavora alle equazioni, ma soprattutto sogna quello che conta
di realizzare intorno al Duemila: un cuore per auto «motore rotativo senza
attrito e lubrificazione, che scoppia a pressione atmosferica e non dà ossido
di azoto».
Chiodo fisso, fin da ragazzino, le imprendibili equazioni di
grado "n". Fogli e fogli di prove, calcoli, tentativi, notti di
studio, poi l'intuizione, «partendo dall'impossibilità teorizzata da Abel, ho
applicato la matematica della volontà, ho immaginato una generica equazione in
un sistema di assi e mi sono detto: se riesco con le mani a farla passare per
l'origine degli assi, la quantità di spostamento è la prima soluzione....
Questo l'inizio del ragionamento. Quando ho capito di essere vicino alla
vittoria sono rimasto una settimana imbambolato, forse avevo toccato una vetta
irraggiungibile, mi svegliavo la notte e mi dicevo: io dopo Abel.
Delia
Parrinello