Il Progetto “Fiscalità Monetaria”, - dopo il fallimento dello Statalismo , sia marxista che capitalista - , consentirà il passaggio al Libero Mercato. Permetterà inoltre: di estinguere il Debito Pubblico, di istituire il Reddito di Cittadinanza, di ristrutturare lo Stato e di raddoppiare il potere d’acqui-sto dei ricavi da lavoro. Si avrà così una rapida e forte ripresa del Mercato, nonché dell’Occupa-zione. Ciò sposterà l’attenzione del Singolo dalla sfera materiale a quella culturale.

Le idee esposte sono state trasmesse a importanti Personalità pubbliche di vario orientamento politico. Alcune hanno risposto con lettere di apprezzamento e con la trasmissione dei documenti a Commissioni di studio di importanti Ministeri Statali.

 

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Nicolò Giuseppe Bellia


 

 




LA FISCALITÀ MONETARIA

Dallo Statalismo al Libero Mercato nella Sicurezza

 

- I Cittadini pagano le tasse due volte.

- Il valore del denaro è dimezzato dal Fisco.

- L’introduzione della Fiscalità Monetaria.

- Raddoppio del potere d’acquisto dei Redditi.

- Restituzione del Debito Pubblico.

- Ristrutturazione dello Stato.

- Il soffocamento burocratico delle Aziende.

 

Ogni aggravio dei costi delle Aziende deve essere integralmente scaricato sui prezzi dei prodotti.

Tutti gli oneri statali - fiscali, previdenziali, burocratici, ecc. - vanno a finire, con gli altri costi di produzione, sui prezzi di mercato.

 

I Cittadini pagano le proprie tasse due volte: una prima volta sul Reddito, col criterio della progressività costituzionale, e una seconda volta, nei prezzi, senza criterio di progressività ed inoltre pagano tutte le tasse sopportate dalle Aziende, tutti gli oneri previdenziali, nonché l’IVA.

Ciò oltre ad essere assurdo è anche una violazione del dettato Costituzionale.

Ma ancora non basta!

 

Siccome il valore del denaro dipende dal livello dei prezzi delle merci, ne deriva che tale valore è ridotto a causa della incidenza degli oneri statali sui prezzi.

L'attuale sistema fiscale distrugge quindi quasi il 50 % del valore dell'intera Massa Monetaria, che in Italia è di circa 7 milioni di Miliardi di lire, e dimezza il potere d'acquisto dei compensi da lavoro.

Tali distruzioni non hanno contropartite positive.

Occorre chiedersi: vi sono delle alternative?

Il rapporto tra l'attuale gettito fiscale annuale e l'intera Massa Monetaria è di circa l'8 %.

 

Se si prelevasse l'attuale fabbisogno fiscale, direttamente dalla Massa Monetaria, nella misura dell'8 % annuo, vi sarebbe la possibilità teorica di sostituire tutte le attuali imposte e prelievi vari.

Tale prelievo dovrebbe essere effettuato sui depositi bancari e con l’istituzione di una moneta cartacea recante l’anno di emissione, per la corrispondente “tosatura annuale” dell’8 %.

 

Ma questo cosa provocherebbe?

Il dimezzamento dei prezzi dei prodotti e dei beni italiani!

 

A seguito di ciò i precedenti ricavi e la Massa Monetaria raddoppierebbero di valore, con evidente privilegio nei confronti dei nuovi prezzi dei prodotti e dei beni.

Ciò imporrebbe il prelievo, a favore della Comunità Nazionale, del 50 % della Massa Monetaria, cioè 3 milioni e 500 mila miliardi di lire!

 

Con tale somma potrebbe essere restituito il Debito Pubblico con un avanzo di 1 milione e 500 mila miliardi di lire circa. (Oltre i ricavi da Privatizzazioni.)

Tale avanzo sarebbe disponibile per coprire le spese di ristrutturazione dello Stato, conseguenti al tipo di riforma ipotizzata.

L’acquisito vantaggio dei prezzi dei prodotti italiani, rispetto a quelli degli altri Paesi, imporrebbe di rivalutare la nostra moneta del 100 %.

Nota:   Le Aziende sane temono gli inasprimenti fiscali solo se, a causa della concorrenza estera, non li possono scaricare sui prezzi.
L’evasione fiscale, salvo casi delinquenziali, spesso è l’unico mezzo di sopravvivenza di Aziende, ormai fuori mercato
.



La quota, precedentemente destinata al pagamento degli interessi sul debito pubblico, sarebbe ampiamente sufficiente a fornire un Reddito di Cittadinanza mensile, dalla nascita alla morte, a tutti i Cittadini, per la loro dignitosa sopravvivenza materiale (Sicurezza Economica).

Con l'istituzione del Reddito di Cittadinanza la disoccupazione non sarebbe più una prospettiva drammatica.

Le scelte di lavoro avverrebbero non più sotto la spinta delle esigenze primarie, ma in vista di fini individuali di ordine superiore (Vocazioni).

 

Con ciò sarebbe realizzata in pieno la tanto invocata Solidarietà, e ciascun Cittadino diverrebbe responsabile verso se stesso.

Con l'istituzione del Reddito di Cittadinanza diverrebbero superflui tutti gli attuali Enti Previdenziali ed Assistenziali.

Poiché tale tipo di nuova fiscalità sarebbe completamente automatica, ne deriverebbe la conseguenza della necessità dello smantellamento delle precedenti strutture fiscali, previdenziali ed assistenziali.

Gli oneri delle liquidazioni del Personale licenziato, sarebbero sostenibili attingendo dall'avanzo di cui si è detto sopra.

Tale Personale, godente del Reddito di Cittadinanza, fluirebbe adeguatamente verso nuove occupazioni produttive.

Va rilevato che l'onere fiscale sulla Massa Monetaria sarebbe, in parte compensato dalla mancanza di inflazione, in parte dalla continua diminuzione dei prezzi per effetto del progresso tecnologico e della concorrenza, nonché dalla acquisita stabilità sociale.

L'avvicendamento delle Imprese produttrici avverrebbe, infatti,  per  ragioni  di  miglioramenti tecnici e riduzioni dei prezzi, con continuo beneficio degli Acquirenti e del valore del denaro.

Questo sarebbe il vero Libero Mercato governato dalle libere scelte dei Compratori.

Tali scelte sarebbero veramente democratiche in quanto, in ogni scambio, vi sarebbe un perfetto bilanciamento delle convenienze, ed il possesso del denaro diverrebbe misura dei servizi economici resi. In un simile contesto i cosiddetti Padroni diverrebbero Servitori e la Sovranità sarebbe tutta realmente nelle scelte dei Cittadini Consumatori.

L' Organizzazione statale avrebbe la funzione della tutela e reintegrazione dei diritti, secondo quanto previsto dai Codici.

Si può pensare che i Giudici dovrebbero essere elettivi, con mandati a termine.

Nella visione sociale prospettata, l'attività legislativa dovrebbe riguardare soltanto quanto riguarda l'attuazione progressiva dei principi della Scienza del Diritto.

Dovrebbe esistere la Proibizione Costituzionale di legiferare in campo economico.

Con ciò l’acquisizione del denaro avverrebbe in assenza di ingiusti privilegi.

Il potere contrattuale sarebbe esclusivamente individuale, essendo state eliminate le cause delle disparità del passato.

Va fatto rilevare che la causa dell’attuale mancanza di offerte di lavoro - disoccupazione - è da imputare non agli oneri fiscali sulle Imprese, (giacché come si è visto essi sono scaricati sui prezzi), ma agli oneri burocratici derivanti dalle 200 mila leggi esistenti, alla ridotta domanda interna, derivante dal depauperamento del potere di acquisto dei ricavi da lavoro, nonché, provvisoriamente, alle ristrutturazione aziendali imposte dalle nuove tecnologie e dalla concorrenza estera.  6/02/09/-101/150                                          Ladispoli, 9 Febbraio 1996