Bossi e il cameriere Ciampi

 

26 set. 2003    http://www.corsera.it/modules.php?name=News&file=article&sid=20030926201218

''Non e' che le pensioni cambiano per non si sa quale motivo, dal 2008 in avanti cambia il sistema perche' altrimenti la gente si sparerebbe, salterebbero tutti i risparmi e i titoli di stato diventerebbero carta straccia e in pratica salterebbe il Paese''. Umberto Bossi spiega cosi' la sua posizione sulla riforma previdenziale, conversando con i giornalisti durante la sua visita alla mostra del Guercino a palazzo Reale a Milano. Pur non volendo parlare di politica perche', ha detto, ''io sono un artista e sono venuto qui ad ammirare le opere di un'artista padano'', il leader della Lega torna sulle dichiarazioni di ieri a Radio padania che hanno creato scompiglio nella maggioranza.

''Figuriamoci se noi della Lega vogliamo tagliare le pensioni. ha proseguito Bossi- Il debito pubblico mica l'ha fatto Maroni e non sara' mica responsabilita' della Lega. E' di quelli che c'erano prima: gli ex democristiani e quelli che, magari, adesso vanno pure in piazza. Ma sono loro che hanno creato il debito, quegli stessi che vanno a manifestare. Comunque, Maroni e' giu' a Roma e vedrete che una quadra la trova''.

''Sono cose che io non capisco'', dice Umberto Bossi riferendosi poi alla decisione di Udc e An di far saltare il vertice di maggioranza dopo le sue dichiarazioni di ieri. ''Io intendevo i vecchi democristiani, loro (gli esponenti dell'Udc, ndr) sono tutti giovani...''.

 

25 gen. 2004  http://www.kataweb.it/news/detail.jsp?idCategory=2222&idContent=594452

Milano, 25 gen 2004 Bossi attacca e auspica un "Giudice vendicatore"

Attacco al cosiddetto "asse finanza-politica", chiamata direttamente in causa del presidente della Repubblica, evocazione dei "massoni" che hanno "voluto e imposto" l'euro, ripetuta condanna della Prima repubblica e speranza di un prossimo arrivo di un "giudice vendicatore" che faccia pulizia in nome del popolo e contro "Roma ladrona": all'indomani del discorso elettoral-programmatico di Silvio Berlusconi, Umberto Bossi risponde davanti a decine di migliaia di leghisti smarcandosi dall'alleato e rilanciando le pulsioni giustizialiste della prima ora sul tema dei recenti scandali finanziari.

Decine di migliaia di persone in mattinata hanno risposto all'appello del vertice della Lega Nord per una manifestazione a Milano che desse forza a Bossi nel braccio di ferro interno alla maggioranza in nome delle "riforme". Dal palazzo di Giustizia al Castello sforzesco, gli striscioni contro "Roma ladrona" si alternavano ai cori che invocavano la libertà della Padania. Preceduti da alcuni trattori dei cosiddetti Cobas del latte, anche i massimi esponenti del partito hanno marciato.

Già dalle prime battute scambiate con i giornalisti Umbero Bossi ha indicato quale sarebbe stato il tema della giornata: "Le riforme partono e si fermano e intanto il tempo passa questa è l'ultima occasione per fare il federalismo in questa legislatura. Se la gente si muove, le cose cambiano ma se la gente si illude che siano gli imbonitori politici a portare il cambiamento, nulla cambierà".

 

Poi i giornalisti gli hanno chiesto che pensava degli attacchi di Berlusconi alla magistratura contenuti nel discorso per il decennale di Forza Italia. Il leader della Lega ha risposto: "Non credo che si debba andare contro la magistratura: bisogna piuttosto augurarsi che la magistratura vada avanti nel suo lavoro e non si fermi come fece all'epoca di Mani Pulite", che cioè indaghi anche sulla sinistra e sul mondo delle banche. "Occorre piuttosto fare le riforme - aggiunge - viene il momento in cui il giudice vendicatore salta fuori. E' una spinta che la gente favorirà e bisogna che questa volta sia definitiva. Bisogna salvare la gente e anche i romani da Roma ladrona, dall'intreccio di finanza e politica che ha colpito i cittadini e i risparmiatori".

Sembrava una battuta estemporanea, ma poco dopo sul palco ripete quasi le stesse parole: "Bisogna riformare la magistratura ma non attaccarla. In Padania vogliamo anche noi magistrati padani. Ma non si deve sparare contro i magistrati. Le rapine fatte alla gente dall'asse finanza-politica troveranno alla fine un giudice vendicatore". E perché il messaggio sia chiaro, il leader leghista ha anche risposto direttamente a Berlusconi affermando che "la Prima repubblica fu pessima".

A cosa pensi il gruppo dirigente leghista quando parla di "asse finanza-politica" lo avevano esplicitato poco prima, dallo stesso palco, il capogruppo della Lega alla Camera, Alessandro Cè, e l'europarlamentare Borghezio. "Noi padani vogliamo un futuro per i nostri figli e questo deve ricordarselo anche il presidente della Repubblica. Non vogliamo i banchieri corrotti che derubano la gente, non vogliamo chiacchiere, se lo ricordi il presidente della Repubblica altrimenti ci pensiamo noi", ha detto Cè.

 

Poco dopo Borghezio ha detto: "No all'Europa dei banchieri e del cameriere Ciampi. Noi padani - ha aggiunto - siamo uomini liberi e non servi di Roma. Ficcatelo bene in testa presidente Ciampi". L'europarlamentare si è quindi chiesto per quale motivo il presidente della Repubblica nel suo discorso di fine d'anno non abbia parlato dei risparmiatori. "Noi - ha spiegato Borghezio - non vogliamo rappresentanti istituzionali camerieri del sistema bancario".

Il tema è quello dei risparmiatori vittime degli scandali finanziari della Cirio e della Parmalat, che evidentemente la Lega vuole cavalcare in maniera anche più energica di quanto faccia Forza Italia. In questo senso viene bene anche l'attacco all'euro, non solo "voluto e imposto dai massoni", ma anche " fondamentale per tutte le rapine che ci sono state perché sono arrivati i bond facili senza controllo". (red)

 

13 mar. 2004  http://www.repubblica.it/2004/c/sezioni/politica/bossiospedale/bollet/bollet.html

Notte tranquilla per il leader della Lega, spostato di reparto. I medici negano che ci siano problemi gravi, nuovi controlli. Bossi trasferito in neurologia

"Non è stato colpito da ictus"

Calderoli: "Per evitare chiacchiere e affermazioni inutili i bollettini medici verranno diramati solo in caso di novità"

VARESE - Sono ancora stazionarie le condizioni di Umberto Bossi, che ha passato una notte tranquilla. Il ministro delle Riforme, ricoverato in terapia intensiva dell'ospedale di Varese per un'insufficienza cardiaca, è stato trasferito ieri pomeriggio nel reparto di Neuro-rianimazione. Dopo voci insistenti che parlavano non solo un problema cardiaco, ma anche una "sofferenza cerebrale", questa mattina è arrivato un comunicato dei medici che hanno smentito che il leader della Lega sia stato colpito da ictus o da ischemia.

"E' falso quanto riportato da alcuni giornali. La notizia di ictus o ischemia è destituita di ogni fondamento. Non si può neanche parlare di grave sofferenza cerebrale. Le condizioni di Umberto Bossi rimangono stazionarie" ha affermato una fonte interna dell'ospedale Circolo di Varese, smentendo la notizia apparsa su alcuni quotidiani di un ictus che avrebbe colpito Umberto Bossi, ricoverato da giovedì.

Fonti sanitarie hanno spiegato che il ministro per le Riforme è stato trasferito in neurochirurgia per essere sottoposto ad alcuni esami. Sempre secondo le stesse fonti, Bossi non è stato riportato nel reparto di cardiologia dove era stato inizialmente ricoverato, in quanto lì non ci sono gli stessi macchinari per le analisi presenti nel reparto di neurochirurgia. Interpellato per avere conferme sulle condizioni del ministro, il vicepresidente del Senato e coordinatore delle segreterie della Lega, Roberto Calderoli ha dichiarato "Bisogna fare riferimento a quello che dicono i sanitari, e non alle chiacchiere".

Quindi, dopo la secca smentita dei medici Calderoli, che da quando Bossi è stato ricoverato trascorre praticamente le sue giornate in ospedale, ha precisato: "Non ci saranno più comunicati o bollettini medici perché in queste ore sono circolate notizie prive di qualsiasi fondamento e per evitare chiacchiere e affermazioni inutili i bollettini medici verranno diramati solo quando ci saranno delle novità". Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, anche lui arrivato in ospedale, ha detto ai giornalisti: "Rispettate la privacy, siate seri". Quindi ha aggiunto: "Le sue condizioni non sono gravissime. Presto ritornerà e dovrà recuperare il tempo per la campagna elettorale. Farà scintille".

 

11 lug. 2004   http://ilgiorno.quotidiano.net/art/2004/07/11/5353043

Un calvario iniziato l'11 marzo

Roma, 11 luglio 2004 - Il calvario del ministro era cominciato l’11 marzo scorso. Bossi, colpito nella notte da «scompenso cardiaco con edema polmonare» mentre era a casa sua, fu ricoverato d'urgenza all’ospedale di Varese. Il malore provocò anche un ictus cerebrale che ha lasciato Bossi in uno stato comatoso. Stato che i medici hanno ulteriormente prolungato con farmaci per consentire al cervello di assorbire possibili lesioni.

Comincia così un lungo periodo di incertezza. I giornalisti e i simpatizzanti che assediano l’ospedale inducono la moglie a chiedere il silenzio stampa. Il 5 aprile i sanitari del nosocomio emanano un bollettino medico ufficiale nel quale nel quale si comunica che «Bossi è cosciente e riconosce i familiari».Le notizie escono con difficoltà. Alla fine, però, appaione chiari sia la gravità della malattia che ha colpito il ministro, sia i suoi sforzi per tornare a una situazione fisica accettabile. Comincia a comunicare utilizzando una lavagnetta, si parla di battute con i medici e gli infermieri che lo curano. Il 30 aprile si viene a sapere che il paziente, fino a quel momento alimentato per flebo, ha assunto cibi liquidi. E anche che ha avuto la forza di candidarsi ufficialmente alle Europee.

 

Il giorno cruciale è il 3 maggio: dopo 53 giorni di ricovero la famiglia decide di portare via il senatur dall’ospedale di Varese. E’ un autentico blitz: all’alba due auto si presentano all’ospedale e ne escono poco dopo. Da quel momento del ministro si perdono le tracce. Il quotidiano leghista La Padania riceverà un biglietto: «Torno presto», e la firma. Ancora misteri. Si parlerà di ricoveri al Nord, al Sud, persino in Puglia. Il ministro si rifà vivo il primo giugno. Un nastro inviato a radio Padania. Una voce roca, sofferente, ma determinata: «Non sono morto - dice Bossi - voi andate avanti». Sono cento secondi, parole che si sentono appena: la tracheotomia è difficile da superare. Sarà Calderoli ha leggere ai giornalisti la «traduzione»: «Sto abbastanza bene, nel senso che non sono morto. Però era meglio non avere ’sta roba». Quindi un accenno al raduno di Pontida, convocato in vista delle elezioni: «Per me è meglio rinviarla, Pontida. Posso esserci anch’io. Pontida è la mia festa. Alle elezioni i legisti devono andare a votare Lega, è evidente, e per tutte le manifestazioni che faremo, visto che tutti partecipano, ci sarò in giro sul territorio. Sul territorio sarò in giro a portare la mia voce alle persone, a fare chiarezza, magari. Quindi io ci sarò. Insomma, vi saluto con tanta amicizia e tanta simpatia. E’ andata così, quest’anno, ma sono stato schiacciato dal dolore e quindi non ho potuto essere in giro come gli altri anni». Il popolo leghista piange. E vota. Dopo le elezioni un altro lungo silenzio. Si saprà che Bossi, ricoverato per la riabilitazione all’istituto Ildebrandt di Brissago alla fine del mese scorso era stato riportato a Lugano perché colpito da dolori alla schiena, nelle regione lombare. Venerdì notte il grave scompenso e il trasporto al contiguo centro specializzato. E inizia un’altra cortina di silenzio. (di Paolo Berardengo)

 

11 lug. 2004   http://www.repubblica.it/2004/f/sezioni/politica/bossisvi/bossisvi/bossisvi.html

Lo scrive un quotidiano elvetico: "Continuerà la riabilitazione dopo il grave ictus che lo ha colpito"

Umberto Bossi ricoverato in una clinica svizzera

GINEVRA - Bossi è in Svizzera, ricoverato nella clinica e centro di riabilitazione Hildebrand di Brissago, in Ticino: il leader della Lega Nord e ministro - rivela oggi il quotidiano svizzero 'La Regione Ticino' - ha scelto "l'istituto locarnese per affrontare il prosieguo sanitario del grave ictus che lo ha colpito l 11 marzo scorso". Contattata telefonicamente da una agenzia di stampa italiana, la clinica per ora non ha confermato né smentito la notizia. Il ricovero del ministro "è avvenuto ed è proceduto nella massima riservatezza", scrivono gli autori dell'articolo. Che aggiungono: "le condizioni di salute del leader padano non sono delle migliori, come del resto si evinceva dalle foto e dalle registrazioni rese pubbliche nelle scorse settimane".  Da quando Bossi era uscito dall'ospedale di Varese il 3 maggio scorso nessuno sapeva dove si trovasse. "Alla Hildebrand - scrive il quotidiano che pubblica la notizia in prima pagina con una foto di Bossi - si era rivolto a fine aprile lo staff del ministro per le riforme italiano", con discrezione. E la direzione della clinica di Brissago si è "ovviamente data fare per imporre e mantenere il più stretto riserbo sull'ospite eccellente".

Ma ecco che - scrive il quoditidiano - "davanti alla clinica ticinese sono regolarmente stazionate da settimane alcune auto con targhe italiane tra cui la Volvo del professor Giuseppe Francesco Foderaro, neurofisiologo operante al Centro di Neuropsicologia e Psicologia Clinica di Tortona, autorità riconosciuta nel trattamento degli ictus". Inoltre, addetti alla sicurezza sorvegliano attentamente una camera.

"Dell'eventuale presenza di Bossi a Brissago sono state lasciate all'oscuro sia le personalità politiche sia quelle di polizia del Cantone. Ma la cosa non deve sorprendere: anche in occasione del recente ricovero di Silvio Berlusconi in una clinica del Luganese le autorità cantonali erano state tenute all'oscuro di tutto. L'asse in questo caso è quello al più alto livello di discrezione Roma- Berna, che bypassa le autorità locali", afferma il giornale. (19 giugno 2004)