I DEBITI DEL TERZO MONDO

Al convegno dei preti operai nazionale tenutosi a Viareggio nell’aprile 2000 ha partecipato anche un capo indiano.
Tutti sappiamo dei prestiti che i paesi ricchi fanno ai paesi poveri per aiutarli. Ma i paesi poveri non possono più pagare gli interessi perché sono troppo alti. Sentite un po’ questo capo indiano.

CHI È IL DEBITORE?

Lettera di un capo indio ai governi europei

Così sono qua, io, Guaicaipuro Cuautemoc,
sono venuto a incontrare i partecipanti a questo incontro. Così sono qua, io, discendente di coloro che popolarono l’America quarantamila anni fa, sono venuto a trovare coloro che la trovarono cinquecento anni fa.

Così ci troviamo tutti:
sappiamo chi siamo, ed è già abbastanza. Non abbiamo bisogno di altro.
Il fratello doganiere europeo mi chiede carta scritta con visto per scoprire coloro che mi scoprirono. Il fratello usuraio europeo mi chiede di pagare un debito contratto da traditori che non ho mai autorizzato a vendermi. il fratello legalista europeo mi spiega che ogni debito si paga con gli interessi, anche fosse vendendo esseri umani e paesi interi senza chiedere il loro consenso.

Questo è quello che sto scoprendo.
Anch’io posso pretendere pagamenti.

Anch’io posso reclamare interessi.
Fa fede l’Archivio delle Indie.
Foglio dopo foglio, ricevuta dopo ricevuta, firma dopo firma, risulta che solamente tra il 1503 ed il 1660 sono arrivati a San Lucar de Barrameda 185 mila chili di oro e 16 milioni di chili d’argento provenienti dall’America.
Saccheggio? Non ci penso nemmeno!
Perché pensare che i fratelli cristiani disobbediscano al loro settimo comandamento.
Spoliazione? Tanatzin mi guardi dall’immaginare che gli europei, come Caino, uccidano e poi neghino il sangue del fratello!
Genocidio? Sarebbe dar credito a calunniatori come Bartolomeo de Las Casa che considerarono quella scoperta come la distruzione delle Indie, o ad oltraggiosi come il dottor Arturo Pietri che sostiene che lo sviluppo del capitalismo e dell’attuale civiltà europea sia dovuto all’inondazione di metalli preziosi! No! Questi 185 mila chili di oro e 16 milioni di chili d’argento devono essere considerati come il primo di vari prestiti amichevoli dell’America per lo sviluppo dell’Europa. Pensare il contrario vorrebbe dire supporre crimini di guerra, il che darebbe diritto non solo a chiedere la restituzione immediata ma anche l’indennizzo per danni e truffa.

Io, Guaicaipuro Cuautemoc, preferisco credere alla meno offensiva delle ipotesi.
Una così favolosa esportazione di capitali non fu altro che l’inizio del piano Marshalltezuma teso a garantire la ricostruzione della barbara Europa,
rovinata dalle sue deplorabili guerre contro i culti musulmani, difensori dell’algebra, della poligamia, dell’igiene quotidiana e di altre superiori conquiste della civiltà. Per questo, avvicinandosi il Quinto Centenario del Prestito, possiamo chiederci: i fratelli europei hanno fatto un uso razionale, responsabile, o perlomeno produttivo delle risorse così generosamente anticipate dal Fondo Indoamericano Internazionale? Ci rincresce dover dire di no. Dal punto di vista strategico le dilapidarono nelle battaglie di Lepanto, nelle armate invincibili, nei terzi Reich ed in altre forme di reciproco sterminio, per finire poi occupati dalle truppe yankee della Nato, come Panama (ma senza canale) Dal punto di vista finanziario sono stati incapaci — dopo una moratoria di 500 anni — sia di restituire capitale ed interessi che di rendersi indipendenti dalle rendite liquide, dalle materie prime e dall’energia a basso costo che gli esporta il Terzo Mondo. Questo deplorevole quadro conferma l’affermazione di Milton Friedman secondo il quale un’economia assistita non potrà mai funzionare e ci obbliga a chiedere — per il loro stesso bene la restituzione del capitale e degli interessi che abbiamo così generosamente aspettato a richiedere per tutti questi secoli. Detto questo, vorremmo precisare che non ci abbasseremo a chiedere ai fratelli europei quei vili e sanguinari tassi d’interesse variabile del 20 fino al 30% che i fratelli europei chiedono ai paesi dei Terzo Mondo. Ci limiteremo a esigere la restituzione dei materiali preziosi prestati, più il modico interesse fisso del 10% annuale accumulato negli ultimi trecento anni GLIAJCAJPURO CLJAUTEMOC