Una questione di cultura.

SOMMARIO
  1. Ecco perché non potevamo farcela: una questione di cultura.
  2. Eppure avremmo potuto farcela, ovvero come funziona il mondo bancario: due pesi due misure nell’era di banktology.
  3. Ed ecco perché avremmo davvero potuto farcela contro questa crisi globale: dove sono finiti i soldi?
  4. Ma alla fine non ce la facemmo: era tutto preparato da tempo.
  5. ..però è un peccato.. perché era davvero semplice capirlo..
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Ecco perché non potevamo farcela: una questione di cultura.

La banco-cultura si fa banco-coltura tra i banchi-di-scuola per perpetuare se stessa (è uno scioglilingua, ripetilo velocemente tre volte). IGB si rivolge direttamente ai giovani, nelle classi di ogni ordine e grado, per portare i propri dogmi e concetti di base, per IMPIANTARLI nella nuova generazione che verrà (che sta venendo su in questo momento che leggi).

Dei concetti dall'apparenza non letali, un po' fumosi e chissà per quanti noiosi ed enigmatici (in pratica pallosi) saranno diramati in ogni quando e dove del tessuto scolastico, con convegni, fumetti, piccole guide colorate, assemblee e ipocrite pseudo volontà dirigenziali scolastiche di "stare al passo con i tempi", di voglia di "modernità", di "adeguatezza con gli strumenti della società moderna" ecc.. insomma il classico "lo famo per voi, a noi non ci interesserebbe neanche, sai?".

C'è un duplice risultato in questa manovra finto-didattica del SistemaIGB: da un lato si spaccano i maroni a dei giovani che probabilmente MAI PIU' NELLA VITA vorranno farsi penetrare le orecchie da termini e concetti legati al mondo "della banca" (mettendo in un calderone moneta, finanza, economia ecc..) e dall'altro si pescherà fuori lo statisticamente sempre presente e in attesa di essere reclutato "nuovo soldatino", da inserire nelle fila dell'esercito di manigoldi che gestiscono le nostre vite: i banchieri.

Noi prenderemo in esame un esempio (tra i tanti) approfittando della presenza in Rete dei materiali reali che vengono smerciati nelle strutture scolastiche.

Aggiungeremo un commento "tra le righe", per meglio evidenziare il serpeggiante proselitismo che il SistemaIGB fa tra il giovane popolino, per mezzo di (si spera ignari) professori e docenti professionisti.

 

sponsor intesasanpaolo
http://issuu.com/essedicom/docs/cultura_finanziaria

Sponsorizzato da IntesaSanPaolo (sic!)

Questo documento è uno dei tanti. In Rete si trovano fumetti, corsi online, test interattivi e tanto altro, tutto a firma IGB.

CULTURA FINANZIARIA A SCUOLA: PER PREPARARSI A SCEGLIERE
La scheda di Maria Cristina Quirici

La banca e l'attività bancaria: aspetti definitori

L'articolo preso a riferimento per approfondire il vasto tema della banca nei suoi aspetti peculiari e distintivi consente di porne in rilievo i principali tratti evolutivi alla luce della grave crisi finanziaria ed economica che stiamo vivendo.

Tradotto: andiamo a vedere chi è(ra) chi e cosa è diventato (e a che scopo).

Ma per poter meglio capire tali tendenze evolutive è opportuno chiarire prima di tutto cosa si debba intendere per “banca” nel nostro ordinamento.

Mi sembra giusto. Se l’obbiettivo è dare informazioni, tramite definizioni e scopi, allora il minimo che possiamo fare è specificare cos’è una banca. Peccato che non si dirà cos’è una banca ma cosa fa una banca. E questo, se da un lato soddisfa il Forrest Gump che è in tutti noi, con l’indimenticabile «stupido è chi lo stupido fa» dall’altro rivela un po’ l'autoreferenzialità del SistemaIGB, un po’ come nel caso della definizione di apicoltore:

"È apicoltore chiunque detiene e conduce alveari."
[Articolo 3: Legge 24 dicembre 2004, n. 313 - "e li paghiamo Noi!"]

ps: non è uno scherzo, è una legge facilmente reperibile.

Continuiamo:

La banca può essere qualificata come un'azienda che opera sistematicamente, e a proprio rischio, nel campo del credito, raccogliendo risorse finanziarie presso il pubblico sotto forma di depositi rimborsabili a vista ed erogando risorse finanziarie a titolo di credito.

Essendo (loro) padroni della definizione è ovvio che (poi) tutto combacerà alla perfezione. Un po’ come tirare una freccetta sul muro e poi disegnarci attorno dei cerchi concentrici al punto dove si è piantata. POI colorare di rosso il cerchietto più piccolo.

Ma stiamo al (loro) gioco, perché è più divertente usare la logica che la matematica (che pure si reputa essere oggettiva e infallibile).

Quindi sottolineiamo ‘sta definizione in vari punti:
“opera sistematicamente”: quindi sempre, con metodo, organizzazione, non una cosa lasciata al caso sporadico o fortuito, no, qui si parla di professionismo, di iniziative con una finalità ben specifica (e specificata);
“a proprio rischio”: e completerei con “..e  pericolo”, così da chiarire che tale "azienda", in caso di difficoltà di esercizio (contabilità) non deve/dovrebbe, nella teoria da loro stessi appena enunciata, coinvolgere terze parti (magari lo Stato?);
“raccogliendo risorse finanziarie presso il pubblico sotto forma di depositi rimborsabili a vista”: mi sembra ben chiaro, no? Il pubblico, noi, diamo i nostri soldi alla banca che li mette in un deposito e dal quale è possibile riprenderli: vedremo che non sarà così semplice;
“..ed erogando risorse finanziarie a titolo di credito.”: ATTENZIONE! Non parla di “moneta” ma di “credito”. Sarà bene ricordarlo. La “banca” (commerciale) non eroga "moneta legale" ma “credito”, ossia “moneta bancaria”.

E’ importante tenere a mente la differenza delle tue fattispecie, sia dal punto di vista giuridico che economico/finanziario. Come si vedrà più avanti, qui ne daremo solo un accenno, la moneta legale è l’unica moneta che può “chiudere” una transazione, ossia l’unico mezzo che può saldare/estinguere/liquidare/cancellare un debito.

Ad esempio quando il fornaio ci dà un pezzo di pane, noi siamo in debito col fornaio del valore di quel pane e possiamo considerarlo nostro (e liberi di mangiarlo) solo dopo averne estinto/saldato il costo ovvero “pagato il prezzo pattuito”, cioè solo dopo aver azzerato il debito contratto, con gli strumenti di pagamento LEGALI.

La transazione sarà così chiusa, definitivamente, e nessuno avrà più nulla a pretendere da nessun altro, tra gli attori coinvolti nello scambio (tra noi-clienti e lui-fornaio)

In altri termini, la banca avvia il risparmio liquido messo a disposizione dalle unità in surplus, tipicamente le famiglie, verso forme di investimento a breve e medio termine, soddisfacendo il fabbisogno finanziario delle unità in deficit, tipicamente le imprese.

Questo è totalmente FALSO.

Non serve neanche smentirlo perché, più avanti, sarà Lei stessa a farlo, con una frase talmente esplicita che lascerà di stucco, anche i cc.dd. “antisignoraggisti”.

Si parla al riguardo di funzione creditizia, peculiare dell'attività bancaria.

Prendiamo atto della definizione tecno-accademica. Tornerà utile nel proseguo.

Al contempo, la banca interviene nel regolamento degli scambi, dal momento che la forma tipica di passività bancaria, rappresentata dai depositi, è comunemente accettata quale mezzo di pagamento sotto forma di moneta bancaria, rappresentata dagli assegni emanati a fronte di tali depositi.

E qui si inizia a discendere la tana del bianconiglio..

“comunemente accettata” è l’esplicita dichiarazione della manipolazione, silente e inarrestabile, che la moneta bancaria ha posto in atto per "scalare il Potere" del signoraggio, il potere (ex) del Re. Si sta qui ammettendo che la moneta bancaria NON E' moneta legale. Viene accettata per uso, per ignoranza, per comodità e per altri mille motivi ma non è moneta legale, che è in realtà l’unica in grado di “rimettere” i nostri debiti (come noi li rimettiamo ai nostri debitori, brr..). Solo la moneta legale è in grado di cancellare un debito. Il resto è un “surrogatio”, una sostituzione nelle funzioni senza averne titolo legale. E’ ovvio il Potere Immenso che deriva dalla opportunità data al creatore di moneta bancaria (quindi “surrogatoria”), dato che viene “comunemente accettata” nei pagamenti (“come mezzo di pagamento”).

(continua)

Si configura così la seconda funzione tipica della banca, la funzione monetaria, che risulta strettamente interdipendente ed intimamente connessa con quella creditizia.

Pian pianino, da un piede messo di traverso alla porta per non farla chiudere, ecco che la BANCA comincia a "sistemarsi" meglio nel ricco mondo della Società degli Uomini. Non più, quindi, coLei che "tratta" solo il c.d. "credito" (numeri di bilancio) e non più "limitata" a compiere "compensazioni" (tra movimenti di numeri spostati da un c/c ad un altro tramite assegni) ma eccola farsi sotto al trono del Re e scimmiottare la "funzione maxima": erogatrice di moneta (per ora pseudo-moneta, in surrogatio.. ma domani si vedrà..)

Se sotto un profilo economico la banca si caratterizza per l'esercizio congiunto della funzione creditizia e monetaria, giuridicamente si fa riferimento non alla nozione di banca quanto a quella di "attività bancaria" che nella sua accezione di attività creditizia risulta fondata sull'esercizio congiunto della "raccolta del risparmio tra il pubblico e dell'esercizio del credito", ..

[..che, ricordiamolo sempre, sono SLEGATI e non CONSEGUENZIALI, in quanto la BANCA NON PRESTA CIO' CHE RACCOGLIE, MAI, ma crea dal nulla il prestito, aprendo un [nuovo] deposito per il cliente mutuatario, senza toccare/togliere dai conti esistenti degli altri clienti..]

..non potendo quindi ravvisarne la presenza nel caso di operatori che si limitano alla sola provvista di fondi o al solo impiego dei medesimi.

Ed eccola con entrambi i piedi sul tavolo del Re. In altre parole: non ci lasciamo definire come "BANCA" ma solo tramite ciò che fa una banca. E' importante la differenza. Perché, così facendo, possiamo auto-determinare chi è dei nostri, ossia queli enti sono abilitati alla CREAZIONE della (pseudo)moneta e successiva erogazione di prestito e quali sono, invece, dei semplici "prestatori". Si capisce bene che il Potere di coloro che possono CREARE e poi PRESTARE il frescofrescoappenasfornato "creato" è quasi divino rispetto a tutti gli altri (che ..mistero misterioso.. chissà dove potranno andare a rifornirsi, no!?)

Viene altresì precisato che "l'esercizio dell'attività bancaria è riservato alle banche" e che detta attività "ha carattere d'impresa".

e, finalmente, ecco lo «stupido è chi lo stupido fa» e l'autoreferenziale "È apicoltore chiunque detiene e conduce alveari." La banca, (da) ora, non è più chiamata a dire CHI E' (sia), sotto il profilo legale/giuridico, ma solo COSA FA.

Hanno determinato cosa sia l' "attività bancaria" e ora dicono che "è banca chi fa attività bancaria". Dato che "fare attività bancaria" è (A) raccogliere dal pubblico, (B) prestare il raccolto agli imprenditori (AHAHAH!), (C) fare compensazioni ("regolamento degli scambi") e (D) creare moneta surrogatoria, ecco che TUTTI gli altri NON sono, né saranno mai, "BANCA".

Perché tutto questo gran manovrare di termini e definizioni? Ma per BLINDARE il POTERE!

Come usare questo potere? Un semplice esempio su tutto&tutti:

Giacinto Auriti fu condannato non per aver emesso il SIMEC..

[..che fu sequestrato ma poi dissequestrato dalla magistratura, prontamente accorsa su carota della banca d'Italia spa - ma ormai il TERRORE si era sparso tra gli "utenti" e quindi l'esperimento, fino ad allora riuscitissimo, era fatalmente compromesso, dato che tale "esperimento di Guardiagrele" era teso a dimostrare come sia FONDAMENTALE la LIBERA VOLONTA' di un popolo che accetta una qualsiasi moneta a dare valore proprio a quella moneta appena accettata..]

..ma per aver "raccolto risparmio", ovvero la funzione (A) della "banca" e Auriti non era "banca" e quindi illegittimato a compiere tale attività (esclusiva).

Perché non "era banca"? Ma perché non aveva/faceva ANCHE (B), (C) e (D)!

Se capisci questo hai vinto il primo premio per la LIBERTA'. Parlo di primo premio sia perché è il MASSIMO a cui ambire ma anche perché ce ne sono anche ALTRI e puoi vincerli TUTTI con un po' di studio (che poi è leggere queste 4 paginettineineine).

Ne consegue che è possibile rilevare una duplice riserva di attività a favore delle banche: oltre a quella dell'esercizio dell'attività bancaria vi è quella della raccolta del risparmio tra il pubblico, identificabile con l'acquisizione di fondi con obbligo di rimborso, tipicamente sotto forma di depositi. Pertanto, se è possibile concedere esclusivamente prestiti senza essere banca, non è possibile raccogliere risparmio o esercitare congiuntamente la raccolta e l'impiego di fondi senza essere banca.

CVD.

(continua)

A completamento dell'analisi degli aspetti definitori occorre sottolineare l'affermazione secondo cui "l'attività bancaria ha carattere di impresa", dichiarazione di principio importante che contrapponendosi alla natura pubblica dell'attività bancaria sancita dalla Legge bancaria del 1936 - secondo cui la raccolta del risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito costituivano "funzioni di interesse pubblico" - ricorda a tutti i banchieri il necessario rispetto delle regole dell'equilibrio economico e patrimoniale delle aziende bancarie da loro gestite.

Le funzioni "tipiche" della banca: monetaria e creditizia

La disamina effettuata consente di rilevare come la banca si caratterizzi rispetto agli altri intermediari finanziari(*) per la possibilità, solo a lei riconosciuta, di esercitare congiuntamente la funzione creditizia e la funzione monetaria, quest'ultima svolta dalle sue passività - i depositi - che vengono comunemente accettate quali mezzi di pagamento. Tali funzioni, che risultano strettamente interdipendenti ed inscindibili, devono pertanto considerarsi condizioni necessarie e sufficienti affinché ci si possa riferire all'attività bancaria nella sua accezione "tipica" di intermediario creditizio.

Per quanto riguarda la funzione creditizia, occorre subito rilevare come la banca nell'esercitare tale funzione non si configuri quale intermediario "puro", dal momento che non si limita a trasferire le risorse così come sono conferite dalle unità in surplus (aventi un avanzo finanziario, cioè un saldo finanziario positivo) a quelle in deficit (con un disavanzo finanziario, o saldo finanziario negativo), ma pone in essere una trasformazione delle condizioni di scambio tra offerenti e richiedenti fondi in relazione a molteplici fattori quali la natura del finanziamento, la sua durata, le modalità della sua remunerazione e rimborso. Inoltre, l'attuazione di una diversificazione nelle condizioni alle quali si realizzano la raccolta e la successiva distribuzione di risparmio da parte della banca consente pure di eliminare, o quanto meno di ridurre, la presenza di quelle asimmetrie informative che ostacolano l'incontro diretto tra domanda ed offerta di capitali.

L'intermediazione diretta, invece, presupporrebbe la perfetta coincidenza delle suddette condizioni ed è facilmente intuibile come tale coincidenza sia nella realtà difficilmente realizzabile, in quanto le esigenze dei soggetti offerenti e richiedenti fondi risultano assai spesso divergenti (basti pensare, ad esempio, alla durata dell'investimento, a breve termine nell'ottica dei primi, a medio-lungo nell'ottica dei secondi).

La parte più consistente della raccolta bancaria, rappresentata dai depositi bancari, viene negoziata tipicamente "a vista", volendo con ciò significare che la banca si dichiara disposta a far fronte ai propri debiti in qualsiasi momento; gli impieghi bancari, dall'altro lato, legati alle esigenze finanziarie dei prenditori di fondi (tipicamente imprese), anche qualora negoziati formalmente a breve termine tendono a protrarsi nel tempo, visto che possono essere ripetutamente rinnovati rispetto alla loro scadenza contrattuale. Nella realtà, quindi, i fondi erogati dalla banca quali crediti a breve termine vanno a coprire un fabbisogno finanziario di non breve termine, palesando di fatto una scadenza indeterminata nel tempo e solo la presenza di condizioni di equilibrio economico-tecnico dell'azienda affidata, tali da consentirle di far fronte ad un annullamento del rapporto in tempi brevi, potrà far classificare come a breve un finanziamento bancario che pur si protrae nel tempo.

La possibilità per le banche di ampliare le forme tecniche dei propri impieghi al di là del breve termine connessa al superamento da parte del Testo Unico in materia bancaria e creditizia (D. Lgs. n. 385/1993, breviter TUB) del principio della specializzazione degli intermediari finanziari, che invece era stato posto dalla Legge bancaria del 1936. Il TUB, infatti, ha definitivamente cancellato quei vincoli temporali che rendevano impossibile alle aziende di credito ordinario concedere prestiti oltre il breve termine, visto che i finanziamenti a medio-lungo termine erano riservati a una particolare categoria di intermediari, gli istituti di credito speciale, che per non potevano raccogliere depositi, in un'ottica di specializzazione operativa e temporale che era finalizzata a minimizzare i rischi derivanti dalla mancata coincidenza della natura dei crediti attivi e passivi.

Tratteggiata la funzione creditizia delle banche resta da verificare se essa possa esplicarsi con vantaggio e in vaste proporzioni in via autonoma rispetto alla raccolta di depositi. Al riguardo giova rilevare come il collocamento dei fondi non sia subordinato alla preventiva raccolta dei medesimi: se così fosse, la banca potrebbe prestare solo dopo aver raccolto fondi, dei quali del resto non è creatrice o emittente, ma questo comporterebbe inevitabilmente limitate possibilità di crescita della funzione creditizia. Tali possibilità “si affermano, invece, allorché la banca può negoziare credito attivo anche oltre quello passivo precedente, determinando il sorgere contestuale di propri debiti con l'affermarsi di nuove attività patrimoniali, tipicamente per prestiti”.

Al riguardo si parla di una funzione monetaria svolta dei debiti bancari: si può giungere a rilevare che la banca moderna si è affermata allorché taluni suoi debiti (i depositi a vista), posti in circolazione per mezzo di particolari titoli di credito, tipicamente assegni e bonifici, che rappresentano la "moneta bancaria", sono divenuti efficaci mezzi di pagamento.
Anzi, la banca si caratterizza proprio per essere l'unica “impresa i cui debiti sono utilizzati per effettuare pagamenti”.

Pertanto, la funzione creditizia si intreccia strettamente con la funzione monetaria, avendo un effetto di ritorno sulla stessa formazione dei depositi: ogni prestito “crea” un deposito nella misura in cui non viene utilizzato in moneta legale ma attraverso la moneta bancaria, dove la seconda, nota anche come “moneta scritturale”, è considerata sicuro surrogato della prima, in un processo moltiplicativo dei depositi secondo il quale loans make deposits (cioè i prestiti creano i depositi).

(continua..)

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[*] Si ricorda che gli intermediari finanziari sono classificabili in tre diverse categorie:
1 - gli intermediari creditizi, che si caratterizzano per l'esercizio congiunto della funzione creditizia, dal lato dell'attivo, e della funzione monetaria, emettendo forme di debito a vista accettate come mezzo di pagamento;
2 - gli intermediari mobiliari, che svolgono prevalentemente attività di negoziazione, di collocamento, di gestione e di consulenza aventi per oggetto strumenti finanziari. In questo ambito, possibile poi distinguere tra:

• i c.d. "intermediari mobiliari in senso stretto", intendendo con ci quei soggetti abilitati a richiedere l'autorizzazione allo svolgimento dei servizi di investimento;

• gli intermediari abilitati alla gestione collettiva del risparmio, che si caratterizzano proprio per una attività di gestione delegata "in monte" che rappresenta, insieme ai servizi di investimento, l'altra tipologia di attività"riservata", il cui svolgimento presuppone il possesso di una specifica autorizzazione concessa sulla base del possesso di determinati requisiti;

3 - le compagnie di assicurazione, che si contraddistinguono per la loro funzione di gestione dei rischi puri e da un collaterale circuito finanziario derivante dalla sequenza di raccolta dei premi, investimento delle riserve, (eventuale) pagamento dei capitali assicurati.

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Eppure avremmo potuto farcela, ovvero come funziona il mondo bancario: due pesi due misure nell’era di banktology.

(r=1)
tabella termini importanti

(11112013; di sandropascucci, primit.IT : signoraggio.COM)

Non fare ad altri quello che.. ecc.. quindi, al contrario, vale il Fai agli altri quello che.. no?! Questo articolo è quello che sarebbe servito a me per capire il Sistema. Non l'ho trovato e ho dovuto quindi farmelo. Ci sto mettendo le mani tutti i giorni, spero di non diventare cieco. Ci sono gli stessi termini ripetuti più volte, per "impregnare" la mente e rendere tali parole familiari, grazie anche all'uso sostitutivo e intercambiabile che si fa/ccio nel corpo dell'articolo. Questo è come "io" capisco le cose, dato che so' de coccio. Ma per esperienza so che tale materiale è il più usato nella creazione di cervelli umani, sicché spero sia utile anche a te, Caro Lettore.

Tutta la moneta nel mondo è moneta-debito.

Tutto il mondo è in debito verso Il Grasso Bankiere (IGB) per tale moneta (m.). Pare che il 97% di tale moneta sia sotto forma di moneta-bancaria (m. bancaria o m. fiduciaria), creata dalla c.d. banca commerciale (BCOM). Quindi non sarebbe neanche moneta-legale (m. legale).

Iniziamo malissimo!!11!!

Perché?

Perché è moneta legale (m. legale) solo la moneta creata ed emessa dalla banca centrale (BC) e, meglio specificarlo da ora, la BC crea solo moneta legale. La moneta legale si chiama anche “moneta ad alto potenziale” (boom!) o “moneta di banca centrale” o “H” (sic!) o “base monetaria” (BM). E' presente esclusivamente all'interno del circuito monetario interbancario (ossia un circuito nel quale il cittadino non può operare). Solo quando viene stampata (vedremo come e perché) arriva a noi, che la conosciamo come “banconota”.

La BC crea quindi la BM (leggi ‘moneta di banca centrale’) a fronte di acquisti di Titoli di Stato (TdS) e la distrugge (i tecnici dicono “la ritira dal circuito monetario”) in occasione di vendite di TdS. Può crearla anche in risposta a richieste di prestiti da parte delle BCOM ("rifinanziamenti", vedremo dopo nello specifico). La distruggerà, in tal caso, quando i prestiti verranno "ripagati" ("settlement").

La somma dei TdS costituisce il debito pubblico (DPUB) di quello Stato che li ha emessi.

Perché?

Perché lo Stato deve pagare per riaverli (dai detentori) o pagare gli interessi (se scaduti).

Quindi ogni m. legale (ergo banconota o anche base monetaria o moneta di banca centrale ecc..) esistente è un debito, poiché i Titoli di Stato sono debito (pubblico), che lo Stato dovrà ripagare, in Capitale più Interessi (rendimento). I detentori dei TdS sono i detentori del debito pubblico.

Viene da sé che non esiste una moneta, né m. legale né m. bancaria, che sia “credito”, ma solo moneta debito.

ma'nvedi la vecchia sur motorino!

I detentori di TdS si chiamano “investitori” e NONrisparmiatori”. Il risparmiatore è colui che si priva dell’uso (del godimento) della “cosa”, senza cederla (ad es: “non uso queste scarpe per mantenerle nuove, così quando schiatto mi ci seppelliscono ma prima faccio bella figura in camera ardente”). L’investitore, invece, si priva della “cosa” per un lucro, ovvero riavere l’oggetto con l’aggiunta di un “interesse” (ad es: "ti presto il motorino per scippare quella madre di famiglia ma tu devi riportarmelo con il pieno di benza").

Non c’è differenza, per il popolino che deve pagare le tasse per ripagare i TdS (e gli interessi relativi) tra “la vecchina©” che compra € 1.000 di BOT e “i Soros” che comprano €100.000.000.000 di BTPItalia.

Statisticamente le “vecchine” hanno il 10% circa del DPUB italiano e “i Soros” il restante. Tra i “Soros” ci sono banche (centrali e commerciali) e altri istituti privati (assicurazioni, SIM e compagnia cantante). Metà dei Soros sono stranieri, direttamente o indirettamente. Infatti una banca “agghindata di denominazione nazionale” (K. Marx) potrebbe avere (e lo ha) il Consiglio di Amministrazione (CdA) formato da soci stranieri (ad es. BNL è del gruppo BNP Paribas - Francia). Questo non vuol dire che il popolino francese goda di benessere grazie alla BNL ma è solo una precisazione da contrapporre ai negazionisti quando tirano in ballo l’argomento “debito in mano agli italiani” (bepp€ grill0, il signor rossi, ecc..).

Tra le vecchine a buon bisogno ci sarai pure tu (o te?!).

La banca centrale eclissa (nasconde, frodando il popolo) il signoraggio[1] iscrivendo al passivo del proprio stato patrimoniale (SP) il valore nominale della m. legale, come se avesse affrontato tale spesa per la sua creazione (es. €100 per un biglietto cartaceo di valore nominale  - o facciale o legale – da €100), invece spende solo 30 centesimi di euro per tale biglietto (quando non è meramente elettronico - vedi Il PRIMIT, il BIT e la banconota).

La m. legale è chiamata “circolante” quando circola (sic!) e "riserva" quando è posta in riserva (arisic!) presso la BCOM, che poi in realtà la deposita presso la "sua banca", ovvero la BC (la banca centrale è la banca delle banche commerciali). Come noi abbiamo i conti correnti presso una banca commerciale, così questa ha il suo conto (riserva) presso la BC.

E' questa una parte del circuito interbancario di cui accennavamo prima ad esclusivo appannaggio (vuol dire uso&consumo) dei banchieri privati (che siano commerciali o centrali).

E' lapalissiano (vuol dire schifosamente ovvio) ma anche fondamentale capire bene che se una m. legale circola non può stare in riserva. Per questo IGB non vuole banconote in circolazione, poiché €100 in circolazione sono €100 in meno (su cui contare) nelle riserve. E quindi €10.000 di "moneta bancaria" in meno da prestare.

Infatti laddove esiste il requisito di riserva frazionaria (R.F.) €100 in moneta-legale equivalgono a €10.000 in moneta-bancaria, con R.F. al 1% (dal 18 gennaio 2012 - ma lo vedremo in seguito con la grafica).

Approfondiremo, infatti, meglio la questione, affrontando i motivi dietro i quali si nasconde "la guerra al contante", scatenata negli ultimi anni dall'ABI (Associazione Bancari Italiani). Ma alla luce di queste anticipazioni credo appaiano già meno misteriosi.

Moneta legale dentro e fuori il circuito magico, ovvero dal numerino alla banconota andata e ritorno.

Il conto "riserve" consiste di un semplice numero (virtuale), indicante il saldo della BCOM in questione.

Diciamo che la m. legale verrà posta come “riserva” nel momento della sua creazione (dal nulla!) da parte della BC, ossia verrà accreditata al conto bancario del BCOM (c/o la BC stessa) a fronte di vari eventi, che vedremo a breve.

Il saldo della riserva di una BCOM verrà contabilmente "scalato" (sottratto, detratto, decrementato, fate vobis) quando si verificano uno o più dei seguenti casi::

- restituzione (pagamento) di un prestito precedentemente ricevuto dalla BCOM ad opera della BC;
- restituzione (pagamento) di un prestito ricevuto da un'altra BCOM (che era in surplus di riserve);
- erogazione di un prestito ad un'altra BCOM in deficit di riserve;
- pagamento della "stampa su carta" di un certo quantitativo di moneta contante (quindi moneta legale), ovvero stampa avvenuta per rispondere (ad es.) alla richiesta di un cliente che ha effettuato un prelievo bancomat/ATM.

E' qui che la m. legale, pur rimanendo BM/moneta di banca centrale/moneta bum bum/ecc.., diventa banconota.

In soldoni, se richiedi €100 tramite un prelievo bancomat, è la riserva in seno alla BC della BCOM presso la quale hai il c/c che si decrementerà (dello stesso valore). Contemporaneamente anche il tuo c/c ti verrà aggiornato (di tale decremento). Avrai €100 in meno sul c/c (in moneta-bancaria) e €100 in più sotto forma di contanti in mano (moneta-legale). Per gli assegni è simile. Sono sempre le riserve a "muoversi", alla fine. Vedi box "LEZ01 Pagamento tramite assegno", qui a dx.

Essendo ora la banconota circolante non è più riserva e questo fa incazzare IGB. Ma solo un poco (vedremo dopo perché).

Ovviamente vale il discorso inverso. Il conto riserva della BCOM c/o la BC si incrementerà quando verrà accreditato per:

- un prestito ricevuto da parte della BC;
- un prestito ricevuto da parte di un'altra BCOM in surplus di riserva;
- un ripagamento di un prestito fatto ad un'altra BCOM;
- un depositio (versamento) di €100 che un cliente ha fatto sul suo conto corrente aperto in seno alla BCOM.

In questo caso il numerario "100" torna a far parte della grande famiglia delle riserve, poiché la banconota viene ritirata dalla circolazione e il nostro "saldo" presso la BCOM viene incrementato (quindi c'è un nesso FORTISSIMO tra moneta-legale e moneta-bancaria). La BCOM consegnerà la banconota alla BC che la metterà in seno al "conto riserve" relativo alla BCOM stessa.

Il totale della BM in questo caso non cambia, poiché la BM è la somma delle banconote e dei conti riserve delle BCOM.

Le riserve vengono, perciò, usate solo nel settore interbancario (ossia tra banche commerciali), e la BC stessa. E dallo Stato, ovviamente. Noandri usiamo le banconote e l'altro tipo di moneta che è la m. bancaria.

A loro la legalità al 100% a noi la FUFFA.

Perché?

PER SPINGERE LA MONETA-BANCARIA AD ESSERE VALIDA COME MONETA-LEGALE.

In che modo?

Vediamolo.. tanto per iniziare dichiariamo che:

la riserva frazionaria è una truffa nella truffa.

In alcuni paesi (che chiameremo NO-RR-COUNTRY):

  • UK
  • Australia
  • Canada
  • Danimarca
  • Hong Kong
  • Messico
  • Norvegia
  • Nuova Zelanda
  • Svezia
  • Timor Est

non c'è il vincolo della c.d. "riserva frazionaria" eppure le banche commerciali prestano ugualmente. Come mai? Semplice: che ci sia R.F. o meno la banca commerciale crea il denaro da prestare dal nulla, senza corrispettivo, senza affrontare spese e senza vincoli. Esattamente come in Italia (e in Europa), negli Stati Uniti d'America e in altri posti. Tutto il mondo è paese, dice IGB. Solo che in questi paesi c'è la noia, per il banchiere, di rispettare tale coefficiente. Ma è, appunto, una noia da poco. Paese che vai usanze che trovi, si consola IGB.

Perché?

La vita di IGB è in effetti molto comoda, con facilitazioni e libertà che nessun altro "imprenditore" può vantare. Alcuni esempi:

1. Non occorrono dei depositi pre-esistenti alla richiesta del prestito.

Non occorrono contanti già depositati presso la BC prima dell'erogazione del prestito. Sarà il prestito stesso ad essere moneta, ovviamente moneta-debito. Il prestito crea il denaro o in altri termini:

"IL PRESTITO CREA IL DEPOSITO".

Nei paesi con R.F. sarà pensiero POSTERIORE del banchiere (IGB) trovare la piccola somma necessaria a bilanciare il valore numerico prestato.

2. Non occorrono, di conseguenza, riserve in m. legale ante-prestito.

In soldoni: una banca commerciale (BCOM) può prestare subito (dopo controllo delle"congrue garanzie", ovvio) €100.000 e solo DOPO (se non è in un Paese della lista NO-RR-COUNTRY) dovrà trovare € 1.000 da inserire nei "conti riserva" che ogni BCOM ha presso la BC.

Dico € 1.000 perché dal 18 gennaio 2012 il coefficiente di R.F. è stato imposto (da IGB) all'1%. Nel 1957 era del 22%, nel 1970 era del 12% e fino al 17 gennaio 2012 era del 2%. In soldoni occorre meno moneta-legale in riserva per tenere in piedi lo stesso quantitativo di moneta-bancaria presso le BCOM.

E dove trova i €1.000 la BCOM? Nessun problema, figuriamoci!

3. Trovarne 1 per prestarne 100 [Mao-IGB-Unt].

Ecco cosa accade dietro le quinte di una BCOM (continua su "SCHEDE LEZIONI")

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(1) contabilmente: la differenza tra il valore nominale di una moneta e il suo valore intrinseco; in soldoni: il potere di creare moneta dal nulla

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Ed ecco perché avremmo davvero potuto farcela contro questa crisi globale: dove sono finiti i soldi?

Crisi globale: dove sono finiti i soldi?

di Alejandro Nadal

A CURA DEL SERVIZIO TRADUZIONI PRIMIT.IT
(ogni copia è permessa con un link all’originale: http://goo.gl/qRHlxE)


L'economia mondiale sta attraversando quella che risulterà essere la peggiore crisi nella storia del capitalismo. Le risposte di politica macroeconomica per affrontare questa crisi sono sbagliate e tutto ciò che si otterrà sarà l'intensificarsi del collasso e il dolore di milioni di persone.

In termini di politica fiscale, l'idea che l'austerità permetterà di risanare le finanze, risolvere il problema del debito e attivare la crescita è priva di significato. Questo contribuisce (piuttosto) solo a punire una intera popolazione. Ma per quanto riguarda il lato monetario? Abbiamo parlato molto del ruolo della Banca Centrale Europea (BCE), in particolare sulla possibilità di un intervento diretto nei mercati del debito sovrano. Ma tale argomento nasconde una questione fondamentale: dove sono finiti i soldi che contribuirono alla gestazione della crisi? Questa è una domanda che è necessario affrontare.

In Europa, la favola popolare è che per anni i popoli virtuosi del nord hanno lavorato e risparmiato. Nel frattempo, i popoli del sud hanno vissuto oltre le proprie possibilità. La gente del nord stava prestando i propri risparmi alla gente del sud. Ed ora che queste persone non possono pagare i loro debiti, è arrivato per loro il tempo dell’austerità e non vogliono accettarlo.

In teoria macroeconomica convenzionale, c'è una storia simile. In una economia ci sono soggetti che risparmiano e ci sono soggetti che richiedono un prestito, ad esempio, per investire in una nuova società. Questi diversi operatori economici si incontrano in un mercato di fondi mutuabili (o fondi prestabili). Le banche sono istituzioni che agiscono come intermediari in questo mercato, ricevendo depositi di questi fondi e offrendoli in prestiti attraverso le loro operazioni di credito. In questa teoria il tasso di interesse è il prezzo che permette di equilibrare la domanda e l'offerta dei fondi mutuabili ("prestables").

Questa visione delle cose è accettata dalla maggior parte delle persone (e degli economisti).  MA E’ PROFONDAMENTE ERRATA. La realtà è che le banche commerciali private eseguono un'operazione di creazione di moneta che non ha nulla a che fare con la nozione di depositi di fondi che sono stati precedentemente risparmiati e sono ora prestati (“lendable”).

Oggi le banche prestano quando c'è una domanda di credito che offre sufficienti garanzie per recuperare capitale e ottenere profitti. Quando si effettua un prestito, le banche aprono un conto bancario per il nuovo debitore, come sarebbe se avesse fatto un deposito [“un versamento” - ndT]. In breve, i prestiti non richiedono un deposito precedente [inteso di nuovo come “un versamento” ma stavolta possiamo generalizzare anche come “non richiedono un conto corrente/deposito bancario” - ndT]. Come dice una formula dei teorici post-keynesiani: «i prestiti creano depositi».

Si noti che nella teoria dei fondi mutuabili, i fondi depositati in una banca sono la condizione necessaria perché la banca possa fare prestiti. La creazione di moneta da parte delle banche (quando concedono un prestito) non richiede depositi (o risparmi). Incredibilmente, le banche creano denaro dal nulla e l'importo che possono creare ex nihilo dipende dai requisiti di riserva di legge imposti dalla regolamentazione bancaria. Minori riserve legali (obbligatorie), più alta la leva finanziaria e maggiore creazione di moneta da parte delle banche. E ulteriore instabilità del sistema bancario.

Da questo punto di vista, è corretto dire che le banche NON sono intermediari tra risparmio e investimento. Sorge ipso facto una domanda: perché una funzione così importante come è la creazione di moneta sta in mani private? Questa domanda è cruciale.  La maggior parte della popolazione di qualunque nazione probabilmente si opporrebbe ad abbandonare una funzione  così importante nelle mani di aziende che perseguono il profitto privato.

Qual è il rapporto tra la funzione di creazione di moneta da parte delle banche e la crisi economica e finanziaria globale? La deregolamentazione bancaria (“bank deregulation”) aprì nuove porte affinché le banche entrassero in operazioni sempre più rischiose e speculative. La capacità di creazione di moneta e l'eliminazione di regole per operare in settori speculativi è una combinazione esplosiva. Negli Stati Uniti e in Europa, le operazioni di banca hanno contribuito ad aumentare artificialmente il prezzo di varie attività, soprattutto immobiliare. In seguito alla cartolarizzazione e altre forme di interdipendenze nel settore finanziario globale, il crollo negli Stati Uniti del mercato dei mutui spazzatura (“subprime”) ha innescato la crisi in Europa [“hipotecas chatarra” suona bene anche in italiano – ndT]. Furono presenti diversi meccanismi di trasmissione  [della crisi], ma in tutti i casi la funzione di creazione di denaro da parte banche commerciali svolge un ruolo importante.

Mentre le radici del crollo si mantengono intoccabili, la crisi in Europa andò trasformandosi in un problema di debito sovrano di alcuni paesi ai quali ora si impongono piani di l'austerità fiscale che li affonderanno ulteriormente. E' chiaro che il rifiuto di tale punizione è giustificato. Dal punto di vista politico, ciò che è urgente è ripristinare il controllo pubblico e democratico della funzione di creazione di moneta.

A CURA DEL SERVIZIO TRADUZIONI PRIMIT.IT
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Ma alla fine non ce la facemmo: era tutto preparato da tempo.

da: L'impresa bancaria. Economia e tecniche di gestione (Roberto Caparvi)

[omissis]
una quantità di biglietti superiore al metallo effettivamente custodito, dando origine alla circolazione di tipo fiduciario; ciò, per acquisire nuove attività riconducibili essenzialmente ai crediti verso privati o verso lo Stato[1]. Tale circostanza può essere schematizzata dalla Situazione patrimoniale n. 3.

stato patrimoniale tab3

L'attività bancaria venne a consistere così, oltre che nella raccolta di depositi, anche nell'emissione dei cosiddetti biglietti di banca, convertibili in moneta metallica — tipicamente oro coniato, per i quali il banchiere si impegnava a pagare in valuta aurea il proprio debito rappresentato dai biglietti medesimi [2].

Sin dall'origine, dunque, l'indebitamento per depositi - sostanzialmente a vista - è risultato congiunto a quello per biglietti. [tolto l'oro come copertura è rimasto, sorprendentemente, il valore nominale dei biglietti di banca (banconote) iscritto al passivo nei libri contabili - n.d. SP]

La gestione della banca è andata fondandosi pertanto sulla necessità di ridurre al minimo le oscillazioni dei volumi di biglietti in circolazione e di depositi per evitare corrispondenti variazioni di scorte auree e di valute pregiate in genere, cui si associava pure l'esigenza di favorire la compensazione dei movimenti effettuati dai singoli clienti mediante la diffusione dell'uso dei "giroconti".

Nei tempi moderni, la funzione monetaria esercitata dalla banca consiste, in primo luogo, nell'intervento attivo nel campo degli scambi monetari, per facilitare il meccanismo dei pagamenti.

Questo avviene tramite l'offerta di svariati servizi quali, per esempio, i servizi d'incasso e di pagamento, la trasmissione di fondi a distanza, e così via [3].

L'aspetto più rilevante della funzione monetaria si collega tuttavia alla peculiare facoltà della banca di surrogare, nel regolamento degli scambi, la moneta legale con propri segni di debito [4].

["surrogare" vuol dire prendere il posto dell'originale, svolgendone le stesse funzioni e beneficiando dei vantaggi, ergo POTERE, ma tutto DI NASCOSTO - n.d.SP]

È ozioso rilevare come la moneta di banca [5], che si afferma, in tal modo, come un nuovo genere monetario, fungendo da surrogato di quella a potere liberatorio, risulti un mezzo di pagamento particolarmente efficace, più comodo e più sicuro della moneta legale [6].

[quindi la moneta bancaria NON HA potere liberatorio e NON E' legale - n.d.SP]

L'uso della moneta bancaria o scritturale, che si presenta sotto varie forme - assegni circolari, assegni bancari, bonifici, trasferimenti elettronici dei fondi, etc. - assume così un ruolo preminente nei sistemi economicamente evoluti, poiché meglio si adatta alle molteplici esigenze di pagamento.

Ciò che comunque è in grado di connotare in modo peculiare lo schema gestionale della azienda bancaria è il fatto che l'esercizio della funzione monetaria, oltre a consentire alla banca di inserirsi attivamente nel tessuto economico mediante la creazione di propri mezzi monetari, le permette pure di acquisire attività in contropartita di proprie passività, segnatamente depositi.

[traduzione: il banchiere si è infilato nella REALTA' del Paese e compra cose REALI con moneta creata dal nulla - n.d.SP]

La banca può offrire propri debiti con funzione monetaria in diretta contropartita dell'acquisizione di attività patrimoniali o, nella fattispecie, con la negoziazione di prestiti.

[non troverai mai una confessione più chiara di questa: debiti contro vita del popolo - n.d.SP]

Riguardo a questi ultimi, si rilevi come la banca, senza dover necessariamente attendere il preliminare riafflusso di depositi, sia in grado di anticipare il momento della negoziazione del prestito che viene erogato mediante emissione di moneta bancaria; tale circostanza fa sì che le passività a vista della banca vengano a loro volta generate (o si accrescano) per effetto della concessione di prestiti in conto corrente, cioè mediante il credito avente funzione monetaria.

Ciò permette alle banche, nei limiti consentiti dalle disponibilità di riserve di numerarlo e dai vincoli di equilibrio economico [7], di assumere una posizione attiva ed autonoma nel campo del credito.

Tale evento si spiega per il fatto che nelle transazioni correnti mercantili e finanziarie raramente le imprese affidate utilizzano le linee di credito concesse mediante prelevamenti di moneta legale, ricorrendo di preferenza all'uso della moneta bancaria o scritturale.

È raro, d'altra parte, che il beneficiario che accetta il pagamento sotto queste ultime forme richieda la conversione in moneta legale del proprio credito, preferendo trasferire il titolo ricevuto alla banca negoziatrice, con ordine di accreditamento in conto.

Quest'ultima operazione, se iscritta in un conto passivo della banca, genera un accrescimento della raccolta (al lordo dei rapporti interbancari); al contrario, se l'accreditamento avviene su un conto attivo per la banca, si riduce, sempre per pari ammontare, il volume dei prestiti.

A prescindere, dunque, dalla ipotesi, peraltro poco reale, di conversione immediata di moneta bancaria in moneta a potere liberatorio, che impegna direttamente la cassa, le due ipotesi successive dimostrano come, grazie alla funzione monetaria, che consente di effettuare trasferimenti di moneta senza l'impiego di base monetaria, il sistema bancario riesca a gestire l'intrecciarsi delle diverse operazioni attive e passive mediante semplici scritturazioni e senza bisogno di numerario.

Più in particolare, è dato osservare come, nell'ipotesi in cui gli strumenti monetari creati con l'utilizzo dei prestiti affluiscano in conti di deposito, possa registrarsi, a livello di sistema, un incremento di volumi operativi, con le evidenti ripercussioni sull'equilibrio economico, finanziario e patrimoniale delle singole aziende.

Come è evidente, l'esercizio della funzione monetaria determina una capacità di raccolta "indotta" che incide positivamente sulla determinazione quantitativa e qualitativa dei fabbisogni finanziari della banca.

Infatti, l'ampliarsi della funzione monetaria esercitata dai passivi bancari fa sì che possa diminuire l'entità delle scorte di base monetaria. Ciò è possibile perché risulta ridotta la richiesta di rimborsi e la conversione in biglietti dei depositi che, anzi, tendono all'aumento per il continuo diffondersi della moneta bancaria quale sostituto di quella di tipo cartaceo.

Di conseguenza le banche possono, almeno per la quota non sottoposta a vincoli, predisporre le proprie riserve di liquidità primarie in quantità progressivamente minori, con gli intuibili vantaggi di ordine economico derivanti, tra l'altro, dall'espansione dell'attività creditizia [8].

È evidente al riguardo, secondo quanto già accennato in precedenza, come la funzione monetaria e la funzione creditizia risultino strettamente interdipendenti, traendo l'una impulso dall'altra, ed a sua volta esaltandola.

La funzione monetaria influisce direttamente sulla capacità creditizia della banca: quanto più infatti la moneta bancaria sostituisce la moneta legale nelle preferenze del pubblico, tanto più l'azienda bancaria potrà dilatare il volume dei prestiti.

Tali possibilità, a ben vedere, sono consentite dalla fiducia che il pubblico ripone nella banca riguardo alla capacità di quest'ultima di assolvere, in qualsiasi momento, i propri obblighi; ossia di trasformare, su richiesta del creditore, le proprie passività a vista in moneta a potere liberatorio [che è solo la m. legale, ovvero la banconota - n.d.SP].


Se, al contrario, venisse meno la fiducia da parte del pubblico, l'attività creditizia risulterebbe interamente condizionata dalla circolazione di mezzi di pagamento emessi da altre istituzioni, con grave danno all'espansione dell'attività creditizia.

La banca, quindi, deve tendere costantemente a creare "consensi di credito" [9], di modo che il pubblico sia disposto ad accettare debiti bancari come mezzo di pagamento, senza ricorrere alla conversione dei medesimi.

A ben vedere, dunque, la circolazione fiduciaria di debiti bancari con funzione monetaria può essere assimilata ad una concessione di credito da parte del mercato nei confronti del sistema bancario (sic!).

Perché ciò accada, è necessario che ricorrano talune condizioni che attengono direttamente alla composizione quali-quantitativa degli attivi bancari e riferibili, in particolare, alla presenza di sufficienti riserve di liquidità, nonché alle caratteristiche qualitative delle altre attività di bilancio in grado di garantire funzionali correlazioni tra entrate ed uscite [10].

Non si può tralasciare, inoltre, che il comportamento del pubblico in ordine alla richiesta di conversione in moneta a potere liberatorio dei crediti vantati nei confronti delle banche dipende direttamente anche dalla cultura finanziaria diffusa in un determinato contesto socio-economico, nonché dal grado di efficienza dei sistemi di compensazione tra banche, tali da garantire il regolamento delle reciproche posizioni debitorie e creditorie in tempi veloci e secondo standards qualitativamente elevati.

In un'ipotesi estrema, laddove la moneta di banca trovasse un uso generalizzato nel regolamento degli scambi, anche quelli di più modesta entità, le banche potrebbero operare senza necessità di un fondo cassa — riserve numerarie —, secondo le teorizzazioni della banca ideale (cashless society) di Wicksell [11].

In quest'ultima, come è noto, la sistematica compensazione tra flussi di segno contrario di moneta bancaria fa si che l'attività bancaria non necessiti di fondi liquidi [il mondo secondo IGB! - n.d.SP].

A differenza di quanto avviene per la moneta-merce, nell'ambito della moneta bancaria è implicita la dissociazione tra mezzo di scambio (l'unità di deposito) e strumento di pagamento.

L'utilizzo delle disponibilità in conto (a credito o a debito) avviene pertanto attraverso l'impiego di diversi strumenti di pagamento, quali assegni, carte di credito e carte di debito, e di procedure come bonifici, ricevute bancarie elettroniche, e via elencando [12].

Rispetto ai principali paesi industrializzati, il sistema dei pagamenti in Italia risulta contraddistinto a tutt'oggi da un elevato tasso di utilizzo della moneta legale nelle transazioni, soprattutto in quelle di importo più limitato, nonché dalla diffusione di strumenti tradizionali e cartacei, cui si associa, solo di recente, un certo sviluppo di strumenti innovativi quali le carte di accredito e di addebito in conto, la cui diffusione, seppure in rapida crescita, risulta decisamente più contenuta se rapportata ai dati internazionali.

[omissis]

In risposta alle carenze e ai ritardi evidenziati nel dicembre del 2004 dal Third Progress Report, il Consiglio europeo per i pagamenti (EPC - European Payments Council, organo decisionale delle banche europee responsabile della realizzazione della SEPA) ha approvato, dopo ampia consultazione presso le comunità bancarie nazionali, le regole interbancarie (Rulebooks) per i tre principali strumenti di pagamento — bonifici, addebiti diretti e carte — e ha delineato la cornice di riferimento per lo sviluppo di infrastrutture coerenti con i requisiti della SEPA.

È evidente che con l'approvazione dei Rulebooks si è aperta la fase critica dell'adeguamento degli strumenti e delle infrastrutture domestiche agli standard europei. A livello nazionale, un contributo importante in tal senso viene dalla costituzione, all'inizio del 2006, di un Comita-to nazionale per la SEPA che vede la partecipazione dei diversi attori (banche, associazioni di imprese e consumatori, pubbliche Amministrazioni), in analogia con l'esperienza maturata nel passaggio all'euro.

A livello nazionale, l'azione della Banca d'Italia è volta ad allineare il sistema italiano allo scenario europeo intervenendo in diversi ambiti quali l'adeguamento dei sistemi da essa gestiti e l'affinamento delle modalità del loro controllo; il rafforzamento della continuità operativa delle infrastrutture; la diffusione dell'innovazione tecnologica nei servizi di pagamento in risposta alle esigenze dei diversi operatori quali famiglie, imprese e pubblica Amministrazione.

Occorre far riferimento, inoltre, anche agli interventi nelle procedure interbancarie, ispirati sia alla semplificazione ed all'ammodernamento delle procedure esistenti, sia al rafforzamento delle garanzie a tutela della circolazione dell'assegno e al relativo abbassamento dei tempi di incasso [13].

Per finire, altre iniziative riguardano il progetto di miglioramento del circuito PagoBancomat con particolare riferimento alla sicurezza e all'affidabilità del sistema stesso; la realizzazione di un sistema di prevenzione delle frodi sulle carte di pagamento; gli interventi per l'adeguamento del Corporate Banking Interbancario (CBI), infrastruttura che consentirà alle imprese di accedere, oltre ai consueti servizi informativi e dispositivi, anche allo scambio di fatture elettroniche in modalità integrata con i servizi del CBI quali pagamenti, incassi e anticipo fatture.

Preme rilevare, al riguardo, come gli interventi mirati a migliorare le modalità tecniche di svolgimento delle procedure di pagamento — condotti anche mediante la stipulazione di accordi di cooperazione interbancaria atti a facilitare il raggiungimento di siffatti obiettivi — risultino in ogni caso correlati ad adeguate politiche di pricing volte ad una tariffazione trasparente ed esplicita basata su dati oggettivi di costo, svincolata dal gioco dei "giorni valuta" ed omogenea per tutte le categorie di clienti.

A ben vedere, l'auspicata realizzazione di procedure di pagamento contraddistinte da crescenti livelli di innovatività e di efficienza [14] con-sentirà di salvaguardare e di accrescere il primato del sistema bancario in tale comparto dove è particolarmente vivace la presenza di competitor non bancari [15], dando altresì nuova enfasi alla funzione monetaria, da sempre peculiare dell'intermediario bancario.

4. La funzione dei servizi

Accanto alle funzioni "tradizionali" dianzi lumeggiate, la banca di deposito svolge un'attività incentrata sull'offerta di una gamma piuttosto eterogenea di servizi. Pur non esistendo in dottrina una definizione unica di tali servizi, si può affermare, in prima approssimazione, che essi sono riconducibili ad ogni attività bancaria che non sia strettamente connessa all'intermediazione creditizia, vale a dire che non rientri fra le operazioni tipiche ed istituzionali della banca di deposito, ma che sia volta comunque a dare un contributo positivo in termini di reddito alla gestione aziendale. Pertanto, secondo una ripartizione funzionale dell'attività bancaria, si è soliti definire operazioni fondamentali quelle che riguardano le [omissis]

 

traduzione dal bancherolese all'italiano sul: Forum del PRIMIT

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[1] A. FRANCHINI - A. OTTAVI - A.M. LAMMIONI, Le aziende di credito. Istituzioni tecnico-economiche. Vol. IL Le funzioni e l'ordinamento, Bologna. Clueb, 1991, pag. 14.

[2] Per svariate ragioni di ordine economico, politico, sociale, molte volte la quantità di moneta bancaria in circolazione ha superato la quantità di metallo prezioso esistente presso gli istituti depositari; non essendo possibile garantire la simultanea conversione di tutti i biglietti di banca in metallo prezioso i singoli governi, per assicurare l'ordinato proseguimento degli scambi, hanno imposto il corso forzoso della moneta cartacea, definita così moneta legale.

[3] Cfr. p. IDEMS, La produzione bancaria, op. cit., pag. 73.

[4] "Con la produzione di un tipo di debito atto a fungere da moneta, la banca aduna, dunque, le premesse per rendersi simultaneamente offerente di crediti in mezzi di pagamento rappresentativi dei propri titoli di debito". U. CAPRARA, La banca, op. cit., pag. 42. Cfr. inoltre G. DELL'AMORE, Economia delle aziende di credito, VOI III, Le banche di deposito, Milano, Giuffrè, 1978, pag. 64 e segg.

[5] La moneta bancaria e misurata dallo stock di c/c passivi delle banche: lo stock e suscettibile di aumento, oltre che per la crescita della base monetaria, anche per l'aumento dei prestiti bancari o per l'aumento del loro utilizzo. La differenza tra prestiti accordati e utilizzati rappresenta così moneta bancaria potenziale. Cfr. P. SIFFIS, La produzione bancaria, op. cit., pag. 76.

[6] Cfr. P. SARACENO, L 'attività bancaria, op. cit., pag. 39 e segg.

[7] Cfr. E. CENDERELLI, L'attività bancaria. Vol. 2, Aspetti gestionali, Torino, Giappichelli, 1996, pag. 15.

[8] Per valutare compiutamente gli effetti reddituali della funzione monetaria, è necessario tener conto anche degli effetti prodotti dalla circolazione degli strumenti di pagamento risultante dalla spesa e dalla detenzione della moneta bancaria. È utile sottolineare, al riguardo, come la funzione monetaria apporti un contributo positivo al margine di interesse, proporzionale al volume di credito non oneroso che la banca riceve per l'arco temporale in cui ai rapporti di credito viene a sostituirsi la circolazione degli strumenti bancari di pagamento (nella fattispecie assegni), emessi a valere sui medesimi. Tale fenomeno, del tutto indipendente da quello connesso ai "giorni valuta", dilazionando il momento in cui si bilanciano le variazioni dell'attivo c/o del passivo, produce gli effetti reddituali anche quando la compensazione avviene solo tra conti di deposito o di prestito. Cfr. R. BERTELI], Funzione monetaria e redditività bancaria, in "Studi e informazioni", n. 4, 1990, pag. 137 e segg.

[9] Cfr. u. CAPRARA. La banca, op. cit., pag. 99 e segg.

[10] Cfr. T. BIANCHI, Le banche di deposito, op. cit., pag. 18.

[11] Cfr. C. WICKSELL, Lezioni di economia politica, Torino, Utet, 1950.

[12]  Si legga al riguardo A.OMAR/NI, Gli strumenti di pagamento, in P.L. FARRIZI - G. FORE-STIERI - P. MOTWRA, Gli strumenti finanziari, Milano, Egea. 2003, pag 323

[13] Rileva, al riguardo, il progetto volto a realizzare il trasferimento dell'immagine digitale dell'assegno, che consentirebbe, tra l'altro, una contrazione dei tempi di regolamento interbancario e, quindi, del termine di consolidamento della cosiddetta presunzione di pagamento, tuttora ferma a tre giorni.

[14] Cfr. G. DE LAURENTIS RUDI di), Le strategie competitive nell'offerta di servizi di pagamento. Milano, Egea, l996, passim.

[15] L'art. 106 dcl T.U. afferma esplicitamente che sono autorizzati ad offrire servizi di pagamento anche altri intermediari finanziari, purché regolarmente iscritti nell'apposito elenco tenuto dal Ministro del Tesoro. Si rilevi, tuttavia, che tale attività deve considerarsi distinta dalla creazione di moneta fiduciaria: l'art. Il del T.U. sancisce infatti che sono precluse la raccolta di fondi a vista ed ogni forma di raccolta collegata all'emissione od alla gestione di mezzi di pagamento ad istituzioni diverse dalle banche.

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..però è un peccato.. perché era davvero semplice capirlo..

[>>]

Macroeconomia e teoria monetaria

di Alejandro Nadal

A CURA DEL SERVIZIO TRADUZIONI PRIMIT.IT
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Abbiamo ricevuto molte richieste di spiegazioni più dettagliate in materia di operazioni bancarie. Questa manifestazione di interesse è positiva: un progetto politico di opposizione al neoliberismo non è in grado di offrire alternative senza una conoscenza approfondita del funzionamento di una economia monetaria nel capitalismo contemporaneo.

La teoria economica convenzionale sostiene che le banche svolgono una semplice funzione di intermediazione. Ricevere i depositi dei risparmiatori e pagare loro un tasso di interesse. Fornire tali risorse agli operatori economici che vogliono investire in una impresa produttiva o anticipare una scelta di spesa. I guadagni delle banche provengono dai differenziali dei tassi di interesse. Secondo questo racconto, per impedire abusi le autorità monetarie impongono requisiti alle banche, come il mantenimento di riserve prudenziali e indici di capitalizzazione elevati.

Secondo gli standard di macroeconomia la banca centrale emette banconote e monete metalliche: è la base monetaria o “moneta ad alto potenziale” [moneta di banca centrale o moneta legale o high powered money – ndT]. Come si spiega, allora, che la base monetaria sia una percentuale molto piccola (di solito non più del 7%), della massa monetaria totale? Si dice che la massa monetaria totale è un multiplo della base monetaria perché le banche prestano una parte dei depositi ricevuti, mantenendo una frazione degli stessi come riserva [la “riserva frazionaria” – ndT]. E normalmente i prestiti concessi da una banca sono depositati in altre banche che seguitano, a loro volta, a realizzare nuovi prestiti mantenendo una quota di depositi in riserva. In questa serie di operazioni agisce un moltiplicatore della somma inizialmente versata (in termini tecnici, il moltiplicatore monetario è il reciproco del rapporto tra base monetaria e l'offerta di moneta totale). Per questo la base monetaria è una parte molto piccola della massa monetaria totale.

Tutto questo è una favola che ha poco a che fare con la realtà. Fortunatamente oggi abbiamo una chiara radiografia di ciò che realmente accade nel sistema bancario.

La prima cosa da considerare è che le banche non hanno bisogno di depositi per fare prestiti. La causalità è invertita: quando la banca concede un credito, fornisce un saldo positivo nel conto del mutuatario, come se questi avesse fatto un deposito pari all'importo del credito stesso. Così gli autori post-keynesiani dimostrano che “i prestiti creano i depositi”.

Al diffondersi del sistema bancario, i titoli emessi da banche commerciali private hanno ottenuto il riconoscimento come mezzo di pagamento. Oggi la maggior parte delle transazioni in un'economia capitalistica si effettua tramite assegni e saldi elettronici nei conti delle banche private. Quindi, prelievi e depositi sono un flusso costante di transazioni interbancarie e, per ciò, la posizione di liquidità di una banca non dipende dai risparmi ricevuti nella sua attività di raccolta bancaria. I prelievi da parte dei suoi clienti sono compensati con i pagamenti dei clienti di altre banche. Le operazioni delle banche non sono vincolate dai depositi.

Per dirla in altro modo, un prestito inizia la sua vita presentandosi come un deposito agli occhi del mutuatario. Dire che le banche offrono prestiti è come dire che le banche offrono depositi. E quando “le garanzie” che “coprono” tali depositi sono accettate in tutte le transazioni monetarie, le banche stanno effettivamente creando denaro.

Perché il denaro così creato non cresce all'infinito? Perché il denaro creato da una banca al concedere del credito si estingue quando tale credito [il prestito – ndT] viene pagato. Così funziona il circuito monetario. Il denaro che le banche creano è una promessa di pagamento accettata come moneta per tutti i tipi di transazioni. Ma coloro che ricevono credito sono obbligati a rimborsarlo e quindi devono operare nell'economia non bancaria (nel settore reale) per raccogliere i mezzi di pagamento necessari (in contanti o in titoli bancari accettabili dalla banca che ha emesso il credito).

Qual è il ruolo della banca centrale? La priorità della banca centrale è quella di mantenere la liquidità nel sistema bancario e mantenere la stabilità finanziaria. Per questo si adatta alla domanda di riserve che le rivolge il sistema bancario. Così, le variazioni della base monetaria non sono ciò che determina l'offerta di moneta. Al contrario, le variazioni dell’offerta di moneta impongono cambiamenti nella base monetaria. Le banche centrali non controllano l'offerta di moneta.

Ciò significa che le variazioni dell'offerta di moneta non sono determinati in maniera esogena dalle operazioni di banca centrale (attraverso le sue operazioni di mercato aperto). Non importa quanto ristrette siano le norme in materia di riserve, le banche private, quando incontrano un progetto redditizio e con garanzie adeguate, concederanno sempre tutti i prestiti che l’economia richiede. Poi chiederanno le riserve alle banche centrali e questo organismo non potrà negargliele.

Da questa analisi, le cui origini si trovano nel lavoro di Keynes e molti altri economisti, si traggono gravi implicazioni politiche.

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