Blog di Daniele Luttazzi

Il verbale segreto di Antonio Fazio

Lunedì il governatore della Banca d'Italia ( addirittura! ) Antonio Fazio è stato interrogato dai magistrati di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla scalata all'Antonveneta. L'ipotesi è l'abuso d'ufficio. -I verbali dell'interrogatorio non esistono,- ha detto soddisfatto l'avvocato di Fazio, Franco Coppi. Ne pubblichiamo un estratto:

ANTONIO FAZIO: Tutti i trust e tutte le grosse banche del pianeta, più la maggior parte delle banche minori, signor Giudice, sono ormai nelle mani di sole 13 famiglie. Già possedevano ai primi del '900 la Federal Reserve. Oggi possiedono anche la Banca Centrale Europea e diversi altri istituti di emissione. Il permesso legale alla quotazione di titoli borsistici non rappresentativi di ricchezza fisica e sostanzialmente autoreferenti ha consentito ai loro trust e alle loro banche la creazione di una enorme “bolla” cartolare, mentre quello al credito verso le operazioni di borsa ha permesso un enorme “effetto leva” grazie al quale hanno potuto moltiplicare questa bolla speculativa gigantesca e pilotare i vari trend borsistici, inclusi i boom e i crack. Le conseguenze di questa verità scandalosamente sottaciuta sono assolutamente devastanti. Uno. Attraverso i trust, fissano centralmente tutti i listini all'ingrosso; e quindi possono controllare l'intero sistema dei prezzi internazionali e “pilotare” a piacimento le varie inflazioni. Due. Attraverso la proprietà degli istituti di emissione, possono “creare dal nulla” e vendere al valore nominale anzichè al costo di tipografia tutti gli euro e tutti i dollari in circolazione. Tre. Grazie alla proprietà diretta e al controllo indiretto di quasi tutte le banche del pianeta, sanno che la loro moneta bancaria verrà quasi tutta versata presso propri sportelli; e quindi non hanno più alcun bisogno di mantenere una riserva prudenziale, con la conseguenza che grazie a un moltiplicatore dei depositi pressochè infinito, possono “creare allo scoperto” anche tutta la moneta bancaria che vogliono. Quattro. Grazie al controllo di trust e banche, e al permesso legale alla speculazione, hanno anche il monopolio della creazione “allo scoperto” della gigantesca bolla cartolare, anch'essa moneta a tutti gli effetti ed autoreferente al 999 per mille, oltre il controllo totale della distribuzione del virtuale di borsa. Ne deriva un potere gigantesco. Decidono i prezzi internazionali, “pilotano” le inflazioni, con il virtuale comprano senza pagare tutto e tutti nel mondo, pilotano a piacimento sia le espansioni che le recessioni, non hanno più alcun rischio d'impresa e prelevano ricchezza da tutto il pianeta non più attraverso il mercato, ma attraverso la fissazione centralizzata dei prezzi e la creazione allo scoperto della moneta circolante, bancaria e borsistica. Per non parlare del golden crescent. Già dalla fine della ricostruzione postbellica queste 13 dinastie non hanno più il problema di aumentare il valore assoluto o percentuale del loro prelievo “feudale”, bensì quello di esautorare gli stati, impedire ogni controllo democratico e perpetuare le condizioni materiali e ideologiche del loro potere. Esse, del resto, controllano tutte e 4 le agenzie internazionali di stampa, tutte le grosse testate, tutti i network, Hollywood e tutte le agenzie di distribuzione, nonché i flussi pubblicitari e tutte le commesse alla ricerca scientifica, nonché le sponsorizzazioni, i convegni e i premi, ovvero tutta la piramide distributiva della ricchezza verso scienza e media. Il Pensiero Unico, egemone nella scienza e nei media, è, pertanto, il coerente involucro ideologico che ricopre i loro interessi materiali e culturali, diffondendo i dogmi economici che, pur privi del minimo fondamento scientifico, difendono nell'immaginario collettivo i loro aberranti disegni, primo fra tutti quello della recessione indefinita, disegno che perseguono con tenacia da ormai più di 30 anni nel tentativo ostinato di conservare ad ogni costo lo statu quo. Ad ogni costo altrui. L'abolizione dei controlli valutari anti-speculazione, gradatamente invalsa un po' dovunque in ossequio alle ricette neoliberiste del Pensiero Unico, costringe infatti i governi a continue manovre deflattive nel tentativo di contrastare l'inflazione che altrimenti, in mancanza di controlli valutari, provocherebbe fughe di capitali e lascerebbe la moneta nazionale in balia della speculazione internazionale. I trust, allora, consapevoli di ciò, aumentano volontariamente i listini all'ingrosso anche in presenza di domanda calante, provocando la così detta stagflazione. I governi, dal canto loro, incapaci di uscire dal paradigma neoliberista, anziché imporre il calmiere all'ingrosso e reintrodurre i controlli valutari, o, al massimo, svalutare la moneta nazionale di una percentuale uguale al differenziale d'inflazione, al fine di lasciare immutata la competitività nell'import-export, cedono al ricatto dei trust e praticano la deflazione. Poiché, però, la deflazione si attua per lo più con tagli della spesa pubblica, strette creditizie e inasprimenti fiscali, essa è sempre e necessariamente recessiva, per cui calano conseguentemente investimenti e occupazione e va in fallimento la piccola e media impresa. E quindi, ancora, calano retribuzioni e pensioni, viene smantel-lato il welfare, aumenta la concentrazione industriale a danno della piccola e media impresa e a vantaggio dei trust, diminuiscono gli spazi democratici e si sgretolano le socialdemocrazie. Che è esattamente ciò che vuole chi pilota la stagflazione. La deflazione recessiva, però, bloccando le forze produttive capitalistiche, con ciò stesso mette costoro contro la storia e sollecita gli “anticorpi” capitalistici, che cercano confusamente un nuovo involucro ideologico che sorregga lo sviluppo delle forze produttive, probabilmente fondendosi con le istanze laiche e confessionali, sia a difesa della socialdemocrazia che per più equi rapporti internazionali. Lo so, urgerebbero contromosse. Ad esempio reintrodurre i controlli valutari anti-speculazione, vietare le swap, e stroncare la speculazione in borsa vietando il credito alla borsa, che consente alla speculazione di muovere capitali multipli rispetto a quelli realmente posseduti. Consentire le sole operazioni a pronti. Come, signor Giudice? Bè, le swap consistono nel prestito fatto dalle banche nazionali a grosse banche straniere loro complici, per pochi giorni o perfino poche ore, di tutti o parte dei depositi dei propri correntisti onde consentire loro di scommettere al ribasso tutte insieme nello stesso momento queste valute altrimenti irreperibili all'estero. In questo modo qualsiasi moneta priva di controlli antispeculazione viene disintegrata in poche ore e basta ricomprare lo stesso giorno o nel giro di pochi giorni questa stessa valuta per fare sì che la quotazione risalga di poco e si possano restituire a buon mercato i depositi alle complici nazionali, facendo poi a mezzo con loro del bottino. Fu così in Argentina e negli stessi giorni in cui si impediva ai correntisti di prelevare anche un solo peso. E lo stesso è avvenuto anche contro la lira nel 1992. Occorrerebbe proteggere con indicizzazioni automatiche pensioni, salari e piccoli risparmi, e, se del caso, svalutare l'euro in armonia col differenziale di inflazione per lasciare immutata la competitività nell'import-export. Ma solo con una nuova architettura valutaria internazionale sarà possibile regolare il commercio mettendolo al riparo dagli attacchi della speculazione internazionale e dal boicottaggio bancario internazionale. E lo so, occorrerebbe anche condonare buona parte dei prestiti al terzo mondo (restituendo anche le spoliazioni usurarie pregresse) e rifondare il WTO, perché fissi a calmiere i prezzi internazionali e perché persegua il rispetto della concorrenza internazionale imponendo dazi compensativi del welfare incorporato nei costi di produzione, onde promuoverne la crescita anziché scoraggiarla, come fatto fino ad oggi, nonché per limitare fortemente nel tempo e nello spazio i brevetti internazionali. Per questi motivi ho chiuso gli occhi sul folle shopping di Fiorani, signor Giudice, permettendogli di scalare Antonveneta. Fiorani un giorno mi ha chiesto:-E se i furbastri ci mettono i bastoni fra le ruote?- Gli ho risposto:-Impossibile, siamo entrambi qua.-

By Daniele Luttazzi at 12 Ott 2005 - 03:03


fonte: http://news.danieleluttazzi.it/?q=node/102