Collana: I NOSTRI SOLDI,
LE NOSTRE FATICHE

www.SIGNORAGGIO.com
Banca d’Italia,
Banca Centrale Europea,
Federal Reserve:
la
grande truffa
volume 3
di 3
release 0.6
Girovagando su
Internet e visitando i cosiddetti “Siti Alternativi di Informazione”, si
scoprono cose incredibili ! Provate quindi ad inserire, in un qualunque motore
di ricerca (www.yahoo.com, www.google.com, www.lycos.it, ecc…) le parole: “SIGNORAGGIO”,
“BCE”, “BANCONOTE” e scoprite su cosa camperebbero i Signori Banchieri…
Il
diritto di “signoraggio” è il potere del “signore” di emettere biglietti con un
valore nominale ampiamente superiore al valore intrinseco e quindi di ricavare
un guadagno dalla sovranità sulla moneta.
Perché
debba farlo una Banca PRIVATA è un mistero…
Banca centrale, inflazione e stato
Tassi d'interesse in una lezione
La politica dell’albero dei soldi
Comunicato dell’Intesa dei Consumatori
Reddito del Governo USA generato dalla produzione
di Penny
Che cos’è la legge finanziaria?
Come lo Stato può guadagnare dal signoraggio.
Prestiti E Finanziamenti: Come Fanno Le Banche A
Prestare Soldi Che Non Hanno
Il bicchiere in frantumi (…e il latte versato)
Ecco lo zio Sam - senza niente addosso - che si
pavoneggia per la Cina e per il mondo
La battaglia inglese alla Costituzione Ue
La BANCA d'ITALIA non è Pubblica ma Privata, un po'
di Storia per capire bene...
Si stava meglio quando si stava peggio?
Guaicaipuro Cuautemoc è un indios che sa far di
conto...
Il riflusso bancario per i non-iniziati
(http://www.frontenazionale.it/doc/eurusura.doc)
PREMESSA
La moneta è un mezzo, creato dall’uomo, per facilitare lo
scambio dei beni. Pertanto, la causa della sua esistenza sta nella convenzione,
che gli uomini si danno, di accettare un dato simbolo (oro, argento, metallo,
cartaceo, ecc.) quale strumento per gli scambi dei beni prodotti. Se la causa è
la convenzione e l’effetto è la funzione di misurare il valore dei beni, quando
viene meno l’accettazione (e cioè la convenzione) la moneta perde anche la sua
funzione e cessa quindi di essere tale. I simboli monetari, nel momento in cui
la collettività, accettandoli, li fa circolare, acquistano anche il loro valore
incorporato, così che insieme alla loro funzione di misura del valore (posseduta
al momento dell’emissione) assumono,
con la circolazione, anche la qualità di valore della misura. E’ quello che il prof. Auriti, nella sua teoria della
moneta, chiama valore indotto, incorporato nel simbolo monetario, vale a dire
il suo potere d’acquisto. Ne consegue
che la moneta diventa un bene reale, oggetto pertanto di diritto di proprietà
da parte di chi ne è il portatore: la collettività. Per meglio chiarire il
concetto, facciamo un esempio. Immaginiamo che un tipografo, chiuso in una
cella dove sta scontando una pena, proceda alla stampa di una certa quantità di
simboli monetari in vari tagli. Certamente, nel chiuso della cella, il valore
incorporato in tali simboli, salvo il costo tipografico, è pari a zero.
Immaginiamo, inoltre, che lo stesso tipografo, una volta scontata la pena,
ritorni al suo paesetto e distribuisca ai compaesani la moneta stampata in
carcere, da usare come mezzo per facilitare lo scambio dei beni che la comunità
produce. Se i paesani faranno circolare la moneta avuta dal tipografo, accadrà
che i simboli monetari assumeranno il valore stampato su ognuno di loro,
passando quindi da un valore pari a zero (quando erano fermi nelle mani del
tipografo) a quello acquisito con la circolazione accettata, e quindi voluta,
dalla comunità. Inoltre, ciascun paesano sarà proprietario del valore
incorporato nei simboli monetari di cui è portatore, perché lo ha determinato,
accettandolo come strumento per lo scambio dei beni.
MAASTRICHT e L’EURO
Può l’Europa di Maastricht essere considerata un nuovo
Stato unitario? O piuttosto essa è solo l’espressione di una “Superfinanza” che
vuole controllare le economie dei popoli europei ed incrementare i suoi profitti?
Non è forse vero che l’Unione europea e la moneta unica sono stati imposti agli
italiani, quasi in sordina, da trattati sottoscritti da politici imbelli o
corrotti e venduti, senza l’ombra di alcun dibattito e senza alcuna
manifestazione di voto? Le risposte a queste domande ci rivelano come,
attraverso il trattato di Maastricht, sia stato possibile trasferire, in modo
subdolo, il potere sovrano dei popoli europei ad un’Entità virtuale, che decide
per loro attraverso euroburocrati non eletti, liberi da controlli e responsabilità,
scelti da poteri finanziari sovranazionali. Un trattato diretto a realizzare un
governo europeo centralizzato, sul quale tali poteri possono più facilmente
esercitare la loro egemonia e la loro pressione, lontano dal controllo
elettorale dei popoli. Un mezzo per completare la trama (programmata in tre
secoli di storia dai gruppi giudaico-massonici, che controllano la finanza
mondiale e che guidano l’azione politica esplicata da governi corrotti di
popoli ignari) tesa ad imporre, attraverso la globalizzazione della finanza, un
Governo Mondiale, un Pensiero Unico, un Mercato Unico, una Moneta Unica. Fra gli effetti immediati, quello che
maggiormente, al momento, influenza negativamente la vita dei popoli europei è
la perdita della sovranità monetaria a favore della Banca Centrale Europea (una
sorta di Federazione delle Banche centrali nazionali, avente natura meramente
privatistica): una struttura politicamente irresponsabile, libera da vincoli e
controlli, indipendente dai governi e dai parlamenti. A tale istituzione è
stata devoluta la gestione della moneta e della politica monetaria, dalla quale
dipendono le politiche fiscali ed economiche dei paesi dell’UE e per la quale
sono richiesti vincoli di bilancio insostenibili, tagli sulle spese sociali,
limitazioni ai diritti dei lavoratori. Una politica monetaria centralizzata la
di cui imposizione accentua, sia le differenze esistenti all’interno
dell’Unione - come quelle delle infrastrutture, delle legislazioni sul lavoro,
dei sistemi pensionistici, dell’assistenza sociale, ecc. - sia gli scontri fra
gli Stati, per la supremazia politica ed economica. La presunta unione delle economie per mezzo dell’Euro, totem
innalzato per omologare il pensiero dei popoli europei e rafforzare il centralismo
economico - a tutto vantaggio dei poteri forti – si sta rivelando non solo una
truffa, ma anche un processo dannoso. Una truffa, perché destinata a produrre
vantaggi soltanto per le grandi aziende, che usufruiranno di forme ambigue e
mascherate di protezionismo, a danno delle piccole imprese, specie se agricole,
alimentari ed artigianali. Un danno, perché i lavoratori subiranno il costo del
calo occupazionale e i consumatori patiranno tutti gli svantaggi della
globalizzazione. In presenza di tali prospettive - considerato che una moneta è
non solo l’incarnazione di un’economia omogenea, ma anche l’espressione della
fiducia riposta in chi la emette (uno Stato riconosciuto) - può l’euro,
un’unità di conto imposta per conseguire i fini speculativi del trattato di
Maastricht, essere considerata una moneta? La risposta non può essere che una:
L’EURO NON E’ UNA VERA MONETA!
L’USURA
Le Banche centrali nazionali aderenti all’Eurosistema -
termine usato per designare la BCE e le BCN, aderenti al SEBC, che hanno adottato
l’euro - su autorizzazione della BCE, prestano agli Stati ed alle Banche
ordinarie (quindi all’intero sistema economico) la moneta (l’EURO) creata dal
nulla (cioè senza una corrispondente copertura), richiedendo non solo il pagamento
degli interessi, ma anche la restituzione del valore che l’EURO medesimo ha acquistato
per effetto della sua circolazione (ricordiamo
che i simboli monetari entrati in circolazione, al momento dell’emissione, non
avevano alcun valore, essendo stati creati dal nulla). I simboli monetari,
invero, hanno incorporato il loro valore nominale, il loro potere d’acquisto,
soltanto quando i popoli ne hanno accettato la circolazione (peraltro, nel caso dell’Euro si dovrebbe
parlare di “accettazione imposta” e non di libera autodeterminazione di volontà).
In sostanza, si pratica l’USURA!
Le vittime sono i cittadini che necessitano di finanziamenti
e quindi le strutture economiche degli Stati.
L’usuraio è l’EUROSISTEMA, che appare come una federazione
di società per azioni le cui deliberazioni sono adottate dagli organi decisionali
della BCE. Ad essa (cioè ad un “privato”, espressione di poteri finanziari
sovranazionali) gli Stati membri hanno trasferito la propria sovranità
monetaria e di conseguenza il controllo della politica economico-sociale delle
nazioni. Va inoltre considerato che, dal punto di vista contabile, la BCE risulta
debitrice della moneta emessa, per tutto il tempo della sua circolazione;
rappresentando pertanto un debito, tale moneta viene inserita fra le poste
passive. Allora, perché percepisce interessi su di essa, pur essendo un
debitore? Gli interessi non devono essere corrisposti al creditore, cioè al
proprietario? E se la BCE non è il creditore (proprietario) chi può assumere
tale veste se non gli Stati e cioè i popoli? Ne consegue che la BCE, essendo
debitrice della moneta emessa, ne trae un utile non giustificabile, perché i
veri creditori, cioè i proprietari, sono i popoli europei. Se poi si voglia
assumere che la BCE è proprietaria della moneta emessa, anche prima del momento
in cui la pone in circolazione (assurdo
logico ed etico, in base al quale il valore della moneta non sarebbe l’effetto
di una convenzione, bensì l’espressione della volontà totalitaria imposta da
una struttura privata, direttamente dipendente dai gruppi di potere della finanza
sovranazionale) si deve anche convenire che la medesima commette un
illecito contabile allorquando la pone in bilancio fra le poste passive.
In
sintesi, la Banca centrale nel mentre che iscrive al passivo del
proprio bilancio i biglietti di banca emessi
(anche se essi non rappresentano una perdita, perché la moneta, essendo l’unità di misura del valore dei beni, ha sempre e
soltanto valore convenzionale, mai creditizio) addebita gli stessi, invece
di accreditarli, ai popoli che,
accettandoli, ne determinano il potere di acquisto. Un maledetto imbroglio che realizza un sistema usuraio, sia perché la
Banca centrale, quando “presta” denaro, si arroga un diritto di proprietà, che
non ha, su tutta la moneta circolante; sia perché i cittadini, da proprietari,
diventano debitori della moneta che essi stessi creano. Da proprietari, e
quindi creditori, a debitori: ecco
l’Usura praticata dal sistema delle Banche centrali che, allorquando prestano,
invece di accreditare, il danaro stampato, ne caricano il costo del 200%.
ANOMALIA DEL SISTEMA
Il sistema monetario adottato, per volontà di una
Superfinanza apolide, comporta che uno Stato (e quindi un popolo) per pagare
gli interessi dovuti, è costretto a farsi prestare altro denaro, alimentando il
debito pubblico ed impoverendo l’economia nazionale. L’anomalia del sistema sta
nel fatto che, vivendo in regime di corso forzoso e quindi di inconvertibilità
della moneta, non c’è alcuna ragione che possa giustificare la richiesta dello
Stato, ad un istituto bancario, di un prestito oneroso di banconote (semplici
supporti cartacei) create dal nulla e prive di ogni valore intrinseco. E’ un comportamento
che serve soltanto a determinare il trasferimento della sovranità monetaria e
del governo della politica monetaria, nelle mani di un’entità privata - lontana
dai bisogni e dalle aspirazioni dei singoli cittadini - che persegue esclusivamente
i suoi scopi di lucro.
Trattasi oltretutto di una politica monetaria attualmente
sempre più indirizzata verso una provocata rarità della moneta in circolazione,
che viene giustificata dallo spauracchio dell’inflazione: fenomeno peraltro
possibile solo in un regime di piena occupazione dei fattori produttivi (il che
oggi non si verifica). E se tendenze inflazionistiche sono rilevate o temute,
la causa va ricercata nell’aumento della velocità di circolazione della moneta,
artificiosamente provocata dagli spostamenti di danaro virtuale, in tempo
reale, operati dal sistema bancario-finanziario. Avviene, infatti, che la “Superfinanza”
mentre da un lato lucra, attraverso tali trasferimenti, la moneta reale che incamera
dagli Stati, per i debiti che gli stessi sono costretti a contrarre con la
Federazione delle Banche centrali (a
causa della contrazione del medio circolante imposta) dall’altro, incrementa
la velocità di circolazione di moneta virtuale, alimentando le tendenze
inflazionistiche.
Il che comporta, tornando al nostro paese (senza escludere
che il fenomeno è esteso a tutti gli altri paesi, specie quelli c.d. in via di
sviluppo o sottosviluppati) un debito pubblico superiore al reddito prodotto e
un ammontare di interessi passivi superiore all’aumento annuo del reddito
nazionale. La conseguenza è che lo Stato, strozzato da questa usura di un
potere finanziario apolide, è impossibilitato a programmare e ad attuare serie
ed autonome politiche economiche, fiscali e sociali.
UN POTERE ASSOLUTO
Il potere monetario della Banca centrale europea e di
quelle nazionali annulla o rende inefficaci i poteri sovrani dei popoli aderenti
al SEBEC e rende manifesto il disegno di attuare un sistema assolutista. Dove
il potere assoluto non appartiene ad un Re o ad una Casta ben personificata ed
individuata, contro i quali i popoli oppressi possono sollevarsi; appartiene,
invece, ad un’Entità virtuale sovranazionale, espressione dell’azione continua
e penetrante di non più tanto occulti poteri finanziari che, lentamente, ma
progressivamente, stanno espropriando i
popoli europei non solo dei loro poteri sovrani, ma soprattutto del loro diritto
ad esistere.
Con l’istituzione dell’euro, il progetto assolutista è
quasi completato. L’abdicazione della
politica monetaria a favore della Banca centrale d’Italia, comportante la
soggezione del potere politico a quello monetario, ha prodotto nel corso del
tempo non pochi danni all’economia del paese. Basti pensare alla tempesta
valutaria del settembre del 1992, quando l’allora Governatore (Ciampi?) bruciò
100.000 miliardi di lire (chissà se il fatto può essere correlato ad una certa
crociera sul panfilo “Britannia” al largo di Civitavecchia, in quello stesso
anno) senza dover rispondere ad alcuno delle proprie decisioni. La non
controllabilità e la non responsabilità della Banca d’Italia, un ente privato
comunque italiano, sono oggi prerogative di un ente privato sovranazionale, la
BCE, priva di ogni riferimento con i popoli assoggettati al suo potere monetario
ed i cui organi istituzionali sono autonomi ed indipendenti dagli organi
rappresentativi degli Stati che formano il SEBEC.
L’art.105 del trattato di Maastricht, infatti, prevede che
“la BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote
all’interno della Comunità.”, e l’art.107 aggiunge che “nell’esercizio dei poteri e nell’assolvimento dei compiti loro attribuiti…
né la BCE, né una BCN, né un membro dei rispettivi organi decisionali possono
sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari,
dai governi degli Stati membri, né da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni
e gli organi comunitari, nonché i Governi degli Stati membri si impegnano a
rispettare questo principio e a non cercare di influenzare i membri degli
organi decisionali della BCE o delle Banche centrali nazionali nell’assolvimento dei loro compiti.” Ancora, all’art.108
A.1, si legge che “ la decisione (della
BCE, n.d.r.) è obbligatoria in tutti i suoi elementi per i destinatari da essa
designati”. Un vero e proprio potere assoluto, in materia di politica
monetaria, nelle mani della BCE che, giova ripetere, è un Ente privato
sovranazionale, espressione del totalitarismo della grande finanza. Qualcuno si chiederà: ma norme di tale
portata non sono in contrasto con i principi contenuti nella prima parte della
costituzione italiana, specie con quello sancito dall’Art.1, dove si afferma
che la sovranità appartiene al popolo? E quindi anche quella monetaria?
I camerieri dei banchieri, i nostri governanti, già hanno
ricevuto l’ordine di provvedere alle opportune modifiche costituzionali, non
solo per sanare il pregresso, ma anche per evitare l’insorgere di possibili
conflitti d’ordine costituzionale. Un primo passo, abbastanza decisivo, già
l’hanno fatto con la riforma costituzionale dell’art.117, della quale è stato
pubblicizzato soltanto l’aspetto relativo alla c.d. devoluzione di poteri a
regioni ed enti locali. E’ stato invece occultato l’altro aspetto, ben più
importante, contenuto nell’articolo modificato, tendente a costituzionalizzare
la perdita della sovranità monetaria da parte del popolo, laddove è stato fatto
approvare, con l’inganno, che: “La
potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto…dei
vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.”
Sarà dovere di ogni buon cittadino, porre maggiore
attenzione alle proposte di modifiche costituzionali che da ora in poi verranno
avanzate e predisporre le azioni necessarie per la difesa dei poteri sovrani
espropriati al popolo, davanti all’unico organo costituzionale che, al momento,
non sembra abbia già un “padrone” e una divisa di “cameriere”: la Corte Costituzionale.
UN NUOVO TIPO DI MONETA
La nostra natura nazionalpopolare e rivoluzionaria può, in
alternativa al sistema monetario in uso - adottando i principi salienti della
teoria del prof. Auriti e di quelle
di C.H.Douglas, Gesell e Avigliano,
sotto l’indirizzo spirituale del pensiero di Erza Pound - prospettare
e proporre una nuova concezione dell’economia. Una concezione del tutto etica
che, nella sua concretizzazione, affida allo Stato il compito di provvedere a
stampare (o a far stampare) le banconote, senza dover ricorrere a prestiti
presso istituti privati - quali sono le Banche centrali nazionali o la Banca
centrale europea - e di commisurare gli incrementi monetari, di volta in volta
ritenuti necessari, allo sviluppo economico; senza dover pagare un interesse usuraio
del 200% sugli incrementi stabiliti, e regolare gli stessi incrementi soltanto
in ragione del costo di produzione dei beni reali.
Ciò comporterebbe la possibilità d’istituire un “reddito
di cittadinanza”, determinato dalle somme date in prestito senza interesse -
direttamente dallo Stato, che provvede a stampare la moneta - agli operatori
economici e restituite dagli stessi al termine del ciclo produttivo. Tali somme
andrebbero a costituire un nuovo reddito patrimoniale attinente allo status di
cittadino, evitando sia la nascita e lo sviluppo del “sottoconsumo”, provocato
dalla penuria del danaro necessario per acquistare i beni prodotti, sia la
formazione e l’incremento di onerose scorte di magazzino. In altri termini, se
lo Stato creasse direttamente la moneta necessaria per perseguire i suoi scopi
e la mettesse in circolazione per svolgere la propria funzione di strumento
dello scambio e quindi di misura del valore dei beni, al limite non sarebbe
neppure necessario ricorrere all’imposizione fiscale, attualmente necessaria
per restituire il presunto debito, contratto con il sistema delle banche
centrali. Lo Stato potrebbe mettere in circolazione la moneta necessaria per
acquistare i beni che il sistema economico nazionale produce o potrebbe
produrre, senza dover subire le
arbitrarie espansioni o contrazioni di
moneta, operate dalla Banca centrale, che impone una propria politica monetaria.
Per evitare quindi che la finanza sovranazionale faccia
oscillare arbitrariamente il volume della moneta, determinando un’instabilità
di mercato, sulla quale lucra con maggiore facilità, lo Stato deve assumersi,
direttamente, il compito di tenere costante il rapporto tra il volume totale
del circolante e quello dei beni reali prodotti. Nel medio tempo, per
permettere allo Stato di riappropriarsi in parte della potestà monetaria,
potrebbe essere sostenuto, da parte nostra, il suggerimento, dato dal Santoro, di intervenire con manovre
dirette a trasformare in moneta i “titoli di stato” in scadenza, onde permettere
allo Stato di indirizzare i risparmi dei cittadini verso fini produttivi.
CONCLUSIONI
Le centrali finanziarie sovranazionali, nel corso del XIX
e del XX secolo, hanno gradatamente conquistato posizioni di dominio su dimensioni
mondiali, attraverso il fenomeno della c.d. globalizzazione. Aiutati in ciò da
una schiera di servitori aventi il compito di mistificare la realtà naturale e
di trasformare la società, iniettando nella mente e nel cuore di ogni individuo
– attraverso il mito di una falsa democrazia – la convinzione di essere libero.
I singoli uomini ed i popoli sono diventati inconsapevoli schiavi,
costantemente controllati, attraverso l’imposizione di una politica monetaria,
orientata ad assicurare esclusivamente il beneficio di un sistema
finanziario-bancario globalizzato. Fra gli effetti della globalizzazione, vi è
quello di un aumento della liquidità monetaria: una liquidità, però, fittizia e
virtuale che ha determinato una moltiplicazione della moneta altrettanto fittizia
e virtuale. Trattasi di un volume di danaro non reale, accaparrato dalla finanza
globalizzata, che sposta enormi capitali (virtuali) da un punto all’altro del
globo, incurante delle gravi crisi economiche che produce, purché risultino
massimizzati la sua speculazione ed il suo profitto. All’opposto, l’altro
effetto che vede gli Stati (i popoli) occidentali versare in un economia
stagnante - dovuta alla scarsità di moneta, provocata dall’accaparramento delle
centrali finanziarie - e gli Stati (i popoli) del terzo mondo che soffrono la
fame, non per mancanza di derrate alimentari, ma per mancanza della moneta
occorrente per il loro acquisto.
E’ necessario che gli Stati riconquistino la sovranità
monetaria perduta ed emettano direttamente la moneta necessaria per soddisfare
le esigenze dei popoli: una moneta di Stato, una moneta di Popolo.
Se il sistema monetario usuraio è la causa delle
ingiustizie che subiscono i popoli del pianeta, la lotta a chi controlla tale
sistema è il dovere principe di un movimento nazionalpopolare e rivoluzionario.
Articolo riprodotto su: www.signoraggio.com
(Fabio Gardel 05/01/2004)
Non c'è forse prova più evidente
di quanto i governi dei paesi cosiddetti liberaldemocratici siano diventati
potenti del fatto che i cittadini di tali paesi tacciano inebetiti mentre i
loro governi compiono atti che manderebbero la gente in prigione. Ad esempio il
governo USA può attaccare paesi stranieri e chiamare sinistramente, nella
lingua di legno degli statalisti, la strage di civili innocenti “danno
collaterale”. Nella nostra epoca lo stato può attaccare impunemente la
proprietà di chiunque e tuttavia creare una differenza ideologica tra questa
confisca e il furto criminale. Le operazioni del Warfare-Welfare State sono
finanziate attraverso il sistema della banca centrale nazionale. La banca
centrale ha il potere di determinare la politica monetaria ed è la depositaria
dell'autorità legale a espandere o contrarre la massa monetaria in
circolazione. Allo stesso modo in cui i cittadini ignorano il furto e
l'omicidio quando commessi dallo stato, così tacciono quando è lo stato a
intraprendere la falsificazione della moneta attraverso l'azione della banca
centrale. Ci sono poche istituzioni in una nazione più influenti di una banca
centrale e niente di più importante in una economia del mezzo di scambio, la
moneta. Cos'altro permette al governo di accumulare debiti enormi che a loro
volta rendono possibile l'espansione del Leviatano? Quale altra variabile
economica ha effetti causali maggiori sulla vita e sull'attività economica?
Naturalmente è comprensibile perché la gente e la quasi totalità dei politici
lasci la questione nella mani della banca centrale e del tesoro.
La politica monetaria
difficilmente può diventare un tema caldo di discussione mediatica: meglio
concentrarsi sui benèfici Organismi Geneticamente Modificati o su una
irrilevante modifica di un articolo del delirante Statuto dei Lavoratori. I
tassi di cambio flottanti raramente scaldano il sangue delle masse da cui
dipende la rielezione e tutti i temi che riguardano la moneta e la banca
centrale sembrano troppo complessi perché le folle possano capirli. Le
discussioni di politica monetaria implicano il maneggio di termini come tassi
di cambio, swap, tasso di sconto, curva dei tassi, arbitraggi, M1, M2, M3, MZM,
velocità di circolazione, equazione di Fischer, parità di potere d'acquisto:
termini che non finiranno mai nel lessico del cittadino medio. Sebbene la
terminologia tecnica e i complessi dettagli della teoria e della politica
monetaria siano mediamente inaccessibili, il processo base che impegna la banca
centrale nel condurre la politica monetaria è relativamente semplice. Tutte le
statistiche dettagliate, le relazioni dei governatori e i modelli matematici
oscurano l'essenza della funzione di una banca centrale. Sono tre gli strumenti
usati principalmente da una banca centrale per “gestire” la politica monetaria:
la fissazione della riserva minima per le banche commerciali, la fissazione del
tasso di sconto a cui queste prendono in prestito dalla banca centrale e le
operazioni a mercato aperto. Al momento lo strumento più utilizzato è il terzo.
L'esame del funzionamento di
questo strumento mostra l'antieconomicità generale e la perniciosità sociale
del nostro sistema monopolistico di valute per decreto inconvertibili. Allo
scopo di implementare la sua politica monetaria la banca centrale cerca di
controllare l'offerta di moneta nell'economia. Come? Alzando e abbassando il
tasso di sconto. Il Consiglio del Federal Reserve System (la FED, la banca
centrale statunitense), ad esempio, attraverso le operazioni condotte sul
mercato delle obbligazioni governative dal suo Federal Open Market Committee (FOMC)
cerca di “creare” questo tasso, che è il tasso al quale le banche si prestano
fondi l'un l'altra overnight per onorare i propri requisiti di riserva ed
evitare di essere sanzionate (Se le banche centrali si limitassero a fissare
questo tasso senza operare sul mercato aperto, la risultanza sarebbe quella di
creare le classiche conseguenze di qualsiasi fissazione legale dei prezzi, e
cioè accaparramenti e carenze, in questo caso di fondi a prestito. Spero
qualcuno ricordi le immortali pagine di Alessandro Manzoni sulle conseguenze
nella Milano dei suoi Promessi della fissazione per decreto del prezzo della
farina). Essendo i requisiti di riserva statutari, ogni azione che la FED
intraprende nel restringere o allentare i requisiti di riserva influenza il tasso
a breve da essa praticato. Come fa la FED a comprare il debito emesso dallo
stato per condurre queste arzigogolate operazioni? Crea, con il permesso della
“legge”, moneta dal nulla! Quando con essa il FOMC compra debito governativo o
lo vende meno rapidamente si ha una politica monetaria espansiva. Quando fa
l'opposto, vendendo debito governativo o comprandolo meno rapidamente, si ha
una politica monetaria restrittiva. Con una interessante operazione semantica,
la creazione di denaro dal nulla operata da un privato cittadino e detta
falsificazione diventa, nel gergo statalista dei banchieri centrali, degli
economisti e dei giornalisti di regime, “politica monetaria espansiva”, se
operata dalla banca centrale. Tutti noi vorremmo poter operare la nostra personalissima
“politica monetaria espansiva”. Tra parentesi le banche centrali, sebbene
diverse nei loro statuti, sono generalmente di proprietà di banche private:
esistono quindi nel nostro mondo dei privati cittadini che possono attuare
politiche monetarie espansive private. Compito per casa: scoprire chi sono e
quali fini perseguono con le loro politiche monetarie espansive. La
giustificazione che i governi offrono per il loro immischiarsi nell'offerta
monetaria è di nuovo qualcosa di cui il cittadino medio sente parlare sui
giornali: iniettare liquidità nel sistema, calmierare i prezzi, stimolare
l'economia, raffreddare una economia surriscaldata, ecc. (Non posso continuare
con gli esempi di gergo giornalistico perché mi fanno l'effetto dell'altalena,
dopo tre swing ho il voltastomaco).
Sebbene queste giustificazioni
possano presentare una qualche sorta di ingannevole ragionevolezza, esse
ignorano costantemente il più grande e mai ammesso beneficio che la banca
centrale offre al governo: essa gli permette di spendere impunemente fino a
portarsi al limite della bancarotta o dell'iperinflazione (questa è la ragione
per cui gli stati USA hanno solo deficit temporanei e limitati al contrario del
deficit federale che ha superato i settemila miliardi di dollari). Inoltre,
ogni aggiunta marginale di unità di moneta beneficia i debitori a spese dei
creditori. Questa inflazione permette ai governi di ridurre il pagamento degli
interessi reali sul debito. I “difensori di una inflazione moderata” invocano
la banca centrale perché gli fornisca la panacea economica: una relativa
stabilità dei prezzi e lo stimolo per la crescita economica. In una economia
libera a moneta aurea e senza banca centrale, alla crescita della produttività
corrisponde un discesa dei prezzi dei beni e dei servizi. Storicamente, sotto
il gold standard, si è avuta nel XIX sec. una deflazione dei prezzi benigna e
naturale. Ecco quindi che la supposta relativa stabilità di prezzi in un regime
di moderata inflazione depriva i consumatori dei più alti standard di vita
ottenibili tramite il progresso tecnologico e l'integrazione internazionale dei
mercati.
Non soltanto il valore della
moneta dovrebbe essere lasciato fluttuare nel mercato esattamente come quello
di ogni altro bene, ma la regolazione governativa del livello dei prezzi è
molto più apparente che reale. Una analisi dettagliata di come le istituzioni
governative determinino indici come il Consumer Price Index (CPI) o il Producer
Price Index (PPI), escludendone sistematicamente tutte le variabili che
potrebbero rivelare una misura attendibile dell'inflazione dei prezzi, rivela
la natura fraudolenta della manipolazione monetaria. Storicamente da quando la
FED è nata nel 1913 il dollaro ha perso il 96% del suo valore: certamente una
bella difesa del potere d'acquisto della moneta attuato dalla banca centrale.
Tuttavia il trafficare con il debito di stato e la distruzione del potere
d'acquisto della moneta non sono il più grave dei problemi creati dalla banca
centrale. Si noti che la conduzione di una “politica monetaria espansiva” ad
altro non si riduce che a far apparire credito dal nulla, ovverosia a far
apparire credito non derivante dal risparmio di qualcuno. Come potrebbe questo
non creare distorsioni massive nella struttura degli investimenti? I metodi che
la banca centrale usa per azionare la pompa monetaria creano un aumento del
credito; riducendo il tasso di interesse una politica monetaria espansiva rende
più conveniente il prendere denaro in prestito. Questo è il modo in cui una
politica monetaria espansiva dovrebbe stimolare l'economia. Ma questa infusione
di liquidità riesce a creare vera ricchezza? Se si abbassa artificialmente il
tasso di interesse, più gente prenderà a prestito. In particolare alcuni
consumatori e imprenditori si avventureranno in progetti impraticabili che un
più alto (naturale) tasso di interesse avrebbe sconsigliato. La teoria
austriaca del ciclo economico tratta in dettaglio questo fenomeno; senza
avventurarci nella discussione particolareggiata della teoria, ci basta fare
appello all'intuizione del lettore che l'avventurarsi in progetti
imprenditoriali dubbi reso possibile da tassi di interesse artificialmente
bassi non può che concludersi in un disastro. Sebbene inizialmente ci possa
essere una fase di euforia quando il credito viene artificialmente espanso,
presto o tardi le determinanti economiche fondamentali (il tasso di risparmio,
le preferenze temporali dei consumatori, ecc.) mostreranno la non economicità
di tante iniziative imprenditoriali. La complessità del sistema monetario
riesce solo ad offuscare la natura criminale del nostro sistema monetario.
Sebbene l'economia di regime insegni che l'inflazione è un aumento del livello
dei prezzi evidenziato da un aumento di indici di dubbia attendibilità, l'inflazione
dei prezzi è il risultato dell'inflazione monetaria. La falsificazione della
moneta è un reato per una buona ragione. Essa mina il valore della moneta ed è
del tutto equiparabile ad un furto.
Come nel caso del furto e
dell'omicidio, tuttavia, lo stato sembra credere che le regole che valgono per
i cittadini non valgano per esso. Qualcuno protesterà che la situazione è
diversa quando è il governo che promuove il furto (tassazione), l'omicidio
(guerra) e la falsificazione (politica monetaria). Ed è proprio così: quando è
lo stato a commettere questi atti, le risultanze sono molto più imponenti e
devastanti.
(di Gary North - “Mises on Money” garynorth@garynorth.com)
Articolo
originale: http://www.lewrockwell.com/north/north275.html
(traduzione di Massimiliano Neri, www.liberanimus.org)
La stampa finanziaria ritorna in
continuazione sul tema dei tassi di d'interesse. La preoccupazione non si
limita ai media di comunicazione finanziari. Il mondo degli investimenti si è
sempre preoccupato dei tassi d'interesse e della loro direzione. Il problema è
che vi è una tale confusione sulle origini del tasso d'interesse che le analisi
presentate sulla stampa sono spesso conflittuali. Raramente i lettori riescono
a spiegare a un principiante ciò che hanno letto e perché questo sia così
importante. I tassi d'interesse sono importanti tanto per l'uomo della strada
quanto per i politici ai livelli più alti, ma quando regna la confusione, come
succede oggi, la gente, nel momento di selezionare gli investimenti, tende a
prendere le decisioni sbagliate, mettendo a rischio i risparmi di una vita.
Ovviamente, andare in pensione con la banca che paga il 7% percento sui
depositi invece dell'1% fa una bella differenza.
Scontare il futuro
Il punto fondamentale del tasso
d'interesse è che rappresenta uno sconto sul futuro. Immaginate di vincere un
premio, la macchina dei sogni della vostra giovinezza. Ai miei tempi era la
Ford Thunderbird del 1957, anche se una 1955 o 1956 sarebbero state un onesto
sostituto. Alcuni avrebbero preferito una Chevrolet Impala del 1958, con i
modelli Bel Airs 1955–57 come alternativa. Dieci anni dopo sarebbe stata una
Ford Mustang rossa. In ogni caso, immaginate di averla vinta. A questo punto vi
viene offerta una scelta: potete riceverla immediatamente o attendere un anno.
Gli organizzatori del concorso vi dicono che non ne farebbero uso, e che
potrebbero utilizzarla solo per fare un check up alle sospensioni. Assumendo
che non vi troviate nella circostanza di essere inviati in Siberia per un anno
a fare ricerca nella tundra, per quale consegna optereste? Vorreste il vostro
premio oggi o domani? La risposta è scontata: oggi. Non avete infatti alcun
motivo per attendere un anno. Tra un anno potreste essere passati all'altro
mondo, oppure volete rivivere la vostra giovinezza prima che sopraggiunga
l'Alzheimer. Potreste anche voler vendere la macchina per impiegare il denaro
in altro modo. Qualunque sia il vostro piano, siete responsabili della vostra
decisione adesso ed è molto meglio disporre dell'attivo ora, dato che non
sappiamo cosa ci porterà il futuro. Tuttavia, potreste essere disposti a
valutare un posticipo della consegna se gli organizzatori vi offrissero in
cambio una compensazione. Ad esempio potrebbero offrirvi 4000 litri di benzina
in cambio dell'attesa di un anno o potrebbero promettervi di pubblicare ogni
mese e per un anno su una rivista a vostra scelta il vostro nome e la vostra
foto (che potreste usare per farvi pubblicità) accanto a quella della macchina.
Il punto è che potreste decidere
di accettare un ritardo nella consegna solo se vi offrono qualcosa di valore,
immediatamente o fra un anno. Per persuadervi devono quindi offrirvi qualcosa
in cambio, in quanto applicate alla macchina, consegnata solo tra un anno, un
certo sconto. Voi sareste d'accordo nel posticipare il godimento dell'auto solo
a fronte di una certa somma. Per essere più corretti, accettereste solo se vi
offrissero più dello sconto che applicate nella vostra rinuncia. La stessa
procedura è estendibile a qualsiasi attivo che possa offrire un beneficio a voi
o ad altri in quel determinato periodo di tempo. Normalmente, la gente discute
l'interesse in relazione al denaro, si dice che l'interesse rappresenta il
prezzo del denaro. Tuttavia, questa nozione è sbagliata; l'interesse
rappresenta lo sconto applicato ad ogni flusso di benefici futuri o, come
dicono gli economisti, flusso di redditi futuri. Persone distinte applicano
tassi di sconto differenti ai flussi di reddito. Alcuni sono orientati più
intensamente al presente, desiderano godere dei beni immediatamente, non
gradiscono aspettare. Si tratta di un atteggiamento comune fra i bambini o
nelle zone urbane più povere. Una persona che volesse prendere a prestito da
costoro sarebbe costretto a offrire un tasso d'interesse più alto perché esse
rinuncino a godere dei propri beni nel presente. Pensate a quanto dovreste
offrire ad un alcolizzato perché rinunci alla sua bottiglia. Altre persone sono
comparativamente più orientate verso il futuro. Sarebbero disposte a rinunciare
al godimento del loro denaro o di altri beni per un terzo del tasso di sconto
che potrebbe pretendere un residente delle periferie meno fortunate. Quante più
persone di questo ultimo tipo sono presenti nella società (una flotta di
parsimoniosi), tanto minore risulterà il tasso d'interesse. La competizione fra
questi soggetti, disposti a prestare i loro beni, contribuisce infatti a
diminuire il tasso d'interesse. Il punto centrale è che tutti noi attualizziamo
il futuro. Per noi un oggetto vale di più se ne possiamo disporne oggi che non
tra un anno. Abbiamo infatti un anno intero per poterne usufruire e pretendiamo
quindi una compensazione per rinunciare a questo godimento.
Una promessa da pagare
Un fattore successivo da
considerare è la serietà di chi contrae il prestito. Torniamo per un momento
alla Thunderbird del 1957 e immaginiamo che vogliate usarla, qualcosa che avete
sognato da quando avevate 15 anni. Gli organizzatori vi chiedono di posporre
questo sogno ancora per un altro anno. In cambio vi promettono 4000 litri di
carburante da ritirare sempre tra un anno. Si tratta di una proposta allettante
ma come potete essere certi che nel frattempo questi non chiudano le loro
attività? Confidate nella storia vogliano fare un check up alle sospensioni?
Suona un poco di truffa. Cosa ne faranno realmente della vostra macchina?
Potrebbe darsi che se la godano per un anno per poi manomettere il
contachilometri a vostra insaputa. Dopo avere attualizzato il valore della
macchina dovete quindi valutare l'affidabilità della persona che vi promette
4000 litri di benzina fra un anno. Occorre valutare il rischio. Una promessa di
pagamento non è la stessa cosa di un pagamento. Vi si chiede di fidarvi di
qualcuno e non disponete di una perfetta preveggenza. Una cosa è scontare il
valore dell'auto, un'altra è valutare la probabilità della consegna. Di
conseguenza decidete di chiedere 4500 litri di carburante fra un anno. A quel
punto gli organizzatori potrebbero accettare o potrebbero optare per
consegnarvi l'auto immediatamente. Il punto è che volete essere compensati
anche per il rischio che dovete sostenere per accettare una promessa di
consegna invece di una consegna reale. In ogni prestito, in aggiunta allo
sconto applicato sia dal prestatario che dal mutuatario, vi è un premio per il
rischio. Lo sconto è applicato al flusso atteso di rendimenti (“quanto
intensamente desidero guidare l'auto durante quest'anno”). Il premio per il
rischio è applicato alla persona che promette (“quanto intensamente
quest'ultimo desidera guidare la mia macchina e quanta esperienza ha nel
manomettere i contachilometri”).
Il valore del denaro
Voi e gli organizzatori dovreste
saggiamente tenere conto anche del valore del denaro. Se vi promettono un
credito di 4500 litri di carburante alla consegna e pensate che la moneta nel
frattempo si deprezzerà un 5%, per voi si tratta senza ombra di dubbio di un
affare. Ma se gli organizzatori la pensano allo stesso modo, dovranno tenere
conto del medesimo fattore. Non mi sto riferendo ad un aumento o diminuzione
del prezzo della benzina. Il mercato dei futures sul petrolio permette alle
persone di bloccarne il prezzo futuro, sia come compratori che come venditori.
Mi riferisco ad un cambio nel valore della moneta. Se pensate che il valore
della moneta aumenterà, state implicitamente prevedendo una deflazione dei
prezzi. A questo punto per voi sarebbe conveniente ricevere una quantità fissa
di moneta equivalente al carburante pattuito. Al contrario, gli organizzatori
sarebbero inclini a fare l'operazione opposta, ipotizzando che anche essi
prevedano un aumento del valore della moneta. D'altra parte, se entrambi prevedete
che i prezzi saliranno (diminuzione del valore della moneta), allora voi
preferirete una compensazione in litri di carburante, mentre gli organizzatori
saranno inclini a promettervi una quantità fissa di moneta per comprare la
benzina.
In conclusione, vi sono tre
componenti:
• uno sconto sul tempo, applicato da entrambe le parti al futuro
• un premio di rischio che il
prestatore applica a chi contrae il prestito e alla sua promessa di consegna
• un premio per l'inflazione o la deflazione che entrambe le parti
applicano al valore della moneta
I buoni del Tesoro
E' arrivato il momento di
abbandonare la Thunderbird del 1957 e passare alla realtà, cominciando a
parlare di T-bills (N.d.T: T-bills= buoni del tesoro americani). Quando
discutono di tassi di interesse del libero mercato, gli economisti preferiscono
cominciare dai T-bills, perché questi sono considerati l'investimento più
vicino al rischio zero che esiste sulla faccia della terra. Ciò sottintende una
probabilità prossima allo zero che il governo americano vada in bancarotta. E'
anche improbabile che un T-bill a 90 giorni si deprezzi o aumenti come
risultato di un cambio nel tasso di inflazione dei prezzi, perché il periodo di
maturità è troppo breve e la politica monetaria della banca centrale americana
(la FED) è considerata fortemente stabile. Di conseguenza, in questo caso,
quando parliamo del tasso d'interesse stiamo implicitamente riferendoci alla
prima componente, quella dello sconto. Ma è proprio così? Gli opinionisti
finanziari seguono i T-bills non come un indicatore del tasso di sconto sul
futuro percepito dall'insieme degli individui di una società, ma come un
indicatore della politica della FED. Questa ha ridotto il tasso dei T-bills dal
6% della fine del 2000 a poco più dell'1% nella metà 2003. Questa caduta
verticale non ha certamente rispecchiato una diminuzione dell'opportuno tasso
di sconto sul futuro applicato dalla popolazione. Riflette semplicemente un
cambio nella politica monetaria. Il tasso d'interesse orienta l'allocazione dei
capitali, ciò significa che distribuisce la spesa fra il consumo immediato e
quello futuro (i risparmi). Le persone che hanno un alto tasso di sconto
allocano la maggior parte dei loro beni nel presente mentre le persone con un
minore tasso di sconto allocano la maggior parte dei loro averi verso il
consumo futuro (tasso dei T-Bills). I membri del consiglio della FED (il
Federal Open Market Committee - FOMC) decidono quanti T-bills comprare o
vendere. Con riferimento alla moneta che utilizzano per comprare i T-bills
queste persone hanno un tasso di sconto molto basso. Sono infatti assimilabili
ai falsari. Un falsario ha il tasso di sconto più basso proprio verso il denaro
da lui contraffatto che verso un qualunque altro bene in suo possesso. La differenza
fra il denaro contraffatto da un volgare falsario e il denaro stampato dalla
banca centrale ha a che vedere più con una questione di marchio di fabbrica che
con l'analisi economica. Murray Rothbard una volta descrisse una vignetta che
dipingeva una gruppo di falsari davanti alla macchina stampasoldi. In essa uno
di loro dice: “L'economia locale è pronta a ricevere una bella endovena!”.
Ribadisco, il problema qui è la difesa del marchio, non l'analisi economica.
Dal 2001 al 2002 la FED ha spinto al ribasso i tassi d'interesse, perché ha
comprato T-bills in quantità utilizzando moneta fresca di nuova creazione.
L'offerta di denaro è salita, di conseguenza il valore del denaro è diminuito.
Ciò equivale a dire che il tasso d'interesse sui T-bills è sceso. Che manna dal
cielo per il Tesoro americano! Ciò che il governo americano doveva pagare come
interessi all'inizio del 2001 si era ridotto a un quinto nella metà del 2003.
Che manna dal cielo anche per tutti coloro che sono disposti a contrarre prestiti.
Che giorni terribili, invece, per i pensionati che tengono i loro fondi in
depositi bancari. Nello stesso periodo di tempo, però, il tasso di sconto della
società non è cambiato, il premio di rischio sui T-bills non è cambiato e non
si è mossa neanche l'inflazione dei prezzi (sebbene ora abbia cominciato a
salire). Ciò che è cambiata è semplicemente l'offerta di denaro, incanalata
dalla FED nel mercato dei T-bills.
Un’endovena
Come i falsari della vignetta,
chi decide la politica monetaria della FED ha voluto somministrare un'endovena
all'economia. Per fare questo la FED dispone di diverse alternative. Comprare
T-bills è la prima, ma in questo caso l'endovena non ha prodotto grande euforia
economica. L'economia americana non ha intravisto alcuna ripresa fino a oltre
la metà del 2003. Il mercato immobiliare ha continuato a crescere durante la
recessione del 2001 e successivamente. Il pubblico ha continuato a comprare
beni di consumo e ad accumulare debito con carte di credito. Nonostante i tassi
sui fondi federali all'1% (il tasso al quale le banche commerciali si prestano
credito a vicenda), l'endovena quindi non ha sortito un gran effetto. Oggi
l'economia è in crescita e l'inflazione dei prezzi è entrata sulla scena, ma si
tratta della ripresa più debole della storia. Il Dow Jones ha recuperato, ma
sembra essere entrato in stallo attorno ai 10.000 punti. Adesso ha ripreso a
scendere. Non è neanche ritornato ai livelli del 2000. Anche il NASDAQ è
rimasto in stallo e si trova ben al di sotto dei 5040 punti del 10 marzo 2000.
Il mercato azionario ha inviato agli investitori lo stesso segnale per quattro
anni: i giorni della vacche grasse sono finiti, il boom durato dal 1982 al 2000
è finito. Ad essere ancora vivi e vegeti sono i sogni di crescite annuali composte
sopra il 10%, tuttavia, negli ultimi quattro anni il mercato azionario
americano ha deluso queste aspettative da mondo dei sogni. Ora è di nuovo in
discesa. La moneta creata dal nulla ha generato una crescita dei prezzi ma non
è riuscita a sostenere il boom, ad eccezione di quello del mercato immobiliare.
L'endovena ha attratto milioni di americani ad accumulare montagne di debito.
Il prezzo dei prestiti è diminuito e il risultato è stata una espansione del
debito. Quando rivedremo un boom degli valori mobiliari? Anche i più caldi
ottimisti non hanno una risposta. Il boom del mercato immobiliare è stato
sostenuto dalla moneta creata dal nulla, che a sua volta ha spinto al ribasso i
tassi d'interesse. La gran parte del denaro creato dal nulla dalla Fed è stato
messo in circolazione tra il 2001 e il 2002. Quello di oggi arriva dal Giappone
e dalla Cina grazie alle loro banche centrali. Queste comprano i nostri T-bills
utilizzando i dollari acquistati sul mercato valutario internazionale, pagati a
loro volta con yen e yuan di nuova creazione. Il problema è che il nostro tasso
di sconto personale non è sceso, anche se i tassi dei T-bills sono diminuiti.
La gente potrebbe prestare denaro a un basso tasso d'interesse perché si
aspetta una crisi economica e perciò si accontenta di tassi fissi poco elevati
piuttosto che rischiare in investimenti variabili e senza garanzia, come quelli
offerti dal mercato azionario. La gente, cioè, accetta tassi d'interesse
ridotti perché teme di impegnarsi in altri investimenti, ma quando vincerà
questa paura, il tasso di sconto di base riemergerà sui mercati del credito. In
poche parole, se il boom si protrarrà, spingerà al rialzo i tassi d'interesse.
Conclusione
Gli investitori di tutto il
mondo non si sono mossi da un tasso di sconto personale sul futuro dal 6% (fine
2000) all'1% (2003–2004) solo perché i membri del FOMC hanno deciso che un
tasso dell'1% è migliore per l'economia. Ciò che è cambiato è stata la quantità
di denaro allocata nell'acquisto dei T-bills. I falsari autorizzati per legge
hanno dato al mercato dei T-bills un'endovena, che tutt'ora stanno
somministrando. Il giorno che questi falsari decideranno di terminare la
somministrazione di sostanze che inducono euforia e che consentono al Tesoro
americano di bucarsi a prezzi inferiori a quelli di mercato, i tassi
d'interesse aumenteranno con la stessa certezza con cui si può prevedere la
crisi di astinenza di un drogato. Credo che questa sia la ragione per la quale
il mercato azionario è in stallo. Gli investitori, esaminando gli occhi vitrei
del governo americano, concludono: “anche un falsario pretende un mutuario più
affidabile di questo perdigiorno stralunato”. Pensano cioè che i falsari
troveranno altri clienti disposti a contrarre i prestiti. Quando questo avverrà
il FOMC dovrà rimpiazzare gli spacciatori asiatici. Qualora il FOMC si
rifiutasse, affioreranno i sintomi della crisi di astinenza, di una intensità
tale come non si vede da diverse decadi.
Tratto da "Children of the
Matrix" di David Icke
Il denaro, insieme alla paura, è la maggior arma di
controllo dell'umanità. Il sistema prevede che alla gente si presti del
"denaro" che non esiste, sul quale vengono imposti degli interessi.
Quando andate in una banca e sottoscrivete un "prestito", non viene
stampata una sola banconota nuova, non viene coniata una sola nuova moneta, né
viene spostato di un millimetro un solo grammo di metallo prezioso. Viene solo
digitata sul vostro conto corrente la somma che avete deciso di prendere in
"prestito". Così si crea, cioè, denaro dal nulla, un'operazione che
non prevede alcun costo. Ma da quel momento voi cominciate a pagare gli
interessi su quel "denaro" che non è mai esistito e mai esisterà.
Questo sistema viene chiamato "credito".
La stessa forza che ha creato il sistema bancario e
controlla tutte le banche, ha creato anche i vari sistemi politici e controlla
tutti i maggiori governi. Ciò ha consentito a questi governi di promulgare
leggi bancarie che consentano alle loro banche di prestare almeno, e dico
almeno, dieci volte tanto la somma che hanno in deposito. In realtà si tratta
di una cifra di gran lunga superiore. Ogni volta che depositate in banca un
euro o un dollaro, date alla banca la possibilità di prestare dieci euro o dollari
che non possiede. Questo sistema del cosiddetto "denaro a corso
forzoso" e "prestito della riserva proporzionale" implica che le
banche possano creare denaro dal nulla, ogni qualvolta vogliano.
La marea di debiti con cui le persone, le aziende e i governi
lottano costantemente si basa ugualmente su "denaro" che non esiste.
Debiti personali, debiti nazionali, debiti del "Terzo Mondo" - ogni
tipo di debito.
Nessuno di essi esiste veramente, se non sotto forma di
cifre sullo schermo di un computer. Pensate alle sofferenze, alla miseria e
alla morte che questi debiti schiaccianti causano ogni giorno, pur non essendo
altro che cifre scritte su un computer da un impiegato di banca. Niente altro.
Vi immaginate come cambierebbe il mondo se venisse creato denaro senza
interessi? Vi dicono che è impossibile farlo perché questo è ciò che vogliono
farvi credere. Ma si può eccome.
Sia il presidente Kennedy, che il presidente Lincoln
iniziarono ad emettere denaro privo di interessi. E cos'altro hanno in comune
questi due uomini?
I governi potrebbero creare il loro denaro privo di
interessi ed eliminare all'istante la necessità di pagare somme esorbitanti di
interessi alle banche private. Non è forse una cosa sensata? Allora perché
nessun governo o grande partito di opposizione ha mai avanzato questa proposta?
Risposta:
(a) gli Illuminati
(http://www.progettoterra.it/illuminati.htm) che controllano le banche
controllano anche i governi e i vertici dei maggiori partiti politici;
(b) la maggior parte dei politici che occupano i livelli
inferiori di questi partiti sono completamente all' oscuro del sistema
finanziario.
Persino a fior di "economisti" bisogna spiegare
come viene creato il denaro. Non vi sto prendendo in giro. Negli Stati Uniti
miliardi di dollari di debito governativo, pagati col sudore e la fatica della
gente, devono essere "risarciti" alla banca centrale statunitense, la
Riserva Federale. Essa venne fondata nel 1913 da agenti dei Rothschild, dei
Rockefeller e dalla famiglia di banchieri J. P. Morgan e, da allora, il governo
statunitense ha preso in prestito i suoi "soldi" dalla
"Fed". La Riserva Federale stabilisce i tassi di interesse negli
Stati Uniti, un fatto che ha un effetto determinante sull'economia mondiale a
causa dell'interdipendenza che gli Illuminati hanno creato all'interno del loro
sistema. Il controllo centralizzato diviene assai più facile da realizzare se
si hanno a disposizione i centri chiave del potere grazie ai quali si possono
prendere decisioni che hanno un effetto globale e uomini di facciata come
Greenspan fanno in modo che tanto potere venga concentrato nelle mani di un
solo individuo. Vale la pena notare che il primo cambiamento politico attuato
in Gran Bretagna dal governo di Tony Blair (Bilderberg) fu l'annuncio da parte
del suo Cancelliere dello Scacchiere, Gordon Brown (Bilderberg), che i tassi di
interesse non sarebbero più stati stabiliti dal governo eletto, ma dalla Banca
d'Inghilterra controllata dai Rothschild e gestita dal suo governatore, Eddie
George (Bilderberg).
Gli Americani credono che poiché la loro banca centrale si
chiama Riserva Federale, essa faccia parte del governo federale. In realtà non
è così. La Riserva Federale non è né federale, né detiene alcuna riserva. È un
cartello di banche private controllate dall'Europa, cioè dai Rothschild e dagli
Illuminati. Non revisiona i conti dal 1913, eppure rappresenta la fonte del
debito nazionale degli Stati Uniti. Ecco come funziona. Quando il governo vuole
prendere in prestito dei soldi, emette un'"obbligazione dello stato"
o "pagherò cambiario" alla banca, mettiamo per un miliardo di
dollari. La banca allora stampa un miliardo di dollari o semplicemente li crea
su uno schermo e questo per la "Riserva Federale" non comporta alcun
costo visto che la spesa irrilevante di qualche migliaia di dollari viene
coperta da una somma molto più alta di "denaro" nato dal nulla. Da
quel momento il contribuente statunitense inizia a pagare a quella banca
privata, che è la Riserva Federale, gli interessi imposti su un miliardo di
dollari. Inoltre, il "pagherò cambiario" del governo, ora nelle mani
della Riserva Federale, viene valutato come un patrimonio della banca che ora
può pertanto prestare una somma pari a dieci volte questo "valore"
(in questo caso dieci miliardi di dollari) e imporre interessi anche su di
essa. Ciò accade in ogni paese del mondo!
Quando entrate in una banca e sottoscrivete un prestito
con garanzia pignoratizia, ecco che la stessa truffa si ripropone. La vostra
casa, la vostra terra o la vostra azienda vengono valutati come un bene della
banca che può così prestare ad altri clienti una cifra pari a dieci volte il
valore di quei beni. Quando prendete un prestito, in realtà prendete in
prestito i vostri stessi beni e pagate una certa cifra alla banca per questo
privilegio. Inoltre, le banche dispongono di sistemi noti come "imprese
bancarie", che consentono loro di disporre di un potenziale infinito di
"capitale" da destinare al prestito. Se poi, nonostante queste
ridicole leggi bancarie, una banca non dispone di sufficiente deposito per
effettuare un certo prestito, essa "prende in prestito" del denaro da
un'altra fonte. Quella fonte deve solo depositare il proprio denaro presso la
banca per un breve periodo - un mese, o anche qualche giorno - e durante quel
periodo la banca può legalmente concedere un prestito pari a dieci volte la
somma che quella fonte esterna ha depositato presso di essa. Una volta
stipulato il prestito, la fonte si vede restituire il proprio denaro maggiorato
dagli interessi che vanno a ricompensare il suo disturbo. La fame e la povertà
del mondo non sono fenomeni naturali. Sono invece volutamente architettati
attraverso il sistema del "denaro" e del debito creato dagli
Illuminati. Le banche centrali sono parte di una rete, di cui fanno parte anche
le compagnie petrolifere, e tutte sono controllate dalle famiglie degli
Illuminati.
La Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, in
Svizzera, e la Commissione bancaria internazionale, sono gli organismi che
coordinano le politiche delle varie banche centrali apparentemente slegate tra
loro. L'opinione pubblica non sospetta minimamente la vera provenienza del
denaro. Essa ha solo una vaga idea del fatto che il "governo" lo
stampi o qualcosa del genere. In realtà, tutto il "denaro" del mondo,
a parte una piccola frazione, viene messo in circolazione dalle banche che
emettono un prestito o "credito". Perciò, sin dall'inizio, il
"denaro" nasce come debito poiché esso viene messo in circolazione
dalla banca che emette un prestito o "credito". In questo modo, le
banche (in definitiva controllate dalle stesse persone) detengono pieno
controllo sulla quantità di "denaro" in circolazione. E il denaro in
circolazione determina i periodi di boom o di recessione economica. La causa di
tali recessioni non è la gente che improvvisamente decide di non voler
lavorare, comprare cose o avere una casa. La vera causa è la mancanza di
sufficienti unità di scambio ("denaro") in circolazione in grado di
generare l'attività economica che crea la necessaria occupazione e il necessario
reddito. Ma chi controlla quanto "denaro" è in circolazione? Le
banche degli Illuminati. Ciò che segue è una sintesi di come funziona il
"ciclo economico" ormai in vigore da secoli.
Dapprima vengono concessi molti prestiti a basso interesse
per incoraggiare le persone a ricorrere al prestito. Ciò aumenta
vertiginosamente la quantità di denaro in circolazione e, di conseguenza, di
denaro destinato alle spese della popolazione. Questo stimola un aumento della
domanda e dell' offerta di prodotti e incrementa l'occupazione. Ecco allora che
si ha un "boom". È interessante il fatto che le persone tendono a
contrarre molti più debiti durante i periodi di boom poiché sono talmente
fiduciose dal punto di vista finanziario che prendono in prestito più soldi per
comprare un'auto più grande, una casa più grande e per fare vacanze migliori.
Le industrie prendono in prestito più soldi dalle banche per comprare nuovi
macchinari che soddisfino l'accresciuta "domanda". I mercati azionari
esplodono e la gente investe sempre più dei suoi soldi in questo casinò
globale, anche se ciò vuol dire contrarre nuovi prestiti. Poi, quando questo
"boom" è al culmine, perché la mossa sia il più efficace possibile,
le banche, sotto un coordinamento centrale, cominciano a ritirare il denaro
dalla circolazione. Gonfiano i tassi di interesse attraverso la loro Riserva
Federale, la Banca d'Inghilterra e altre banche centrali. Improvvisamente un
sacco di denaro che prima circolava e che veniva usato per comprare i prodotti,
viene ritirato per pagare alle banche alti tassi d'interesse, e le banche
cambiano improvvisamente politica e concedono sempre meno prestiti. In seguito,
aumenta il "denaro" che viene ritirato dalla circolazione rispetto a
quello che è in circolazione e non circola abbastanza denaro per acquistare ciò
che prima veniva acquistato. Privi della speranza di trovare un lavoro, i
disoccupati perdono le loro case, le loro famiglie soffrono la fame e le
aziende vanno in fallimento.
Tutte queste case e queste aziende erano state comprate
con "prestiti" di "denaro" nato dal nulla, messo a
disposizione dalle banche. Chi ha contratto il prestito ha concesso alle banche
il diritto di rilevare quelle aziende e quelle case nel caso di un mancato
risarcimento del proprio debito. La recessione, creata dalle banche, ora
concede alle banche il diritto di confiscare tutta la vera ricchezza - le case,
la terra, le aziende e i beni - per non aver prestato niente altro che cifre su
uno schermo. In breve, nel corso della prima fase, le banche concedono un sacco
di prestiti e poi ritirano così tanto denaro dalla circolazione che non ne
rimane a sufficienza per pagare i debiti. Ciò permette loro di derubare
legalmente la popolazione delle proprie ricchezze. Questo è ciò che, durante i
telegiornali, "corrispondenti economici" elegantemente vestiti e per
lo più ignoranti chiamano "il ciclo naturale dell'economia".
Non vi è nulla di naturale in tutto questo. L'intera
faccenda è una truffa. Nel corso della prima fase, del "boom:', viene
calata la lenza, che viene poi ritirata durante la seconda fase, quella della
"depressione". Questo ciclo di manipolazione viene attuato da
centinaia, persino migliaia, di anni, fin dai tempi delle operazioni bancarie
dei Cavalieri Templari e di Babilonia. Attraverso questo ciclo sono state
depredate le ricchezze del mondo, che sono poi finite nelle mani di una
ristretta minoranza, dove rimangono tutt'oggi. Ora gli Illuminati stanno
progettando di completare il loro controllo finanziario sul genere umano
attraverso la creazione di una banca centrale mondiale e di una valuta
elettronica globale. Questa banca prenderebbe tutte le più importanti decisioni
finanziarie che interessano ogni paese. La valuta metterebbe poi fine alla
moneta e a tutte le varie valute.
Un giornale britannico che si chiama Metro riportò il 20
dicembre 2000 che Singapore avrebbe eliminato la moneta entro il 2008. In un
articolo intitolato "L'inizio della fine per la moneta", il giornale
rivelava che Singapore (un "paese" controllato dagli Illuminati
britannici) stava introducendo gradualmente la "valuta elettronica" e
che avrebbe fatto di tutto per diffonderla. Le transazioni finanziarie,
continuava l'articolo, si sarebbero fatte usando denaro depositato nei chip di
un computer, e la moneta sarebbe diventata solo un ricordo, mentre il denaro
sarebbe circolato solo per via elettronica attraverso impulsi digitali
trasmessi da telefoni cellulari, computer palmari e persino orologi.
Si tratta della fase immediatamente precedente
all'introduzione di microchip nell'organismo umano.(
http://www.disinformazione.it/biochip.htm )Secondo il progetto di Singapore, i
consumatori saranno in grado di puntare un telefono cellulare verso un articolo
per registrare il prezzo. Il telefono controllerebbe poi il saldo del conto del
consumatore e ne scalerebbe la cifra pari al prezzo dell'articolo che si vuole
acquistare. Il governo di Singapore ha detto che questo farebbe risparmiare un
piccolo capitale per quel che riguarda i costi di lavoro, sicurezza e
trasporto, che normalmente si devono sostenere per la produzione e la
circolazione di banconote e monete. Low Siang Kok, direttore della valuta
presso la Commissione di Direttori della Valuta, ha detto: "Le banconote e
le monete saranno un lontano ricordo. È inutile cercare di fermare la
tecnologia. Se volete dare ai vostri figli la paghetta, gliela darete tramite
il telefono. La potranno usare per i biglietti dell'autobus, nella mensa della
scuola, o per qualsiasi altra cosa". Poi ha elencato tutti i vantaggi di
una società priva di moneta, che io ho previsto molto tempo fa che sarebbero
stati pubblicizzati tra la popolazione: maggiore sicurezza rispetto alla moneta
e alle carte di credito ecc. ecc.
Mayer Amschel Rothschild, fondatore della dinastia dei
banchieri Rothschild, ha detto: "Datemi il controllo sulla moneta di una
nazione e me ne frego di chi fa le leggi". Questa frase è stata anche
attribuita a un altro Rothschild. Meno valute ci sono, maggiore è il controllo
che si può esercitare sul sistema finanziario. Ecco perché l'euro è stato
introdotto all'interno dell'Unione Europea e anche sul Canada vengono
esercitate pressioni sempre più forti affinché adotti il dollaro statunitense.
Si tratti di piccoli passi verso la valuta mondiale. Grazie all'euro, per
esempio, un gruppo di banchieri che nessuno ha eletto della Banca centrale
europea di Francoforte, (dove nacque la dinastia di banchieri dei Rothschild)
esercita il controllo sui tassi di interesse e la politica finanziaria
dell'intera Europa.
Qualcuno si è mai preoccupato di questo? O se ne è almeno
reso conto? La fase successiva prevede la creazione della Banca centrale
europea che consentirà ai banchieri Illuminati di imporre alti tassi di
interesse e una certa politica finanziaria ad ogni paese del pianeta. La valuta
mondiale diventerà elettronica e favorirà il controllo sulla popolazione. Al
momento se il vostro denaro elettronico, cioè la carta di credito, non viene
accettato dal computer, potete ancora pagare con i contanti. Ma cosa accadrà
quando i contanti non esisteranno più e il computer dirà no alla vostra carta
di credito o al vostro microchip, che sostituiranno proprio i contanti? Non ci
sarà nessun altro modo di acquistare qualcosa e chi programmerà quel computer
ad accettare o no la vostra carta o il vostro chip controllerà cosa, dove e se
avete comprato qualcosa. Inoltre, ogni volta che comprerete un qualche
prodotto, verranno registrati il luogo, l'ora, l'articolo e il costo. L'idea è
questa, e la quantità di contante in circolazione è già inferiore alle
transazioni che avvengono per via elettronica. E sarà sempre di meno.
Gli Illuminati controllano le banche, le grandi aziende e
i governi e, quindi, va a loro la gran parte dei soldi che spendiamo o
risparmiamo. L' 80% circa del costo del carburante nel Regno Unito è costituito
da tasse governative e le compagnie petrolifere dicono che non possiamo
ritenerle responsabili di quei costi visto che solo una minima percentuale del
costo della benzina va a loro. Beh, questo non è vero. Gli Illuminati possiedono
tutte le compagnie petrolifere e ricavano un enorme profitto dalla loro
percentuale di quegli introiti. La BP-Amoco annunciò di realizzare profitti
pari a 3.306 euro al secondo. Ma, naturalmente, non poté mai negare di
incassare una somma pari a quella che il governo introita attraverso le tasse.
Così le tasse governative permettono agli Illuminati di depredare ulteriormente
la popolazione e, poiché essi controllano la politica del governo attraverso i
loro fantocci e i loro agenti, quelle tasse vengono per lo più destinate alla
promozione dei loro piani.
Secondo Phil Schneider, che contribuì all' edificazione di
basi sotterranee negli Stati Uniti, i "Fondi Neri" destinati ai
progetti degli Illuminati coprono il 25% del prodotto nazionale lordo degli Stati
Uniti e (parlando nel 1995) egli rivelò che venivano consumati 1,25 trilioni di
dollari ogni due anni. La stessa situazione si ha con la tassa sull'alcol. Gli
Illuminati, attraverso famiglie come i Bronfman in Canada, controllano i
produttori e i distributori di liquori. Anche il liquore è pesantemente tassato
e anche qui vale lo stesso discorso già fatto per il carburante. Nel Regno
Unito abbiamo una tassa sulle vendite chiamata IVA o Imposta sul valore
aggiunto. La gente compra prodotti dalle aziende degli Illuminati e paga una
tassa extra per quel privilegio. Questa tassa viene destinata dal governo al
finanziamento dei propri piani. Voi, magari, limitate le vostre spese e mettete
in banca i vostri soldi. Così facendo, concederete agli Illuminati il diritto
di prestare denaro e di imporre interessi su una somma dieci volte superiore
rispetto a quella che avete depositato.
Se donate i vostri soldi alla ricerca sul cancro, li date
in realtà al cartello farmaceutico degli Illuminati che non ha alcuna intenzione
di mettere a punto una cura per il cancro. Se fate un'offerta al WWF, darete i
vostri soldi a un'altra facciata degli Illuminati che sta sfruttando i problemi
ambientali per i propri fini.
Ma allora l'umanità si e rincretinita o cosa? Come disse
Henry Ford: "Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema
bancario e monetario, perché se lo capisse credo che prima di domani
scoppierebbe una rivoluzione".
Gli Illuminati hanno lavorato incessantemente per rendere
tutti i paesi dipendenti dal sistema finanziario e commerciale globale da loro
creato e controllato. Ancora una volta è di gran lunga più difficile per la
minoranza imporre la propria volontà a una maggioranza se quest'ultima opera in
unità economiche (paesi) che possono decidere la propria politica finanziaria e
commerciale. Così gli Illuminati dapprima crearono l'accordo GATT sul
"libero commercio" per impedire agli stati nazionali di difendere la
propria economia dall'importazione di merci che distruggono l'occupazione
locale. I loro uomini piazzati all'interno del governo firmarono quegli
accordi, negoziati da agenti degli Illuminati come l'irlandese Peter D.
Sutherland, il membro del Bilderberg che fu a capo del GATT. Egli divenne poi
capo dell'Organizzazione mondiale del commercio in quella roccaforte degli
Illuminati che è la Svizzera. Tale organizzazione si sostituì al GATT e ora ha
enormi poteri che le consentono di imporre multe vertiginose alle nazioni che
non rispettano le sue regole. A proposito, la Svizzera non viene mai attaccata
durante le guerre, poiché è il paese attraverso cui gli Illuminati finanziano
le guerre! La storia è semplicissima per chi riesce a vedere al di là del velo.
Sutherland venne rimpiazzato all'Organizzazione mondiale per il commercio
dall'italiano Renato Ruggiero, un altro membro del Bilderberg, che fu anche
dirigente di una delle maggiori compagnie degli Illuminati, la British
Petroleum o BPAmoco. Egli successe al precedente capo della BP, Sir David
Simon, che entrò a far parte del governo di Tony Blair come "Ministro per
il Commercio e la competitività in Europa" con il compito di far aderire
il Regno Unito all'euro e agli Stati Uniti d'Europa. La fine delle barriere
commerciali in Europa sotto il Mercato comune ridusse ulteriormente il
controllo che ogni singolo paese esercitava sulla propria economia, e lo stesso
si può dire nel caso dell'Accordo per il libero commercio nordamericano tra gli
USA, il Canada e il Messico.
I poteri dell'Organizzazione mondiale per il commercio
fanno sì che i paesi poveri del "Terzo Mondo" non possano usare la
propria terra per sfamare innanzi tutta la loro popolazione, né rifiutare
importazioni che causano fame e povertà, distruggendo l'occupazione locale. Se
siete mai stati in Africa saprete che l'idea che questo continente non possa
sfamare il suo popolo è decisamente ridicola. Potrebbe sfamare gran parte del
mondo. La popolazione ha fame perché le terre coltivate non vengono usate per
riempire le pance vuote, ma per produrre raccolti destinati alla vendita per le
multinazionali di proprietà degli Illuminati o per combattere guerre
architettate dagli Illuminati.
Le multinazionali pagano tasse ridotte, se non
inesistenti, a questi paesi e poiché possiedono la terra a spese della
popolazione, possono pagare salari da fame ai lavoratori che non hanno alcuna
altra possibilità di occupazione e di indipendenza economica. Le multinazionali
degli Illuminati sono delle sanguisughe che prosciugano questi paesi di denaro,
possibilità e risorse. Sono, cioè, responsabili di genocidi. Ma in fondo i loro
proprietari sono gli Illuminati che considerano gli umani nello stesso modo in
cui la maggior parte degli umani considera gli animali.
Quando i paesi europei "si ritirarono" dalle
colonie sparse in tutto il mondo e garantirono loro l'"indipendenza",
lo fecero solo in apparenza. L'occupazione materiale per mano degli eserciti
stranieri fu rimpiazzata dall' occupazione finanziaria da parte delle banche, e
il piano prevede il ritorno all'occupazione materiale attraverso le multinazionali
e le Nazioni Unite. Le famiglie degli Illuminati e le società segrete
continuarono a controllare la maggior parte dei leader "indipendenti"
dell' Africa, dell' Asia e dell' America centrale e meridionale. In realtà,
controllando il sistema, gli Illuminati controllano tutti quei paesi, anche
quelli che non dipendono direttamente da loro. Furono questi leader che
firmarono gli accordi che prevedevano la cessione di terre coltivabili alle
multinazionali. Dissero al loro popolo che sarebbero stati in grado di
importare cibo che avrebbero potuto produrre da soli con i "soldi"
che il paese riceveva dall'esportazione di risorse e materie prime. Ma il
prezzo di quelle materie prime è stabilito dal mercato europeo e da quello
americano. Poiché sono gli Illuminati a decidere il prezzo delle materie prime
vendute dai paesi del "Terzo Mondo", essi possono mettere in
ginocchio quei paesi ogni volta che vogliono. Ai leader-fantocci tutto questo
non interessa quasi mai, visto che sono ben pagati per il servizio che offrono
al dragone. Chiedetelo al pluriomicida Robert Mugabe dello Zimbabwe. Il colpo
più efficace messo a segno dagli Illuminati a danno dei paesi in via di
sviluppo fu la creazione del debito del "Terzo Mondo". Gli Illuminati
dissero ai dittatori dei paesi arabi produttori di petrolio che avrebbero
aumentato di molto il prezzo del greggio a patto che gli Arabi depositassero
questi inattesi profitti in particolari banche degli Illuminati. I dittatori
arabi accettarono. Gli agenti degli Illuminati e i membri del Bilderberg si
riunirono allora nel maggio 1973 nell'isola svedese di Saltsjoebaden, di
proprietà della famiglia di banchieri Wallenberg. Qui misero a punto i dettagli
del vertiginoso aumento del prezzo del petrolio. La fase successiva fu trovare
una scusa che giustificasse quell'aumento e, cinque mesi più tardi, Henry
Kissinger, un dirigente del Bilderberg, architettò la guerra Yom Kippur tra
l'Egitto e Israele. Nel 1973 egli fu Segretario di Stato statunitense e
Consigliere per la Sicurezza interna. Gli Stati Uniti di Kissinger e
l"'Occidente" sostennero gli Israeliani durante la guerra con
l'Egitto e questo fornì ai leader arabi motivo per una ritorsione economica. Al
momento stabilito, i dittatori dei paesi petroliferi arabi ostentarono il loro
disgusto nei confronti del sostegno concesso a Israele dall'Occidente, ciò
divenne un pretesto per "punire" l'Occidente innalzando il prezzo del
petrolio a livelli che misero in ginocchio l'economia mondiale.
Sapete cosa succede quando al telegiornale viene detto che
i paesi dell'OPEC stanno discutendo il prezzo del petrolio? Beh, in realtà non
sono loro a discutere. Sono gli Illuminati che decidono il prezzo del petrolio
poiché sono loro a controllare i leader dell'OPEC e tutte le compagnie
petrolifere. Una volta che queste inimmaginabili somme di denaro erano state
depositate nelle loro banche dai dittatori arabi, gli Illuminati scoprirono la
carta successiva. Andarono in tutti i paesi del "Terzo Mondo" e
offrirono loro enormi prestiti a bassi tassi d'interesse per
"lanciare" la loro economia e "industrializzarli". Il bello
fu che le banche degli Illuminati non vollero che questi debiti venissero loro
pagati per ragioni su cui mi soffermerà tra breve. Sapevano che il denaro
sarebbe stato per lo più sprecato dai loro tirapiedi e, comunque, la mossa
successiva li mise al riparo da ogni risarcimento. A questo punto infatti entra
in scena Margaret Thatcher (Bilderberg), la "Lady di ferro", che fu,
in realtà, uno dei leader più controllati e manipolati del XX secolo. A manovrarla
fu il suo Ministro degli Esteri e membro della famiglia Rothschild, Lord
Carrington. Si tratta di un amico di Henry Kissinger, di un ex presidente del
Gruppo Bilderberg e del Ministro degli Esteri britannico che architettò la
Guerra delle Falkland e che consegnò il potere nelle mani del dittatore Robert
Mugabe nell'ex Rhodesia, oggi Zimbabwe.
Margaret Thatcher, una volta eletta nel 1979, introdusse
la "sua" perversa politica economica nota come
"Thatcherismo". La sua vittoria fu assicurata dalla demolizione del
precedente governo laburista provocata dall"'inverno dello
scontento", un'operazione creata dagli Illuminati, che attivarono propri
agenti all'interno del movimento sindacale per dar vita a un fuoco di fila di
scioperi. Ad un certo punto si cominciò ad accumulare la spazzatura per le
strade e persino i morti non potevano essere sepolti. (Gli Illuminati furono
anche dietro alle dispute, agli scandali e alle lotte contro il governo
conservatore proprio prima delle elezioni del 1995, che videro vincere con una
valanga di voti il candidato laburista Tony Blair). Un anno dopo rispetto al
lancio del Thatcherismo nel Regno Unito, lo stesso programma politico fu
introdotto negli Stati Uniti sotto il nome di "Reaganismo" con
l'elezione del presidente-fantoccio Ronald Reagan e del suo controllore, il
vicepresidente George Bush. Il Thatcherismo e il Reaganismo imposero condizioni
economiche che provocarono notevoli rialzi nei tassi di interesse.
Ora il cerchio è completo. I paesi del "Terzo
Mondo", che avevano accettato quegli imponenti prestiti a basso tasso
d'interesse, furono poi posti di fronte a un tale aumento delle somme da
restituire che non sarebbero mai stati in grado di pagare quegli interessi.
Ecco che nacque l'espressione "debito del Terzo Mondo". Il costo in
miseria umana superava ogni immaginazione e a questo punto entrarono in scena
alcune creazioni degli Illuminati come il Fondo Monetario Internazionale (FMI)
e la Banca mondiale (attualmente capeggiata dal socio dei Rothschild e membro del
Bilderberg, James Wolfensohn). Essi dissero a questi paesi oppressi dal debito
e colpiti dalla povertà che dovevano tagliare i fondi per il cibo e
l'assistenza sanitaria e "ristrutturare" le loro economie in
conformità alle istruzioni del FMI e della Banca mondiale. Nel caso si
rifiutassero di farlo, non avrebbero più beneficiato di alcun
"aiuto". A questo punto tali paesi non furono più in grado di
inaugurare una politica di auto sufficienza perché le multinazionali degli
Illuminati controllavano gran parte della loro terra coltivabile e ad essi
furono imposte sia restrizioni di tipo commerciale che la restituzione del
debito. Cosa successe allora? La popolazione morì di fame e sta ancora morendo
e qualunque capo cerchi di opporsi agli Illuminati, si ritrova il proprio paese
coinvolto in una guerra.
Ma gli Illuminati non avevano ancora finito. Perché non
volevano che questi paesi restituissero i propri debiti? Per la stessa ragione
per cui non volevano che molte persone all'interno dei paesi industriali
restituissero i propri debiti. Vogliono la loro terra e le loro risorse e il
controllo che il debito genera. Oggi vengono implementate politiche di
"sgravio del debito" che prevedono che questi paesi poveri rinuncino
per sempre ai diritti sulle loro terre e risorse in cambio della
"condono" del debito. Un debito che esiste solo sotto forma di cifre
sullo schermo di un computer. Notate che i governi "condonano" il
debito del Terzo Mondo rinunciando ad ogni restituzione perché ad essere
prestati sono i soldi dei contribuenti. Nessun problema, quei soldi non
verranno mai a mancare. Ma le banche, in altre parole gli Illuminati, stanno
barattando il "debito" con la terra e le risorse.
Si ricorre alla stessa tecnica laddove il debito viene
barattato con riserve naturali: ai paesi poveri viene "condonato" il
debito se cedono grossi appezzamenti di terreno alle Nazioni Unite e alle
agenzie ambientali per la "salvaguardia del pianeta". Viene da ridere
se si pensa che a distruggere più di tutto l'ecologia sono proprio le politiche
attuate dall'FMI, dalla Banca mondiale, e dalle banche degli Illuminati che
devastano i paesi del "Terzo Mondo" e costringono la gente a
distruggere l'ambiente, comprese le foreste fluviali, solo per sopravvivere. E
che strano che mentre le banche degli Illuminati e le multinazionali perseguono
politiche che devastano l'ambiente, siano proprio le famiglie degli Illuminati,
come i Rockefeller, a finanziare e presentare rapporti che sostengono che il
pianeta sta morendo e che noi dobbiamo "salvarlo"! Strano anche che
molti gruppi di pressione ambientalisti siano in realtà agenzie degli
Illuminati, non ultimo il Worldwide Fund for Nature, presieduto dal principe
Filippo e dal presidente di vecchia data del Bilderberg, il principe Bernhard dei
Paesi Bassi.
Fu Bernhard a presiedere
l'incontro in Svezia che decise di mandare alle stelle il prezzo del petrolio
con le sue catastrofiche conseguenze ambientali. Ma, in realtà, niente di tutto
questo è poi così strano. "Salvare l'ambiente" si addice perfettamente
agli Illuminati poiché prevede l'imposizione di leggi centralizzate e globali e
l'acquisizione della terra su scala mondiale da parte delle Nazioni Unite e di
altre agenzie degli Illuminati nel nome della "protezione
ambientale". Pensate a quanti eserciti invasori che causano genocidi in
luoghi come il Ruanda e il Burundi, si rifugiano all'interno di parchi e
riserve naturalistiche lungo i confini e sferrano i propri attacchi da quei
luoghi. Il sistema è stato creato in modo tale che chi controlla il denaro,
controlla il mondo, e a controllare il denaro sono le famiglie degli
Illuminati.
Ma qui ci sono anche delle buone notizie
Ciò significa infatti che tutti questi cosiddetti problemi
irresolubili come la povertà, il debito e la guerra, non sono calamità
"naturali". Qualcuno li provoca, al fine di rendere l'umanità più
facilmente controllabile e manipolabile. Su questo pianeta c'è abbondanza per
tutti, non fatevi fregare. Non è necessario che perché qualcuno sia ben
nutrito, altri soffrano la fame. Allora perché c'è così tanta povertà e tanta
potenziale abbondanza? Controllando la creazione e il flusso del denaro, della
terra e delle risorse, gli Illuminati limitano la scelta e creano dipendenza -
da loro. La loro Banca centrale mondiale e la valuta unica sono finalizzate ad
imporre quel controllo ancora più nettamente. La loro è una semplice equazione:
Scarsità = dipendenza = controllo Abbondanza = scelta = libertà
(Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori)
Cresce il Debito Pubblico ! Aa Aprile, sulle spalle di
ogni Cittadino (compresi i neonati) gravava un debito pari a 24.434 euro (47,3
milioni di lire) ! Cresce anche l’indebitamento delle famiglie verso le Banche
del 37%, con una media di esposizione pari a 10.045 euro a famiglia. Ai minimi
storici la fiducia dei consumatori. L’Itesa dei Consumatori (ADOC, ADUSBEF,
CODACONS, FEDERCONSUMATORI) chiede bonus fiscali nel DPEF per almeno 24
miliardi di euro !
[In "argomenti correlati" l’andamento del debito
pubblico 1996-2003]
Dagli ultimi dati disponibili emerge una crescita del
debito delle pubbliche amministrazioni, che ad aprile aveva raggiunto il record
di 1.387,592 miliardi di euro (2.686,8 miliardi di vecchie lire)(N.d.R. errore
1) con un gravame, sulle spalle dei cittadini, pari a 24.434 euro (47,3 milioni
di lire), nonostante le operazioni di cartolarizzazione degli immobili e di
swap su titoli di Stato. Ma anche l’indebitamento totale dei cittadini verso le
banche è aumentato nell’ultimo triennio del 37 per cento, ossia di 2 mila 630
euro, per una esposizione complessiva verso il sistema bancario pari ad oltre
10 mila euro a famiglia, per un ammontare di 211 miliardi di euro, a
dimostrazione delle disastrose politiche economiche del governo che ha ridotto
il potere di acquisto, sia con gli aumenti fuori controllo che con
l’introduzione dei ticket ed altre tasse locali che hanno costretto le famiglie
ad indebitarsi per vivere. Poiché - secondo i dati Istat - ad aprile 2003,
l’indice generale del valore delle vendite del commercio fisso al dettaglio, ha
segnato un aumento tendenziale del 5,7%; le vendite di prodotti alimentari
hanno registrato una crescita del 9,0%; quelle di prodotti non alimentari hanno
registrato una crescita del 3,3%; il gettito Iva ha registrato un aumento del
15%; mentre l’indice delle retribuzioni contrattuali è aumentato dell’1,7%, 1
punto in meno dell’inflazione, vuole dire che le politiche economiche del
Governo stanno addossando sulle spalle dei consumatori gli oneri finanziari.
“Meno tasse per tutti” era uno degli slogans più riusciti della campagna
elettorale. Ma, nella U.E., non è possibile abbassare la tassazione senza
procedere a parallele riduzioni di spesa pubblica.
Il governo sta perciò abbattendo la spesa (pubblica) per
il servizio sanitario nazionale, compensando tali riduzioni con aumento di
spesa per i privati (ticket ecc.); notevoli ulteriori riduzioni di spesa sono
“attese” dalla riforma del sistema pensionistico [per inciso, negli anni ‘90,
l’Italia ha ritoccato il suo, mentre Francia e Germania devono ancora
provvedere.] L’ultima inchiesta ISAE (3 e il 16 giugno), su un campione di
2.000 intervistati,nel registrare il calo della fiducia dei consumatori
soprattutto “ad attese sulla propria situazione economica e le valutazioni
sulla convenienza e possibilità del risparmio” in merito alle valutazioni
sull’andamento dei prezzi, la percentuale di coloro che li ritengono “molto”
aumentati è stata del 49% (come a maggio),mentre cresce la quota di coloro che
li ritengono “abbastanza” aumentati (40% in giugno, 38% in maggio).
Nell’ultima relazione (2003) della Confcommercio, il
presidente Billè ha affermato che “molte famiglie si sono messe a vivere oggi
nell’autarchia spendendo solo l’indispensabile. E ci sono motivi plausibili
perché, solo nell’ultimo anno, il rendimento dei loro redditi da capitale è
calato dell11%? . Se si è impennato del 15% il gettito Iva; se in aprile è
cresciuto il “valore” dei consumi del 5,7%; se in maggio, l’indice annuale
delle retribuzioni contrattuali è cresciuto solo dell’1,7% rispetto ad una
inflazione, su base annua,del 2,7%; se la fiducia dei consumatori è ai minimi
storici ed è calata notevolmente la propensione ai consumi per la diminuita
capacità di spesa delle famiglie, “impoverite” e “depredate” di 2.300 euro per
ritocchini, rincari, aumenti ed arrotondamenti negli ultimi 18 mesi, c’è una
sola giustificazione: non sono i consumi a crescere, ma solo il loro valore. In
altri termini, e più semplicemente, la gente spende di più per consumare molto
meno di prima. Per uscire da un ciclo economico difficile il Governo, già nella
prossima finanziaria, oltre a convocare assieme alle altre parti sociali
l’Intesa dei Consumatori, maggiormente rappresentative dei diritti e degli
interessi dei cittadini, deve evitare la manovra di ulteriori tagli che
colpiscono le masse popolari che non possono più fare la spesa, anche di prima
necessità se non indebitandosi, prevedendo come ha già fatto il Governo
Scroeder in Germania - sgravi fiscali pluriennali, a favore dei cittadini con
redditi inferiori a 16.000 euro, per almeno 24 miliardi di euro, adottare un
provvedimento per far anticipare dalle banche le cedole (bond
Cirio,obbligazioni argentine,ecc.) confiscate a tempo indeterminato per i
cattivi consigli delle banche, rilanciare il ciclo virtuoso dei consumi che
possono essere rilanciato esclusivamente distribuendo maggiori redditi ai
cittadini che ne hanno bisogno.
(1) 1.387 miliardi di euro x 1936.27 = 2.686.800 miliardi
di lire
(di Marco Saba)
Forse non tutti sanno che...
Il secolo scorso rimarrà famoso
sostanzialmente per due considerazioni: l'enorme sviluppo della propaganda e il
fatto che, dal 1900 al 2000, vi furono più morti per guerre, rivolte, etc. che
in tutto il resto della storia dell'umanità messa insieme.
In merito alla propaganda, si
dice che vengano sprecate circa dieci volte più risorse di quelle che
potrebbero effettivamente venir usate per risolvere i problemi (così finalmente
abbiamo capito dove vengono investiti i soldi raccolti dagli hedge funds, dai
fondi d'investimento, dai fondi dei fondi, fino a toccare il fondo e cominciare
a scavare - per seppellire i cadaveri).
Non mi ero mai occupato di
economia fino al 2000, anno in cui trovai degli scritti del professor Giacinto
Auriti su Internet in merito alla questione monetaria. La questione che pone il
giurista non è da poco: può prestare moneta solo chi la possiede. Il problema è
che non esiste nel diritto una legge che stabilisca di chi è la moneta all'atto
dell'emissione, che normalmente viene fatta da una banca centrale, una società
parzialmente o completamente privata.
Stiamo parlando di contanti:
monete e banconote. Le banconote, emesse dalla banca centrale, vengono
addebitate allo Stato in misura del loro valore di facciata (10, 50, 100 euro
etc.) e non in misura del loro costo di emissione (carta e inchiostro).
La differenza notevolissima tra
questi due costi viene chiamata "signoraggio" e viene incamerata dai
soci della banca centrale. Per quanto riguarda la BCE, la banca centrale
europea, circa 60 miliardi di euro al mese. A parte l'ovvia considerazione del
perché mai un popolo "sovrano" debba pagare un signoraggio a
chicchessia, e quindi sottomettersi ad un servaggio, il problema "clou"
è che nessuna legge stabilisce che la banca centrale possa giocare tra
l'ambiguità dei due costi sopra accennati.
Difatto, senz'altro la banca
centrale ha la proprietà della merce "banconote", ma non si vede
perché debba addebitarne il valore fiduciario, che è creato dalla convenzione
del popolo che le accetta, allo Stato. Lo Stato da parte sua addebita al popolo
questo enorme signoraggio (pari a tutto il valore delle banconote circolanti) sotto la voce di bilancio
"debito pubblico", poiché la banca centrale lo Stato la paga mediante
emissione di BOT e/o CCT, ovvero promesse di futuri prelievi fiscali.
Questo è il sistema bancario
occidentale che imponiamo, senza saperlo, quando esportiamo
"democrazia" in paesi lontani mediante le "guerre
umanitarie". Tutte le altre banche che fanno parte del sistema dove
insiste la banca centrale, godono del privilegio della riserva frazionaria -
ovvero di poter "stampare" credito in misura 50 volte superiore
all'entità effettiva delle banconote e monete (M1) realmente circolanti.
Se tutti corressimo allo
sportello a prelevare in contanti i nostri depositi, il sistema crollerebbe. Se
non corressimo tutti insieme, ma un po' per volta, la banca centrale farebbe in
tempo a stampare nuove banconote da distribuire alle banche periferiche, creando
inflazione.
Il petrolio e la riserva frazionaria
La premessa serviva per chiarire
alcuni concetti base, veniamo ora al petrolio. Durante l'amministrazione di
Jimmy Carter, venne implementata da Paul Volcker - governatore della Federal
Reserve - la politica del prestito frazionario. All'epoca il 97% dei dollari
esistenti non erano mai stati stampati, ma creati nei computer "dal
nulla".
Questo sistema venne
implementato prima che alcuni importanti ufficiali statunitensi si recassero in
Nigeria per convincere il primo ministro ad aumentare il prezzo del petrolio
nigeriano. Questi lo fece poco prima di perdere la vita in un attentato che
venne organizzato da dei paramilitari addestrati a Belize (che allora era
British Honduras).
Il prezzo di tutto il petrolio è
basato sul prezzo del petrolio nigeriano che, come quello libico, è uno dei più
puri del mondo. Ovvero, si può quasi mettere direttamente nel serbatoio delle
automobili. La vita del primo ministro nigeriano durò, per
"coincidenza", fino a quando gli ufficiali statunitensi non si
recarono in Kuwait per convincere i locali produttori di petrolio a venderlo al
prezzo gonfiato di 30 dollari al barile.
Ma perché mai questi astuti
emissari volevano comprare petrolio a prezzi così gonfiati? La risposta è allo
stesso tempo incredibile ed orripilante. Gli ufficiali americani volevano
acquistare petrolio dagli stati del golfo e dall'Arabia Saudita alle seguenti
condizioni, apparentemente innocenti.
La prima condizione era che
l'OPEC - contro la quale poi si scatenò una notevole propaganda anti-araba -
doveva diventare una realtà e avrebbe dovuto insistere nel fissare in dollari
il prezzo di tutte le compravendite di petrolio mondiali. In pratica, chiunque
acquisti petrolio, dovendo usare dollari, riconosce il signoraggio ai privati
possessori della Federal Reserve Inc. che ha la sede a Puerto Rico.
A noi semplici cittadini importa
poco perché tanto il signoraggio, dal 1694, anno di fondazione della Banca
d'Inghilterra, non ce l'hanno mai restituito. La seconda e più sinistra
condizione imposta dagli americani era che le compagnie petrolifere americane -
che acquistavano il petrolio - non sarebbero state obbligate a versare i
pagamenti direttamente ai paesi venditori. Agli arabi, come prerequisito,
veniva imposto di acquistare Certificati di Deposito ventennali e trentennali
che sarebbero rimasti depositati su banche americane.
Sarà una coincidenza, ma i
proprietari delle compagnie petrolifere sono gli stessi proprietari delle
banche che gestiscono questa operazione. Per semplicità, in che cosa consiste
questo "prestito frazionario"? Innanzitutto, il fatto che il 97% dei
dollari non esistesse in forma di banconote costituisce una pura e semplice
truffa che origina da quando anticamente le banche rilasciavano ricevute per
l'oro depositato dai clienti.
Le banche si accorsero che molti
utilizzavano le ricevute come moneta e che pochi passavano a ritirare
effettivamente l'oro. Da qui l'idea geniale: stamparono molte più ricevute di
quanto oro effettivamente depositato, sperando che nessuno se ne accorgesse.
Come speravano ieri, sperano ancora oggi.
Quello che per chiunque sarebbe
un reato, non lo è per gli uomini d'onore abilitati dalla Federal Reserve, i
banchieri della riserva frazionaria. Per valutare l'ampiezza della frode del
sistema della riserva frazionaria, facciamo un esempio pratico di una tipica
transazione petrolifera.
Un esempio pratico
Una compagnia petrolifera
americana emette un assegno per un milione di dollari intestandolo ad un agente
ufficiale arabo che rappresenta la parte venditrice. La transazione viene
effettuata - ad esempio - presso la Chase
Manhattan Bank e la somma viene depositata come Certificato di Deposito
trentennale registrato nel computer ed intestato all'ufficiale arabo. L'arabo è
stato pagato, ma chi è il proprietario della Standard Oil? Chi è il
proprietario della Chase Manhattan?
Andiamo avanti. Il petrolio
(costo di estrazione 80 centesimi di $ al barile n.d.r.) viene raffinato e
venduto caro al popolo americano o a quello italiano. Chi viene incolpato dei
prezzi esosi della benzina? Quel "maledetto" cartello arabo. Ma a 1,2
euro al litro è la compagnia petrolifera che riceve il guadagno - tolte le
accise governative. Nel frattempo, cosa accade nel conto bancario dell'arabo?
La Chase Manhattan Bank - nel
nostro esempio, ma potrebbe anche essere la BNL - ha depositato un milione di
dollari - un pezzo di carta con su scritto "1 milione USD" - nel
sistema della Federal Reserve che, grazie alla politica della riserva frazionaria,
autorizza la Chase ad effettuare prestiti per 50 milioni di dollari a paesi
come il Brasile, il Messico, l'Argentina, oppure al Congresso degli USA, etc.
favorendo la leggenda che ci sarebbero più soldi di quanti effettivamente
necessari per i prestiti.
Ed ecco la grande usura
condannata dal Corano: le banche guadagnano sui prestiti frazionari mentre ai
paesi arabi vanno solo gli interessi annuali sui certificati di deposito
pluriennali che sono stati costretti a comprare - e se non sei d'accordo, fai
la fine di Saddam. Infatti Saddam, poco prima dell'ultima guerra del Golfo,
aveva cominciato a vendere petrolio in cambio di euro, cosa che al cittadino
europeo avrebbe forse fatto abbassare il costo della benzina.
Ma così facendo, avrebbe rotto
le uova nel paniere dei proprietari della Federal Reserve, delle grandi banche
americane, delle compagnie petrolifere ed ai membri della Commissione
Trilaterale che- oh, coincidenza ! - sono esattamente le stesse persone.
Con il petrolio a 44 dollari il
barile, gli arabi prendono il 5% (se va bene) delle somme in gioco sotto forma
di interessi per i titoli sottoscritti che, guarda un po', se decidono di
venderli provocano grandi disastri (le Torri Gemelle ed il recente blackout
USA-CANADA funzionali a rendere impossibile, in quei periodi, i trasferimenti
elettronici di denaro...).
In questa guerra mondiale di
interessi titanici, capi arabi da una parte e Rockefeller (dollaro USA) e
Rothschild (euro) dall'altra, di sicuro qualcuno come sempre non vincerà: i
popoli.
Nel 1994, la produzione del penny ha generato $40 milioni
di Entrate per il Ministero del Tesoro, che il governo ha posto come profitto.
(Reddito è un risultato del “signoraggio” - la differenza
fra il valore nominale della moneta ed i costi del relativo conio). (1)
Nel 1994, la Zecca degli Stati Uniti ha prodotto oltre 13
miliardi di penny per venire incontro alla grande domanda pubblica. (2)
“Fare” un Penny costa soltanto 0,7 centesimi di dollaro,
così il Ministero del Tesoro “crea” 0,3 centesimi su ogni penny coniato. (3)
Negli ultimi 15 anni, il “signoraggio” sul penny, ha fatto
guadagnare al Ministero del Tesoro oltre $500 milioni l’anno. (4)
L’eliminazione del Penny aumenterebbe la richiesta di prestito
del Governo per finanziare il deficit ed aumentarebbe il deficit di quasi $4
milioni all'anno;
ci non sarebbe risparmi di bilancio. (5)
Con il notevole volume di fabbricazione, la produzione del
penny della Zecca sostiene i metalli, l'estrazione mineraria e le industrie
relative.
I pagamenti di tasse da parte di queste industrie di
supporto al governo sarebbero persi se il centesimo non fosse più prodotto. (6)
1. 13.5 billion pennies
minted in 1994 x $0.003 in seigniorage = $40.5 million.
2. CFO Annual Financial
Report - Fiscal Year 1994, U.S. Mint, pg. 14.
3. Cost and Seigniorage per
Coin, U.S. Mint Office of Communications.
4. U.S. Mint.
5. "National Coinage
Proposals," GAO Report, May 1990, pg. 34.
6. CFO Annual Financial
Report - Fiscal Year 1994, U.S. Mint, pg. 10.
(da www.signoraggio.com)
In rosso (e/o italico,
se il testo che avete è stampato b/n) le mie note (webmaster) e sottolineati
i passaggi che ho considerato importanti (il grassetto è invece originale),.
Anche le note in fondo pagina sono del webmaster
Che cosa è la legge finanziaria?
la sua storia
la struttura
la finanziaria per il 2003
Nella riunione del 28 novembre [vedi: appunti de L’ULIVO
di Pinerolo] abbiamo cercato di capire precisamente che cosa è la Legge
finanziaria. La scheda che segue è stata redatta in proposito dal sen.
Elvio Fassone.
[ricordo che questo sito è apolitico, quindi
la lettura di questo testo – e la sua integrazione con le mie note - è da
considersi solo in veste tecnica. Si cercherà di ricordare questo concetto
fondamentale in ogni passaggio dubbio o chiaramente di parte (giustamente
l'autore originale di questa scheda ha un suo schieramento politico ben
definito, che il lettore può o meno condividere)]
L'art. 81 della Costituzione stabilisce che "Le Camere approvano ogni anno
i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo. (...) Con la legge
di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove
spese. Ogni altra legge che importi nuove e maggiori spese deve indicare i
mezzi per farvi fronte."
La ragione di queste
disposizioni, secondo quanto si legge nei lavori dell'Assemblea Costituente, fu
indicata in ciò, che "deve essere tolta la possibilità di varare,
confondendoli con i bilanci, omnibus di provvedimenti anche tributari. La
Camera, discutendo i bilanci, potrà aumentare o diminuire le cifre dei
capitoli, ma non potrà aumentare o modificare le imposte, che sono regolate da
apposite leggi. Il bilancio deve essere un bilancio, non diventare un'altra
cosa, né prestarsi a sorprese e ad abusi" (on. Ruini).
Per circa trent'anni, pertanto,
il Parlamento si è limitato ad approvare il bilancio ed il rendiconto
presentati dai Governi, affidando le politiche economiche a provvedimenti di
volta in volta elaborati ed approvati.
Con il passare del tempo si è
manifestato in forme sempre più imponenti un fenomeno nuovo, e cioè l'aumento
delle prestazioni richieste allo Stato [il c.d. welfare?], e quindi
il ricorso al debito pubblico.
[perché quindi? Perchè non
sono state prese in esame altre soluzioni? Se aumenta la spesa per l'apparato
statale, perché si è subito e semplicemente ricorsi all'indebitamento presso
privati?]
Mentre fino intorno al 1970 la finanza
pubblica era quasi in equilibrio (rispetto al PIL le spese rappresentavano
il 33%, le entrate il 29%), verso la fine degli anni '70 il rapporto ha
preso a peggiorare in misura vistosa. La dinamica delle spese cresceva in modo
assai maggiore di quella delle entrate, per la scelta politica di non inasprire
troppo la pressione fiscale, soprattutto su taluni ceti. Pertanto nel 1980 il
rapporto anzidetto era diventato del 43% e del 34% del PIL, con un
rapporto deficit/PIL del 9%).
Si rese perciò necessario
apprestare uno strumento di programmazione economico-tributaria che si facesse
carico anche delle correzioni dovute all'ingigantire del debito pubblico, e con
legge 5 agosto 1978 n. 468, venne varata la c.d. "legge
finanziaria". L'art. 11 di detta legge stabilisce che "la legge
finanziaria (...) dispone annualmente il quadro di riferimento finanziario per
il periodo compreso nel bilancio pluriennale e provvede, per il medesimo
periodo, alla regolazione annuale delle grandezze previste dalla legislazione
vigente al fine di adeguarne gli effetti finanziari agli obiettivi". Tra
le altre cose la legge definisce "il livello massimo del ricorso al
mercato finanziario e del saldo netto da finanziare in termini di
competenza", vale a dire, appunto, il limite del ricorso
all'indebitamento.
[qui l'autore manca di dire verso
chi siamo indebitati. Chi è che presta i soldi al Governo?] nota 1
Nonostante ciò, con gli anni il debito pubblico continuò ad aumentare, a causa
di una crescita della pressione fiscale troppo lenta, e soprattutto partita in
ritardo rispetto alla spesa. Le politiche tributarie dei governi di allora [perché ora si sorvola sul
"colore" di quei governi?],
infatti, puntavano, per motivi elettorali, a tenere la mano leggera sui redditi
da lavoro autonomo e professionale, nonché del mondo agricolo, lasciando che il
peso centrale fosse retto dal lavoro dipendente, soggetto a ritenuta alla
fonte. [quindi non
"evadibile"?]
Così, mentre il debito pubblico degli altri Paesi dell'Unione Europea (G5) cresceva
anch'esso, ma si attestava su percentuali non superiori al 60% del PIL, [e come mai non cresceva oltre quei
livelli? cosa lo "stabilizzava"?]
il debito italiano raggiungeva il 100% del PIL nel 1990, il 120 nel 1993, e
addirittura il 124% nel 1995 (Governi Berlusconi e Dini). In altre parole, l'intera
ricchezza prodotta dal Paese in un anno equivaleva appena ai 4/5 del debito
pubblico.
[E' come se un padre di famiglia,
che ha una unica entrata ufficiale (il suo stipendio), poi, di nascosto, spende
troppo, magari in un modo che è inconfessabile alla sua stessa famiglia. Qui
l'autore afferma che il Governo ha speso troppo e non ha potuto alzare troppo
le entrate, ossia le tasse (ossia lo stipendio del padre di famiglia, nell'esempio
specifico) per ragioni politiche (elezioni) in pratica, di nascosto, si è fatto
credere che andasse tutto bene, prendendo soldi in prestito invece che tassare
di più la popolazione. E questo perché una popolazione troppo tassata prima o
poi si chiede "Ma con i miei soldi... tu Stato... cosa ci stai
facendo?" (e finchè se lo chiede, a parole, va pure bene!)]
Per effetto di questa dinamica sconsiderata il debito pubblico raggiunse in non
molti anni il volume di due milioni e mezzo di miliardi di vecchie lire. Ciò
significava:
a) che tutta la ricchezza
prodotta dal Paese in un anno non bastava a coprire il debito accumulato;
b) che ogni bilancio, anche se
si fosse chiuso in pareggio, era gravato dal pagamento degli interessi sul
debito pubblico (il "servizio del debito") per circa 200.000
miliardi;
[anche qui l'autore manca di dire
a chi viene pagato questo interesse e, a dirla tutta la messa, bisogna
aggiungere che il tasso di interesse sul prestito (il c.d. tasso di sconto)
viene deciso in modo del tutto arbitrario dalla stessa società privata (Banca
Centrale) che "concede" (eroga) il prestito!] nota 2
c) che quindi anche il pareggio di bilancio, e persino un bilancio che si
chiudesse con un avanzo primario, continuava ad essere un bilancio in deficit,
e questo deficit andava ad aggiungersi al debito, con effetto vizioso
sul bilancio successivo. L'esito di una simile spirale viziosa era
inevitabilmente rappresentato dalla bancarotta dello Stato.
Deve essere altresì
considerato, in chiave di politiche sociali, che il debito pubblico rappresenta
oggettivamente un enorme drenaggio di risorse dai ceti meno abbienti ai più
abbienti: infatti gli interessi sul debito sono pagati da tutti con le
imposte, ma sono percepiti in misura crescente dai rentiers che hanno
investito i loro capitali in titoli del debiti pubblico. [ergo: tutti paghiamo le tasse, ma i più
ricchi possono "rifarsi" comprando Obbligazioni, CCT e BOT, emessi
dallo Stato, "monetarizzando" il debito pubblico e recuperando così
liquidità. Il povero non può permettersi investimenti (anche relativamente
sicuri, come quello dell'acquisto dei Titoli di Stato - in altra sede
approfondiremo il discorso Argentina) semplicemente perché non ha denaro da
investire! Invece sono proprio le Banche Centrali ad acquistare i Titoli
Pubblici, con il meccanismo già detto nella nota 1]
Per impedire l'ormai inevitabile tracollo, con il governo Amato del 1992
(l'anno dell'accordo di Maastricht) fu effettuata una tremenda svalutazione
della lira (30%), nota 3 ed ebbe inizio il drastico
risanamento della finanza pubblica, proseguito dai governi Ciampi e Dini [ma Dini non era quello dell'
"addirittura il 124%"?]. Ma
ancora all'inizio dei Governi dell'Ulivo (1996) il debito
superava di quasi un quarto l'intero volume della ricchezza prodotta in un anno
(PIL), il bilancio annuale era in disavanzo (deficit) di poco
meno di 200.000 miliardi di lire, e il rapporto deficit/PIL era
intorno al 7%. [quindi non era
cambiato nulla...]
La manovra di risanamento
(il ricordarlo è essenziale per valutare la politica economica del governo di centro-destra)
[non è importante lo schieramento
politico nota 4]
aveva come perno la costituzione di un crescente avanzo primario
ogni anno. [l'avanzo primario è
quanto "avanza" al padre di famiglia a fine mese (allo Stato, a fine
anno), ossia la differenza tra entrate e uscite, tra quanto si guadagna e
quanto si spende. Prima di "caricarci" il mutuo della casa, nel caso
del padre di famiglia, oppure prima di "inserire in bilancio"
l'interesse (enorme) sul debito pubblico (abnorme). In soldoni: ogni anno allo
Stato Italiano "avanza qualcosa", poi occorre pagare l'interesse sul
debito pubblico, e inevitabilmente... si va "sotto" (deficit)]
Il surplus delle entrate permetteva non ancora di intaccare il debito
pubblico, ma almeno di ridurre progressivamente il servizio del debito [servizio del debito = pagamento
interesse]. Non avendo più lo Stato
necessità di emettere obbligazioni ogni anno per colmare il disavanzo (ma solo
per il rinnovo dei titoli già emessi e scaduti), poteva diminuire il peso degli
interessi, e quindi il costo del danaro [tasso di sconto, deciso dalle Banche] e l'inflazione [l'inflazione è dovuta alla stampa sregolata di banconote, o meglio,
dalla creazione del denaro dal nulla, "ex nihilo", da parte
delle Banche, per via della "riserva frazionaria", vedi nota 1]. Il debito pubblico continuava ad aumentare
(perché l'avanzo primario era pur sempre inferiore al servizio del debito), ma
cresceva sempre meno che in precedenza per effetto, appunto, di un crescente
avanzo primario; e poiché in parallelo cresceva il PIL all'incirca del 2-3%
ogni anno, a parte annate particolari, il rapporto deficit/PIL, e cioè il dato
fondamentale posto sotto osservazione dall'accordo di Maastricht, si riduceva
progressivamente (il requisito per poter entrare nell'Unione monetaria era,
com'è noto, il conseguire entro il 1997 un rapporto deficit/PIL non
superiore al 3%. [quindi si
continuò a prendere soldi in prestito, al "loro" tasso, affidandosi
al PIL per uscire dal tunnel del Debito Pubblico. Quando il PIL crollava, e
come vedremo, crollerà, tutto andava a gambe all'aria. Sarebbe bastato, e
basterebbe anche oggi, far valere la Costituzione e stampare Moneta Statale per
uscire dall'incubo-debito-pubblico.nota 5]
Nel 2000, ultimo anno dei
governi dell'Ulivo, il rapporto deficit/PIL era previsto all'1,3%, e il rapporto
debito/PIL era stato ridotto al 112%, [non è un dato di cui vantarsi]
con proiezione di azzeramento del primo e di pareggio del secondo entro il
2003. [forse è un pò
ambizioso, come programma, visti i tempi così ristretti] Ciò significa che
a) nel 2003 l'avanzo primario
avrebbe coperto l'intero servizio del debito, annullando il deficit annuale; [sempre puntando TUTTO su una crescita
ottimistica del PIL!]
b) che a partire da quell'anno
l'avanzo primario sarebbe andato ad intaccare direttamente il debito; [ancora e sempre puntando TUTTO su una
crescita ottimistica del PIL!]
c) che il debito pubblico, a
questo punto, si sarebbe ridotto con velocità crescente, poiché non solo non si
sarebbe più incrementato in valore assoluto a causa dei perduranti deficit, ma
sarebbe stato ridotto dai vari avanzi di bilancio, e, continuando la crescita
del PIL, [ma come si può
credere ad una crescita continua e inarrestabile del PIL? come si può puntare
TUTTO su una speranza così ottimistica?] si
sarebbe avuto un rapporto doppiamente positivo;
d) che nell'anno 2010 il
rapporto tra il debito pubblico e il PIL avrebbe raggiunto quel valore del 60%
che è proprio degli altri maggiori Paesi dell'Unione europea, e il nostro Paese
avrebbe annullato il differenziale che rende il nostro sistema meno competitivo
rispetto agli altri. [non si prova
neanche ad annullare il Debito Pubblico, vero? ci si accontenta di
"assestarlo"]
Già nel 2001 questo percorso virtuoso si è interrotto. [ma come? stiamo assistendo ad una svolta
epocale e la sinistra perde il governo del Paese? che sfiga! in un film di
fantapolitica sembrerebbe quasi che di fronte ad una promessa impossibile e non
mantenibile, di fronte ad un progetto irrealizzabile, si perda
("purtroppo") il controllo del potere e non si riesca a portare a
termine la missione... proprio sul traguardo, ma che peccato!]
Nel DPEF (documento di
programmazione economico-finanziaria) del 2001, il Governo ipotizzava una
crescita del PIL non inferiore al 3% [BOOM!] , e su questa ipotesi
costruiva il suo progetto di riduzione delle imposte, e quindi delle entrate:
accrescendo il numeratore (deficit) solo un vistoso aumento del denominatore
(PIL) avrebbe permesso di mantenere il rapporto deficit/PIL in linea con il
programma di rientro imposto dal trattato di Maastricht. [Ma allora lo riconosce anche l'autore
che c'è una e una sola possibilità di riuscita e che dipende TUTTO dal PIL! Già
controllare il deficit è difficile, (ossia non far spendere troppo
allo Stato in rapporto alle entrate, in un anno), in più occorre, secondo i
nostri politici, anche sperare in un PIL miracoloso TUTTI gli anni! e
tutto questo non per liberarci del mostro-mangia-risorse meglio noto come
Debito Pubblico, ma solo per "stabilizzarlo alla media europea del 60% del
PIL stesso"! Quindi la formula diventa:
difficile : miracoloso = incubo-non-annullato-ma-solo-contenuto]
Ma questo non si è verificato,
per il noto rallentamento della crescita. Già nel programma di stabilità
presentato a Bruxelles nel novembre 2001, il Governo assumeva per il 2002 i
seguenti impegni: crescita del PIL al 2,3%; disavanzo, cioè rapporto
deficit/PIL, allo 0,5%; debito pubblico al 104,3% del PIL. Da notare che questi
impegni venivano assunti dopo lo choc delle Torri gemelle, e quindi con la consapevolezza
che l'economia mondiale avrebbe subito un forte rallentamento complessivo. Ma
la previsione di un forte aumento del PIL (sebbene improbabile) era appunto
dettata dall'impegno elettorale di una riduzione della pressione fiscale. [Le Torri sarebbero crollate anche con la
Sinistra al Governo, che si sarebbe trovata, quindi, nelle medesime condizioni
di impossibilità di eseguire il miracoloso recupero finanziario! Il lettore
vede ora da se che centro-destra ocentro-sinistra non conta, se la formula è quella
appoggiata alla sola gamba del PIL... anche aumentando le tasse e riducendo
all'osso le spese pubbliche, non sarà mai possibile "compensare"
eventuali (storici se non almeno statistici) cedimenti del PIL]
Nel DPEF del giugno 2002
le previsioni venivano già notevolmente ridimensionate. La previsione di
crescita veniva stimata all'1,3%; il deficit all'1,1% (pari a circa 15 milioni
di euro, ovvero circa 30.000 miliardi di vecchie lire); e il debito pubblico al
108,5% del PIL.
Ma neppure questa programmazione
si è rivelata veritiera. [ma dai!] A luglio il debito pubblico ha toccato la quota di
1.386 miliardi di euro (pari a circa 2.750.000 miliardi di vecchie lire;
con un aumento del 3,8% rispetto all'anno precedente). A fine ottobre 2002 il
deficit di cassa ha toccato la cifra di 49,2 miliardi di euro (circa 97.000
miliardi di vecchie lire). L'avanzo primario, che nel 2000 era del 5,9%, nel
2002 è sceso al 3,5%. Tutto ciò significa un rapporto deficit/PIL tendenziale
del 3,5%, largamente fuori del Patto di stabilità. E significa altresì che il
debito pubblico nel 2002 chiuderà al 109,4% sul PIL; anziché al previsto
108,5%. E' inoltre fortemente calato il gettito fiscale complessivo (-5,6%
rispetto all'anno precedente), con punte particolari di decremento per le
imposte IRPEF (-14%) e IRPEG (-17%). La crescita del PIL, secondo le ultime
previsioni, si fermerà allo 0,6%, ma alcuni osservatori parlano addirittura
dello 0,3%, cioè un valore quasi nullo. Di qui la necessità di una forte
correzione nella legge finanziaria, per quanto si vedrà.
Si innesta a questo punto il
tema del "buco" lasciato dai governi dell'Ulivo, spesso
utilizzato come giustificazione degli ammanchi successivi. Nella finanziaria
del 2001 il rapporto deficit/PIL era previsto allo 0,8%, pari a circa 20.000
miliardi di lire, mentre nel 2002 avrebbo dovuto ridursi alllo 0,5%, e nel 2003
- come si è detto - avrebbe dovuto azzerarsi. [peccato questo cambio al Potere, vero? non lo sapremo mai come la
sinistra avrebbe affrontato la questione Terrorismo-blocca-PIL]
Con la nota di variazione del
marzo 2001 (le Camere si sciolsero l'8 marzo 2001), il Governo correggeva tale
valore all1,1%, per effetto di variazioni nella spesa, e quindi consegnava un
deficit di circa 28.000 miliardi di lire. [che non sono noccioline]
Successivamente lo sforamento
della spesa sanitaria [i problemi
sono sempre in agguato... che variabile è stata pensata per questi imprevisti,
nella famosa formula di cui sopra?]
della maggior parte delle Regioni portò il rapporto all'1,5% (circa 40.000
miliardi): ma quest'ultimo aggravio avrebbe potuto e dovuto essere sanato da
una manovra correttiva imposta alle Regioni in corso d'anno [ergo: pagavano le Regioni? e poi? I
Comuni? noi con ICI e tasse locali varie? ma dai!]. Il governo Amato l'aveva prevista [immancabile, non avevo infatti alcun
dubbio], ma esso rimase in carica sino
alle elezioni ed al nuovo governo solo per l'ordinaria amministrazione [che peccato!]; e il governo di centro-destra, nell'agosto 2001
autorizzò le Regioni a differire il rientro [ma allora sono proprio cattivi questi di centro-destra!], e con ciò consolidò il debito ai livelli
anzidetti. Il di più è addebitabile interamente alla politica
economico-fiscale del governo di centro-destra [ci avrei giurato].
Si può ora passare alla
valutazione della finanziaria del 2003. Ogni legge finanziaria, per sua
struttura essenziale, si articola su tre capitoli fondamentali:
1) reperimento delle risorse
(aumento delle entrate fiscali e/o riduzione della spesa pubblica);
2) distribuzione delle
risorse (riduzione delle imposte e/o aumento della spesa pubblica);
3) disavanzo pubblico
(emissione di obbligazioni per ripianarlo, ovvero, virtuosamente, contenimento
e riduzione del medesimo). [ossia vendita
di obbligazioni alla Banca Centrale, che poi rivende i titoli ai cittadini
stessi, che vengono tassati per risarcire l'interesse!]
Premesso che la presente nota
viene redatta quando il percorso parlamentare della finanziaria è ancora in
atto, si può osservare che il primo capitolo (raccolta risorse) riposa
essenzialmente su tre grandi voci:
a) forme di condono, per le
quali si ipotizza un gettito di circa 8 miliardi di euro;
b) esternazione di spese per
investimenti (per le quali si prevede una minore spesa per 4 miliardi;
c) razionalizzazione e
riduzione di spesa della Pubblica Amministrazione (tramite la quale si
ipotizzano altri 8 miliardi di euro). Totale 20 miliardi.
Le obiezioni a questa parte
della manovra sono, sinteticamente, così espresse:
a) il gettito del condono
è fortemente sovrastimato. Molte piccole e medie imprese hanno avviato un
rapporto più leale con il fisco, grazie anche agli studi di settore e alla
politica tributaria sviluppata negli anni dell'Ulivo" [chi altri?]: non saranno moltissime a doversi avvalere dello
strumento per mettersi in regola. Se si tratterà di "condono
semplice" (o meglio, di concordato: con questo termine si intende
una transazione tra fisco e contribuente, vale a dire una mediazione tra
reddito dichiarato e reddito accertato; ma la transazione vale solo per alcune
imposte, il contribuente se ne avvale solo per il passato, e non sono estinti
eventuali reati che si accompagnano alla dichiarazione infedele, come potrebbe
essere per reati di falso in bilancio, di fatturazioni inesistenti, di
violazioni delle norme antinfortunistiche per il caso di sommerso, e simili),
gli introiti saranno modesti. Se si vorrà perseguire un gettito più elevato,
occorrerà puntare al c.d. condono tombale (che ha le caratteristiche
opposte: vale per tutte le imposte, mette al riparo da accertamenti per un
certo numero di anni successivi, e si estende ad ogni eventuale reato
collaterale): e però un condono di questo genere, oltre ad avere un profondo
effetto diseducativo, produrrebbe risultati disastrosi sugli esercizi
successivi, in cui il gettito non sarebbe più corrispondente al reddito reale,
ma a quello convenuto col condono.
b) il trasferimento fuori
bilancio delle spese per investimenti è un'operazione illusoria. Qualcuno
le opere deve pur pagarle. Se si fa leva sul project financing (cioè
sull'affidamento al privato sia del costo dell'opera, sia dei ricavi che dalla
stessa verranno), occorre mettere in conto che il privato accetterà solamente
se può ripromettersi un profitto: questo può valere per un'autostrada (e anche
in tal caso si succhia dal futuro, poiché - al fine di remunerare il privato -
la concessione dei pedaggi dovrà essere più estesa di quanto servirebbe allo
Stato per ammortare la "sua" spesa). Ma non varrà per le opere non remunerative,
o remunerative a scadenza troppo lunga, come potrebbe essere per la costruzione
di acquedotti, di ospedali, di carceri e di scuole, per lavori di idraulica o
di sistemazione del territorio, che fatalmente saranno accantonati. Se poi si
pensa a società costituite ad hoc, che finanziano gli investimenti con capitali
presi sul mercato, questo non è altro che un debito collocato fuori bilancio,
ma che dovrà comunque essere ripianato dalla collettività.
c) la riduzione della spesa
delle pubbliche amministrazioni, se si limita ai risparmi e alla
razionalizzazione degli acquisti, non è certo in grado di produrre il volume
ipotizzato. Per giungere all'ordine di grandezza ipotizzato, e cioè a 4
miliardi di euro, occorre ridurre i trasferimenti ai Comuni ed ai vari Enti
locali, occorre tagliare le spese di tutti i ministeri (si veda, infatti, quel
che accade in tema di scuola e sanità): occorre, in una parola, ridurre
sensibilmente i servizi.
Il secondo capitolo (distribuzione
delle risorse) è centrato essenzialmente sulla riduzione delle imposte. La
riduzione dell'IRPEF e dell'IRPEG è innegabile, e, in quanto tale, deve essere
salutata con favore. Ma la prima è ampiamente controbilanciata da alcuni dati
negativi, quali:
a) ne profittano solamente i
ceti a reddito molto basso; e questi, per giunta, se incapienti (cioè
percettori di un reddito esente da imposta) non possono neppure vantare un
credito di imposta per eventuali oneri deducibili;
b) non si è provveduto alla
restituzione del fiscal drag, come sancito dalle precedenti
"finanziarie"; [post-it: se
mai tornerà la sinistra al Governo, occorre richiederlo]
c) i redditi sono notevolmente
ridotti in valore reale dalla pesante inflazione di quest'anno. Basta
considerare che un solo punto di inflazione in più, su un volume di spesa di
una famiglia media di 25.000 euro, significa una perdita reale di 250 euro,
cioè poco meno del beneficio derivante dalla riduzione dell'IRPEF;
d) il taglio dei servizi che
conseguirà alla politica economica complessiva.
Il terzo capitolo (riduzione
del deficit) è affrontato attraverso la previsione dei 12 miliardi di euro,
che dovrebbero ridurre il disavanzo di quasi un punto, e portarlo nel 2003
all'1,5%. Ma questo varrebbe se il deficit del 2002 fosse davvero del 2,3-2,4%,
e non di parecchio superiore, come contestato da Eurostat; e se la crescita del
PIL fosse davvero dello 0,6%, come previsto dalla finanziaria, e non
verosimilmente inferiore.
Se a ciò si aggiunge la
probabilissima sovrastima delle entrate da condono, e di quelle da risparmi
della P.A., è presumibile che nel prossimo esercizio il rapporto deficit/PIL
sia non già vicino allo zero, come avrebbe dovuto essere secondo i piani di
rientro, ma gravemente vicino ai limiti del Patto di stabilità. Con forte
pressione sull'inflazione, e danno per la competitività del
"sistema-Paese".
NOTA 1
NOTA 3
La famosa finanziaria "lacrime e sangue". In altra sede
approfondiremo la Megaspeculazione operata da Soros, plurindagato dalla
Giustizia Italiana e considerato un Finanziere Internazionale di Fama
NOTA 4
Ricordo al lettore che, secondo me, tutti gli attuali schieramenti
politici sono inevitabilmente condannati a fallire qualsivoglia operazione
di recupero finanziario almeno fino a che non si manifesti la sincera e
operosa volontà politica di ripristinare la Sovranità Monetaria del Popolo, con
l'esclusione delle Banche Centrali (quali Giudici Ingiudicabili dalla Nostra
Economia) e il contemporaneo diritto dello Stato di emettere la propria moneta.
Se il Tesoro conia le monete, perché non può stampare le banconote?
NOTA 5


Ricordate le 500 lire di carta, con il Mercurio Alato? Quelle erano del
Governo, erano nostre, non dovevamo restituirle a nessuno e nessuno ci chiedeva
interessi a fine anno. Non c'era scritto "Banca d'Italia" ma "Repubblica
Italiana Biglietto di Stato a corso legale". Le firme sono del Direttore
Generale del Tesoro, il Cassiere Speciale e il visto della Corte dei Conti.
Nelle banconote emesse dalla Banca di Italia, invece, le firme sono del
Governatore e del Cassiere, che sono Privati, non fanno parte del Governo.
(di Sandro Pascucci – www.signoraggio.com)
In soldoni, è il caso di dirlo, come eliminare le Tasse al
Cittadino.
Lo Stato Italiano (e gran parte degli altri Stati Sovrani
nel Mondo) ha abdicato alla propria Sovranità Monetaria a favore della Banca
Centrale (prima Banca d’Italia, ora Banca Centrale Europea).
Questi ‘Fantasmi Giuridici’ sono privati, appartengono a
Banche Private di Banchieri Privati, e quindi rispetto al Cittadino (ignaro,
ignorante, indifeso e spesso indifferente) adoperano la logica del ‘servirsi’ e
non del ‘servire’, unico comportamento etico (v. Giacinto Auriti).
Come tutte le Corporation, le Banche non sono orientate
all’Etica ma al Profitto (v. Domenico De Simone).
I politici sono ‘camerieri dei banchieri’ per quei
personaggi che hanno saputo ‘vedere’ al di là della cortina di fumo e menzogna
che cela la vera realtà del sistema bancario e finanziario dell’Italia e di
tutto il Mondo e che si chiama Usurocrazia (v. Ezra Pound).
Se lo Stato stampasse la propria moneta, come conia le
proprie monetine, si estinguerebbe di colpo il mostruoso Debito Pubblico che
grava su tutti Noi, i Nostri Figli e quindi il Nostro Futuro.
Si spezza così la catena della schiavitù della
moneta-bancaria, catena forgiata dalla creazione dal nulla della moneta-debito
(‘ex nihilo’ – v. Maurice Allais).
Il Popolo, di nuovo padrone della propria Sovranità
Monetaria, tornerebbe a Vivere.
Lo Stato tipografo.
Facciamo un esempio: lo Stato paga un Dipendente Pubblico
1.400 euro, che in contanti equivale ad un mazzetto di 14 banconote da 100 euro
nominali (valore nominale = di facciata, quanto stampato sulla carta-moneta).
Attualmente ogni banconota costa allo Stato 100 euro, più gli interessi
(mettiamo che il Tasso di Sconto, che è il costo del denaro tra Banca Centrale
e Banche Locali, è al 2,5% e che si applichi anche allo Stato).
Al Banchiere la stessa Banconota costa 3 centesimi di euro
(3 eurocent = 0,03 euro = valore intrinseco = costo di produzione = costo medio
della carta, inchiostro, tecniche anticontraffazione ecc…).
Il Banchiere ricava 1.435 euro (100 x 2,5% x 14).
Il Banchiere spende 0,42 euro (14 x 0,03).
Il Banchiere guadagna 1.434,58 euro (1.435 – 0,42) e
questo è il signoraggio sullo stipendio di un singolo dipendente.
Quanti sono i Dipendenti Pubblici? 3 milioni? Quant’è lo
stipendio medio? Quello indicato? Un po’ meno, un po’ di più? Fate voi gli
aggiustamenti…
Uno stipendio di 1.400 euro ‘costa’ allo Stato 1.435 euro.
Lo stesso meccanismo per una strada, un ospedale, un
ponte, un carroarmato, un telefono…
E queste spese dello Stato vanno saldate, con le Tasse.
Calcoliamo, da Bar dello Sport, la Tassa che tutti i
cittadini devono pagare per saldare 1.435 euro x 3 milioni di dipendenti
pubblici.
Non facciamoci distrarre e lasciamo ai politici giocare
sul fatto se i Dipendenti pubblici sono tanti o pochi o il giusto, e se i ponti
servono o non servono, se gli Ospedali e le scuole vanno privatizzate o no.
Noi ormai abbiamo capito che anche UN SOLO dipendente
costerà sempre più di quanto il poverino intasca.
Facciamo due conti:
1.435 x 3.000.000 = 4.305.000.000 euro !
4,3 miliardi di euro al mese ! e poi ci sono le strade,
gli Ospedali ecc…
E se lo Stato stampasse i propri soldi?
Stampare un mazzetto di banconote che valgano 1.400 euro
costa 0,42 euro, ricordiamolo…
0,42 x 3.000.000 = 1.260.000 euro !
Il Pubblico Impiego allo Stato costerebbe 1,6 milioni di euro
al mese !
E’ assurdo?!?! 4,3 miliardi di euro contro 1,6 milioni di
euro?
Quanti contribuenti ci sono in Italia ? Facciamo pagare
anche i gatti? Diciamo 30 milioni?
Trovate Voi i dati precisi. ..
4,3 miliardi di euro / 30 milioni di tassati = 143 euro!
1,6 milioni di euro / 30 milioni di tassati = 0,05 euro!
Con il signoraggio del Banchiere, il Pubblico Impiego
costa al Contribuente (attualmente) 143 euro al mese, senza signoraggio invece,
solo 0,05 euro al mese.
E gli impiegati non perderebbero Potere d’Acquisto perché
le banconote sarebbero garantite dallo Stato, quindi dalla comunità tutta, per
semplice convenzione, perché la banconota avrebbe il valore che tale
convenzione ‘induce’ nella carta.
E’ il Popolo che accettando la carta-moneta (per convenzione
tra i Cittadini stessi di una Società) ne crea il valore, con il principio
dell’induzione, scoperto dal Prof. G. Auriti.
Non serve neanche la riserva aurea (in ogni caso e di
fatto già assente dal 1971, con la fine degli accordi di Bretton Woods, per
volere di Nixon e la chiusura della Gold Window).
Stesso discorso per le strade, pensionati, ospedali…
Lo Stato pagherebbe le Ditte che fanno le Grandi Opere con
moneta propria, non carica di Usura Bancaria.
La realizzazione di Servizi e Lavori Pubblici saranno
discussioni squisitamente politiche e non economiche.
Sarà il consenso popolare a determinare investimenti,
senza dipendere da Usurai.
Se il Popolo ritiene necessario un ponte, lo Stato stampa
i soldi necessari per fare quel ponte.
Così non si avrà inflazione perché, a costo zero (spese
tipografiche), si crea il bene-moneta per realizzare il ponte, ossia il suo
equivalente Bene Reale (concetto base del Credito Sociale. v. L’Isola dei
Naufraghi, di Louis Even). Da qui si può partire per creare il Reddito di
Cittadinanza, perno concettuale e pratico per slegare il Popolo dalle angherie
e ricatti dei Detentori del Potere di Emettere Moneta.
04/05/2005
(Marco Onado, 07/06/2004)
"La Banca motiva, da sempre, le sue decisioni.
Sistematicamente, con la diffusione di relazioni e studi nelle sedi
istituzionali, rende conto delle proprie analisi e del proprio operato".
Con queste parole il governatore ha risposto, con encomiabile orgoglio
istituzionale, a quanti giudicano inadeguata l'accountability della nostra
banca centrale.
La risposta però coglie solo parzialmente il punto: è vero
che la Banca d'Italia segue scrupolosamente norme e tradizioni attuali (e ci
mancherebbe, si potrebbe aggiungere), ma occorre chiedersi se queste siano
adeguate alla odierna realtà economica e politica in cui operano le banche
centrali.
Il significato di una parola
In un saggio, breve ma molto efficace, un autentico
"decalogo" delle banche centrali (1), Tommaso Padoa Schioppa ricorda
che essere accountable significa "non solo essere ritenuto responsabile
delle proprie azioni, ma anche essere tenuto a giustificare e spiegare azioni e
decisioni. L'accountability è un elemento essenziale e costituente di un ordine
politico democratico.
In tale ordine, le istituzioni che hanno il potere di
influire sulla vita e il benessere della comunità devono essere soggette allo
scrutinio dei cittadini e dei loro rappresentanti eletti".
Se si condivide questa impostazione, le conclusioni da
trarre sono almeno due:
a) le attuali forme in cui la Banca d'Italia rende conto
del proprio operato sono fondamentalmente basate su esposizioni unilaterali,
quasi "ex cathedra", come la cerimonia del 31 maggio;
b) l'accountability coinvolge il concetto di
responsabilità, dunque rinvia anche ai meccanismi di nomina e di funzionamento
dei vertici di un'istituzione.
La cerimonia del 31 maggio
Lasciando da parte il secondo problema, vale la pena di
interrogarsi sulle modalità con cui oggi la Banca d'Italia espone pubblicamente
le ragioni del proprio operato, a cominciare proprio dalla lettura delle
Considerazioni finali.
La cerimonia del 31 maggio ha assunto un ruolo
fondamentale nella tradizione della Banca d'Italia, soprattutto dai tempi di
Guido Carli e si è caratterizzata per due elementi fondamentali: lo spessore
analitico delle diagnosi, cui contribuiva un servizio studi che aveva pochi
eguali nel panorama delle autorità monetarie dei principali paesi e
l'indipendenza del giudizio rispetto alle pressioni di un potere politico sempre
più ansioso di dare l'assalto alla diligenza della spesa pubblica. Qualcuno
sostiene che la difesa nei fatti fu meno strenua di quella verbale, ma questo
nulla toglie al salto di qualità che Guido Carli diede alle Considerazioni
finali, trasformando una relazione di bilancio in uno dei documenti più
importanti e attesi della vita economica nazionale.
L'infame attacco alla Banca d'Italia del 1979 diede
l'occasione a Paolo Baffi di aggiungere all'analisi economica una delle pagine
più alte di rigore morale e di impegno civile, ma ebbe anche l'effetto di
rendere tabù per oltre venti anni qualsiasi ipotesi di modificazione anche
formale dei poteri della Banca d'Italia, del suo assetto istituzionale, persino
delle sue manifestazioni di accountability.
Le Considerazioni finali hanno così continuato a svolgersi
secondo la tradizione antica: sul piano dell'analisi economica sono stati gli
anni del rientro dall'inflazione, del risanamento del deficit e dell'ingresso
in Europa. Tre obiettivi centrati, che non erano affatto scontati nel momento
in cui Carlo Azeglio Ciampi prese il timone della Banca d'Italia e su cui egli
ha fondato con lucida coerenza le Considerazioni finali di quegli anni.
Allora, la loro solennità trovava quindi due forti
giustificazioni: l'orgogliosa difesa delle tradizioni della Banca; il rilievo
dei moniti per la classe politica responsabile dei rischi di dissesto
finanziario che il Paese stava correndo in quegli anni. Il fatto poi che quei
moniti siano serviti perché gli obiettivi sono stati raggiunti (a differenza di
quanto era successo negli anni Sessanta) dimostra che quel rito non era affatto
né vuoto né inutile. E, si ripete, se a esso non sono state aggiunte forme di
accountability diverse, la colpa va ricercata nell'oscuro disegno che colpì i
vertici della Banca negli anni bui della Repubblica.
L'esempio di altre banche centrali
Va naturalmente ricordato che il governatore e altri
membri del Direttorio hanno spesso occasione di presentare al Parlamento,
regolarmente o su invito, la posizione della Banca su temi generali (la Legge
finanziaria in primo luogo) o specifici, come è accaduto in occasione
dell'indagine conoscitiva sulla tutela del risparmio. Ma nessuna di queste
forme assume la veste per così dire istituzionale di confronto dialettico
sull'operato della Banca. Non accade così in altri paesi.
La Banca centrale europea è soggetta a forme di scrutinio
molto più penetranti e aperte. Il suo rapporto annuale è infatti rivolto non ai
partecipanti al capitale, come da noi, ma al Parlamento, al Consiglio e alla
Commissione europea. Il Parlamento può richiedere un dibattito generale sul
rapporto annuale.
Non solo: come si legge sul Bollettino della Bce (2), l'
Eurosistema ha deciso di andare al di là di questi impegni, prevedendo regolari
conferenze stampa al termine di ogni riunione mensile del consiglio direttivo.
Non meno stringenti sono le forme di accountability della
Fed (la banca centrale americana) fissate da una legge il cui titolo è tutto un
programma "Government in the Sunshine Act" (che giunge a prevedere la
pubblicità di alcune sessione del Board) e dal Federal Riserve Act, che impone
una serie di appuntamenti del presidente del Board con varie commissioni
parlamentari e un dibattito semestrale sull'azione della Fed.
Di tutto questo, si ripete, nella legislazione italiana
non c'è traccia e non si vede quale vulnus alla tradizione della Banca d'Italia
si avrebbe se l'atto più importante della sua accountability non fosse affidata
solo a un monologo nelle dorate sale di palazzo Koch, seguito da altre
considerazioni che, per quanto importanti come quelle di quest'anno, sono pur
sempre quelle di un soggetto vigilato (nonché azionista).
Insomma: le prassi delle banche centrali sono ben diverse
da quelle invalse in Italia. Se la fase storica che ha trascinato i suoi
effetti velenosi almeno fino alla seconda metà degli anni Novanta, e che aveva
fatto accantonare ogni riforma, è definitivamente superata, è ora di adottare
assetti istituzionali (in termini di accountability, ma giova ripetere anche in
termini di meccanismi di nomina e funzionamento) più vicini a quelli degli
altri paesi.
Un buon motivo per inserire tutto questo nell'attuale
disegno di legge sulla tutela del risparmio è dato da un indimenticabile libro
di Primo Levi: "Se non ora, quando?".
(1) Tommaso Padoa-Schioppa,
An institutional glossary of the Eurosystem, intervento alla conferenza
"The Constitution of the Eurosystem: the Views of the EP and the
ECB", 8 March 2000. Disponibile sul sito www.ecb.int.
(2) Bollettino Bce, luglio 1999.
(http://www.masternewmedia.org/it/2005/04/22/prestiti_e_finanziamenti_come_fanno.htm)
Quando andate in banca per un prestito, dopo che hanno
accettato la vostra richiesta ed addebitato la cifra sul vostro conto, vi siete
mai chiesti da dove vengano realmente questi soldi? Sapete a chi appartiene il
contante che è stato trasferito sul vostro conto?
Se un'azione legale collettiva recentemente presentata in
Canada vincerà, la risposta a questo quesito potrebbe essere piuttosto
semplice: i soldi non arrivano da nessuna parte, perché non sono mai esistiti.
Sono stati creati dal nulla, semplicemente inserendo alcuni dati sul vostro
conto corrente, tramite il sistema computerizzato della banca. Non c'è stata
nessuna operazione di borsa, nessuna risorsa derivante da investimenti, né
contante utilizzato.
Quindi una questione piuttosto fastidiosa potrebbe
cominciare a tenere svegli la notte i capi delle banche mondiali, per ottenere
un cambiamento. Se è vero che, come sostenuto dall'azione legale, queste
transazioni derivano dalla contraffazione o dal riciclaggio di denaro (in
quanto i soldi trasferiti nei conti dei clienti che richiedono prestiti non
possono essere rintracciati, né giustificati), quando sarà il momento, per
milioni di debitori Canadesi, di ripagare il prestito o gli interessi - loro,
almeno in teoria, non dovranno - dal momento che il contratto originale per il
prestito sarebbe ritenuto illegale, o nullo, od annullabile.
L'avvocato John Ruiz Dempsey, specializzato in
criminologia e dibattito forense, ha intentato un'azione legale collettiva per
conto dei Cittadini del Canada asserendo che le istituzioni finanziarie sono
coinvolte nella creazione illegale di denaro.
L'accusa, presentata venerdì 15 Aprile 2005 presso la
Corte Suprema dello stato di British Columbia, a New Westminster, afferma che
tutte le istituzioni finanziarie che erogano prestiti, sono coinvolte in uno
schema intenzionale di frode dei debitori, prestando denaro inesistente, creato
illegalmente "dal nulla" da parte di tali istituzioni.
La causa, la prima di questo tipo mai presentata prima in
Canada, potrebbe coinvolgere milioni di Canadesi, sostiene che i contratti
stipulati tra i Cittadini (debitori) e le istituzioni finanziarie sarebbero
nulli od annullabili e non avrebbero né forza, né effetto, per violazione
anticipata e per non aver giustificato le operazioni.
Dempsey sostiene che le transazioni derivano dalla
contraffazione e dal riciclaggio di denaro, in quanto tale denaro, se fosse
stato davvero anticipato e depositato nei conti correnti dei clienti, non può
essere rintracciato, né giustificato, né rendicontato.
L'Agente della Comunicazione Sepp Hasslberger riporta in
dettaglio tutta la storia. Scoprite cosa ha da dire in merito.
Articolo originale pubblicato da Francis Good in data 20
Aprile 2005
Pubblicato da Chiara Monetti
Il Venerdì Aprile 22 2005
E se la nostra vita fosse in pericolo a causa di ciò che
crediamo sia sano?
(di John Kaminski - http://ilsignoraggio.blogspot.com/2005/03/ehi-americano-apri-gli-occhi.html)
Nell’oscurità l’unico suono percepibile era la voce di una
donna al telefono intenta a delineare il suo programma atto a risvegliare una
cittadinanza addormentata attraverso l’accurata versione video del crimine del
secolo. Ma quando un uomo ascolta una donna, spesso finisce per non udire più
le parole perchè perso tra le trame indefinite delle proprie memorie.
Mi rivedo nella cucina della mia infanzia cinquant’anni
orsono. L’enorme bicchiere di latte che prendevo prima di andare a letto era
caduto accidentalmente sul pavimento della cucina, ed il suo contenuto si era
rovesciato creando una macchia informe tipo test di Rorschach in bianco sul
linoleum a scacchi. Mi piaceva il latte, le dissi. Ma dalla voce in linea
trapelava il disappunto: nessun animale adulto beve latte; non fa bene, in
quanto l’eccesso di proteine imputridisce nel tratto digestivo catalizzando
ogni sorta di sostanze debilitanti. E così abbiamo appreso che quell’alimento
che credevamo tanto prezioso per il nostro benessere può invece essere fonte
insospettata di malesseri vari, per non parlare di malattie gravi.
Quest’immagine passeggera, il ricordo di un bicchiere andato in frantumi porta
alla realizzazione di come, in mancanza di un’informazione corretta, siamo noi
stessi a mettere a repentaglio le nostre vite per mera ignoranza dei fatti di
base. L’immagine ha preso forma nei miei pensieri all’ascoltare il discorso
della donna circa la necessità di convincere la gente del fatto che i
responsabili dell’11/9 altri non sono che i nostri stessi leaders. Un lavoretto
interno ai danni del popolo americano. Da qui la seguente considerazione:
quello che pensavamo essere buono e puro può rivelarsi, in mancanza di
un’informazione adeguata, un veleno che ci troviamo a buttar giù spontaneamente
e volentieri.
Mi sono soffermato a lungo sul trauma lancinante che è
stato l’11/9: chiave per comprendere passato e futuro della storia d’America.
Se scegliete di accettare la versione ufficiale di questi eventi orribili,
continuate ad ingerire un veleno che ha già ucciso milioni di persone innocenti
e che continuerà a farlo. Quando inizierete a prenderete in considerazione
l’ipotesi che siano stati i nostri leaders ad orchestrare con fredda
determinazione l’intera tragedia semplicemente per portare avanti i loro avidi
propositi, scoprirete un retroscena sconvolgente riguardo al comportamento
predatorio degli Stati Uniti, lungo la sua mistificata storia sanguinaria, ma
anche ovviamente in relazione ad un futuro terrificante basato su quanto i
leaders d’America assetati di potere hanno pianificato per il resto del mondo
nei mesi e negli anni a venire. Eppure la maggioranza degli americani,
distratti volentieri da preoccupazioni più terra terra come bambini e conti in
banca, non possono – o non vogliono – accorgersene, nonostante la valanga di
prove che potrebbero, se potessimo contare su un sistema giudiziario non
corrotto, condannare migliaia di uomini ricchi e famosi per crimini decisamente
gravi. Limitati intellettualmente grazie ad un sistema d’istruzione fatto su
misura per tutti e costantemente sviati da media da baraccone che ignorano
deliberatamente fatti negativi quali le elezioni prestabilite e le medicine tossiche,
buona parte del popolo americano semplicemente non riesce a concepire come i
suoi leaders possano essere gentaglia simile, alla stregua di criminali
sociopatici.
Come avrebbe mai potuto il Presidente Bush, che fa fremere
i cuori delle signore dai capelli azzurrini di tutta l’America e invia comitive
di predicatori superficiali coi loro sermoni da visionari falsati ad hoc, aver
diretto l’assassinio di 3.000 americani solo per raggiungere a modo suo degli
obiettivi geopolitici?
Per molti americani che hanno giurato devozione alle
chiese e al loro paese, l’idea è troppo assurda per essere presa sul serio.
Eppure questa devozione, basata su informazioni false è per molti (compresi
quei molti americani che sono stati persuasi a combattere fisicamente per la
patria) uno sbaglio fatale. Tuttavia quando apriamo le nostre menti
all’infinita sequela di menzogne - le torri che non potevano crollare a seguito
di un impatto aereo, le telefonate che non potevano essere effettuate con la
tecnologia attuale, i cosiddetti arabi mai apparsi sulle liste passeggeri
(presumibilmente musulmani devoti che mangiavano carne di maiale e
frequentavano gli spogliarelli), l’edificio crollato senza una ragione, la
difesa aerea che non riesce ad intervenire, le bugie deliberate, l’ostruzionismo
sulle indagini, i video confiscati e le cassette che avrebbero chiaramente
dimostrato quanto accadde, e vari altri frammenti del quadro che non
quadreranno mai anche in milioni di anni, nutriamo il sospetto che sotto ci sia
qualcosa di profondamente sbagliato, al di là da ogni credo professato.
Che la pura verità e nient’altro che la verità ci sia
stata negata.
Inoltre ricordiamo frammenti di storia che ancora non
riusciamo a mandar giù. Si scoprono i retroscena.
Lo storico Williamo Blum resta il migliore nel descrivere
queste questioni. “Dal 1945 al 2003, gli Stati Uniti hanno cercato di
soverchiare più di 40 governi esteri, e di schiacciare più di 30 movimenti
populisti-nazionalisti in lotta contro regimi intollerabili. Nel loro intento,
gli U.S.A. hanno bombardato almeno 25 paesi, provocando la morte di svariati
milioni di persone, e condannandone molti altri ad un’esistenza di agonia e
stenti”.
Tuttavia non occorre passare in rassegna i libri di storia
per assaporare l’amaro boccone fatto di genuina storia americana. Basta solo
lasciar perdere i quotidiani e guardare altrove per imbattersi in notizie
inalterate circa i genocidi americani che stanno avendo luogo proprio oggi in
Palestina, Iraq, Haiti, Colombia, Serbia, Afghanistan e per tutta l’Africa e
Asia. Questo per farsi un’idea precisa sul modo in cui l’America funziona
veramente.
E’ sempre uno shock per me constatare che la maggioranza
della popolazione americana attuale non era ancora nata ai tempi del Watergate,
figuriamoci durante l’ondata di assassinii dell’anni sessanta – tutti messi a
punto dalla medesima fazione demoniaca del governo U.S.A. che esercita i suoi
impulsi assassini su tutti noi al giorno d’oggi. Dunque per voi giovani vittime
del sistema scolastico pubblico americano lasciatemi raccontare solo un poco
della storia contemporanea del vostro paese che forse, presi dal vostro coma
consumistico indotto dai media, vi è sfuggita.
Pochi americani sanno che il coinvolgimento dell’America
nella Prima Guerra Mondiale è scaturito dal raggiro volontario passato alla
storia come l’affondamento del Lusitania: nave passeggeri che venne silurata da
un sottomarino U-boat tedesco. L’episodio mutò la posizione dell’opinione
pubblica in America che da neutrale si proclamò favorevole alla guerra. Furono
128 gli americani che persero la vita e l’America entrò così in guerra ma solo
dopo aver provveduto a nascondere che il Lusitania trasportava munizioni in
Gran Bretagna e che la notizia era stata fatta trapelare di proposito
all’intelligence tedesca per assicurarsi un’indignazione esemplare da parte
della dignità americana.
Diversi storici reputano che questo periodo abbia in
realtà segnato il tramonto della repubblica visto che il più importante atto
legislativo mai approvato nella storia americana, il Federal Reserve Act, ha da
allora concesso il controllo della moneta ai banchieri privati, i quali non
hanno mai smesso di istigare conflitti al solo scopo di fare un sacco di soldi.
Questo processo rimane pietra angolare dell’economia americana ed è ragione per
cui puoi crogiolarti nelle tue auto inflitte trivialità mentre il resto del
mondo piange per sempre milioni di morti ammazzati a causa della macchina da
guerra americana.
La Seconda Guerra Mondiale ha avuto inizio da un processo
praticamente identico. Gli americani non volevano saperne di prender parte ad
un ennesimo conflitto europeo, ma adesso sappiamo che Franklin Roosvelt provocò
i giapponesi al punto da indurli ad attaccare Pearl Harbor, fornendo
l’indispensabile presupposto d’oltraggio e il sostegno a quei milioni che
andavano a morire affinchè i banchieri potessero far soldi con la migliore
fabbrica di denaro di tutte: quella della guerra. Poi ci fu il Vietnam. Ne
avrete già sentito parlare. Il famoso incidente del Golfo del Tonchino, nel
quale a quanto pare i vietnamiti aprirono il fuoco contro una nave U.S.A., non
è mai accaduto. Un episodio inventato di sana pianta ha innescato vent’anni di
sofferenza per tutti e ammazzato fino a quattro milioni di persone. Tuttavia i
banchieri che diedero inizio a questi fatti finirono per far la figura dei
banditi che sono. Prestarono addirittura soldi ai russi per la fornitura di
armi ai Viets al solo scopo di prolungare il più possibile quell’operazione
lucrosa. La maggior parte di voi ricorderanno ancora Saddam, l’informatore
iracheno messo al potere dagli americani e, trent’anni più tardi, additato come
l’incarnazione di Adolf Hitler.I nostri leaders ci hanno detto che Saddam
possedeva armi di distruzione di massa e così l’abbiamo bombardato. Adesso
sappiamo che tali armamenti non li ha mai posseduti, ciò nonostante continuamo
a borbardare.
Ci hanno detto che i malefici fautori dell’11/9 si erano
nascosti in Afghanistan e allora abbiamo bombardato. Quando si è presentata
l’occasione per catturarli non l’abbiamo voluto fare e anzi abbiamo continuato
a bombardare. Che razza di bugie andate contandovi, che l’America è la terra
della libertà e la casa dei coraggiosi? Raccontate ancora queste storie ai
vostri figli? L’America è la terra di razzisti assassini di massa. E voi
sventolate le vostre bandierine e sorridete mentre il resto del mondo sanguina!
Se l’11/9 rappresenta la chiave per capire la storia d’America, la vostra
stessa ignoranza su come l’America si è comportata nel tempo è la chiave per
capire come l’America stia da sempre violentando e prostituendo il mondo. E voi
sorridete. Col vostro silenzio, ci rendiamo tutti complici di questi crimini,
perchè noi abbiamo eletto questi folli. Ognuno di loro. I veri folli siamo noi.
Comprendere tutto questo e quanto accaduto nelle vicende
americane all’estero è possibile facendo luce sui fatti dell’11/9. L’America
avvista un bene prezioso di suo interesse, si mette d’accordo coi pezzi grossi
delle corporazioni su come rubare tali ricchezze per conto dei grandi donatori
in campagna elettorale, s’inventa una storia falsa circa gravi minacce al
popolo americano e poi se ne va ad uccidere milioni di persone. L’America
uccide i suoi stessi figli e figlie a migliaia solo per il gusto di far
sembrare vero quello che racconta. E voi sorridete. Ecco la chiave per capire.
La vostra complicità in un omicidio di massa. Guardatevi allo specchio. E
rendetevi conto che vostro standard opulento di vita altro non è che il
risultato diretto di tutte quelle persone che sono state ammazzate, che stanno
morendo adesso mentre stiamo parlando, nel vostro nome. Voi siete gli assassini
di massa. E voi sorridete. E mentite davanti a quanto è accaduto veramente.
Così si fa in America. E’ sempre stato così.
Facciamo un brindisi allora. Alla vera giustizia
d’America. Alla storia vera. Al vostro meraviglioso stile di vita. Levate la
coppa di champagne in onore dei valorosi eroi che difendono la nostra libertà e
democrazia per il mondo. Poi lasciate che il bicchiera vi sfugga di mano e
s’infranga sul pavimento della cucina. Adesso potete scegliere – o meno – di
vedere il sangue ai vostri piedi.
John Kaminski
Fonte: www.johnkaminski.com
8.02.05
Traduzione per www.Comedonchisciotte.net
a cura di Kolder
Osservato dalla Grande Muraglia attraverso lo sguardo del
ragazzino innocente
27 febbraio 2005 - Sito web di André Gunder Frank
(http://www.mclink.it/personal/MC0823/eccoloziosam.html
e
http://www.zmag.org/Italy/gunder-frank-zio-sam.htm)
Ecco a voi lo zio Sam - senza niente addosso
Lo Zio Sam si è tirato indietro e si è rivelato
inadempiente sul 40% del proprio debito estero multimiliardario (in dollari), e
nessuno ha detto una parola, salvo una riga sull'Economist. In parole povere,
questo significa che lo Zio Sam gestisce con il suo dollaro autoprodotto una
truffa mondiale basata sulla fiducia carpita e ricevuta da altri in tutto il
mondo, ed è anche un insolvente in quanto non onora né restituisce i soldi che
ha ricevuto. Quanto abbiamo perso della nostra quota di dollari dipende da
quanto noi, i creditori, abbiamo originariamente pagato per averla. Lo Zio Sam
ha lasciato cadere, o piuttosto con le sue deliberate politiche economiche ha
spinto al ribasso il suo dollaro del 40%, da 80 cent al suo punto massimo a 135
cent per un euro. Il dollaro è sceso di un coefficiente analogo rispetto allo
yen, allo yuan e ad altre valute. E sta calando ancora, anzi è pronto a
crollare del tutto.
Anche negli anni '30 vi fu un'ondata di svalutazioni
competitive, chiamata la "politica del rubamazzo" di spostare i
propri costi sui propri vicini. È vero che, come il dollaro è diminuito, è
diminuito anche il valore reale che gli stranieri pagano per il servizio del
loro debito nei confronti dello Zio Sam. Ma questo funziona solo se loro stessi
possono guadagnare in valute che abbiano aumentato il proprio valore nei
confronti del dollaro. Altrimenti gli stranieri guadagnano e pagano con lo
stesso dollaro svalutato, e anche questo con qualche perdita dovuta alla
svalutazione fra il momento in cui hanno ricevuto i propri dollari e il momento
in cui li ripagano allo Zio Sam. La Cina ed altre nazioni dell'Estremo Oriente
guadagnano in dollari, a cui hanno agganciato le proprie valute, e così hanno
già perso una cospicua parte della loro quota di dollari, di gran lunga la più
grande del mondo. E, come tutti gli altri, perderanno anche il resto. Questo
perché il debito dello Zio Sam con il resto del mondo già ammonta a più di un
terzo della sua produzione interna annua, e sta crescendo ancora. Già questo
rende il suo debito economicamente e politicamente mai rimborsabile, anche se
volesse farlo (e ovviamente non vuole). Il debito interno, ad esempio
l'indebitamento dei consumatori con le carte di credito e le ipoteche, è di
quasi il 100% del consumo, compreso quello proveniente dalla Cina, e del
prodotto interno lordo (PIL). Il debito federale dello Zio Sam è ora di 7500
miliardi di dollari USA, accumulati tutti meno mille miliardi negli ultimi tre
decenni, gli ultimi 2000 miliardi negli ultimi otto anni, e gli ultimi 1000
miliardi negli ultimi due anni. Ahimé, ciò costa più di 330 miliardi di dollari
l'anno in interessi, rispetto ai 15 miliardi spesi per la NASA.
Ma non vi preoccupate: il Congresso ha appena aumentato il
tetto del debito a 8200 miliardi di dollari. Per aiutarci a visualizzare, 1000
miliardi di dollari in biglietti da 1000 dollari strettamente impacchettati
equivarrebbero a un palazzo di 40 piani, dunque 7500 miliardi sarebbero 300
piani ovvero circa tre volte l'altezza dell'Empire State Building. Quasi metà
di questo debito è con stranieri. Tutto il debito dello Zio Sam, compreso
l'indebitamento delle famiglie di circa 10000 miliardi di dollari, più il
debito aziendale e finanziario, con le loro opzioni, prodotti derivati e
simili, e il debito pubblico dei singoli Stati degli USA e degli enti locali
arriva a 37000 inimmaginabili miliardi di dollari, per aiutarvi un Empire State
Building di 1480 piani, e quasi quattro volte il PIL dello Zio Sam. Che
quest'ultimo l'anno scorso abbia emesso un semplice record di 140 miliardi di
dollari di obbligazioni-spazzatura ad alto rendimento deve sembrare pochino,
anche se sono ch! iamate così perché sono (solo!) le prime da non onorare, dopo
o mentre si gonfiano i debiti al consumo e ipotecari e aziendali. Solo parte di
questo debito e del suo futuro default può essere gestito internamente, ma, per
lo Zio Sam, con limiti pericolosi che tratterò più avanti. Questa è solo una
delle ragioni per cui voglio che conosciate lo Zio Sam, il truffatore
insolvente, che potrebbe ricordarvi il film Vi presento Joe Black; poiché man
mano che lo conoscere meglio più avanti, scopriremo che è anche uno Shylock, e
per giunta corrotto.
La guerra fredda dello zio Sam, guerra per procura della
guerra del nord-ovest contro il sud
Prima di proseguire, traduciamo questa baraonda di numeri
in un linguaggio comprensibile. Ciò venne già fatto nel 1948da George Kennan,
altrimenti noto come il Sr. X, l'architetto della politica del contenimento
dello Zio Sam:
noi abbiamo la metà circa della ricchezza del mondo[...]
ma solo il 5 per cento della sua popolazione[...] In questa situazione [...] il
nostro vero lavoro nei prossimi anni è inventare un modello di rapporti che ci
permetta di mantenere questa posizione di disparità [...] per farlo dobbiamo
eliminare ogni sentimentalismo e fantasticheria, [...] concentrarci ovunque sui
nostri obiettivi nazionali immediati [... e] operare con semplici nozioni di
potenza. Meno siamo intralciati da slogan idealistici, meglio è [Department of
State Policy Planning Study No. 23, 1948].
Naturalmente, questa affermazione era solo ad uso e
consumo interno privato dello Zio Sam. Per il resto del mondo, compresa la
maggior parte degli Zii Sam, gli "slogan idealistici" andranno
meglio, finché non ci intralciano, naturalmente. Poiché sono loro che
manifestano la più grande truffa piramidale gestita in tutto il mondo dallo Zio
Sam. In che altro modo "mantenere questa disparità"? La nuda potenza
aiuta, ma non basta. Tanto più che, da quando scriveva il Sr. X, la
distribuzione del reddito mondiale già allora terribilmente ingiusta è
diventata circa tre volte più INiqua. Per l'oggi, considerate solo questo
semplice indicatore: 265 MILIONI di Zii Sam consumano più petrolio, il 22 per
cento del totale mondiale, di oltre tre MILIARDI di asiatici, che tutti insieme
mettono insieme il 20 per cento - e ne vogliono di più, specialmente i Cinesi.
Naturalmente lo Zio Sam incide anche su una quota di proporzioni analoghe sulla
Buon Terra. Per aiutarsi fa affidamento anche sul ! Pentagono, che per
soprammercato è lui stesso probabilmente il maggiore e meno osservato
inquinatore di tutti.
Questa osservazione indica anche una continuità al di là
di quell'altro muro, quello che cadde a Berlino nel 1989. In quanto mostra che
il Contenimento da Guerra Fredda del Sr. X non era solo o anche in primo luogo
contro i russi, ma anche un Contenimento dell'altro 95 per cento del mondo e
specialmente della vasta povera maggioranza che soffre di più dalla disparità
che osservava. Anzi, lo stesso Sr. X suggerisce che la Guerra Fredda Ovest-Est,
che fu determinante nell'avviare già come ambasciatore a Mosca dello Zio Sam,
era in larga misura una guerra per procura della vera guerra Nord (e
specialmente Zio Sam) - Sud per quella metà, o per entrambe le metà, della
ricchezza del mondo. Così, questo dovrebbe lasciarci meno sorpresi per il fatto
che l'erroneamente previsto "dividendo della pace" non si sia
materializzato dopo che quel piccolo muro cadde nel 1989. L'altra guerra, o
quella vera, continua ed assume solo altre forme o piuttosto etichette, per i
"diritti umani", la "! democrazia", il "libero
mercato" e il "libero scambio", la "libertà" in
generale, anzi perfino la "civiltà", gli ultimi dei quali sono tutti
echi del "fardello dell'uomo bianco" del 19° secolo. Aggiungete solo
qualche nuovo "contro", prima il "narcoterrorismo" da parte
di Bush Papà contro Noriega, e ora semplicemente l'indefinito
"terrorismo" da parte di Bush Figlio contro chiunque "non è con
noi". Dimenticavo le "armi di distruzione di massa", quelle che
lo Zio Sam ha e usa di più, ah, e le armi di inganno di massa che lo Zio Sam
usa alla grande. Questa naturalmente è una condizione sine qua non di qualsiasi
truffa, e ora quella che gestisce è la più grande del mondo, come osserveremo
fino alla nausea, cominciando proprio adesso.
Lo zio Sam vive nel lusso a spese di tutto il mondo e del
lavoro cinese
Gli Stati Uniti sono la nazione più privilegiata del
mondo, avendo il privilegio monopolistico di stampare a volontà la valuta di
riserva mondiale a un costo nullo, a parte quello dell'inchiostro e della carta
su cui è stampata. Inoltre, così facendo, lo Zio Sam può esportare all'estero
l'inflazione che la sua irresponsabile stampa di dollari genera. Infatti nel
resto del mondo ce ne sono in circolazione già più del triplo che nella loro
patria. In più, è anche l'unico paese il cui debito "estero" è denominato
principalmente nella propria valuta La maggior parte del debito degli stranieri
è denominato in questi stessi dollari, però questi devono comprarli dallo Zio
Sam con la loro valuta e con beni reali.
Così lo Zio Sam semplicemente paga i Cinesi e gli altri essenzialmente
con questi dollari che già cominciano a non avere un valore reale al di là di
quello della carta e dell'inchiostro. Così, specialmente la povera Cina da via
per nulla allo Zio Sam centinaia di miliardi di dollari di valore di beni reali
prodotti in patria e consumati dal ricco Zio Sam. Poi la Cina scambia di nuovo
questi stessi biglietti cartacei in cambio di altri dollari cartacei dello Zio
Sam chiamati Titoli del Tesoro, che valgono ancora di meno, eccetto per il
fatto che rendono una percentuale di interessi. Poiché, come abbiamo già
osservato, non potranno mai essere liquidati o riscattati totalmente o anche
solo in parte, e comunque hanno già perso buona parte del loro valore a favore
dello Zio Sam. In un precedente saggio, ho sostenuto che la potenza dello Zio
Sam si fonda solo su due pilastri, il dollaro cartaceo e il Pentagono. Ognuno
sostiene l'altro, ma la vulnerabilità di ognuno è anche un tall! one d'Achille
che minaccia la vitalità dell'altro. Dopo di allora l'Iraq, per non menzionare
l'Afghanistan, ha mostrato che buona parte della fiducia nel Pentagono è mal
riposta, Ciò ha contribuito a ridurre fiducia nel dollaro ed anche il suo
valore, e questo a sua volta ha la capacità dello Zio Sam di usarlo per
finanziare le sue avventure all'estero del Pentagono(COUP d' ETAT AND PAPER
TIGER IN WASHINGTON, FIERY DRAGON IN THE PACIFIC, che evoca anche la crescita
produttiva della Cina http://rrojasdatabank.info/agfrank/new_world_order.htmlcoup).
Inoltre, dobbiamo renderci conto che i numeri relativi
allo Zio Sam che ho citato prima e che citerò più avanti sono anche, tutti,
letteralmente relativi. Fin'ora i rapporti con altri paesi, in particolare con
la Cina, ancora favoriscono lo Zio Sam, ma contribuiscono anche a mantenere
un'immagine ingannevole. Considerate quanto segue:
Un giocattolo da 2$ che esce da una fabbrica di proprietà
USA in Cina è una spedizione da 3$ che arriva a San Diego. Quando un
consumatore USA lo compra per 10$ da Wal-Mart, l'economia USA registra 10$ in
vendite finali, meno 3$ di costi di importazione, per un'aggiunta di 7$ al PIL
degli USA (Blaming "undervalued" yuan wins votes [Dare la colpa allo
yuan "sottovalutato" fa guadagnare voti], Asia Times Online, February
26, 2004)
Inoltre, il sempre sveglio Zio Sam ha organizzato le cose
in modo da guadagnare il 9% dalle proprie proprietà all'estero, mentre gli
stranieri guadagnano solo il 3% dalle loro, e solo l'1% reale sui loro
Certificati del Tesoro USA, investiti nel Paese di Dio dello Zio Sam. Osservate
che questa differenza di 6 punti percentuali è già il doppio di quanto lo Zio
Sam paga, e che il suo incasso totale del 9% è il triplo del 3% che ridà.
Quindi, anche se le reciproche proprietà all'estero degli stranieri e dello Zio
Sam ora sono più o meno uguali, lo Zio Sam è ancora il grande vincitore al
netto degli interessi/interessato, proprio come qualsiasi Shylock, solo che
nessun altro ha mai fatto un affare così grande.
Ma lo Zio Sam guadagna poi piuttosto bene, grazie, da
altre proprietà all'estero, ad esempio da pagamenti per servizi ad opera
principalmente di debitori esteri poveri. Le somme coinvolte non sono
bazzecole. Solo dai suoi investimenti diretti in beni immobiliari all'estero, i
profitti dello Zio Sam ora sono pari al 50% (e compresi i suoi introiti da
altre proprietà all'estero sono un 100% tondo) dei profitti derivati da tutte
le proprie attività interne combinate! Questi introiti dall'estero aggiungono
più del 4% del prodotto interno nazionale dello Zio Sam. Questo aiuta
abbastanza a compensare la carenza di profitti interni, che devono ancora
recuperare anche solo il proprio livello del 1972. Questo perché lo Zio Sam non
ha fatto abbastanza investimenti davvero buoni in patria per aumentare la
produttività e quindi i profitti. Questo profitto extra derivante dagli
stranieri compensa anche buona parte del deficit commerciale ancora in crescita
dello Zio Sam, adesso ad oltre ! 600 miliardi di dollari l'anno [oggi è stato
annunciato che il mese scorso era a un livello di 666 miliardi di dollari su
base annua]. Questo ha prodotto le migliaia di miliardi di dollari [si dice che
siano tre] del suo debito estero. Però lo Zio Sam gioca a carte molto coperte
ed è comprensibilmente riluttante a fare qualsiasi rivelazione ufficiale di
quanto sia veramente alto [più dell'Empire State Building in biglietti da
1000$?] il suo debito estero. Tuttavia, possiamo stare sicuri che il suo debito
estero lordo è di gran lunga il maggiore del mondo e resta tale anche come
debito estero netto, anche se deduciamo cioè i debiti che gli stranieri hanno
con lui.
La montatura pubblicitaria della produttività della
"new economy" del presidente Bill Clinton negli anni '90 era limitata
ai computer e alle tecnologie dell'informazione e anche questo si è rivelato un
inganno quando la bolla di Internet è esplosa. Inoltre, non solo l'apparente
aumento dei "profitti" ma anche quello della "produttività"
alla base veniva gonfiato dall'aumento dei ritmi di lavoro e/o dagli orari più
lunghi (a parità di retribuzione) degli operai, degli impiegati e dei commessi.
WAL-MART obbliga con la minaccia del licenziamento i suoi lavoratori non
iscritti a sindacati [non ne permette] a timbrare il cartellino all'uscita e
poi a tornare a lavorare senza essere pagati. Al vertice produttività e
profitti venivano aumentati dalle montature della "contabilità
creativa" ad opera di Enron, Worldcom, Arthur Andersen ed altri loro pari
impegnati in imposture.
Lo zio Sam non può salvarsi: è schiavo del consumo e di
altre droghe
Potremmo ben chiederci, perché mai tutto questo? La
semplice risposta è che lo Zio Sam, che è sempre più schiavo del consumo per
non nominare droghe più pesanti, risparmia non più dello 0,2 per cento del
proprio reddito. Il guru della Fed, il Dr. "adesso lo vedi - e adesso non
lo vedi" della magia finanziaria e mediatica, Alan Greenspan ha osservato
di recente che è così, perché il 20 per cento più ricco degli Zii Sam, che sono
gli unici che risparmiano, hanno ridotto i propri risparmi al 2 per cento.
Eppure, perfino questi miseri risparmi [altri e più poveri paesi risparmiano e
perfino investono il 20, 30, 40 per cento del proprio reddito] sono più che
controbilanciati dal deficit di spesa del 6 per cento del governo dello Zio
Sam, che agisce così ampiamente a loro vantaggio. È questo che porta la media
fra i due a quello 0,2 per cento. Così lo Zio Sam ha un deficit di bilancio
pubblicato di oltre 400 miliardi di dollari, che in realtà è di oltre 600
miliardi se contiamo, c! ome dovremmo, i 200 e rotti miliardi che lo Zio Sam
"prende in prestito" dal surplus temporaneo nel fondo della propria
Sicurezza Sociale Federale che sta anche mandando fallita. Ma non importa, lo
Zio Sam Presidente Bush ha appena promesso di privatizzarne buona parte e di
permettere alla gente di comprarsi la "sicurezza" per la propria
vecchiaia sul sempre insicuro mercato.
Il ricco Zio Sam, e in primo luogo i più ricchi sfondati
fra i suoi percettori di reddito e consumatori così come naturalmente il Grande
Zio nella stessa Washington, vivono a spese del resto del mondo. Oltre che
stampando la moneta mondiale, lo Zio Sam ottiene questo anche con i suoi
"deficit gemelli", prima il suo deficit di bilancio di oltre 600
miliardi di dollari e poi il summenzionato connesso deficit commerciale di
oltre 600 miliardi, ora a un livello annuo di 666 miliardi di dollari, come
abbiamo visto. Con questi deficit, lo Zio Sam assorbe i risparmi di altri che
stanno più in basso - spesso molto più in basso - sulla scala: in particolare,
le loro banche centrali piazzano molte delle loro riserve nella valuta mondiale
del dollaro nelle mani dello Zio Sam a Washington, e alcuni anche in dollari in
patria. I loro investitori privati inviano dollari a Wall Street o vi comprano
delle attività, tutti nella fiducia di riporre le loro risorse nel riparo dello
Zio Sam più ! sicuro al mondo [e che naturalmente fa parte della truffa di cui
sopra]. Solo dalle banche centrali, vediamo somme annue di oltre 100 miliardi
di dollari dall'Europa, oltre 100 miliardi dalla povera Cina, 140 miliardi dal
super-risparmiatore Giappone, un importo di molte decine di miliardi da molti
altri per il mondo. Questo include anche investitori e banche dal povero Terzo
Mondo.
Come lo Zio SAM crea e riscuote il Debito del Terzo Mondo
Inoltre, lo Zio Sam obbliga poi gli stati nel Terzo Mondo
ad agire come agenzie di riscossione o perfino come gorilla recupero crediti,
dove i gorilla sono quelli mandati a ricuperare la proprietà del Padrino con
qualsiasi mezzo. Solo che in questo caso non è nemmeno questo, dato che sta
semplicemente prendendo nuovi possessi, dal momento che il debito originale è
stato ripagato da molto tempo. Gli stati aumentano le tasse e le tariffe per la
popolazione ma diminuiscono la spesa sociale relativa a educazione e sanità per
stornare fondi in patria per pagare il debito estero. Prendono anche in
prestito a loro volta dal capitale privato in patria ad alti tassi di interesse
che lo stato paga ai prestatori ricchi, ma con le tasse riscosse dai poveri. In
questo modo, il reddito viene "riciclato" dai poveri ai ricchi in
patria, così come da questi poveri attraverso il debito estero a gente ancora
più ricca all'estero. Questi risparmi letteralmente forzati dei poveri vengono quindi
! inviati dallo Zio Sam sotto forma di "servizio" del debito in
dollari che gli è "dovuto".
Privatizzazione è il nome del gioco nel Terzo Mondo come
altrove, eccetto che per il debito! Solo il debito è stato socializzato dopo
che era stato contratto principalmente da aziende private, ma solo lo stato
aveva abbastanza potere da spremere la massa del pagamenti di arretrati dalla
pelle dei suoi cittadini poveri e delle classi medie e trasferirla come
"pagamenti di servizi invisibili" allo Zio Sam. Quando ai messicani
fu detto di stringersi ancora di più la cinta, risposero "non possiamo
perché ce la siamo già mangiata ieri". Solo l'Argentina e per un po' la
Russia hanno dichiarato un'effettiva moratoria sul "servizio" del
debito e questo solo dopo che politiche economiche, imposte da consiglieri
dello zio Sam e dal suo gorilla FMI avevano distrutto le loro intere società
come mai prima in tempo di "pace". Il Segretario al Tesoro dello Zio
Sam e la sua servetta, l'FMI, hanno allegramente continuato a pavoneggiarsi per
il mondo insistendo che il Terzo - e l'ex-Secondo, ! ora anche lui Terzo -
Mondo naturalmente continuino nel servizio dei suoi debiti esteri, specialmente
quelli contratti con lui. Non importa che con i tassi di interesse moltiplicati
di varie volte dallo stesso Zio Sam dopo il colpo di stato nell'ottobre 1979 di
Paul Volker, della Fed, la maggior parte dei debitori ha già rimborsato i
propri prestiti originali di tre o cinque volte. Questo perché per pagare a
quei tassi di interesse che Volker aveva alzato fino al 20 per cento, avevano
dovuto prendere in prestito ancora di più a tassi più alti finché il loro
debito estero in sofferenza si era raddoppiato e triplicato. E così il loro
debito interno da cui parte dei pagamenti esteri erano stati raccolti, come in
particolare in Brasile. Tutto questo, mentre lo stesso Zio Sam è allegramente
inadempiente verso il proprio debito estero, come ha già fatto varie volte
prima nel 19° secolo.
Parlando di questo, potrebbe essere opportuno ricordare
almeno due consigli da quell'epoca: Lord Cromer, che amministrò l'Egitto per
gli interessi imperiali britannici allora dominanti disse che il suo strumento
più importante per farlo erano i debiti dell'Egitto nei confronti della Gran
Bretagna. Questi si erano solo moltiplicati quando l'Egitto era stato obbligato
a vendere le sue quote del Canale di Suez alla Gran Bretagna per pagare debiti
precedenti. Il Primo Ministro britannico Disraeli spiegò e giustificò il suo
acquisto di queste quote in base al fatto che avrebbe rinforzato gli interessi
imperiali britannici. Oggi ciò viene chiamato "scambio di debito con
titoli", che è una delle moderne politiche favorite dello Zio Sam, usare
il debito per acquistare risorse reali redditizie e/o strategicamente
importanti, come lo era il Canale come scorciatoia per il gioiello dell'impero
britannico in India.
Un altro consiglio pratico è venuto dal principale
stratega militare, Clausewitz: fa' che le terre che conquisti paghino per la
loro conquista e la loro amministrazione. Questo naturalmente è esattamente ciò
che la Gran Bretagna fece in India attraverso gli infami "addebiti
interni" rimessi a Londra in pagamento per l'amministrazione britannica
dell'India. Perfino gli stessi britannici riconoscevano questo come un "tributo"
che era responsabile per buona parte del "salasso" dall'India alla
Gran Bretagna. Quanto ancora più efficiente lasciare che gli stessi stati dei
paesi stranieri amministrino se stessi [la Gran Bretagna lo chiamava
"governo indiretto"], ma secondo regole fissate e imposte dall'FMI
governato dallo Zio Sam e poi effettuare comunque un salasso con il debito.
Così anche qui i britannici fissarono un precedente ottocentesco con gli stati
"indipendenti". Dopo è stato battezzato "imperialismo del libero
scambio". Finché le regole funzionano, bene. Quando non funz! ionano, un
po' di diplomazia delle cannoniere può aiutare, e lo Zio Sam già imparò ad
usarla all'inizio del 20° secolo. Quando neanche questo basta, l'opzione
successiva è invadere, e se necessario occupare - e poi fare affidamento sulla
regola di Clausewitz di far pagare le vittime per la propria occupazione. Più
avanti ne osserveremo diversi esempi recenti, e presteremo particolare
attenzione a quello attuale in Iraq.
Mentre scrivo, ma dopo aver scritto quanto sopra, ho
ricevuto la seguente e-mail:
Confessioni di un killer economico: Come gli USA usano la
globalizzazione per truffare i paesi poveri e rubargli migliaia di miliardi.
Parliamo con John Perkins, già rispettato membro della comunità bancaria
internazionale. Nel suo libro Confessioni di un killer economico descrive in
che modo, come professionista molto ben pagato, ha aiutato gli USA a truffare
paesi poveri in tutto il globo per migliaia di miliardi di dollari, prestando
loro più denaro di quanto potessero mai ripagarne e prendendo poi il controllo
delle loro economie.
JOHN PERKINS: Fondamentalmente quello che siamo stati
addestrati a fare e quello che è il nostro lavoro è costruire l'impero
americano. Far sorgere - creare situazioni in cui più risorse possibile
affluiscono in questo paese, alle nostre aziende, e al nostro governo, e in
effetti abbiamo avuto un grande successo. Abbiamo costruito il più grande
impero nella storia del mondo. In primo luogo attraverso la manipolazione
economica, ingannando, truffando, seducendo la gente ad adottare il nostro
stile di vita, attraverso i killer economici. Sono stato parte integrante di
questo. Inizialmente sono stato reclutato dalla National Security Agency, la
maggiore e meno conosciuta delle nostre organizzazioni spionistiche, mentre
frequentavo una scuola di business alla fine degli anni '60
[...] e poi ci mandano a lavorare per privati, società di
consulenza, industrie meccaniche, società di costruzioni, cos' se venivamo
beccati, non ci sarebbero state connessioni con il governo.
[...] Sono diventato il suo principale economista. Ho
finito per avere cinquanta persone che lavoravano per me. Ma il mio vero lavoro
era concludere accordi. Concedevo prestiti ad altri paesi, prestiti enormi,
molto più grandi di quanto potessero mai rimborsare. Una delle condizioni del
prestito - diciamo un miliardo di dollari a un paese come l'Ecuador o
l'Indonesia - questo paese poi avrebbe dovuto ridare il 90 per cento di quel
prestito a una società USA, o a diverse società USA, una Halliburton o una
Bechtel. Oggi un paese come l'Ecuador deve più del cinquanta per cento del suo
bilancio nazionale solo per rimborsare il proprio debito. E non può farlo
davvero. Così li abbiamo messi letteralmente con le spalle al muro. Così, quando
vogliamo più petrolio, andiamo in Ecuador e diciamo "Guardate, non siete
in grado di rimborsare i vostri debiti, perciò date alle vostre compagnie
petrolifere la vostra foresta pluviale amazzonica, che è piena di
petrolio". E oggi stiamo andando! a distruggere le foreste pluviali
amazzoniche, a costringere l'Ecuador a darcele perché hanno accumulato tutto
questo debito. [Lavoriamo] molto, molto il stretto contatto con la Banca
Mondiale. La Banca Mondiale fornisce la maggior parte dei soldi usati dai killer
economici, lei e l'FMI.
[http://www.democracynow.org/article.pl?sid=04/11/09/1526251]
Lo zio Sam consuma e controlla il petrolio
Ultimo ma non meno importante, anche i produttori di
petrolio piazzano i propri risparmi negli USA. Con lo "shock"
petrolifero che ripristinò il suo prezzo reale dopo che la sua valutazione in
dollari era caduta nel 1973, il sempre fin troppo furbo Henry Kissinger
concluse un accordo con il maggiore esportatore di petrolio del mondo in Arabia
Saudita: questo avrebbe continuato a prezzare il petrolio in dollari, e questi
guadagni sarebbero stati depositati dallo Zio Sam, compensati in parte in
cambio da materiale militare. Questo accordo de facto si estese a tutto l'OPEC
e ancora sta in piedi solo che prima della guerra contro l'Iraq quest'ultimo
improvvisamente ne uscì passando a prezzare il proprio petrolio in euro, ed
anche l'Iran ha minacciato di farlo. La Corea del Nord non ha petrolio, ma
commercia interamente in euro. Questo costituisce il triplice "asse del
male degli stati canaglia". Oggi il Venezuela è un importantissimo
fornitore di petrolio per lo Zio Sam, e ne fornisce anche un po', a prezzi
preferenziali come scambi commerciali non in dollari, ad altri paesi poveri
come Cuba. Così lo Zio Sam ha finanziato e sponsorizzato commando militari
attingendo dal suo Plan Colombia alla porta accanto, ha promosso un colpo di
stato illegale, e quando questo è fallito un referendum legale nel suo tentativo
di avere ancora un altro "cambio di regime" anche lì; e adesso
insieme al Brasile tutti e tre vengono battezzati come ancora un altro
"asse del male".
Dopo aver scritto questo, ho scoperto che il buon killer,
il Sr. Perkins, era stato anche in Arabia Saudita:
Sì fu un periodo affascinante. Ricordo bene. Il
Dipartimento del Tesoro assunse me e alcuni altri killer economici. Andammo in
Arabia Saudita [...] ed elaborammo questo accordo mediante il quale la Casa
Reale di Saud accettava di rimandare la maggior parte dei suoi petrodollari
negli Stati Uniti e di investirli in titoli del governo USA. Il Dipartimento
del Tesoro avrebbe usato gli interessi di questi titoli per assumere società
USA per costruire l'Arabia Saudita - nuove città, nuove infrastrutture - cosa
che abbiamo fatto. E la Casa di Saud si sarebbe impegnata a mantenere il prezzo
del petrolio entro limiti a noi accettabili, che è quello che hanno fatto tutti
questi anni, e finché faceva questo noi ci saremmo impegnato a mantenerla al
potere, che è quello che abbiamo fatto, che è una delle ragioni per cui in
primo luogo siamo entrati in guerra con l'Iraq. E in Iraq abbiamo cercato di
applicare la stessa politica che aveva avuto tanto successo in Arabia Saudita,
ma Saddam ! Hussein non ne ha voluto sapere. Quando i killer economici
falliscono in questo scenario, il passo successivo è quello che chiamiamo gli
sciacalli. Gli sciacalli sono gente autorizzata dalla CIA che entra e cerca di
fomentare un colpo di stato o una rivoluzione. Se questo non funzione,
commettono assassini. O ci provano. Nel caso dell'Iraq, non sono stati in grado
di arrivare fino a Saddam Hussein. Lui aveva - le sue guardie del corpo erano
troppo brave. Aveva dei sosia. Non sono riusciti ad arrivare a lui. Così la
terza linea di difesa, se i killer economici e gli sciacalli falliscono, la
linea di difesa successiva sono i nostri giovani e le nostre giovani, che
vengono mandati a morire e a uccidere, che è quello che ovviamente abbiamo
fatto in Iraq.
(http://www.democracynow.org/article.pl?sid=04/11/09/1526251)
La più grande truffa piramidale del mondo
Per tornare al problema principale e dire pane al pane e
vino a un'ENORME botte di vino, tutto quanto detto sopra è parte integrante
della più grande truffa piramidale del mondo. Come tutte le altre, la sua
caratteristica più essenziale è che può continuare a rendere dollari e reggersi
al vertice solo se continua a ricevere nuovi dollari alla base, volontariamente
tramite la fiducia, e se no con la forza [Naturalmente, le formule Clausewitz e
Cromer finiscon per far pagare di più ai più poveri, dal momento che questi
ultimi sono anche inermi: cosicché quelli che ci stanno seduti sopra/al di
sopra, trasferiscono giù a loro il massimo di costi e di dolore].
Ma se e quando la fiducia si esaurisce, e i dollari non
arrivano più? Nella casa della Zio Sam le cose già stanno diventando più
traballanti. Il dollaro in calo riduce i necessari afflussi di dollari. Il mese
scorso sono stati solo 48 miliardi di dollari, contro deflussi per 55 miliardi.
Così lo Zio Sam Dr. Greenspan deve aumentare i tassi di interesse per mantenere
qualche attrattiva per i dollari stranieri di cui ha bisogno per tappare il
disavanzo commerciale. Come do ut des per essere riconfermato dal Presidente
Bush, ha promesso di farlo solo dopo le elezioni. Quel momento adesso è
arrivato, ma farlo minaccia di far crollare la bolla edilizia che è stata
edificata sulle ipoteche e sui bassi tassi di interesse - e sui tassi di
rifinanziamento ipotecario. Ma è nel valore della propria casa che la maggior
parte della popolazione dello Zio Sam ha i propri risparmi, quando ne ha.
Questi ultimi e questo effetto di ricchezza immaginaria hanno sostenuto il sovraconsumo
e il deb! ito ipotecario alto quasi quanto il prodotto interno netto.
Successore alla Fed degli alti tassi di interesse di Volcker, Greenspan ha
abbassato i tassi di interesse quasi a zero, il che ha reso prestiti e ipoteche
- cioè il debito - conveniente ed abbondante. Ciò ha aumentato la domanda di
case e beni di consumo. Questi ultimi, originari della Cina, sono economici, ma
ciò fa aumentare il prezzo e il "valore" delle case, il che ha
incoraggiato il passaggio a case ancora più costose, un accresciuto
"collaterale", e ancora più prestiti, e ancora più consumi. identico
è stato l'effetto della fuga di capitali dall'Asia Orientale dopo la sua crisi
finanziaria del 1997. Sono fuggiti nel rifugio sicuro dello Zio Sam, sia a
Washington nei Certificati del Tesoro che a New York in titoli di Wall Street.
Allo stesso tempo, lo Zio Sam si è avvantaggiato della crisi acquistando valute
svalutate dei paesi dell'Asia Orientale e usandole per acquistare risorse reali
in questi paesi, ed in ! Corea anche banche, a prezzi da occasione. È questo
che ha ge! nerato la grande bolla di mercato della crescita dei prezzi delle
azioni e un'ancora più grande ricchezza apparente, che ha sostenuto consumi
ancora più alti. Da allora, il mercato azionario è già nuovamente crollato.
Quando crollerà anche il mercato azionario grazie
all'attuale e futuro aumento dei tassi di interesse, e quindi dei costi delle
ipoteche, ad opera di Greenspan, un collasso della bolla dei prezzi immobiliari
non solo ridurrà drasticamente i prezzi delle case: avrebbe di conseguenza
effetti a catena sugli enormi secondi e terzi rifinanziamenti ipotecari dei
proprietari di immobili, sul debito ai consumatori su carta di credito e di
altro genere, sui loro consumi, sul debito e i profitti e gli investimenti
delle aziende. In realtà, questi fattori basterebbero a far piombare lo Zio Sam
in una profonda recessione, se non in una depressione, e in un'altra deflazione
ribassista sulle azioni e di fatto sugli altri prezzi, rendendo il servizio del
debito ancora più oneroso. Se il dollaro diminuisce, perfino l'inflazione
interna dei prezzi interni in dollari è di fatto deflazionistica rispetto alle
altre valute, cosa che russi e latinoamericani hanno scoperto a proprio
rischio, come ! osserveremo più avanti. Investimenti reali dello Zio Sam ancora
più bassi ridurrebbero ancora di più la sua competitività e la sua produttività
industriale - probabilmente a un livello inferiore di quanto possa essere
compensato da un'ulteriore svalutazione del dollaro che renda le sue
esportazioni più economiche come è la fiduciosa speranza di molti,
probabilmente dello stesso Dr. Greenspan.
Fin'ora, l'inflazione apparente dei prezzi all'estero in
rubli e pesos e le loro conseguenti svalutazioni sono stati una deflazione di
fatto nei confronti del dollaro come valuta globale. Lo Zio Sam allora ha
stampato dollari per comprare in dollari a prezzi stracciati risorse nazionali
in Russia [la cui economia andava allora a biglietti da 100$], e società e
perfino banche, come nella Corea del Sud. Vero, adesso il Dr. Greenspan e lo
Zio Sam stanno cercando di nuovo di far alzare i tassi di interesse ad altre
banche centrali e di immergere le proprie popolazioni in una depressione ancora
più profonda. Ma anche se ci riesce, cancellando in questo modo anche la
relativa attrazione dell'aumento del proprio tasso di interesse, come questo
potrebbe salvare lo stesso Zio Sam?
Fin'ora al di là di Osama in Laden, Al Qaeda e tutti i
terroristi messi insieme, la più grande minaccia mondiale reale per lo Zio Sam
è che il suo dollaro non continui ad affluire. Per esempio, gli investitori
privati [si dice che i "Cinesi all'estero" abbiano un bel migliaio di
miliardi di dollari] e le banche centrali straniere potrebbero decidere da un
giorno all'altro di piazzare una maggior quota del proprio denaro altrove
piuttosto che in dollari in calo, ed abbandonare il povero vecchio Zio Sam al
suo destino. La Cina potrebbe raddoppiare il proprio reddito pro capite molto
rapidamente se facesse investimenti reali in patria invece di farne di
finanziari dallo Zio Sam. Anzi, Henry G. K. Liu scrive, anche se un po'
irrealisticamente, che "se i 430 miliardi di dollari di esportazioni
cinesi venissero consumati internamente al loro prezzo di mercato finale, al
PIL cinese del 2003 di mille miliardi di dollari si aggiungerebbero 2150
miliardi di dollari USA, triplicandolo."
[http://archives.econ.utah.edu/archives/a-list/2004w07].
Svendere i dollari dello zio Sam a favore degli euro e
della valuta della comunità dell'Asia orientale
Le banche centrali, europee e non, adesso possono
denominare le proprie riserve in euro - in ascesa! - o perfino in Yuan cinesi
che presto si rivaluteranno. Non tanto lontano potrebbe esserci una valuta
dell'Asia Orientale, ad esempio un paniere prima dell'ASEAN + 3 [Cina,
Giappone, Corea] - e poi + 4 con l'India. Mentre negli ultimi cinque anni le
esportazioni totali dell'India sono aumentate del 73 per cento, quelle verso
l'ASEAN sono aumentate a un ritmo doppio, e quelle in Cina di sei volte. L'India
è diventato un partner al vertice dell'ASEAN, il suo primo ministro ha appena
dichiarato che l'India vuole rapporti ancora più stretti con l'ASEAN, e le sue
ambizioni si estendono ancora oltre a una Comunità Economica Asiatica
dall'India al Giappone [EPW]. Non per nulla nella crisi valutaria e poi
pienamente economica dell'Asia Orientale nel 1997 lo Zio Sam costrinse il
Giappone a non avviare un fondo valutario dell'Asia Orientale che aveva
proposto, e che avrebbe prevenuto ! almeno il peggio della crisi economica. Ma
adesso, quello che certo è l'amico nel bisogno dello Zio Sam, la Cina, si sta
già movendo verso un accordo del genere, solo su una scala finanziaria e adesso
anche economica molto più grande.
Un giorno dopo aver scritto quanto sopra, ho letto su
l'Economist [11-17 Dec. 2004, p. 50] un servizio sul vertice la settimana
precedente dell'ASEAN + 3 in Malaysia. Il primo ministro di questo paese ha
annunciato che questo vertice dovrebbe porre le basi per la Comunità dell'Asia
Orientale (EAC, East Asian Community) che "dovrebbe costruire un'area di
libero scambio, cooperare nel settore finanziario, e firmare un patto di
sicurezza, che trasformerebbe l'Asia Orientale in un blocco economico coeso. In
realtà, alcuni di questi progetti sono già in movimento. La Cina, come potenza
militare ed economica preminente della regione, indubbiamente dominerà, ed
ospiterà il secondo vertice dell'Asia Orientale." Il servizio continua
ricordando che nel 1990 lo Zio Sam fece fuori una precedente iniziativa per
paura di perdere influenza nella regione. Ora ilo servizio è intitolato
"Yankee stay home".
Oppure, e se già molto prima che questo accadesse, gli
esportatori di petrolio semplicemente smettessero di prezzarlo in dollari in
continua svalutazione, e invece facessero un pacco di soldi passando all'euro
e/o a un paniere di valute dell'Asia Orientale? Poiché questo in un colpo solo,
per chi volesse poter essere ancora in grado di comprare petrolio, diminuirebbe
ampiamente la domanda mondiale di dollari e il loro prezzo obbligando chiunque
voglia comprare petrolio ad acquistare ed aumentare il prezzo di domanda
dell'euro e dello yen/yuan invece che del dollaro. Questo farebbe crollare il
dollaro e abbatterebbe in un solo colpo lo Zio Sam, poiché i detentori stranieri
ed anche interni di dollari ne venderebbero anche loro a più non posso nel più
breve tempo possibile, e le banche centrali degli altri paesi allontanerebbero
le proprie riserve dal dollaro nel non più sicuro rifugio dello Zio Sam. Ciò
spingerebbe ancora più al ribasso il dollaro, e naturalmente arresterebbe! ogni
ulteriore afflusso dallo Zio Sam dei dollari provenienti da stranieri che hanno
finanziato la sua orgia consumistica. Dal momento che vendere petrolio per
ottenere dollari in caduta invece che euro in ascesa evidentemente è un cattivo
affare, i più grandi esportatori di petrolio in Russia e l'OPEC in realtà hanno
preso in esame proprio questa possibilità. Nel frattempo, hanno aumentato il
prezzo in dollari del petrolio cosicché in termini di euro questo è rimasto più
o meno stabile dal 2000. Fin'ora molti esportatori di petrolio ed altri
operatori ancora piazzano le loro aumentate quantità di dollari dallo Zio Sam,
anche se ora quest'ultimo offre un rifugio sempre meno attraente e sempre meno
sicuro, ma ora la Russia con parte dei suoi dollari sta acquistando altri euro.
Così, le banche centrali di molti paesi hanno cominciato a
investire una parte sempre maggiore delle proprie riserve nell'euro e in valute
diverse dal dollaro dello Zio Sam. Adesso anche quello che è certamente il
migliore amico, la banca centrale cinese, il più grande amico dello Zio Sam nel
bisogno, ha cominciato a comprare degli euro. La Cina stessa ha cominciato
inoltre a usare un po' dei suoi dollari - finché sono ancora accettati in giro
- per acquistare beni reali da altri paesi asiatici e migliaia di tonnellate di
minerale ferroso ed acciaio dal Brasile, ecc. Il suo presidente Lula
recentemente ha portato in Cina un'enorme delegazione del mondo degli affari, e
il presidente cinese è appena andato in Argentina. I cinesi stanno cercando di
ottenere anche petrolio africano e minerali sudafricani.
Lo zio Sam e la sua economia sono una vera ciambella vuota
Tutti gli schemi piramidali erigono una piramide
finanziaria. Molti di quelli che pagano per starvi dentro vivono essi stessi in
un mondo finanziario, ma altri devono ricavare i propri pagamenti da guadagni
derivanti da produzione nel mondo reale. Nell'odierno mondo delle transazioni
finanziarie che ogni giorno sono cento volte di più di tutti i pagamenti per
beni e servizi reali messi insieme, le transazioni finanziarie con la loro
brillantezza mettono in ombra quelle reali. Inoltre, per ipersemplificare un
argomento molto complesso in un linguaggio più comprensibile ai profani,
opzioni, prodotti derivati, swap ed altri recenti strumenti finanziari si sono
andati a capitalizzare sugli interessi composti sulle proprietà reali su cui
sono basati le loro partecipazioni e i loro debiti, il che ha contribuito alla
crescita spettacolare di questo mondo finanziario. tuttavia, la piramide
finanziaria che vediamo in tutto il suo splendore e tutta la sua brillantezza,
specialmente ne! l suo centro nella casa dello Zio Sam, è ancora poggiata su
una base produttore > commerciante > consumatore nel mondo reale, anche
se il mondo finanziario fornisce a sua volta il credito per queste transazioni
nel mondo reale.
E ora, se guardiamo al mondo come a una ciambella, come
tante città nella cintura della ruggine dello Zio Sam? Il centro è abbandonato
e svuotato dato che la produzione e il consumo si sono spostati nei suburbi
circostanti [nella Detroit automobilistica, le finestre del grande magazzino
principale, Hudson's, sono state sbarrate per anni, anche se Detroit ha
costruito un costoso "Renaissence Center" per riqualificare il suo
centro cittadino, un processo che in alcune altrecittà è "riuscito"].
La Flint abbandonata della General Motors ci dà Michael Moore, che ce la mostra
da "Roger and Me" (Roger è l'amministratore delegato della General Motors)
a "Fahrenheit 9/11". Potremmo guardare a tutto il mondo in termini di
ciambella, con tutto lo Zio Sam nel buco vuoto al centro che non produce quasi
nulla da poter esportare. Le eccezioni principali sono prodotti agricoli e
materiali militari pesantemente sovvenzionati dal governo dello Zio Sam con
dollari provenienti dai suoi contribu! enti e dalla tipografia, ed anche così
c'è un disavanzo di bilancio di oltre 600 miliardi di dollari.
La GRANDE differenza in questa ciambella dello Zio Sam è
che sia il deficit di bilancio che quello commerciale di oltre 600 miliardi di
dollari sono finanziati da stranieri, come abbiamo visto. Lo Zio Sam ne
escluderebbe la maggior parte come persone, ma riceve con piacere i beni reali
che producono. Come consumatore mondiale di ultima istanza, come già suggerito,
lo Zio Sam svolge questa importante funzione nell'attuale divisione
economico-politica mondiale del lavoro: tutti gli altri producono e devono
esportare, e lo Zio Sam consuma e deve importare.
Il crollo del dollaro farebbe [farà?] sgretolare tutta
questa ciambella economico-politica organizzatrice e di portata mondiale e
getterebbe centinaia di milioni di persone, per non parlare di cifre
incalcolabili di dollari e di loro proprietari, nel caos con conseguenze
impreviste e forse imprevedibili. Molte persone, in alto e in basso sul totem
mondiale, hanno un GRANDE interesse ad evitarlo, anche se questo richiede
continuare a gonfiare come un pallone il vuoto Zio Sam. O per far riferimento a
un ben noto paragone, continuare a fingere che l'Imperatore senza vestiti sia
vestito, e mandargli pure qualche vestito. Questi attori comprendono la Cina,
per la quale una resa dei conti finanziaria con lo Zio Sam alla fine si
rivelerebbe un bene: la obbligherebbe a cambiare strada economico-politica, e,
invece di dare via gratis i suoi beni allo Zio Sam, a rivolgere la sua
produzione e il suo consumo verso il suo interno povero e verso i suoi vicini
in Asia Orientale, cose che p! otrebbe e dovrebbe già fare; e di recente ha cominciato
a fare la seconda, ma non la prima.
Così cosa succederà ai ricchi in cima alla piramide-truffa
dello Zio Sam, quando la fiducia delle banche centrali più povere e degli
esportatori di petrolio mediani si esaurirà, e i più poveri e derelitti nel mondo,
fiducia o meno, non potranno più fare i loro pagamenti alla base? La truffa
piramidale dello Zio Sam crollerebbe - o crollerà? - come tutte le altre truffe
del genere prima, solo questa volta con un botto che si sentirà in tutto il
mondo. Ridurrà la domanda dello Zio Sam, il consumatore di ultima istanza del
mondo, a dimensioni mondiali realistiche e danneggerà molti esportatori e
produttori altrove. In effetti, potrebbe implicare una fondamentale
riorganizzazione complessiva dell'economia politica del mondo ora gestita dallo
Zio Sam.
La Tigre di carta del dollaro dello Zio SAM pone un folle
circolo vizioso politico.
Naturalmente, far crollare il dollaro in un colpo solo
spazzerebbe anche via completamente, cioè renderebbe inadempiente, il debito
dello Zio Sam. In questo modo, farebbe perdere anche a tutti gli stranieri e a
tutti gli americani ricchi pure la loro camicia - attivi in dollari. Questi
stanno ancora cercando disperatamente di salvarne il più possibile non
rischiando il crack, cioè rischiando il tutto per tutto. Cioè, stanno cercando
di proteggere il resto della loro camicia - investimenti in dollari mantenendo
in funzione la loro pompa salvavita - salvadollari. Tutto l'affare di mantenere
in azione la truffa piramidale dello Zio Sam pone il più grande e più folle
circolo vizioso dopo il MAD (Mutually Assured Destruction, distruzione
vicendevolmente garantita, ovvero l'equilibrio nucleare del terrore fra USA e
URSS), e quasi altrettanto assurdo.
Tutte ragioni in più perché DEBBA essere risolto. Ma la
via di uscita dal circolo vizioso folle non è necessariamente un atterraggio
morbido. Anzi, può essere duro. Questa dissoluzione dello schema piramidale
dello Zio Sam sarà costoso e come al solito i costi maggiori saranno scaricati
suoi più poveri, che sono meno in grado di sopportarli, ma che sono anche meno
in grado di proteggersi dall'esserci costretti. E la transizione storicamente
necessaria dal mondo a ciambella gestito dallo Zio Sam può portare tutto i l
mondo nella depressione più profonda che ci sia mai stata. Solo l'Asia
Orientale è in una posizione relativamente buona per salvarsi dall'essere
tirata - o spinta - fino in fondo, ma anche questo solo dopo aver pagato un
alto costo per questa transizione - verso se stessa!
Tuttavia, il mondo è di fronte a un circolo vizioso
geopolitico e militare ancora più folle.
Questo resta la grande incognita, forse inconoscibile. In
che modo reagirebbe [reagirà?] lo Zio Sam come tigre di carta [moneta] ferita
dal crollo della truffa piramidale grazie alla quale lui e milioni di
in-consapevoli Zii Sam hanno fatto la bella vita? Per compensare per meno pane
e diritti civili ma più "Patriot Act" in patria, uno Zio Sam più
sciovinista può fornire dei circenses da treza guerra mondiale all'estero. Un
crollo del dollaro gli toglierebbe da sotto i piedi il tappeto finanziario, e
scoraggerebbe le sue vittime straniere dal continuare a pagare per nuove
avventure del Pentagono all'estero. Ma qualche altra guerra potrebbe essere
ancora possibile con le armi che avrebbe ancora e con un altro po' di deficit
di spesa keynesiano militare in patria, anche per le nuove "piccole"
atomiche che sta preparando per l'occasione. Questo potrebbe ben - anzi
orribilmente - essere il costo per il mondo delle attuali politiche di "difesa
della Libertà e della Civiltà". Il s! upercircolo vizioso è che quasi
nessun altro a parte Osama Bin Laden vuole correre questo rischio.
Eppure, una transizione del genere non sarebbe [non sarà?]
storicamente nuova. Ricordate il costo della transizione allo Zio Sam: una
guerra dei trent'anni dal 1914 al 1945 con in mezzo la Grande Depressione in un
secolo che costa 100 milioni di vite perse in guerra, più che in tutta la
precedente storia del mondo, per non parlare delle centinaia di milioni che hanno
sofferto fame o malattie inutili, e ne sono morti. Oppure la precedente
transizione al britannico Maggiore Bull che è costata le guerre napoleoniche,
la Grande Depressione del 1873-95, il colonialismo e il semi-colonialismo, per
nominare solo qualcosa, e i loro costi umani. Questi ultimi coincisero con i
più pronunciati cambiamenti climatici del Niño in due secoli, che devastarono
indiani, cinesi e molti altri popoli con carestie. Ma queste furono a loro
volta ingigantite dalle potenze coloniali imperiali che le utilizzarono nei
propri interessi, ad esempio aumentarono l'esportazione di frumento dall'India
speci! almente durante gli anni di carestia.
I paralleli con l'oggi, compreso perfino l'approfittarsi
ancora di più forti rinnovati El Niño un secolo dopo, sono troppo orripilanti e
generano troppi sensi di colpa perché siano in molti a farli. Comprendono
l'"aggiustamento strutturale" imposto dall'FMI dello Zio Sam che
obbliga i contadini messicani a essersi già mangiata la cinta che l'FMI vuole
che si stringano. Tre milioni di morti e il conto ancora prosegue in Ruanda e
nel Burundi e un altro po' nel vicino Congo, venuti dopo che l'FMI aveva
imposto delle restrizioni e la cancellazione primariamente da parte dello Zio
Sam dell'accordo sul caffè che ne aveva sostenuto il prezzo per quei
produttori. E adesso - anzi dopo l'assassinio da parte della CIA di Lumumba in
Katanga nel 1961 e l'elevazione di Kasavubu, anzi [dopo che il Congo divenne]
la riserva privata del re del Belgio nel 19° secolo, abbiamo lì la corsa alla
produzione e alla vendita di oro per Fort Knox (dello Zio Sam), ed ora anche
titanio così che possiamo! comunicare con il telefonino, diamanti per sempre, e
così via. Lo Zio Sam si è approfittato ancora di un altro forte evento El Niño
che ha devastato il Sud-Est asiatico, e specialmente l'Indonesia,
contemporaneamente alla crisi finanziaria dopo il 1997 che lo Zio Sam aveva
deliberatamente sfruttato facendola diventare una depressione economica, così
grande da spazzare via dal potere il presidente Suharto che lo Zio Sam vi aveva
installato trenta anni prima con il suo colpo di stato della CIA contro il
popolare padre dell'indipendenza indonesiana, Sukarno. Questo era costato
almeno mezzo milione di morti, ma le stime arrivano fino a un milione di
persone che Suharto uccise deliberatamente più la povertà generata dalla
famigerata "Mafia di Berkeley" che installò per gestire l'economia
indonesiana sul terreno. I paralleli con il passato includono anche il degrado
ambientale, e lo spostamento del danno ecologico dai ricchi che lo generano al
Terzo Mondo povero che ne sopporta i! l peso maggiore. E naturalmente non
dovremmo dimenticare la T! erza Guerra Mondiale [la terza dopo la seconda E
combattuta nel Terzo Mondo] che Papà Bush ha cominciato contro l'Iraq nel 1991
[Si veda il mio "Third World War"
http://rrojasdatabank.info/agfrank/gulf_war.html
http://rrojasdatabank.info/agfrank/nato_kosovo/msg00080.html]
Eppure ci sono anche altri nel mondo che non si sentono
[ancora?] del tutto presi in questo circolo vizioso. Calcolatamente, subito
prima delle elezioni dello Zio Sam di quest'anno 2004, uno di loro lo ha detto
a gran voce in un video trasmesso al mondo. Sembra sia stato meno pubblicamente
notato dal suo principale destinatario Zio Sam, che avrebbe dovuto essere la
parte più interessata: poiché non era altro che lo stesso Bin Laden ad
annunciare "farò fare in bancarotta agli Stati Uniti!" Tenuto conto
della deliberata cecità dello Zio Sam alla precarietà delle sue fondamenta nel
mondo reale all'estero, un collasso così massiccio all'estero potrebbe essere
non più difficile da organizzare di quanto non sia stato far semplicemente
cadere il suo simbolo delle Torri Gemelle in patria.
Il pentagono è la più grande economia pianificata del
mondo - per ridistribuire il reddito dai poveri ai ricchi in patria e ricattare
amici e nemici all'estero perché facciano lo stesso
Intanto qui nella fattoria, come si suol dire in Texas,
cosa fa allegramente lo stesso Zio Sam con i soldi e i risparmi faticosamente
guadagnati del mondo? I suoi consumatori ancora li iperconsumano senza che il
99,9 per cento di loro sappia quel che sta facendo, dal momento che quasi
nessuno glielo dice. E il governo dello Zio Sam usa molti se non tutti i suoi
incrementi di spesa di miliardi di dollari per il Pentagono. I soldi non
vengono spesi per pagare i suoi poveri soldati professionisti che vengono
principalmente dall'America rurale dei piccoli centri e fanno l'unico lavoro
che riescono a trovare, e ancora di meno viene speso per gli sventurati
riservisti. Questi in Kuwait hanno detto a Rummy che non li ha nemmeno forniti
di equipaggiamenti sufficienti e sicuri. Rummy ha risposto, Sono un vecchio, mi
sono appena alzato, e ho bisogno di tempo per raccogliere le idee.
Ma in patria dentro al Pentagono, Rummy non ha problemi
del genere. Lì sa benissimo quello che fa, privatizzando la guerra anche in
Iraq come in patria. Il Complesso Militare-Industriale contro il quale il
Generale Eisenhower metteva in guardia nel 1958 nel suo discorso presidenziale
di addio è vivo e vegeto, più che mai sotto l'amministrazione del
"Vice" Presidente Cheney e del suo Segretario alla Difesa Rumsfield.
Con il loro lavoro disastrosamente ben fatto, vengono entrambi conservati per
un secondo mandato. Lo stesso vale per Paul Wolfowitz "d'Arabia" che
con Douglas Feith è uno dei due al Pentagono che sono passati a Israele
[Riguardo a Feith, il giornatle tedesco Der Spiegel del 20 dicembre 2004, pag.
33 cita Tommy Franks, che è stato il comandante dell'invasione in Iraq, che lo
definisce "il più grande idiota totale che ci sia sulla Terra di Dio, con
cui devo combattere quasi tutti i giorni"].
Fra il 1994 e la metà del 2003, il Pentagono dello Zio Sam
ha concluso più di 3000 contratti valutati a oltre 300 miliardi di dollari con
12 società militari private [Private Military Companies, PMC] dello Zio Sam
delle 35 stimate dal New York Times (le altre sono piccole e offrono i servizi
di mercenari). Ma più di 2700 di questi contratti sono stati assegnati a due
sole società: alla Kellogg Brown & Root (KBR), una sussidiaria della
Halliburton di Cheney, e alla Booz Allen Hamilton [Center for Public
Integrity's International Consortium of Investigative Journalists, citato in
una e-mail di Mafruza Khan, 16 agosto 2003]. In Iraq adesso queste PMC hanno
tanti mercenari quante sono le truppe dello Zio Sam e del Regno Unito insieme.
Ma naturalmente queste sono ancora bazzecole, dal momento che il grosso dei
soldi del Pentagono vengono Ziosammati per acquistare costosi sistemi d'arma
dagli unici quattro maggiori appaltatori per la difesa dello Zio Sam e pari
alla Halliburton de! l Vice Presidente Cheney. Poi lo Zio Sam usa queste armi
unilateralmente per costringere gli altri con il ricatto e la minaccia delle
armi, e se questo non basta per invadere il mondo che in primo luogo ha fornito
i soldi. Dopo tutto, lo Zio Sam deve fare quanto serve per continuare a far
arrivare i soldi.
Portare il "fardello dell'uomo bianco" per
difendere la sua "civiltà" - la legge dell'occidente è la legge delle
squadre di vigilantes dei western all'italiana
L'unilateralismo dello Zio Sam non è tanto, come spesso
erroneamente si pensa, il semplice andare da soli. Sì, è proclamare di
combattere per la "libertà" [di chi? - potremmo chiedere] e per
"salvare la civiltà", come lo Zio Sam Presidente Bush e il suo ancora
più eloquente portavoce britannico Tony Blair proclamano ogni giorno. Il modo
più semplice per "salvare" la civiltà è stato quello di abolire
semplicemente in un giorno il suo preziosissimo dono di tutto il corpus del
diritto internazionale per conservare la pace, che l'Occidente aveva impiegato
secoli a sviluppare, certo anche nei propri interessi imperiali. Pure, era il
migliore ed unico diritto internazionale che avevamo, e per lo meno meglio di
niente. Adesso l'unica "Legge dell'Occidente [West, n.d.t.]" che
rimane è davvero la "Legge del West": la legge delle squadre di
vigilante dei western all'italiana che, con o senza un giudice connivente, si
fanno "giustizia" da sé per fare un linciaggio. E partono contro chi!
e dove e quando gli pare. Ahimé, adesso nel mondo reale squadre autonominatesi
operano "fuori della norma" su una scala molto più grande di quanto
qualsiasi film western all'italiana potesse avere mai immaginato.
Questo significa anche sventrare e paralizzare
l'istituzione delle Nazioni Unite che era stata fondata per proteggere la pace,
solo che lo Zio Sam dopo le sue guerre ricicla sempre l'ONU per raccogliere i
pezzi che ha lasciato in Jugoslavia, in Afghanistan e adesso in Iraq. Ma fare
questo, significa anche ingannare, minacciare, lusingare e ricattare tutti gli
altri - amici e nemici allo stesso modo - a seguire i suoi ordini su ogni
problema, piccolo e grande. Lo Zio Sam ha addestrato un intero esercito civile
di funzionari per farlo. In questo modo, getta "unilateralmente" il
suo peso ancora apparente in tutte le altre istituzioni internazionali che
trattano campi dall'agricoltura all'aviazione alla zoologia. Ma lo Zio Sam
estorce ancora più favori unilaterali per se stesso attraverso i suoi rapporti
bilaterali. Per questo l'OMC è arrivata morta al traguardo. Certo ora lo Zio
Sam preferisce gestire rapporti bilaterali unilateralmente, man mano che
internazionalmente si isola! sempre di più. Così può esercitare ancora più potere
contrattuale militare, politico ed economico su ciascuna delle sue vittime di
quanto possa fare con tutte quante insieme o anche molte di loro in istituzioni
internazionali.
La fiera marcia dello zio Sam dai palazzi di montezuma
alle spiagge di tripoli [from the halls of montezuma to the shores of tripoli,
sono le parole dell'inno dei marines n.d.t.] - e avanti a panama, due volte in
Iraq, in Afghanistan.
E quando queste contrattazioni non bastano, o perfino
quando potrebbero bastare, lo Zio Sam se gli va attacca e invade la piccola
Grenada [popolazione in tutto 300.000 anime]; il Nicaragua [con l'aiuto
dell'arcinemico Iran]; Panama [7.000 civili uccisi in una notte per catturare
solo un uomo, l'ex amico e alleato di Papà Bush Noriega - esiste una foto tutta
sorrisi di loro due che si danno la mano]; l'Iraq nel 1991 [questa fu perfino
un'impresa redditizia dato che lo Zio Sam per pagare la guerra estorse dai suoi
alleati più dollari di quanti in realtà gliene costò! Però l'Iraq è stato
contaminato dall'uranio impoverito dello Zio Sam, che vi ha moltiplicato le
malformazioni congenite - e che ha causato la famigerata "sindrome del
Golfo" fra le sue truppe e quelle britanniche, che lo Zio Sam nega e si
rifiuta di riconoscere]. Meno si dice della Somalia meglio è. La Jugoslavia è
stata attaccata in parte per dare un esempio di cosa può accadere quando uno
stato è abbastanza deb! ole e, tuttora in totale sfida verso lo Zio Sam e il
suo FMI, mantiene qualche proprietà statale di importanti mezzi di produzione e
ancora fornisce una protezione da stato sociale alla popolazione. Questo è
ancora come la Bielorussia oggi, dove anche lì lo Zio Sam ha cercato di
ottenere un "cambiamento di regime", ma l'azione militare è più
difficile al confine con la Russia, a meno che non si sia in accordo con lei
come in Afghanistan oppure non venga comprata. Inoltre, la Jugoslavia nel 1999
cedette solo dopo che la Russia ritirò il suo appoggio; perché lo Zio Sam usò
con successo il ricatto economico-politico e in parte se la comprò a Berlino.
Poi la vittima presa di mira è diventato l'Afghanistan,
ancora una volta con l'aiuto dell'Iran e della Russia. Questo dopo che lo Zio
Sam aveva creato e sponsorizzato il governo dei Talebani che aveva estirpato
l'oppio. Ma adesso l'Afghanistan "liberato" coltiva di nuovo oppio
anche più di prima che i Talebani lo estirpassero così che l'oppio ora
costituisce un terzo del PIL afghano, secondo il nuovo annuncio fatto entrando
in carica dal nuovo presidente installato dallo Zio Sam. Nello stesso momento
in cui scrivo, lo Zio Sam sta lanciando una nuova offensiva militare contro i
Talebani; ma bin Laden non viene più nominato. E adesso l'innocente Iraq è già
ancora una volta bersaglio e vittima, e su questo dirò altro più avanti. Chi è
il prossimo? L'Iran? La Siria? - Non la Libia, che ora sta concludendo
obbediente accordi petroliferi con lo Zio Sam; e non la Corea del Nord che ha
prodotto bombe atomiche per proteggersi precisamente contro questo.
Scusate, mi dimenticavo di menzionare due alternative aggiuntive
forse possibili prima dell'invasione. Una naturalmente è sponsorizzare,
organizzare, o perfino compiere un colpo di stato militare o di altro genere,
cosa di cui la CIA ha curriculum da andarne fieri: Iran nel 1953, Guatemala nel
1954, Congo nel 1960, Vietnam nel 1961, Brasile nel 1964, Indonesia nel
1964-65, Repubblica Dominicana nel 1965, Ghana nel 1966, Grecia nel 1967,
Cambogia nel 1970, Cile nel 1973, Argentina nel 1976, Bolivia svariate volte,
Figi nel 1987, Nicaragua nel 1990 attraverso "elezioni" sotto la
minaccia di continuare la guerra dei Contras, Haiti svariate volte - contro
l'ex fantoccio che lo Zio Sam ci aveva messo all'inizio, solo per nominarne un
po' dei più noti [naturalmente non nella patria dello Zio Sam].
Un'altra alternativa è più nota ed è stata tentata varie
volte contro Fidel Castro a Cuba con sigari esplosivi o altri fantasiosi
"scherzi da prete", tutti andati male. Come andò male il
bombardamento della casa-tenda del colonnello Gheddafi, che uccise sua figlia.
Ma il nostro buon Sr. Perkins racconta di un tentativo della CIA andato a
segno:
I giapponesi volevano finanziare e costruire un canale al
livello del mare a Panama. [Il presidente panamense Omar] Torrijos parlò di
questo con loro, il che sconvolse molto la Bechtel Corporation, il cui
presidente era George Schultz e il cui consulente legale superiore era Caspar
Weinberger. Quando Carter fu buttato fuori (e questa è una storia interessante
- come questo accadde davvero), quando perse le elezioni, ed arrivò Reagan e
Schultz arrivò dalla Bechtel come Segretario di Stato, e Weinberger arrivò
dalla Bechtel come Segretario alla Difesa, erano estremamente arrabbiati con
Torrijos - cercarono di fargli rinegoziare il Trattato del Canale e di non
farlo parlare con i giapponesi. Lui si rifiutò con decisione. Era una persona
davvero di principi. Aveva i suoi problemi, ma era una persona davvero di
principi. Era un uomo sorprendente, Torrijos. E così, morì nell'incendio del
suo aereo, connesso a un registratore imbottito di esplosivo, che - io c'ero.
Avevo lavorato c! on lui. Sapevo che noi killer economici avevamo fallito. Io
sapevo che gli sciacalli si stavano avvicinando, ed ecco, il suo aereo esplose
con un registratore con una bomba dentro. Secondo me è fuori questione che la
cosa fu autorizzata dalla CIA e la maggior parte - molti investigatori
latinoamericani sono arrivati alla stessa conclusione. Naturalmente nel nostro
paese non ne abbiamo mai sentito parlare.
(http://www.democracynow.org/article.pl?sid=04/11/09/1526251)
In precedenza, Torrijos aveva firmato un trattato con
Carter che consegnava il Canale di Panama a - Panama!
Un semplice esame rivela che anche essere un troppo buon
amico o strumento politico dello Zio Sam può essere poi la cosa più rischiosa,
cioè la più sciocca, che qualsiasi statista possa fare; poiché può facilmente
suonare la propria condanna a morte fisica o politica dopo che lo Zio Sam lo
pugnala alla schiena. Un successore di Torrijos, come abbiamo osservato, siede
ora in un carcere dello Zio Sam dopo aver lealmente servito e aver sorriso in
una foto con George Bush [padre]. Ma l'elenco è lungo e fa tutto il giro del
mondo a partire dagli anni '50 e '60: Rhee in Corea, Diem in Vietnam, Trujillo
nella Repubblica Dominicana, Somoza in Nicaragua, praticamente tutti ad Haiti
da Papà e Baby Doc fino al sacerdote Aristide installato da Clinton e rimosso
da Bush, lo Shah dell'Iran - messo lì nel 1953 dopo il colpo di stato della CIA
contro Mossadeq dopo che quest'ultimo aveva nazionalizzato il petrolio iraniano
ma che fu lasciato sprofondare quando la sua utilità diminuì, come co! n Mobutu
dopo tre decenni nello Zaire, Saddam Hussein - lo stesso Rummy andò a trovarlo
due volte in una sua già precedente incarnazione come Segretario alla Difesa,
lo jugoslavo Milosevic - era lui il necessario ed affidabile esecutore
dell'accordo dello Zio Sam di Dayton sulla Bosnia, e naturalmente i Talebani -
lo stesso Zio Sam li mise insieme e li mise al controllo dell'Afghanistan, per
non menzionare Osama bin Laden - anche lui ha prestato servizio lì per lo Zio
Sam.
Incidentalmente [o no?], la semplice osservazione dei
fatti sul terreno rivela inoltre che, se le precedenti "linee di
difesa" cadono e lo Zio Sam va in guerra, se non nel caso della piccola
Grenada, neanche una di queste o di ogni altra guerra dello Zio Sam è mai stata
vinta dalla sua forza militare, se non quella nel Pacifico contro il Giappone.
La seconda guerra mondiale fu vinta in Europa a Stalingrado nel 1943 da truppe
russe che avrebbero raggiunto Berlino anche se dopo non fosse arrivato lo Zio
Sam. La guerra di Corea fu e rimane uno stallo. La guerra contro la Jugoslavia
è stata "vinta" solo quando i russi hanno sottratto il loro appoggio.
e anche allora tutti i carri armati jugoslavi meno sette e tutti gli aerei
jugoslavi lasciarono il Kosovo intatti. Solo l'infrastruttura civile del Kosovo
e della Serbia era stata polverizzata con le bombe, e il suo territorio e più
in generale l'area balcanica erano stati inquinati per le prossime ere
geologiche dal rinnovato uso ! di uranio impoverito da parte dello Zio Sam. La
guerra contro l'Afghanistan si sta perdendo, e così la guerra contro l'Iraq,
malgrado l'uso segnalato ancora una volta di uranio impoverito, ancora una
volta di napalm come in Vietnam, e perfino di gas.
I musulmani geopolitici dello zio sam e il piano
petrolifero "mediorientale" da Casablanca a Giacarta
Tuttavia, lo Zio Sam ha di nuovo in azione molti altri
piani militari economici geopolitici. Per cominciare, ha già costruito 800 basi
militari in tutto il mondo e specialmente nella "zona centrale" ricca
di petrolio della "scacchiera" mondiale di Zbigniew Brzezinski
[Ziggy] per circondare la Cina. Il Pentagono deve inoltre riassegnare il 60 per
cento della flotta di sottomarini USA al Pacifico Occidentale [secondo una
e-mail di P. Jakob Förg, j.foerg@msc-salzburg.at, del 12 dicembre]. Tutto
questo per un uso nel futuro, ma anche per un'influenza politica già nel presente.
A parte questo il presidente dello Zio Sam, Bush, ha un nuovo "Piano per
il Medio Oriente", che ora si estende dal Marocco al di là del Pakistan -
fino all'Indonesia musulmana? Cosa implichi con precisione questo piano non è
chiaro, ma anche la società civile sta già aprendo la strada: la Yale
University Press già mette il Pakistan fra i suoi studi
"Mediorientali", e la Swissair ha un poster pubblicitario ! che mette
Karachi, Delhi e Mumbai fra le sue destinazioni "mediorientali". Quel
che è chiaro è che Israele deve rimanere la copertura politica e militare dello
Zio Sam nella regione che è sempre stato. Non importa se a Washington governano
repubblicani o democratici, il ruolo israeliano di cane da caccia dello Zio Sam
nel suo settore di operazioni ricco di petrolio rimane, e così rimane la
garanzia di cui Israele gode in ogni caso della protezione militare, politica e
diplomatica internazionale dello Zio Sam, così come l'appoggio militare ed
economico diretto dello Zio Sam senza il quale Israele non potrebbe esistere.
Solo che ora la portata regionale assegnata ed autoattribuita ad Israele può
estendersi ancora di più, dal momento che i due summenzionati neocon [Douglas
Feith e Richard Perle, n. d. t.] con alti incarichi al Pentagono ci andarono
per elaborare un piano per il partito razzista sciovinista Likud ora al potere.
E lo stesso Bush è andato in Africa, in particolare! in Africa Occidentale, per
dare un'occhiata al suo petrolio.
Nelle Americhe, il suo piano Colombia [che ha anche lei il
petrolio] è stato allargato a tutta la regione andina [anche l'Ecuador esporta
petrolio], ed ha ancora un altro piano per l'Amazzonia [forse si può trovare
anche lì del petrolio e nel frattempo ci ha costruito un'enorme base,
presumibilmente per la NASA che notoriamente non è estranea ad imprese
militari], un piano per "prendersi cura" con l'aiuto della Banca
Mondiale del più grande deposito sotterraneo di acqua dolce sotto le cascate
dell'Iguazu, dove Brasile, Argentina e Paraguay si incontrano, e sta già
addestrando un'altra volta 40.000 militari latinoamericani alla volta in basi
dello Zio Sam in patria, basi di ne ha un'altra mezza dozzina all'estero.
Proprio di recente Rummy è andato in Ecuador per
incontrarsi, esporre i suoi piani, e a quel che si dice allettare la sua
controparte, i ministri della "difesa" riuniti di tutti i paesi
latinoamericani.
Tutta questa è una gigantesca base
economico-politico-militare sulla quale mantenere la truffa piramidale
finanziaria dello Zio Sam, e due volte più conveniente per quelli che finiscono
per avere dollari finché possono pagare tutto con i dollari cartacei
autoprodotti che finora mantengono anche la truffa finanziaria piramidale. Beh,
per essere onesti, non è solo grazie al dollaro. Dopo tutto questo serve solo
se puoi comprarci qualcosa, specialmente il petrolio che fa andare avanti la
base.
Non solo lo Zio Sam deve comprare sempre più petrolio,
oggi con dollari che stampa da sé, ma forse domani con euro o yuan. Deve anche
cercare di assicurarsi di avere le mani su ogni rubinetto, in modo da poter
controllare chi altro può, e soprattutto non può, comprarlo. Così è per questo
che adesso lo troviamo che cerca il controllo politico e finanziario in dollari
dei rubinetti del petrolio, ovunque può, e di stabilire una presenza militare
come in Asia Centrale, o di usare la sua potenza militare per invadere, come in
Iraq. Questo per usarlo come leva di controllo e/o per avvertire i suoi vicini
su cosa potrebbe accadergli se non dovessero continuare a stare al gioco dello
Zio Sam. Fortunatamente per lui, anche la maggior parte dell'Asia Orientale e
specialmente la Cina sembra obbligata a comprare petrolio straniero, anche se
domani forse non più con dollari ma con yuan/yen. D'altra parte, triste ma
vero, il maggior venditore di petrolio è la Russia, i cui rubinetti resta! no
fuori dal controllo dello Zio Sam. Ma come lo Zio Sam potrebbe continuare a
pagare e a mantenere tutte queste sue audaci imprese in Difesa della Libertà
con questo dollaro cartaceo autoprodotto - se nessuno lo accetta più? E perché
qualcuno dovrebbe accettarlo?
La grande causa per l'iraq dello zio Sam: dare i suoi 30
miliardi di dollari a Halliburton ed al.
Il Financial Times del 10 dicembre offre alcuni esempi
aggiuntivi di punte dell'iceberg della Difesa della Libertà che lo Zio Sam
compie in Iraq. Anche se i poveri iracheni sono seduti sulla più grande pozza
al mondo ancora non sfruttata di sempre più prezioso petrolio, questo rimane
sullo sfondo o solo in fondo a questa storia che a malapena ne parla e, come il
presente saggio, si concentra invece sul dollaro e sullo Zio Sam. In due
diversi servizi, il giornale riferisce come tre elicotteri hanno trasportato 14
tonnellate di biglietti da 100 dollari ai curdi, che da tempo hanno fatto da
quinta colonna dello Zio Sam nella zona. Il denaro, buona parte del pagamento
di un miliardo e ottocento milioni di dollari consegnati ai curdi dallo Zio
Sam, era parte dei guadagni iracheni nel fondo "petrolio per cibo"
dell'ONU. All'origine, naturalmente, i biglietti erano semplicemente il
prodotto delle stesse tipografie dello Zio Sam, in cambio dei quali l'Iraq
aveva esportato petrolio r! eale. Non veniva dai 18 miliardi di dollari che il
Congresso dello Zio Sam aveva stanziato per la "ricostruzione"
dell'Iraq. Come mostra vividamente un grafico del Financial Times, ancora non
sono stati spesi più di 388 milioni - ovvero il 2,15 per cento - di quel denaro
dello Zio Sam, e solo 5 miliardi di quella cifra erano stati anche solo messi
in preventivo dallo Zio Sam in Iraq al momento il proconsole dello Zio Sam
Bremer se ne è tornato a casa con un lavoro ben fatto. No, invece nella sua
saggezza il buon Zio aveva pensato bene di far spendere 13 miliardi di dollari
dei 20 miliardi di fondi iracheni. Questo corrispondeva al 65 per cento del
denaro iracheno paragonato ad ancora solo il 2 per cento dell'importo quasi
equivalente dello stanziamento originale dello Zio Sam. Nel momento in cui il
nuovo governo iracheno ha ricevuto alcuni compiti dallo Zio Sam che l'aveva
insediato, ha scoperto che tutti i 20 miliardi di dollari del loro fondo, 11
miliardi dei quali dalla v! endita di petrolio, erano stati spesi.
[International Herald ! Tribune] Com'è stato possibile? potremmo chiederci. La
risposta del funzionario finanziario "responsabile", l'ammiraglio
dello Zio Sam Oliver, è così semplice, "so che abbiamo speso dei soldi dal
fondo iracheno. Il fatto era puramente che avevamo finito i soldi dello Zio
Sam" - di cui ce n'erano ancora da spendere solo altri 17 miliardi e mezzo
e rotti. Potremmo chiederci se il buon Generale fosse stato istruito su cosa
pensava Clausewitz della guerra e se gli fosse capitato di scoprire il suo buon
consiglio sul far pagare la vittima conquistata per la sua stessa occupazione
militare, in questo caso ad opera dello Zio Sam.
Il rappresentante iracheno nel comitato per la
supervisione e l'erogazione dei fondi ha partecipato solo a una delle sue 43
riunioni; ma perché preoccuparsi di questo, quando la maggior parte delle spese
sono state autorizzate senza alcuna riunione. Così anche se i fondi dello Zio
Sam erano stati stanziati per ogni sorta di progetti, questi tuttavia sono
stati pagati con dollari provenienti da fondi iracheni. Da questi, molti
pagamenti sono stati effettuati perfino senza alcun contratto, in un caso
l'inezia di 1,4 miliardi di dollari. La maggior parte degli altri sono stati
effettuati senza alcuna gara d'appalto competitiva con diversi concorrenti, o
comunque aperta. I fondi dello Zio Sam, d'altra parte, sono rimasti
praticamente non spesi in Iraq. Forse l'amiraglio Oliver aveva "finito i
soldi dello Zio Sam" perché erano rimasti a Washington con lo Zio Sam; e
se erano stati versati, avevano semplicemente cambiato di mano e di conto
bancario proprio in quella città. Dopo tut! to, questo è molto più efficiente
di quanto sarebbe stato mandarli avanti e indietro, e un po' avrebbero potuto
perfino non ritornare. E poi, inoltre, da tempo è procedura standard per il
grosso dei dollari che lo Zio Sam presta o perfino "regala a" e
"per" tutti i paesi del Terzo Mondo lasciarli semplicemente in patria
dove è il loro posto e dove tornerebbero comunque. Non importa; il Congresso
dello Zio Sam ha già stanziato altri 30 miliardi di dollari per "preparare
per transizione alle elezioni" in Iraq nel gennaio 2005.
Stando così le cose, naturalmente sarebbe nel complesso
indesiderabile che i fondi iracheni, per non parlare di quelli dello Zio Sam,
venissero sperperati su un qualsiasi servizio del vecchio debito iracheno con
altri. Così è stato semplicemente logico costringere "alleati" che
già non possono evitare di perdere il debito dello Zio Sam verso di loro, a
condonare anche il debito iracheno. Questo, come possiamo ricordare da quanto
detto prima, mentre lo Zio Sam ancora insiste che il resto del Terzo Mondo deve
continuare il servizio del debito nei suoi confronti! Perché Dio non voglia che
qualsiasi rimborso del debito iracheno debba andare invece a quei russi senza
dio, a quei francesi traditori o anche ai migliori amici cinesi, che hanno
investito di più in Iraq, tanto per cominciare una cosa ignobile da fare,
quando lo Zio Sam ha cause molto più degne per il denaro iracheno.
E quali sono queste più grandi degne cause dello Zio Sam?
potremmo chiedere. Il più grande singolo pagamento di 1,4 miliardi di dollari è
stato effettuato naturalmente alla Halliburton dello stesso Vicepresidente
Cheney. Eppure ora sappiamo che allo stesso momento questa ditta stava anche
truffando di nascosto il suo generoso benefattore Zio Sam per centinaia di
milioni di altri dollari, comprando benzina per x dollari in Kuwait e
vendendola in Iraq per 5-10x, e altre furbate del genere. Nel complesso, la
Halliburton ha ottenuto contratti iracheni per la bellezza di 10 miliardi di
dollari - più qualche spicciolo. [International Herald Tribune]. [Cheney ha un
interesse anche nella UNOCAL che da tempo vuole costruire un oleodotto
dall'Asia Centrale all'Oceano Indiano attraverso l'Afghanistan, prima con
l'aiuto dei Talebani che lo Zio Sam aveva piazzato lì appunto per quel motivo e
poi aveva invitato in Texas per dei colloqui quando ancora sembrava che
stessero facendo il lavor! o che era stato loro assegnato. Anzi, visitarono
perfino la squadra di ricerca accademica "puramente afgana"
all'Università del Nebraska a Omaha. Ma ahimé, i Talebani non furono
all'altezza del compito loro assegnato di mantenere l'ordine per la costruzione
dell'oleodotto, e così se ne sono dovuti andare. Adesso lo Zio Sam e la UNOCAL
useranno invece i buoni uffici del nuovo presidente afgano e dell'ambasciatore
in loco dello Zio Sam, entrambi "casualmente" ex [?] dipendenti della
UNOCAL].
La "medaglia della libertà" dello zio Sam per
Bremer, Franks, Tenet - per un lavoro ben fatto derubando l'Iraq a vantaggio di
Cheney ed al.
Senza ombra di dubbio, la maggior parte degli altri
abbondanti dollari iracheni (e dei finora rari dollari USA) spesi in Iraq sono
andati ad altri amichetti dello Zio Sam, con qualche briciola caduta dal tavolo
per il Regno Unito, aziende e perfino singoli privati e militari che attingono
dalla cassa. Ahimé, non sapremo mai chi sono tutti quanti; dal momento che,
nelle parole dell'Ispettore Generale dello Zio Sam, "francamente, non ero
interessato ad avere auditor militari perché pensavo che dovessimo infilarci
nel sistema iracheno nel modo più rapido possibile." Francamente, essendo
io sia non-militare che antimilitarista, non ho letto Clausewitz. Così non so
se e quali buoni consigli dia sul contare sulla corruzione come primo principio
nel fare a fette e dividere la torta conquistata.
Tutta la mia precedente "speculazione" è stata
scritta prima che l'ufficio internazionale dell'ONU di consulenza e
monitoraggio per lo sviluppo in Iraq, IAMBDI (International Advisory and
Monitoring Board for Development in Iraq) pubblicasse un rapporto sulle sue
scoperte relative all'amministrazione dello Zio Sam. Prima di immergerci nel
rapporto, dovremmo tenere presente che il Financial Times osserva
diplomaticamente che "l'ONU è stata riluttante a richiamare pubblicamente
lo Zio Sam sulle spese che ha fatto con i fondi iracheni." Il Financial
Times cita direttamente dal rapporto: "Ci sono state debolezze di
controllo, sistemi di contabilità inadeguati, un'applicazione non uniforme di
procedure di appalto concordate e un'inadeguata conservazione della documentazione."
Anche l'International Herald Tribune fa un suo riassunto dello stesso rapporto:
"Ci sono state ampie irregolarità, compresa cattiva gestione finanziaria,
la mancata riduzione del contrabbando [all'estero di ! petrolio ed altre
proprietà fisiche irachene, nessuno sa a che prezzo e a vantaggio di chi] ed
eccessiva dipendenza da contratti assegnati senza gare d'appalto." Da
parte sua, il Financial Times offre qualche altro particolare dal rapporto:
"particolarmente preoccupanti sono stati alcuni contratti a volta da
miliardi di dollari che sono stati assegnati a società dello Zio Sam come la
Halliburton da fondi iracheni senza gare d'appalto competitive." Ieri il
Presidente dello Zio Sam Bush ha conferito la più alta onorificenza civile
dello zio Sam, la Medal of Freedom, a L. Paul Bremer III, il proconsole civile
dello Zio Sam che ha supervisionato tutto ciò, e al generale Tommy Franks, che
ha guidato l'invasione che innanzi tutto a reso tutto questo possibile. Neanche
George Tenet, il direttore della CIA che ha fornito tutte le informazioni
fasulle dello Zio Sam per "legittimare" tanto per cominciare tutta
l'impresa e che poi è stato screditato e costretto a dimettersi, è stato di!
menticato e ha ricevuto la terza medaglia. Lo International H! erald Tribune ha
pubblicato una fotografia cerimoniale dei tre tutti sorrisi con George W.,
anche lui sorridente. Dopo tutto è il dovuto riconoscimento per un lavoro ben
fatto, grazie.
In conclusione:lo zio George w. Sam dioce che è
semplicemente giusto che i nostri ragazzi sacrifichino le loro vite sulla linea
per proteggere la libertà della Halliburton di saccheggiare l'Iraq
Possiamo essere sicuri che altri con le mani in pasta
erano fra quelli che, possiamo ricordare, il Dr. Greenspan della Fed ha
classificato come il 20 per cento più in alto fra i percettori di redditi dello
Zio Sam. Sono i superconsumatori più privilegiati, che sono totalmente
[ir]responsabili pere il sotto-risparmio dello Zio Sam, ha detto, ed anche per
il crescente deficit commerciale di cui il Dr. si è recentemente lamentato a
Berlino. Se esaminiamo un po' di più la distribuzione del redito dello Zio Sam,
possiamo anche apprendere che fra questo 20 per cento, la parte del leone di
questi dollari, come la maggior parte di quelli del Pentagono, finiscono nelle
tasche del 2 per cento super-privilegiato più in alto, così che possa
iper-consumare alle spese degli altri. Chi negherebbe loro che questa è
certamente una causa degna per la protezione della Libertà a qualsiasi prezzo.
Ciò include il famoso-famigerato invito del Presidente Bush agli iracheni
"che vengano avanti" cont! ro lo Zio Sam. È difficile capire il
Presidente quando incoraggia gli iracheni a "venire" quando questi
stanno già a casa loro in Iraq ed è lo Zio Sam che ha mandato lì le sue truppe.
Ma forse Falluja spiega cosa aveva in mente il Presidente Bush sugli iracheni
che "vengono" contro lo Zio Sam. Ma come lo stesso Presidente dello
Zio Sam Bush ha detto al mondo, è semplicemente giusto che "noi"
escludiamo altri paesi dalla tavola imbandita in Iraq. Dopo tutto, ha spiegato
quando gli iracheni hanno accettato il suo invito, erano stati "i nostri
ragazzi che hanno rischiato le proprie vite sulla linea." Vorrei che la
personificazione dello Zio Sam avesse spiegato anche per chi e per cosa.
I pochi numeri che non sono generalmente disponibili, o
che non vengono dal citato Financial Times del 10 e 15 dicembre 2004 e da altre
fonti come l'International Herald Tribune dello stesso 15 dicembre 2004 e l'EPW
[Economic and Political Weekly, Mumbai] del 4 dicembre 2004, p. 5189, sono
tratti da The Economics of Uncle Sam Imperialism at the turn of the 21st
Century di Gerard Dumenil & Dominique Levy, in Review of International
Political Economy 11/4/Oct. 2004, pp.657-676. L'autore ringrazia loro a Parigi,
Jeffrey Sommers a Riga, William Engdahl a Francoforte e Mark Weisbrot a
Washington per le loro osservazioni molto utili e Zio-utilizzate. Barry Gills a
Newcastle ha insistito che facessi riferimento solo allo Zio Sam ed ah proposto
la divisione mondiale del lavoro fra consumatori dello Zio Sam e produttori in
ogni altro luogo e mi ha anche rinviato a Clausewitz. I lettori saranno
estremamente grati ad Arlene Hohnstock per aver reso leggibile tutta questa
storia. Natur! almente nessuno di loro ha alcuna responsabilità per l'uso a
ciambella che ne ho fatto. Molte altre mie osservazioni - attraverso gli occhi
di quel ragazzino - si possono trovare sul mio sito web a
http://www.rojasdatabank.info/agfrank
e per quanto riguarda lo Zio Sam ed al. al suo interno in
particolare alle sezioni http://rrojasdatabank.info/agfrank/new_world_order.html e http://rrojasdatabank.info/agfrank/online.htmlcurrent
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(http://europa.tiscali.it/futuro/news/200504/14/costituzione.html)
Il leader dei Tory rivela i principali punti
dell’opposizione a Bruxelles
Il Regno Unito si prepara per le elezioni nazionali che si
terranno il prossimo 5 maggio. Anche se il dibattito fra i partiti si sta concentrando
principalmente su questioni nazionali, come la tassazione, l'immigrazione e i
servizi sociali, il partito conservatore britannico e il piccolo partito
euroscettico UKIP stanno facendo leva sul malcontento generale della
popolazione per rimettere in discussione la posizione della Gran Bretagna
nell'Unione europea e per opporre l'approvazione referendaria della
Costituzione europea. Attraverso l'analisi del manifesto elettorale del partito
conservatore, ecco i cavalli di battaglia dell'opposizione britannica rispetto
all'Ue e al nuovo testo fondamentale.
No all'euro, Si al Pound
Un eventuale governo conservatore assicurerà
l'indipendenza della Banca d'Inghilterra nel determinare i tassi di interesse
che, mantenendo il pound a dispetto della moneta unica, dipenderanno
esclusivamente dagli interessi dell'economia britannica. Un no netto, quindi,
per conservare una delle caratteristiche principali della sovranità, il signoraggio.
Riappropriarsi dei poteri ceduti a Bruxelles
Il partito Tory vorrebbe avvalersi, come negli accordi di
Schengen, della clausola dell'opting-out al fine di riconquistare la sovranità
su alcune politiche controllate da Bruxelles.
Il Regno Unito dovrebbe, per prima cosa, liberarsi dai "vincoli"
della politica sociale europea e orientarsi verso una deregolamentazione e una
maggiore flessibilità della legislazione sull'occupazione. I conservatori
ritengono inoltre che una politica comune sull'agricoltura e sulla pesca siano
insostenibili sia dal punto di vista economico che commerciale. La politica
agricola comune, storicamente, è stata un punto dolente nelle relazioni tra Ue
e Regno Unito e il partito conservatore ne richiede sostanziali riforme da
Bruxelles. Per quanto riguarda la
politica sulla pesca, il manifesto esplicita chiaramente che è intenzione dei
conservatori restaurare il pieno controllo nazionale in questa area.
Una politica estera inglese e non comunitaria
Secondo il leader dei Tories Michael Howard durante il
governo Blair la capacità di difendere gli interessi inglesi in politica estera
è stata gravemente compromessa. Le relazioni con l'Unione europea sono state
mal impostate da Blair mettendo a repentaglio i comuni interessi che legano la
Gran Bretagna agli Usa e alla Nato. I conservatori propongono invece una politica
estera e di difesa da svilupparsi nel più ampio contesto dell'alleanza
atlantica, senza alcuna velleità o ossessione per un grande unico stato
chiamato Europa, bensì convogliando gli sforzi comuni al fine di costruire
un'Europa delle nazioni che si impegni per la pace nel mondo.
Opposizione alla Costituzione europea
Dalla posizione adottata fino ad ora, si evince che a
prescindere dall'esito delle elezioni nazionali, il partito conservatore
inglese, con l'ausilio del piccolo partito euroscettico UKIP, porterà avanti
una vigorosa battaglia affinché la Gran Bretagna non inserisca nel proprio
ordinamento, per la prima volta nella sua storia, una serie di leggi codificate
e scritte in un unico testo, ossia la Costituzione europea.
15 marzo 2005
26 set. 2003
http://www.corsera.it/modules.php?name=News&file=article&sid=20030926201218
''Non e' che le pensioni
cambiano per non si sa quale motivo, dal 2008 in avanti cambia il sistema
perche' altrimenti la gente si sparerebbe, salterebbero tutti i risparmi e i
titoli di stato diventerebbero carta straccia e in pratica salterebbe il
Paese''. Umberto Bossi spiega cosi' la sua posizione sulla riforma
previdenziale, conversando con i giornalisti durante la sua visita alla mostra
del Guercino a palazzo Reale a Milano. Pur non volendo parlare di politica
perche', ha detto, ''io sono un artista e sono venuto qui ad ammirare le opere
di un'artista padano'', il leader della Lega torna sulle dichiarazioni di ieri
a Radio padania che hanno creato scompiglio nella maggioranza.
''Figuriamoci se noi della Lega
vogliamo tagliare le pensioni. ha proseguito Bossi- Il debito pubblico mica
l'ha fatto Maroni e non sara' mica responsabilita' della Lega. E' di quelli che
c'erano prima: gli ex democristiani e quelli che, magari, adesso vanno pure in
piazza. Ma sono loro che hanno creato il debito, quegli stessi che vanno a
manifestare. Comunque, Maroni e' giu' a Roma e vedrete che una quadra la
trova''.
''Sono cose che io non
capisco'', dice Umberto Bossi riferendosi poi alla decisione di Udc e An di far
saltare il vertice di maggioranza dopo le sue dichiarazioni di ieri. ''Io
intendevo i vecchi democristiani, loro (gli esponenti dell'Udc, ndr) sono tutti
giovani...''.
25 gen. 2004 - Milano, 25 gen 2004 Bossi attacca e
auspica un "Giudice vendicatore"
http://www.kataweb.it/news/detail.jsp?idCategory=2222&idContent=594452
Attacco al cosiddetto "asse
finanza-politica", chiamata direttamente in causa del presidente della
Repubblica, evocazione dei "massoni" che hanno "voluto e
imposto" l'euro, ripetuta condanna della Prima repubblica e speranza di un
prossimo arrivo di un "giudice vendicatore" che faccia pulizia in
nome del popolo e contro "Roma ladrona": all'indomani del discorso
elettoral-programmatico di Silvio Berlusconi, Umberto Bossi risponde davanti a
decine di migliaia di leghisti smarcandosi dall'alleato e rilanciando le
pulsioni giustizialiste della prima ora sul tema dei recenti scandali
finanziari.
Decine di migliaia di persone in
mattinata hanno risposto all'appello del vertice della Lega Nord per una
manifestazione a Milano che desse forza a Bossi nel braccio di ferro interno
alla maggioranza in nome delle "riforme". Dal palazzo di Giustizia al
Castello sforzesco, gli striscioni contro "Roma ladrona" si
alternavano ai cori che invocavano la libertà della Padania. Preceduti da
alcuni trattori dei cosiddetti Cobas del latte, anche i massimi esponenti del
partito hanno marciato.
Già dalle prime battute
scambiate con i giornalisti Umbero Bossi ha indicato quale sarebbe stato il
tema della giornata: "Le riforme partono e si fermano e intanto il tempo
passa questa è l'ultima occasione per fare il federalismo in questa
legislatura. Se la gente si muove, le cose cambiano ma se la gente si illude
che siano gli imbonitori politici a portare il cambiamento, nulla cambierà".
Poi i giornalisti gli hanno
chiesto che pensava degli attacchi di Berlusconi alla magistratura contenuti
nel discorso per il decennale di Forza Italia. Il leader della Lega ha
risposto: "Non credo che si debba andare contro la magistratura: bisogna piuttosto
augurarsi che la magistratura vada avanti nel suo lavoro e non si fermi come
fece all'epoca di Mani Pulite", che cioè indaghi anche sulla sinistra e
sul mondo delle banche. "Occorre piuttosto fare le riforme - aggiunge -
viene il momento in cui il giudice vendicatore salta fuori. E' una spinta che
la gente favorirà e bisogna che questa volta sia definitiva. Bisogna salvare la
gente e anche i romani da Roma ladrona, dall'intreccio di finanza e politica
che ha colpito i cittadini e i risparmiatori".
Sembrava una battuta
estemporanea, ma poco dopo sul palco ripete quasi le stesse parole:
"Bisogna riformare la magistratura ma non attaccarla. In Padania vogliamo
anche noi magistrati padani. Ma non si deve sparare contro i magistrati. Le
rapine fatte alla gente dall'asse finanza-politica troveranno alla fine un
giudice vendicatore". E perché il messaggio sia chiaro, il leader leghista
ha anche risposto direttamente a Berlusconi affermando che "la Prima
repubblica fu pessima".
A cosa pensi il gruppo dirigente
leghista quando parla di "asse finanza-politica" lo avevano
esplicitato poco prima, dallo stesso palco, il capogruppo della Lega alla
Camera, Alessandro Cè, e l'europarlamentare Borghezio. "Noi padani
vogliamo un futuro per i nostri figli e questo deve ricordarselo anche il
presidente della Repubblica. Non vogliamo i banchieri corrotti che derubano la
gente, non vogliamo chiacchiere, se lo ricordi il presidente della Repubblica
altrimenti ci pensiamo noi", ha detto Cè.
Poco dopo Borghezio ha detto:
"No all'Europa dei banchieri e del cameriere Ciampi. Noi padani - ha
aggiunto - siamo uomini liberi e non servi di Roma. Ficcatelo bene in testa
presidente Ciampi". L'europarlamentare si è quindi chiesto per quale
motivo il presidente della Repubblica nel suo discorso di fine d'anno non abbia
parlato dei risparmiatori. "Noi - ha spiegato Borghezio - non vogliamo
rappresentanti istituzionali camerieri del sistema bancario".
Il tema è quello dei
risparmiatori vittime degli scandali finanziari della Cirio e della Parmalat,
che evidentemente la Lega vuole cavalcare in maniera anche più energica di
quanto faccia Forza Italia. In questo senso viene bene anche l'attacco
all'euro, non solo "voluto e imposto dai massoni", ma anche "
fondamentale per tutte le rapine che ci sono state perché sono arrivati i bond
facili senza controllo". (red)
13 mar. 2004 - Notte tranquilla per il leader della Lega,
spostato di reparto. I medici negano che ci siano problemi gravi, nuovi
controlli. Bossi trasferito in neurologia
http://www.repubblica.it/2004/c/sezioni/politica/bossiospedale/bollet/bollet.html
"Non è stato colpito da
ictus"
Calderoli: "Per evitare
chiacchiere e affermazioni inutili i bollettini medici verranno diramati solo
in caso di novità"
VARESE - Sono ancora stazionarie
le condizioni di Umberto Bossi, che ha passato una notte tranquilla. Il
ministro delle Riforme, ricoverato in terapia intensiva dell'ospedale di Varese
per un'insufficienza cardiaca, è stato trasferito ieri pomeriggio nel reparto
di Neuro-rianimazione. Dopo voci insistenti che parlavano non solo un problema
cardiaco, ma anche una "sofferenza cerebrale", questa mattina è
arrivato un comunicato dei medici che hanno smentito che il leader della Lega
sia stato colpito da ictus o da ischemia.
"E' falso quanto riportato
da alcuni giornali. La notizia di ictus o ischemia è destituita di ogni
fondamento. Non si può neanche parlare di grave sofferenza cerebrale. Le
condizioni di Umberto Bossi rimangono stazionarie" ha affermato una fonte
interna dell'ospedale Circolo di Varese, smentendo la notizia apparsa su alcuni
quotidiani di un ictus che avrebbe colpito Umberto Bossi, ricoverato da
giovedì.
Fonti sanitarie hanno spiegato
che il ministro per le Riforme è stato trasferito in neurochirurgia per essere
sottoposto ad alcuni esami. Sempre secondo le stesse fonti, Bossi non è stato
riportato nel reparto di cardiologia dove era stato inizialmente ricoverato, in
quanto lì non ci sono gli stessi macchinari per le analisi presenti nel reparto
di neurochirurgia. Interpellato per avere conferme sulle condizioni del
ministro, il vicepresidente del Senato e coordinatore delle segreterie della
Lega, Roberto Calderoli ha dichiarato "Bisogna fare riferimento a quello
che dicono i sanitari, e non alle chiacchiere".
Quindi, dopo la secca smentita
dei medici Calderoli, che da quando Bossi è stato ricoverato trascorre
praticamente le sue giornate in ospedale, ha precisato: "Non ci saranno
più comunicati o bollettini medici perché in queste ore sono circolate notizie
prive di qualsiasi fondamento e per evitare chiacchiere e affermazioni inutili
i bollettini medici verranno diramati solo quando ci saranno delle
novità". Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, anche lui arrivato in
ospedale, ha detto ai giornalisti: "Rispettate la privacy, siate
seri". Quindi ha aggiunto: "Le sue condizioni non sono gravissime.
Presto ritornerà e dovrà recuperare il tempo per la campagna elettorale. Farà
scintille".
11 lug. 2004 - Un calvario
iniziato l'11 marzo
http://ilgiorno.quotidiano.net/art/2004/07/11/5353043
Roma, 11 luglio 2004 - Il
calvario del ministro era cominciato l’11 marzo scorso. Bossi, colpito nella
notte da «scompenso cardiaco con edema polmonare» mentre era a casa sua, fu
ricoverato d'urgenza all’ospedale di Varese. Il malore provocò anche un ictus
cerebrale che ha lasciato Bossi in uno stato comatoso. Stato che i medici hanno
ulteriormente prolungato con farmaci per consentire al cervello di assorbire
possibili lesioni.
Comincia così un lungo periodo
di incertezza. I giornalisti e i simpatizzanti che assediano l’ospedale
inducono la moglie a chiedere il silenzio stampa. Il 5 aprile i sanitari del
nosocomio emanano un bollettino medico ufficiale nel quale nel quale si
comunica che «Bossi è cosciente e riconosce i familiari».Le notizie escono con
difficoltà. Alla fine, però, appaione chiari sia la gravità della malattia che
ha colpito il ministro, sia i suoi sforzi per tornare a una situazione fisica
accettabile. Comincia a comunicare utilizzando una lavagnetta, si parla di
battute con i medici e gli infermieri che lo curano. Il 30 aprile si viene a
sapere che il paziente, fino a quel momento alimentato per flebo, ha assunto
cibi liquidi. E anche che ha avuto la forza di candidarsi ufficialmente alle
Europee.
Il giorno cruciale è il 3
maggio: dopo 53 giorni di ricovero la famiglia decide di portare via il senatur
dall’ospedale di Varese. E’ un autentico blitz: all’alba due auto si presentano
all’ospedale e ne escono poco dopo. Da quel momento del ministro si perdono le
tracce. Il quotidiano leghista La Padania riceverà un biglietto: «Torno
presto», e la firma. Ancora misteri. Si parlerà di ricoveri al Nord, al Sud,
persino in Puglia. Il ministro si rifà vivo il primo giugno. Un nastro inviato
a radio Padania. Una voce roca, sofferente, ma determinata: «Non sono morto -
dice Bossi - voi andate avanti». Sono cento secondi, parole che si sentono
appena: la tracheotomia è difficile da superare. Sarà Calderoli ha leggere ai
giornalisti la «traduzione»: «Sto abbastanza bene, nel senso che non sono
morto. Però era meglio non avere ’sta roba». Quindi un accenno al raduno di
Pontida, convocato in vista delle elezioni: «Per me è meglio rinviarla,
Pontida. Posso esserci anch’io. Pontida è la mia festa. Alle elezioni i legisti
devono andare a votare Lega, è evidente, e per tutte le manifestazioni che
faremo, visto che tutti partecipano, ci sarò in giro sul territorio. Sul
territorio sarò in giro a portare la mia voce alle persone, a fare chiarezza,
magari. Quindi io ci sarò. Insomma, vi saluto con tanta amicizia e tanta
simpatia. E’ andata così, quest’anno, ma sono stato schiacciato dal dolore e
quindi non ho potuto essere in giro come gli altri anni».
Il popolo leghista piange. E
vota. Dopo le elezioni un altro lungo silenzio. Si saprà che Bossi, ricoverato
per la riabilitazione all’istituto Ildebrandt di Brissago alla fine del mese
scorso era stato riportato a Lugano perché colpito da dolori alla schiena,
nelle regione lombare. Venerdì notte il grave scompenso e il trasporto al
contiguo centro specializzato. E inizia un’altra cortina di silenzio. (di Paolo
Berardengo)
11 lug. 2004 - Lo scrive un
quotidiano elvetico: "Continuerà la riabilitazione dopo il grave ictus che
lo ha colpito"
http://www.repubblica.it/2004/f/sezioni/politica/bossisvi/bossisvi/bossisvi.html
Umberto Bossi ricoverato in una
clinica svizzera
GINEVRA - Bossi è in Svizzera,
ricoverato nella clinica e centro di riabilitazione Hildebrand di Brissago, in
Ticino: il leader della Lega Nord e ministro - rivela oggi il quotidiano
svizzero 'La Regione Ticino' - ha scelto "l'istituto locarnese per
affrontare il prosieguo sanitario del grave ictus che lo ha colpito l 11 marzo
scorso". Contattata telefonicamente da una agenzia di stampa italiana, la
clinica per ora non ha confermato né smentito la notizia. Il ricovero del
ministro "è avvenuto ed è proceduto nella massima riservatezza",
scrivono gli autori dell'articolo. Che aggiungono: "le condizioni di
salute del leader padano non sono delle migliori, come del resto si evinceva
dalle foto e dalle registrazioni rese pubbliche nelle scorse
settimane". Da quando Bossi era
uscito dall'ospedale di Varese il 3 maggio scorso nessuno sapeva dove si
trovasse. "Alla Hildebrand - scrive il quotidiano che pubblica la notizia
in prima pagina con una foto di Bossi - si era rivolto a fine aprile lo staff
del ministro per le riforme italiano", con discrezione. E la direzione
della clinica di Brissago si è "ovviamente data fare per imporre e
mantenere il più stretto riserbo sull'ospite eccellente".
Ma ecco che - scrive il
quoditidiano - "davanti alla clinica ticinese sono regolarmente stazionate
da settimane alcune auto con targhe italiane tra cui la Volvo del professor
Giuseppe Francesco Foderaro, neurofisiologo operante al Centro di Neuropsicologia
e Psicologia Clinica di Tortona, autorità riconosciuta nel trattamento degli
ictus". Inoltre, addetti alla sicurezza sorvegliano attentamente una
camera.
"Dell'eventuale presenza di
Bossi a Brissago sono state lasciate all'oscuro sia le personalità politiche
sia quelle di polizia del Cantone. Ma la cosa non deve sorprendere: anche in
occasione del recente ricovero di Silvio Berlusconi in una clinica del Luganese
le autorità cantonali erano state tenute all'oscuro di tutto. L'asse in questo caso
è quello al più alto livello di discrezione Roma- Berna, che bypassa le
autorità locali", afferma il giornale. (19 giugno 2004)
(http://www.mednat.org/finanza/storia.htm)
OCCULTISMO DI STATO........
vedi anche: I Savoia
salvati dai Rothschild (One of the
world's leading independent investment banking organizations
providing financial
services to governments, corporations and ...more....) www.rothschild.com/
La banca d'Italia non è d'Italia. - Se fosse d'Italia
sarebbe dello Stato Italiano. - Se fosse dello Stato sarebbe dei cittadini
italiani. - Se fosse dei cittadini italiani sarebbe pubblica. - E invece non è
pubblica, ma privata.
Vale a dire: "nonostante l'evidente interesse
pubblico e nazionale" del suo ruolo di banca d'Italia l'interesse pubblico
è gestito da una società privata... talmente è privata che i veri suoi
proprietari risultano nascosti. Infatti nel sito del Senato relativo alla banca
d'Italia ( http://www.senato.it/att/ddl/r4083p.htm ) curiosamente, chissà
perché, manca la parte più interessante, cioè la composizione societaria:
quando infatti arrivi al titolo "QUOTE DI PARTECIPAZIONE AL CAPITALE"
appare la scritta "Porzione di testo non disponibile" !
http://www.senato.it/leg/13/BGT/Testi/Ddlpres/00004397.htm
"Ma la BANCA D'ITALIA ha interessi pubblici ed è
privata ? - commenta un cittadino - Come mai ? Evidentemente si vogliono
nascondere i veri proprietari. che a quanto pare non sono gli italiani, cioè lo
Stato Italiano... Se non è così, com'è ? Giornali e televisioni ogni tanto
dicono che il popolo italiano ha un mostruoso debito pubblico, ma nessuno dice
verso chi è debitore... Com'è questa storia ? E' così difficile saperla ?
O forse la spiegazione è semplicissima: è soltanto una
truffa, una grande truffa !!!"
Un po' di storia allora:
Pare che il 1861 sia stato l'anno dell'unità d'Italia.
Una dozzina di anni prima - nel 1849 - si costituiva in
Piemonte la banca Nazionale degli Stati Sardi, di proprietà privata. Il
maggiore interessato, Cavour - che aveva interessi propri in quella banca (1) -
impose al parlamento savoiardo di affidare a tale istituzione compiti di
tesoreria dello Stato. Si ebbe così una banca privata che emetteva e gestiva
denaro dello Stato !
A quei tempi l'emissione di carta moneta veniva fatta solo
dal Piemonte.
Il Banco delle Due Sicilie emetteva invece monete d'oro e
d'argento.
La carta moneta del Piemonte aveva anch'essa una riserva
d'oro - circa 20 milioni - ma il rapporto era: tre lire di carta per una lira
d'oro, dunque una "convertibilità in oro" fra virgolette.
Inoltre, per le continue guerre che i savoiardi facevano,
anche quel simulacro di convertibilità crollò, tanto che la carta moneta
piemontese - per l'emissione incontrollata che se ne fece - era diventata carta
straccia già prima del 1861.
Ma torniamo ai fatti. Conquistata tutta la penisola, i
piemontesi misero le mani nelle banche degli Stati appena conquistati.
E dopo qualche tempo fu la banca Nazionale degli Stati
Sardi a divenire la banca d'Italia.
Con l'occupazione piemontese era stato immediatamente
impedito al Banco delle Due Sicilie - diviso poi in Banco di Napoli e Banco di
Sicilia – di raccogliere dal mercato le proprie monete d'oro per trasformarle
in carta moneta secondo le leggi piemontesi, poiché in tal modo i Banchi
avrebbero potuto emettere carta moneta per un valore di 1200 milioni e
sarebbero potuti diventare padroni di tutto il mercato finanziario italiano.
Quell'oro pian piano passò nelle casse piemontesi,
nonostante la nuova banca d'Italia non risultasse averne nella sua riserva, e
nonostante appunto tutto quell'oro rastrellato al Sud. Come avevano fatto ?
Avevano dato a tutto quell'oro una via "sociale", naturalmente,
quella del finanziamento per la costituzione di imprese al nord, operato da
banche, costituitesi per l'occasione come socie - guarda un po' - della banca
d'Italia: Credito mobiliare di Torino, Banco sconto e sete di Torino, Cassa
generale di Genova e Cassa di sconto di Torino.
Le ruberie operate, e l'emissione non controllata della
carta moneta ebbero come conseguenza che ne fu decretato già dal 1° maggio
1866, il corso forzoso: la lira di carta non poteva più essere cambiata in oro.
Da qui incominciò a nascere il Debito Pubblico: lo Stato,
per finanziarsi, iniziava a chiedere carta moneta a una banca privata.
Lo Stato quindi, a causa del genio di Cavour e soci,
cedette da allora la sua sovranità in campo monetario, affidandola a dei
privati, che non ne avevano - non ne hanno e mai dovrebbero averne alcun titolo
o diritto – in quanto la sovranità per sua natura non è cedibile. Essa è del
popolo e dello Stato che lo rappresenta.
Oltretutto da quando nel 1935 fu decretato definitivamente
che la lira non era più ancorata all'oro, si ebbe che il valore della carta
moneta derivò da allora semplicemente e unicamente dalla convenzione di chi la
usa e di chi l'accetta come mezzo di pagamento.
La carta moneta, dunque, è carta straccia. Ne consegue che
alla banca
d'Italia - che è privata - e alla quale si dovrebbe pagare
il debito pubblico, in realtà non si deve dare nulla.
Da tutta questa storia si può facilmente capire in mano a
chi siamo e che, dato che la banca d'Italia ha un immenso potere finanziario e
politico, qualsiasi governo in Italia conta come il due di coppe.
Tratto da: http://digilander.libero.it/afimo/privata.htm
(http://ilsignoraggio.blogspot.com/2005/04/si-stava-meglio-quando-si-stava-peggio.html)
«Nel Dopoguerra ci fu chi progettò di cambiare la lira. Ma
saggiamente Einaudi disse no»
L’economista Franco Spinelli: «Le lezioni
dell’introduzione del franco pesante e del sistema decimale per la sterlina»
Il precedente storico è l’unificazione monetaria
all’indomani dell’Unità d’Italia . «Ma venne unificata solo la moneta metallica,
il mezzo di pagamento di gran lunga predominante rispetto ai biglietti di
carta. Per avere le stesse banconote in tutta Italia bisognerà aspettare il
1926», spiega Franco Spinelli, docente di Economia monetaria all’Università di
Brescia. Pur essendo tutti denominati in lire e accettati sull’intero
territorio nazionale, i biglietti conservano grafica diversa a seconda degli
istituti di emissione che li producomo e che fino al 1893, anno di fondazione
della Banca d’Italia, sono sei (tra questi la Banca nazionale degli Stati
sardi, due banche del Granducato di Toscana e la Banca dello Stato Pontificio).
Da quella data in poi ne restano invece tre: oltre a Bankitalia, il Banco di
Napoli e il Banco di Sicilia. E’ Mussolini, nel 1926, a cambiare le cose con un
decreto, che autorizza solo la Banca d’Italia a stampare banconote. [leggi il
commento all'articolo]
Il secondo passaggio storico è il tentativo (fallito) nel
secondo Dopoguerra. «Ci fu un ampio dibattito: c’era chi voleva sostituire le
vecchie lire con nuove banconote e chi chiedeva invece solo una sorta di
"vidimazione". L’obiettivo era di tassare chi si era arricchito con
il fascismo e che, per timbrare le banconote, avrebbe dovuto tirare fuori i
biglietti dai materassi», racconta Spinelli.
Tutto era pronto per il changeover . «Presso la Banca
d’Italia è depositato un documento in cui è elaborato il piano tecnico per
ritirare nella notte l’intera massa di banconote: si sarebbero usati i camion
dell’esercito. Erano perfino state preparate le matrici, che furono anche
rubate da due operai. Prevalse però l’anima liberale. Fu la saggezza della
Banca d’Italia e, in particolare, di Luigi Einaudi ad opporsi all’abbandono
della vecchia lira» , dice Spinelli.
Se allarghiamo l’orizzonte all’Europa, sono numerosi i
casi in cui assistiamo al passaggio da una moneta a un’altra. La Germania
dell’iperinflazione abbandona il marco che non vale più nulla negli anni ’20.
In Francia il generale De Gaulle, nel secondo Dopoguerra, adotta il franco
pesante. Più recente è l’esempio della Gran Bretagna , che nel 1971 decide di
abbandonare la tradizionale divisione della sterlina e dei pence (1-12-20), che
risaliva addirittura a Carlo Magno (una sterlina uguale a 12 soldi, un soldo
uguale a 20 denari), per passare al sistema decimale. «Ero nel Regno Unito in
quel periodo e ricordo le difficoltà delle persone, soprattutto gli anziani, ad
abituarsi alla novità. Ci furono addirittura casi di suicidio riportati dai
giornali» , ricorda Spinelli. Nel secolo scorso mancano esempi di unioni
monetarie, tutte fallimentari. Nel 1866 nasce l’Unione monetaria latina tra
Belgio, Francia, Italia, Svizzera e Grecia : l’intesa prevede un rapporto di 1
a 1 tra le divise degli Stati aderenti, monete e banconote vengono accettate
sull’intera area, ma senza unificazione fisica. Ma dopo dieci anni l’accordo è
già finito, indebolito sul nascere da problemi politici e commerciali
soprattutto tra Francia e Italia. Stesso destino tocca all’unione monetaria tra
Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca nel 1870 e al tentativo
austro-germanico all’incirca nella stessa epoca. «Il punto è che il cambiamento
di una moneta è un passaggio storico delicato che va gestito con grandissima
attenzione, perché implica notevoli problemi tecnici e psicologici, oltre che
economici», afferma Spinelli. Una preoccupazione che ben si riflette
nell’estrema semplicità delle nuove banconote in euro. Essendo tutte uguali per
i 12 Paesi, devono essere comprensibili in ogni lingua. Così sono sparite tutte
le scritte superflue: c’è solo la parola euro e la scritta della Banca centrale
europea.
Giuliana Ferraino - 23 agosto 2001

commenti - aprile 29, 2005 10:37 AM
Si può ammirare lo stile del noto giornale milanese:
mentire, omettere, ingannare.
Si sono, in questo caso, "dimenticati" di dire
che Mussolini ha si unificato le emissioni da parte degli "istituti
privati", ma l'ha affiancata con le emissioni statali, grazie alle quali
in piena crisi depressiva mondiale ha fatto quel popò di opere pubbliche che
possiamo ancora vedere nelle nostre città e nei porti, comprese quelle delle
colonie, SENZA INDEBITARSI.
Osserva che nelle lire del ventennio, non c'è scritto
"officina della banca d'italia", ma Istituto Poligrafico dello Stato.
Provino i nostri cari professoroni a spiegarlo!
Provino a spiegare come ha fatto la RSI a nascere e
scomparire senza lasciarci debiti in eredità!
Provino a spiegare la valenza strategica dei bombardamenti
"alleati" in Italia, in Germania, in Giappone.
Guarda caso, tre paesi che avevano la proprietà statale
della moneta.
Provino a scrivere la storia delle banche centrali private
di emissione in relazione a questi avvenimenti:
- 1789 - caduta del Re di Francia - emissione ai privati
- 1860 - caduta dei Borboni di Napoli - emissione ai
privati
- 1870 - eliminazione del potere temporale della chiesa -
emissione ai privati
- 1917 - caduta dello Zar di Russia - emissione ai privati
(Gosbank 1937 sotto Stalin) - non stai avendo le allucinazioni, è proprio così.
- 1918 - caduta degli Asburgo d'Austria - emissione ai
privati.
Ciao
Lino Rossi
(http://ilsignoraggio.blogspot.com/2005/02/leuro-gi-esistito_07.html
e
http://news2000.libero.it/euro/curiosita/1109.jhtml)
Tra '800 e '900 ci fu l'Unione monetaria latina. (nota1)
e (nota2)
Veniamo subito al dunque: l'euro è già esistito. A cavallo
tra l'Ottocento e il Novecento alcuni paesi europei si erano accordati per dar
vita a una forma di moneta unica. Non qualcosa di così assoluto come l'euro di
oggi ma senz'altro una convenzione in grado di unire le valute nazionali e
favorire gli scambi commerciali tra i paesi membri.
Correva l'anno 1865 quando la lira entrò a far parte
dell'Unione monetaria latina, insieme alla Francia (lo stato promotore a tutti
gli effetti) la Svizzera, il Belgio e, più tardi, anche la Grecia. L'Unione era
nata con l'obiettivo di rendere moneta legale in tutti i paesi quella di ogni
singolo stato membro. La lira, quindi, veniva accettata come mezzo di scambio
in tutte le altre nazioni e viceversa.
Perché era accettata da tutti? stiamo
parlando di 140 anni fà, non esisteva la Comunità Europea, la BCE,
Maastricht...
Perché? Semplice: le monete d'oro e d'argento di tutti
questi paesi avevano lo stesso peso, lo stesso diametro e percentuale di
metallo prezioso. In sostanza, l'accordo serviva a dare slancio alle attività
di import ed export semplificando tutte le procedure di pagamento e bypassando,
in alcuni frangenti, l'attività di cambio gestita dalle banche.
Successivamente, anche altri stati si adoperarono per adattare le proprie
monete agli standard dell'Unione e finirono per entrare a farne parte: Spagna,
Romania, Austria, Bulgaria, Venezuela, Serbia, Montenegro, San Marino e lo
Stato della Chiesa.
Tutti di comune accordo? Non
può essere! Bisogna porre fine a questa fratellanza pacifica e redditizia!
Tuttavia, superati gli entusiasmi iniziali, la convenzione
monetaria sopravvisse a prezzo di grandi difficoltà solo fino al 1927, anno in
cui fu formalmente sciolta. L'unione fallì per diversi motivi, politici ed
economici. In particolare non vi fu mai una solida e, soprattutto, unica
politica monetaria (comparabile oggi all'attività della Banca centrale
europea).
brr...
Ma non vi fu nemmeno una sistematica politica tariffaria.
Qualche idea?
La mazzata finale arrivò con lo scoppio della Prima guerra
mondiale e la crisi di numerose economie europee. In ogni caso, l'Unione
monetaria latina ha rappresentato un importante tentativo di cooperazione
internazionale sul fronte economico-finanziario. Un passo in avanti che,
probabilmente, è servito per cementare anche il cammino che, oggi, ha dato vita
all'euro. (Mauro Milesi - 12.03.02)
brr, brrrrr
nota1
http://it.wikipedia.org/wiki/Unione_Monetaria_Latina
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Monete dell'Unione Monetaria Latina
fronte retro
5 franchi belgi di Leopoldo II del 1868
5 franchi francesi di Napoleone III del 1868
5 dracme greche di Giorgio I del 1874
5 lire di Vittorio Emanuele II di Savoia del 1874
L'Unione Monetaria Latina è stato un tentativo del XIX
secolo di permettere la libera circolazione di più valute europee all'interno
degli stati membri, al tempo in cui il valore delle monete era dato dalla
quantità di metallo prezioso in esse contenute.
Nel 1865 la Francia, il Belgio, l'Italia e la Svizzera
definirono un peso ed un titolo comune per le loro monete in argento ed oro.
Dal 1868 anche la Grecia e dal 1889 la Romania, la Spagna, l'Austria, la
Bulgaria, il Venezuela, la Serbia, il Montenegro, la Repubblica di San Marino e
lo Stato del Vaticano aderirono, anche se in alcuni casi non formalmente,
all'Unione.
A causa delle fluttuazioni dell'argento e dell'oro a
seguito della Prima guerra mondiale, l'Unione durò fino al 1927, anno in cui
venne sciolta.
nota2
http://www.merlino.org/eu-elatn.htm
Gia' nel 1869 una unione monetaria europea
L'unificazione monetaria europea avvenuta il 1 gennaio
2002 non e' propriamente un fenomeno senza precedenti in Europa. In effetti, dal
1866 ala 1926, fu instaurata tra alcuni paesi europei una unione monetaria
denominata in seguito come "Unione Latina". Cinque nazioni vollero
allineare i loro sistemi monetari e una ventina di altri paesi accettarono,
senza divenirne membri, i principi di questa unione. Esistono differenze
notevoli tra i criteri dell'Unione Latina e quelli dell'Euro: l'Unione Latina
non concerneva la carta moneta, non esisteva una banca centrale e solo le
dimensioni e i piccoli pezzi di moneta erano gli stessi per tutti i paesi
partecipanti; contrariamente all'Euro il verso delle monete non era comune a
tutte le emissioni nazionali.
Il 23 dicembre 1865 venne siglato a Parigi un atto
diplomatico che riconosceva l'Unione monetaria tra il Belgio, la Francia,
l'Italia e la Svizzera. Piu' tardi, nel 1868, si aggiunse la Grecia.
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Il
franco francese |
La
dracma greca |
La
lira italiana |
Il
franco svizzero |
Il
franco belga |
Le monete dei cinque paesi europei dell'Unione Latina
Fu necessario un mese di negoziati perche' questi paesi
giungessero ad un compromesso. All'inizio, le divergenze erano nette: la
Svizzera e il Belgio propendevano per l'abbandono dell'argento in favore
dell'adozione dell'oro, sull'esempio dell'Inghilterra, ma la Francia non voleva
demonetizzare il suo importante stock d'argento. Poi fu accettato il principio
della coniatura delle monete in entrambi i due metalli.
Molto presto si mostrarono interessati altri paesi pur
senza divenire membri dell'Unione Latina: l'Impero Austro-Ungarico, la Spagna
(1868), lo Stato Pontificio (1866), San Marino (1897), Monaco (1877), la
Romania (1867), la Serbia (1873), la Bulgaria (1880), la Russia (1885), la
Finlandia (1877) e vari stati sud-americani - Brasile (1867), Venezuela (1871),
Repubblica Dominicana (1891).
Il sistema monetario fu anche introdotto nelle colonie e
nei protettorati dell'epoca: in Congo (1887), alle Comore (1890), in Eritrea
(1890), in Tunisia (1891) e a Creta (1901).
Napoleone III che sognava di realizzare
"l'unificazione monetaria internazionale" convoco' a Parigi nel 1867
una importante conferenza internazionale per studiare la questione.
L'Unione Latina si smembrera' definitivamente nel 1927 a
seguito dei contrasti tra le nazioni europee che sfociarono nei conflitti della
Prima Guerra Mondiale.
Marc Depeyrot
Monnaie Magazine n.38, 2002
Un mare di dollari falsi e strani.
di Maurizio Blondet
(http://ilsignoraggio.blogspot.com/2005/04/un-mare-di-dollari-falsi-e-strani.html)
Una storia stranissima. La polizia delle Filippine
(National Bureau of Investigation, NBI) ha arrestato due cittadini britannici
che stavano per spedire – tenetevi forte – 3 miliardi di dollari falsi. E non
si tratta delle comuni banconote, ma di US Federal Reserve Negotiable
Certificates, ossia moneta vera e propria della Banca Centrale, in gergo
“bearer bonds” (1).
Come ha spiegato il direttore dell’NBI Reynaldo Wycoco, i
due arrestati – Paul E.J. Flavell e Sam Beany – sono stati presi sulla base di
una segnalazione, il 14 aprile scorso, mentre consegnavano grosse scatole con
costole di metallo alla DHL (lo spedizioniere globale) perché fossero
recapitate a Zurigo. All’interno, i pacchi di banconote false.
I due hanno pagato con carta di credito (sic), e non hanno
opposto resistenza. La polizia filippina sta ora ricercando altri due sospetti,
anch’essi di nazionalità britannica, Seki Mehmet Bayram e Peter Whittkamp.
I due arrestati sono stati rilasciati su cauzione.
Strano. Ancora più strano che i cosiddetti “grandi” media
americani ed europei non abbiano fatto parola di questo evento.
Tre mila miliardi di dollari falsi sono una cifra enorme,
ad occhio e croce il triplo del Pil italiano, e la loro diffusione sui mercati
monetari mondiali poteva provocare una catastrofe finanziaria. Ancora più
strana la spedizione verso Zurigo. A che scopo?
I falsari, di solito, spacciano le loro banconote
diffondendole alla spicciolata in negozi e casinò, e attraverso una catena di
“passaggi” più vasta possibile, alcuni dei quali complici volontari che pagano
una quota del valore facciale delle monete.
La spedizione a Zurigo invece, e il grosso taglio delle
contraffazioni, fa pensare che la destinazione fosse una banca.
A che scopo?
La comparsa di 3 trilioni – a meno che non si tratti di un
errore di stampa del giornale filippino - nell’economia Usa può provocare
un’inflazione esplosiva.
Chi disponesse di una tale cifra e fosse disposto a
“perderla” (cosa non poi tanto importante, se le monete sono false) può far
crollare la Borsa di Wall Street.
La presentazione di 3 trilioni di certificati della
Federal Reserve all’incasso, attraverso banche di Zurigo, potrebbe per assurdo
obbligare la Fed a chiudere lo sportello, perché nemmeno la Banca Centrale Usa
ha a disposizione contante o oro sufficiente a pagare una tale cifra.
Chi ha interesse allo tsunami finanziario che ne
seguirebbe?
Una delle risposte che corrono su internet è: la Casa
Bianca (2). L’Amministrazione Bush ha bisogno di una “attacco terroristico” per
giustificare la prossima invasione dell’Iran, e l’operazione-catastrofe
organizzata con l’anonimato di banche svizzere sarebbe l’ideale per accusare
poi l’Iran del disastro economico americano.
Chi sostiene questa ipotesi fa notare che vigono in Usa
“ordini esecutivi” della FEMA (l’agenzia di protezione civile per catastrofi)
che consentono al Presidente di sospendere la Costituzione in caso di crisi
economica acuta.
Ciò spiegherebbe anche il silenzio dei “grandi” media,
avendo l’arresto dei due britannici mandato all’aria il progetto.
A chi scrive viene in mente un’altra ipotesi: forse il
sistema bancario internazionale (che ha uno dei suoi cuori in Svizzera) è tanto
svuotato e fallimentare da dover ricorrere allo spaccio di moneta falsa per
continuare a far funzionare il grande Casinò Globale.
Forse si tratta di nascondere falsi di un disastro già
avvenuto a causa dei “derivati”? Il taglio delle note sembra indicare un
impiego interbancario.
O sono possibili altre ipotesi? Aspetto suggerimenti dai
lettori.
di Maurizio Blondet
Note
1)“2brits nabbed with $3
trillion in fake US fed notes”, Abs-Cbn, 25 aprile 2005. La
notizia è molto stringata.
2)“an economic 9-11?”,
Whatreallyhappened.com, 26 aprile 2005.
(http://ilsignoraggio.blogspot.com/2005/03/la-quadratura-del-cerchio.html)
Denaro sporco lo scandalo punta a Sharon e al gruppo MEGA
(di Dean Andromidas)
La mattina del 6 marzo scorso,
la polizia israeliana ha perquisito la filiale 535 della Banca Hapoalim, la
maggiore banca israeliana, ed ha arrestato 22 impiegati e direttori di banca,
in quella che la polizia israeliana chiama la più grande operazione anti-riciclaggio
nella storia del paese. Nello stesso tempo, dall'altra parte della città, lo
stesso giorno, la polizia ha perquisito gli uffici dell'oligarca russo in
esilio Vladimir Guzinsky, alla ricerca di prove incriminanti relative al
riciclaggio di denaro. Inoltre è stato annunciato che l'ambasciatore israeliano
a Londra, Zvi Hefetz, ex socio d'affari di Guzinsky, sarà interrogato a
proposito della sua possibile posizione all'interno del caso. Un professore di
economia israeliano ha detto a EIR (Executive Intelligence Review) che tutti
sapevano che la filiale 535 era uno dei centri più importanti del riciclaggio.
La domanda è: "Perché la cosa viene fuori adesso?". Egli ha
commentato che il coinvolgimento di Guzinsky e Hefetz punta direttamente a
Sharon. "Hefetz venne nominato ambasciatore a Londra da Sharon"
nonostante il fatto che egli parli un'inglese stentato e tutti sanno quanto
Guzinsky sia vicino a Sharon. Questo caso mostra al mondo intero il "nesso
tra crimine e politica in Israele".
Ma c'è molto di più che la
semplice dimostrazione dell'infinita corruzione di Sharon. Una fonte
dell'intelligence israeliana ha detto a EIR: "Questo non è un caso locale,
è un caso internazionale; è il fatto più importante attualmente in
Israele".
Lo statista americano Lyndon
LaRouche ha collegato lo scandalo all'imminente collasso del dollaro.
Parallelamente a questo collasso, alcune fonti della finanza svizzera e inglese
puntano all'attacco da parte dell'amministrazione Bush al Medioriente e a certi
altri sviluppi che hanno scatenato un terremoto nei centri internazionali del
riciclaggio di denaro. Quando accadono questi terremoti, le automobili
esplodono, i maggiori partecipanti vengono assassinati e le banche subiscono
delle irruzioni.
Una fonte anziana della City di
Londra collega il caso della Banca Hapoalim al recente assassinio del primo
ministro libanese Rafik Hariri, dicendo: "La mia opinione su quanto sta
accadendo in Israele e nel Libano è che non si tratta solo di qualcosa che ha a
che vedere con la sfera geopolitica, ma anche con quella finanziaria. Il
retroterra di questi sviluppi è il fatto che la parte greca di Cipro è entrata
nell'Unione Europea nel maggio 2004. Quello che seguì fu la dismissione di
Cipro come centro finanziario per la criminalità organizzata, per i trafficanti
di droga e per i riciclatori di denaro sporco, specialmente per quanto riguarda
il settore russo di queste attività. Quindi occorreva trovare dei centri
alternativi per queste attività.
Nella regione, Beirut e Tel Aviv
diventano delle alternative attraenti, cosa che può spiegare i recenti
avvenimenti nelle due città".
Il brutale assassinio di Hariri
non ha solo fatto saltare la pacifica risoluzione della crisi siro-libanese, ma
ha distrutto il progetto di Hariri di far ridiventare Beirut il maggior centro
finanziario internazionale che rappresentava, prima della guerra civile degli
anni 1970 e 1980, per i capitali europei e del sud-ovest asiatico. Nei mesi
precedenti la sua morte, Hariri aveva viaggiato in Russia dove aveva proposto
che la Russia stabilisse una banca per il commercio estero a Beirut. Aveva
anche proposto una larga cooperazione nei settori del gas, della raffinazione
del petrolio e dei progetti immobiliari in Russia, nel Libano e nel resto del
sud-ovest asiatico.
Se il Libano finisce ancora una
volta in una guerra civile, questi flussi di capitali, che avrebbero potuto
essere impiegati per uno sviluppo economico reale nella regione, saranno
impiegati per pompare artificialmente l'infausto sistema finanziario internazionale
"globalizzato".
Un analista finanziario svizzero
ha convenuto con quanto descritto, ma ha aggiunto che anche Ginevra è un
maggiore - se non il preferito - centro finanziario del crimine organizzato.
Egli ha fatto riferimento al recente assassinio, simile ad una esecuzione
mafiosa, del banchiere francese Edouard Stern nel suo appartamento di Ginevra.
Stern non era un banchiere qualsiasi, ma il genero ed apparentemente l'erede,
di Michel David Weill, il presidente della Lazard LLC, una delle più importanti
e malvagie banche del mondo. Secondo alcune fonti, Stern, che aveva una sua
società finanziaria, era il "banchiere ombra" di Lazard. "Lui
faceva cose che Lazard non poteva fare, ed è stato ammazzato nel durante".
Così come per i neo-conservatori
ed i loro complici finanziari, la cui politica è di impadronirsi del petrolio e
delle risorse naturali di una regione lasciandola nel caos e nella guerra. Come
uno degli stati delle crociate di Venezia, Tel Aviv sta divenendo il centro
finanziario "globalizzato" della regione. I lacché, come Sharon ed il
ministro delle finanze israeliano Benjamin Netanyahu, sono fin troppo
compiaciuti nell'ubbidire.
Questa politica
neo-conservatrice ha raggiunto il suo apice con la nomina a governatore della
banca centrale israeliana dell'americano-rodesiano Stanley Fischer. Un ex
vice-direttore del Fondo Monetario Internazionale, Fischer è un protetto della
scuola fondamentalista di Chicago sul libero mercato. Per più di 20 anni,
Fischer è stato il "sicario economico" di George Shultz, con il
compito di trasformare Israele in un'area fondamentalista dell'economia del
libero mercato. Come vicedirettore del FMI negli anni 1990, Fischer più di
qualunque altro fu responsabile del collasso del processo di pace, imponendo
politiche fondamentaliste di libero mercato nella regione (vedi EIR, 21 gennaio
2005).
La galleria delle canaglie dietro alla Banca HAPOALIM…
Uno sguardo a chi si nasconde
dietro alla Banca Hapoalim rivela la galleria delle canaglie dei
libero-marchettari e dei loro compari che stanno guidando questa politica e che
controllano sia Sharon che Netanyahu.
La Banca Hapoalim (BH) in
ebraico vuol dire "Banca dei Lavoratori" e faceva parte della
federazione sindacale "Histadrut",nel tempo in cui lo Stato
israeliano giocava un ruolo centrale nell'economia. Venne privatizzata (NdT:
anche in Israele devono riciclare i proventi del signoraggio) nel 1997, quando
Netanyahu era primo ministro. Un pacchetto azionario di controllo della banca
finì al consorzio finanziario americano che dà ordini sia a Sharon che a
Netanyahu.
Questo consorzio, che si intascò
più del 30% delle azioni, era guidato da Ted Arison, un ex trafficante di armi
di quando Israele non era ancora uno Stato. Arison fece la sua fortuna con la
flotta "Carnival Cruise Lines" che gestiva dei casinò galleggianti.
Venne aiutato in questo progetto da Meshulam Riklis, un altro gestore di
casinò. Riklis e Arison finanziavano sia la carriera che la vita privata di
Sharon. Riklis dette a Sharon i soldi per comprare il suo infame ranch
"Sycamore". Poiché ora Arison è morto, le sue azioni sono detenute
dalla sua altolocata figlia Shari Arison.
Gli interessi di Arison sono
rappresentati da Shlomo Nehama, che è il presidente della banca. Nehama è uno
dei "consiglieri ufficiosi" di Netanyahu. Come disse un esperto
israeliano: "Nehama è più importante di un consigliere ufficiale; quando
Nehama parla, Netanyahu ascolta". Arison comprò il 20% della banca e trovò
degli amici nel cosiddetto "Mega Group" che venne fondato da Charles
e Edgar Bronfman e che comprende dei ricchi filantropi americani ebrei che sono
anche i finanziatori della destra americana e della lobby pro-israeliana di
destra. Tra questi troviamo:
* Michael Steinhardt,
membro del Mega Group, fondatore del Consiglio della Leadership Democratica
(contraria a LaRouche), che è il mecenate dietro a Joe Lieberman. Il padre di
Steinhardt era il commercialista del padrino della criminalità organizzata
Meyer Lansky, attività per la quale finì in galera. Steinhardt usò i soldi del
padre per creare una serie di enormi fondi altamente speculativi (hedge fund)
che dopo rivendette, sul presupposto che avrebbe devoluto il suo tempo alla
"filantropia".
Come proprietario della
"Israeli Maritime Bank", fece un mutuo sul ranch di Ariel Sharon dove
è spesso un ospite.
* Leonard Abramson,
fondatore della "HMO U.S. Healthcare". Poco dopo che Sharon venne
incaricato come primo ministro nel 2001, Abramson era uno degli ospiti della
fattoria di Sharon che parlava del lancio di una offensiva di propaganda
seguendo un piano dei falchi guerraioli israeliani che volevano affondare
definitivamente gli accordi di Oslo. Poco dopo esser tornato negli USA,
Abramson si incontrò con gli amici del Gruppo Mega, Edgar Bronfman e
Steinhardt, dopo di cui venne lanciata una vasta operazione di propaganda
chiamata "Educazione per il Medioriente" (Education for Middle East),
chiamata anche con l'acronimo "Emet", che significa
"verità" in ebraico.
* Charles Schusterman,
membro fondatore del Mega Group e fondatore della società petrolifera
indipendente "Samson Resources". Egli era uno dei maggiori
finanziatori dell'American Israel Public Affairs Committee (AIPAC), la lobby
della destra israeliana che è attualmente sotto indagine da parte dell'FBI con
l'accusa di spionaggio. Poiché egli è deceduto, le sue azioni nella Banca
Hapoalim sono oggi in mano agli eredi.
* Lewis Ranieri, che
possiede il 3,4% della banca, non è un membro del gruppo Mega e non si spaccia
per un filantropo. Negli anni 1980, lavorando alla Solomon Brothers, egli fu
l'inventore dei titoli garantiti da ipoteche (NdT: simili in Italia ai
"MyWay4You"). Fu probabilmente il più grande responsabile del
collasso delle banche del circuito "Savings and Loan" negli anni
1980, e dell'attuale bolla immobiliare il cui collasso minaccia di tirar giù
l'intero sistema finanziario. Ranieri creò la sussidiaria di New York della
Banca Hapoalim, la "Signature Bank", usando dai 50 ai 60 ex manager
della vecchia banca di Edmond Safra "Republic National Bank" (BofNY).
(NdT: Safra morì bruciato vivo nella sede di Montecarlo della sua banca nel
1999. In Italia ufficialmente esisteva solo un ufficio di rappresentanza a
Milano, in Piazzale Cadorna. Ma in realtà vi erano dei conti titoli attivi, con
indirizzi in Italia, presso la clearing-house Clearstream del Lussemburgo)
* Danny Dankner, un
israeliano, è l'altro maggior azionista. I Dankner ed il loro impero
commerciale di famiglia, sono tra i "baroni rapinatori" che hanno
profittato immensamente dalla privatizzazione del settore statale israeliano,
usufruendo dei loro compari: da Sharon a Netanyahu e giù giù nei gangli del
governo israeliano. I Dankner hanno anche profittato vincendo dei contratti da
Sharon per costruire insediamenti nei territori occupati.
Gli osservatori finanziari hanno
contestato il fatto che solo due settimane prima che la polizia irrompesse
nella banca, questo consorzio vendette 250 milioni di dollari in controvalore
di azioni della banca. Infatti, da ottobre, questi squali hanno pompato il
valore delle azioni del 100% attraverso la mobilitazione di investitori
istituzionali americani, per la maggior parte fondi pensione, per comprare
azioni della Banca Hapoalim quando il prezzo era molto basso. Il fatto che
l'alta direzione conoscesse che una indagine potenzialmente pericolosa era in
corso, ha fatto inarcare le sopraciglia a più di uno dei protagonisti dei
circoli finanziari e giudiziari.
... e la “Mafia Russa”
Fino ad ora nessuno di questi
bei tomi, i veri zanza, è finito sotto indagine: solo i direttori di banca, gli
addetti allo sportello, vari impiegati ed alcuni clienti sono stati arrestati.
Ciononostante la polizia ha congelato i circa 400 milioni di dollari tenuti su
più di 180 conti, appartenenti a 18 clienti, sospettati di essere stati usati
per riciclaggio di soldi sporchi. Si ritiene che siano coinvolti circa 200
clienti. Molti dei sospetti includono degli oligarchi russi, dei padrini della
Mafyia russa e degli uomini d'affari israeliani e stranieri. La Francia
collabora pienamente e la sede di Parigi della Banca Hapoalim è nel mirino
della polizia. I soldi della mafia russa hanno trovato alloggio in Israele,
negli ultimi dieci anni, arrivando non solo all'interno del sistema bancario
israeliano ma anche a finanziare le campagne politiche di vari politici
israeliani ben in vista. Commentando questi fatti, Guy Rolnik scrisse in un
articolo del 9 marzo nel giornale Ha'aretz: "All'inizio degli anni 1990,
le grandi banche israeliane scoprirono una nuova entità geografica... la
Russia. Ogni pochi mesi, qualche nuova celebrità russa, ovviamente ebrea,
visitava Israele portando decine di centinaia di milioni di dollari. Le banche
non annoiavano questi dignitari con domande fastidiose: semplicemente aprivano
delle divisioni speciali intitolate all'Europa dell'Est".
I sospettati più interessanti,
in quest'ottica, sono vari oligarchi russi che vivono in Israele perché ci sono
dei mandati di cattura, per loro, in Russia ed in altri paesi. Questa lista è
impressionante:
* Vladimir Guzinsky, ex
barone dei media russi e banchiere. Egli è ricercato dalle autorità russe per
frode ed evasione fiscale. Questo non ha colpito la sua carriera affaristica in
Israele, dove possiede il 30% del secondo più importante quotidiano israeliano:
il Ma'ariv. Il suo socio è l'ex agente del Mossad e trafficante di armi
dell'era Iran-Contra, Jacob Nimrodi. I due sono buoni amici di Sharon e
Netanyahu.
* Leonid Nevzlin, che
anch'esso venne esiliato in Israele a causa di un mandato di cattura russo per
omicidio, era un socio nella società capogruppo Menatep con Mikhail
Khodorkovsky, l'ex capo della compagnia petrolifera Yukos Oil e che attualmente
è sotto processo in Russia, dove è accusato di vari crimini finanziari (NdT: da
quando Khodorkovsky è in stato di detenzione, le sue funzioni vengono svolte
dal Barone Rothschild - tanto per chiudere il cerchio).
* Arcadi Gaydamak è un
russo-israeliano che è ricercato dai francesi per frode. Egli fece la sua
fortuna nel traffico delle armi, specialmente in Angola.
Dove arriverà questa indagine?
Le autorità suggeriscono che almeno un'altra banca è sotto indagine. Un esperto
economico israeliano ha fatto la congettura che l'indagine fosse un tentativo
per "ripulire" la reputazione di Israele dall'etichetta di paradiso
del riciclaggio, in modo da attrarre i grandi giocatori del mercato finanziario
globalizzato. Naturalmente questo significa che i "rapinatori" che
hanno approfittato maggiormente dagli sporchi accordi della privatizzazione e
dall'economia grigia israeliana, verranno rietichettati come "baroni
rispettabili". Se questo è il caso, un buon inizio per la pulizia sarebbe
di disfarsi di Sharon. Una recente indagine di mercato, commissionata dal
quotidiano Ha'aretz, ha rivelato che il 62% degli israeliani considera Sharon
come "corrotto".
DEAN ANDROMIDAS
Fonte: www.larouchepub.com
Link: http://www.larouchepub.com/other/2005/3211hapoalim.html
Traduzione per
www.comedonchisciotte.org a cura di MARCO SABA Questo articolo è apparso
nell'edizione del 18 marzo 2005 della EIR (Executive Intelligence Review):
(http://www.brianzapopolare.it/sezioni/mondo/cuautemoc_2000nov05.htm)
Quanto fa l'interesse del 10%
annuo per 5 secoli?
Guaicaipuro Cuautemoc e' un
indios che sa far di conto. Non un indios di quelli piagnucolosi, che
continuano a lamentarsi per via che sono poveri, la loro terra e' stata
depredata, i loro diritti calpestati brutalmente. No, Guaicaipuro Cuautemoc e'
un indios pragmatico. Una nuova specie di indios con il pallino degli affari.
Guaicaipuro Cuautemoc ha scritto
una lettera alle potenze occidentali che non contiene recriminazioni. Va bene,
dice, siete stati un po' malvagi, ma quel che e' stato e' stato, mettiamoci una
pietra sopra. Affrontiamo la cosa da persone moderne e responsabili, non stiamo
qui a fare un dramma su 5 secoli di aberrazioni. E' il progresso... Guaicaipuro
Cuautemoc si limita a affrontare una piccola questione tecnica.
La questione delle ricchezze
depredate.
Ok, non vogliamo pensare che le
avete volute rubare. Diciamo che era un semplice prestito.
Restituiteceli riconoscendoci un
modesto interesse bancario.
Vi va bene il 10% annuo?
Allora facciamo 2 conti:
"Fa fede l'Archivio delle Indie. Foglio dopo foglio, ricevuta dopo
ricevuta, firma dopo firma, risulta che solamente tra il 1503 e il 1660 sono
arrivati a San Lucar de Barrameda 185mila chili di oro e 16 milioni di chili
d'argento provenienti dall'America." Calcolare il valore attuale di questa
fortuna non e' facile, una stima prudenziale e' di 10 milioni di miliardi di
lire. Poi ci sono gli interessi, grazie ai quali ogni 10 anni il capitale
raddoppia: 20 milioni di miliardi, 40 milioni di miliardi, 80, 160, 320, 640,
1280 e cosi' via per 34 volte (iniziando a calcolare gli interessi dal 1660).
Beh...viene fuori un cifrone. Ci
compri una massa di oro e di argento abbondantemente superiore al volume del
pianeta terra. Ok, pagate! Dice l'indios. Ma, aime', le potenze dell'occidente
non hanno tutto questo denaro. Neppure se vendessero tutte le fabbriche, le
banche, le imprese, le auto e le opere d'arte di tutti i loro musei, le
proprieta' terriere e i palazzi, potrebbero mettere insieme una cifra del
genere. Eppure l'oro e l'argento giunti a San Lucar de Barrameda non sono che
una frazione minima delle ricchezze depredate dalle grandi potenze nel
cosiddetto terzo mondo...Sono una bazzecola!
Ora sorge spontanea una domanda:
dove sono finiti questi soldi?
Volete dire che in tutti questi
secoli non hanno reso almeno il 10% annuo? Calcoliamo che abbiano reso solo il
2%...Calcoliamo anzi che non abbiano reso nulla. Comunque la massa delle
ricchezze depredate durante i secoli del colonialismo e' tale che nessuno oggi
sarebbe in grado di restituirle, neppure volendo. Se le ricchezze prese in
prestito dalle potenze occidentali fossero restituite i paesi del terzo mondo diventerebbero
ricchissimi e in Europa non ci sarebbero piu' neanche le sedie per sedersi. E
invece, incredibile, le grandi potenze vantano dei crediti verso il terzo
mondo. I derubati devono risarcire i danni del furto.
Dicevamo che i soldi sono
spariti. Che fine hanno fatto? In parte furono sperperati nelle corti europee e
nei palazzi nord americani. Ma in piccola parte. Il grosso del malloppo fu
gettato via combattendo una guerra dopo l'altra. Guerre, guerre e ancora
guerre. Miliardi di fucili, fantastiliardi di proiettili. E migliaia di
cannoni, di testate nucleari, sommergibili, aerei, mezzi blindati... E viene
allora da chiedersi che cosa succederebbe se un domani l'umanita' trovasse il
modo di vivere senza sprecare assurdamente le proprie risorse. Ogni bambino
nascerebbe con un milione di dollari in banca e il mondo sarebbe un posto
talmente bello che anche i generali sarebbero piu' umani.
Dario Fo
Roma, 5 novembre 2000
(di Pierre Parisien)
Congresso dell’Associazione
canadese dell’economia - 2002
(http://www.mclink.it/personal/MC0823/riflussi.html)
[Traduzione a cura di Marco Saba
- Testo originale in FRANCESE e testo originale in INGLESE]
Fu una rivelazione che influenzò
profondamente la mia vita intellettuale. Una delle mie figlie seguiva un corso
di economia a livello secondario. Avevo acquistato il libro di testo “Capire
l’economia canadese” (di W. Trimble, edizioni Copp Clark Pittman) e poiché mia
figlia sembrava poco intenzionata a leggerlo, decisi di leggerlo io per non
sprecare i soldi dell’acquisto.
Non avevo mai avuto il minimo
interesse verso la scienza economica ma questo cambiò quando, giunto al sesto
capitolo, “Moneta e tecnica bancaria”, ho letto le seguenti frasi:
“I soldi più importanti sono il
credito. Il credito più importante è il credito creato dal nulla dal sistema
bancario. L’ottanta percento del volume d’affari in Canada usa questa moneta
che in realtà non esiste. Le banche lo affittano, proveniente dal nulla, alle
persone, e quando rientra ritorna nel nulla”.
Fu una rivelazione che mi ha
portato ad uno studio più approfondito dell’economia. Ma fu solo qualche tempo
dopo che mi accorsi che il libro dedicava molte pagine al meccanismo di
creazione di denaro dal nulla, ma non c’erano indicazioni su come questo denaro
ritornasse nel nulla una volta ripagato.
Ho cercato in lungo e in largo
per l’informazione mancante. Ho guardato in testi accademici come ad esempio in
“Money, Banking and the Canadian Financial System”, di H. H. Binkhammer, e in
“Economics of the Canadian Financial System”, di Sharer, Chant e Bond, ma non
ho trovato nulla che spiegasse come la moneta creata dalle banche ritornasse
nel nulla. Finalmente sono giunto alla conclusione che le banche traggono il
loro reddito principalmente dal riflusso di questo denaro fabbricato, mentre
l’interesse che prendono non è che la ciliegina sulla torta.
Per capire il riflusso bancario
uno deve capire il principio della contabilità doppia:
quando prendete a prestito 1.000
euro da una banca, questa iscrive 1.000 euro nel vostro conto cosicché, in
effetti, crea mille euro che prima non esistevano. Questa somma è un asset per
voi poiché potete spenderlo, ma un passivo per la banca poiché deve darvelo a
richiesta (o attraverso un prelievo o tramite un assegno). Considerando che
questa banca garantisce migliaia di prestiti all’anno, è ovvio che tutte queste
esposizioni manderebbero presto in bancarotta la banca se non ci fosse una
controgaranzia per il passivo. Questa garanzia è il patrimonio che è di
proprietà della banca. Quando prendete a prestito 1.000 euro quindi, la banca
li crea due volte: una volta per voi – come esposizione della banca – ed una
per sé stessa, il prestito – che è un attivo per la banca ed un passivo per
voi. (A livello contabile, il prestito è già di proprietà della banca, ancor
prima di essere rimborsato. Questo spiega perché, se non riuscite a pagare le
rate del mutuo, la banca vende la vostra casa e si prende l’ammontare del
prestito).
Ora, ovviamente non avete preso
in prestito questi mille euro per lasciarli fermi sul conto. Facciamo l’esempio
che acquistiate della merce dal Sig. X e che paghiate con un assegno. Il Sig. X
depositerà l’assegno in banca. La banca aggiungerà 1000 euro sul conto del Sig.
X, un passivo per la banca, e creerà 1000 euro per sé, un patrimonio che viene
aggiunto alla sua riserva. Ma la vostra banca è stata appena alleggerita di una
esposizione di mille euro (da quando l’assegno è registrato) quindi il sistema
bancario nel suo insieme non perde né guadagna. Quello che è semplicemente uno
spostamento di un passivo da una banca all’altra viene presentato come fosse un
nuovo passivo. La vostra banca dovrebbe cancellare mille euro dal suo attivo
una volte per tutte, per essere in regola coi principi della contabilità
doppia. Non ho trovato nessuna traccia del fatto che lo faccia e sono convinto
che nessun ente di supervisione o auditing lo vada a controllare.
(NdT: ecco perché in Italia la
banca centrale ci tiene così tanto a mantenere i poteri di controllo e
vigilanza sul sistema bancario… Cane non morde cane.)
Se noi fondiamo mentalmente
tutte le banche come se fossero una sola banca – la Grande Banca – il riflusso
bancario diventa semplice e facile da comprendere: Per fare sì che la scrittura
doppia sia integra, i cambiamenti nella colonna dell’attivo e quelli nella
colonna del passivo devono sempre combaciare. I due devono aumentare e
diminuire insieme e della stessa entità.
Quando una somma viene sottratta
dal passivo della Grande Banca (il sistema bancario aggregato) per via del
pagamento attraverso assegno o carta di credito, un ammontare equivalente di
attivo deve abbandonare il sistema.
Non succede così!
Testo del seminario
I prestiti e il riflusso
bancario
(di Pierre Parisien)
Permettetemi di iniziare dandovi
un breve scorcio del mio documento: le banche “chartered” ( e le banche
commerciali al di fuori del Canada) creano dal nulla la moneta che prestano e
poi recuperano la maggior parte del capitale cosicché quello che guadagnano con
gli interessi non è che la ciliegina sulla torta. Dimostrerò come il sistema
delle clearing-house bancarie (stanze di compensazione) è strumentale al
processo di recupero (quello che io chiamo il riflusso bancario). Quindi
suggerirò alcuni cambiamenti che potrebbero rendere il sistema più equo e
razionale.
Ma innanzitutto facciamo una
breve analisi del concetto di prestito. Vi sono principalmente due tipi di
prestiti: prestiti distributivi e prestiti generatori. Quando prestate la
falciatrice ad un amico o quando una associazione di credito cooperativo presta
il denaro, qualcosa di preesistente viene temporaneamente ridistribuita, da qui
la definizione di prestito distributivo; ma quando una banca commerciale
accorda un prestito, essa fabbrica il denaro dal niente. Il denaro non proviene
dalle risorse della banca, né dai depositi che le vengono affidati dalla
clientela: viene dall’inchiostro della penna del banchiere (o da una scrittura
effettuata in un computer). Questi li chiamo prestiti generatori.
Se c’è gente tra voi che fa
fatica a credermi, vi suggerisco di leggere il sesto capitolo intitolato
"Commercial Banks as Creators of Money", in "Money, Banking and
the Canadian Financial System" di H.H. Binhammer. Vorrei anche citare
"Economics of the Canadian Financial System" di Sharer, Chant e Bond:
“Mentre anche altre istituzioni finanziarie creano denaro, la nostra analisi
dimostrerà che, a causa della loro posizione dominante nel sistema dei pagamenti,
le banche commerciali sono il cuore di questo processo”.
La capacità di una banca di
creare moneta non è tuttavia infinita. E’ limitata dal suo capitale. Le linee
direttive dell’ufficio del sovrintendente delle istituzioni finanziarie
limitano la totalità dei prestiti di una banca a 20 volte il suo capitale (NdT:
oggi, 2005, siamo a 50 volte, con una riserva frazionaria del 2%) così come
viene definito nel documento al capitolo A, "Capital Adequacy
Requirements," capoverso 1, sezione 1-1. Queste regole seguono le linee
guida del “Capital Accord” del 1988, raggiunto sotto l’egida della BRI, la
Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea (BIS – Bank of International
Settlements).
Bene! Siamo ora pronti ad
affrontare il cuore della mia presentazione, il riflusso bancario, ovvero il
ritorno alla banca del capitale creato dalla banca emettendo un prestito.
Ma prima di studiare il
meccanismo del sistema bancario, permettetemi di andare direttamente ad un
esempio che permetterà di presentare il mio punto evitando le complicazioni
tecniche. Supponiamo che voi siate proprietari di una impresa e che voi
prendiate in prestito un milione di euro da una banca per mettere sul mercato
un nuovo prodotto. La banca crea dal nulla il milione di euro e si premunisce
di una garanzia – una proprietà, un magazzino di prodotti o anche un immobile
privato.
Supponete che un concorrente
metta sul mercato un nuovo prodotto che rende desueto il vostro e vi mette alle
corde, in più siete in ritardo col vostro primo pagamento. La banca
immediatamente richiede indietro il prestito ma poiché voi ne avete già speso
la maggior parte, non potete ripagarlo. A quel punto la banca vi espropria
della vostra attività o di qualsiasi cosa voi abbiate messo a garanzia, e
recupera il valore del prestito.
Questo succede continuamente e
dimostra il fatto che le banche hanno titolo al capitale che esse stesse creano
con l’atto del prestarlo.
I difensori di questo sistema
ammettono che le banche creano il denaro che prestano, ma sostengono che il
denaro prestato verrebbe “distrutto” gradualmente col ripagamento del prestito
e che la banca profitterebbe del solo interesse che impone. Per rifiutare
questa spiegazione, dobbiamo entrare nel poco chiaro mondo della contabilità
doppia, l’attuale forma predominante di tenuta della contabilità. (Immagino che
molti di voi siano già familiarizzati con questo argomento, ma vi chiedo
indulgenza perché altrimenti peccherei nei confronti di quanti non lo
conoscono).
Ogni volta che voi depositate
contanti o assegni nella banca, la banca accredita il vostro conto. Questa
somma è un attivo dal vostro punto di vista, ma per la banca è un passivo,
poiché voi siete liberi di prelevare la somma a volontà. La banca deve dunque
accreditarsi di un attivo di egual valore che viene chiamato riserva (di fatto,
un'aggiunta alle sue riserve).
E’ una concezione errata il
credere che le riserve siano delle somme messe da parte in previsione di tempi
duri. Solamente una piccola percentuale di ciò che viene chiamata la riserva
della banca, viene effettivamente accantonato. Nell’antichità, queste riserve
erano mantenute in deposito presso la banca centrale del Canada, ma dopo che la
legge bancaria venne modificata nel 1992 per eliminare questa esigenza, le
banche commerciali non tengono in cassa che le riserve di denaro contante che
esse stesse ritengono necessario o prudente. Questa somma non supera il 10% dei
loro attivi, poiché viene considerata sufficiente a rispondere alle richieste
del pubblico di biglietti di banca.
Allora, che se ne fanno le
banche del denaro che rimane? Esse lo investono, se ne servono per sostenere e
giustificare altri prestiti, per pagare gli stipendi ed i premi ed anche per
pagare i dividendi ai loro azionisti (secondo delle limitazioni imposte dalla
“Loi sur les banques”, articolo 129, paragrafo 4). Le riserve di una banca non
sono un tesoro conservato in una cassaforte, ma piuttosto una corrente di
denaro che attraversa un portone e così facendo diventa proprietà della banca.
Talvolta questa proprietà (un
attivo) è equilibrata da un’obbligazione (un passivo) e talvolta invece no. Per
comprendere appieno il bilancio di una banca, dovremmo rimpiazzare mentalmente
il termine “riserva” con il termine “proprietà della banca”.
Quando una banca accorda un
prestito, essa accredita il cliente di un deposito corrispondente e
simultaneamente crea un accredito a sé stessa di un attivo equivalente al
prestito. Un tale deposito, creato dal nulla, viene chiamato deposito
secondario, o deposito derivato. I depositi che non vengono creati dalle banche
vengono chiamati depositi primari. (E’ un peccato che questi termini non siano
più adottati, perché mettevano in evidenza una distinzione importante). E’ la
relazione tra i depositi primari e quelli secondari che rende possibile il
riflusso bancario – il ritorno alla banca del capitale creato con i prestiti.
Facciamo un esempio per
dimostrare il meccanismo implicato:
Giovanni prende a prestito 1000
euro dalla Banca A che noi consideriamo una banca-monopolio, ovvero la sola
banca del paese [NdT: questo è l’effetto pratico raggiunto attraverso il
meccanismo del clearing interbancario]. Quest’ultima crea il denaro dal nulla e
inserisce la somma come deposito sul conto di Giovanni e, in contropartita,
come aggiunta alle proprie poste attive. (Per semplificare le cose, non terremo
conto degli interessi e delle spese).
Il giorno seguente, Giovanni si
serve del suo deposito per emettere un assegno di 500 euro a favore di Enrico
che lo deposita nel suo conto alla Banca A. Questo è un deposito primario che
aggiunge automaticamente altri 500 euro ai fondi della riserva della banca.
Il secondo giorno, Giovanni
emette un assegno di 500 euro a Teodoro che lo deposita allo stesso modo nel
suo conto alla Banca A. Scriviamo le tre transazioni sul bilancio:
Iscrizioni nel bilancio della
Banca A
|
ATTIVO |
PASSIVO |
|
Prestito 1000
euro Riserva 500
euro Riserva 500
euro |
Deposito secondario
1000 euro Deposito primario
500 euro Deposito primario
500 euro |
|
Attivo totale 2000 euro |
Passivo totale 2000 euro |
L'ultima linea dimostra che
l'attivo totale e il passivo totale sono uguali ed opposti, si annullano
mutuevolmente. La banca pretenderà dunque che il denaro creato emettendo il
prestito (un passivo, dal suo punto di vista) è stato compensato dall'attivo
del prestito rimborsato e che solamente l'interesse rappresenta un guadagno
proveniente da questa transazione.
Questo ragionamento è fallace,
si tratta di capire il gioco delle tre carte. Il trucco consiste nel sommare il
passivo dei depositi primari al passivo del deposito secondario.
Quando Enrico, nel nostro
esempio, mette all'incasso l'assegno da 500 euro di Giovanni, quest'ultimo
perde 500 euro dal suo deposito secondario. Quando Teodoro deposita l'altro
assegno di 500 euro di Giovanni, questi perde il restante del deposito creato
col prestito: ha speso il suo prestito. Il passivo della banca di 1000 euro
verso Giovanni è stato rimpiazzato con due passivi di 500 euro verso Enrico e
Teodoro - ma Giovanni deve sempre 1000 euro (più gli interessi) alla banca. In
seguito, ogni volta che Giovanni effettuerà un pagamento sul suo prestito, il
pagamento verrà iscritto come attivo per la banca (aggiungendolo alle riserve),
ma non ci sarà un passivo come contropartita. Il pagamento sarà dunque un
guadagno in conto capitale per la banca.
Il passivo della banca viene
dunque correttamente iscritto nel nostro bilancio come 2000 euro (il prestito
di 1000 euro più due aggiunte di 500 euro alle riserve), ma il passivo dovrebbe
essere iscritto solamente nella misura di 1000 euro. PERCHE'?
Perché i due depositi primari
rappresentano uno spostamento di passivo piuttosto che una aggiunta al passivo
originale di 1000 euro. Poiché le riserve sono di proprietà della banca, nel
nostro esempio, la banca si è in effetti creata 1000 euro dal niente.
L'interesse è semplicemnte la ciliegina sulla torta (Ndt: probabilmente nel
sistema bancario islamico questo non avviene - e questo spiegherebbe lo scontro
epocale tra il sistema bancario occidentale e quello islamico, erroneamente
attribuito a fattori religiosi. Infatti, nelle tre religioni cristiana, ebrea e
musulmana, l'usura viene condannata comunque. Quando si pensa che le banche
occidentali stanno disperatamente cercando di "globalizzare" queste
truffe, si capisce la resistenza tenace da parte di altre culture meno
corrotte).
Questo ritorno di capitale
creato attraverso il prestito è quello che chiamo il riflusso bancario. Alcuni
diranno che nessuna banca-monopolio avrebbe l'audacia di praticare uno stratagemma
così evidente e che, nei fatti, una singola banca non procede a questo modo
quando si tratta di contabilizzare lo scambio di assegni tra due clienti che
hanno i conti presso la medesima succursale. Consiglio a questi scettici di
considerare il mio esempio come un espediente euristico che ci aiuterà a
comprendere un punto che tratteremo tra poco.
Notate comunque che se Enrico e
Teodoro avessero insistito per incassare i loro assegni in contanti, la Banca A
sarebbe stata costretta ad attingere dalle riserve per soddisfare la domanda.
Questo pagamento avrebbe annullato le riserve create attraverso il deposito dei
loro assegni e, in questo caso, la banca non avrebbe potuto beneficiare che
dell'interesse sul prestito.
Il denaro contante, poiché
cortocircuita il riflusso, è il nemico mortale delle banche. Felicemente per
queste, la maggior parte degli assegni vengono depositati piuttosto che
incassati e la maggioranza delle transazioni avvengono su computer piuttosto
che attraverso lo scambio di contanti da mano a mano.
Ovviamente, nella realtà reale
dove non esistono banche-monopolio, Enrico e Teodoro avrebbero probabilmente
depositato i loro assegni in un'altra banca ed in questo caso la Banca A
avrebbe perso delle riserve a favore della banca ricevente. Gli assegni,
tuttavia, non vengono compensati uno a uno. Vengono gestiti quotidianamente
attraverso l'intermediazione di una camera di compensazione (clearing house)
dove la Banca A presenta alla Banca B tutti gli assegni che ha ricevuto e che
sono stati emessi sui conti della Banca B, e quest'ultima fa lo stesso nei
confronti della Banca A. Se, diciamo, la Banca A riceve 800.000 euro in assegni
della Banca B, e quest'ultima riceve 700.000 euro in assegni della Banca A,
allora la Banca B perderà 100.000 euro di riserve a vantaggio della Banca A.
L'indomani, tuttavia, potrebbe essere la Banca A a perdere a vantaggio della
Banca B.
Questo processo viene ripetuto
ogni giorno tra tutte le banche. Solo la differenza viene attualmente
trasferita dalle riserve di una banca alle riserve di qualsiasi altra banca.
Poiché tutte le banche hanno un conto presso la banca centrale, i trasferimenti
avvengono semplicemente spostando delle cifre da un conto all'altro. Alla
lunga, tutte le banche finiscono più o meno alla pari con questi trasferimenti.
Dunque, di fatto, non perdono delle riserve tutte le volte che uno dei loro
clienti scrive un assegno che verrà deposto in un'altra banca. Grazie a questo
procedimento, il meccanismo che si applica a una banca-monopolio (come nel mio
esempio euristico) si applica, grosso-modo, all'insieme del sistema bancario
così come alle singole banche.
In breve, ci sono due modi
possibili di compensare gli assegni tra le banche:
1. una operazione diretta, da
banca a banca e assegno per assegno, cosa che sarebbe pratica con i mezzi
informatici ed elettronici disponibili;
2. una operazione di camera di
compensazione come ho descritto.
Esiste una considerazione
sottile ma importante da fare qui:
In una operazione di pagamento
assegno per assegno, la banca pagante perde delle riserve per l'ammontare degli
assegni e la banca ricevente guadagna lo stesso ammontare di riserve. (Occorre
ricordarsi che le banche devono necessariamente accreditarsi di uin ammontare
uguale a ciascun deposito primario, somma che va alle riserve; altrimenti le
singole banche fallirebbero rapidamente ed il sistema bancario crollerebbe). Ma
in una operazione di camera di compensazione, poiché solamente la differenza
quotidiana tra due banche qualsiasi viene trasferita, la maggioranza delle
riserve della banca pagante rimangono protette. Alla lunga, quasi tutte le sue
riserve rimangono protette, anche se le banche più grosse e/o meglio gestite
possono avere un leggero vantaggio. Grazie al procedimento della camera di
compensazione, due banche agiscono come due preti che si confessano l'un
l'altro e si danno l'assoluzione.
"E allora?" è quello
che mi sento troppo spesso chiedere quando parlo di questo argomento con dei
membri della mia famiglia, con gli amici e, occasionalmente, con degli uomini
d'affari. "Finché ottengo il credito di cui ho bisogno, quando ne ho
bisogno, che m'interessa?" Permettetemi di dimostrare perché questa
attitudine è nefasta.
Secondo il Council of Economic
Advisors, la massa monetaria degli Stati Uniti è più che settuplicata tra il
1970 ed il 1994. Poiché tutti gli economisti, a sinistra e a destra, sono
d'accordo sul fatto che le banche creano più del 95% della nuova moneta, è
matematicamente evidente che una buona parte di questo denaro nuovo finisce per
far parte della massa monetaria. Non ci sono - semplicemente - altre
possibilità per spiegarne l'aumento.
Ma, ufficialmente, le riserve
delle banche non sono incluse nella massa monetaria. Una ragione per cui ciò
avviene è che, spesso, queste riserve sono in contropartita di un passivo
bancario e quindi - contando sia il passivo che le riserve - la massa
raddoppierebbe. Ma queste riserve possono essere spese ed investite - quindi
sono moneta, che facciano o meno parte ufficialmente della massa monetaria.
Questo spiega perché anche gli economisti della sinistra dicono spesso che la
moneta creata dal prestito viene annullata nella misura in cui questo viene
rimborsato: poihé le riserve non fanno parte della massa monetaria ufficiale,
esse ufficialmente non esistono. Insisto che poiché esse possono essere spese
ed investite, esse sono SOLDI! Il riflusso bancario esiste!
Si può argomentare che una parte
dell'aumento settuplo è imputabile all'inflazione del credito: poiché la
creazione del capitale non include gli interessi, sono sempre necessari nuovi
prestiti per pagare i prestiti precedenti.
E' un'argomentazione plausibile
ma - insisto - che non può spiegare tutto l'aumento della massa monetaria. Dopo
tutto, il denaro contante nelle mani del pubblico è anch'esso aumentato di
sette volte (più o meno) e questa moneta non è creata col credito. Mi pare che
nella misura in cui le banche spendono ed investono il riflusso - comprando
buoni del tesoro, tra le varie possibilità - il riflusso s'insinua nella massa
monetaria ufficiale. Permettetemi di fare il punto: non è la moneta che crea la
vostra ricchezza, ma piuttosto il passaggio della moneta attraverso le vostre
mani. Le banche si sono arricchite ingiustamente con il procedimento sopra
descritto.
Le banche sono la pietra
angolare del settore finanziario. Tutta questa massa di denaro speculativo che
gira sopra la nostra testa, fuori della nostra portata, e che è sconnessa dal
mondo reale dei beni, dei servizi e del lavoro - tutto questo denaro - fu
inizialmente creato dalle banche. E' controllando le banche che si può
controllare il settore finanziario.
Esaminiamo qualche meccanismo di
controllo che potrebbe essere messo in atto e cominciamo da uno che non
necessiterebbe di alcun cambiamento radicale nel sistema esistente, poi
procediamo con dei suggerimenti più rivoluzionari.
Si potrebbe cominciare con una
politica fiscale che consideri qualsiasi aumento delle riserve di una banca
come un guadagno in capitale soggetto ad imposte. (Forse ad un tasso speciale,
più basso, poiché le banche occupano un posto molto speciale - e molto
importante - nel nostro sistema economico).
Un altro metodo di controllo
sarebbe l'imposizione di quella che io chiamo PCC - Proprio Come il Contante.
Qualsiasi assegno depositato avrebbe lo stesso effetto sulle riserve di una
banca come se sl'assegno venisse cambiato per denaro contante. Qualsiasi
banchiere che pretende che l'interesse è la sola fonte di profitto derivante
dalle operazioni di prestito non dovrebbe avere alcuna obiezione. Il
procedimento PCC - come legge o ordinamento - non farebbe che assicurare che il
sistema attuale sia onesto e che funzioni come si dice che faccia. Se le banche
possono compensare qualsiasi aumento del loro passivo con un eguale aumento del
loro attivo, esse dovrebbero accettare che qualsiasi diminuizione del loro
passivo venga compensata da un'uguale diminuizione del loro attivo.
Una procedura equivalente
sarebbe di eliminare il sistema della camera di compensazione e di lasciare che
le banche scambino tra di loro direttamente, da banca a banca e assegno per
assegno. Grazie all'informatica e ai mezzi di comunicazione elettronica, credo
che questo sarebbe possibile e pratico. La funzione principale della camera di
compensazione, mi pare, è di proteggere le riserve delle banche, come ho
dimostrato.
Per concludere, si arriva a una
opzione che sarebbe un bello scarto in rapporto alle procedure correnti.
Suggerisco che il governo federale eserciti il diritto esclusivo di creare
tutta la nuova moneta, che sia in contanti o scritturale. La Banca del Canada
avrebbe il mandato di soddisfare le esigenze di prestito delle banche
commerciali fornendo loro il denaro a tasso zero. Queste ultime dovrebbero
tuttavia ripagare il capitale dando così al governo tutto il vantaggio
derivante dal riflusso.
Si potrebbe obiettare che le
banche, private di questo guadagno in capitale, potrebbero dover aumentare i
tassi di interesse e che questo a sua volta potrebbe rallentare l'economia.
Questa tendenza, tuttavia, può essere contrastata introducendo il tasso
d'interesse negativo che sarebbe sottratto, piuttosto che aggiunto, al debito
verso la Banca del Canada.
Per esempio, un milione di euro
presi in prestito ad un tasso negativo del 10% per finanziare un prestito dello
stesso ammontare, verrebbe liquidato attraverso il pagamento di 900.000 euro.
L'interesse negativo potrebbe, in effetti, essere un sussidio sia per il
creditore che per il debitore ed agirebbe come un potente incentivo economico.
Il riflusso potrebbe generare
una larga somma di denaro per il governo federale, che potrebbe essere
utilizzata per migliorare i programmi sociali e per abbassare le tasse federali
senza ridurre i servizi.
E' importante dire quello che si
vuol dire in modo eloquente e chiaro, ma talvolta è anche importante
sottolineare quello che NON si è detto. Io non ho negato che le banche siano
delle istituzioni necessarie; non ho proposto che queste siano nazionalizzate;
non ho negato che le banche private, nell'insieme, debbano fare profitti; non
ho suggerito di eliminare gli assegni e le altre forme di moneta-non-contante -
nonostante il potenziale abuso di queste forme di pagamento - poiché i mezzi di
pagamento non in contanti sono troppo comodi e troppo inseriti nella nostra
struttura sociale. Quello che io voglio dire è che i rappresentanti della gente
debbono esercitare un controllo giudizioso sull'attività finanziaria poiché la
sovranità risiede nel popolo, non nel mercato e non negli strumenti monetari.
Vorrei concludere la mia
presentazione condividendo con voi la mia profonda speranza che un giorno, da
qualche parte, qualche governo - perché non il nostro? - tenga una commissione
d'inchiesta sulle attività bancarie di modo che la luce razionale e critica
possa farsi strada in questo oscuro reame e far sì che le riforme, da gran
tempo dovute, siano finalmente implementate. Grazie.
di Maurizio Blondet
(http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=738)
Berlusconi esige trasparenza dagli Usa per la vicenda
Calipari, e Ciampi scrive a Bush per invitarlo ad avviare “un’esauriente
inchiesta congiunta” in modo che “i fatti vengano chiariti in maniera esauriente”.
I giornalisti amici del Quirinale, evidentemente imbeccati, sottolineano che
quella ripetizione di “esauriente” non è casuale. Esprime la profondità e
sottigliezza politica dell’amatissimo (da loro) presidente Ciampi. Ma cosa
vorrà dire in realtà? Forse ci sono dei motivi perché l’inchiesta chiesta da
Berlusconi non sia ritenuta abbastana “esauriente”? Forse Ciampi chiede
un’inchiesta così “esauriente” da mettere nei guai il governo Berlusconi?
In realtà, abbiamo due governi.
Berlusconi viene accusato di essere l’artefice del
“declino italiano” (effetto di incrostate ignoranze e provincialismi culturali
e scientifici coltivati nell’ultimo mezzo secolo), e Ciampi va in India e in
Cina ad invitare gli imprenditori italiani a investire là. Lo ringrazino i
lavoratori italiani che perderanno il posto: in Cina la paga media ammonta a
1300 euro l’anno, quella sì che è competitività.
Ciampi fa la sua politica, distinta e separata da quella
di Berlusconi. Abbiamo un governo eletto, e un governo presidenziale autonomo,
non eletto. Berlusconi è ampiamente criticato e spernacchiato dai grandi media
nazionali. Ciampi è circondato solo da corale devozione. Si riportano con
mistico rapimento le sue pie banalità, si esalta la sua “umanità”, si prendono
per oro colato i suoi “paterni consigli”.
Nessuno, proprio nessuno, ricorda i danni che Ciampi ha
ripetutamente fatto all’Italia durante la sua permamenza a Bankitalia e,
peggio, come capo del governo sostenuto dalle sinistre. Ciampi ha dilapidato
almeno 60 mila miliardi di lire (denaro nostro) in una “difesa della lira”
stolta, incompetente e dissennata. Fu quando lo speculatore George Soros,
utilizzando la leva dei derivati, attaccò insieme lira e sterlina: data la
tecnica della manovra, qualunque economista capiva che Bankitalia non poteva
farcela da sola. Il governatore (Ciampi) avrebbe dovuto fare una cosa:
telefonare alle Banche Centrali d’Europa, Bundesbank e Banca di Francia, e
chiedere il loro aiuto. Ad una risposta negativa, avrebbe dovuto immediatamente
smettere di spendere soldi italiani per una difesa senza speranza. Per un atto
di simile incompetenza, il governatore della Banca Centrale thailandese finì
addirittura sotto processo.
Ciampi come capo del governo fece alcune “privatizzazioni”
che sarà bene ricordare. Per esempio, vendette un gioiello dell’Iri, con
avanzatissima ricerca interna, leader mondiale di mercato nelle turbine a gas-
la Nuovo Pignone – agli americani. Più precisamente, al concorrente americano
della Nuovo Pignone. E per quanto? Per mille miliardi. Ora, bisogna sapere che
in quel momento la Nuovo Pignone aveva in corso ordinativi per…mille miliardi.
La ditta dunque fu regalata da Ciampi, così buono e umano, così pensoso dei
destini degli italiani, al suo competitore Usa.
Ciampi chiuse l’azienda Enichem di Crotone che produceva
fosforo, unica in Europa, perché in quel momento – del tutto temporaneamente -
sui mercati mondiali il fosforo costava meno di quello prodotto in Italia. Fu
così chiusa una fabbrica che aveva dato a Crotone una classe operaia e tecnica,
e aveva una perdita momentanea di pochi miliardi di lire (l’intera produzione
valeva 12 miliardi annui, e dava lavoro a 5000 addetti). Poi il prezzo del
fosforo si rialzò sui mercati mondiali, e ora dobbiamo comprarlo all’estero: pagandolo
in dollari e non in lire o euro. Ma intanto Ciampi aveva dato il suo contributo
al degrado del Meridione.
In compenso, Ciampi inaugurò in pompa magna il
“modernissimo stabilimento della Fiat a Melfi”. Che non ha dato lavoro, essendo
completamente robotizzato, e che la Fiat ha avuto gratis perché è stato lo
Stato (i contribuenti) a pagarglielo, con 5 mila miliardi di lire.
La conclusione è una sola: come presidente, Ciampi non è
competitivo. Il presidente americano costa molto meno (600 mila dollari
l’anno), la Corte d’Inghilterra molto meno del Quirinale. Dovremmo prenderlo in
parola, e assumere in sua vece un presidente cinese o indiano. Se Ciampi vuole
davvero rendersi utile, si tagli lo stipendio presidenziale, che ammonta a
parecchi miliardi di lire l’anno. Riduca i 5 mila dipendenti del Quirinale.
Dimezzi lo stipendio al suo segretario preferito Gaetano Gifuni: da 2 miliardi
a 1 miliardo annuo;di fame non morirà.
Maurizio Blondet
Fonte:www.effedieffe.com
11.03.2005
(di Nereo Villa - http://digilander.libero.it/nereovillarisponde/in_parole_povere.htm)
"Oggi non ho tempo per
essere breve", diceva Oscar Wilde. Infatti scrivendo un articolo è più
facile andar giù lunghi, scrivere tutto quello che si ha per la testa e per le
mani, ecc., che asciugare, scegliere, alleggerire, sveltire lo stile, e
soprattutto dire la verità. Oscar Wilde, a questo punto mi direbbe di fare
attenzione a dire la verità "essendo breve" in quanto, secondo un
altro suo detto, "la società perdona spesso il delinquente, non perdona
mai il sognatore". Ebbene se da quanto segue risulterà che io sono un
"sognatore", questo non posso saperlo. In ogni caso credo di non
avere bisogno di alcun perdono per il seguente scritto, anche se il linguaggio
usato - come mi propongo - dovrà servire, più che all'economista professionista
(o ai cosiddetti "addetti ai lavori"), alla consapevolezza del
cittadino, cioè dell'uomo della strada, ma anche del ragazzo, e addirittura del
bambino. Oggi, appena si parla di economia, si vede che tutti scappano, dicendo
"io di economia non mi intendo". Ed hanno ragione, in quanto nessuno
parla chiaro. Questa è dunque la mia intenzione: parlare con un linguaggio alla
portata di tutti. Il seguente scritto potrebbe infatti essere sintetizzato
nell'affermazione: "il cittadino è semplicemente uno sfigato che sta
scontando il suo essere tartassato, sfruttato e schiavizzato, per mancanza di
"parole povere" che gli chiariscano come ciò avviene".
Quando un creativo crea
qualcosa, un'opera, un oggetto, un servizio, un prodotto, non fa che arricchire
se stesso e gli altri. Per esempio, un dipinto o un brano musicale potranno
avere funzioni di coreografia, e in quanto tali di servizi, che potranno essere
messi sul mercato. Tali servizi sono frutto di talenti umani. Di conseguenza
potranno essere barattati con altri servizi del talento umano. Il cosiddetto
mercato consiste appunto in questi scambi di valori, e la sua logica si chiama
convenienza economica. Il prodotto genera dunque l'economia, cioè la
possibilità di risparmio per il mio domani: in base ai miei risparmi posso
andare così al mercato ed acquistare il mio pane anche quando io sia, per un
motivo qualsiasi, impossibilitato al mio lavoro, alla mia creatività.
Qui, dunque, vi è già
un'equazione precisa in cui il risparmio sta al pane come la causa sta al suo
effetto. E poiché anche il pane è un prodotto, devo necessariamente pensare il
risparmio come causa, ed il prodotto come effetto.
Il risparmio consiste ovviamente
nei soldi, nella moneta - la moneta anticamente si chiamava "talento"
- che grazie al mio talento, appunto, ho saputo risparmiare. La moneta è dunque
pensabile come causa. Il prodotto è invece pensabile come effetto.
Per il mio risparmio devo, per
forza di cose, sapere che senza soldi, senza moneta, non posso avere alcun
prodotto, così come senza una causa non si può parlare di effetto.
Se rifiutassi questa logica di
causa ed effetto, e adottassi il suo contrario, ciò sarebbe insensato, oppure
sarebbe sensato solo ad una condizione. Infatti, pensare il prodotto come causa
e la moneta come effetto, mi immette subito in una condizione di una logica
meramente commerciale, che non c'entra niente con la logica immaginativa,
ispirativa ed intuitiva che mi fa creare quella determinata opera. Solo come
venditore posso infatti pensare all'opera come causa. Però anche il venditore,
quando vuole andare al cinema, deve poi cambiare quella logica, in quanto non si
può entrare gratis al cinema.. Dunque, la moneta resta quello che è, vale a
dire la causa. mentre il prodotto - in questo caso il film - l'effetto.
Se pretendo avere pane senza
soldi - cioè l'effetto senza causa - devo avere credibilità: il panettiere mi
da' il suo pane solo se si fida di me, e sa che, essendo onesto, io poi pago.
Così è, in realtà, anche per le
banconote. Esse valgono solo se poggiano sulla fiducia dei cittadini. Senza
tale fiducia, il panettiere che barattasse il suo pane per dei meri foglietti
di carta, agirebbe in modo sconveniente, dunque non conveniente e non
economico. E ciò vale perfino per i metalli più preziosi. Senza fiducia che
quella tal libbra di metallo prezioso possa rappresentare un valore circolare
valido per tutti, per la mia fame essa varrebbe meno di una briciola di pane.
Ecco perché i valori monetari, cartacei o di metallo, non possono che essere
convenzionali e popolari. Se mi trovo in un deserto e possiedo tante libbre di
metallo prezioso e/o tante banconote, io non ho domani: lì, i miei risparmi non
sono causa di alcun domani e muoio di fame, anche se ho la macchinetta
stampa-soldi. Se invece mi trovo fra i miei simili, fra il popolo, o nella
polis, tale macchinetta permette la circolazione dei valori, cartacei o di
metallo, secondo convenzione, vale a dire secondo il patto fra individuo ed
individuo, per il quale si conviene che ai prodotti possano corrispondere
libbre di metallo o banconote. Ovviamente, corrispondere non significa il suo
contrario: se il valore complessivo di tali libbre e/o di tali pezzi di carta è
difettoso, per eccesso o per difetto rispetto ai prodotti di scambio, si
determinerà rispettivamente inflazione o deflazione (quando la stagnazione
della crescita si accompagna ad un alto tasso d'inflazione, tale inflazione
stagnante viene detta tecnicamente stagflazione). Per esempio, se si facesse
come nel film "I soliti ignoti", e si stampasse denaro, la truffa
determinerebbe inflazione con danno di tutti; se invece si distruggesse denaro,
si genererebbe deflazione con danno di tutti. Ecco perché una legge che vieti
di distruggere soldi, ed un'altra che vieti di stamparli dal nulla, diventano
necessarie: ai fini di determinare un equo bilanciamento fra prodotti e valori
monetari.
Tutto il ragionamento fatto fin
qui poggia sul "mio" buon senso. Le virgolette alla parola
"mio" stanno ad indicare che esso non è solo mio, ma anche tuo e di
tutti. Personalmente considero questi "miei" pensieri un'ovvietà.
Infatti come non occorre molta intelligenza per espletare i miei bisogni
fisiologici di assunzione e di espulsione di prodotti, così non ci vuole un
genio per vedere che l'organismo umano e l'organismo sociale funzionano in base
alle medesime leggi di natura.
Da una parte vi è un sistema
respiratorio, dall'altra un sistema giuridico. Ambedue garantiranno
diacronicamente la circolazione secondo equità, giustizia, uguaglianza.
Da una parte vi è un sistema
nervoso, dall'altra un sistema economico. Ambedue saranno fattispecie di
circolazione diacronica di talenti e/o di valori popolari secondo convenzione
fraterna e solidale. Da una parte vi è un sistema metabolico, dall'altra un
sistema socioculturale. Ambedue costituiranno nutrimento libero del relativo
organismo.
Come l'organismo umano può
vivere e crescere attraverso questi tre sistemi, così l'organismo sociale non
può prescindere da queste tre sue articolazioni: sistema di diritto, sistema
economico, e sistema socioculturale. Esse sono in fondo l'espressione della
triade LIBERTÀ-FRATERNITÀ-UGUAGLIANZA: uguaglianza nel diritto e nel respiro;
fraternità nelle convenzioni popolari e nei rapporti sinaptici; libertà nella
masticazione di cibo e/o di idee.
Credo che anche tutto ciò sia
una veggenza chiara, basata sul buon senso, ed accessibile a tutti.
Domanda: come mai allora il
mondo è in crisi? Tanto gli Stati Uniti, quanto l'Europa e quanto il Giappone,
ad es., pur trovandosi in situazioni diverse, sono infatti accomunati
attualmente da un minimo comun denominatore, che è l'inflazione e la
stagflazione. Cosa sta succedendo?
Risposta: sta succedendo che
l'astratto, domina il concreto, e che pertanto ciò che in concreto è causa, in
astratto è fatto diventare effetto. In tal modo il buon senso si fa
insensatezza.
Se il senso del prodotto - come
sopra accennato - è quello di essere effetto, e se il senso della moneta è
quello di essere causa, l'insensatezza generata dal dominio dell'astratto sul
concreto, vuole che il il prodotto sia oggi considerato causa, e la moneta
effetto.
Ora entra in ballo il PIL e la
relazione del PIL con l'emissione monetaria delle banche centrali.
Incomincerò a spiegare cos'è il
PIL.
IL PIL come PILASTRO DELLA
TRUFFA
PIL è quella parolina che il
cittadino normale non usa quasi mai, ma che il manipolatore di capitali usa
quasi sempre, e che significa PRODOTTO INTERNO LORDO, intendendo con tale
denominazione, la somma dei prodotti disponibili in un Paese, la somma di tutti
i PRODOTTI NAZIONALI lordi, vale a dire NON SCEVERATI DALLE SPESE.
Tale somma però è impossibile a
calcolarsi, essendo una mera astrazione non poggiante su dati reali.
Per fare un esempio, poniamo il
caso che io sia un costruttore di biciclette. Ogni anno produco un numero tot
di biciclette. Ad un certo punto arriva la cosiddetta crisi del mercato: la
gente si stufa di andare in bici, e non compra più il mio prodotto. La mia
ditta può, sì, continuare a lavorare. Però quando i miei magazzini sono pieni
di biciclette e nessuno me le acquista, sono progressivamente costretto a
ridurre la produzione, a licenziare operai, e infine a chiudere la ditta. Una
storia del genere fa parte della cronaca quotidiana. Ma la si viene a sapere
solo quando il fallimento o la chiusura coinvolge un numero rilevante di operai
o grandi interessi economici, mentre in tutti gli altri casi non ne sa niente
nessuno, se non i diretti interessati. Il mio comportamento in questa storia
ha, poniamo, un paio di varianti. Prima variante: decido di continuare la
produzione, indebitandomi fino al collo, perché spero nella ripresa del
mercato. La ripresa non viene, ed il magazzino è pieno di biciclette, che
nessuno vuole, e che ben presto diventano pezzi di ferro arrugginiti. La
fabbrica fallisce con un buco finanziario spaventoso e io, se non sono stato
così furbo da accumulare del denaro altrove, finisco in galera per bancarotta,
dato che non ho neanche i soldi per pagare un buon avvocato che mi tiri fuori
dai guai. Il mio amore per l'azienda da me creata mi dannerà, poiché questa
società punisce gli atti d'amore; mentre, se furbescamente avessi tenuto ingenti
risorse per gestire il fallimento, me la caverei tranquillamente, e potrei
ricominciare un'altra storia in un altro settore di produzione. Seconda
variante: lo Stato, considerando essenziale la produzione di biciclette, o
l'occupazione degli operai della fabbrica, interviene con denaro pubblico per
sostenere la produzione (magari comprandosela tutta per consentire la
riconversione dello stabilimento in una produzione diversa, magari motorini).
In ambedue le varianti la conclusione è la stessa: l'azienda perde. E la sua
produzione non vale nulla. Ciò nonostante, essa viene conteggiata nel PIL
nazionale, come se si trattasse effettivamente di produzione di ricchezza.
Nella seconda variante, poi, tanto le spese fatte dallo Stato per acquistare la
produzione, quanto quelle per la riconversione (che in genere fallisce) dello
stabilimento, sono conteggiate come ricchezza che si somma al PIL.
Se si pensa a quante migliaia di
aziende ogni anno falliscono, e a quante decine di migliaia di miliardi vengono
annualmente "investiti" dallo Stato per il sostegno all'industria, ci
si rende subito conto che in tal caso il calcolo del PIL è del tutto falsato.
Ma esso è ancora più falsato dalla pretesa di porre i costi dello Stato come
componente del PIL. Ne consegue l'assurdità che pure le numerose attività
burocratiche che frenano o impediscono la produzione, vengono considerate
produzione di ricchezza, e che oltretutto, più lo Stato spende, più il PIL
aumenta, nonostante quella spesa sia improduttiva!
Nel calcolo del PIL finiscono
così i costi dello Stato, che per buona parte sono improduttivi, come è
dimostrato continuamente dai fatti. Invece, attività certamente produttive, non
vengono minimamente conteggiate.
Si prenda, per esempio, il
lavoro delle casalinghe o dei "casalinghi". La questione non è da
poco, dato che senza quel lavoro la società sprofonderebbe certamente nella
sporcizia nel giro di pochi giorni, le nuove generazioni non avrebbero di che
vivere, ed ogni produzione pian piano si fermerebbe. Eppure, del lavoro
"casalingo", che coinvolge oltre il 30% della popolazione, e che è
certamente essenziale per la vita nazionale, nel calcolo del PIL non vi è
traccia. E non ce n'è per la semplice ragione che esso non è oggetto di alcuna
contrattazione, così come tutte le attività che vengono effettuate per amore o
per diletto.
Né vengono indicate in alcun
modo, le attività di solidarietà, che innumerevoli organizzazioni laiche e
religiose alimentano e che, se fossero poste a carico dello Stato,
produrrebbero un buco spaventoso nei conti dell'assistenza.
E nemmeno vengono considerate
tutte le attività intellettuali che non producono immediatamente un reddito, ma
senza le quali non ci sarebbe parimenti alcuna produzione, come ad esempio le
attività di ricerca e di invenzione, la creatività artistica, ecc.
Eppure, senza la crescita
culturale di un popolo non sarebbe possibile alcun progresso. Si pensi alla
scoperta dell'elettricità, a internet, alla nona sinfonia di Beethoven, ecc.
Quanto vale la possibilità che viene offerta a qualcuno di scoprire una nuova
teoria, o di comporre una grande sinfonia?
Ora, se si immagina un organismo
sociale a misura d'uomo - in cui, per es., i cittadini abbiano il necessario
per vivere, ed in cui ci sia, in luogo della folle rincorsa al consumo di cose
inutili, una continua gara a chi realizza opere di ingegno, o artistiche
migliori, o in cui la gente si dedichi alla ricerca della felicità, dell'amore,
e della serenità - per i nostri attuali parametri, esso avrebbe certamente un
PIL stagnante o in calo, e sarebbe considerato una società disastrata, e di
conseguenza piena di poveri infelici! Si può pensare ad un'idea più idiota di
questa conclusione?
Due parole ora sull'emissione di
moneta delle banche centrali, poggiante sul calcolo impossibile del PIL.
Le emissioni “ad occhio”
Da quanto precede, risulta
evidente che un calcolo scientifico del PIL, relativo ad un qualsiasi anno
passato è qualcosa di impossibile. Ciò è stato rilevato da più economisti e da
vari studiosi(1). Ed ovviamente tale calcolo diventa assolutamente impossibile
come previsione per un qualsiasi anno a venire. Qui non servono esempi. Infatti
come potrebbe per esempio un musicista calcolare quanti brani musicali creerà
il prossimo anno?
Eppure oggi, l'emissione di
moneta operata dalle banche centrali viene fatta credere alla gente come
qualcosa di scientifico! Il colmo è che l'aberrazione qui è tripla. Infatti non
siamo solo di fronte ad un'astrazione priva di possibilità pratica, ma siamo
anche di fronte all'inversione dei valori per cui l'effetto è scambiato per la
causa e viceversa, ed oltretutto tale calcolo è prettamente finanziario, cioè
borsistico, non economico(2). Ma cos'è la borsa se non un insano gioco di
parole(3) che fa sempre più ricchi i ricchi e sempre più poveri i poveri?
Il fatto comunque più
importante, che deve essere pensato in modo concreto, se si vuole un'economia
vivente e non morta, è che ogni prodotto, e dunque anche il "prodotto
interno lordo", o PIL, è nella sua essenza un RISULTATO monetario, non una
causa! Perché riceve il suo senso dal fatto di essere un EFFETTO, non un causa.
Invece lo si considera causa di emissione monetaria, come se la moneta fosse
effetto, mentre è essa stessa causa: se io voglio provare a dipingere, ho
bisogno di soldi per comprare i colori, la tela, ed il pennello. I soldi
causano tali prodotti, che mi serviranno per la mia creatività. Solo così posso
produrre un dipinto, cioè un prodotto del mio talento. Questo è essenziale per
non ridursi ad essere schiavi dell'attività del dipingere considerata
astrattamente come mera dinamica commerciale che genera denaro. Solo se io
dipingessi con l'unico scopo di guadagnare soldi potrei accettare che i soldi
sono effetto e non causa. Però sarei soltanto un uomo d'affari mascherato da
artista; sarei un commerciante non un artista.
L'artista non è molto diverso
dall'imprenditore. Entrambi imprendono qualcosa per mettere al mondo una loro
idea che nel mondo non c'è ancora. L'artista crea, cercando di imprimere nella
materia le idee del suo io, e di riconciliare così col mondo esterno la vita
del suo mondo interiore. Si sente insoddisfatto del solo mondo delle apparenze
e cerca di versare in esso il DI PIÚ che si cela nel suo io(4). Egli opera a
partire dalla sua logica immaginativa. La parola latina "imago"
proviene da "imum ago", cioè dall'agire (ago) dal profondo (imum).
Non parte da una logica della convenienza o della catena di montaggio, e tanto
meno da una logica meramente matematica! Così l'imprenditore. Tanto la figura
dell'imprenditore, quanto quella dell'artista, non provengono da una categoria
a se stante, ma dal medesimo campo dei lavoratori. Sono solo lavoratori con
capacità di sintesi adeguate all'attività creativa ed imprenditoriale. Come
l'artista, l'imprenditore non lavora per il mercato, ma per una sfida a se
stesso. Quando negli anni '60 facevamo il rock tutti noi, figli dei fiori e
lavoratori dello spettacolo, usavamo un detto in senso dispregiativo per
caratterizzare se le nostre frasi musicali erano valide o no. Quel detto era:
"È commerciale!" Per dire: "Quello è un brutto passaggio,
cambialo!"
Oggi, tutto è degenerato, grazie
alla SIAE, e la creatività è stata sostituita dal commercio: gli
"artisti" ragionano esclusivamente in termini di
"commerciale", facendo ricorso e ricercando minuziosamente a tavolino
le frasi musicali che "vendono di più". E tutto ciò è un sintomo
preciso della fine dell'arte, causata dalla politica e dai manipolatori di
capitali.
Come l'uomo d'affari è oggi
mascherato da artista, così il manipolatore di capitali è oggi mascherato da
politico, e fa credere alla gente di operare per il bene di tutti i cittadini
della polis.
Così la gente crede giusto che
la moneta sia emessa in base al PIL. Mentre è vero il contrario, in quanto è il
PIL può essere "emesso" solo se ci sono idee da attuare attraverso i
mezzi di produzione!
Come mai questa inversione di
valori? La ragione è molto semplice, e sta nel naso di Pinocchio. Infatti
quando si incomincia col dire una bugia, poi bisogna dirne altre, ed altre
ancora. E il naso di Pinocchio si allunga.
Chi afferma che il denaro è
l'effetto dei prodotti non può che essere un commerciante. Chi afferma che i
prodotti sono effetto del denaro non può che essere il cliente. Chi ha ragione?
Il cliente: perché "IL CLIENTE HA SEMPRE RAGIONE", e perché è sempre
il consumatore che paga.
Certamente questa è solo una
battuta. Anche il commerciante è giustificato a ragionare da commerciante. Ci
mancherebbe altro. Ma egli ragiona da commerciante solo quando sale sul suo palco
di commerciante. Quando scende da quel palco e va a comprare la sua merce da
mettere in vendita, per forza di cose, dev'essere anch'egli un consumatore, un
cliente. Ecco perché il cliente ha sempre ragione.
Le ragioni dell'interesse
personale o di parte possono però essere quelle dei nostri politici che andiamo
a votare? Se un politico è di parte, vuol dire che lavora per la sua parte, ed
esclude ogni altra parte. Questa esclusione di ogni altra parte io l'intendo
metaforicamente come un pensare quadrato o cubico. Invece il pensiero, per
essere politico, deve riguardare LA POLIS, che COMPRENDE TUTTI I CITTADINI E
TUTTE LE PARTI. Perciò IL PENSIERO POLITICO DEVE NECESSARIAMENTE ESSERE
UNIVERSALE, CIRCOLARE, o sferico. Come la terra. Ciò è molto semplice, logico,
naturale, ed inequivocabile.
Ecco perché l'economia politica
del calcolo del PIL, e dell'emissione monetaria in base a tale calcolo, non può
che essere antieconomica, antipolitica, ed antisociale. Ed ecco perché passa
inosservata oggi la massima aberrazione nelle coscienze della gente: i
manipolatori di capitali sopra accennati, coloro che sfruttano finanziariamente
e commercializzano "legalmente" i beni del creato appartenenti a
tutti, insegnano, da "illuminati", e addirittura nelle università, e in
nome dell'altruismo, "POLITICHE" di DEFICIT DI BILANCIO O politiche
DEL DEBITO PUBBLICO (così vengono chiamate) per la stampa tipografica -
attraverso la macchinetta dei "soliti ignoti" - di moneta creata dal
nulla, cioè priva del corrispettivo valore di riserva aurea! Ma tale moneta non
vale - come ho precedentemente accennato - solo se poggia sulla fiducia dei
cittadini?
Senza quella fiducia come fa una
LIBBRA di metallo prezioso a rappresentare un valore CIRCOLARE valido per
tutti? Se un cittadino ha fame può forse mangiare oro o argento, cioè valori
monetari, cartacei o di metallo, anziché servirsi di tali valori convenzionali
e popolari per acquistare il suo pane?
Ho usato qui il termine LIBBRA
per un motivo preciso: la moneta italiana, la LIRA - spiega saggiamente Sergio
Ricossa - derivava il suo nome da "LIBBRA": "unità di peso usata
una volta per misurare la quantità di argento e giungere al valore dei pezzi di
metallo usati per i loro affari da mercanti, cambiavalute e così via. Poiché
nei viaggi era scomodo e pericoloso portare con sé monete metalliche, esse
vennero presto sostituite con biglietti di cui qualcuno garantiva a richiesta
la convertibilità in un peso prestabilito di metalli preziosi. La conclusione
di queste vicende è a tutti nota: sono rimasti in circolazione i biglietti (di
carta), ma ormai inconvertibili"(5).
Il naso di Pinocchio che si
allunga, incomincia ora a farsi visibile. Il calcolo ascientifico del PIL ha
infatti sostituito quello della convertibilità aurea delle banconote, abolita
nel 1971. Ecco perché da tutti gli economisti, tale calcolo era ritenuto - non
solo prima del 1971 ma anche dopo (nonostante l'attuale tradimento dei nuovi
chierici, economisti e docenti universitari schierati), inattendibile(6), ed
oggi è risaputo (dai i manipolatori di capitali, ma per fortuna anche da
studiosi non schierati)(7) che per calcolare il PIL non si può che procedere
"ad occhio"!
In base ad un PIL calcolato ad
occhio si emette moneta, come se il PIL ne fosse la causa.
Chi dunque parla oggi del PIL,
dando per scontata la scientificità del suo calcolo, non può che essere un
truffatore, cioè un manipolatore di capitali, che opera attraverso
"parametri di Maastricht", la cui conoscenza è tutt'altro che
scientifica.
Ciò che fino al 1971 era la base
aurea per emettere moneta tramite le banche centrali, oggi è stato sostituito
dal PIL, come se il calcolo del PIL fosse qualcosa di cognitivamente
attendibile. Perciò i politicastri e i massmedia della truffa continuano a
parlare del PIL e dei parametri di Maastricht: sanno che il popolo non è grado
di verificarne la scientificità e probabilmente sanno anche che tale verifica è
impossibile. Se fosse possibile, si dovrebbe supporre che gli economisti -
tutti - che prima del '71 spergiuravano su tale impossibilità, oggi si siano
improvvisamente convertiti: convertiti al fatto che oggi sia divenuto corretto
ciò che ieri era matematicamente non solo scorretto, ma addirittura ridicolo al
solo pensarci.
Personalmente, da studioso di
problemi monetari, non so come si faccia a calcolare il prodotto interno lordo
di un paese, e continuo a sostenere che tale calcolo sia un'idiozia. È
un'idiozia. Sarebbe un po' come se un musicista potesse calcolare quanto possa
produrre un brano musicale in fieri, in termini di diritti d'autore, per
permettersi quella tale o tal altra spesa in base a quel calcolo assurdo. In
altre parole, quel musicista dovrebbe emettere dalle sue tasche denaro che non
c'è ancora, per comprare qualcosa indebitandosi con se stesso!
Il debito pubblico è infatti il
debito del cretino, visto che PRIMA occorre averli i soldi, per POI spenderli.
Perciò i politici che parlano di
debito pubblico, di PIL, di parametri di Maastricht, sono i cretini che noi
andiamo a votare per conferire loro la funzione di mangiare in rappresentanza
del popolo, e a noi stessi quella di avere fame.
NOTE
(1) William Ashworth, professore
di storia economica e sociale dell'Università di Bristol, nel suo "Breve
storia dell'economia mondiale dal 1850 ad oggi", pubblicato da Laterza nel
1976, scriveva per es.: "Vi sono molteplici problemi nel definire il
prodotto o il reddito nazionale lordo in modo tale da consentire confronti
significativi tra paesi o periodi differenti [...]. Nell'ambito dei più
generali problemi di analisi del prodotto nazionale, vi sono particolari
difficoltà nel definire il capitale e nell'identificarne le componenti. Tutte
le difficoltà si accrescono quando le statistiche relative al passato debbono
essere ricostruite a partire da antiche cifre preparate con intenti
notevolmente differenti [...]. Alle incertezze e alle ambiguità insite in
qualsiasi calcolo delle serie del reddito nazionale, i confronti internazionali
aggiungono le proprie molteplici complicazioni che includono tanto differenze
nel modo di contabilizzare voci che dovrebbero essere confrontabili, quanto
diversità nel corso e nella struttura dei prezzi nazionali [...]. Le
conclusioni sui redditi relativi di diversi paesi possono facilmente rivelarsi
inattendibili, a meno che i dati rilevanti non concordino nel mostrare
differenze piuttosto ampie"; cfr. anche l’economista non allineato,
Domenico de Simone, nel suo "Un milione al mese a tutti: subito!" del
1999 (Ed. Malatempora); vedi anche la nota 6 del capitolo "Leggi della
vita economica" di Mark Buchanan del 2003 in "Nexus" (Ed.
Mondadori): "Oggi la maggior parte degli economisti, quando deve valutare
la salute economica, calcola la crescita in base agli indici del prodotto
interno lordo. Ma questo metodo trascura numerosi fattori che concorrono al
benessere sociale [...]. Al momento attuale i criteri di valutazione di
un'economia sono senza dubbio ispirati a calcoli strettamente finanziari".
(2) Se ieri i soldi andavano a
immobilizzare l’Italia, in una corsa dissennata e patetica alla "roba"
verghiana, rovinando il Belpaese, oggi vanno all’ingordigia borsistica, dopo
essere stati nei Bot per lunghissimo tempo: sono, in buona sostanza, soldi del
sistema paese, catturati da quel milione di famiglie più che abbienti, prodotti
dallo stress di tutti ( chi per troppo lavoro, chi per mal pagato lavoro, chi
per poco lavoro, chi per niente lavoro). Il 90% del denaro è in mano al
finanziario, mentre il produttivo è relegato in un angolo (cfr. i lavori di
Andrea Fumagalli, studioso di economia).
(3) Il seguente esempio mostra
le dinamiche truffaldine del gioco in Borsa: siamo in inverno, la mia casa è
fredda, e il termometro segna sotto zero. Se voglio riscaldarmi, devo
riscaldare la stanza, non dimostrare che quest’ultima è calda. Per la mera dimostrazione,
basterebbe infatti accostare un fiammifero acceso al termometro, che
immediatamente segnerebbe un rialzo della temperatura. Ma, così facendo, la
stanza rimarrebbe gelida. Dunque, se voglio riscaldarmi, devo raccogliere della
legna con le mie mani e col sudore della mia fronte, e metterla a bruciare
nella stufa. Un fiammifero non può bastare! Eppure oggi con dimostrazioni e con
giochetti di parole ci si comporta come se quel fiammifero potesse bastare.
Così funzionano la Borsa e le sue quotazioni. Bastano le parole di qualche
pezzo grosso o di qualche ministro a farle oscillare. I problemi economici però
rimangono. Ed è così che purtroppo "funziona" l'"economia"
nel nostro Belpaese!
(4) Cfr. Rudolf Steiner,
"La filosofia della libertà".
(5) Sergio Ricossa,
"Impariamo l'economia", Ed. Bur, Milano, 2001.
(6) Vedi nota 1.
(7) "Un milione al mese a
tutti: subito!", op. cit.