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Ancora dubbi su chi comanda il mondo?
(02ott2008; di Sandro Pascucci - www.signoraggio.com - www.primit.it)

Ci hanno sempre detto che la Banca d'Italia S.p.A. è "la banca delle banche", che si occupa della "stabilità monetaria" e della "stabilità dei prezzi", che crea la "base monetaria", ergo BANCONOTE [dal costo IRRISORIO e valore nominale ELEVATISSIMO].

Insomma la Banca d'Italia S.p.A. è una vera e propria MANNA per il popolino, che puo' dormire sonni tranquilli, all'ombra della sua ONESTA', INFALLIBILITA' e ALTRUISMO..

Verrebbe quasi da chiedersi: "ma perché non affidarle anche la Difesa, l'Istruzione, i Trasporti, la Sanità e tutto il resto del Paese?".

La questione pare essere stata anticipata, in maniera autonoma, dai vertici di Bankitalia S.p.A.

Infatti vediamo di cosa ALTRO si occupa la "nostra" banca centrale..

parte V

prima: Tremonti contro il denaro creato dal nulla..

dopo: "Fosse per me darei tutto in mano alla BCE" [http://www.corriere.it/economia/09_marzo_13/tremonti_banche_prefetti]

ieri e l'altro ieri:

Carli e PRI difendono Ciampi: Bankitalia non si tocca - LaRepubblica 03/03/1990
Scalfaro: Bankitalia non si tocca - Corriere della Sera 23/08/1994
Fazio: Bankitalia non si tocca - Corriere della Sera 01/11/1994
Palazzo Chigi: Bankitalia non si tocca - IlSole24Ore 26/01/2002
Fassino: attenti, Bankitalia non si tocca - Corriere della Sera 08/01/2004
Fazio: Bankitalia non si tocca - TGCom 27/01/2004
Bossi ci ripensa: Bankitalia non si tocca - TG3 06/09/2005
Il Polo: Bankitalia non si tocca - TGFin 09/08/2007
Franceschini a Tremonti: Lasciamo fuori Bankitalia - adnkronos 13/03/2009
Franceschini: Tremonti non tocchi Bankitalia - LaRepubblica 13/03/2009

parte IV

dalla newletter di bankitalia s.p.a.:

Questioni di economia e finanza (Occasional papers)

n. 39 - Il sistema portuale italiano: un’indagine sui fattori di competitività e di sviluppo (The Italian port system: a survey on competitiveness and development factors)
Enrico Beretta, Alessandra Dalle Vacche, Andrea Migliardi

n. 41 - Il private equity in Italia (Private equity and venture capital in Italy)
Chiara Bentivogli, Amanda Carmignani, Diana Marina Del Colle, Roberto Del Giudice, Massimo Gallo, Andrea Generale, Anna Gervasoni, Massimiliano Rigon, Paola Rossi, Enrico Sette, Bruna Szegö

n. 40 - La giustizia civile in Italia: i divari territoriali (Italian civil justice: regional disparities)
Amanda Carmignani, Silvia Giacomelli

n. 38 - La vulnerabilità dell’Asia emergente agli shock di domanda estera: il ruolo della Cina (Assessing the vulnerability of emerging Asia to external demand shocks: the role of China)
Daniela Marconi, Laura Painelli

sistema portuale? giustizia civile? e cucina mediterranea, no?

parte III

Avevamo già anticipato le pericolose manipolazioni del Sistema nelle nostre scuole:

IGB e la scuola di manipolazione mentale per giovani studenti
(16dic2007; a cura di Sandro Pascucci)

Asca - Mar 6 Nov - 19.32 (ASCA) - Roma, 6 nov - ''Un memorandum di intesa per la realizzazione congiunta di iniziative di educazione finanziaria rivolta ai giovani'' e' stato firmato oggi dal Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni e dal Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. Il Ministro e il Governatore - si afferma nel memorandum - considerano infatti che ''sia interesse del Paese provvedere a offrire alle giovani generazioni i principi fondamentali di una corretta cultura economica, finanziaria e monetaria; condividono l'esigenza di creare un ambiente quanto piu' possibile favorevole all'affermarsi di capacita' innovative'': in un contesto segnato da condizioni tecnologiche in continua evoluzione, queste, secondo Fioroni e Draghi, ''dipendono in modo cruciale dalla disponibilita' e qualita' del capitale umano, quindi da una qualificata formazione di studenti, lavoratori e ricercatori, nella consapevolezza dello stretto legame esistente tra istruzione, innovazione e crescita economica''. Per un concreto contributo, il ministro della Pubblica Istruzione ed il Governatore ''concordano di avviare, a partire dall'anno scolastico 2007-2008, un progetto sperimentale in alcune scuole campione. Contenuti e metodologie didattiche saranno finalizzate a promuovere nei giovani una corretta cultura economica''

Oggi parte ufficialmente il progetto di cui sopra. Dalla famosa MAIL ALERT di Bankitalia, infatti, giunge sorniona la notizia che:

27.01.2009 - Progetto sperimentale di educazione finanziaria nelle scuole. Giornata di formazione per i docenti.

Si tiene oggi la prima delle due giornate di formazione per i docenti nell'ambito del progetto sperimentale di educazione finanziaria nelle scuole, elaborato dalla Banca d'Italia in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

L'obiettivo dell'incontro è di approfondire, con i docenti partecipanti, i contenuti del materiale tecnico elaborato a sostegno delle iniziative didattiche nelle scuole coinvolte nel progetto. Nel corso della giornata verrà presentato anche un approccio metodologico per valutare i progressi realizzati nella educazione finanziaria rivolta agli studenti.

Questa iniziativa, come altre analoghe, testimonia l'attenzione della Banca d'Italia alla formazione e all'aggiornamento della cultura finanziaria.

Traduktionen: «..abbiamo preparato del materiale che voi professori dovrete divulgare nelle scuole. Venite in questi due giorni a prenderne atto e, già che ci siete, applaudite IGB che pensa e agisce per voi pecore. Con il vostro belare sottomesso e a comando perpetuerete il nostro Potere indottrinando le giovani menti che vi sono state affidate..».

Fa letteralmente PAURA l' "approfondimento" linkato dalla BdI SpA: http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/conoscere

parte II

dal servizio ALERT MAIL della Banca d'Italia S.p.A. (del 28 ottobre 2008 e del 9 gennaio 2009) vediamo gli argomenti che trattano lor signori..

n. 32 - Il rischio dei mutui alle famiglie in Italia: evidenza da un milione di contratti (The risk of home mortgages in Italy: evidence from one million contracts) Emilia Bonaccorsi di Patti, Roberto Felici

e fin qui.. ci sta, no? proseguiamo:

n. 34 – La banda larga in Italia (Broadband in Italy: an overview) Emanuela Ciapanna, Daniele Sabbatini
n. 697 - L’innovazione tecnologica e la domanda di circolante: un’analisi basata su dati disaggregati a livello familiare (Technological change and the demand for currency: an analysis with household data) di Francesco Lippi e Alessandro Secchi
n. 698 - Immigrazione e crimine: un’analisi empirica (Immigration and crime: an empirical analysis) di Milo Bianchi, Paolo Buonanno e Paolo Pinotti

(aggiornamento in corso..)

 

parte I

La mercatura medievale
di Armando Sapori © 1972-2006 – Armando Sapori

3. Lo scambio delle quietanze del dare e dell'avere fra il re d'Inghilterra e la compagnia fiorentina dei Bardi[1]
6 maggio 1339

Edoardo III, sbarcato sul continente per negoziare alleanze per la campagna contro la Francia, non avendo ricevuto i finanziamenti promessi dal Parlamento li richiede d’urgenza, e sospendei pagamenti da lui dovuti nel regno ad eccezione di quelli per la difesa della ribelle Scozia e di quelli dovuti alle compagnie dei Bardi e dei Peruzzi che lo sovvenzionavano.

Dato che ultimamente, per consiglio e per l'assenso dei Prelati e dei Nobili e delle Comunità del nostro Regno, abbiamo effettuato il passaggio di qua dal mare, e che per proseguire l'ardua impresa che ci siamo assunti occorre un gran profluvio di spese, ordinammo al Cancelliere, al Tesoriere e agli altri nostri Ministri che, attingendo tanto ai sussidi a noi concessi per questa causa quanto ai proventi del detto Regno, raccogliessero con tutta celerità quanto più danaro potessero e con altrettanta rapidità ce lo mandassero, via via che lo avessero raccolto, in queste parti trasmarine a sussidio delle nostre spese. Dato che più volte, a mezzo di corrieri e per lettere, abbiamo fatto sapere il nostro bisogno, sollecitando più che abbiamo potuto che non indugiassero a mandarci le lane a noi concesse [2] i denari e le altre cose che avessero potuto raccogliere; dato che ancora nulla ci hanno trasmesso né dei sussidi concessici né dei dazi del nostro Regno, per il che la nostra spedizione è dilazionata con nostro pericolo e nostra vergogna, e con estrema difficoltà contraemmo un mutuo [3], cadendo nelle usure di cui se non ci libereremo presto saremo eccessivamente gravati noi e il Regno; dato che le molte assegnazioni su tali sussidi e proventi del Regno e le dilazioni concesse al pagamento di debiti pare che siano la causa dello scarseggiare del danaro che avrebbe dovuto esserci trasmesso, e che è assolutamente necessario che riceviamo non solo per la tutela del nostro onore, ma anche per la salvezza della nostra persona e di quelle dei nostri sudditi del Regno e delle altre nostre terre:

Noi, consapevoli del pericolo in cui versiamo e versano i nostri fedeli, e decisi ad anteporre, come si conviene, la pubblica utilità a quella privata, con il consenso e l'assenso dei Prelati, dei Nobili e degli altri nostri Fedeli che ci assistono, revochiamo integralmente, per causa di forza maggiore, tutte le assegnazioni fatte e concesse da noi e dai nostri Ministri a qualunque persona, per qualunque somma di danaro o di altre cose a qualsiasi titolo, tanto prima che dopo il nostro passaggio sul continente, e le proroghe concesse ai nostri debitori dopo il nostro attraversamento dello Stretto, intendendo che tutte queste assegnazioni in danaro e in natura, e ciò che ci è dovuto, il cui pagamento si era dilazionato, tutto sia immediatamente raccolto a nostro vantaggio, e ci sia rapidamente trasmesso. Facciamo eccezione unicamente per le assegnazioni per fortificare e difendere le fortezze e le città nostre in Scozia, nonché per le assegnazioni fatte e concesse ai nostri diletti mercanti delle società dei Bardi e dei Peruzzi. Di conseguenza, al Custode del nostro Regno, al Tesoriere e ai Baroni dello Scacchiere, ora in carica o che lo saranno in futuro, togliamo ogni potere, anche contrariamente a qualsiasi consuetudine, di fare assegnazioni di danari per conto nostro, o proroghe di debiti, fino al nostro ritorno in Inghilterra. Siccome coloro che debbono al Signore devota obbedienza, almeno nei momenti di necessità non si debbono sottrarre a contribuire alle sue spese, così non sembri pesante ai nostri Ministri, che hanno altrimenti da vivere, di dilazionare la pretesa degli stipendi dovuti per i loro uffici; e perciò, fidando nella loro devozione, col consiglio e l'assenso dei Prelati, dei Nobili e degli altri nostri Fedeli che ci assistono, ordiniamo che, per sovvenire alle nostre dette spese fino a dopo il detto nostro ritorno, non si faccia alcun altro pagamento di stipendi ai Ministri della Giustizia, ai Baroni dello Scacchiere, ai Prelati di alto grado e a tutti gli altri nostri Ministri che hanno da altre fonti di che potersi comodamente sostentare. E che non sia emanato dalla Cancelleria nostra o dal nostro Scacchiere nessun ordine di pagamento di stipendi nel frattempo venuti a maturazione: dopodiché provvederemo noi a pagare a ciascuno e a tutti gli arretrati, come è giusto. Si fa eccezione per le persone del clero di basso grado e per gli altri nostri ufficiali che non hanno del loro da vivere, ai quali si paghino gli stipendi e quant'altro è a loro dovuto (Rymer's Foedera, to. I, pp. 109-110; tradotto dal latino).

 

Promessa solenne di Edoardo III di restituire i prestiti ricevuti dalle compagnie dei Bardi e dei Peruzzi e di risarcirli dei danni subìti.
4 agosto 1339

Il Re, riconoscendo i servizi resi alla Corona nel passato dalle società dei Bardi e dei Peruzzi, e considerando la generosa offerta che essi hanno fatto di giovare al Trono per l'avvenire nei limiti delle loro forze — sebbene a cagione di tali servigi abbiano perso capitali e credito, siano stati in prigione e siano stati perseguitati in giudizio — con l'assenso dei Prelati e dei Nobili che formano il suo Consiglio ha preso i mercanti sotto la sua speciale protezione, promettendo inoltre piena soddisfazione di tutte le somme che egli ha avuto da loro in prestito, nonché degli assegni fatti a loro per mera liberalità. Il Re si impegna a restituirli nell'antica posizione e nell'antico onore. Se a lui non bastino il tempo e le forze, fa obbligo, con la paterna benedizione, al suo primogenito Edoardo duca di Cornovaglia, di mantenere le promesse. L'Arcivescovo di Canterbury, i Vescovi di Lincoln e di Durham, i Conti di Derby, di Northampton, di Salisbury e di Suffolk promettono e dànno malleveria che il Re manterrà completamente l'impegno (Calendar Patent Rolls, p. 391; tradotto dall'inglese).

 

Quietanza rilasciata dalla compagnia dei Bardi a Riccardo II a saldo del loro credito.
24 ottobre 1391

Gualtieri de' Bardi, mercante della società dei Bardi e procuratore dei mercanti di quella società in Firenze, il 24 ottobre, anno XV del Regno di Riccardo secondo, per scritto di propria mano inserito nei Rolls della Cancelleria, dà quietanza in nome proprio e in quello della società al predetto Re e a Guglielmo conte di Salisbury e ai loro eredi ed esecutori, nonché agli eredi ed esecutori di Edoardo già re d'Inghilterra avo del detto Re, di Giovanni già Arcivescovo di Canterbury, di Enrico già Vescovo di Lincoln, di Riccardo già Vescovo di Durham, di Enrico già Conte di Derby, di Guglielmo già Conte di Northampton, e di Roberto già Conte di Suffolk e di ciascuno di loro. Rinuncia a tutte le azioni, querele e pretese proprie e della compagnia per ragione di qualsiasi debito del Re e degli altri sopra nominati verso di lui e verso la società. Le lettere di credito siano cancellate e dannate e siano poste insieme con questa quietanza e con la procura di Pietro de' Bardi e compagni di Firenze nella regia Tesoreria per esservi conservate (Patent Rolls 213, XIX Edoardo III, parte I, membrana 12; documento inserito qui posteriormente; tradotto dall'inglese).

 

Riccardo II dà quietanza ai Bardi di ogni credito che ha verso la compagnia.
10 novembre 1391

Sia noto a tutti che in seguito all'accordo promosso e intervenuto per ordine Nostro fra il Nostro Gran Consiglio da una parte e Gualtieri de' Bardi, mercante e procuratore della società dei Bardi di Firenze, dall'altra, riguardante la salvezza delle anime del carissimo Re Edoardo III Nostro avo defunto, dei suoi eredi ed esecutori, nonché di tutti i Signori del Nostro Regno sia spirituali che temporali defunti, e dei loro eredi e successori, abbiamo rinunciato e rinunciamo per Noi e per i Nostri eredi in perpetuo nei confronti di Gualtieri e di tutti i mercanti della società predetta, dei loro eredi, esecutori e rappresentanti, a tutte le azioni querele e pretese per qualsiasi somma di danaro o altre cose dovute da esso Gualtieri e dai suoi compagni, loro eredi ed esecutori, che siano ancora pendenti presso lo Scacchiere e altrove: non volendo che in perpetuo essi o alcuno di loro siano molestati o gravati da Noi o dai Nostri eredi per cause e querele promosse anteriormente alla presente data [4]. Testimone il Re, Westminster, 10 novembre 1391 [5] (Patent Rolls 334, XV Riccardo II, parte II, membrana 31; tradotto dall'inglese).

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[1] Si è accennato più volte nel testo, a partire da «2. La crisi del secolo XIV: 1. Il regresso demografico», ai grandi fallimenti della metà del Trecento imputati da G. Villani agli enormi prestiti delle due compagnie fiorentine a Edoardo III per i preparativi della campagna in Francia (l'inizio della guerra dei Cent'anni). L. S. PERUZZI (Storia del commercio e dei banchieri di Firenze in tutto il mondo conosciuto dal 1200 al 1345, Firenze, 1868), che si rifece alla narrazione del Villani, provò, proprio con questo documento del 6 maggio 1339, che lesse male o travisò volontariamente, la mala fede del re: e da allora «il re d'Inghilterra non paga» divenne uno slogan, e si arrivò a pensare che gli eredi dei vecchi mercanti, o addirittura l'Italia se le loro famiglie fossero estinte, potessero rivendicare dalla Corona inglese le somme che il cronista dice «valeano uno reame» (un milione e cinquecentomila fiorini d'oro), e che nel corso dei secoli sarebbero divenute astronomiche con gli interessi composti (A. SAPORI, Mondo finito, Milano, «Cisalpino», 1971, racconto XIX, «Una complicazione quasi internazionale»). Uno studio che ho condotto sui documenti del Public Record Office (l'Archivio di Stato di Londra) mi ha permesso di modificare sostanzialmente i termini della questione (A. SAPORI, La crisi delle compagnie mercantili dei Bardi e dei Peruzzi, Firenze, Olschki, 1926). In queste «Letture» riporto, tradotti dall'inglese o dal latino, quattro documenti particolarmente Interessanti.

[2]25.000 sacchi da vendere in Fiandra (con altri 10.000 di proprietà dei Peruzzi) (Calendar Close Rolls, 11 marzo 1338, p. 400).

[3] 15.000 fiorini con l'arcivescovo di Treviri, al quale dette in pegno la corona (Rymer's Foedera, 27 febbraio 1339, p. 101). Il giorno dopo la spedizione di questa lettera egli contrasse un altro mutuo di 140.000 fiorini «auri puri et iusti ponderis» con il mercante lucchese Niccola di Bartolomeo contro l'ostaggio del più caro amico del re, il conte di Derby (Ibidem, 10 maggio 1339, p. 110).

[4] Per esempio, era ancora pendente una vertenza per 9000 lire sterline che avevano avuto per pagare alcuni creditori del re e di cui invece si erano appropriati: per il che erano stati messi in prigione (Calendar Of Close Rolls, 18 luglio 1345, p. 638). Poi erano stati liberati e si erano impegnati a restituire la somma entro un anno (e il doppio se avessero mancato alla scadenza) con la «garanzia di se stessi e di tutti i loro beni tanto di qua che di là dal mare» (Calendar Close Rolls, 14 novembre 1346, p. 673). In seguito non ne avevano fatto di niente.

[5] È evidente che si trattò di una compensazione amichevole senza che fosse intervenuto alcun pagamento in danari.

da: http://www.storia.unive.it/_RM/didattica/strumenti/sapori/letture/3let.htm


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01/02/2009 : signet@work : sandro pascucci : www.signoraggio.com v.0.6
[http://www.signoraggio.com/signoraggio_chicomandailmondo.html]