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Ci scusi, Lei è un terrorista?
(di Sandro Pascucci - www.signoraggio.com)

Se Bin Laden fosse qui avrebbe vita dura, durissima! Non siamo mica gli americani, noi, che ce lo faremmo scappare romaticamente a cavallo nel deserto, noi. Da noi i controlli sono praticamente perfetti, invalicabili. Vi racconto cosa ho vissuto questa mattina a tal proposito.

Questa mattina me ne stavo per cazzi miei ad aspettare il solito treno che prendo da 20 anni per recarmi al lavoro.

Leggevo un opuscoletto che sto preparando in questi giorni per fare un pò di sano volantinaggio pro-denuncia della truffa del signoraggio, tanto per cambiare. Tra una lettura e una correzione notavo un poliziotto in divisa che faceva avanti e indietro nella sala d'aspetto della mia stazione e che mi lanciava occhiate ad ogni passaggio. Il mio istinto da cinghiale era inquieto, già avvertiva futuri problemi e anche la lettura e la concentrazione ne risentivano al punto che mi accorsi di stare ancora alla prima pagina [di quattro] del documento di cui vi ho parlato prima.

Ad un certo punto l'uomo in divisa (che chiamerò il n.1) si mette a destra della mia seggiola e un paffutello uomo in borghese (uomo n.2), dopo aver transitato con fare lascivo davanti a me un paio di volte e lanciando occhiate non meno interessate dell'uomo n.1, sosta alla mia sinistra. Mi chiede se sono del paese, rispondo positivamente pur avendo preferito per una risposta molto più chiara e diretta e che preservasse la mia privacy (tipo "che cazzo te ne frega?" per intenderci) e mi chiede i documenti. Appare un altro personaggio, faccia quadrata, aperta, tranquilla, da picchiatore (uomo n.3) e si colloca ad una certa distanza alle spalle dell'uomo curioso, oltre che paffutello che intanto leggeva la mia patente di guida. Scherzando chiedo quanto sospetta sia la mia faccia e il paffutello mi risponde garbatamente che è un semplice controllo di routine. Mi chiedo perché di 12 persone presenti la routine abbia scelto me ma preferisco non polemizzare e aspetto che la lettura del documento abbia termine. A parte che non ho mai capito perché ti chiedono I DOCUMENTI quando è già tanto se ci ricordiamo di portarne dietro UNO, vabbè!

Mentre il tizio (l'uomo curioso-paffutello aka uomo n.2) legge i miei dati chiedo con chi sto parlando, dal momento che il mio nome è noto e certificato dal documento in essere mentre loro non si sono identificati. L'uomo paffuto, nonostante gli evidenti anni di servizio e gli addestramenti che ha compiuto è preso contropiede! Si tasta le tasche come in cerca di una monetina che non vuol dare in elemosina. Il picchiator-tranquillo (uomo n.3) indica l'uomo in divisa (restato fermo alla mia destra) e dice boriosamente "E' la pulizia" e il tono usato suggerisce un "non è ovvio?". Il mio tono è malfermo in queste situazioni e preferisco non lasciare spazio a dubbi o fraintendimenti e indicando col pollice l'uomo in divisa dico "si, questo, ma.." aprendo l'indice.. "quest'altro?". Forse le parole, forse l'incauta posizione del mio indice teso e pollice sollevato hanno richiamato nella semplice mente dell'uomo picchiatore una sorta di allarmismo (o forse si è solo fatto rodere il culo che un cittadino risponda e non bèli) e lo hanno spinto ad avvicinarsi ulteriormente, ponendosi proprio davanti a me. Il poliziotto in divisa intanto interviene con un risolutivo "E' un maresciallo". Ah bè! Intanto il maresciallo si riprende, regala un'occhiata di gratitudine al collega in uniforme e smette la patetica quanto infruttuosa ricerca. Mi viene in mente la facile battuta dello "scarparo senza scarpe", chiedono i nostri documenti e quando si tratta di identificarsi loro..

Il picchiatore ormai è in preda agli istinti più primordiali che gli sono stati impartiti da ore e ore di allenamento e addestramento e fa: "Vogliamo vedere nella borsa". Appare un quarto uomo. Non so se si sia calato dal soffitto o se era sotto la mia panchina. So che ora è li, a chiudere il semicerchio che i tre avevano già imbastito. E' un uomo (il n.4) giovane, sui 40anni, rasato, ben pettinato. Occhiali scuri, giacchetta. E' un ispettore, lo so senza chiederlo.

Prende il documento che il maresciallo mi stava rendendo e lo esamina di nuovo. Mi viene da pensare che non si fida del maresciallo (che in effetti appare un pò imbronciato) e si fa viva una mia particolare paura atavica che mi attanaglia da quando avevo 18 anni ed ero neopatentato, ossia che il poliziotto di turno non mi rendesse il documento e che se ne potesse fuggire con lo stesso, lasciandomi come senza identità!

Lo so che è per lo meno strano ma quanti di voi non si sentono tranquilli fino al momento di riavere il proprio passaporto o carta d'identità o, in questo caso, patente di guida? Forse ci è stato inculcato che noi siamo ciò che li dentro è scritto e senza quel documento non siamo più nessuno? Non riusciamo a dimostrare chi siamo? bah!

Ho sempre visto la scena dell'uomo in uniforme che si allontanava con la mia patente ed ero felice solo quando me la riportava e potevo rimettermela nel portafoglio, al sicuro, anche se era accompagnata da una megamulta, non importava! Immagino il poliziotto della stradale che monta nella "gazzella" potentissima e sparisce all'orizzonte, lasciandomi senza nome e cognome dimostrabile. Ora in effetti che le "gazzelle", le "volanti" (tipicamente potenti Alfa Romeo truccate e potenziate nei motori e gomme e altro) sono state sostituite da delle innocue "skoda" (potenza della liberalizzazione dei bandi di gara) mi sento più tranquillo e capace di raggiungere il fuggiasco anche con la mia "panda" e riappropriarmi eventualmente del mio documento!

Paranoie a parte l'ispettore legge la patente e dice (indovinate?) "E' un semplice controllo di routine". Dico "Mi sembra eccessivo" e lui "Cosa c'è di eccessivo? Io sarei contento di vedere che si fanno dei controlli, mi sentirei più sicuro, specialmente dopo Madrid, o no?".

Contravvenendo ad ogni regola di buon senso e sopravvivenza e ignorando la facile e indolore "Ma si, certo, guardi pure, ci mancherebbe! Anzi se ha delle curiosità sui miei orifizi più intimi e profondi si tolga pure ogni dubbio, magari usando anche strumenti medioevali di cui son certo avete copia funzionante" ho ardito rispondere una cosa tipo "Gli attentati di Madrid non sono stati certo opera di quei particolari attentatori come vogliono farci credere".

Apriti cielo! E anche apriti borsa perché in effetti non ho nulla da nascondere e meno che mai ho da perdere il treno che stava arrivando, invischiandomi in discussioni e (facile previsione) coercizioni con giochi di potere, che sarebbero potuti andati da un semplice (e in effetti veritiero) "E' nostra possibilità guardare nelle borse" ad un più fastidioso e vendicativo "Ci segua".

Mentre il picchiatore guardava nella borsa (e ne rimaneva profondamente deluso data la fiacchezza, dal punto di vista militare, del contenuto) l'ispettore mi faceva dono del suo scetticismo su certe "visioni" riguardanti il complottismo evidentemente trapelato dalle mie parole. Restituitomi il documento e richiusa la borsa (fortunatamente oggi non portavo la solita calzamaglia a rete e frustino sado-maso) abbiamo parlato del 9-11 e di come sia facile portare due aerei a spasso per i cieli americani da parte di un gruppetto di persone tra i meno adatti al volo AL MONDO armati di taglierini ecc..

Intanto sono arrivati altri due, uno in divisa e uno in borghese (uomo n. 5 e uomo n.6) e si era formato un simpatico capannello tra agenti e pendolari, tutti intenti a discutere di come sia impossibile che dei grattacieli fossero stati minati o comunque fatti crollare con delle persone dentro! La frase che è stata ripetuta di più è stata "impossibile" e "ma stiamo scherzando?!". L'ispettore mi restituisce la patente (finalmente!) e io lesto rificco nel portafoglio che faccio sparire nelle tasche sulle terga, al sicuro (credo!). Poi si fa come serio serio e dice "Pascucci, vero? Giuseppe, no?". Ommioddio!, penso io. O questo non sa leggere, o mi prende per il culo e crede che un terrorista sia così imbecille dal dimenticarsi della falsa identità che ha assunto o siamo in mani a dei pazzi! "No, Sandro, quale Giuseppe?!". Arriva il treno, ci salutiamo con una decina di "Buona giornata", "Buona giornata a Lei" e nell'andar via gli faccio: "Ma Lei, prima che Ispettore, è cittadino. Lei, come cittadino, crede agli attentati delle Torri Gemelle?". Mi guarda e dice "Comunque Madrid c'è stato e le Torri sono crollate. L'ho visto!".

Gli faccio notare che ciò che ha visto è l'esatto contrario di ciò che la tesi ufficiale dice e che, come cittadino, forse è meglio che si svegli e che studi alcune delle cosiddette "tesi complottistiche" che sempre più stanno prendendo posto negli animi e nelle menti dei liberi cittadini.. abbraccio con un'occhiata il gruppetto che ho davanti, che ho attorno.. vedo il treno che si ferma e apre le porte, decine di persone che scendono e altre si apprestano a salire e penso che, ad essere terroristi, questo sarebbe un buon momento per tirare la miccia.

Li lascio a discutere tra loro, forse maledicendo il fatto di non aver trovato un vero terrorista ma solo un rompicoglioni che ha instillato loro il TREMENDO DUBBIO.

La prossima volta parlerò loro de Il Grasso Bankiere e della truffa del signoraggio e riserva frazionaria.


17/08/2006 : signet@work : sandro pascucci : www.signoraggio.com v.0.6
[http://www.signoraggio.com/signoraggio_ciscusi.html]

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