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Risposta #01 al dossier: "Docente? Dimostralo.."
(08.feb.2009)

Venerdì 24 ottobre 2008, risponde: Giuseppe G. Santorsola - Professore Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari Università Parthenope - Napoli

1. Cos’è per Lei il signoraggio bancario?

Indica l'insieme delle entrate derivante dal battere moneta. Quindi si può anche definire come la differenza tra il valore nominale e il valore intrinseco. Il termine deriva dal francese "seigneur", che in italiano significa "signore". Nel Medio Evo infatti erano i signori feudali i titolari del diritto di battere moneta e quindi i beneficiari del guadagno che ne derivava. Per signoraggio, nell'ambito delle moderne scienze economiche, oggi si intendono i redditi che una banca centrale o uno stato ottengono grazie alla possibilità di creare base monetaria in condizioni di monopolio.

2. Cos’è la sovranità monetaria di una Nazione?

Il potere di emettere moneta valida come elemento di regolazione ultimativo degli scambi. Per capirne il significato è opportuno pensare ai paesi africani la cui indipendenza fu fattivamente raggiunta (anni ’60) quando ebbero potestà di emissione mutando la precedente dipendenza da sterlina e franco francese. In questa situazione i paesi colonialistici espellevano moneta dalla loro economia trasferendola nelle colonie quando era abbondante, prelevandola quando scarseggiava. Pensiamo invece alla situazione odierna laddove i fondi sovrani di paesi un tempo colonie detengono liquidità rilevanti con le quali sono in grado di diventare azionisti importante di imprese dei paesi un tempo controllori. I migliori fondi sovrani peraltro si liberano dal potere politico “locale” e si affidano a banchieri amche internazionali che costruiscono portafogli e non solo situazioni di potere contrappesando il ruolo di soggetti solo politici. Il percorso è peraltro solo all’inizio in quanto si sta sviluppando solo dal 2008. Nel 1973 e nel 1979 gli stessi bruciarono la ricchezza monetaria derivante dal petrolio compiendo scelte di spesa o investimenti errati

3. Oggi politici e banchieri si danno man forte per magnificare la divisione ermetica tra politica e banca centrale. Ritiene che sia possibile guidare un Paese senza avere il totale controllo della sovranità monetaria (fermo restando l’inserimento di nuovi controlli trasparenti e diretti su chi è alla guida stessa, ossia i politici)?

 

La separazione dei poteri è un elemento determinante della democrazia; assegnare quella potestà allo stato con la volatilità dei suoi poteri non appare corretto individuando così responsabilità separate fra chi governa la politica economica PE e chi quella monetaria PM. Altrettanto si deve ricordare come alcune banche centrali abbiano dovuto giocare ruoli di supplenza sulla PE quando i governi sono risultati incapaci o incerti in merito. In particolare questo rischio è maggiore nei paesi in cui siano necessari governi di coalizione obbligati a compromessi nelle scelte di PE. Immaginiamo invece cosa succederebbe se anche la PM fosse soggetta a scelte compromissorie. Ricordiamo i ruoli giocati dalle banche centrali in USA e Germania negli anni ’80 nel contrastare scelte dei Governi con Carter e Schmidt; entrambi persero pur cambiando entrambi i Governatori della rispettiva Banca Centrale
 
4. La BCE non sostiene, per il singolo biglietto, il costo stampato sulla facciata (ad esempio €.100) ma solo il costo tipografico (€.0,30). Dal punto di vista accademico, è corretto inserire il valore di facciata tra le passività della Banca Centrale? Ritiene che sia etica tale operazione? Contabilmente è corretto che la BCE dichiari come passività una cifra così alta per ogni banconota che emette (per altro in regime di monopolio e sulla quale non offre più garanzie reali a copertura, come oro o altro asset reale)?

La valutazione “aziendalistica” è corretta anche se il costo è forse superiore dato l’esigenza di controlli sulla qualità fisica (resistenza nel tempo), di sicurezza (i fili d’argento e gli ideogrammi) e di protezione (contro falsi e creazioni da parte di organizzazioni malavitose). E’ certo vero che un biglietto da 500 euro ha un forte differenziale, ma le banche centrale non hanno interesse di spesa quanto addirittura di suo controllo.

Per paradosso un privato che “battesse” moneta non avrebbe controllo delle sue spese e salterebbe il principio della convivenza sociale pacifica. Per puro diletto suggerisco di meditare sul senso “economico-monetario” rinvenibile in un fumetto quale i “Flinstones”  (basato sul baratto) o in un film quale “La banda degli onesti” per spiegare facilmente a chiunque l’importanza di una Banca Centrale. Per discutere invece i rischi di una Banca Centrale non “onesta” suggerisco invece di ripensare al modello negativo delle due Banche Centrali Portoghesi negli anni ’20 quando combattevano fra di loro per avvalorare la loro moneta. Un esempio più sottile fu quello delle 6 banche centrali italiane del 1861 (ridotte a 3 dopo il caso della Banca Romana) ed abolito con la Legge Bancaria del 1926 (che sottrasse potere di emissione al Banco di Napoli e Banco di Sicilia). Una delle scelte utili della Società delle Nazioni (antenata dell’ONU) fu proprio l’obbligo per i suoi membri di avere una sola Banca Centrale ma fortemente indipendente. I casi della ex-Unione Sovietica e della ex-Jugoslavia presentano invece il pericolo del caso opposto (contate il numero delle guerre interne che ne sono conseguite). Per contro le tre repubbliche baltiche sono invece l’esempio di una soluzione più corretta (solo “più” perché comunque hanno generato inflazione e/o redistruzione non omogenea del reddito.

In altri termini e copiando una frase di Churchill, il modello suggerito dai sostenitori della contrarietà al signoraggio non considera che quanto in essere non è certamente il migliore ed è denso di errori, ma tutte le altre soluzioni sono molto molto peggiori! Investiamo dunque nel controllo del modello e non nella sua sostituzione.

5. Il biglietto di banca (banconota) esce dalla stampante della BCE, nessun altro è autorizzato ad emettere cartamoneta nei Paesi Europei. Che tappe effettua la banconota prima di arrivare nei bancomat, dove solitamente la preleviamo?


BCE trasmette a singole banche centrali nazionali che prevalentemente con operazioni oggi di open market trasmettono alle banche che riversano sul pubblico quando la moneta bancaria viene trasformata in moneta legale per richiesta della clientela. Tutto qui! Al contrario quando si deposita la moneta legale viene assorbita e tolta dalla circolazione. Questo lavoro di equilibrio è molto delicato perché si tratta di rispettare l’equilibrio PQ=MV. Ad esempio nel caso Italia abbiamo a grandi linee PQ=1535mld€ M=120mld€ quindi V=12,79. Ciò significa che in un paese avanzato la moneta gira tra gli utilizzatori circa ogni 30 giorni. E’ un lavoro “complicato che deve essere registrato con accortezza.
Per una verifica pratica ognuno dei lettori pensi a cosa succede del contante nelle proprie tasche, portafogli, e buste….

6. Il meccanismo della riserva frazionaria permette a una banca commerciale di prestare n-volte quanto ha fisicamente in riserva. E’ solo una tecnica bancaria lecita e consolidata o è un male indispensabile che permette il funzionamento del Sistema stesso? Non sarebbe più corretto portare la riserva al 100%, permettendo così alla banca commerciale di prestare solo ciò di cui veramente dispone, magari coinvolgendo il correntista – vero padrone del capitale – nell’operazione di prestito/ricavi/perdite?

Tale eventuale soluzione non contempla il concetto di rischio che invece la banca assorbe sui depositi e sui conti correnti. Quando il sistema funzione il bisogno di liquidità primaria di una banca è bassissimo (circa il 3/4 per mille del total asset) mentre quello di liquidità secondaria si attesta intorno al 3/5%. Il resto è garantito dal movimento del flussi garantito dall’economia reale in ciclo normale. Senza questa soluzione saremmo ancora in fase preindustriale.

Il meccanismo è lecito, è efficace se la banca gestisce il rischio. Il pericolo risiede nel rallentamento della rotazione e nella perdita della fiducia fra banche che non si scambiano più la loro liquidità. Pongo la domanda: il pubblico è disposto a questi scambi alle stesse condizioni di rischio? Non credo visto che il rifugio in situazioni di crisi resta la posta, il deposito e il BOT. In merito al correntista ricordo che egli rimane sempre il padrone del capitale tanto è vero che può prelevare quando desidera senza vincoli e che è protetto a livello di sistema

7. L’Italia ha un debito pubblico dal 1861. Secondo Lei è dipendente dagli sprechi di governo o dalla mancanza di sovranità monetaria?

Per essere precisi bisogna ricordare l’esperienza unica di pareggio di Quintino Sella nel 1864-65 e nel 1869-73 La storia dimostra in modo inequivocabile e continuo che si tratta di eccesso di spesa per fornire servizi o favori fuori dal quadro di bilancio (chiamiamolo “vivere al di sopra delle proprie risorse”  Ricorderei anche l’esistenza di una normativa abolita da Beniamino Andreatta nel 1981 che imponeva alla Banca d’Italia di finanziare il disavanzo non coperto dalla emissione di titoli pubblici e dalle entrate (si parlò di divorzio fra BI e Tesoro) fino al 14% della spesa pubblica ad un costo dell’1%. Altra misura importante fu nel 1978 la disciplina del ministro del Tesoro Stammati (un ex banchiere) che impose di concentrare la spesa della PA non assegnando più fondi di bilancio agli enti ed alle strutture destinatarie fin dall’inizio dell’anno dopo l’approvazione della Legge Finanziaria. Per ottemperare a tutto ciò ovviamente bisogna creare moneta il cui valore facciale corrisponda alla dimensione della spesa (e del sottostante debito che si crea). Infine, la BI deve coprire il disavanzo estero creato dall’import-export negativo gestendo le riserve valutarie (questo fino al 1.6.99 quando inizia l’operato di BCE).

Stante questo quadro appare difficile dare valenza alla seconda ipotesi suggerita!

Leggere l’accordo di Maastricht aiuta ulteriormente al riguardo considerato il ruolo autonomo dell’Autorità Monetaria quale vigilante del comportamento dei Governi in politica monetaria. Se questi ultimi potessero operare come desiderano avremmo inflazione senza controllo. Basta al riguardo ripensare al comportamento delle dittature o dei governi africani, asiatici e sud-americani negli anni’60 e ’70 fino all’Uruguay Round del 1984. Infine, il modello attuale è l’impianto dell’accordo di Bretton Wood (gestito da governanti quali Roosevelt Stalin e Churchill) al quale dobbiamo il riordino post-bellico e post-inflazionistico del periodo 1940-44

8. La moneta oggi non ha più copertura aurea. Ha un altro tipo di copertura? Perché dovrei, oltre al discorso del corso forzoso, accettare un pezzo di carta emesso da una struttura privata come la BCE (attraverso la sua socia Bankitalia S.p.A.)?

Vale la parte finale della risposta precedente. Il tallone aureo imponeva parità, ma con esso lo sviluppo economico risultava bloccato dalla disponibilità di oro e soprattutto dalle riserve minerarie concentrate in alcuni paesi (USA, SudAfrica (compreso Botswana e Namibia di oggi). Ci fu anche un tentativo di Gold Exchange Standard che curò il passaggio dal predominio inglese con il Commonwealth alla presenza economica degli Stati Uniti. Keynes inoltre suggerì negli anni ’30 di calibrare la creazione di moneta all’esigenza delle economie e della spesa pubblica quale cuscinetto o motore affidato alle Banche Centrali contrappeso delle scelte governative.

Nell’ottica BCE infine, un organismo unico superpartes rispetto ai Governi assicura maggiore indipendenza. Ricordiamoci infine che governi qualificati come liberali, conservatori e centristi spingono verso il controllo mentre quelli socialdemocratici,e di centro-sinistra spingono verso la spesa pubblica. Troppe coalizioni (in Italia e Francia soprattutto) finiscono invece per bloccare le scelte di politica economica creando stallo. Gli Stati Uniti dimostrano invece l’utilità di combinare nel tempo il passaggio fra governi democratici (30 anni dal 1940) e repubblicani (36 anni)

Definire privata una Banca Centrale non è corretto; è una struttura giuridicamente privatistica ma con forte influenza “pubblica”. La situazione italiana è certamente anomala per il forte peso delle Fondazioni Bancarie che sono acefale e soggette ad influenza politica ma non certo private!.

Comunque il peso del Consiglio di Amministrazione della BI non ha impatto sulle scelte che sono determinate da un Direttorio manageriale che dal 2006 è allargato a 5 persone con potestà non più esclusiva del solo Governatore. (riforma del D.Lgs 262 del 27/12/2005

9. Solo la Banca Centrale (BCE, FED..) crea base monetaria legale. Ci sono però altre monete, c.d. locali (Local Money), che si appoggiano alla divisa ufficiale (Euro, Dollaro..) diventando così monete complementari. Vengono emesse da private associazioni con il nobile intento (la cui fruizione non è dimostrabile) di aiutare particolari economie locali. Dato che la BC emette moneta a debito.. queste monete complementari non aiutano paradossalmente il meccanismo di indebitamento globale, sia pubblico che privato? 

La teoria della local money ha scarsissimo successo fra gli economisti più qualificati. Non emetto una valutazione personale in quanto sono di formazione aziendalistica. Sottolineo peraltro che può apparire coerente con strutture di Stati Federali (Germania Austria e Stati Uniti e Canada fra i principali) Essa ha però generato problemi quali ad esempio la crisi dei municipal bonds negli Stati Uniti. Se poi la moneta local viene generata da strutture fortemente indipendenti crea anche un pericolo di sostituzione di moneta cattiva con moneta buona. In epoca di globalizzazione e di commerci aperti inoltre la dinamica dei flussi appare pericolosissima ed invece di signoraggio dovremmo parlare di rivincita dei “valvassini” che si vendicano contro “valvassori”. E’ comunque in contrasto evidente con la scelta UE della moneta unica e della BCE unica.

Si pensi anche alla celerità dell’intervento dei G4-7 e 10 nel periodo settembre-ottobre 2008 che sarebbe stato impossibile nel modello suggerito in questa domanda.

Certo si tratta di interventi eccezionali (1/2 volte al secolo) e temporanei (altrimenti torneremmo ad uno Stato banchiere ed imprenditore che è sistematicamente fallito. Evito ogni riferimento ai modelli di socialismo reale in quanto scomparsi con il 1989. La Corea del Nord rappresenta invece il benchmark della negatività assoluta come impatto sulle popolazioni e sulla sopravvivenza del modello.

10. Il popolo ignora quasi completamente i meccanismi di funzionamento della moneta. A che livello di etica viene trattato l’argomento monetario nelle strutture accademiche, scolastiche, didattiche che Lei conosce?

Una lettura pragmatica suggerisce che il popolo ha bisogni da soddisfare e non modelli etici da osservare come applicati. E’ pericoloso lasciare spazio al “particulare” di Guicciardini ed è forse meglio rileggere il Principe di Macchiavelli per alimentare la convivenza tra 7 miliardi di persone. E’ compito dei Governi risultare etici e flessibili secondo le necessità. Indipendentemente dai risultati che verranno, ancora una volta le soluzioni attualmente in costruzione per la crisi 2007-08 individuano il tentativo di recuperare etica della finanza (pericolosamente a rischio quando la finanza è troppo “greed” (cioè ingorda”) e priva di regole) guardando però al contrappeso di una forza politica eccessiva che tendesse ad utilizzare il denaro come strumento di consenso elettorale dimenticano l’equilibrio delle equazioni macro-economiche (quali la PQ=MV)

Mutuando dalla fisica segnalo come l’equilibrio su una corda si consegue solo combinando correttamente una serie di disequilibri istantanei che se proseguissero oltre il brevissimo periodo genererebbero sistematicamente la “caduta dalla corda” Chiedere ad un equilibrista per conferma.

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Ringraziando il prof. Santorsola per la cortese collaborazione, approfondiamo il discorso con delle altre domande, scaturite dalla lettura delle sue risposte.. [parte II >>]

08/02/2009 : signet@work : sandro pascucci : www.signoraggio.com v.0.5
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