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Bankitalia S.p.A. non è una S.p.A. - Dio lo vole!!
(di Sandro Pascucci - www.signoraggio.com)

parte I e parte II

Come diceva Goethe: «Finché non ci si impegna, allora regnano l’esitazione, la possibilità di tirarsi indietro, e sempre l’inefficacia. A proposito di ogni gesto di iniziativa, c’è una verità elementare, ignorare la quale vuol dire uccidere un’infinità di idee e splendidi progetti: nel momento in cui ci si impegna definitivamente, allora anche la Provvidenza inizia a muoversi. Cominciano a succedere cose che altrimenti non sarebbero mai accadute. Un intero flusso di eventi scaturisce dalla decisione, portando a favore di chi si impegna ogni sorta di accadimento imprevisto, ogni incontro, ogni assistenza materiale, come nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Qualsiasi cosa puoi fare o sogni di poter fare, comincia a farlo. Nell’ardimento ci sono genio, potere e magia. Comincia. Ora.» - Questa è senza ombra di dubbio la mia frase preferita. Il concetto espresso è ciò che più di ogni altra cosa si è dimostrato vero nella mia vita. E' la mia massima e, per coerenza, è divenuta - per me - Legge! Nulla avviene per caso, non una volta messo in moto il meccanismo. Questo che ora andrò a denunciare deriva da questa filosofia, certo discutibile ma mai negabile del tutto.

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Cosa succede?

Il Grasso Bankiere è alle corde! Poverino.. prima lo vediamo costretto a pubblicare gli elenchi dei soci-scagnozzi di Bankitalia S.p.A. dopo 120 anni dalla fondazione (1893), ossia dopo un secolo della più completa omertà e mafioso silenzio!

Dopo lo vediamo in affannosa manipolazione del suo stesso Statuto, manipolazione (oopss: "nuova versione") rilasciata in sordina per intorbidire le acque, rimaneggiando gli articoli fondamentali, depennando il 50% degli altri articoli originali e alterando profondamente quelli ormai palesemente contrari al proprio operare (pur essendo stato Lui stesso a crearli!).

Ora, per giustificare il fatto che un ente che si vuol far passare per ente-pubblico è invece una spudorata (e sputtanata!) Società per Azioni (d'altronde mica l'ho chiamata io Bankitalia S.P.A.!) e come tale [ovviamente] PRIVATISSIMA a tutti gli effetti, chiama in soccorso professori/banchieri dal passato burrascoso* e dal presente emblematico** per scrivere articoli autoreferenziali e a sostegno della Grande Menzogna.

*10 anni or sono il Paolo Ferro-Luzzi era compagno di merende di Draghi e Prodi e indagato per le truffe IRI, CIRIO ecc..
**anticipo che il Paolo Ferro-Luzzi è un uomo di UBI Banca, ma vedremo i dettagli e il curriculum di questo signore più tardi.. dalla serie "un dossier per dessert"

Ma, come vedremo dopo l'analisi dell'assurdo scritto (o "dettato"?), anche questa opera di pia bontà divulgatrice di verità non è stata né gratuita né casuale. Come dice Goethe? ah sì: "..cominciano a succedere cose che altrimenti non sarebbero mai accadute.." e questo è vero sia da una parte dello schieramento che dall'altra.. oggi ci occuperemo "dall'altra" .

Ad ogni nostra azione corrisponde una loro reazione e i fatti che andremo ora ad analizzare indicano che le fondamenta della loro truffaldina struttura stanno tremando e presentano segni tali di cedimento da giustificare interventi riparatori e contenitivi ad ogni costo, anche figure ridicole, come quelle fatte di fronte alla lettura smaliziata dell'articolo in esame.

Il fatto.

Il 2 aprile 2007, a pag. 12 del "Corriere Economia" esce un articolo nefasto, che vorrebbe sostenere una incredibile menzogna: l'azienda privata, conosciuta come BANKITALIA S.p.A., non sarebbe una S.p.A. ! Maddai?! Siamo nel regno della follia e della bugia più blasfema. La parola d'ordine parrebbe essere: MENTIRE, MENTIRE E POI ANCORA MENTIRE! MENTIRE AD OGNI COSTO! DI FRONTE ALL'EVIDENZA? MENTIRE!

Ecco l'articolo originale.

 

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L'analisi del testo.

> Bankitalia non è una Spa

• Bah! Sarà! Ma allora perché chiamarla BANKITALIA S.p.A. ? L’avete coniata VOIANDRI ‘sta terminologia, mica noi-del-popolino! Non potevate trovare un'altra denominazione? Più limpida, più cristallina? Soprattutto: più consona? Questi ultimi sono termini che temete come alcune creature notturne temono la luce diurna?

I c.d. economisti ortodossi dicono: "sì, è una S.p.A. ma.." aggiungono assurdamente "..ma di diritto pubblico!".

Ma cosa vuol dire "di diritto pubblico"? No.. perché a sentirlo così, come dire, è un pò.. fuorviante.

Intanto prendiamo nota di un paio di cose:

1. di quanto siamo stupidi a farci raggirare da semplici e melliflui termini tecnici (di cui ignoriamo il significato ma dai quali ci lasciamo imbambolare);
2. di quanto siano traditori i professoroni (e tutti i "dotti" in generale) che, invece di spiegarci le parole arcane (loro dovere e - diciamolo - unica cosa che sanno fare), operano in difesa del Sistema utilizzando proprio tali termini!

Riflettiamoci bene: che livello etico può avere un Sistema che, una volta scoperto, ancora insiste nell'assurda difesa, continuando a reiterare se stesso attorno a termini autoreferenziali, sconosciuti ai più e per bocca proprio di coloro i quali sono invece chiamati a CHIARIRE le questioni (e quei maledetti termini!) ?!

D'altronde il mascherare la menzogna con termini ed etichette gloriose ed emotivamente rassicuranti è la base storica della truffa del signoraggio. Già Marx denunciava "Fin dalla nascita le grandi banche agghindate di denominazioni nazionali non sono state che società di speculatori privati che si affiancavano ai governi e, grazie ai privilegi ottenuti, erano in grado di anticipare loro denaro.", riferendosi al fatto che tutte le banche centrali (che sono private) portano in fregio il nome della nazione che le ospita (Banca d'Italia, Bank of England, Banco de México, Banque de France..).

Quando dicono che Bankitalia è una S.p.A. di "diritto pubblico" vorrebbero farci bere la favoletta dell'ente-buono, che opera per lo Stato, per la società, per il Popolo insomma e che è separato dalla politica-malvagia.

Vorrebbero indicarci un modo d'essere che è autonomo MA AL CONTEMPO* devono CONCEDERE, agli Atti stilati in seno a Bankitalia S.p.A., un rassicurante imprinting statale!

*per ripararsi da accuse di CONFLITTO DI INTERESSI E RUBERIE DI PRIVATI TOTALMENTE REFRATTARI AL BENE PUBBLICO;

 

IN SOLDONI: tengono i piedi in due staffe (e fin qui.. voglio dire.. è tipico italiano, no?) ma ciò che ha del miracoloso è che le due staffe appartengono a DUE CAVALLI DIVERSI, che vanno in direzioni opposte!!!

Vorrebbero "venderci" questa loro verità di [Banca Centrale Italiana] ente superpartes, che gestisce i nostri soldi, sotto forma di struttura privata ma.. :

..direbbe IGB> ..non privata-privata-veramente-PRIVATA [per carità!] piuttosto.. una struttura.. come dire.. come dirtelo, come fartelo capire [= come mettertelo in c..o con le parole.. senza farti urlare e attirare l'attenzione..] ..come.. una struttura.. privata-ma-Pubblica [mi capisci? mi segui cittadino-bue? pronati per Dio che mi spiego meglio, no? collabora: ANNUISCI, ignorantone!] ..una struttura, dicevo.. privata-ma-Pubblica ma non del tipo Pubblico-Pubblico-veramente-PUBBLICO, (ma stiamo scherzando!) perché il Pubblico è Politica e la Politica è cattiva, può far tutto la Politica tranne maneggiare la CREAZIONE dei soldi [figuriamoci! ma scherziamo?! una guerra il Politico può scatenarla ma una banconota giammai potrà crearla!]. Mica ci scorderemo di WEIMAR noiandri, vero? Piuttosto un Privato.. una S.p.A.-sì-(ci-vuole)-ma-di-DIRITTO-PUBBLICO! Ecco: un'Istituzione Privata ma di Diritto Pubblico! [fiuuù! cazzo m'è venuto! gajardo er termine che t'ho trovato, eh?! Ecco perché "io so io e voi nun siete un cazzo"].

Ma se la Politica è cattiva come la mettiamo con la Finanziaria? Questa INFILTRAZIONE [ECONOMICA] è concessa? mah!

E sopratutto, se la Politica è CATTIVA e/o INCAPACE, perché [della SANTISSIMA Banca d'Italia] farne un Ente di Diritto Pubblico (ossia regolamentato da leggi statali)?

I casi sono DUE:

1. ci stanno prendendo per il culo, a noi-popolino, e ci danno il contentino di un appannaggio di democrazia e di controllo statale che in realtà non c'è;

2. non sanno vedere l'INCOERENZA della struttura e dei meccanismi controllo-esecutore da loro stessi creati, resi operativi, diffusi e ora difesi con le unghie e con i denti, ergo sono degli INCAPACI come e più dei nostri politici-cattivi!

La "nostra" Banca d'Italia S.p.A. SI SCRIVE DA SOLA il proprio Statuto e al PRESIDENTE DELLA SOVRANA REPUBBLICA DELLA NAZIONE ITALIA non resta altro che AVALLARE tale insieme di regole, AUTODETERMINATE DA PRIVATISSIMI BANKIERI SOVRANAZIONALI.

Andate pure a vedere chi sono le maggiori banche attualmente proprietarie di Bankitalia S.p.A.:
«Alla fine ne resterà soltanto uno [di loro..] parte II»
[http://www.signoraggio.com/signoraggio_neresterasolouno_2.html].

esempio:

da: http://www.cittadinolex.kataweb.it/article_view.jsp?idArt=52975&idCat=54

Il nuovo Statuto di Bankitalia

Il testo adegua l'Istituto ai principi e alle regole della nuova normativa
(Dpr 12.12.2006 Gu 15.12.2006)

DECRETO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

12 dicembre 2006

Approvazione del nuovo statuto della Banca d'Italia, a norma dell'articolo 10, comma 2, del decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 43. (G.U. n 291 del 15 Dicembre 2006)

E' in vigore dal 16 dicembre il nuovo statuto della Banca d'Italia. Il testo, adegua l’Istituto ai principi e alle regole contenuti nella nuova legge sulla tutela del risparmio e sulla disciplina dei mercati finanziari. Il testo, approvato dal Consiglio dei ministri del 12 dicembre, è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15. Punti salienti la riaffermazione della natura pubblicistica della Banca, la sua autonomia e indipendenza, la disciplina della nomina, del rinnovo del mandato e della revoca del Governatore, in linea con quanto previsto nel sistema delle Banche centrali europee, la nomina del Direttore generale e dei Vice Direttori generali, demandata al Consiglio superiore. Di quest’ultimo vengono ridefinite le competenze con l’attribuzione di nuove funzioni di vigilanza e controllo all’interno della Banca (ferme restando le funzioni di vigilanza creditizia e finanziaria del CICR), nonché di approvazione del bilancio annuale di previsione degli impegni di spesa, della fissazione del limite annuo per l’erogazione eventuale di somme a scopo di beneficenza o per contributi di pubblico interesse, di approvazione degli accordi stipulati con le organizzazioni sindacali. (19 dicembre 2006)

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto

il regio decreto 11 giugno 1936, n. 1067, con il quale è stato approvato lo statuto della Banca d'Italia, e successive modificazioni;

Visto

l'art. 10, comma 2, del decreto legislativo 10 marzo 1998, n.43;

Visto

l'art. 19, comma 9, della legge 28 dicembre 2005, n. 262, in base al quale lo statuto della Banca d'Italia é adeguato alle disposizioni contenute nei commi da 1 a 7 del medesimo articolo, ridefinendo altresì le competenze del Consiglio superiore [n.d.w. definito da Bankitalia e non dallo Stato!] in modo da attribuire allo stesso anche funzioni di vigilanza e controllo all'interno della Banca d'Italia;

Visto

il parere reso dalla Banca centrale europea il 25 agosto 2006 su richiesta della Banca d'Italia [n.d.w. se la cantano e se la suonano tra PRIVATI e il NOSTRO Presidente non può dire di non averlo VISTO!]; Considerato che l'Assemblea generale straordinaria dei partecipanti

[n.d.w. partecipanti ossia, tra gli altri, Geronzi e SOCI!!! ricordiamo (link) che: ".. Cesare Geronzi (già coinvolto nei crack CIRIO e PARMALAT) presidente della Banca di Roma e oggi di Capitalia, consigliere Mediobanca (e patto RCS) pur assolto dalla bancarotta preferenziale è condannato a 1 anno e 8 mesi, più la sanzione accessoria dell'incapacità di esercitare uffici direttivi presso qualunque impresa per due anni!!]

al capitale della Banca d'Italia, in data 28 novembre 2006, ha approvato il nuovo testo dello statuto;

Vista

la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 12 dicembre 2006; Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri [n.d.w. tale PRODI, uomo della Goldman Sachs, banca proprietaria della FEDERAL RESERVE!], di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze [n.d.w. tale Tommaso-Padoa-Schioppa, ex-Bankitalia, ex-Consob, ex-BCE, altro uomo della Goldman Sachs, come il Governatore della BdI Mario Draghi!];

Decreta:

E' approvato il nuovo statuto della Banca d'Italia nel testo allegato al presente decreto.

Lo statuto della Banca d'Italia entra in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Allegato

Statuto della BANCA D'ITALIA

 

Ancora vogliamo raccontarcela per molto?

Questo è il SISTEMA-BANCA creato da IGB:

Uomini e Regole in un INSIEME CHIUSO E AUTOREFERENZIALE.

Unico apporto esterno:

la COMPLICITA' DEI POLITICI CORROTTI.

Altro esempio di paroloni ingannevoli: diritto pubblico.

Mi ricorda "banca di interesse nazionale", l'avete mai sentito? Sapete cosa significa "interesse nazionale"? No? Eppure a sentirlo così.. sembra sia una definizione quasi cavalleresca, vero? Alle orecchie del popolino la cosa appare altisonante, nobile, pura.. ALTRUISTA!

Minkia se non è un termine romantico e donchisciottesco! Aho! "interesse nazionale" mica "banca assassina ad egoismo privato", che potrebbe far nascere sospetti e storture di nasi fini!

Sono termini che richiamano le americanate tipo:

Agente in nero> "Fermi tutti! Tranquilli taxpayer! Stiamo smembrando questo uomo indifeso in 8, è vero, ma lo facciamo per una questione di sicurezza nazionale!".
Grassone biondino con camicia a scacchi e barbeque> "Ah! Ok allora! Volete che ve lo tenga fermo?"

Cosa vuol dire, nel nostro caso, "interesse nazionale"? Quando una luridissima banchetta malsana passa di categoria e può essere agghindata (ricordate Marx?) della denominazione D.O.C. "banca di interesse nazionale"? Prendiamo un esempio a caso dalla Rete:

«..Il Credit fu dichiarato Banca di interesse nazionale (BIN) ossia banca con filiali distribuite in più di trenta province del territorio nazionale..»

Come-come-come? "interesse nazionale" vuol dire avere un carammatino [piccolo carro armato romano in plastica] su 30 caselle diverse di questo risiko-economico-finanziario? Non è possibile! Invece:

da: Banca Sella*

IL GLOSSARIO DEL TRADING ONLINE

Banca d’Interesse Nazionale (BIN)

Categoria di Banche abolita con la riforma del sistema bancario. Le Banche di Interesse Nazionale erano riconosciute tali con decreto del Presidente della Repubblica promosso dal Ministro del Tesoro. Si trattava di Banche costituite come società per azioni, aventi una vasta organizzazione di carattere nazionale e con filiali in almeno 30 province. Appartenevano a questa categoria la Banca Commerciale Italiana, il Credito Italiano e il Banco di Roma.
chi sono i Sella? gli "Highlander" del mondo bancario italiano: brrr.. un Sella è stato anche Presidente dell'A.B.I. (Associazione Bancari Italiani - sì, perché si associano pure 'sti qui, capito?). Per curiosità attualmente è Faissola.
Perché abolirle le BIN? In un prossimo articolo..

e allora "diritto pubblico" cosa vuol dire? Vedi box.

> Di Paolo Ferro-Luzzi*

• a fine articolo vedremo chi è e che passato vanta questo bel tomo!

> La legge sulla tutela del risparmio prevedendo il trasferimento allo Stato od altri enti pubblici delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia, oggi nella assoluta maggioranza in possesso di banche, ha sollevato due problemi: l'indipendenza della Banca; la determinazione del valore delle «partecipazioni» delle quali gli attuali titolari verrebbero «espropriati».

• Veramente i problemi di Bankitalia S.p.A. sono ben altri e sono stati affrontati negli ultimi decenni da denunce e campagne informative anche di notevole spessore. L’omertà che da sempre circonda l’azienda privata denominata «Bankitalia S.p.A.» ha permesso di svincolare dalla VERITA’ e di giungere fino a noi, fino ad oggi attraverso processi-farsa e strani omicidi (ad esempio: vedere il caso Auriti e il caso Molinari).

Parlare di “esproprio“ è traviante (tecnica assai cara agli schiavi-portatori dell’azienda privata denominata «Bankitalia S.p.A.»), comunque, personalmente, effettuerei tale esproprio con estremo senso di patriottismo e perseguiterei coloro che hanno permesso, nel tempo, lo sviluppo dell'odierna situazione usuraia e mafiosa.

> I due problemi hanno una origine comune nella convinzione diffusa che la Banca d'Italia, pur ente pubblico, sia sostanzialmente una società per azioni.

• Che sia "diffusa" [la convinzione] è una chimera. Magari lo fosse! Magari il POPOLO SOVRANO sapesse in che mani è la sua economia monetaria! Magari il POPOLO SOVRANNO fosse a conoscenza dell'arbitrario manipolare che pochi personaggi disonesti e prepotenti fanno dell'economia del NOSTRO PAESE! Sarebbe curioso, davvero, vedere la reazione di 58 milioni di schiavi nell'apprendere che i politici tutti (in teoria loro rappresentanti - sic!) hanno di fatto ABDICATO il POTERE E LA SOVRANITA' MONETARIA a poche famiglie usuraie e predoni! Sarebbe molto.. didattico (!) vedere la reazione degli umili e ignoranti schiavi-contribuenti nel [non dico CAPIRE ma] SAPERE che la "BANCA D'ITALIA" in realtà proprio d'Italia non è MA E' UNA S.p.A. in mano a banchieri privati internazionali e usurai. Tu, caro Paolo, dici "diffusa convinzione".. io ti dico che se il Sistema è ancora in piedi e che se tante teste sono ancora su altrettanti colli è proprio perché tale INFORMAZIONE è ancora (al momento!) POCO DIFFUSA!

La VERITA' è che VOIANDRI, IGB e schiavi di IGB, vedete erodere il vostro millenario potere sull'INFORMAZIONE e, presi dal PANICO, correte da ogni parte come galline in un pollaio espugnato da una faina, da centinaia di faine, milioni di faine! Le parti si invertono, a volte, e da cacciatori presto vi tramuterete in prede..

Chissà se daranno un premio a chi porterà una carcassa di bancario alla Casa Popolare della Riforma Bancaria (alcuni cominciano ad avanzare tali proposte,sai? MENO MALE CHE NOIANDRI SIAMO I BUONI E I NON-VIOLENTI!).

"E' un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perchè se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina." [Henry Ford]

> In effetti l'istanza di «trasferire» le partecipazioni allo Stato nasce dalla contraddizione dell'essere i «partecipanti», quindi i soggetti vigilati, i «padroni» del controllante;

• "contraddizione"?? Chiamiamo le cose col loro nome, vuoi? ad esempio potremmo chiamarla VIOLAZIONE DELLO STATUTO, che ne dici? Statuto scritto da VOI, peraltro!

Ecco un estratto da: "Modifica in sordina allo Statuto di Bankitalia S.p.A."

VECCHIO STATUTO NUOVO STATUTO

ART. 3

Il capitale della Banca d’Italia è di 156.000 euro rappresentato da quote di partecipazione di 0,52 euro ciascuna (4). Le dette quote sono nominative e non possono essere possedute se non da:

a) Casse di risparmio;
b) Istituti di credito di diritto pubblico e Banche di interesse nazionale;
c) Società per azioni esercenti attività bancaria risultanti dalle operazioni
di cui all’ art. 1 del decreto legislativo 20.11.1990, n. 356;
d) Istituti di previdenza;
e) Istituti di assicurazione.

Le quote di partecipazione possono essere cedute, previo consenso del Consiglio superiore, solamente da uno ad altro ente compreso nelle categorie indicate nel comma precedente.

In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici.

ART. 3

Il capitale della Banca d’Italia è di 156.000 euro ed è suddiviso in quote di partecipazione nominative di 0,52 euro ciascuna, la cui titolarità è disciplinata dalla legge.

Il trasferimento delle quote avviene, su proposta del Direttorio, solo previo consenso del Consiglio superiore, nel rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza dell’Istituto e della equilibrata distribuzione delle quote.

Trattasi di ILLECITO, chiaro? Bankitalia S.p.A. non solo si scrive DA SOLA il proprio Statuto ma lo VIOLA pure!! Siamo nel Far West legislativo! E una volta scoperti gli altarini che fa? Cambia le regole del gioco! Tanto ne è mazziere, giusto?

> in quest'ordine di idee il trasferimento allo Stato eliminerebbe la presunta anomalia,

• "presunta"?? Come sarebbe "presunta"? Ma come siamo cauti e indulgenti con noi stessi! Caro Paolo, ti faccio un disegnino, uno schemino? Allora:

STEP 1: BANKITALIA S.p.A. deve essere in mani prevalentemente PUBBLICHE, ok? Ora lo Statuto è stato MANOMESSO ma fino al 16 DICEMBRE 2006 era così che I Grassi Bankieri dichiaravano negli articoli scritti da loro stessi, ok? Ci siamo? RIPETIAMO: «In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici.»

STEP 2: Chi sono i SOCI di Bankitalia S.p.A. ? Ecco elencati i primi 10 (notare che i primi 3 - con l'accorpamento Banco di Sicilia alla sua capogruppo Capitalia - hanno oltre il 51% delle quote! L'INPS è l'unico ente pubblico ma è presente con un misero 5%!):

L'elenco completo della settantina di soci di Bankitalia S.p.A. è presente sul sito della Ditta stessa: www.bancaditalia.it/bancaditalia/funzgov/gov/partecipanti/Partecipanti.pdf (questo link è stato pure modificato di recente - a fine maggio 2007 - vanificando gli indirizzamenti verso lo stesso di migliaia di siti, forum, blog e chat internet! vabbè, IGB è ormai alla frutta! diranno che si è trattato di una "ottimizzazione del sito ufficiale di Bankitalia S.p.A. e che non devono rendere conto a nessuno e che dispiace e blablabla..") ed è l'unica pubblicazione in oltre un secolo di Storia!

Neanche nei verbali [http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Ddlpres&leg=13&id=00004397] delle riunioni del Senato della Repubblica Italiana riportavano tali nominativi, celati al POPOLO ITALIANO SOVRANO.

 

 

STEP 3 = STEP 1 + STEP 2 = TRUFFA E NON "ANOMALIA"!

> ma attribuendo allo Stato il controllo, riproporrebbe problemi di autonomia.

• il discorso dell'autonomia è un falso-problema, appositamente generato per salvaguardare la TIRANNIA de Il Grasso Bankiere. Come ho già più volte proposto e dichiarato (ad esempio nel P.RI.M.IT.) non serve far altro che prendere il modello della MAGISTRATURA per rendere un ente AUTONOMO MA COMUNQUE STATALE/PUBBLICO! Nessuno sta spingendo per estromettere la Banca d'Italia S.p.A. e far dell'Istituto Poligrafico dello Stato (la ZECCA) la nuova stampa-soldi del politicastro di turno, questo è ciò che i DIFENSORI PREZZOLATI DEL SISTEMA cercano di attribuirci MA LA VERITA' E' BEN ALTRA!

Noi crediamo che il cittadino debba avere la SOVRANITA' MONETARIA e che lo Stato debba esercitare il controllo sull'ETICA e la LEGALITA' delle operazioni monetarie, economiche e finanziarie. Il caso Ciampi/Soros [del 1992] sarebbe un tipico esempio DA GALERA, invece ha portato il privato-Ciampi a cariche pubbliche sempre più prestigiose, fino a diventare CAPO DELLO STATO (!!), quello stesso Stato che ha visto migliaia di SUOI miliardi bruciati in una operazione finanziaria palesemente CONTRO il Popolo tutto (infatti in poche ore l'intero Popolo Italiano ha perso il 30% - TRENTAPERCENTO!!! - del proprio potere d'acquisto) .

Da li a pochi giorni le maggiori industrie italiane (STATALI, ergo: DEL POPOLO - poiché contribuivano a creare merci e servizi che o (1) venivano usate/impiegate dal Popolo in maniera gratuita o cmq poco costosa (spesa viva, senza utili, a pareggio) o (2) venivano (merci e servizi) venduti e i ricavi andavano nelle Casse dello Stato mitigando la richiesta di denaro da prelevare tramite tasse, tasse ora sempre maggiori per via di essere le UNICHE entrate vive dell'apparato pubblico) venivano svendute alle banche straniere con lo sconto del 30%. Bell'affare, no? Ciampi (un uomo Goldman Sachs, come Prodi, Padoa Schioppa, Mario Draghi, Mario Monti e il 70% dei politici italiani di rilievo) è stato PROMOSSO ed è entrato nel magico mondo della POLITICA, dove ha ricoperto, come dicevamo, ruoli di COMANDO senza aver dovuto minimamente affrontare alcuna responsabilità per l'insano gesto!

Lo Stato è stato EVIRATO. Senza ORGANI PRODUTTIVI le sue ENTRATE sono CROLLATE.
Per pagare l'apparato statale (gli insegnanti devono comunque avere lo stipendio, gli ospedali devono comunque funzionare, o no?!) lo Stato è ricorso ANCOR PIU' alla Banca Centrale (l'allora Bankitalia S.p.A., la stessa che qui si cerca di sdoganare come mamma-buona!) per INDEBITARSI con Il Grasso Bankiere. Perché lo Stato stampa un'obbligazione da 1000 miliardi e non puo' stampare le banconote equivalenti? Nessuna risposta..

> Per ciò che poi concerne il valore delle partecipazioni manca ogni riferimento di mercato,

• veramente i "valori di mercato" pare che ci siano eccome! Tremonti li ha più volte indicati, così come altri (anche banchieri dichiarati!)

Che non ci siano i soldi per comprare ciò che è GIA' NOSTRO DI DIRITTO è un'altra questione.
O meglio: E' LA QUESTIONE!

Perché far pagare [ANCORA!] al cittadino l'acquisto di una cosa che non sarebbe MAI dovuta essere venduta? Perché le quote sono passate IN SILENZIO in mano ai privati, contravvenendo le regole scritte dai banchieri stessi? Perché non si risale al MOMENTO STORICO in cui lo Stato ha "PERSO" Bankitalia S.p.A. in questa partita truccata che IGB gioca da millenni? La Banca d'Italia è dello Stato? Allora che SIA dello Stato! Senza cacciare una lira da parte del Popolo! Che si legiferi il RIAPPROPRIO e basta. PUNTO! La domanda è "Quando è stata realmente venduta?" Tra leggi di comodo e riassetti societari si sono comportati come il cavallo di Troia: sono entrati mascherati apertamente dal portone e poi hanno preso la città, il Paese!

> ed è attualmente registrato nei bilanci in modo assolutamente erratico.

• "erratico"? Cioè se ne va a zonzo per le pagine del Bilancio Annuale di Bankitalia S.p.A.? Senza mèta? E, di grazia, per colpa di chi? Mia? Non credo.. e la Guardia di Finanza dov'è? Cosa fa? Chi controlla i controllori? Il politico corrotto? Fosse anche onesto non puo'!! Capirai: l'ENTE E' E DEVE RESTARE AUTONOMO!

Ci prendono per il culo! C'è un elefante nel salotto e noi ci lamentiamo di non vedere la carica dei celerini all'ultima partita di Champions League! (Scommetto che i cervelli della metà dei lettori ha, per un attimo più o meno lungo, sbandato ed il pensiero è corso ai risultati, sbaglio?

> Ho l'impressione che già a livello della iniziativa legislativa non sia stata prestata la dovuta attenzione alla vera natura della Banca d'Italia, che è sicuramente un ente pubblico;

•vedi.. caro Paolo.. il fatto che tu ci creda, o meglio: che tu voglia farci credere in questa assurdità, non basta per renderlo REALE, capisci? un "sicuramente", anche se detto da uno laureato, professore ecc... ( poi vedremo questi ecc.., leggi caso CIRIO e IRI a fine pagina ) è insufficiente per noi, ok? Noiandri non siamo studentelli bisognosi di una promozione per tornare a casa e tranquillizzare il caro e vecchio genitore riguardo il buon uso dei suoi soldi versati nelle casse dell'università. Prova ancora, dai! Impegnati!

> allora prima di postulare analogie con le società per azioni occorre preliminarmente dare specifica attenzione al suo Statuto, naturalmente per i profili che adesso interessano: patrimonio ed esercizio delle funzioni.

• [post-it] sì, concordo! meglio non mescolare troppo questo secchio di.. melma. Vediamo questa analisi del patrimonio e questo esercizio delle funzioni.

> Per ciò che concerne il patrimonio, la Banca d'Italia è dotata di un capitale di 156.000 euro, suddiviso in 300.000 quote.

• sì è vero, è scritto nello Statuto. La Banca d'Italia S.p.A., custode della stabilità della nostra moneta (la lira prima) e partecipante al 15% nella Banca Centrale Europea (per l'euro, oggi) ha il capitale sociale di un tabaccaio di provincia.. immutato da 72 anni.. bah! Se questo vi pare normale! Andiamo avanti..

> I partecipanti hanno diritto ad utili di esercizio, in una misura però abbastanza singolare; un diritto limitato al 6 per cento del capitale, elevabile di un ulteriore 4 per cento, arrivando così a un totale del 10 per cento; in realtà la quasi totalità degli utili è devoluta allo Stato (per il 2005, anno magro, 30.155.023 euro).

• ah ho capito! Stai leggendo lo Statuto! Pensavo che volessi spiegarci qualcosa di PIU', con parole TUE, da PROFESSORE.. cmq: (1) i partecipanti al capitale sono BANCHE COMMERCIALI, ovviamente PRIVATE! A capo di queste troviamo molti CONDANNATI PER I PIU' TURPI REATI. Riporto uno stralcio da: "GIORNALI, BUONI PER INCARTARCI LE UOVA"
[http://www.signoraggio.com/signoraggio_bancarottasemplice.html]

Sentenza del Tribunale di Brescia - Giudice Enrico Fischetti: CRACK ITALCASE:
alcuni colpevoli del reato di «bancarotta semplice» (e meno male che è semplice!!)e altri "preferenziale"

chi
cosa
quanto
• Cesare Geronzi
(già coinvolto nei crack CIRIO e PARMALAT)
presidente della Banca di Roma e oggi di Capitalia, consigliere Mediobanca (e patto RCS)
pur assolto dalla bancarotta preferenziale è condannato a 1 anno e 8 mesi, più la sanzione accessoria dell'incapacità di esercitare uffici direttivi presso qualunque impresa per due anni
• Roberto Colaninno
presidente della Piaggio, consigliere Mediobanca
bancarotta preferenziale: 4 anni e 1 mese più interdizione dai pubblici uffici per 5 anni
• Divo Gronchi
amministratore delegato della Banca Popolare Italiana
pur assolto dalla bancarotta preferenziale è condannato a 1 anno e 8 mesi, più la sanzione accessoria dell'incapacità di esercitare uffici direttivi presso qualunque impresa per due anni
• Steno Marcegaglia
industriale (ex cda di Banca Agricola Mantovana)
bancarotta preferenziale: 4 anni e 1 mese più interdizione dai pubblici uffici per 5 anni
• Ettore Lonati
finanziere (ex cda di Banca Agricola Mantovana)
bancarotta preferenziale: 4 anni e 1 mese più interdizione dai pubblici uffici per 5 anni
• Ivano Sacchetti
ex vicepresidente Unipol
1 anno e 8 mesi
• Pierluigi Fabrizi
ex direttore generale Monti dei Paschi di Siena
1 anno e 8 mesi
• Mario Santaroni
consulente della «Lab»
5 anni
• Carlo Maria Colombo
consulente della «Lab»
5 anni
• Marco Maria Colombo
ex amministratore delegato de
I viaggi del Ventaglio
4 anni e 6 mesi
• Mario Bertelli
a capo della holding immobiliare turistico-alberghiera «Italcase»
associazione a delinquere: 13 anni
altri 51 imputati (62 in totale) alcuni nomi: gli ex banchieri della Bam, il presidente Piermaria Pacchioni e l’ex direttore generale Mario Petroni (5 anni) e per Bna l’ex presidente Paolo Accorinti, l'ex vicepresidente Giuseppe Mormile e Massimo Bianconi, già ad.

> In aggiunta agli utili, i partecipanti possono poi ricevere altre somme, fino ad un massimo del 4 per cento delle riserve.

• e con questi dati non riuscite a determinate il valore delle quote di Bankitalia S.p.A. ?? strano..

> Certamente non si tratta di utili, di esercizio o di qualsivoglia altro genere.

• e, di grazia, di cosa dovrebbe trattarsi? il mistero si infittisce..

> Verosimilmente però la spiegazione della singolarità si ritrova nella storia;

• oh! finalmente! una spiegazione concreta, congrua, chiara, cristallina e soprattutto reale sta arrivando! vediamo..

> in effetti quando verso il 1936 Banca d'Italia fu trasformata in ente pubblico la partecipazione al capitale venne limitata a soggetti come casse di risparmio e istituti previdenza,

• maddai?! ma se fu "trasformata" allora (1) vuol dire che prima non era pubblica, giusto? e (2) allora 'sti fascisti cattivoni qualcosa di buono oltre depaludare la pontina han fatto?!

> ed è lecito pensare che all'epoca si ritenesse che i frutti di un patrimonio pubblico fossero destinati anche alle finalità di rilevanza pubblica di tali enti.

"è lecito"? possiamo allora? lo azzardiamo 'sto pensiero? ma che ingenuità, vero, 'sti fascisti?! E' come dire che i frutti del pero al centro della piazza (e perciò pubblico) sono accessibli a tutti.

> Che oggi sono quasi tutti privati.

• TANA! Oggi la suddivisione delle pere nelle ceste pubbliche era legittima quindi si è creato il bisogno di RUBARLE quelle ceste!

Venendo ai poteri,

• come "venendo ai poteri"?? e la famosa "analisi del patrimonio"? il post-it di prima, tutta qua?! già finita? e la "spiegazione della singolarità storica"? bah! andiamo avanti..

> i partecipanti al capitale con l'Assemblea generale approvano il bilancio, la distribuzione degli utili, nominano i sindaci ed il Presidente del collegio sindacale;

• fanno moltissime cose 'sti "partecipanti", no? E chi sono questi signori che il Paolo Prof. Ferro-Luzzi indica in modo così asettico: "partecipanti" ? ma li abbiamo visti prima: le banche coomerciali private guidate dai signori Geronzi, Caltagirone e compagine bella di cui sopra riportate condanne penali gravissime!

> i partecipanti, inoltre, nominano il Consiglio Superiore.

• lo dicevo che fanno un sacco de cose questi tizi! In pratica COMANDANO LA BANCA D'ITALIA S.p.A.! Punto. Vediamo come:

> Ma l'esercizio delle funzioni istituzionali spetta al Governatore, ed al

• Occhio! Lor signori fanno tutto TRANNE un qualcosa (c'è infatti un MA). Dicevamo di vedere come funziona l'apparato di potere in seno a Bankitalia:

art. 17 Ai sensi dell'art. 19, commi 7 e 8, della legge 28 dicembre 2005, n. 262, la nomina del Governatore, il rinnovo del suo mandato e la revoca nei casi previsti dall'art. 14.2 dello statuto del SEBC, sono disposti con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d'Italia.

Secondo voi.. chi avrà il vero POTERE?

- il Presidente della Repubblica?! Ma per favore!! E' una carica a scopo solo rappresentativo già nello Stato figuriamoci in seno a Bankitalia S.p.A.!

- il Presidente del Consiglio? see, come no! Una carica [quella del Governatore] così importante e AUTONOMA la lasciano decidere ad un Politico? Quando mai! Non ci sarebbe più autonomia, no?

- la "previa deliberazione" del CdM ? eh eh eh.. stesso discorso, se non più inverosimile!

- il "sentito parere" ? Bingo! Una parolina in un orecchio o un pezzino sono le armi più potenti in questo mondo di bit&byte!

Quindi i Partecipanti (Geronzi, Caltagirone ecc.. - Toto Riina no perché tutto ha un limite e non vuole entrarci in queste porcate) eleggono (tra le altre cose e funzioni) il Consiglio Superiore che, in fede al proprio nome, "consiglia" il nome del Governatore della Banca d'Italia S.p.A. al Presidente del Consiglio, il quale scrive, sotto dettato questo nome in un decreto che il Presidente della Repubblica firma e tutti sono felici e contenti!

Ci siamo fin qui? Bene.. riprendiamo il discorso.

> Ma l'esercizio delle funzioni istituzionali spetta al Governatore, ed al Direttorio, composto dal Governatore, dal Direttore Generale e da tre Vice direttori generali.

• mmhmm, leggiamo ancora l'art. 17:

Art. 17.
..omissis..
Il Consiglio superiore, su proposta del Governatore, nomina il Direttore generale e i Vice direttori generali, rinnova i loro mandati e li revoca per i motivi previsti dall'art. 14.2 dello statuto del SEBC. Per l'adozione di siffatti provvedimenti, il Consiglio è convocato in seduta straordinaria. Il Consiglio deve essere convocato, agli stessi fini, anche quando ne facciano istanza scritta almeno i due terzi dei membri del Consiglio, non compreso il Governatore. In questo caso la convocazione deve aver luogo non oltre venti giorni dalla richiesta.
Fatto salvo quanto previsto al secondo comma, le deliberazioni di cui al presente articolo devono essere prese con la presenza di almeno due terzi dei membri del Consiglio, escluso il Governatore nei casi di cui al secondo comma, e con il voto favorevole di almeno due terzi dei presenti.
Le nomine, i rinnovi dei mandati e le revoche del Direttore generale e dei Vice direttori generali debbono essere approvati con decreto del Presidente della Repubblica promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto col Ministro dell'economia e delle finanze, sentito il Consiglio dei Ministri.

Dunque il Consiglio Superiore (deciso da Geronzi&comp.) nomina il Governatore, il quale "propone" ("ahahah.. le misere proposte", Brancaleone) il Direttore Generale e i Vice Direttori Generali (sic!!).

Ora possiamo capire che dire: "..ma l'esercizio delle funzioni istituzionali spetta al Governatore, ed al Direttorio, composto dal Governatore, dal Direttore Generale e da tre Vice direttori generali.." è più autoreferente di una pacca sulla propria spalla!!

Art. 21.
Il Direttorio è costituito dal Governatore, dal Direttore generale e da tre Vice direttori generali.

Le funzioni spettano al Direttorio e al Governatore ma il Direttorio E' il Governatore più 4 persone da lui "indicate" (seppur nascosto dietro l'ipocrito dito del "consiglio", della "proposta"), quindi le funzioni l fa il Governatore e basta, altro che chiacchiere! E chi ha eletto il Governatore ora lo sappiamo!

Domanda: Perché questo Prof. Paolo inserisce un MA quando MA non c'è? Tutta la filiera è chiara!

I Partecipanti fanno tutto ma proprio TUTTO! Alcune cose le fanno con un nome ("il Consiglio fa questo MA è il Governatore che fa quest'altro!"), altre cose con un altro nome ("questa roba qui la fanno i Sindaci, quest'altra INVECE la puo' fare solo il Direttore Generale!") ma IN SOLDONI fanno tutto loro, ergo: COMANDANO!

Essendo i Partecipanti dei faccendieri privati, possiamo dire che:

POCHI BANCHIERI PRIVATI COMANDANO LA "BANCA D'ITALIA S.p.A."

> Che in tale situazione si possa parlare per i partecipanti di qualcosa anche alla lontana avvicinabile ai soci delle società per azioni è da escludere;

• comincio a crederlo anche io ma in un'altra ottica, sai Paoluccio?! Nel senso che questa ASSOCIAZIONE A DELINQUERE non è degna nemmeno di chiamarsi S.p.A.! Tu vuoi venderla, come da commissione, come ente pubblico? Mi dispiace ma sta venendo fuori un quadro ancor più subdolo e drammatico di quel che era all'inizio! Fossi in IGB ti licenzierei in tronco per incapacità di insabbiamento!

Questa tua rimane un puerile, ampolloso, patetico condimento per dare credibilità ad una affermazione personale, debole, non provata.

> in realtà i partecipanti al capitale all'esercizio delle funzioni pubbliche non partecipano affatto.

•mi dispiace Paoluccio.. ma l'abbiamo appena dimostrato che Geronzi&comp. comanda Bankitalia S.p.A.

> Se a questo punto si volesse individuare qualche profilo di analogia tra la Banca d'Italia e gli enti privati, si potrebbe dire,

• La vecchia tecnica di concedere qualcosa di innocuo per negare la parte pericolosa: "Signori della giuria.. certo il Dottor Annibale non è uno stinco di santo, chi di noi lo è, ma farlo passare per assassino solo perché è stato sfortunatamente trovato a mangiare il cuore della presunta vittima.. signori miei, suvvia, un po' di realismo! Ma guardatelo: vi sembra un assassino? Io dico di no!".

> per il patrimonio, che una sua parte..

• ecco, bene mettere dei paletti e non concedere troppo che poi il giochino ti sfugge di mano..

> .. è rappresentata dal capitale, dunque per quest'aspetto c'è analogia con le società di capitali, ma la parte infinitamente maggiore del patrimonio della Banca ha origine dall'esercizio delle funzioni istituzionali,

• e allora?! E' come dire che il candelabro d'oro massiccio rubato in chiesa è di natura ecclesiastica.

E' ovvio che il patrimonio gestito da questi galantuomini è di natura pubblica (son soldi nostri!). Qui discutiamo proprio della natura della struttura che questi galantuomini si sono dati, che tutto è tranne che Pubblica! E dire che "..la parte infinitamente maggiore del patrimonio della Banca ha origine dall'esercizio delle funzioni istituzionali.." è come dire: "sì, siamo partiti con i vostri soldi ma poi gli altri, la maggior parte, li abbiamo generati con la nostra opera istituzionale".

Ora, però, esercizio istituzionale NON VUOL DIRE esercizio Pubblico, né vuol dire che i risultati [di questi esercizi] tornino al Pubblico, ma vuol dire piuttosto che è inerente all'Istituzione-Banca-Centrale, che noiandri denunciamo, guarda un po', come impresa PRIVATA, con risultati d'esercizio non certo pubblici! Grazie Paolo!

IN SOLDONI: CHE CI FANNO DEI SOLDI PUBBLICI IN MANI PRIVATE?

> è di natura pubblica, ed è dell'ente pubblico, secondo allora il modello delle fondazioni,

• attenzione, volo rasoterra, tra poco il botto!

> salva la circostanza che sulla Banca d'Italia non v'è controllo dell'autorità governativa.

• traduktionen: A è uguale identico a B se non fosse che B è completamente diverso da A.

Ne consegue, a casa mia, dove Geronzi ancora non è entrato, che A non è B!

> La risposta alla domanda cosa è la Banca d'Italia è dunque semplice, ed apparentemente tautologica:

• occhio al fondo..

> la Banca d'Italia è ciò che è, secondo il suo Statuto.

• STONK! Rileggere più volte per assimilare tale follia dialettica.

La risposta alla domanda cosa è la Banca d'Italia è dunque semplice, ed apparentemente tautologica: la Banca d'Italia è ciò che è, secondo il suo Statuto. [Paolo Ferro-Luzzi, 2007]

> Un recente disegno di legge prevede l'abrogazione dell’articolo della legge sulla tutela del risparmio da cui sono nati i problemi appena esaminati, ed una delega: per ridefinire i criteri di partecipazione al capitale, introdurre limiti al possesso, disciplinare la remunerazione, avuto riguardo alla natura pubblica.

• E così risolvi? Ma soprattutto mi inquieta quel "da cui sono nati i problemi", come se i problemi sulla natura di Bankitalia S.p.A. fossero nati con una giovane legge e non provenissero invece da 300 anni di strapotere dei banchieri sovranazionali.

Se vuoi cambiare qualcosa, caro Professore, riporta GRATIS la maggioranza (facciamo al 100%, che ne dici?) delle quote capitale in seno allo Stato e denuncia per ALTRO TRADIMENTO tutti coloro che hanno permesso il furto negli anni passati. A te daranno retta!

> Non penso comunque che si possa prescindere dalla considerazione della Banca d'Italia quale oggi essa è, ed essa oggi non assomiglia affatto ad una società di capitali, né i «partecipanti al capitale» ne sono i proprietari.

•Paolo, Paolo!! Insisti? Non basta dirlo, capisci? E non basta ripeterlo ogni 3x2. Cosa credi che dal momento che sei un professore e più precisamente:

> *Ordinario di Diritto Bancario nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli studi di Roma

• hai credito sufficiente per avere la verità in tasca? Leggo con attenzione che appena IERI (01/04/2007) è nata la UBI-BANCA. Ti faccio i miei complimenti dal momento che sei "nel giro grosso" ora!

Prima le Banche Popolari Unite (BPU) ora la UBI Banca! Un po' di cronaca:

da: exite

BPU-LOMBARDA: VIA LIBERA BANKITALIA A FUSIONE (2)

(ANSA) - MILANO, 26 GEN - L'operazione di aggregazione sarà efficace il primo aprile 2007 dopo l'approvazione delle assemblee dei soci dei due istituti. Ubi banca sarà il quinto gruppo bancario italiano e avrà una quota di mercato a livello nazionale pari a circa il 6%, con una forte presenza nelle regioni del Nord Italia. Potrà contare su una rete poco meno di 2000 filiali e 4 milioni di clienti. In particolare Gino Trombi di Banca Lombarda sarà presidente del futuro consiglio di sorveglianza mentre Giuseppe Calvi di Bpu Banca andrà alla vice presidenza vicaria. Il primo presidente del consiglio di gestione del nuovo gruppo Bpu-banca Lombarda sarà il presidente di Bpu Emilio Zanetti che ricoprirà anche il secondo mandato triennale, mentre vicepresidente sarà l'ad dell'istituto bresciano Corrado Faissola. Consigliere delegato sarà invece Giampiero Auletta Armenise. (ANSA).

Corrado Faissola? Quel Faissola?! Eh sì! Son sempre loro!

E che serie di casualità! Anche la pessima Wikipedia-Italia vede aprire una pagienetta nuova nuova la sera prima della fusione! Uno scoop!

Sì ma cosa c'entra il professore con la UBI?

vediamo..

da: ilsole24ore

23 gennaio 2007

Bpu-Lombarda cambia nome e diventa Ubi Banca. Trombi guida il Consiglio di sorveglianza

La nuova capogruppo che nascerà dalla fusione tra Bpu e Banca Lombarda si chiamerà Unione di Banche Italiane - Ubi Banca. È la denominazione che sarà sottoposta all'approvazione delle assemblee dei soci delle banche. I due cda hanno indicato le candidature al Consiglio di Sorveglianza della nuova capogruppo: 23 membri con

• Gino Trombi (B.Lombarda) presidente e
• Giuseppe Calvi (Bpu) vice presidente vicario.

Le candidature al Consiglio di sorveglianza, ricorda una nota delle due banche, potranno essere sottoposte all'assemblea di Bpu Banca convocata per il 2 marzo (3 marzo in seconda). Oltre al presidente e al vice presidente vicario, sono previsti altri due vicepresidenti. La lista dei nomi comprende

  • Luigi Bellini (B.Lombarda),
  • Mario Cattaneo (B.Lombarda),
  • Virginio Fidanza (B.Lombarda),
  • Enio Fontana (Bpu),
  • Carlo Garavaglia (Bpu),
  • Pietro Gussalli Beretta (B.Lombarda),
  • Giuseppe Lucchini (B.Lombarda),
  • Italo Lucchini (Bpu),
  • Federico Manzoni (B.Lombarda),
  • Mario Mazzoleni (Bpu),
  • Andrea Moltrasio (Bpu),
  • Salvatore Toti Musumeci (Bpu),
  • Sergio Orlandi (Bpu),
  • Alessandro Pedersoli (Bpu),
  • Giorgio Perolari (Bpu),
  • Sergio Pivato (B.Lombarda),
  • Franco Polotti (B.Lombarda),
  • Pierfrancesco Rampinelli Rota (B.Lombarda),
  • Roberto Sestini (Bpu),
  • Romain Zaleski (B.Lombarda) e
  • Paolo Ferro-Luzzi (Bpu).

Tutti i consiglieri fanno attualmente parte dei consigli di amministrazione di Bpu o di Banca Lombarda, con l'eccezione di Franco Polotti, presidente del Banco di Brescia, e del professor Paolo Ferro-Luzzi. (Il Sole 24 Ore Radiocor)


e dal sito ufficiale: UBI BANCA: Organi sociali

Ma questo Paolo Ferro-Luzzilo incontriamo ancor prima del 2006/2007 e, nello specifico, nelle cronache del 2005, nel caso Ricucci-Fiorani-Fazio:

..

Il parere degli esperti. Per dare il via libera alle Opa di Lodi la Banca d'Italia si basa sui pareri autorevoli e indipendenti di tre prestigiosi professionisti esterni (Fabio Merusi, Agostino Gambino e Paolo Ferro Luzzi) che, con un distinguo, hanno dato semaforo verde nelle loro relazioni tecniche alla struttura delle operazioni messa in piedi dalla Banca Popolare italiana e già bocciata dai tecnici di via Nazionale.

Dalle intercettazioni questi pareri indipendenti sembrano però "pilotati". Agostino Gambino è a disposizione per eventuali consigli di Frasca e con Fabio Merusi assiste al "taglia e incolla" notturno per mettere a punto l'approvazione finale. Paolo Ferro Luzzi ha dichiarato che Banca d'Italia "ha abusato delle sue prestazioni professionali" per le quali non ha in realtà mai chiesto né ricevuto compensi. [leggi tutto..]

ma poverino!

"..

La Procura, intanto, procede. Ieri mattina, il professor Paolo Ferro Luzzi, ordinario di Diritto commerciale, è stato sentito come persona informata sui fatti dal procuratore aggiunto Toro e dal pm Lori. Il docente è uno dei consulenti esterni (gli altri erano Fabio Merusi ed Agostino Gambino) a cui ricorse il vertice della Banca d’Italia per avere un parere sull’Opa della Banca Popolare Italiana. Come è noto, il suo intervento fu sollecitato dopo il parere negativo degli advisor interni di Bankitalia, Giovanni Castaldi e Claudio Clemente.

Ferro Luzzi fu contattato l’8 luglio dal braccio destro di Fazio, il responsabile della Vigilanza, Francesco Frasca. L’11 Ferro Luzzi rilasciò il parere richiesto. Agli inquirenti della Procura di Milano, però, Ferro Luzzi spiegò di non conoscere i particolari della vicenda, [AH! AH! AH! n.d.w.] tra cui l’indagine della Consob che aveva accertato l’esistenza di un «concerto» tra alcuni azionisti Antonveneta.

Lamentò che quella indagine avrebbe dovuto essergli comunicata e che la Banca d’Italia aveva «abusato delle sue prestazioni professionali». A questo proposito, sembra che il professore non abbia cambiato idea. [AH! AH! AH! n.d.w.] I magistrati hanno poi sentito il direttore dei servizi Concorrenza normativa e Affari generali di Banca d’Italia Luigi Donato.

.." [leggi tutto..]

 

ari-poverino! hanno abusato di lui!!

Eppure è ben esperto questo Paolo Ferro-Luzzi, guardate che po-pò di interventi che svolge:

Il Testo Unico bancario: esperienze e prospettive

L'ordinamento bancario e creditizio dopo la riforma: nuove regole e nuovi intermediari

Il bilancio dell'importante riforma attraverso gli interventi di noti giuristi e banchieri. Introduzione di T. Bianchi.

Interventi di G. Alpa, P. Gaggero. Saggi di F. Capriglione, F. Carbonetti, R. Costi, V. Desario, M. Draghi, P. Ferro-Luzzi, G.M. Flick, G. Guarino, B. Libonati, S. Maccarone, F. Merusi, A. Nigro, A. Patroni Griffi, C. Pedrazzi, C. Punzi, V. Santoro, P. Schlesinger, G. Tarzia, G. Tucci, G. Visentini. Conclusione di F. Maimeri.

Autore: ABI - Editore: Bancaria Editrice Anno 1996 Pagine 408

Prendiamo nota dell'anno (1996) e dei nomi (in rosso).

Li rincontriamo, stessi nomi e nello stesso anno, in una storia torbida:

“FATTI E MISFATTI DELLE PRIVATIZZAZIONI”,
L’ULTIMO LIBRO DI BIAGIO MARZO CON LE TAPPE DEL PROCESSO CHE HA CAMBIATO L’ECONOMIA DEL NOSTRO PAESE

Il caso Sme: quer pasticciaccio brutto di Via Veneto
16/12/2004

Pubblichiamo uno stralcio del libro di Biagio Marzo “Fatti e misfatti delle privatizzazioni” (Marsilio Editore, 218 pp. 12,50 euro) con la prefazione di Francesco Forte e l’introduzione di Gianni De Michelis.

..

Titolare dell’azione disciplinare era il ministro della Giustizia Giovanni Flick, amico di Prodi” (F. Imposimato, G. Pisauro, S. Provvisonato, Corruzione ad Alta Velocità, Koiné 1999). E Prodi era il presidente del Consiglio della Repubblica italiana.

Michele Coiro era un magistrato di valore e un grande amico e - ha spiegato la Geremia a Imposimato in Corruzione ad Alta Velocità - la sua morte è stata un duro colpo per me. Mi ha lasciato piena libertà nell’inchiesta sulla Cirio. Non glielo hanno perdonato. Lo hanno costretto a lasciare la Procura di Roma sette mesi prima di andare in pensione”.

Nonostante tutto questo il Pm Geremia continuava la sua inchiesta, accumulando nuovo materiale e nuove prove. “La sua percezione” è scritto nel libro di cui sopra, “è ormai quella di aver toccato interessi forti di quel governo invisibile che agisce con tutti i mezzi pur di raggiungere i suoi obiettivi”.

Il 25 novembre ’96, il Pm chiese il rinvio a giudizio di Prodi per il caso Cirio, sulla base di una perizia contabile di 13 mila pagine svolta dal professor Renato Castaldo. Insieme a Prodi, da pochi mesi presidente del Consiglio, furono rinviati a giudizio i cinque membri del Consiglio di amministrazione dell’Iri: Mario Draghi, Paolo Ferro Luzzi, Giuseppe Glisenti, Antonio Patroni Griffi e Roberto Poli.

Anche Carlo Saverio Lamiranda, responsabile della Fisvi, pure coinvolto nell’inchiesta, ebbe la richiesta di rinvio a giudizio. Le accuse formulate dal Pm non sono indiziarie, come quasi sempre accade nelle inchieste giudiziarie delle procure italiane, bensì basate su prove reali e parecchio circostanziate. Prodi e i cinque consiglieri di amministrazione dell’Iri aveva sfacciatamente avvantaggiato la Fisvi di Lamiranda.

“Prodi, in particolare, fin dal 1990 aveva rivestito la carica di advisor direct della Unilever Nv (Rotterdam) e della Unilever Pci (Londra), gruppo che secondo le indagini aveva gestito la trattativa attraverso la Fisvi per acquistare la Cirio-Bertolli-De Rica senza che la stessa avesse i mezzi per realizzare l’operazione. Lo scopo era quello di far avere alla Unilever il ramo olio (Bertolli) dell’azienda per 253 miliardi”.

Un chiaro e lampante conflitto di interessi, quello di Romano Prodi, che però...nonostante avesse permesso la conclusione dell’ “affaire”, e avesse favorito la Unilever, di cui era advisor director, nell’acquisto della Bertolli, “senza sopportare gli obblighi di natura finanziaria derivanti dalla stipula del contratto di acquisto direttamente dall’Iri”, aveva evitato, con questo escamotage, il conflitto di interessi.

Perdipiù, l’Istituto di via Veneto, vendendo la Cbd, era passato sopra le direttive Cipe che prescrivevano in modo tassativo il conseguimento del prezzo migliore. Ma oltre il danno la beffa. La cessione delle azioni della Cbd era avvenuta sulla base di una valutazione come dire, all’acqua di rose.

..

[leggi tutto..]


E ORA? COME LA METTIAMO?!
(di Sandro Pascucci - www.signoraggio.com)

Cominciano i ripensamenti? A ragionarci sopra a 'sta storia saltano fuori i primi importanti ripensamenti UFFICIALI da parte dei c.d. ORTODOSSI. Un libro che ha avuto due ristampe verrà pesantemente integrato nella terza edizione. Perché? Per la presa di CONSAPEVOLEZZA da parte dell'autore. Leggiamo:
(sottolineature mie)

~•~

La Banca D’Italia, ovvero, il secondo tragico Fantozzi e la corazzata Potemkin

di Paolo Franceschetti

Editoriale del n° 7/8 luglio/agosto 2007 del supplemento mensile AltalexMese
www.altalexmese.it


Una delle scene più esilaranti di tutto il cinema comico italiano, a mio parere, è quella della corazzata Potemkin tratta dal secondo tragico Fantozzi.

Il potentissimo professor Guidobaldo Maria Riccardelli era un fanatico cultore del cinema d'arte. Una volta alla settimana obbligava dipendenti e famiglie a terrificanti visioni dei classici del cinema. In vent'anni Fantozzi ha veduto e riveduto: "Dies irae" di Carlo Teodoro Dreyer, 6 ore; "L'uomo di Aran" di Flaherty, 9 tempi; ma soprattutto il più classico dei classici, "La corazzata Potëmkin", 18 bobine, per un numero imprecisato di ore, di cui il professor Riccardelli possedeva una rarissima copia personale. (1)

Il giorno della partita Italia Inghilterra Fantozzi si sta sedendo in poltrona con frittata, birra e rutto libero per godersi lo spettacolo, ma riceve una telefonata dal direttore: quella sera i dipendenti della ditta furono costretti ad andare a vedere il film la corazzata Potemkin.

Dopo la visione del noiosissimo film scatta il dibattito…. Il geometra Filini fa un cauto commento sulle emozioni provate nel guardare la carrozzina che scende dalle scale; altri fanno altri commenti di lode. Ma l’aver costretto i dipendenti a perdere la partita è la classica goccia che fa traboccare il vaso; Fantozzi non ne può più di tanta ipocrisia e sale sul palco per dire la sua: “La corazzata Potemkin è una XXXXXX pazzesca”.

Seguirono 92 minuti di applausi.

Cosa c’entra il film di Fantozzi con la Banca d’Italia lo vedremo fra poco.

*****

In questo numero si riassume una delle tante sentenze sugli affidamenti in house. Il CDS ha ribadito ancora una volta, sulla scorta delle direttive Europee, che un ente pubblico locale che deve affidare dei servizi ad una ditta esterna lo può fare, purchè mantenga una quota di controllo. In particolare ha stabilito che

1) l’amministrazione deve esercitare sul soggetto un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi;

2) il soggetto deve svolgere la maggior parte della propria attività in favore dell’ente pubblico di appartenenza.

La sentenza ribadisce un principio di diritto giusto, cioè che un servizio pubblico, se è tale, non può essere affidato indiscriminatamente a privati.

In questi giorni però sto preparando la terza edizione del mio manuale di diritto amministrativo e approfondendo la questione della natura giuridica della Banca d’Italia i conti non mi tornano.

Se nelle prime due edizioni scrivevo infatti che la Banca d’Italia è un ente pubblico (e del resto la natura pubblica dell’ente è stata ribadita anche dalla Cassazione nel 2006), pur essendo privatizzato, perché ha un fine pubblico e un sistema di controlli pubblici, ultimamente mi sono ricreduto. Il 95 per cento delle azioni è infatti in mano alle banche private. (2)

Questo significa che gli utili della Banca vanno a soggetti privati. Quel che è peggio, significa che la Banca D’Italia, che dovrebbe vigilare sulle banche, è in mano agli stessi vigilati. Un po’ come mettere Riina a capo della Procura di Palermo.

Vado a controllare meglio la legge e, dopo parecchio tempo, riesco a capirci qualcosa; solo una percentuale di tali guadagni va allo stato… (3)

A me pare assurdo lo stesso, nel senso che, anche nella assurda ipotesi che per legge allo stato fosse destinato il 90 per cento degli utili, mi pare senza senso che il funzionamento di una Banca centrale sia affidato a soggetti privati. E stiamo parlando di soggetti privati che sono “banche”, non opere pie di beneficenza, o associazioni come l’Azione Cattolica.

Va bè, penso… ma perlomeno ci sarà un meccanismo di controllo da parte dello stato. Ad esempio, la nomina e la revoca del Governatore sarà controllata dallo Stato. Invece no. L’articolo 17 dello Statuto della Banca d’Italia dice che prima della nomina o della revoca da parte del Presidente del consiglio deve esserci il parere del Consiglio Superiore della Banca d’Italia. Per la verità la norma non chiarisce se tale parere sia vincolante o meno; in realtà c’è solo una frase sibillina, che dice che tale parere è rilasciato “ai fini della deliberazione del Consiglio dei Ministri”. Embè, mi domando… ma cosa significa “ai fini”? E’ vincolante o no…?

Su un articolo di una rivista giuridica apprendo che il parere è vincolante, ma “la correttezza della decisione è assicurata dal meccanismo della collegialità del parere”.

Per chiarirmi le idee e approfondire il sistema dei controlli prendo un saggio istituzionale sulla Banca D’Italia, e leggo che “ le leggi contemplano apparati di autorità di volta in volta diversi e con attribuzioni specifiche ed esclusive impostati su schemi di collaborazione e di coordinamento di attività previsti e disciplinati rigorosamente dalla legge”.

Tanto valeva che l’autore scrivesse “scusate, ma il sistema dei controlli non lo conosco perché mi scoccia prendermi la briga di leggerlo”.

Invece sul Trattato di diritto amministrativo di Sabino Cassese l’autore ha le idee più chiare. Scrive infatti che “esiste un principio generale di autonomia nella fissazione dei modi (generali e specifici) di raggiungimento dei fini assegnati alla Banca nell’ordinamento del credito. In altre parole, viene conferito alla Banca il potere di autolimitarsi, predeterminando non solo i criteri di massima, ma anche i principi e le linee guida di indirizzo della propria attività”. Come dire: la Banca d’Italia, e per essa i suoi azionisti, il Banco San Paolo, Banca Intesa, le Assicurazioni Generali, ecc. fanno quello che gli pare; eh già, perché hanno “il potere di autolimitarsi”. Un termine giuridico, apparentemente innocuo, che è l’equivalente dell’espressione gergale “fanno quello che gli pare”.

Ma la parte inquietante viene quando mi accorgo che la politica monetaria è comunque segreta, perché il D.M. 13 ottobre 1995, n. 561, articolo 2 ha messo il segreto su tutti gli atti di politica economica e monetaria della Banca d’Italia.

Leggo qua e là, per scoprire ancora che gli azionisti della Banca d’Italia sono stati resi noti al pubblico solo nel 2005, dopo che se ne occupò il settimanale “Famiglia Cristiana”. Perché prima essi erano “riservati”.

In effetti, né il Digesto delle discipline pubblicistiche, né il Trattato di diritto amministrativo di Sabino Cassese, né altri testi, citano gli azionisti della Banca d’Italia dicendo quale sia la compagine sociale effettiva.

Mi pare assurdo.

Allora chiamo una persona a me molto cara. Non posso definirlo un amico, data la distanza di età che ci separa, ma è stata la persona che nel corso della sua vita mi ha dato i consigli migliori. E’ docente universitario, e abbastanza saggio da avermi sempre dato i consigli giusti per la pubblicazione di manuali, per affrontare i concorsi universitari ecc. Espongo il problema a questa persona, ritenendo contraddittorio che l’affidamento di un piccolo servizio come quello di un porto turistico debba essere soggetto a determinate garanzie, e tali garanzie svaniscano totalmente quando il servizio che l’ente privato deve garantire è addirittura il servizio dell’emissione della moneta, cioè uno dei servizi assolutamente essenziali e indisponibili da parte di uno stato che voglia dirsi tale.

Il mio amico – più grande di me e senz’altro più esperto di me - ha risposto: Paolo, scusa ma di che ti meravigli? Caro ragazzo, si vede che sei ancora giovane e ingenuo…. Ancora devi capire a fondo il sistema…

Guarda l’articolo 2621 del codice civile. Punisce con una pena FINO a due anni di reclusione chi commette reato di falso in bilancio (cioè in teoria potrebbe essere anche punito con un giorno). E considera in ogni caso non punibile tale reato, se la somma rubata non supera il dieci per cento. Che è come dire: Se tu hai una società con un capitale di 1000 milioni di euro, puoi rubare fino a 100 milioni. Se la somma è superiore però stai attento, cattivello, perché ti potremmo anche punire (se non scatta la prescrizione) con una pena terribile di qualche giorno di reclusione con la condizionale.

Io mi sono arrabbiato e gli ho detto: “ma scusa che c’entra questa norma? Sto parlando di un’altra cosa”.

Fammi finire giovane ed irruento ragazzo… – ha detto il mio amico - Ora vai a guardare la norma che punisce il furto. Per l’articolo 624 bis chi è entrato in casa tua e ti ha rubato qualche tempo fa il videoregistratore con tutti i dvd di Allie McBeal si becca almeno un anno, e fino a sei anni. Mentre quello che ti ha rubato il portafoglio dalla tasca, essendo furto con destrezza, si beccherà almeno un anno, anche se nel portafoglio non c’era nulla, tranne una tessera bancomat che hai bloccato qualche minuto dopo.

Insomma, rubare 100 milioni di euro non è reato. Rubarti la collezione di DVD o un portafoglio vuoto lo è sicuramente.

Bene, il criterio è lo stesso. Il comune che deve dare in appalto un porto turistico deve seguire certe regole precise, e questo è giusto. Se lo stato deve affidare a privati il servizio di emissione della moneta e il controllo dei mercati bancari, lo fa a chi gli pare, dandolo senza nessun controllo.

Ma questo è assurdo, dico io. Anche perché tutti i manuali dicono pacificamente che è un ente pubblico e lo dice pure la Cassazione nel 2006. Perché non lo dice nessuno?

Per tre ragioni Paolo. Primo perché non fa comodo dare troppa pubblicità alla cosa. Figurati che fino al 2004 la compagine azionaria della Banca non era neanche resa pubblica.

Secondo, perché la questione è complessa e occuparsene non è semplice.

Terzo perché chi scrive manuali di diritto amministrativo, come te, si fa fuorviare da quello che scrive la cultura giuridica dominante e quindi è complice inconsapevole di un sistema di disinformazione.

Insomma, nella terza edizione del mio manuale correggerò questo "particolare".

Per ora, trattandosi di un editoriale, posso scrivere in libertà quello che penso sulla natura giuridica di questo ente, senza troppi condizionamenti. Dopo approfonditi studi e dopo aver fatto accurate ricerche di diritto comparato, direi che una lettura costituzionalmente orientata della normativa che regola la Banca centrale può portare ad affermare che:

la composizione della Banca d’Italia è una “illegittimità costituzionale” pazzesca.

Proposta finale de iure condendo

Re melius perpensa, ho il dovere di fare un discorso oggettivo su questo potere di autolimitarsi delle banche. In fin dei conti non è giusto trarre conclusioni affrettate e sospettare che tale potere venga mal utilizzato per perseguire i propri fini, anziché quelli pubblici.

Allora, da buon giurista, mi sono domandato quale sia la ratio di una siffatta normativa e ho telefonato al mio amico di cui sopra.

E’ presto detto.

La ratio sta nella presunzione di legittimità del comportamento della banche. E nell’esigenza di semplificazione del sistema dei controlli, che dando alla stessa banca il potere di autolimitarsi, snellisce le procedure statali al riguardo, esonerando lo Stato dal gravoso compito di controllare, ispezionare, verificare, sanzionare, ecc.

D’altronde un modulo organizzativo e legislativo analogo è stato applicato al parlamento, ove grazie al meccanismo delle immunità e del divieto di intercettazione, la magistratura non ha più alcun controllo sui singoli parlamentari, e quindi la legalità del comportamento dei deputati e senatori è garantita, appunto, da questo potere di autolimitarsi, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: 24 parlamentari condannati in via definitiva che continuano a promulgare leggi che loro stessi violano; decine di avvocati legati direttamente o indirettamente a chi sta al potere, che legiferano su materie di interesse dei loro assistiti; la maggior parte dei cittadini che fatica ad arrivare a fine mese, ma il parlamento si autoaumenta lo stipendio pro capite; si discute di pensioni, di età pensionabile, ecc., ma il parlamentare va in pensione dopo due anni e mezzo; e così via.

Il che suggerisce un modello organizzativo alternativo, de iure condendo, da applicare a tutti gli enti, e, al fine di non violare il principio di parità previsto dall’articolo 3 della Costituzione, anche a tutti i cittadini.

Per gli enti pubblici, dovrebbe valere una regola analoga a quella della Banca d’Italia. Totale indipendenza.

Quanto ai cittadini, si potrebbe abolire la galera, e abolire i controlli di polizia sui cittadini, dando a ciascuno il “potere di autolimitarsi”.

Lo stato risparmierebbe miliardi. I poliziotti non rischierebbero più la vita sulle strade. E i cittadini sarebbero maggiormente responsabilizzati nella vita pubblica.

Per i casi più complessi, come quelli di mafia, in cui c’è il sospetto che il cittadino colpevole di un reato non prenda con troppa imparzialità la decisione di autoarrestarsi è quanto meno opportuno inserire un piccolo correttivo: per l’arresto, occorrerà il parere vincolante della famiglia dell’arrestando, ove l’imparzialità della decisione sarà assicurata dalla collegialità della pronuncia.

Finalmente, con questo sistema, si potrà dare piena attuazione al principio di parità di cui all’articolo 3 della Costituzione, parificando ogni soggetto, pubblico o privato, ad un medesimo regime giuridico, e sottoponendolo allo stesso modulo organizzativo della Banca d’Italia (e del parlamento) dando a ciascuno “il potere di autolimitarsi, predeterminando non solo i criteri di massima,ma anche i principi e le linee guida di indirizzo della propria attività”.

__________________

(1) In realtà il titolo citato nel film è stato cambiato rispetto a quello reale in un più ironico "La corazzata Kotiomkin"; il film vero, La corazzata Potëmkin (1925), non dura un numero infinito di ore, come sostiene Paolo Villaggio nel film, ma ha una normale durata attorno ai 70 minuti, se non ricordo male.

(2) Per la precisione la compagine sociale della banca centrale è la seguente:

Gruppo Intesa (27,2%),
BNL (2,83%),
Gruppo San Paolo (17,23%)
Monte dei Paschi di Siena (2,50%),
Gruppo Capitalia (11,15%)
Gruppo La Fondiaria (2%)
Gruppo Unicredito (10,97%)
Gruppo Premafin (2%)
Assicurazioni Generali (6,33%)
Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%)
INPS (5%)
RAS (1,33%)
Banca Carige (3,96%)
Privati (5,65%)

(3) Per la precisione, fino al 20 per cento degli utili può essere accantonato a riserve. Un altro 20 per cento può essere destinato a riserve speciali. La restante somma viene devoluta allo stato (Articolo 39 dello statuto).

Paolo Franceschetti
Avvocato. Docente a contratto di diritto civile all'università di Teramo (SSPPL). Direttore scientifico della rivista Altalexmese. Codirettore della rivista "La pratica forense" edita da Maggioli; Coordinatore della collana "L'esame da avvocato" edita da Maggioli. Curatore del corso di preparazione all'esame da avvocato, Viterbo. Docente nei corsi intensivi del CSA per l'esame da avvocato (Milano, Bologna). Autore dei testi: Corso di diritto amministrativo (La tribuna, 2002); Corso di diritto penale (La tribuna, 2003); Obbligazioni e responsabilità civile (Napoli, 1996); Il contratto (Simone, 2003); Responsabilità civile (Simone, 2001); I singoli contratti (Simone, 1998). Autore di articoli, note a sentenza, saggi.

continua..

 


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